ESPERTI SI DIVENTA Consigli, istruzioni, informazioni, dati, statistiche… Tutto (o quasi) quello che c’è da sapere per imparare a conoscere ed acquistare bene l’orologeria d’epoca. A CURA DI
MARISA ADDOMINE
ASSICURIAMOCI
BENE...
È
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a quell’epoca e li traduciamo in euro... non sono propriamente quello che i nostri orologi valgono! Per cui, prima regola: è opportuno effettuare un aggiornamento, ogni 4/5 anni, dei valori assicurati, magari anche per estendere la polizza ai nostri nuovi acquisti. Seconda regola d’oro: evitiamo contestazioni a posteriori. Quando dobbiamo indicare il valore di un nostro orologio, nella sua descrizione ai fini assicurativi compiliamo una scheda esaustiva, allegando fotografie, numeri di matricola, fotocopia del certificato di origine e magari della ricevuta del negozio che ce lo ha venduto, se stiamo assicurando un acquisto recente. Se
stiamo aggiornando un vecchio contratto, i nuovi valori non possono essere frutto di fantasia: facciamo preparare delle perizie, che allegheremo. Da ultimo: una perizia, ovviamente, dovrà essere un documento ufficiale, redatto da un perito: una persona abilitata, iscritta a un albo (Tribunale, Camera di Commercio, Camere Peritali). La sola reputazione di buon conoscitore del nostro amico “esperto” o di un negoziante (che non sia anche un perito) non basta a fare di una dichiarazione di valore una perizia vera e propria, cioè un documento con valore legale che effettivamente ci protegga in caso di contestazioni. L’OROLOGIO
189 - Luglio 2010
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Un furto è un’esperienza negativa: la delusione per non essere risarciti adeguatamente, se eravamo assicurati, potrebbe aggiungere danno al danno. In foto la cassaforte Vanguard della ditta austriaca Buben & Zörweg, per l’alloggiamento di orologi automatici e gioielli (prezzo: 59.800 euro).
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vero, non si vorrebbe mai pensare agli eventi meno piacevoli che la vita potrebbe riservarci: d’altronde, saggezza impone che sia invece proprio quando siamo più lucidi e tranquilli il momento migliore per cautelarci contro imprevisti sgraditi. Le cronache dei giornali ci riportano notizie di furti, talvolta maldestri, altre volte premeditati, a opera di professionisti. Inutile ricordarlo: gli orologi, soprattutto se di alta qualità, sono nel mirino dei lestofanti. A maggior tutela dei nostri preziosi segnatempo adottiamo protezioni di carattere fisico, tenendoli in cassaforte, blindando porte e finestre, e – la prudenza non è mai troppa – spesso decidiamo di cautelarci anche con una polizza assicurativa. Quali sono quindi gli accorgimenti per non avere, oltre a un mai auspicabile furto o danneggiamento, anche l’amara sorpresa di non vederci indennizzati adeguatamente? Per quanto possa sembrare banale, anche qui prevenire è meglio che “curare”. Per quale motivo la nostra compagnia assicurativa ci dovrebbe risarcire per un valore inferiore a quello dell’oggetto assicurato? Le ragioni sono diverse, e per ognuna di esse vorremmo suggerirvi una strategia. La prima e la più comune è il valore assicurato. Abbiamo sottoscritto una polizza, magari dieci anni fa: il valore degli oggetti protetti era quello di dieci anni fa. Lapalissiano? Forse, ma il tempo vola, Tempus Fugit, e se andiamo a vedere i valori che abbiamo indicato