Le emozioni di Piuma di Fabiola Zanella
Piuma, la cagnolina anziana abbandonata
Semplice pensare che gli animali non umani siano esseri privi di emozioni e di sentimenti. Solleva la coscienza nel caso di atti crudeli che gli uomini, per i motivi più differenti che vanno dalle sperimentazioni di farmaci fino alla detenzione in situazioni limite di animali, infliggono loro. La scienza non dà ragione agli scettici: gli animali provano emozioni, sono senzienti cioè sentono il dolore, la fame, la sete, la paura e la gioia. Noi umani siamo attratti da loro proprio perché manifestano i loro sentimenti che un albero o un bel panorama non sono in grado di trasmetterci. Molti esempi delle emozioni animali sono stati raccolti e descritti da autorevoli scienziati che hanno studiato, anche considerando questo aspetto, gli animali. Per questo oggi volevo riportare l’intervista che ho fatto a Claudia, una mia amica che ama gli animali e si batte perché vengano rispettati i loro diritti. Claudia da circa cinque anni presta attività di volontariato presso il canile di Monselice e in questo periodo di tempo ha avuto modo conoscere molte storie tristi. In questi anni ha potuto constatare che per quante cure e attenzioni vengono prestate ai cani ospiti della struttura, molti di essi manifestano sintomi profondi di stress, depressione, o episodi di aggressività. Dice che nella maggior parte dei casi tali sintomi scompaiono dopo un paio di mesi, nei soggetti giovani anche in meno tempo, ma in soggetti anziani l’ingresso in canile può essere fatale non solo per la salute del cane, ma anche per la propria vita. Mi ha parlato di un caso particolare che è successo circa venti giorni fa e che ha come protagonista proprio un cane anziano. Durante il turno domenicale Claudia vide arrivare in canile l’accalappiacani e tutti gli operatori presenti si allertarono per le operazioni di recupero dell’animale. Come al solito la tipologia di cane era una sorpresa: poteva trattarsi di un cane enorme e pauroso, di un cane piccolo, ma aggressivo, oppure di un cane ferito. Mai avrebbero pensato a quello che poi avrebbero visto quel giorno. L’operatore scese dalla macchina con un gomitolo marrone tremante tra le braccia, era una yorkshire femmina, quasi cieca e magrissima che chiamarono Piuma. L’operatore riferì che alcune religiose della casa di riposo del comune di Cinto Euganeo avevano trovato la cagnolina tremante davanti alla loro porta. Le cure prestate dal veterinario purtroppo non riuscirono a migliore molto lo stato di salute di Piuma, già molto compromesso. Le fu diagnosticato un grave stato di debilitazione e una serie di patologie legate ad una forma tumorale. Di fronte a simili casi di abbandono lo sgomento e l’indignazione giunsero pesantemente nei pensieri di Claudia e dei presenti. La domanda assillante a cui non riuscivano a trovare una risposta fu questa: “ Ma se la gente si comporta così con gli animali, come tratterà le persone?”. Questi pensieri hanno in realtà un fondamento: e’ stato rilevato in studi condotti su persone violente una correlazione positiva tra il loro comportamento nei confronti degli animali e delle persone. Piuma dopo tre giorni di attenzioni e di cure, purtroppo non
riuscì a superare l’affronto fisico e mentale, abbandonando questo mondo per raggiungerne uno migliore. Ogni essere vivente ha diritto di vivere la propria vita serenamente e senza sofferenza, con dignità. Gli uomini dovrebbero trattare gli altri abitanti del pianeta con rispetto, affrontando le proprie responsabilità nei confronti degli esseri viventi che li circondano, non nascondendosi davanti alle condizioni di vulnerabilità e fragilità, ma soprattutto non scaricandole al resto della società. Casi analoghi, verificatisi in questi anni nel canile di Monselice ma anche in altri canili, testimoniano proprio questo: le persone non comprendono le emozioni degli altri animali, li considerano degli oggetti non senzienti e non danno peso ad azioni gravi come l’abbandono del proprio amico animale. Quello che non riescono a risolvere lo allontanano, tanto ci sono sempre gli “altri” che se ne occupano, accollando alla società il peso, non solo economico, della loro incapacità. Per ricordare Piuma e i tanti altri cani che sono morti come lei, ho dato voce a questi operatori e volontari del canile per dire con forza a tutti quelli che vorranno ascoltare, di non abbandonare i cani e di non maltrattare gli animali. I volontari delle varie associazioni protezionistiche possono trovare una sistemazione magari temporanea o meglio ancora definitiva presso altre famiglie, attivare tam tam su internet per trovare volontari in grado di ospitare il cane o aiutarvi nel trovare la soluzione migliore per la malattia del vostro cane. Abbandonare un cane vuol dire ucciderlo, non solo fisicamente (pericolosità stradale, malattie…) ma anche affettivamente, vuol dire tradirlo e non riconoscere l’amore e l’amicizia che ha condiviso con il suo umano. Significa condannarlo il più delle volte a vivere parte della sua vita chiuso un gabbia e non vedere più un prato per parecchi anni. Come noi umani gli animali soffrono quando vengono trattati come degli oggetti da buttare, provano uno stato di sconforto profondo quando vengono abbandonati. L’uomo non è l’unico essere su questo pianeta a provare emozioni: coloro che adottano pesci, uccelli, cani, gatti e altri animali lo dimostrano perché rispondono al bisogno di amare e di essere amati.
Articolo pubblicato giovedì 24 marzo 2011 Quotidiano “la Voce nuova di Rovigo”