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Milano, Bologna, Roma, Napoli: 4 esempi di restyling climatico
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Più iniziano a sentirsi gli effetti dell’aumento delle temperature anche in Italia, più si pone la necessità di capire come le nostre città si stiano muovendo per gestire le conseguenze derivanti dal cambiamento del clima. Spesso sono proprio gli agglomerati urbani più grandi a risentirne di più, sia per l’isola di calore generata dalla densità della città, sia per la cementificazione, che ha impermeabilizzato il territorio aumentando i rischi durante i fenomeni climatici estremi.
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Un report del Centro EuroMediterraneo sui Cambiamenti Climatici CMCC ha evidenziato quelli che sono gli strumenti attuali di cui alcune delle maggiori città italiane si stanno dotando per frenare l’aumento delle temperature nell’ordine dei due gradi e rispondere alle emergenze a cui sono sottoposte.
Tre milioni di nuovi alberi per Milano
Milano ha riscontrato un aumento delle giornate afose del 45% negli ultimi 50 anni con il 46% delle ondate di calore registrato nell’ultimo decennio. Oggi è sottoposta al rischio di eventi o fenomeni acuti che minacciano gravi perdite di vite umane, danni ai beni e alla funzionalità dei servizi di base. Per la metropoli milanese è stato considerato il rischio di alluvioni fluviali e allagamenti urbani e anche il cronicizzarsi di ondate di calore e caldo estremo.
Dopo una serie di valutazioni sugli interventi prioritari, c’è l’intenzione di attuare una serie di misure di mitigazione e adattamento che sono descritte in diversi provvedimenti: Piano Aria Clima, Piano di Governo del Territorio (PGT), Progetto Climami, Progetto Forestami, Progetto Clever Cities.
L’ensemble dei provvedimenti punta a migliorare la capacità di adattamento della città ai cambiamenti climatici seguendo un indice di “riduzione impatto climatico” propedeutico per la progettazione di opere di drenaggio meteorico in area urbana, l’inserimento di soluzioni nature based nei processi di pianificazione urbana e la riduzione dell’inquinamento. Milano ha anche l’obiettivo di aumentare la tree canopy cover (cioè la superficie ombreggiata dalle chiome degli alberi) del 5%, le aree verdi cittadine e di piantare 3 milioni di nuovi alberi nella Città Metropolitana entro il 2030.
Il capoluogo emiliano punta sul drenaggio sostenibile
Significativo il rischio anche per Bologna, che già oggi deve fare i conti con una gravissima alluvione frutto proprio dei fenomeni estremi derivanti dal cambiamento climatico globale. Qui le temperature medie sono superiori di 3,5°C rispetto alle aree rurali.
Per il capoluogo emiliano è prevista una rete di drenaggio a protezione dal rischio idraulico indotto dall’aggravarsi degli eventi estremi, come l’aumento in frequenza e intensità di precipitazioni piovose.
Le risposte di resilienza al climate change sono incardinate all’interno del Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC) che integrano del Piano Urbanistico Generale PUG.
Questi provvedimenti comprendono l’incremento del verde pubblico e delle alberature, la diffusione di sistemi di drenaggio sostenibile, l’adozione di soluzioni naturali e il contenimento dei consumi idrici domestici e non domestici, oltre a prelievi da falda idropotabile con l’intenzione di migliorare la qualità delle acque superficiali.
Napoli mira ad aumentare la propria resilienza
Il capoluogo partenopeo, sviluppatosi con un’altissima densità abitativa a ridosso del mare e con una isola di calore urbano molto pronunciata per le caratteristiche della propria urbanizzazione, soffre di problemi di allagamento esacerbati dall’alto grado di impermeabilizzazione del suolo. Una proiezione fino al 2080 prevede
Milano i praticamente raddoppiati negli ultimi 50 anni ed il 46% di queste ondate di calore è stato registrato nell’ultimo decennio
Non solo l’ombra dei grattacieli, oggi Milano prova a camminare e respirare anche all’ombra degli alberi. Questo è l’obiettivo della tree canopy cover e dei 3 milioni di alberi in più entro il 2030 degli over 50 a causa delle ondate di calore estive del 22% rispetto a periodi estivi precedenti. che, senza l’attuazione di politiche di mitigazione climatica, la città potrebbe essere colpita da ondate di calore lunghe fino a 90 giorni consecutivi con il connesso aumento dei rischi di mortalità.
Roma, che ha subito 42 eventi estremi tra il 2010 e il 2020, di cui più della metà riguardanti allagamenti a seguito di piogge intense, ha un rischio congenito di inondazioni per piogge dovuto al difficile smaltimento delle acque piovane e di inondazioni fluviali generato dalla esondazione dei fiumi e dei corsi d’acqua presenti in città.
Per prevenire ciò, Napoli potrà beneficiare dei seguenti provvedimenti approvati nel tentativo di aumentare la resilienza del territorio e della popolazione rispetto ai cambiamenti climatici: dal Progetto Clarity, al Piano d’azione per l’Energia Sostenibile (PAES), al Piano Territoriale di Coordinamento Città Metropolitana, oltre alla Preliminare del Piano Urbanistico Comunale. La filosofia di questi provvedimenti è promuovere un uso efficiente e integrato delle risorse idriche, tutelare i paesaggi urbani, culturali e agricoli e i grandi parchi territoriali per favorire l’integrazione delle misure di adattamento nei provvedimenti di riqualificazione urbana.
Roma si attiva per contrastare le ondate di calore
La temperatura media della Capitale è salita nell’ultimo decennio di 3,6 °C rispetto al periodo 1971-2000, con un aumento della mortalità giornaliera
Le amministrazioni che si sono via via susseguite in Campidoglio hanno previsto una serie di piani e di progetti come il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC), Roma Strategia di Resilienza, Progetto
SOIL4LIFE e Progetto RU:RBAN, che hanno l’obiettivo di valutare gli effetti del cambiamento climatico e di promuovere una maggiore consapevolezza tra i cittadini. Prevista anche la realizzazione di infrastrutture di colore verde e blu per la mitigazione delle isole di calore urbano e la realizzazione di progetti pilota per mitigare il rischio allagamento.
CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI