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La chiave di volta dell’economia del mare? Conciliare sviluppo e sostenibilità di
Le acque dell’oceano e del mare coprono il 70% della superficie del pianeta e oltre il 65% del territorio dell’Europa. Gli ecosistemi marini sani sono essenziali per la vita sulla Terra e svolgono un ruolo chiave nel benessere planetario: sono una delle più grandi fonti di biodiversità e cibo, regolano il clima e costituiscono un importante serbatoio di carbonio. Oltre a questo, la loro importanza è fondamentale anche alla luce dei significativi benefici che apportano alla salute umana e al loro essere una risorsa economica insostituibile per le comunità costiere che hanno plasmato il proprio lavoro sulle attività economiche collegate al mare.
L’importanza dell’ambiente marino e dell’economia del mare nella società
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Le risorse marine rivestono un ruolo fondamentale per l’umanità. Secondo un recente rapporto dell’Intergovernmental SciencePolicy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services una persona su cinque nel mondo dipende, sia per il cibo e per il reddito, da attività legate alle specie selvatiche di animali.
La pesca è una di queste pratiche che, tramite il reperimento della fauna marina, genera risorse alimentari e permette lo sviluppo di attività commerciali ed economiche intorno ad esse: basti pensare all’indotto di reddito prodotto dai ristoranti che servono pesce.
Il pesce pescato è un alimento di inestimabile valore: rappresenta una fonte di proteine di alta qualità e vanta un’impronta di carbonio relativamente bassa, annoverandosi fra i cibi più sostenibili a livello ambientale. Per una corretta alimentazione, basata sul modello di dieta mediterranea che è tra gli stili alimentari maggiormente riconosciuti come benefici dalla comunità scientifica, il pesce è preferibile alla carne e sono tante le sue applicazioni nel settore alimentare: dalla vendita diretta a quella indiretta dei ristoranti, fino a quella attraverso la filiera di trasformazione industriale.
Le azioni dell’UE in risposta alle recenti difficoltà dell’economia del mare
L’ambiente marino, i pescatori e il settore della pesca hanno affrontato negli ultimi anni una serie di difficoltà. Oltre alle minacce sistemiche all’ambiente, rappresentate dai cambiamenti climatici e dalla perdita di biodiversità dovuta a molteplici pressioni antropogeniche, il settore della pesca si è dovuto confrontare con una serie di sfide recenti e importanti, dalla Brexit alla pandemia di COVID-19 e, più di recente, alle ripercussioni dell’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina. Questi shock hanno provocato enormi interruzioni di mercato, carenze di materie prime essenziali, un forte aumento dei prezzi di carburante e mangimi per pesci, oltre al pericolo rappresentato dalle
Il settore della pesca si è dovuto confrontare con una serie di sfide recenti e importanti, dalla Brexit alla pandemia di COVID-19 e, più di recente, alle ripercussioni dell’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina operazioni militari e dalle mine nel Mar Nero.
La Brexit ha causato problemi nel settore della pesca e all’ecosistema marino a causa della limitazione dell’accesso alle acque britanniche per i pescatori europei. Questo ha creato tensioni e controversie tra i pescatori inglesi ed europei, con conseguenze economiche e occupazionali per entrambe le parti.
La separazione normativa e l’incertezza del contesto politico e giurisdizionale, hanno ostacolato la cooperazione internazionale e la condivisione di informazioni scientifiche necessarie per una gestione sostenibile delle risorse marine. Il Vecchio Continente, per ovviare a queste criticità, ha negoziato un accordo di separazione con il Regno Unito che comprende disposizioni specifiche per la pesca. Questo accordo stabilisce le quote di pesca e l’accesso alle acque tra l’UE e il Regno Unito cercando di garantire la sostenibilità delle risorse ittiche e il mantenimento delle attività economiche delle comunità di pescatori interessate.
Anche le tecnologie innovative possono essere risorse utili nello sviluppo sostenibile dell’economia del mare.
Esempi sono le energie rinnovabili marine come l’energia delle onde, delle maree e delle correnti marine, oppure le biotecnologie marine
Nel caso della pandemia di COVID-19, l’Europa ha adottato misure per mitigare gli impatti sulla pesca, per sostenere i pescatori e le comunità costiere. Sono stati istituiti programmi di sostegno finanziario per compensare le perdite di reddito causate dalla riduzione della domanda di pesce e dalle restrizioni alle attività di pesca. Sono state anche introdotte misure per agevolare la vendita e la commercializzazione del pesce, nonché per garantire la sicurezza dei lavoratori del settore.
Per quanto riguarda invece l’aggressione militare russa contro l’Ucraina le ripercussioni sull’ambito della pesca sono state significative, in particolare nelle aree colpite direttamente dal conflitto. Pescatori e comunità costiere hanno infatti interrotto o limitato le attività in mare per la loro incolumità, andando incontro a gravi situazioni di povertà. A questo si aggiunge l’impatto nocivo per l’ambiente del materiale inquinante ed esplosivo rilasciato durante il conflitto. L’Unione europea ha stanziato dei fondi destinati alle comunità di pescatori e si è fatta promotrice del coordinamento internazionale fra gli Stati al fine di garantire la sicurezza delle operazioni di pesca nelle zone interessate dal conflitto.
Il Piano d’azione europeo per la pesca
La Commissione europea ha presentato a febbraio 2023 un Piano d’azione facente parte di un pacchetto di misure per migliorare la sostenibilità del settore della pesca e dell’acquacoltura.
Questo piano si concentra sulla protezione e il ripristino degli ecosistemi marini per promuovere una pesca sostenibile. Tra le azioni concrete per rendere la gestione delle pesca più rispettosa e moderna, l’Europa sta creando nuove aree marine protette in cui controlla strettamente le pratiche marittime, arrivando anche a suggerire l’uso di attrezzi da pesca a basso impatto ambientale.
Le aree protette gestite in modo efficace minimizzano le catture incidentali di specie sensibili, proteggono le aree di riproduzione e le aree di allevamento dei pesci e riducono gli impatti antropologici sugli habitat delicati come quello del fondale marino.
Il Regolamento europeo sulle Misure
Tecniche contiene infatti un insieme di regole di base per la pesca selettiva in ogni bacino marino. Ad esempio, specifica diverse dimensioni e forme di maglie nelle reti da pesca per catturare solo specifiche dimensioni di pesci, griglie e pannelli di selezione che consentono a certe specie di sfuggire o chiusure specifiche di aree di pesca, ad esempio durante il periodo di riproduzione dei pesci.
Dal Vecchio Continente sono arrivate anche delle iniziative concrete nell’ambito della riduzione dell’inquinamento, con speciale riguardo all’ambiente marino. Ad esempio, l’Europa ha imposto limiti per i rifiuti marini, il rumore subacqueo, i nutrienti e i contaminanti nell’ambito della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (MSFD. Le norme dell’UE riguardano anche le strutture di ricezione portuali, incentivando la consegna passiva dei rifiuti della pesca nei porti.
Il turismo sostenibile e la cooperazione internazionale come chiavi per proteggere l’ecosistema marino
Oltre alle politiche europee, al fine
Un ruolo chiave lo gioca la cooperazione internazionale: favorire la collaborazione tra Italia, altri Paesi mediterranei e organismi internazionali per la gestione sostenibile delle risorse marine di rendere sostenibile l’economia del mare in Italia, si possono mettere in pratica altre iniziative tra le quali l’incentivazione del turismo sostenibile e la collaborazione internazionale.
Per quanto riguarda la promozione del turismo sostenibile i Comuni e gli enti pubblici possono favorire lo sviluppo di infrastrutture turistiche a basso impatto ambientale, come ristoranti, lidi e negozi che riescano a coesistere rispettosamente nel contesto costiero. I turisti in visita in queste località devono essere messi a conoscenza dei comportamenti che consentono una fruizione consapevole delle risorse marine e delle aree costiere. Obiettivo delle istituzioni è quindi la formazione e la sensibilizzazione di adulti e bambini sull’importanza della conservazione marina.
Anche le tecnologie innovative possono essere risorse utili nello sviluppo sostenibile dell’economia del mare. Esempi di queste sono le energie rinnovabili marine come l’energia delle onde, delle maree e delle correnti marine, oppure le biotecnologie marine, per le quali si intende l’applicazione di processi biotecnologici volti a sfruttare risorse biologiche come le alghe, i batteri e gli organismi acquatici. Le applicazioni possono essere poi utilizzate per scopi industriali o per la produzione di biocarburanti, materiali biodegradabili, prodotti farmaceutici e cosmetici.
Infine, un ruolo chiave lo gioca la cooperazione internazionale: favorire la collaborazione tra Italia, altri Paesi mediterranei e organismi internazionali per la gestione sostenibile delle risorse marine permette di garantire l’effettiva attuazione delle politiche comuni per la sostenibilità delle comunità costiere. L’economia del mare può diventare un modello di successo per la gestione sostenibile delle risorse naturali, creando un equilibrio tra prosperità economica e conservazione ambientale.
VITA SOTT’ACQUA