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anno II n° 4 Dicembre 2010
giornale d’informazione, attualità e cultura
Dario Fo, consigli senza tempo
pag. 2
SapereXGuidare
pag. 3 Pericolo “smart drugs”
pag. 5 Legambiente, Catania fanalino di coda
pag. 6
Salvatore Curcuruto, pizzaiolo d’eccezione
pag. 7
Consigli per invecchiare bene
pag. 12 D.N.A. ente di formazione professionale
pag. 13 Damiano Rotella e i suoi carretti siciliani
pag. 14
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Dicembre 2010
READY2GO, la scuola guida di nuova generazione
Da oggi con Ready2Go prendere la patente non significherà solo conseguire un obiettivo caro a tutti i giovani ma anche e soprattutto prepararsi con metodo, conoscere realmente i rischi della strada ed acquisire le corrette tecniche di guida. Grazie al nuovo “Metodo ACI” che integra la preparazione convenzionale con otto moduli didattici teorici e diverse prove pratiche indispensabili per la formazione automobilistica, con l’ausilio di istruttori formati e autorizzati da ACI. L’Autoscuola sarà dotata di un simulatore per prove di guida sviluppato dal Centro di Scuola Guida Sicura ACI, che consentirà all’allievo di accostarsi progressivamente alla guida reale.
ACI ha messo a punto una nuova metodologia che integra la preparazione tradizionale nuovi moduli didattici teorici e diverse prove pratiche con l’ausilio di istruttori Ready2Go formati ed abilitati da ACI alla formazione automobilistica. La formazione Ready2Go è composta da corso teorico e preparazione pratica. Nel corso teorico verranno affrontate nuove importanti tematiche quali incidenti e prevenzione, sistemi di sicurezza dei veicoli, corrette teniche di guida ecc. Nella preparazione pratica il metodo ACI integra 2 moduli innovativi all’interno delle tradizionali lezioni pratiche di guida e permette all’allievo di testare le sue abilità in condizioni complesse. Gli allievi riceveranno, inoltre, compreso nel pacchetto di iscrizione dell’Autoscuola affiliata, un anno di associazione ACI con la tessera“Okkei” che offre ai soci diversi vantaggi tra cui: 2 assistenze all’anno al veicolo in tutta Italia (l’assistenza è garantita sia alla
targa dell’autovettura che al Socio se viaggia in un’altra autovettura); bonus per spese viaggi e traffico telefonico/SMS; corsi gratuiti per il recupero dei punti patente persi; possibilità di partecipazione ad eventi ACI con biglietti omaggio per concerti di grandi artisti, F1 e altro. La tessera ACI Okkei è anche carta prepagata ricari- Lo stand Aci all’Expobit - Ciminiere di Catania cabile, utilizzabile su circuito Visa Electron, Pagobancomat e verificare le proprie capacità al volanprelievo ATM. te, verificare la propria conoscenza del Inoltre, i neopatentati Ready2Go, codice stradale attraverso una postaproprietari del veicolo che guidano, zione touch-screen e valutare quanti potranno ottenere un risparmio sulla punti patente si possono perdere a polizza Rca con Sara Assicurazioni. seconda delle diverse infrazioni». «Siamo stati presenti con grande successo all’Expobit 2010 alle Ciminiere di Catania, con uno stand Aci per presentare “Ready2Go” – ha spiegato il direttore dell’Automobile Club di Catania Carlo Sorbello - attraverso un simulatore di guida, è stato possibile
L’editoriale
Consigli Senza Tempo
“Elenco delle cose che ancora oggi Machiavelli avrebbe da dire a chi governa il popolo italiano”. Questo il titolo del testo tratto dal “Principe” di Macchiavelli letto nell’ultima puntata della trasmissione “Vieni via con me” dal premio Nobel per la letteratura Dario Fo. «Sia chiaro: i consigli che il Segretario della Repubblica di Firenze dedicava al Principe in verità non sono a lui rivolti ma alla popolazione intiera del proprio regno. In poche parole si tratta di un vero e proprio machiavello col quale, fingendo di parlare al signore, si vuol dar l’avvisata ad ogni cittadino di come si articola e con quali trucchi si muove la macchina del potere. Ecco il primo consiglio: «Durante le tue concioni ai sudditi, Signore, se ti serve, non ti far niuno scrupolo di mentire; spudoratamente fallo, ma quella menzogna, bada bene, bisogna che tu la vada ripetendo in tempo breve per due, tre, financo sette volte e più di modo che, al fine, nelli orecchi di chi ti ascolta il falso si sarà trasformato in una pura e inconfutabile verità». La seconda avvisata l’è questa: «Recorda che, in ogni tempo, si incontrano uomini che nulla hanno conoscenza del fare politica, eppure si gittano con successo al punto da divenire principi del proprio regno, e tu mi pari proprio uno di questo. E con scaltrezza e denari con poca fatica tu sei riuscito a porti su quell’alto scanno, ma poi attento: appresso, di molte altre corruzioni dovrai giovarti per mantenerlo quel potere. Perché dentro il tuo governo fazioni continue se formeranno fino a trascinare entro una immancabile rovina te e tutti i tuoi consoli e consolatori». Ecco il terzo suggerimento: «Assumi sempre nel tuo governo cortigiani scaltri d’ingegno e anco in truffalderia.Meglio se questi si trovano sotto scacco della legge così potrai proteggerli da ogni incriminazione a costo di dover corrompere qualche giudice. In tal modo costoro ti saranno grati e alla tua più completa mercé. Ma, quando le loro infamie condotte a tuo vantaggio saranno interamente scoperte dalla popolazione e dai giudici, presentati al popolo tutto colmo d’indignazione e subitamente liberati di quella malagente, gridando via i traditori, badando bene di non farti trarre nel baratro con loro». E il quarto consiglio recita: «Non farti mai cogliere nella condizione d’essere ricattato e ricattabile, ma nell’attimo in cui un accusatore ti andasse trascinando con le sue testimonianze nel pubblico ludibrio, tu appronta subito la contromossa nella quale lo sparlatore verrà accusato di atti indegni tali da trascinarlo a sua volta nel fango più putrido. Non importa se poi appresso le tue accuse risulteranno
false e artatamente concepite. Basta che tu, avanti a quelle calunnie, le faccia pronunciare da un tuo tirapiedi ben conosciuto come fabbricante di infamie. E quel tuo servente nel processo verrà punito, e invece tu sarai ritenuto completamente innocente, e la vittima galleggerà per lungo tempo in quella palude di infamità». Quinto ed ultimo consiglio: «Tieni a mente, Signore, che se una città e il suo territorio tu giungi a conquistare, all’immediata tu devi indagare su quel popolo per conoscere de come ell’é stato governato innanzi che tu l’abbia ridotto in tua soggezione. Se scopri che esso populo non sia uso a partecipare a governo del Comune in niuna forma e quindi nulla conosce dei suoi natural diritti dell’esser partecipe alla conduzione di esso governo, mantienllo come l’hai trovato. Non concedere a questi tuoi nuovi sudditi privilegio alcuno del qual non siano usi godere. Se tu gliene facessi dono essi non intenderebbero mai la ragione di cotesta tua magnanimità e cadrebbero in grave sospetto. Ma se tu, al contrario, dopo aver assoggettato una città con suo territorio, venissi a scoprire che quello populo che ci abita da sempre è stato uso a governarsi da se solo, con proprie leggi liberamente decretate e podestà e gestori di governo eletti coi rituali comuni alla democrazia, non soffermarti mai a volerla governare ad ogni costo quella gente: prosegui lungi da quella popolazione imperocché altrimenti te ne verrebbe gran danno. Se poi tu, al di fuor d’ogni ragione o saggio consiglio, vorrai tener soggetta sotto dominio quella città e territorio, ti sarà soluzione unica che tu procuri di rovinare, di uccidere dentro quelle mura ogni uomo e femmina Uccidi anco i figlioli loro senza arrestarti dinnanzi agli infanti, e uccidi anche quelli ancor non nati, chiocciolàti nello ventre de loro madri... poiché il sapore di libertà alberga già in quelle picciole menti da che han vita, e nascono con quella volontà d’esser liberi, fissata a tal punto che sempre, in ogni momento si getteranno in forsennati tumulti contro di te per rifarsela propria, quella libertà… ad ogni condizione». Inteso, hai?
BALLARO’ NEWS - Editore: SaperexGuidare - Giovanni Calì. Direttore Responsabile: Tiziana Campo. Direttore Editoriale: Giovanni Calì. Caporedattore: Antonella Capizzi. Collaboratori:Simone Rausi, Laura Monteleone, Andrea Giuffrida, Veronica Mannino, Stefania Patanè, Carmelo Guglielmino, Giulia Calì. Foto della modella Alessia: PhotoGrafic. Redazione: V. Fortuna, 24 Catania. Tel. 3394999393 email: giovanni.cali@saperexguidare.it Pubblicità: Itaca Group tel. 3286925521. Grafica & Stampa T.M., Via N. Martoglio, 93 - S. Venerina (CT). Distribuzione gratuita ai soci ACI di Catania e per tutti i lettori a Catania, in tutti i Comuni dell’hinterland, nella edicola Marzà Salvatore v. Bellini, 7/A a S. A. Li Battiati da Edicolè v. Roma 261, a S. G. la Punta, p.zza Don Diego 3 a Pedara e a p.zza Stesicoro presso Winplay, Free Time v. Re Martino, 8 b-c Acicastello, New & Friends, v. Provinciale 88, Acitrezza. Registrazione Tribunale Catania iscr. n°12 del 13/03/2009. Il giornale viene stampato utilizzando carta ecologica in mais. Per l’edizione on line, www.ballaronews.it, in cui troverete anche uno spazio dedicato ai redazionali delle varie aziende. Buona lettura.
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SaperexGuidare, sicurezza stradale alla scuola media Pluchinotta
Quella degli incidenti stradali rappresenta una vera e propria emergenza. Diventa allora prioritario attuare strategie di prevenzione e sensibilizzazione per arginare questo allarmante fenomeno. Una di queste strategie è stata pensata ed approntata da Giovanni Calì, Presidente nazionale dell’associazione Saperexguidare, volta dal 1989 alla prevenzione e sensibilizzazione, sia di adulti che
di giovani e giovanissimi, in materia di sicurezza stradale. Lo scopo fondamentale di questo progetto è promuovere l’utilizzo costante dei sistemi di sicurezza come norma di prevenzione della traumatologia della strada. Per mezzo di un camper multimediale vengono mostrati filmati di crash test, per far vedere quello che può accadere se non si indossano i dispositivi di sicurezza (cinture e casco). Il tutto in sinergia con l’Automobil Club d’Italia. Si tratta di un progetto di grande rilevanza ed impatto, per il quale Giovanni Calì ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui quello come miglior progetto per i giovani al Salone Internazionale della Sicurezza Stradale a Riva del Garda e il premio internazionale “Rosario Livatino” per la legalità e il rispetto delle regole. L’ultimo incontro sul camper è avvenuto lo scorso 17 e 18 novembre con i ragazzi della scuola media di Sant’Agata Li Battiati “Mario Pluchinotta”, alla presenza del comandante dei Vigili Urbani Roberto Cona, dell’assessore alla Pubblica Istruzione Otello Floresta e dell’assessore alla Viabilità Michelangelo Sangiorgio. All’uscita del camper i ragazzi si sono mostrati entusiasti del progetto. Parlare di sicurezza stradale e prevenzione attraverso filmati - come l’associazione SaperexGuidare fa - ha un effetto immediato sui ragazzi. Se si facesse prevenzione solo a parole, l’effetto non sarebbe così incisivo. Come di consueto, al termine della conferenza, il noto artista Giuseppe Castiglia, da anni testimonial dell’associazione SaperexGui-
dare, durante la seguitissima trasmissione radiofonica “Allakatalla” su Radio Studio Centrale, si è collegato in diretta con i ragazzi, intervenendo sul tema della prevenzione stradale e salutandoli col motto “occhiu vivu, mettiti u cascu”, sulle note di “Vespa special” dei Lunapop da lui rivisitata in catanese. «L’intento della nostra associazione conclude Giovanni Calì - non è quello di fare una prevenzione spicciola, ma d’impatto, che oltre ad essere rivolta ai giovani, si indirizzi specialmente agli adulti, i primi che violano costantemente tutte le norme del codice della strada”. Non è stata solo una giornata di evasione dalla routine scolastica, ma una lezione di vita, fonte di insegnamenti di cui fare tesoro. Tiziana Campo
Paracadutismo: parole d’ordine adrenalina ed esperienza
«Quando mi chiedono cosa si prova a lanciarsi con il paracadute, rispondo citando Leonardo Da Vinci: “Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desidererete tornare”». Così Gaetano Rizzo, istruttore di paracadutismo e di tandem, direttore lancio, nonché presidente di SkydiveSicilia (associazione che si occupa di paracadutismo sportivo, volo da diporto e sportivo, con base operativa all’Aviosuperfice EtnaVolo a Fiumefreddo (Catania), ma anche all’Oasi Dei Re a Ragusa e Boccadifalco a Palermo e in collaborazione con l’associazione nazionale paracadutisti sezione Catania). «Il paracadutismo è, sì, uno sport estremo - continua - ma non è sinonimo di pericoloso. Occorre solo prudenza ed esperienza». «Da qualche anno si è registrato un netto incremento di chi si avvicina al paracadutismo - spiega l’istruttore - e di conseguenza sono lievemente aumentati anche gli incidenti, il cui numero fortunatamente rimane comunque molto basso: nel 2010 se ne sono contati meno di 10 e questa è la cifra più alta dell’ultimo ventennio. La maggior parte degli incidenti avviene durante la
manovra di atterraggio (detta gancio) che, se fatta a pochi centimetri da terra e smaltendo la propria velocità orizzontale o di avenzamento, non causa nessun pericolo, mentre se fatta senza esperienza o non utilizzando l’altimetro digitale da polso e acustico, può essere addirittura fatale. Il paracadutismo è uno sport sicuro, se fatto con rispetto delle regole». Fare un corso è passaggio obbligato per lanciarsi in sicurezza. «Chi volesse assaporare l’ebbrezza del paracadute senza frequentare corsi - continua - può optare per il lancio in tandem con istruttore, da 4 mila metri d’altezza e con soli 10 minuti di addestramento. Per i minori occorre l’assenso dei genitori. Tutti gli istruttori di Skydive Sicilia sono certificati dal Ministero dei Trasporti e i paracadute utilizzati sono di ultima generazione e controllati periodicamente. Per i lanci in tandem e i corsi di paracadutismo vengono impiegati paracadute molto grandi e lenti appositamente ideati per far divertire la gente e far imparare gli allievi. Chi volesse provare può partecipare all’evento “Sicilia Winter Beach Boogie” dal 27 Dicembre al 6 Gennaio, all’aeroporto di Boccadifalco (Pa)». Tiziana Campo
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Centro Commerciale Naturale “C.C.N. Puntese”
ELENCO OPERATORI CONSORZIATI:
Abbigliamento: - Coconuda-Sohà .................... Via S. T. Scalia, 15/17 - Anna Boutique ......................... Via S. T. Scalia, 2/4 - Briciole F.& G............................. Via S. T. Scalia, 10 - Giuseppa Calvagno ......................Via S. T. Scalia, 9 - MA. IN. CO. ...................................... Via Roma, 271 - G. C. di Giuseppa Calvagno . ......Via Roma, 255/a - Anna Autlet ....................................... Via Roma, 303 Calzature, pelletterie: - Calvagno Calzature di Notararigo S...... Via Roma, 273 - Leonida................................................ Via Roma, 297 - Segue................................................ Piazza Raddusa, - La Rosa Agata Pelletteria . ............... Via Roma, 285 Profumerie: - La Casa del Parrucchiere ...........Via S. T. Scalia, 21 - Agata La Rosa ........................Via IV Novembre, 20 Bar. Pasticcerie, Laboratori: - Bar Centrale ...................Piazza Lucia Mangano, 23 - Bar Lo Faro ..........................................Via Umberto, - La Pasticceria .......................... Piazza Manganelli, 8 - I Dolci Sapori Antichi . ...............Via S. T. Scalia, 53 Parrucchieri, Cura della persona: - Bisicchia Luigi ................................... Via Roma, 196 - Cosentino Domenico ........................ Via Roma, 194 - Katia & Camilla . ................................. Via Etna, 1/c - Vanità Uomo ........................ Piazza Manganelli, 11 - Beauty Center..................... Via IV Novembre, 20/a - Batt & Batt ...............................Via IV Novembre, 10 Gioiellerie: - Cordaro Carmelita Gioielli.. Piazza P. Allegra, 7/8
Agenzie di Viaggi: - Bertino Viaggi..................................... Via Roma, 249 Intimo: - La Rosa Agata.................................Via Roma, 289/a Tabacchi: - Tabacchi Di Prima Maurizio.. P.zza L. Mangano, 3 - Tabacchi Di Mauro Giuseppe.......... Via Roma, 247 Mobili: - Immagini by Cabbanè......................Via S. T. Scalia, Prodotti Etnici: - Orienthaj.....................................Piazza P. Allegra, 8 Pizzerie da asporto: - Al Vicoletto.....................Piazza Lucia Mangano, 18 Macellerie: - Cutuli Carni.....................Piazza Manganelli, 14/15 - Macelleria Di Prima................................. Via Etna, 4 - Macelleria Petralia ............................. Via roma, 211 Pescherie: - Fish Selmi . ........................... Piazza Manganelli, 16 Fotografia: - Photograph sas . ..................... Piazza Manganelli, 1 Surgelati: - Megagel di Spampinato S. . ............. Via Roma, 225 Oggettistica, Bomboniere: - Le Ceramiche di Nonna Rosa ......... Via Roma, 208 - Flirt di Rosaria Caponneto..... P.zza L. Mangano, 2 - Biancorosa di Bortolot Teresa.......... Via Roma, 212
Pubs: - Freeborn di Longo........................... Via Roma, 206 Artigianato: - Fabri Gioielli ...........................Via IV Novembre, 20 - Eletricità Scalia Rosario..................... Via Roma, 295 Ortofrutta: - Centro Ortofrutticolo .......... Piazza Manganelli, 13 Varie: - Club della libertà “San Giovanni”.P.za Raddusa, 9/10 - Di Prima Musica ............................... Via Roma, 200 - A. S. D. Pallamano ............................ Via Roma, 200 - Onoranze Puntese . .....................................Via Etna, L’insieme dei singoli esercizi si trasforma in un vero e proprio “Centro Commerciale Naturale” è quando gli esercenti si associano per sviluppare strategie comuni, organizzare eventi, coordinare promozioni che li rendono, agli occhi di tutti i frequentatori, un posto ideale per lo shopping, come e di più di un centro commerciale tradizionale. E poi, sono i servizi ai Clienti che possono fare la differenza!!! VISITATECI…….. Il Presidente (Rag. Salvatore Coco) CONSORZIO C.C.N. PUNTESE Piazza Raddusa n. 9 S. G. LA PUNTA Tel. (095)7415870 - Email: ccnpuntese 2009@libero.it
Servizi di patronato CAF-ISEE
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Sul web la nuova frontiera degli stupefacenti La pericolosità delle “smart drugs”
Non esiste quasi più il tossico di una volta, quello col laccio legato all’avambraccio e l’occhio vitreo, che s’incontrava negli angoli bui delle stazioni. Non c’è quasi più il buco. La droga oggi è “faccenda pulita”. Ci sono piuttosto la pasticca e/o la sniffata, preferibilmente durante il fine settimana. L’età del primo sballo si è abbassata fino a 13-14 anni. Sta andando largamente di moda la “poliassunzione” (varie droghe più caffè più alcolici, tutto insieme in poche ore). E quasi più nessuno si considera “dipendente”. Risultato: le morti per overdose sono diminuite, ma sono aumentati i danni (spesso irreversibili) al cervello e alla psiche. Si tratta delle smart-drugs - definite anche le “droghe furbe” poiché sfuggono ad ogni divieto - il cui consumo rappresenta un fenomeno in preoccupante crescita soprattutto tra gli adolescenti. Un fenomeno nuovo, tanto che spesso è molto difficile diagnosticare le intossicazioni determinate da queste sostanze. L’aspetto di queste nuove doghe è innocuo, sembrano tisane o profumatori d’ambiente, arrivano in sacchetti per posta, con un ordine via Internet e a costi accessibili. Queste sostanze di origine naturale promettono sballo, allucinazioni e presunti effetti afrodisiaci e cavalcano il mercato via web. L’Osservatorio dell’Istituto superiore della sanità su fumo, alcol e droga (Iss) ne ha individuate, analizzate e catalogate 31, ma gli esperti stimano ce ne siano almeno una cinquantina, alle quali si aggiungono le cosiddette spice, mix di queste sostanze e altre ancora di origine chimica. I consumatori non sono soltanto giovani in cerca dello sballo ma anche adulti di 40-50 anni, che vogliono provare un viagra
naturale. Ma ciò che è naturale, non sempre è innocuo. Dire che una droga è buona perché è “bio” è un’ingannevole forma di marketing. La gente compra senza pensare che anche sostanze quali morfina e cocaina hanno origini vegetali. La natura ci mette di fronte a una serie pressoché inesauribile di nuove molecole, di cui spesso gli studiosi della materia sanno poco o nulla, lasciando a chi le commercia un buon margine di tempo prima che vengano effettuate ricerche mediche che possano farle dichiarare illegali. Si tratta di un rincorrersi tra medici e legislatori da una parte e chi propone le nuove droghe dall’altra, muovendosi di continuo sulla frontiera tra legale e illegale, in
un campo difficilissimo da controllare. Spesso le varie erbe vengono vendute come profumatori ambientali o come semi da collezione, ma gli “psiconauti” (come amano definirsi i consumatori di questi prodotti) sanno bene che queste erbe si fumano o si masticano. Sono 500 i negozi di droghe legali, gli “Smartshops” sparsi per l’Italia che vendono profumi d’ambiente, funghi e concimi che danno allucinazioni. Spesso la documentazione di accompagnamento delle “droghe furbe” non rispecchia la reale composizione. Per questo il Dipartimento delle politiche antidroga ha iniziato ad analizzare i composti e a definirli per poi vietarli. Tra le sostanze più economiche e diffuse c’è il mephedrone che con l’alcol diventa una miscela letale e invalidante. Chi ne fa uso non sempre è consapevole del fatto che
si tratta di un prodotto di sintesi che devasta e uccide con una potenza tre volte superiore a quella naturale. Sugli scaffali dei negozi smart si notano, a prima vista, solo prodotti classificabili come d’«erboristeria»: guaranà, echinacea, ginseng o ginko biloba (sotto forma, perlopiù, di bevande energizzanti o pillole), ma l’occhio esperto sa cosa cercare. Così, ecco l’arancio amaro a base di sinefrina che agisce come stimolante, il kratom che produce effetti euforici e analgesici, simili agli oppiacei, i semi di «drugs flowers» (semi tropicali allucinogeni), comunque legali, capaci di sedare o causare ipertensione. Ancora: la gomma da masticare con effetti meditativi e biscotti a base di surrogati della canapa. Mentre la «salvia divinorum» è stata inserita tra i principi vietati in Italia. Rintracciarla sottobanco, però, pare non sia impresa così improbabile. Anche per i cosiddetti funghi «magici», magic mushrooms, bisogna aver confidenza con il proprietario dello smart shop. Su blog e forum, abbondano i «consigli per l’uso»: quale tipologia assumere, dove acquistarli, come incrementare gli effetti e come contribuire ad attenuarli. Prodotti non così difficili da trovare, a dispetto della pericolosità, che esercitano un forte appeal su studenti universitari, ma anche professionisti e adolescenti. Negli ultimi 5 anni si è modificato l’uso e il consumo di queste sostanze, il cui numero è cresciuto così come sono aumentate le informazioni scientifiche sulla loro tossicità. Se vengono assunte da giovani il cui sistema nervoso centrale non ha ancora completato il suo sviluppo, il rischio di alterazioni cognitive, emotive e comportamentali, che possono condizionare l’intera vita, è molto alto. La nuova frontiera degli stupefacenti viaggia sul web, annidata tra lo svago dei social network, la musica e le passioni virtuali dei giovanissimi internauti. Un fenomeno tanto pericoloso quanto difficile da controllare, che rende i ragazzi vulnerabili ed esposti ad un rischio sempre più a portata di mano, dato che non serve nemmeno spostarsi da casa per procacciarsi sostanze che sono ormai a portata di click, e vengono comodamente recapitate all’indirizzo di casa. Quasi come ordinare un libro o un paio di scarpe, insomma, in barba a salute e vita. Stefania Patanè
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Dati Legambiente, Catania fanalino di coda
Catania è ultima nella classifica “Ecosistema urbano” siglata Legambiente e Ambiente Italia. «Ma va?!», diranno i più disfattisti - forse realisti - di voi. Beh, in effetti se ci mettiamo a guardare i dati della nostra bella città, che si piazza nelle ultime graduatorie, vediamo che non ci facciamo poi una gran bella figura. Siamo messi male nella classifica riguardante il sistema sanitario; non ci va bene nemmeno in quella del verde pubblico; idem per quanto riguarda la pulizia delle coste. E, per gradire, anche nella classifica italiana delle città col più alto numero dei furti d’auto, eccoci a fare da fanalino di coda. La nuova stangata, firmata Legambiente, punta l’attenzione su ecosostenibilità, riciclaggio e vivibilità delle città. C’è da dire che per lo meno siamo coerenti: proprio come l’anno scorso eccoci ancora all’ultimo posto. Posizione numero 103, belli stabili e fissi nella nostra mediocrità. Ad essere messe in esame, in particolar modo, sono state l’aria e l’acqua delle città con un occhio di riguardo alle polveri sottili, allo smog, alle emissioni pericolose, al consu-
mo idrico domestico e alla depurazione delle acque. A completare il quadro poi, il settore rifiuti e raccolta differenziata, l’ambiente, i trasporti, l’energia e la pubblica amministrazione. In effetti, se proviamo a fare mente locale, il cittadino medio si lamenta spesso della lentezza burocratica dell’amministrazione catanese; degli autobus Amt che spesso trascendono il reale, diventando veri e propri miraggi alle fermate; dell’acqua che spesso manca o di certo non è depurata; e della raccolta differenziata. Saremo forse noi cittadini incontentabili e “raugghiusi”come sempre? In realtà pare proprio di no e l’ultimo posto in classifica ce lo dimostra. E le altre siciliane come sono messe? Al grido di mal comune mezzo gaudio, vi diciamo che siamo tutti in fondo alla classifica. Prima di noi Trapani al 98° posto; poi Agrigento (97°), Siracusa (95°), Caltanissetta (94°), Enna (93°) e al 90° posto il capoluogo Palermo. Mentre Ragusa, unica eccezione, riscontra un trend positivo e balza fino al 72° posto della classifica. Le eccellenti sono tutte settentriona-
lissime città di qualche migliaio di anime. In particolar modo la top ten, dal decimo al primo posto, è composta da: Livorno, Bologna, Pordenone, La Spezia, Siena, Bolzano, Trento, Parma, Verbania e Belluno. Ma noi catanesi come la prendiamo? Ci indigniamo? Ci battiamo la mano sul petto e ci riempiamo di buoni propositi? Nient’affatto! Assumiamo un’espressione diffidente e diciamo che non è vero o, ancora peggio, ci nascondiamo dietro un dito e affermiamo, in modo più che colorito - come si legge nel sondaggio” Legambiente vs Catania: siamo veramente così inquinati?” sul sito “CataniaPolitica” - che “Belluno fa cagare!”. L’amministrazione pubblica però, sobbalza dalla sedia e diffonde, con il contributo dei tecnici dell’Ente che si occupano di Ecologia e Ambiente, una nota in cui smentisce i risultati dell’inchiesta Legambiente. In particolar modo si legge che “Catania non è mai all’ultimo posto in nessuna delle singole graduatorie, poiché le posizioni più basse sono infatti quelle del 99° posto relative a “Raccolta differenziata” e in “Percentuale di depurazione”. Non si comprende, dunque, come possa classificarsi all’ultimo posto nella classifica generale, cioè al 103° posto”. Dal Comune arrivano anche le spiegazioni
e comprendiamo che, a causa del sottosuolo lavico, i lavori di depurazione delle acque sono più lenti e onerosi. Grazie al boschetto della Playa e alla villa Bellini, inoltre,la nostra città ha ampi spazi di verde pubblico. La raccolta differenziata procede grazie al progetto pilota di raccolta porta a porta che da un anno interessa il rettangolo interessato tra il tratto della circonvallazione a mare e quello a monte. L’aria è buona e infatti non è mai stato necessario chiudere la città al traffico come accade nelle città del nord e, dulcis in fundo, abbiamo autobus a propellente ecologico e un consumo idrico procapite conforme ai valori medi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E allora? Com’è possibile che secondo Legambiente siamo un’enorme favelas, mentre per il Comune Catania è il paese delle meraviglie. Nel dubbio facciamo spallucce e aspettiamo, con le dita incrociate, la prossima classifica. Simone Rausi
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A scuola di pizza con un pizzaiolo d’eccezione: salvatore curcuruto
«Fatte ‘na pizza ca pummarola ‘n coppa e vedrai che il mondo ti sorriderà», così canta Pino Daniele e così la pensano milioni di persone in tutto il mondo, appassionati di questa prelibatezza le cui origini, secondo alcuni studiosi, risalgono all’epoca etrusca, per altri al 1600, frutto dell’innegabile ingegno culinario meridionale. La rivoluzione della pizza avvenne nel giugno 1889, quando, per onorare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito inventò la “Pizza Margherita”, condita con i colori della bandiera italiana con pomodori, mozzarella e basilico Oggi ci sono pizze per tutti i gusti, con i più svariati condimenti, ma i “pizzari” si dividono su due fronti principali: ci sono gli amanti della pizza spessa e quelli che preferiscono, invece, quella sottile e croccante. Per capirne le differenze e per scoprire i segreti di una buona pizza abbiamo parlato con Salvatore Curcuruto che delizia i palati degli avventori della pizzeria “Dietro le mura” ad Acicastello. Non un solo pizzaiolo veterano - ha iniziato dall’agosto del 1979 - ma una personalità tra i colleghi: è, infatti, istruttore pizzaiolo nazionale, giudice in diversi concorsi nazionali e internazionali, campione d’Europa nella categoria “migliore qualità di pizza classica”, nel 2000 a Torre Molinos; sesto classificato al campionato del mondo del 2002 a Salsomaggiore; e selezionato per la finalissima di Montecarlo tra i 60 pizzaioli migliori d’Italia.
Quali le differenze principali tra la pizza sottile e croccante e quella spessa? «La pizza sottile e croccante è più facilmente digeribile. Richiede un trattamento molto accurato. Per farla, infatti, servono 3 unità impegnate nella sua preparazione: uno che stende la pasta, uno che la condisce e uno che sta al forno. Richiede molta attenzione specie nella parte della cottura che deve essere breve e veloce perchè, se sta troppo nel forno, si spezza. Quella spessa è ottima se cotta nel modo corretto - richiede una cottura a fuoco rigorosamente lento, che dura circa il doppio dell’altra tipologia altrimenti può causare sete e appesantire lo stomaco. La pizza spessa viene fatta con un solo tipo di farina, quella “0”, la manitoba canadese che attira meglio il calore all’interno della pizza. Quella sottile, invece, si può fare con diversi tipi di farina, come il grano duro o una sorta di miscela composta da farina “0” e “00” insieme. Un mio piccolo segreto per la preparazione della mia pizza sottile e croccante è l’utilizzo di farina di grano duro, per l’esattezza la nostra farina agrigentina. È molto ricca di proteine, a differenza della farina di grano tenero - prediletta dalla maggior parte dei pizzaioli - che presenta, invece, un’elevata percentuale di carboidrati». Qualche dritta per fare una buona pizza? «Consiglio di usare lievito solo in piccolissime dosi, al massimo 3 grammi o una quantità che vari in base alla tempera-
tura esterna. Il lievito, infatti, serve per lanciare l’impasto, poi è preferibile andare su lieviti naturali e dare al panetto il giusto tempo per la lievitazione, dalle 8 alle 72 ore. Occorre, poi, far riposare l’impasto per almeno due ore prima della preparazione della pizza. Io inoltre metto solo un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, niente strutto, nient’altro». Specialità di Curcuruto è anche la pizza con la farina di Kamut. Quest’ultima è ricca di proteine e di fibre, altamente digeribile e, contenendo molto selenio, associato all’assunzione di vitamine E anch’essa presente nel Kamut – A e C, inibisce la formazione di radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento dei tessuti e causa di numerose malattie degenerative. Tra i tuoi 60 tipi di pizza, quali sono i tuoi fiori all’occhiello? «Quelle che vanno per la maggiore sono la pizza con fiori di zucca e acciughe, quella speck e patate; quella con verdure grigliate e mozzzarella; quella al pistacchio; con la porchetta, con la ‘nduja (tipico salume calabrese) e salsiccia; e la pizza al miele con pepato fresco, cipollina e miele. La pizza per celiaci è un’altra chicca: innanzitutto ha il sapore di pizza e non di un surrogato e per questo è molto apprezzata dalla nostra clientela. È fatta con un impasto preparato a mano in un laboratorio isolato, non è spessa ma sottile e grande. La sua preparazione è quasi certosina. Viene, infatti, trattata per ben due volte: in una prima
fase si stende la pasta e la si precuoce; poi viene condita e infornata di nuovo. In tutte le mie “creazioni”, comunque, uso sempre prodotti naturali, nostrani, freschi e di qualità, in modo da ottenere un prodotto davvero doc». Ci parli della tua attività di istruttore pizzaiolo? «Si diventa istruttori con un’esperienza almeno ventennale nel settore e con continui stage di aggiornamento. Io ne frequento almeno 5-6 all’anno nella scuola internazionale “Pizza e pasta” di Caorle. Tengo corsi per aspiranti pizzaioli, in cui impartisco insegnamenti sia di teoria che di pratica». Cosa consigli a chi vuole imparare quest’arte? «Innanzitutto è bene seguire dei corsi accreditati, ma poi è necessario fare moltissima pratica, un lungo tirocinio affiancati da un pizzaiolo esperto. È per questo che i miei allievi mi affiancano per oltre un anno, diventando così molto richiesti» E a chi volesse intraprendere questo mestiere, Salvatore Curcuruto spiega: «È un lavoro molto gratificante per cui occorre passione e un po’ di spirito di sacrificio. Fare il pizzaiolo è come avere un passaporto per il mondo, consente di lavorare ovunque. E ricordate sempre: la prima cosa che deve saper fare un buon pizzaiolo è una buona pizza margherita». Tiziana Campo
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Dicembre 2010
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Costa d’Avorio guerra nel paese del cacao, parla L’ambasciatore dei sindaci labisi
La Costa d’Avorio è il più grande produttore mondiale di cacao destinato all’industria del cioccolato. Negli anni Sessanta e Settanta è stata l’unico miracolo economico dell’Africa occidentale, capace di attirare milioni di lavoratori dai paesi vicini grazie alla politica illuminata del suo presidente, Felix HouphouetBoigny. Anziché manipolare la struttura dei prezzi delle agro-esportazioni a vantaggio dello Stato, permise ai coltivatori privati di arricchirsi, e questo favorì l’espansione della produzione e dei posti di lavoro. Presidente per 33 anni, Houphouet-Boigny seppe sempre trovare l’equilibrio fra le componenti regionali del Paese. Dopo la sua morte la situazione è degenerata in pochi anni. La Costa d’Avorio rischia ora di tornare alla casella di partenza della crisi che, nel 2002, sfociò in una guerra civile, poi congelata nel 2007 con la formazione del governo di unità nazionale fra lealisti e ribelli, che ha guidato il Paese fino a pochi giorni fa. Le elezioni presidenziali dello scorso 5 dicembre in Costa d’Avorio si sono infatti concluse con due risultati contrapposti. La Commissione elettorale ha proclamato la vittoria dello sfidante Alassane Ouattara, già Primo Ministro, che avrebbe ricevuto il 54,1% dei voti contro il 45,9% del presidente uscente Laurent Gbagbo. Il verdetto è stato subito impugna-
to dal Consiglio Costituzionale (ha l’ultima parola sull’esito delle consultazioni elettorali) che lo ha cassato. Infatti ha decretato illegittima l’elezione di Outtara, poiché nel corso delle votazioni si sarebbero verificati numerosi brogli che avrebbero avvantaggiato il leader dell’opposizione. Le elezioni erano state supervisionate dagli inviati delle Nazioni Unite proprio per evitare i brogli ai seggi e garantire la regolarità delle votazioni. Gbagbo e Ouattara rappresentano più o meno direttamente le due fazioni che, nel 2002, si sono scontrate nella guerra civile; in termini generalissimi il primo il sud del paese, per lo più cristiano, e il secondo il nord musulmano (ma non islamista). Proprio di questi ultimi avvenimenti si è parlato alla conferenza tenutasi lo scorso 11 dicembre all’hotel Nettuno dall’avv. Corrado Labisi, artefice dell’Asse Afro-Mediterraneo, sindaco onorario della città Ivoriana di Sikenci e ambasciatore dei sindaci della Costa D’avorio a Catania. In teleconferenza è intervenuto il giornalista ivoriano Jacob De Mel che ha aggiunto dettagli significativi sulla situazione africana: «Tutte le informazioni che giungono in Italia non corrispondono alla realtà. Le vittime sono già arrivate a 1200, e continuando così non faranno altro che crescere,
nell’indifferenza generale europea e statunitense». «Il Consiglio Costituzionale è la massima istanza giuridica – ha puntualizzato Labisi – e nessuno può interferire sulla decisione presa. Ma ci sono alla base giochi di potere, strategie economiche internazionali che vogliono tenere l’Africa sotto scacco. Io che da tre anni collaboro attivamente con la Costa D’Avorio in progetti sociali, culturali ed economici, ed ho visto fiorire il Paese, sono realmente preoccupato per questo disordine, che ha già causato più vittime di quante si pensi». Giulia Calì
Avv. Corrado Labisi
TUTTI I SEGRETI DEL TRADIMENTO MADE IN ITALY
Gli uomini preferiscono farlo al risveglio, le donne in tarda mattinata. Quando però si parla di tradimento, entrambi i sessi hanno le idee chiare su quale sia l’ora perfetta per fare l’amore: durante la pausa pranzo e non importa se con partner ufficiali o occasionali! Cresce infatti, in Italia, il numero delle infedeltà coniugali, soprattutto sul luogo di lavoro (nel 60% dei casi) e in orari tra le 14 e le 15. Con la scusa di mangiare un boccone, il 55% dei mariti e il 45% delle mogli hanno tradito il proprio partner. A fotografare l’infedeltà delle coppie italiane è l’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami). La ricerca è stata condotta su circa mille italiani, uomini e donne, di età compresa fra i 20 e i 60 anni. E così c’è chi nella pausa pranzo consuma un panino, e chi invece consuma un tradimento. Nel 70% dei casi si tratta di “scappatelle”, mentre nel restante 30% di relazioni sentimentali stabili. Si è elevata di molto l’età del traditore, con una media attuale, tra uomini e donne, di 44 anni. I più inclini in assoluto a tradire il coniuge sono però i maschi cinquantenni, catturati dalla sindrome di Peter Pan. Aumenta inoltre la percentuale dei cosiddetti “traditori seriali”, coloro che scelgono di dare libero sfogo ai propri istinti attraverso i social network, in particolare Facebook. Sta spo-
polando anche in Italia il sito per traditori, www. gleeden.com che attualmente, soltanto nel nostro Paese, conta più di novanta mila iscritti e le uniche regole da rispettare: essere sposati e desiderare un’esperienza extraconiugale. Lo studio svela anche i luoghi dove i traditori si “nutrirebbero” di sesso: si va dalla classica scrivania dell’ufficio al più pratico ed economico sedile reclinabile dell’automobile, passando dalla fredda e anonima camera di un motel e dal più scomodo e squallido bagno del ristorante. Forse per comodità e praticità i tradimenti avvengono soprattutto tra
colleghi di lavoro, ma sono presenti nella lista anche sconosciuti o amici. Quasi nulli invece i pentimenti: tradire in pausa pranzo non richiede infatti di motivare l’assenza e non ruba tempo alla famiglia, permettendo così di evitare i sensi di colpa per aver trascurato i figli. Poi, cosa non da sottovalutare, per le patite della linea questo può essere un modo estremamente piacevole per mettersi a dieta e consumare calorie. Tra i difetti? Prima o poi l’appetito si farà sentire così come per i continui ritardi sul posto di lavoro. Nel 50% dei casi l’infedeltà viene scoperta curiosando sul cellulare del coniuge, nel 20% entrando furtivamente nella posta elettronica di quest’ultimo, nel 20% attraverso congegni che registrano le telefonate o spiano il coniuge (telecamere nascoste o cimici), nel restante 10% mediante lettere anonime, investigazioni e confessioni del traditore. Esiste un fiorente commercio illegale di dispositivi elettronici e software per poter risalire alla password della posta elettronica del coniuge presunto traditore. Forse non vale più quel detto «sfortunato in gioco, fortunato in amore» probabilmente la fortuna in amore deriva proprio da quanto si è bravi a giocare…a nascondino! Stefania Patanè
Dicembre 2010
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I regali di Natale arrivano dal web
“Natale in crisi: ma gli italiani non
Il Natale è alle porte e la scelta del regalo più giusto, per qualcuno, può rappresentare un problema. Negli anni passati potevamo contare su una vastità di idee e oggetti, perché non tutti avevano tutto, e questo ci dava un enorme vantaggio. Potevamo così sfruttare il Natale per fare dei regali utili, sicuramente molto apprezzati e anche poco costosi. Oggi, sempre più spesso, il regalo non è scelto in base alla persona che lo riceve, ma è standardizzato, dozzinale e per lo più futile. Usando un po’ di ingegno si riescono a trovare pensieri utili, sfiziosi e che soprattutto non costino una fortuna. Basta solo seguire qualche consiglio per riuscire a trovare il giusto regalo, districandosi tra la giungla di idee e novità che si vedono in giro. Nei banchi dei mercatini spesso si possono trovare idee molto originali a prezzo contenuto; negli outlet è possibile scovare prodotti di marca con sconti molto alti (dal 30% al 70 %). Molte le alternative per scegliere un regalo natalizio, anche se, a volte, districarsi tra budget di spesa e gusti personali non è semplice. Innanzitutto ad ogni persona va preso il giusto regalo: cercate dunque di focalizzarvi sulla sua personalità, sui suoi gusti e sulle cose che preferisce. Alcune idee? Tra i regali di Natale classici per i più freddolosi, si può scegliere tra sciarpe, cappelli e guanti tutti coordinati, ciabattone dalle forme più simpatiche, calzini da casa antiscivolo o plaid con allegre decorazioni. Per gli appassionati, oggetti da collezione (bambole, set di monete o francobolli, pezzi d’antiquariato, stampe antiche e quadri). Per le amiche calze decorate alla moda, bigiotteria, candele fatte a mano, portachiavi o peluches. Per chi ama la natura, bussole, torce professionali, kit di sopravvivenza, set pic-nic, ricetrasmittenti, cestini per raccogliere funghi, manuali o libri sulla natura. Per chi ama lo sport scarpe, accessori, contapassi, attrezza-
ture sporto per la piscina, libri sport. Infine i regali montabili”: profumi, cacheria intima, borse, ecc. o utili: libri, beaccessori par-
t i
rinunciano ai regali” v e , abbonamenpalestra o sui vari
ci sono “intracd, cravatte, micie, bianportafogli, quelli regali più auty case, ticolari per la
cucina e borse da viaggio. Le giornate frenetiche, spesso, non ci lasciano il tempo per andare per negozi e sbizzarrirsi nella scelta del regalo. Internet può, in questi casi, essere un ottimo alleato, azzerando le distanze e aumentando anche la possibilità di scelta. Non c’è crisi economica o finanziaria che tenga: agli italiani piace ancora molto comprare i regali di Natale. Lo afferma una recente ricerca condotta da “Research International” su un campione di oltre 1500 intervistati: l’87% degli italiani ha dichiarato di amare fare regali. In media, per questo Natale in Italia ciascuno spenderà circa 500 euro per fare i regali (gli uomini 560 euro), dedicando 10 intere giornate per la ricerca al regalo giusto. E per questo Natale molti saranno anche gli acquisti on-line, perché comprare in internet è diventato comodo, veloce e, soprattutto, sicuro. Secondo i risultati di una indagine, saranno oltre 80 mila gli italiani che quest’anno utilizzeranno il web per i loro acquisti. Acquistando on-line si risparmia non solo denaro, ma anche tempo. Pare che la stagione natalizia andrà peggio dell’anno scorso per i negozi tradizionali, mentre il commercio e le vendite on-line avranno un ruolo da protagonista. Nonostante questa nuova tendenza, sono sempre ancora pochi gli italiani che scelgono internet per i propri acquisti, considerando che le statistiche dicono che il 50% delle famiglie non ha il computer, che un italiano su due non si è mai collegato a internet e che finora su 20 milioni di italiani che si connettono regolarmente, solo 4-5 hanno effettuato spese on-line. Forse andare in giro per negozi e scervellarsi nella scelta dei regali giusti, magari riducendosi all’ultimo momento, anche per quest’anno sarà un must. Veronica Mammino
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Invecchiare bene per vivere meglio
Nella società moderna l’aumento della popolazione anziana rappresenta ormai un fenomeno importante e sempre più in crescita. Il numero di anziani in Italia di età compresa fra i 65 e 74 anni è 8 volte maggiore rispetto l’inizio del secolo scorso, mentre gli anziani con età superiore a 85 anni sono aumentati di oltre 24 volte. Gli anziani oggi sono sempre più numerosi e raggiungono la vecchiaia in migliori condizioni di salute, merito del progresso delle conoscenze scientifiche e delle condizioni socioeconomiche. Perchè si invecchia? Per invecchiamento si intende un processo che riguarda tutti gli organismi viventi e che comporta modificazioni biologiche. Nell’uomo si assiste a modificazioni del corpo e delle sue funzioni, seguite da un processo di adattamento psicofisico già dopo i 30 anni. Il fenomeno è graduale e progressivo, anche se variabile per ogni individuo. Questo dipende dalle esperienze che il soggetto attraversa nel corso della sua vita, dal suo stile relazionale e soprattutto dalla sua capacità di mantenere un atteggiamento curioso e aperto al mondo esterno. Quando inizia la vecchiaia? Quando l’individuo raggiunge l’età adulta, inizia contemporaneamente un processo di invecchiamento che si distingue a seconda delle età: l’età di mezzo o presenile, 45-65 anni, in cui si presentano eventi biologici caratteristici come la menopausa per la donna e l’andropausa per l’uomo, importanti per le modificazioni bioumorali (aumento dei grassi nel sangue, della glicemia, predisposizione all’ipertensione arteriosa). La senescenza graduale, 65-75 anni. La senescenza conclamata, 75-90 anni: in passato individui di età superiore ai 65 anni mostravano riduzione dell’ efficienza psicofisica, mentre ai giorni nostri si assiste invece alla comparsa di ultrasessantacinquenni efficienti. In questo periodo le malattie che insorgono tendono a
cronicizzarsi ed a determinare interventi assistenziali sociali e riabilitativi, assistenza domiciliare. Naturalmente tutto ciò è da intendersi come invecchiamento fisico e funzionale. Ma il primo vero segnale dell’inizio dell’invecchiamento é quando si inizia a perdere il contatto con la realtà e con la relazione con gli altri. L’invecchiamento è un processo psico-fisico che riguarda comunque ogni singolo soggetto, e proprio per questo è da considerarsi un evento soggettivo, non solo in base all’evoluzione cronologica del soggetto, ma anche e soprattutto quando la persona inizia a perdere il contatto con la quotidianità degli stimoli e dei ritmi di vita, con le emozioni e con gli affetti. La modalità di invecchiamento non può prescindere dalla personalità e dalle esperienze di vita, per cui la vecchiaia rappresenta la sintesi del significato dell’esistenza. La psicologia dell’invecchiamento si occupa dell’anziano nella sua globalità, senza prescindere dall’importanza della componente affettiva che determina la modalità di risposta dell’individuo agli eventi della vita. Diversi studi confermano che non è la senescenza la condizione patologica, piuttosto sono gli eventi morbosi a creare le condizioni del rapido declino psicofisico. Attualmente si è dimostrato che l’anziano è più lento e riflessivo, ma non meno efficiente. Infatti, basta pensare alla biografia di personaggi illustri che mostra individui con conservata funzionalità cerebrale anche nella senescenza. Anzi molte opere di scrittori, filosofi, artisti, compiute alla fine dell’esistenza, rappresentano il coronamento di tutti i lavori precedenti. E’ nella vecchiaia che si può raggiungere la saggezza. Pertanto è importante che l’ambiente esterno (la società, ma soprattutto il gruppo familiare) possa stimolare l’interesse, dare spazio di espressione, non negare le possibili potenzia-
lità dell’anziano. La motivazione, la curiosità, la progettualità, il dimostrare di “saper fare” in tutte le età – ma soprattutto per l’anziano - sono la spinta propulsiva fondamentale del comportamento, insostituibile strumento di apprendimento. Persino l’utilizzo del computer, strumento estraneo alla cultura dell’anziano, può essere appreso qualora egli sia motivato a farlo. Recenti ricerche hanno evidenziato la possibilità di sviluppare situazioni creative proprio nella vecchiaia. Studi condotti con modalità diverse hanno dato risultati diversi rispetto al passato: l’anziano può mantenere la sua efficienza psichica globale se sfrutta le risorse residue, ad esempio mediante l’allenamento mentale, se motivato.
Molto stimolante è il rapporto nonno-nipote. Il nonno è un interlocutore che interagisce raccontando eventi del passato modificati per facilitarne la comprensione, rendendoli più piacevoli con un pizzico di invenzione. Ciò diventa strumento per stimolare la funzione creativa. L’interazione nonno-nipote diventa un elemento utile ad entrambi. Per invecchiare bene è necessario essere lungimiranti e provvedere ad una buona prevenzione per proteggere e mantenere le risorse psicofisiche, riducendo le necessità di trattamento (prevenzione medica) e di riabilitazione. Diversi studi hanno evidenziato un abuso farmacologico nell’anziano ed in particolare di psicofarmaci. Questo perché spesso la depressione si presenta come una reazione psi-
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cologica e comportamentale ad una condizione esistenziale caratterizzata da solitudine e “vuoto” affettivo e relazionale, per cui ci si sente senza scopo e senza via di uscita. Ma a livello terapeutico possono essere proposte delle tecniche di aiuto per riportare l’anziano ad una realtà che può ancora arricchire. L’intervento psicologico può rappresentare un valido aiuto per l’anziano nel riconoscere e svelare le potenzialità creative. Nell’età senile la funzione della creatività si può anche manifestare nelle piccole azioni quotidiane, attraverso la cucina, il cucito, la lettura, i lavori manuali e di giardinaggio, la pittura, ma anche il ballo e - perché no? - il gioco delle carte. Questo può essere più efficace se attuato in condizioni di aggregazione o all’interno della coppia o del gruppo, oltre che individuale. Qualora vengano evidenziate le capacità creative ancora presenti nell’anziano, e la possibilità di esprimerle, la sua qualità della vita migliorerà radicamente. Dr.Laura Monteleone Psicologa-Psicoterapeuta Consulente Serv.Ass.Dom.Anziani –Comune Pedara www.monteleonedrlaura.it
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Un’alternativa concreta alla mancanza di lavoro: l’ente di formazione professionale D.N.A. I corsi della nuovissima sede di Mascalucia nel dettaglio
Mancanza di lavoro? Certo, ma c’è una via di fuga dal labirinto della disoccupazione. La società D.N.A s.a.s., ente di formazione professionale, accreditato presso l’assessorato regionale della Pubblica Istruzione e della Formazione Professionale e certificato Iso 9001/2000, dall’ottobre del 2007 si occupa di corsi di formazione nei settori: socio-assistenziale (Osa., animatore di comunità, addetto alle comunità infantili, aggiornamenti Osa, primo soccorso, Bls ); turistico (animatore turistico, subacquea) e nel settore sicurezza, ossia tutti i corsi riguardanti il D. Lgs. 81/’08, tra cui quello per il rilascio dell’attestato di frequenza per “Addetto alle misure antincendio”. Alla sede di Misterbianco (presso la scuola Don Milani), si è ora aggiunta - sempre accreditata a livello regionale - la nuova e modernissima sede di Mascalucia, in via Roma 287 interno 6, immersa nel verde con aule dotate di ognoi confort, inaugurata lo scorso 14 novembre. Il direttore dei corsi e responsabile del sistema di qualità Rudy Messina - coadiuvato da Lisa Trovato, legale rappresentante, e dalla tutor Domenica Scuderi - ci spiega nel dettaglio alcune offerte formative dell’ente: «Il corso Osa (Operatore socio assistenziale) forma figure professionali in grado di collaborare con le equipe di strutture private in cui si svolgono attività di prevenzione, sostegno, cura e integrazione di
bambini, anziani, tossicodipendenti, extracomunitari e disabili. La durata del corso è di 900 ore (360 teoria/540 tirocinio presso case di cura, case di riposo, comunità alloggio, ecc.). Alla fine del corso, si svolge un esame con un ispettore assegnato dalla Regione Sicilia, il cui superamento comporta il conseguimento della qualifica europea di operatore socio assistenziale».
Quanto al corso di “animatore di comunità”, della durata di 450 ore, divise tra teoria e tirocinio presso case di riposo, scuole materne e simili - continua il responsabile dei corsi - questo, spiega Rudy Messina, «mira a formare operatori che promuovono e tutelano i processi di attivazione del potenziale ludico, culturale, espressivo e relazionale sia dell’individuo che del gruppo. È una figura che si inserisce in vari ambiti, come i centri sociali, i centri gioco, i centri per gli anziani e i centri terapeutici di assistenza (Cta). A Catania, ben 16 Cta richiedono al nostro ente personale, e questa è la ragione per cui si sta puntando molto su questi corsi. Tra gli altri, teniamo inoltre corsi di animatori di residenze per anziani (durata 900 ore: 360 teoria/540 tiroci-
nio) finalizzati alla promozione dei processi di inserimento e partecipazione degli utenti anziani, residenti in strutture residenziali e semi-residenziali». «Il nostro ente offre inoltre corsi di lingua straniera - spiega Lisa Trovato - e corsi che stimolano l’aspetto creativo tra cui quelli di decoupage e pittura o attività ludiche per bambini. Inoltre attiveremo a gennaio i corsi di Operatore socio sanitario (Oss)». E, a dimostrazione della valenza di questi corsi di formazione dell’ente DNA, parlano le cifre: «Abbiamo iniziato le attività formative nell’anno 2008 - spiega Rudy Messina - sei, finora, i corsi svolti solo per la qualifica regionale di “operatore socio assistenziale”, con ottimi risultati. In quest’ambito, su un totale di 86 allievi iscritti, di cui 32 allievi disoccupati, siamo riusciti a far inserire, presso strutture convenzionate con il nostro ente, ben 21 corsisti, che hanno trovato occupazione in comunità alloggio, case di riposo o cooperative di assistenza domiciliare. Fino a qualche settimana fa, una nostra corsista è stata assunta in una struttura di Mascalucia dopo aver frequentato il corso Osa». Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla segreteria didattica 095/7274646 - 340/0001899 347/4531353 - 800 912492 o consultare il sito internet www.dnaformazionecatania.it Il lavoro non può attendere! Tiziana Campo
Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano”, parola d’ordine SOCIALIZZAZIONE
Nel 1954, insieme a un gruppo di dame, la nobile Antonietta Lazzaro in Labisi, fondò il centro assistenziale “Lucia Mangano”, iniizando così un percorso assistenziale, di sostegno morale, psicologico e materiale della gente dei quartieri più poveri e abbandonati di Catania e provincia. Un percorso che, in virtù dell’incontro con la serva di Dio Lucia Mangano, l’avrebbe accompagnata per tutta la vita e che portò alla creazione - nel 1959 - del primo centro medico psicopedagogico “Lucia Mangano” per quelli che un tempo venivano definiti “minorati” dal latino “minor, ossia per i diversamente abili, solitamente abbandonati o relegati ai confini della società. Uno schiaffo morale all’indifferenza dell’allora mondo politico; fiore
all’occhiello di tutta la Sicilia. Dalla prestigiosa Villa Caflish, nel cuore della città, il “Lucia Mangano” nel 1964 fu trasferito a Sant’Agata Li Battiati, nell’attuale e modernissima sede di 6 mila mq coperti. «Con un’equipe in costante aggiornamento, composta da oltre 200 dipendenti tra medici, psicologi, assistenti sociali, educatori specializzati e amministrativi– spiega l’avvocato Corrado Labisi, figlio della fondatrice - il “Lucia Mangano” è un centro polivalente dove si curano ragazzi in internato, cioè privi di una famiglia normo strutturata; ragazzi in semiconvitto; e ragazzi che hanno bisogno di fisiokinesi terapia, logopedia o psicomotricità presso il nostro reparto ambulatoriale. Siamo inoltre gli unici a curare i
lattantini». La parola d’ordine del “Lucia Mangano” è socializzazione: «Abbiamo, ad esempio, creato una compagnia stabile con 52 elementi, con patologia diverse - spiega Labisi - che hanno calcato i palcoscenici più importanti in Italia e all’estero. Fondamentale è, infatti, intrecciare contatti continui tra esterno e interno. Perchè “socializzazione? Per divulgare l’importante messaggio che tutti siamo dei disabili in qualcosa, vedendo così la diversità nella giusta ottica, perché, come asseriva mia mamma, nella diversità esiste l’uguaglianza» Tiziana Campo
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Dicembre 2010
«Inserire la mia impronta nella lunga evoluzione dell’arte del carretto siciliano» Progetti e lavori del maestro Damiano Rotella
Le tradizioni di una terra sono la sua essenza. Tra queste rientrano, a pieno titolo, gli antichi mestieri, ormai quasi in via d’estinzione, quasi snobbati, ma che, in alcuni casi, hanno fatto la storia e i fasti della nostra terra. Uno di questi è il decoratore di carretti siciliani, più che un lavoro, una vocazione. Così è per Damiano Rotella, un giovanissimo artista catanese, decoratore di carretti da oltre un quinquennio, che nella sua nuova bottega a Giarre - in una via centralissima, che interseca il corso principale - pulita, luminosa, che odora di colori e vernici, sbizzarrisce la sua fantasia e il suo talento artistico, dando vita ai carretti e trasformandoli dallo stato grezzo in prestigiose opere “vestite” di mille colori, animate di scene mitologiche. Seppur giovane, Damiano ha le idee ben chiare: «Ho in mente, da qualche tempo, l’idea di diffondere la cultura del carretto, dato che trovare informazioni sull’argomento è piuttosto difficile. Se un tempo l’arte del carretto era cultura popolare, al giorno d’oggi la maggioranza ignora totalmente la storia, i valori, i temi che stanno dietro a questo fiero oggetto. Negli ultimi
decenni la coscienza delle tradizioni artistiche siciliane - continua l’artista catanese - ha subìto un brusco declino, smorzandosi visibilmente di generazione in generazione. Eppure proprio i bambini, generazione fresca e totalmente ignara, sono quelli che più si lasciano affascinare dal carretto, più per istinto che per ragione, probabilmente attratti dai suoi colori vivaci e appassionati. Proprio ai bambini sarebbe opportuno rivolgersi. Qualche piccola reazione da parte di scuole e istituzioni - continua - l’ho ricevuta: ad esempio, mi è stato chiesto dal comune di Giarre di organizzare un laboratorio di pittura siciliana per bambini, in piazza. Una volta, ho tenuto in una scuola elementare una lezione sul carretto. Sarebbe un bel traguardo inserire il tema
dell’arte tradizionale nella cultura basilare». Altri progetti a cui stai lavorando? «Questo è stato il periodo dell’avvento dei carretti palermitani: ne ho già decorati tre in stile catanese, e ce ne sarebbe un quarto all’orizzonte. A livello di iniziative private, mi sto proponendo di dare il mio contributo alla divulgazione del carretto tramite internet: voglio creare dei video illustrativi, in ciascuno dei quali espongo qualcosa del carretto: nomi tecnici, struttura e articolazione, soggetti e temi. Per adesso sono ancora al primo video, nel quale ho raccolto tutti i personaggi femminili da me dipinti sui carretti e a ciascuna ho associato un breve riassunto in cui spiego a quale opera appartiene e di cosa tratta. Ho anche partecipato a molte manifestazioni, su richiesta di Comuni o istituzioni. Di recente a Taormina, grazie alla collaborazione e alla serietà dell’organizzatore, mi sono esibito nella pittura di un carretto nella cosiddetta “via degli artisti”. Da padre orgoglioso mi sono emozionato nel vedere un mio “figliuolo” in una via dal nome tanto ro-
mantico, a posare davanti a tante persone. Tra l’altro, se trovare in una manifestazione un pittore di carretti che dipinge una sponda è relativamente raro, trovarlo al lavoro su un carretto intero è davvero una cosa quasi unica». Ti definiresti un decoratore innovativo? «Il rispetto delle tradizioni è un punto imprescindibile della pittura del carretto, in alcuni casi è necessario intervenire: la maggior parte degli antichi pittori di carretti, infatti, non conoscevano a fondo le storie che dipingevano, si limitavano a copiare gli spolveri che si passavano di generazione in generazione. E così gli errori e gli anacronismi capitavano frequentemente. Negli ultimi carretti, grazie alla fiducia datami dai committenti, ho potuto ridisegnare alcune scene e alcuni personaggi, eliminando gli errori palesi: ad esempio, capita di trovare qualche chiave con protagonista Bradamante, personaggio raffigurato come un massiccio paladino. Ma Bradamante è una donna. È l’unica guerriera donna nelle file cristiane, innamorata di Ruggero, il quale milita nelle file nemiche. Oppure, in tutte le raffigurazioni antiche la principessa Angelica viene raffigurata bionda con gli occhi azzurri. Ma Angelica è la principessa del Catai, dovrebbe avere un aspetto orientale. Così nell’ultimo carretto a cui ho lavorato l’ho ridisegnata, mora e con vesti ispirate alle danzatrici orientali. Questa è la parte del mio lavoro che più mi gratifica: sapere di aver inserito la mia impronta, di aver contribuito, con il mio intervento, alla lunga evoluzione dell’arte del carretto siciliano». Tiziana Campo
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Dicembre 2010
Il rapporto umano tra cliente e commerciante nei piccoli negozi
Aperti tutti i giorni, dalla mattina a sera inoltrata; gabbie di cemento che in alcuni casi vorrebbero ricalcare i viali all’aperto di una città; atmosfera ovattata, musica di sottofondo e una miriade di negozi e articoli di ogni genere, per tutti gli sfizi, in nome del consumismo più esasperato. Sono i centri commerciali, che spuntano come funghi, specie in una città come la nostra, dove negli ultimi sette anni sono stati costruiti o autorizzati insediamenti pari a circa 300 metri quadrati ogni mille abitanti, la concentrazione più ampia sul piano nazionale. Ma cosa ne è dei piccoli negozi? Molti, troppi sono costretti a chiudere. Frutto
della microimprenditorialità dei piccoli esercenti e del loro coraggio, le piccole attività commerciali vengono sempre più fagogitate nel vortice della grande distribuzione organizzata, lasciando una scia di saracinesche abbassate e di impegno infranto. Rivalutare i piccoli e medi negozi significa recuperare un rapporto umano e di fiducia tra cliente e commerciante, ritrovare un’atmosfera familiare in cui l’incaricato può rivolgere più attenzione al consumatore. Piccolo negozio è sinonimo di qualità, come il negozio biologico “Bio...logicamente” di Fabio Prestifilippo, in via Nizzeti 58 a Catania., dove
è possibile trovare una vastissima scelta di prodotti selezionati, dagli alimenti ai prodotti per l’igiene personale, scelti con cura dallo stesso titolare per garantire selezionati genuini e cibi sani. Un reparto di ortofrutta di prima scelta garantisce “frutti” della natura dal sapore prelibato senza pesticidi e concimi. Nel negozio “Bio...logicamente” così come nei piccoli negozi il cliente è considerato una persona da coccolare, consigliare e seguire negli acquisti, senza che venga trattato come una goccia nel mare del marketing.
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