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Dopo la pandemia, il settore si prepara a ripartire col piede giusto
di Chiara Bastianelli
Il settore del turismo in Italia è sempre stato un importante motore dell’economia, grazie alla ricchezza culturale, storica e paesaggistica che il Paese ha da offrire. La pandemia ha avuto un impatto significativo sul settore turistico a causa della chiusura delle frontiere verso l’estero, delle restrizioni ai viaggi e del crollo della domanda. Oggi il mercato sta lentamente riprendendo slancio: il 2023 dovrebbe rappresentare l’anno in cui la crescita del turismo ritornerà ai livelli pre-Covid, grazie anche alla comparsa e allo sviluppo di particolari forme innovative di ferie come il turismo slow, un’alternativa che promuove una visione più sostenibile e autentica delle vacanze.
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La battuta d’arresto del turismo e la nascita di alternative sostenibili
L’arrivo del Covid-19 in Italia ha portato a una drastica riduzione dei flussi turistici nel Paese. Nel 2020, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, l’Italia ha registrato un calo del 62% degli arrivi internazionali rispetto all’anno precedente. Questo ha avuto un impatto enorme sul mercato italiano delle vacanze, con la chiusura di alberghi, ristoranti e attrazioni turistiche.
Sono molti gli operatori che hanno dovuto affrontare sfide senza precedenti per sopravvivere, cercando nuove strategie per attirare visitatori in un contesto segnato dalle limitazioni della pandemia. In questo scenario, il turismo slow ha dimostrato di essere una scelta interessante per coloro che cercano esperienze più autentiche, sostenibili e a contatto con la natura nei paesi meta delle vacanze. Il concetto di turismo slow è nato come risposta all’omologazione delle esperienze turistiche. Promuovere un approccio più lento e consapevole alle vacanze, incoraggiando i viaggiatori a immergersi nella cultura e nelle tradizioni locali, porta a scoprire destinazioni meno conosciute e a ridurre l’impatto ambientale.
In Italia, il turismo slow ha una lunga tradizione e radici risalenti a ben prima della pandemia: le città d’arte, i borghi storici, i paesaggi rurali e le risorse naturali si prestano spontaneamente a un concetto di vacanza rallentata, autentica e ricca di vita reale. Molte regioni italiane, soprattutto quelle meno conosciute e al di fuori dei circuiti classici più blasonati, si sono impegnate attivamente nel promuovere il turismo slow come un’opportunità per sostenere le comunità locali e preservare il patrimonio culturale e naturale del Bel Paese.
L’Umbria, un esempio di destinazione slow in Italia
Un esempio di successo di turismo slow in Italia è rappresentato dalla regione Umbria. Nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023, tenutosi a maggio in Umbria, sono stati presentati diversi esempi di turismo sostenibile praticati nella regione e promulgati dai comuni locali in ottica di perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. I comuni di Otricoli, Narni, Calvi dell’Umbria e Lugnano in Teverina hanno illustrato progetti che promuovono uno stile di viaggio rispettoso dell’ambiente e della comunità locale.
Otricoli si è distinto per i progetti legati alla candidatura al Best Tourism Villages dell’UNWTO, mentre Narni ha presentato il tratto narnese della Ciclovia Assisi-Roma, offrendo un’opportunità di esplorare la regione in bicicletta attraverso un itinerario suggestivo. Calvi dell’Umbria ha valorizzato i suoi sentieri di trekking nei boschi calvesi, facendo parte del progetto Sentieri Umbro-Sabini, che permette ai visitatori di immergersi nella natura incontaminata. Infine, Lugnano in Teverina ha proposto progetti legati a delle specialità del territorio: la Strada del Vino e la Rotta degli Olivi. Entrambe offrono esperienze enogastronomiche uniche e la scoperta dei tesori paesaggistici umbri.
Un altro esempio umbro di slow tourism è rappresentato dal Parco del Lago Trasimeno. I visitatori possono noleggiare biciclette e seguire percorsi appositamente tracciati. L’itinerario potrebbe includere visite a piccole fattorie locali, dove i turisti possono conoscere il processo di produzione del vino o dell’olio d’oliva e partecipare a degustazioni guidate. Vengono poi organizzate soste presso le spiagge del lago Trasimeno, dove grandi e piccini possono rilassarsi, ammirare i paesaggi quasi incontaminati dall’uomo e la fauna locale o praticare sport acquatici eco-friendly come il kayak o la vela.
L’importanza delle infrastrutture e delle politiche turistiche nel rilancio del turismo post Covid
Per sostenere e favorire il turismo slow in Italia, è essenziale investire nelle infrastrutture turistiche e implementare politiche che promuovano uno sviluppo sostenibile.
Esempi di queste iniziative possono essere la creazione di piste ciclabili, l’ampliamento del trasporto pubblico nelle zone rurali ricche di attrazioni turistiche altrimenti non facilmente raggiungibili e la promozione di prodotti locali a km 0.
Ruolo fondamentale è quello svolto dalle comunità locali, attori principali nell’accoglienza dei turisti, che devono poter beneficiare di politiche attive di sostegno per le attività turistiche più legate alla natura e alla sostenibilità, come ad esempio l’attività di agriturismo, che lega il concetto di vacanza a quello di produzione locale delle aziende agricole, binomio che esalta il Made in Italy e le eccellenze italiane.
Il futuro del turismo in Italia
Il turismo in Italia sta lentamente riprendendo slancio. Le misure di vaccinazione, l’allentamento delle restrizioni ai viaggi e l’adozione di protocolli sanitari rigorosi hanno contribuito a rassicurare i viaggiatori e a ridare fiducia al settore turistico.
Secondo un’analisi realizzata da SRM, Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo, il 2023 sarà l’anno turistico della cultura, della natura e dell’attrattività dei territori del Bel Paese. Si prevede che l’Italia raggiungerà il pieno recupero dei flussi turistici, con un aumento delle presenze sia nazionali che straniere.
Il Pil generato dalle attività turistiche, secondo le stime, raggiungerà circa €100 miliardi di Euro, di cui il 25% proverrà dal territorio del sud Italia.
Il turismo meridionale è ben posizionato nel contesto europeo: secondo l’analisi di SRM, su 98 regioni dell’area UE4 (Italia, Spagna, Francia e Germania), tre regioni del Sud (Sardegna, Campania e Puglia) si collocano tra le prime 30 per livello di competitività turistica e altre 6 sono sopra la media europea.
Il sud Italia si configura come un bacino dalle altissime potenzialità turistiche ma sono necessari miliardi di Euro, di cui il 25% proverrà dal territorio del sud Italia miglioramenti e ampliamenti delle infrastrutture di connessione e accessibilità con i principali aeroporti e punti di snodo della viabilità Italiana per beneficiare realmente della potenzialità di questi luoghi.