2 minute read
6 esempi di città europee che stanno sperimentando modelli di adattamento al climate change
di Giacomo Capodivento
Advertisement
La Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC) all’Art. 1 definisce il cambiamento climatico come un “cambiamento del clima attribuito direttamente o indirettamente all’attività umana, che altera la composizione dell’atmosfera globale e che si aggiunge alla variabilità naturale del clima osservata in un periodo di tempo confrontabile”.
La Commissione europea definisce valutazione degli impatti “l’analisi delle conseguenze positive e negative del cambiamento climatico sugli ecosistemi naturali, sui sistemi umani e sulle attività socio-economiche, con o senza adattamento a tali cambiamenti”
C’è, dunque, una componente antropica che non può essere trascurata e che influisce sull’impatto dei mutamenti climatici. La Commissione europea definisce valutazione degli impatti “l’analisi delle conseguenze positive e negative del cambiamento climatico sugli ecosistemi naturali, sui sistemi umani e sulle attività socioeconomiche, con o senza adattamento a tali cambiamenti”. È dunque sull’interazione tra sistemi naturali e sociali che bisogna intervenire.
Per farlo è necessario ricorrere a misure che, da un lato, possano mitigare gli effetti del mutamento climatico agendo sulle cause scatenanti e che dall’altro mirino a ridurre gli impatti negativi agendo sugli effetti. Sono molte le città europee che si stanno muovendo verso questa direzione, impegnandosi per rendere l’ambiente urbano più resiliente. Molti progetti sperimentali puntano alla riqualificazione degli spazi urbani, per affrontare il fenomeno delle isole di calore, cioè l’aumento di temperatura che si verifica all’interno delle stesse città con l’alterazione del microclima suburbano.
Ad esempio, nel 2021 il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha firmato un progetto per il restyling degli ChampsÉlysées. L’intervento su un tratto di 1,9 km comporterà la riduzione per metà dello spazio per i veicoli e la trasformazione di questo in zone pedonali e verdi. Il completamento è previsto per il 2030. Un’altra città francese, Bordeaux, presso la Place de la Bourse, ha creato uno specchio d’acqua per rinfrescare l’aria nelle giornate estive, oltre ad aver installato 900 nebulizzatori per refrigerare il luogo. La pavimentazione è fatta di lastroni in granito blu per aumentare la capacità riflettente dell’acqua. Il verde piantato attorno alla struttura in inverno riveste una funzione schermante.
Copenaghen è stata già progettata nel 1949 in maniera tale da fornire un modello di adattamento attraverso la presenza di 5 assi che collegano il centro città. Queste vie alberate, provviste di un sistema ferroviario, sono state pensate per far fronte al prevedibile aumento delle inondazioni. Per migliorare il modello, si sta agendo attraverso 3 misure: allargare il sistema fognario, utilizzare nuovi sistemi di drenaggio e guidare il flusso di acqua delle possibili inondazioni verso luoghi non sensibili all’allagamento, come parcheggi e parchi.
Il processo di industrializzazione che ha investito Lodz, in Polonia, ha alterato il corso dei fiumi della città. In questo modo, sono aumentati il rischio di alluvioni e le temperature medie. Per arginare gli effetti, sono stati ripristinati i fiumi municipali sfruttando i processi naturali e l’urbanistica è stata ripensata a partire dalla strategia rete blu-verde, un tipo di intervento che collega valli fluviali e spazi verdi per rendere la città e le risorse idriche più integrate. Sempre in materia di riprogettazione idrica, l’isola di Wallasea in Essex, un mosaico di lagune, isole e baie ricavate da 3,5 milioni di tonnellate di terra scavate durante la costruzione delle stazioni e delle gallerie, è stata creata allo scopo di proteggere le nuove aree dall’aumento del livello dell’acqua.
Copenaghen è stata già progettata nel 1949 in maniera tale da fornire un modello di adattamento attraverso la presenza di 5 assi che collegano il centro città
Nel 1992 Stoccarda ha realizzato invece il suo primo atlante climatico per far fronte all’incidenza che la nuova costruzione ha sul microclima urbano. Nella versione del 2008 sono state inseriti anche dei criteri che tengono conto della ventilazione e delle ondate di calore. L’obiettivo è quello di facilitare la ventilazione della città. Con 5.000 ettari di foreste e boschi, 65.000 alberi nei parchi e spazi aperti e 35.000 alberi lungo le strade, in città sono stati resi verdi 300.000 metri quadrati di tetti e 40 su 250 chilometri di binari del tram sono stati erbati già a partire dal 2007.
CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI
Dalla Cina all’America (passando dall’Australia):