AZIENDA OSPEDALIERA PER L’EMERGENZA
Via Messina, 829 - Catania Tel. 095 726 39 00 unispinale@aocannizzaro.it
introduzione
Una svolta per la Sicilia, un traguardo per i mielolesi
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’Azienda Ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro, in linea con gli indirizzi di politica sanitaria della Regione Siciliana sanciti con la riforma (L.R. 5/2009), mira alla gestione delle patologie ad alta complessità attraverso un approccio multidisciplinare e la definizione ed applicazione di modelli e linee-guida per il miglioramento dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali, con l’obiettivo di conseguire un incremento dell’integrazione di risorse e una riduzione della mobilità passiva. Con l’apertura dell’Unità Spinale Unipolare dell’Azienda Cannizzaro, la Sicilia non soltanto colma un grave divario rispetto alle realtà del Nord Italia, ma si pone all’avanguardia nell’intero Mezzogiorno. Per la sanità siciliana è una svolta. Ed è un traguardo di estrema rilevanza soprattutto per le persone mielolese, non più costrette ad affrontare lunghi viaggi ed estenuanti permanenze lontano da casa per potere ricevere le terapie appropriate. Fino ad oggi, infatti, un siciliano che avesse subìto una patologia così grave e invalidante come la lesione al midollo spinale, con esito di para o tetraplegia, prima di affrontare la nuova vita che la malattia comporta, doveva superare anche le difficoltà dovute al trasferimento e al ricovero in strutture specializzate del Nord Italia. Con un impatto fortemente negativo sia per i familiari, chiamati a seguire e accompagnare il proprio congiunto per tutto il tempo che le cure lo richiedessero, sia per il sistema sanitario regionale, i cui onerosi rimborsi alleviano i sacrifici della famiglia almeno dal punto di vista economico. Quella di andare in Lombardia o in Liguria, in Emilia-Romagna o in Toscana, anche per controlli di routine, non è stata una scelta, ma una necessità dettata dall’assenza nella propria regione di un centro dedicato all’assistenza ai mielolesi. A loro finalmente anche la Sicilia mette a disposizione una struttura specializzata, dove un’équipe multi-professionale lavora per garantire un intervento unitario. In linea con gli standard fissati nelle linee guida ministeriali, dotata dei più moderni presìdi e tecnologie, l’USU del Cannizzaro offre assistenza specifica e tempestiva nella fase immediatamente successiva alla lesione, e si pone come punto di riferimento per le persone mielolese nel loro percorso riabilitativo e nel reinserimento sociale e familiare. Sono passati meno di tre anni da quando, nell’ottobre 2008, fu posata la prima pietra. Oggi, quella che sembrava una méta lontana è diventata una realtà d’eccellenza della sanità siciliana, impegnata a proseguire il cammino di riqualificazione intrapreso che ora sta dando i risultati attesi.
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Dott. Francesco Poli Direttore Generale AO Cannizzaro
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introduzione
Cura globale del paziente “ponte” verso una nuova vita
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’Unità Spinale Unipolare (USU) è una struttura dedicata specificatamente all’assistenza alle persone mielolese, che hanno cioè subito una lesione al midollo spinale, di natura traumatica oppure collegata a svariate patologie. Grazie alla sua organizzazione professionale multidisciplinare, l’Usu consente di affrontare e soddisfare i bisogni clinici, terapeutico-riabilitativi e psicologico-sociali dei pazienti mielolesi: l’intervento sanitario comincia dal momento lesivo, attraverso la prevenzione delle complicanze, prosegue fino al raggiungimento del pieno recupero delle funzioni residue e al massimo livello possibile di autonomia, e continua con specifici follow-up anche dopo il reinserimento della persona nel suo contesto familiare e sociale. Con l’istituzione di una Unità Spinale Unipolare, l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro è in grado raggiungere gli obiettivi della cura globale del paziente affetto da lesione midollare, dalla fase dell’emergenza e per tutta la vita del paziente, in quanto inserita in una Azienda Ospedaliera sede di DEA di III livello che dispone di tutte le strutture organizzative e professionali di elevata specializzazione, verificate e perfezionate negli anni, in grado di affrontare le svariate patologie urgenti che caratterizzano il percorso del medulloleso. Il trattamento in Unità Spinale parte dall’assunto secondo cui solo una riabilitazione globale e un intervento in équipe multidisciplinare può dare risposte adeguate al paziente con lesione midollare, considerandolo non solo un “ammalato” bensì una persona che deve riorganizzare la propria vita attraverso percorsi riabilitativi finalizzati alla definizione di un nuovo progetto di vita. In questo senso, oltre a erogare prestazioni sanitarie, l’USU collabora con famiglie, agenzie educative e realtà associative. L’obiettivo dell’intervento riabilitativo post-acuzie è il raggiungimento, da parte della persona mielolesa, della massima autonomia compatibile con il livello di lesione. Il riadattamento all’esterno deve essere graduale e attentamente monitorato, assistito e preparato dai professionisti dell’Unità Spinale. Il percorso riabilitativo porta la persona mielolesa prima fuori dal letto, dalla camera di degenza e dall’appartamento pre-dimissioni, poi fuori della Unità Spinale stessa, per vivere in maniera nuova gli spazi esterni e la quotidianità: è il cosiddetto life-bridge, il “ponte verso la vita”.
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Dott. Antonio Lazzara Direttore Sanitario AO Cannizzaro
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L’Unità Spinale Unipolare dell’Azienda “Cannizzaro” Un primato della Sicilia
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Unità Spinale Unipolare dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania è la prima ad essere istituita nel Sud Italia. Sul territorio nazionale, da Roma in giù, non esiste
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infatti una struttura progettata e attrezzata per la cura e la riabilitazione di soggetti con trauma vertebro-midollare. Fino ad ora, quindi, i pazienti medullolesi sono stati costretti a seguire il trattamento terapeutico specifico presso strutture del Centro-Nord Italia o all’estero, con altissimi costi sociali a carico delle famiglie ed economici a
USU e mobilità passiva della Sicilia
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el 2009 (ultimo dato disponibile), la Regione ha rimborsato le cure di 98 pazienti fuori dalla Sicilia: 45 in Emilia-Romagna, 28 in Lombardia, 6 in Toscana. Nel 2008, erano stati 124 i casi di ricorso a cure in USU del Nord Italia: 46 in Emilia Romagna, 34 in Lombardia, 11 in Toscana.
la possibilità di proseguire il percorso terapeutico-riabilitativo adeguato né presso la stessa Azienda Cannizzaro né in strutture vicine. Statisticamente, secondo i dati sulla mobilità, ogni anno oltre cento siciliani si spostano per essere sottoposti a cure presso Unità Spinali fuori dall’Isola, rimborsate dalla Regione.
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carico del sistema sanitario. L’USU del Cannizzaro potrà quindi soddisfare la domanda assistenziale dell’intero bacino dell’Italia meridionale. Presso l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro vengono mediamente accettati 80 pazienti l’anno con trauma vertebro midollare; di questi, almeno l’80% con esito in tetra-paraplegia non ha
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La lesione midollare
Para e tetraplegia
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a lesione midollare è caratterizzata dall’interruzione parziale o totale della connessione funzionale tra i centri superiori del sistema nervoso centrale ed i nervi periferici. Il midollo spinale consente infatti la trasmissione dei messaggi sensoriali e di quelli che interessano il movimento dei muscoli, pertanto in presenza di un trauma spinale il flusso di informazioni si interrompe bruscamente, a partire dal punto in cui si verifica la lesione. Sebbene l’origine possa essere di natura neoplastica, degenerativa o infiammatoria, la lesione spinale è quasi sempre dovuta a un trauma. Tra le cause più frequenti di lesione spinale di origine traumatica, gli incidenti stradali, gli incidenti sportivi, gli infortuni sul lavoro e le ferite da arma da fuoco.
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e avviene nella regione cervicale del midollo spinale (all’altezza del collo), la lesione midollare provoca l’assenza o la limitazione di sensibilità e di movimento ai quattro arti (tetraplegia). Le lesioni che invece interessano l’area toracica, nella maggior parte dei casi, non inficiano la funzionalità degli arti superiori (paraplegia).
In Italia le persone con esiti di lesione al midollo spinale sono circa 70mila, cui ogni anno si aggiungono 1.500-2.000 nuovi casi (quattro/cinque al giorno). La maggior parte degli episodi, inoltre, interessa giovani e giovanissimi: nell’86% dei casi la lesione midollare colpisce persone tra i 10 ed i 40 anni.
Le cause maggiori della lesione midollare traumatica Incidenti Stradali Incidenti Sportivi Malattie Infortuni sul lavoro Ferite d’arma da fuoco
50%
Incidenti Stradali
20% 15% Incidenti Sportivi
10% 5%
Malattie
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Infortuni sul Lavoro Arma da Fuoco
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colpire l’uomo. L’altissima mortalità nella fase acuta, fino a 40 anni fa una costante, si è notevolmente ridotta negli ultimi anni, grazie al miglioramento delle cure ospedaliere e all’istituzione delle Unità Spinali. STANDING Lo standing è un sistema di verticalizzazione (o stabilizzatore di statica) grazie al quale il paziente riesce a mantenersi in posizione eretta. È dotato di una base di appoggio che permette agevole accesso con la carrozzina, di un sostegno per le ginocchia regolabile in altezza, di maniglie d’appoggio che consentono al paziente di alzarsi autonomamente, di una fascia per il bacino in grado di sostenere il paziente ed evitarne la caduta all’indietro, di un tavolo sul quale appoggiare oggetti o compiere altre attività in posizione eretta.
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A causa delle gravi disabilità che ne conseguono e della drastica repentinità che generalmente caratterizza l’esordio della disabilità, la lesione midollare rappresenta una patologia tra le più drammatiche che possano
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L’Organizzazione dell’USU
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ome definito nell’Atto di Intesa tra Stato e Regioni di approvazione delle Linee Guida sul sistema di emergenza sanitaria, l’USU ha lo scopo di permettere alle persone con lesione al midollo spinale di raggiungere il miglior stato di salute, il più alto livello di capacità funzionali compatibili con la lesione ed una condizione psico-fisica nel complesso in grado di consentire un non traumatico reinserimento nella vita della comunità.
L’Unità Spinale è definita “unipolare” poiché è una struttura operativa autonoma, che comunque utilizza risorse professionali e strumentali presenti nella sede ospedaliera in cui si trova. Sotto il profilo organizzativo, l’USU è collocata all’interno di ospedali sedi di Dipartimenti d’Emergenza-urgenza e Accettazione e deve avvalersi in forma organizzata, oltre che delle specialità già previste nel DEA, di una serie definita di attività specialistiche: urologia ed urodinamica, chirurgia plastica, medicina fisica e riabilitativa, psicologia clinica, ginecologia, andrologia, nutrizione clinica, neurofisiopatologia, pneumologia e diagnostica per immagini.
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SALA MEETING L’USU è dotata di una sala meeting e conferenze, con una capacità di 40 posti, destinata ad ospitare incontri, convegni, attività formative etc.
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USU del Cannizzaro comprende venti posti letto, di cui quattro in intensiva. La degenza prevede un percorso assistenziale e riabilitativo a carattere multidisciplinare ed interpro-
fessionale, volto all’acquisizione della massima autonomia possibile, nell’ottica di un progetto “di vita” che ottimizzi il reinserimento delle persone para e tetraplegiche. La realizzazione dell’edificio, frutto di una collaborazione fra operatori sanitari, tecnici progettisti e utenti, ha voluto innanzitutto garantire la completa accessibilità alla struttura. DALLA CARROZZINA AL LETTINO Un paziente viene addestrato a un passaggio autonomo dalla carrozzina al lettino e viceversa: mentre qualcuno si serve di ausili quali le tavolette, altri (come il paziente nella foto) ne fanno a meno.
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Una struttura a misura di paziente
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L’edificio è infatti caratterizzato da una netta divisione delle varie zone in relazione alle funzioni svolte e, nella dislocazione come nell’allestimento degli spazi, vuole riproporre il contesto abitativo, nel rispetto della necessaria intimità di ogni individuo, contenendo il più possibile l’impatto con l’esperienza dell’ospedalizzazione.
La struttura si sviluppa su quattro livelli, ciascuno con funzioni diverse:
Livello interrato: spogliatoi del personale, officina ortopedica con deposito carrozzine, locali tecnici. Pianterreno: accettazione pazienti, ambulatori specialistici, locali destinati all’attività neuro-urologica e fisiatrica, segreteria, direzione, archivio. Al piano è allocata la palestra per la terapia occupazionale, la palestra neuromotoria sia per i ricoverati, sia per i pazienti ambulatoriali, e spazi per attività associative Al primo piano, che ospita la degenza dell’Unità Spinale, si trova un grande atrio-soggiorno concepito come luogo di incontro e socializzazione fra i pazienti e ritrovo fra questi ed i loro cari.
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Al primo piano c’è anche l’area degenza, composta da venti posti letto totali così suddivisi: quattro camere ad un posto letto, attrezzate con sistema di mo-
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SALA PRANZO L’Unità Spinale comprende ampi spazi di incontro e socializzazione, oltre a una sala pranzo e bar attrezzata.
CUCINA L’area di riabilitazione dell’USU comprende una cucina altamente accessibile per disabili, fornita di automazioni che ne permettono un facile utilizzo anche da parte di chi è in carrozzina. nitoraggio centralizzato e ventilazione assistita; due camere a due posti letto tre camere a quattro posti letto con servizi due infermerie quattro studi medici uno studio capo sala un appartamento pre-dimissioni un locale per la rieducazione respiratoria ed uno per la urologica due bagni assistiti tisaneria aree di servizio sala riunione (meeting) piccolo soggiorno per i pazienti in condizioni cliniche instabili sala riunione per il personale sanitario Al secondo livello si trova l’area destinata alla riabilitazione dei soggetti in fase post-acuta, provenienti dai vari reparti di degenza dell’ospedale. Qui si trovano:
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due camere ad un posto letto con servizi sette camere a due posti letto quattro camere a quattro posti letto con palestra per la rieducazione motoria
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bagni assistiti tisaneria con aree di servizio sala riunione piccolo soggiorno per i pazienti più gravi due infermerie un’area per la capo sala due studi medici L’ultimo piano infine è costituito da un soggiorno per il pranzo con la zona bar la piscina accessibile specifica per disabili, dotata di spogliatoi la palestra di rieducazione motoria dedicata ai pazienti degenti al reparto di Unità Spinale la palestra per la rieducazione sportiva
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Nella palestra attrezzata viene svolta la riabilitazione motoria, che precede e integra le attività ludiche e di preparazione all’attività sportiva. Esercizi di mobilizzazione e rinforzo muscolare vengono alternati alla verticalizzazione e all’addestramento all’uso della carrozzina. L’USU del Cannizzaro ha un’entrata pedonale a piano terra e una al seminterrato per l’accesso con ambulanza o mezzi di trasporto privati. L’accesso ai piani superiori è garantito da 4 monta lettighe. Fuori dall’edificio, oltre a un’ampia superficie adibita a parcheggio, si trovano anche uno spazio a verde pensato per lo svago di pazienti e familiari e un’area dedicata all’addestramento all’uso della carrozzina all’esterno e all’auto-scuola per disabili.
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PALESTRA Nella palestra di rieducazione motoria, si trovano vari ausili e attrezzature. Nella foto in alto a sinistra, le parallele per l’addestramento al cammino piÚ funzionale possibile. Nelle due foto in alto a destra e in basso a sinistra, pazienti nella palestra di sport-terapia, attrezzata con dotazioni che consentono la pratica di tennis-tavolo, pallacanestro, tiro con l’arco, easy bike e hand bike.
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L’organizzazione dell’USU
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a presa in carico del paziente avviene attraverso un’équipe multiprofessionale nella quale cooperano infermieri, fisioterapisti, terapisti occupazionali ed un team medico specializzato, così da assicurare gli interventi adeguati nelle aree medicochirurgica, assistenziale, funzionale, psico-sociale. Per ogni paziente viene elaborato un progetto riabilitativo personalizzato, nel quale vengono definiti gli obiettivi da perseguire attraverso il percorso terapeutico. Il programma riabilitativo prevede attività singole e di gruppo ed un timing settimanale.
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In questo modo, il lavoro d’équipe e il costante coordinamento degli interventi consentono di: limitare la degenza del paziente nell’area dell’emergenza esclusivamente al tempo necessario al recupero delle funzioni vitali; garantire, nei letti monitorati, assistenza adeguata alla condizione di pazienti che, superata la fase di instabilità, presentano ancora una certa criticità del quadro clinico; tutelare l’unitarietà dell’intervento riabilitativo finalizzato al recupero della massima autonomia compatibile con il livello di lesione e la situazione clinica generale; assicurare la continuità di interventi sanitari, diagnostici e
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terapeutici in regime di ricovero, Day Hospital e ambulatoriali dal momento dell’evento lesivo e successivamente in ogni momento in cui il paziente, dopo la dimissione, ne facesse richiesta (compatibilmente con le risorse disponibili); ottimizzare il percorso di reinserimento del paziente nel territorio; organizzare un’assidua attività di formazione per tutte le figure
DEGENZA Stanza di degenza: qui il paziente viene ricoverato una volta superata la fase critica, per il periodo di stabilizzazione. Il sistema di monitoraggio consente di osservare costantemente il paziente e tenerne sotto controllo i parametri vitali. professionali coinvolte nella gestione del mieloleso; gestire progetti di studio a valenza scientifica.
Le risorse umane Il personale in organico all’USU, esclusivamente dedicato:
1 Direttore Fisiatra 8 Dirigenti Medici Fisiatri 1 Dirigente Medico Neurologo 2 Dirigenti Medici Urologi 3 Dirigenti Medici Anestesisti 1 Psicologo 1 Assistente sociale 2 Coordinatori Infermieri Professionali 26 Infermieri professionali 10 OS 1 Coordinatore Fisioterapisti 10 Fisioterapisti (Motoria e Respiratoria) 6 Terapisti occupazionali 1 Assistente bagnanti 1 Manutentore piscina 2 Assistenti Amministrativi 4 Digitatori
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APPARTAMENTO PRE-DIMISSIONI Nell’appartamento pre-dimissioni il paziente sperimenta il livello di autonomia raggiunto. Generalmente, la permanenza è di due settimane. Gli spazi valorizzati nell’appartamento sono quelli di camera da letto, bagno e cucina, cioè i locali in cui generalmente la persona in carrozzina trova più difficoltà a muoversi. La camera è quindi provvista di letto elettrico elevabile, materasso antidecubito, sollevapersone a soffitto; la cucina è dotata di accorgimenti ergonomici e automatizzazioni che la rendono facilmente fruibile. Il bagno è molto ampio e dotato di servizi ad alta accessibilità, il lavandino grazie alla sua altezza e forma consente l’avvicinamento in carrozzina.
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Il percorso clinico-riabilitativo
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’USU del Cannizzaro è inserita nel Dipartimento di Neuroscienze, nella logica che caratterizza il processo terapeutico della mielolesione, e condivide percorsi di stretta collaborazione con il Dipartimento di Emergenza, per quanto attiene alle patologie traumatiche che richiedono una gestione in area di emergenza. Il percorso clinico-riabilitativo prevede innanzitutto che il paziente sia stabilizzato dal punto di vista delle condizioni vitali e successivamente stabilizzato chirurgicamente. In conformità con le
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PISCINA Nella piscina (di 9x13 metri) si possono praticare esercizi per la rieducazione respiratoria, pratica di attività in apnea, allenamenti per attività agonistica.
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linee guida e le conclusioni dell’apposita commissione ministeriale, l’USU è chiamata a: farsi carico del paziente entro le prime ore dall’insulto lesivo ed a fornirgli un’assistenza adeguata ed un trattamento completo; farsi carico del paziente con sospetta o accertata lesione midollare e che richieda una rivalutazione per accertamenti diagnostici ed interventi terapeutici successivi al primo ricovero; costituire un punto di riferimento permanente per le persone mielolese promuovendo iniziative volte al pieno inserimento sociale.
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a presa in carico da parte dell’équipe dell’USU segue un protocollo gestionale fin dall’eventuale ricovero nell’area dell’emergenza. In tal caso la persona mielolesa viene seguita dall’équipe di operatori dell’USU costituita da medico, infermiere professionale, fisioterapista, terapista occupazionale, psicologo che definisce, in accordo con i colleghi rianimatori, il programma clinico riabilitativo da realizzare fino al trasferimento nell’USU. Presupposto fondamentale affinché i pazienti siano gestibili in USU è la stabilità delle funzioni vitali. L’organico dei medici garantisce
un corretto percorso diagnostico e terapeutico ai pazienti e cura gli aspetti riabilitativi concordati con l’équipe multidisciplinare. È inoltre garantita la presenza e la pronta disponibilità di specialisti, urologi, neurologi ed anestesisti, mentre le restanti professionalità che già esistono in Azienda (Neurochirurgo, Chirurgo Plastico, Psichiatra, Chirurgo vascolare, Chirurgo generale, Endocrinologo, Ginecologo) saranno chiamate su consulenza. L’assistenza infermieristica è svolta da personale adeguatamente formato, il personale tecnico-riabilitativo è costituito da fisioterapisti (motori e respiratori) e terapisti occupazionali. È inoltre prevista la presenza di uno psicologo e di un’assistente sociale. PISCINA Il trattamento in acqua, durante la degenza, prevede esercizi di rilassamento per antagonizzare la spasticità, esercizi di rinforzo e allungamento muscolare, l’avvio al nuoto.
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Dalla fase acuta…
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Con riferimento a un paziente portatore di lesione midollare traumatica in fase acuta, degente anche in altre unità operative, vengono programmati una serie di interventi preordinati atti a garantire il ricovero precoce in USU, per contenere i danni terziari e definire il progetto riabilitativo. La fase di riattivazione, gestita all’interno dell’USU, ha come obiettivo l’acquisizione della massima autonomia possibile in relazione al livello lesionale nell’ambito locomotorio, nelle attività della vita quotidiana, nella gestione delle disfunzioni, al fine di ottimizzare il reinserimento. Questo presuppone, accanto alle cure mediche, l’attuazione di differenziati e personalizzati programmi riabilitativi, di tipo respiratorio, neuromotorio, funzionale, sportivo.
Progetti tra scuola e computer
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ra i programmi già definiti all’interno dell’USU del Cannizzaro, il progetto scuola (proseguimento degli studi per i giovani degenti in USU in collegamento con le scuole del territorio, alfabetizzazione informatica che prevede l’addestramento all’uso del PC con interfacce adeguate alla disabilità) e interventi psico-sociali integrati che utilizzano risorse professionali garantite dall’associazione (counsellor, assistente sociale, consulenti alla pari etc.) al fine di ottimizzare il reinserimento sociale nei pazienti con gravi disabilità, infine servizi di consulenza sociale per i cittadini stranieri degenti in USU.
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… al reinserimento
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l ricovero in USU è da considerarsi momento preparatorio al reinserimento della persona nel suo contesto familiare e sociale. Come risposta alla crisi esistenziale dei pazienti, l’USU cerca di ricreare fin da subito una vita di relazione sociale in continuità con quella precedente l’evento sfavorevole, prevedendo spazi per favorire la socializ-
PASSAGGIO IN AUTO Nell’Unità Spinale il paziente viene accompagnato nel graduale ritorno alle attività della vita quotidiana, che avviene anche attraverso il recupero dell’autonomia della guida e quindi prevede l’addestramento all’ingresso nell’automobile e il deposito della carrozzina.
degli ausili; organizzazione del servizio di assistenza domiciliare; organizzazione dell’eventuale proseguimento del trattamento riabilitativo; coinvolgimento del personale scolastico per inserimento e reinserimento; coinvolgimento dell’ambiente lavorativo; ricerca di organizzazioni nel territorio di residenza del paziente in grado di garantire una buona rete sociale; eventuali contatti con i centri di salute mentale. Il rientro, sia in termini di permesso provvisorio nel fine settimana sia in termini di dimissione definitiva, è preceduto da sopralluoghi inizialmente a casa e successivamente nell’ambiente scolastico e lavorativo per verificare la presenza di barriere e favorire le eventuali modifiche. Nella parte finale della riabilitazione intensiva post-acuzie, il paziente può uscire dal reparto accompagnato dal terapista o dai familiari, per svariate attività di vita quotidiana: dallo shopping alla partita allo stadio, fino alla cena in pizzeria. Nell’ultimo periodo del ricovero, inoltre, il paziente avrà a disposizione un ambiente domestico adeguato all’interno dell’USU (appartamento pre-dimissione), in cui verificare la propria capacità di gestione autonoma e prevedere l’eventuale addestramento dei familiari in caso di lesioni cervicali alte. Il ruolo dell’Unità Spinale non si esaurisce, comunque, con il rientro a casa del paziente: al momento delle dimissioni vengono infatti programmati i follow-up presso l’USU, che comunque mantiene la sua disponibilità per consulenze, controlli, proseguimento del trattamento in regime ambulatoriale e di day hospital.
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zazione. In questo senso vengono organizzati diversi programmi di attività in collaborazione con associazioni di para-tetraplegici. Durante il ricovero del paziente, l’équipe dell’USU, in collaborazione con l’assistente sociale e l’associazione, prende contatti con servizi del territorio di appartenenza del degente con diversi obiettivi: informazione e coinvolgimento del medico di base; avvio delle pratiche di invalidità e fornitura
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Ricovero in regime di Day Hospital
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follow up clinico-riabilitativi annuali e/o semestrali proseguimento rieducazione motoria, terapia occupazionale e sport-terapia post dimissione valutazione e addestramento autonomia autocateterismo AVQ (Attività di Vita Quotidiana) utilizzo tutori e/o carozzina sport e idrokinesiterapia controllo dolore e spasticità: riempimenti e telemetrie pompe al baclofene, inoculo tossina botulinica inquadramento clinico-terapeutico delle disfunzioni area sacrale: screening funzionale vescicale esami neurofisiologici counselling andrologico valutazione andrologica trattamenti specifici: gestione lesioni
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da decubito e loro complicanze vescicale valutazioni specialistiche medicazioni esami diagnostici valutazione ausili ed eventuale rinnovo, sostituzione e prescrizione gestione respiratoria nei pazienti tetraplegici visite specialistiche prove funzionalità respiratoria sostituzione cannula tracheale
Prestazioni ambulatoriali visite specialistiche prestazioni infermieristiche (prelievi ematici e microbiologici, esecuzione ECG, medicazioni, etc.) follow up disfunzione neurogena area sacrale esami urodinamici o urovideodinamici
Recapiti Numeri di telefono Accettazione 0957263900 Segreteria 0957263901 Infermeria, Day Hospital e Ambulatori 0957263902 Stanza medici USU 0957263920 Caposala degenza USU 0957263921
Internet unispinale@aocannizzaro.it www.aocannizzaro.it
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ecografie identificazione catetere vescicale ed eventuali altri ausili valutazioni neuro-fisiologiche area sacrale follow up pazienti trattati con tossina botulinica ed impiantati con neuromodulatori follow up andrologico accertamenti diagnostici test di stimolazione visita andrologica e riabilitazione pelvi-perineale ecografie ecocolordoppler follow up problematiche respiratorie valutazioni respiratorie identificazione cannula tracheale controllo dolore e spasticità inoculo tossina botulinica bendaggi funzionali terapia occupazionale valutazione ausili in dotazione identificazione nuovi ausili o sostituzione di quelli in uso
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«Una nuova vita, diversa dopo mesi di sacrifici per me e per i miei cari»
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niziamo col dire che la mia vita è cambiata il 20 giugno del 2006, a causa di un incidente stradale col vespone per un tombino mal riparato dal Comune di Catania. Ho subito una lesione al midollo spinale, con conseguente paraplegia agli arti inferiori e quindi sono stata portata immediatamente all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove sono stata operata d’urgenza alla colonna vertebrale. Qui ho ricevuto i primi fondamentali soccorsi dal personale del Cannizzaro ma a causa della gravità della mia situazione gli stessi medici mi hanno consigliato di andare presso un’unità spinale di cui purtroppo in Sicilia non eravamo provvisti e mi fu consigliato come uno dei migliori centri in Italia quello di Imola, il Montecatone Rehabilitation Institute. E così dopo soli dieci giorni vi fui trasferita. Lì sono rimasta per otto mesi con conseguenti sacrifici e disagi per me, la mia famiglia e il mio fidanzato, sia psicologici (perché lontano da amici e parenti e dalla propria casa) che economici. Infatti con me per tutto il tempo è rimasta mia madre che ha dovuto prendere una stanza presso la casa di accoglienza “Anna Guglielmi” vicino all’ospedale, affrontando mille spese. Anche il mio fidanzato ha dovuto fare la spola da Catania a Imola per potermi stare vicino. L’Unità Spinale di Montecatone con tutti i pro e i contro si è rivelata un ottimo istituto specializzato dal punto di vista medico-tecnico, ma non meno importante per la presenza al suo interno di un’ottima terapia occupazionale ovvero di un settore riabilitativo per il massimo recupero possibile dell’autonomia da parte del disabile: come scendere e salire un gradino in sedia, come vestirsi, come fare
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ma sempre appagante
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La nascita di una Unità Spinale a Catania è fondamentale perché eviterà di dover affrontare continui viaggi e spese per controlli ed esami specifici senza dover aspettare mesi o pagare ciò che invece spetta di diritto
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i diversi passaggi in auto, sul letto, in doccia etc. Lì ho ricominciato daccapo, prendendo coscienza della mia nuova situazione e di come affrontarla al meglio soprattutto grazie al confronto con tante altre persone nelle mie stesse condizioni, se non peggiori, e di molte altre che dopo tempo tornavano a raccontare la loro esperienza di come si può comunque vivere una vita piena ed appagante nonostante tutto, anche se a volte in modo diverso, grazie alla voglia di vivere, all’ingegno, alla forza di volontà, all’impegno e all’amore per i nostri cari. Per quanto mi riguarda, una volta tornata a Catania, superato il primo duro periodo di confronto con una vita che non era più la stessa di quella che avevo lasciato otto mesi prima, e dopo l’impatto con una città poco adeguata alla disabilità a causa delle mille barriere architettoniche e all’ignoranza e inciviltà della gente, ho ripreso la mia vita normale anche se diversa per certi aspetti ma comunque soddisfacente: adesso guido la mia auto, ho la mia casa col mio fidanzato, vado a fare la spesa, esco con i miei amici e il tutto in piena autonomia. Riesco, insomma, ad evitare uno dei problemi maggiori che vive chi è nelle mie condizioni: quello di dovere essere accompagnata e di non potermi spostare senza dovere chiedere aiuto ad altri. Certo, ai risultati della medicina e agli sforzi dei mielolesi non corrisponde un’altrettanto sviluppata mentalità da parte di tanti concittadini, che tendono a ignorare i diritti dei paraplegici (basterebbe guardare come non vengono rispettati gli stalli di sosta riservati) o preferiscono assisterli anziché fare in modo che possano vivere e muoversi in maniera autosufficiente. Per fortuna io ho conservato il mio ottimismo che mi porta a vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto, senza togliere i normali alti e bassi. La nascita di un’Unità Spinale a Catania è fondamentale perché eviterà a chi ne necessita di dover affrontare continui viaggi e spese per controlli ed esami specifici senza dover aspettare mesi o dovendo pagare per ciò che invece ci tocca di diritto. Agata Giudice
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testimonianze / 2
«Importante esperienza da universitario a Roma adesso in famiglia devo pensare ai miei genitori»
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ono paraplegico dal 1983, da quando a seguito di un intervento chirurgico per riduzione della scoliosi ho subìto un infarto midollare a livello D9. Studiavo per perito agrotecnico e dovevo cominciare l’ultimo anno dell’Istituto agrario, ma allora tutti i miei progetti si interruppero e la mia vita cambiò. Chiaramente fu uno shock e una rivoluzione, per me e la mia famiglia. Al CTO (Centro traumatologico ortopedico) di Firenze, dove subii l’operazione e dove seguii la prima riabilitazione, trovai un ambiente a misura di mieloleso, anche se allora la medicina non era sviluppata come lo è oggi. Tuttavia, il tempo trascorso in quella struttura sanitaria mi servì per capire come comportarmi di lì in avanti e cosa fare quando avessi ripreso la mia vita quotidiana. E infatti tornato a casa, dopo i momenti iniziali di sconforto, il mio primo pensiero fu quello di costruire un’abitazione adeguata alle mie possibilità. Riuscii a comprare una casa singola a Nicolosi e la feci modificare secondo le mie esigenze: installando un cancello automatico, eliminando le barriere architettoniche, impiantando un piccolo ascensore e realizzando un bagno attrezzato. Poi cominciai a praticare lo sport e in questo posso dire di essere stato uno dei pionieri a Catania. Negli anni Novanta, ho riportato ottimi piazzamenti sia a livello nazionale, sia regionale, nella corsa in carrozzina (fui uno dei primi ad usare il tipo “top end”), nel lancio del peso e nel giavellotto. A Catania, in particolare, sono stato tra i primi a cimentarsi nella corsa in
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È di conforto sapere che a Catania possiamo finalmente avere il riferimento dell’Unità Spinale: anche noi, con il nostro impegno associativo, lavoreremo per migliorare la qualità della vita dei mielolesi
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carrozzina, sulle distanze di 100, 200 e 400 metri. Ho avuto la soddisfazione di qualificarmi, nella disciplina del pentathlon, per i campionati nazionali nel ‘96 e ‘97. A quel punto volli riprendere gli studi e completai l’ultimo anno dell’Istituto agrario di Paternò, dove a causa della lesione avevo interrotto la frequenza. Ma da un lato per la mancanza di strutture adeguate qui in Sicilia, dall’altro per la voglia di confrontarmi con una grande città, fuori dal mio nucleo familiare, scelsi di iscrivermi alla facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza di Roma, coltivando un interesse che mi aveva accompagnato da sempre. Il primo impatto fu decisamente positivo: trovai alloggio alla casa dello studente “De Lollis”, potei contare sull’assistenza di un centro ad alta specializzazione come il Santa Lucia e riuscii pur a trovare lavoro in un call-center. Ma non furono tutte rose e fiori: dopo l’entusiasmo iniziale, mi colpì in particolare la freddezza della metropoli e la difficoltà, che non immaginavo di trovare, nell’accoglienza di un paraplegico. L’esperienza nella capitale durò cinque anni: nel 2003 tornai a casa, a Nicolosi. Certo anche qui non mancarono da subito le difficoltà: si devono fare i conti con l’inadeguatezza della pensione alle esigenze di un mieloleso e con la mancanza di un lavoro. Adesso vivo con la mia famiglia, ognuno con la sua indipendenza, e penso ai miei genitori che intanto, a causa dell’età avanzata, cominciano ad avere bisogno di me. Al mio rientro in Sicilia ho ripreso pure i contatti con l’associazione “Voglia di vivere” e ricominciato la pratica sportiva del tiro con l’arco. Ho pure iniziato ad allenarmi con l’uniciclo, nella speranza un giorno di potere correre in handbike. È di conforto sapere che anche a Catania possiamo avere finalmente ilriferimento dell’Unità Spinale, che sicuramente migliorerà la qualità della vita dei mielolesi. E anche noi, con il nostro impegno associativo, lavoreremo per questo. Francesco Pannitteri
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«Ho reagito da sportivo: bisogna avere il coraggio di superare i propri limiti»
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a mia storia è uguale a quella di tanti altri che all’improvviso si sono ritrovati la propria vita rivoluzionata da una lesione al midollo spinale. Purtroppo si tratta di una rivoluzione non solo per chi subisce una mielolesione, ma anche per tutte le persone che ti stanno vicino. Soprattutto nei primi mesi dal trauma si è totalmente spaesati, non capisci bene quello che dovrai affrontare e come affrontarlo in mancanza di una struttura con del personale medico e infermieristico specializzato. Comincia così il viaggio della speranza verso le migliori strutture di cui disponiamo in Nord Italia: nel mio caso, il centro di riabilitazione di Montecatone a Imola e l’Unità Spinale presso il Niguarda di Milano. Si tratta di un periodo che per la maggior parte dei pazienti varia da pochi mesi a più di un anno, in cui non solo si è sottoposti a stress emotivi e fisici post traumatici, ma non essendo subito autosufficienti si costringono i familiari e le persone vicine a immensi sacrifici: costi di trasferimento, di alloggio, rinuncia a qualsiasi tipo di attività per dedicarsi al malato. Nella mia esperienza personale, ho reagito da sportivo, come lo sono sempre stato: ho accettato la sfida imposta dal destino e giù a testa bassa, nel lavorare con i fisioterapisti e i medici per rimettermi in sesto e soprattutto per raggiungere quanto più possibile l’autosufficienza. È un lavoro continuo, faticoso, i movimenti che fino a poco tempo prima erano elementari diventano quasi impossibili e solo del personale alta-
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per conquistare la normalità
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Ma è fondamentale confrontarsi con chi soffre delle stesse problematiche, avere dei punti di riferimento. L’Unità Spinale sarà un importante faro per orientarsi nella vita di tutti i giorni
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mente preparato è in grado di aiutarti a superare questi momenti. Pian piano ho imparato ad andare a letto da solo, a cominciare a muovermi in carrozzina, a fare il bucato, a cucinare e così via; ma la parte più importante del recupero è avvenuta attraverso la pratica di attività che ho sempre praticato: lo sport e la musica. Laboratori di pittura, musicali e teatrali e attrezzature sportive non solo aiutano a distrarre la mente ma ti aiutano a capire che la vita non è finita ma continua: si deve imparare a viverla in maniera diversa. In particolare lo sport praticato anche a livello ludico aiuta a tirar fuori quell’energia di cui si ha bisogno ogni giorno per andare avanti, migliora il benessere mentale e, soprattutto, mantiene in esercizio la forma fisica della quale non si può fare a meno per affrontare la quotidianità. Ogni lesione porta con sé diverse problematiche, impossibilità a muovere arti superiori o inferiori, problemi all’apparato urinario, intestinale, respiratorio: è comunque importante riuscire a potenziare anche il minimo grado di autosufficienza per sentirsi veramente vivi. La vera sfida comincia quando si torna ad affrontare la vita quotidiana: l’impatto è devastante, a volte si reagisce con la paura di confrontarsi con la realtà chiudendosi in casa; non ci sono parcheggi, scivolette, ascensori, non riconosci più un mondo che prima era tuo. Io, dopo quasi un anno di ricovero passato tra Imola e Milano, sono andato a vivere da solo, iniziando a combattere quella che è diventata una sfida continua a me stesso, già dalle mura di casa. Più passa il tempo (sono passati due anni dal giorno dell’incidente) e più mi rendo conto che tante cose, che a prima vista possono sembrare impossibili seduti su una sedia a rotelle, in realtà sono realizzabili semplicemente superando in prima persona quelle barriere mentali che io stesso avevo. Per conquistare la normalità bisogna avere il coraggio di abbattere i propri limiti. A questo punto diventa fondamentale confrontarsi continuamente con chi soffre delle stesse problematiche: avere dei punti di riferi-
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mento. Una Unità Spinale nel Territorio non solo permette cure mediche più tempestive e corrette, non solamente dà un argine al triste fenomeno dei viaggi della speranza, ma è un importante faro per orientarsi nella vita di tutti i giorni. Personalmente più che problemi con la mia salute ho avuto problemi con la burocrazia asfissiante che rende ogni diritto una conquista da sognare: ho sentito la mancanza di un unico punto di riferimento. Scegliere una vacanza, trovare un lavoro, orientarsi e professionalizzarsi nuovamente se non si può svolgere più l’attività lavorativa precedente, trovare soluzioni ai problemi più diversi, dalla scelta dell’auto allo sport da intraprendere: a tutti questi aspetti serve una Unità Spinale. Grazie all’orientamento ricevuto nei centri in cui sono stato ricoverato, adesso pratico nuoto ed handbike a livello agonistico ottenendo ottimi risultati anche a livello nazionale. In particolare, grazie alla mia vecchia società d’atletica (A.S.D. Atletica Misterbianco), che attraverso una corsa di beneficenza ha reso possibile l’acquisto di una handbike, sono riuscito a realizzare il sogno di tornare a scalare le strade del nostro vulcano in bicicletta durante la tappa del Giro d’Italia 2011. Continuo a suonare la chitarra e ho trovato un nuovo hobby: quello delle immersioni subacquee, da poco ho ricominciato anche a vogare su una barca di canottaggio. E ancora ci sono tanti altri sport da praticare e tante esperienze da fare: c’è chi organizza corsi di vela, corsi di pilotaggio, corsi di ballo, di tiro con l’arco etc. Attività che saranno sicuramente valorizzate e conosciute facilmente da chiunque entrerà in contatto con l’USU presso l’Azienda Ospedaliera Cannizzaro. La qualità della vita di chi soffre di una lesione al midollo spinale e vive sulla nostra Isola finalmente ha concrete possibilità di essere resa migliore.
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Giuseppe Garraffo
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,p i è davvero sbizzarrito per ncanto, offerti da privati e sibile concorrere per l’ago antiquariato o di quadri di soggiorni in hotel de di degustazioni di vino in
g , p g cachemire o di un ritratto fotografico. L’asta avrà luogo alle ore 16 di domenica 26 nella Terrazza Ulisse (viale Ulisse, 10) messa a disposizione dalla famiglia Virlinzi, e sarà presentata dal dott. Francesco Boni, illustre storico dell’arte di Roma. L’esposizione degli oggetti sabato 25 dalle 16 alle 19 e domenica 26 dalle 10 alle 13. Info: Airc, 095506848.
g Le strutture già da luglio hanno rag- Giovedì prossimo alle 17 nella sede giunto e superato il budget e quindi si ri- del consiglio di quartiere di San si svolgerà un trovano da circa tre Amesi erogare LA SICILIA DOMENIC 19 aOT TOBREpre2008 Giovanni Galermo, stazioni in forma gratuita. Situazione incontro tra tutte le Municipalità per discutere principalmente sul tema non ulteriormente sostenibile. ANGELO TORRISI «Municipalità, quale futuro?».
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Al Cannizzaro l’unica Unità spinale del Sud Cerimonia. Ieri posa della prima pietra anche per la Riabilitazione generale dell’azienda ospedaliera È stato il paraplegico Domenico Trimarchi, responsabile della sezione catanese dell’Associazione siciliana medullolesi, a porre la prima pietra nel cantiere di lavoro che sta realizzando la struttura del Centro dell’Unità Spinale e l’Unità operativa di riabilitazione generale dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro. Le nuove strutture sanitarie sorgeranno su un terreno di proprietà dell’ospedale, di circa 10 mila mq, in prossimità della base dell’elisoccorso. La struttura comprende: un piano seminterrato dove nascerà l’officina ortopedica e servizi; un piano terra dove sorgeranno ambulatori; un primo piano che sarà adibito a sale di degenza; un secondo piano adibito a sale di degenza e a servizi di supporto, un terzo piano dove saranno costruite una piscina, una palestra, una sala
pranzo e dei locali dove i pazienti potranno impegnarsi nel tempo libero. L’Unità Spinale ed il Centro di Riabilitazione, quando entreranno in funzione avranno rispettivamente in dotazione 20 e 36 posti-letto. In questa struttura saranno trattati tutti i pazienti medullolesi, nonché tutti gli esiti post-operatori o patologici nei soggetti trattati in Neurochirurgia, Urologia, Neurologia, Cardiologia e
L’obiettivo dell’edizione 2011 della Giornata nazio- rando gli stretti rapporti che questa condizione ha nale del dormire sano è rilanciare l’attenzione su con le patologie cardiovascolari - sottolinea Claudio "un tema troppo spesso sottovalutato, ma cheAinteCricelli, presidente della Simg -. La Guida, nata dalla DOMENIC 20 MARZO 2011 LA SICILIA ressa milioni di italiani". La Guida Aims-Simg, un do- collaborazione tra specialisti e medici di medicina gecumento congiunto parte del Progetto "Morfeo Dor- nerale, rappresenta uno strumento utilissimo per miresano" avviato nel 2000, si propone quindi di far affrontare al meglio su tutto il territorio i disturbi del
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nei pazienti affetti da lesioni all’apparato muscolo-scheletrico. Le strutture saranno dotate di moderne attrezzature, che servono a riabilitare il corpo al movimento, proprio per favorire il reinserimento del paziente nella vita ordinaria. Verranno ricostruiti ambienti domestici e di lavoro per abituare il paziente a muoversi e affrontare i problemi del vivere quotidiano. La struttura, che risulta essere la pri-
l’altro, rappresenta anche un volano economico eccezionale per l’Italia. Tra consumi interni ed export i suoi prodotti valgono oltre 220 miliardi di euro l’anno.
ma del Sud Italia, sarà completata nel 2010 e sarà in grado certamente di dare una risposta positiva alle tante richieste di assistenza. La cerimonia s’è tenuta al Centro congressi dove il direttore generale dell’Azienda Giuseppe Giunta ha aperto la serie di interventi. Alla cerimonia hanno partecipato diverse autorità politiche, sanitarie, civili e militari. Tra queste il presidente della Regione Raffaele Lombardo, il presidente della Provincia regionale Giuseppe Castiglione, il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli e l’arcivescovo Salvatore Gristina, che, nei loro interventi, si sono complimentati per la nascita di questo nuovo polo di eccellenza sanitaria sottolineando come questo tipo di assistenza debba servire ad evitare alla gente di affidarsi ai viaggi della speranza per essere curata.
spese per visite mediche, maggiore consumo di farmaci e alcol - afferma Arturo Zanni, direttore generale di Sanofi-Aventis Italia -, noi interpretiamo il ruolo di azienda responsabile impegnandosi nella realtà in cui opera a fianco delle istituzioni e delle società scientifiche, per migliorare il benessere dei cittadini».
hann e stat svilup arteri cardio
"CANNIZZARO". Una serie di servizi qualificati legati all’emergenza, che è la "mission" dell’azienda ospedaliera "CA
Assistenza moderna e qualificata A
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Nel panorama dell’organizzazione sanitaria siciliana l’Azienda Ospedaliera per l’Emergenza "Cannizzaro" occupa un posto di rilievo per l’assistenza della popolazione catanese e di altre aree dell’isola. L’Azienda ha come "mission" la gestione delle patologie ad alta complessità attraverso l’utilizzazione di un approccio multidisciplinare e la definizione ed applicazione di modelli e linee-guida per il miglioramento dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali. Sottolinea il Direttore Generale dell’Azienda, dott. Francesco Poli: «L’azione aziendale, sulla base delle risorse a disposizione, nel rispetto di quanto previsto dalla programmazione regionale e dai rapporti di collaborazione instaurati con le altre aziende sanitarie, si sviluppa attraverso il consolidamento e il potenziamento delle aree che caratterizzano l’Azienda come struttura di alta specialità incrementando e sviluppando i rapporti di cooperazione con le altre strutture sanitarie, il rafforzamento del ruolo di riferimento svolto dall’Azienda in ambito provinciale e regionale e, infine, assicurando la risposta quali-quantitativa alla domanda di salute del bacino». Punto caratterizzante della politica aziendale è l’adeguamento della pianta organica agli standard nazionali e regionali, attuato attraverso l’adozione di parametri che tengono conto dell’equilibrio fra dotazione di posti letto e di risorse umane. Tale obiettivo è in fase di realizzazione attraverso la copertura dei posti vacanti sia attraverso la mobilità interaziendale che attraverso l’espletamento dei concorsi. PRONTO SOCCORSO. Relativamente alla gestione delle attività di emergenza urgenza è in atto una trasformazione organizzativa del Pronto Soccorso che in un’ottica moderna ha assunto la operatività di MCAU (Medicina e
Il dg Poli: «L’azione si sviluppa con il consolidamento delle aree caratterizzanti l’alta specialità»
Chirurgia d’Urgenza e Accettazione). Questa nuova visione dell’assistenza in urgenza prevede una rapida valutazione del paziente con l’identificazione dei problemi clinici e l’avvio di un percorso diagnostico terapeutico qualificato attraverso la realizzazione di percorsi clinici dedicati ("clinical pathway") . I pazienti che meritano una osservazione ed una valutazione più impegnativa verranno ricoverati per un periodo di 2436 ore in una struttura dedicata di Osservazione Breve Intensiva dove riceveranno le cure più idonee. NEURORADIOLOGIA. «La Neuroradiologia - spiega il direttore dell’Unità Operativa Complessa, dott. Concetto Cristaudo - opera ormai da 13 anni nel campo del trattamento endovascolare degli aneurismi cerebrali raggiungendo traguardi non indifferenti se si pen-
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sa che ad agosto del 2010 è stato il secondo Centro italiano per numero di aneurismi trattati. Fino a pochissimo tempo fa gli aneurismi cerebrali, piccole estroflessioni di una parte della parete di un vaso, era possibile trattarli solo con le spirali, cioè con dei microfilamenti di platino, ed eventualmente con l’ausilio di uno stent, una piccolissima reticella come le calze a rete, con le quali si riempiva la sacca aneurismatica e si evitava quindi l’ingresso del sangue in quest’ultima e di conseguenza la rottura». Da poco tempo è stata messa a punto una nuova arma contro gli aneurismi che si chiama "flow diverter" uno stent che appunto "devia il flusso" sanguigno evitando che vada nell’aneurisma. ATTIVITA’ ONCOLOGICHE All’interno delle attività aziendali un ruolo preminente occupano alcune attività di oncologia clinica ( Ginecologia, Chi-
rurgia Toracica, Neurochirurgia, Urologia, tumori cutanei) che costituiscono punti di eccellenza nel panorama nazionale. A queste attività di alta specializzazione si aggiungerà una ulteriore procedura terapeutica di Adroterapia, che, per la sua specificità, rappresenterà un punto di riferimento regionale nel trattamento delle patologie oncologiche. L’approccio multidisciplinare in campo oncologico si completa con altre tecnologie pesanti che operano già da alcuni anni all’interno dell’ospedale. Di recente il Centro si è dotato di una nuova apparecchiatura che, come spiega il dott. Ippolito direttore del Centro PET, rappresenta una evoluzione della metodica PET/CT: infatti oltre a documentare in modo puntuale la sede dove la malattia è realmente vitale (attiva), consente, grazie al rivoluzionario sistema 4D, di valutare la lesione durante il movimento e grazie al sistema TOF (tempo di volo) di evidenziare meglio il segnale metabolico derivante dalla malattia tutto ciò a vantaggio di una migliore qualità ed accuratezza dell’esame. Ciò consentirà diagnosi e cure in tempi più brevi e, in campo radioterapico, determinerà una migliore definizione dei piani di trattamento. RADIOTERAPIA - GAMMA KNIFE Nel trattamento delle patologie tumorali la Radioterapia, attivata in ospedale, offre un qualificato servizio mettendo a disposizione una tecnologia all’avanguardia nel trattamento dei tumori. I due acceleratori lineari, sono in grado di eseguir tecniche non solo di tipo standard ma an-
AAsinistra, destra,l’unità l’unità spinale. Nella spinale. fotofoto a sinistra, Nella a destra, trauma center il iltrauma center.
che del tipo volumetrico ad arco altamente conformazionale. UNITA’ SPINALE UNIPOLARE In considerazione del fatto che i dati a livello nazionale dimostrano un incremento di incidenza di lesioni midollari, soprattutto di origine traumatica, tra soggetti giovani o medio giovani, sarà quanto prima attivata una Unità Spinale Unipolare che vuole rappresentare un punto di riferimento per le persone affette da lesioni midollari di origine traumatica e non , finalizzata alle cure ed alla riabilitazione globale , comprendendo anche la rieducazione neuro-urologica. «Il paziente affetto da lesione midollare - sottolinea la fisiatra, dott.ssa Maria Grazia Onesta - viene preso in carico dalla équipe dell’Unità Spinale sin dalla fase di emergenza, e seguito non solo per i mesi che sarà ricoverato in Unità Spinale
ma per l resto de nale - aggiunge i Antonio Lazzara un modello di lav tata dalle diverse DIPARTIMENT All’interno del Infantile operan necologia con an dazione Assistita Neonatologia co terapia intensiva Recentemente chito della U.O. d Una èquipe mu da chirurghi, onc gi opera nell’amb vello, in collabor provinciali, realiz sinergia tra terri
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p ra reperito i fondi, ativo a settembre NA 35
LAUtilizzato SICILIA anche il «barcavelox» Sanzioni costose da 172 a 344 euro
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provvedimento non verrà modificato, visto contrattazione del Cirl la questione he il personale di Catania e Palermo, è co- relativa agli arretrati contrattuali". A proposito dell’antincendio i foretituito per oltre il 40% da precari, abilissistali chiedono che in tempi mi operatori e ricercatori che il mondo ci in-VENERDÌ 17 OT TOBRE 2008 brevi venLA SICILIA vidia, di fatto cesseranno molte delle atti- gano definite le giornate di prosecuvità svolte dall’istituto con un grave rischio zione e "che i lavoratori in atto licenziati vengano assunti in tempi brevi". per i nostri territori».
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OSPEDALE CANNIZZARO
Domani posa della prima pietra delle nuove unità di riabilitazione
FRA UN MESE INAUGURAZIONE AL CANNIZZARO
Unità spinale per fermare i viaggi della speranza
Tutto è pronto per l’inizio dei lavori per la realizzazione dell’unità Spinale e dell’unità operativa di Riabilitazione Generale dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro. Le nuove strutture sanitarie sorgeranno su un terreno di proprietà dell’ospedale, attiguo alla base dell’Elisoccorso. Sarà un paraplegico, domani, a posare la prima pietra. La cerimonia inizierà alle ore 10,30 al centro congressi dell’ospedale. con una serie di interventi che illustreranno le caratteristiche delle nuove strutture e il tipo di assistenza che sarà fornita ai pazienti. Interverranno il direttore generale Giuseppe Giunta, il direttore sanitario Angelo Pellicanò, il direttore dell’Uo di Neurochirurgia Fausto Ventura, Luigi Biagioni dell’azienda ospedaliera; Tiziana Redaelli, direttore dell’Unità Spinale dell’Ospedale Niguarda di Milano e Domenico Trimarchi, dell’Associazione Siciliana Medullolesi. Successivamente la cerimonia continuerà nel cantiere dove sarà posata la prima pietra. L’Unità Spinale,quando entrerà in funzione, avrà in dotazione 20 posti-letto mentre l’Unità di Riabilitazione Generale ne avrà a disposizione 36. In questa struttura saranno trattati tutti i pazienti medullolesi, nonché tutti gli esiti post-operatori o patologici nei soggetti trattati in Neurochirurgia, Urologia, Neurologia, Cardiologia e nei pazienti affetti da lesioni all’apparato muscolo-scheletrico.
Sarà inaugurata al Cannizzaro il 19 settembre l’Unità Spinale Unipolare, la prima struttura del Sud Italia per la cura e la riabilitazione di soggetti con lesioni midollari. Venti posti letto e ampi spazi per mettere un freno ai viaggi della speranza che ogni anno compiono centinaia di siciliani. PAG. 36
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Verso l’apertura dell’Unità Spinale Unipolare: la cronaca
o un rischio clinicamente tisticamente rilevante di ppare ipertensione iosa e malattie ovascolari
p pp q q presiedo di stare già curando questo a oggi. L’Unione Europea non ha in pratica rite- aspetto, così da poter corredare nei temprestabiliti il Prg con la Valutazione nuto valida LA la deroga assegnata ai ComuSABATOpi20 AGOSTO 2011 SICILIA ni per evitare di corredare lo strumento ambientale strategica, così come conteurbanistico con la Valutazione ambienta- stualmente al Piano si stanno predispole strategica, mettendo a rischio tra gli al- nendo gli atti necessari per un altro adem-
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La sanità che cambia
pp re conto della Vas, in pratica una valutazione complessiva dell’intero Piano regolatore, mentre la Valutazione di impatto ambientale è relativa a singoli progetti contenuti nello strumento urbanistico. C. L. M.
Fra un mese, a tre anni dalla posa della prima pietra, l’inaugurazione della struttura riabilitativa, la prima al Sud Italia
UN’IMMAGINE DALL’ALTO DELLA CITTÀ
Ambulatori, palestra, piscina scina e un appartamento predimissioni. Ogni anno centinaia di siciliani costretti a emigrare
«Battesimo» per l’Unità spinale al Cannizzaro Venti posti letto per curare lesioni midollari «Stop ai viaggi della speranza obbligati nelle strutture del Centro Nord»
GIUSEPPE PETRALIA
Il plesso che ospiterà l’Unità spinale al Cannizzaro; a fianco il sopralluogo del manager Poli (secondo da sinistra), con la dott. Longhitano, il direttore sanitario Lazzara e la fisiatra Onesta
seguimento delle cure specifiche per i para e tetraplegici. L’Unità spinale del Cannizzaro, specifica una nota della stessa azienda, sarà dotata dei più moderni presìdi e tecnologie. Sarà ospitata all’interno di un edificio di quattro piani e avrà venti posti letto; oltre alle infermerie,
agli studi medici e agli ambulatori specialistici, trovano spazio anche l’altro la palestra per la rieducazione neuromotoria, soggiorni e aree per la socializzazione, piscina accessibile ai disabili per la terapia in acqua, un appartamento pre-dimissioni. Dell’équipe multiprofessionale fanno parte fisiatri, neurologi,
urologi, fisioterapisti, terapisti occupazionali e un team medico specializzato con ulteriori figure, per assicurare gli interventi richiesti dal progetto riabilitativo. La prima pietra dell’Unità Spinale del Cannizzaro fu posata nell’ottobre del 2008 e quindi sarà inaugurata a tre anni dall’aertura del cantiere. Attualmente sono in corso le opere di rifinitura e l’arredamento dei locali, mentre sta per definirsi l’organico.«L’apertura dell’Unità Spinale - afferma il direttore generale Francesco Poli, che nei giorni scorsi ha compiuto un sopralluogo insieme col direttore sanitario Antonio Lazzara, il direttore del presidio ospedaliero Anna Maria Longhitano e la fisiatra Maria Pia Onesta - colma un divario che ha finora penalizzato la Sicilia e creato enormi difficoltà a chi ha già subito un trauma grave e invalidante, costringendo pazienti e famiglie a spostarsi per avere le cure idonee. L’Unità Spinale del Cannizzaro, oltre a garantire interventi sanitari, diagnostici e terapeutici adeguati e continui, potrà diventare un punto di riferimento permanente per le persone mielolese».
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ella sua vita». «L’Unità Spil Direttore Sanitario, dott. - basa il suo intervento su voro in équipe, rappresene figure professionali». TO MATERNO-INFANTILE l Dipartimento Maternono l’U.O. di Ostetricia e Ginnesso un centro di Fecona, ela Pediatria, una U.O. di on annessa UTIN (Unità di a neonatale). e il Dipartimento si è arridi Senologia. ultidisciplinare composta cologi, radiologi e psicolobito dello screening di II lirazione con le varie realtà zzando una vera e propria torio ed ospedale.
È ormai conto alla rovescia per l’apertura della prima struttura del Sud Italia dedicata alla cura e alla riabilitazione dei paraplegici e tetraplegici: l’Unità Spinale Unipolare dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro sarà infatti inaugurata il 19 settembre per diventare punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno e mettere così fine ai "viaggi della speranza" obbligati nelle strutture specializzate del CentroNord, come Milano e Firenze, Imola e Pietra Ligure. Ogni anno, infatti, sono un centinaio i siciliani colpiti da lesione midollare costretti a rivolgersi alle Unità Spinali fuori dalla Sicilia, con notevoli disagi personali e familiari, altissimi costi sociali e onerosi rimborsi da parte del sistema sanitario regionale. L’Unità Spinale Unipolare (Usu) è una struttura dedicata specificatamente all’assistenza alle persone mielolese, che hanno cioè subito una lesione al midollo spinale, quasi sempre di origine traumatica. L’Unità Spinale è definita "unipolare" in quanto struttura operativa autonoma, che comunque utilizza risorse della sede ospedaliera in cui si trova. L’Usu prende in carico il paziente dal momento della lesione prevenendo le eventuali complicanze, consente il recupero delle funzioni residue per raggiungere il massimo livello possibile di autonomia, assiste la persona nel reinserimento - familiare e sociale - e infine consente il pro-
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Si ringraziano le societĂ Fumagalli, Medimed e Rivem per il contributo alla stampa del presente opuscolo
www.aocannizzaro.it UnitĂ Spinale Unipolare Via Messina, 829 - Catania Tel. 095 726 39 00 unispinale@aocannizzaro.it