materiali della
TRADIZIONE
STUDIO DI ARCHITETTURA
LATERIZIO il termine è riferito propriamente ai mattoni utilizzati nella tecnica edilizia romana. Oggi è esteso ad indicare la vasta gamma di prodotti ceramici utilizzati per le costruzioni edili (murature verticale e coperture orizzontali) tra cui il mattone, pieno e forato, la pignatta, la tavella, la volterranea, il coppo, la tegola marsigliese.
MATTONE Elemento utilizzato sin dall'antichità nelle costruzioni. Viene ottenuto attraverso l’estrusione, l’essiccamento e la successiva cottura in fornace di materiali argillosi (con o senza utilizzo di aggiunte quali sabbia, ossidi di ferro, ecc.). Il mattone pieno trova largo uso nella ristrutturazione di edifici storici e a facciavista, cioè visibile in facciata, viene prodotto con argille selezionate, per dare al prodotto uniformità di colore, prestazione e aspetto.
COTTO Materiale edile di produzione artigianale o industriale usato come rivestimento pavimentario, ottenuto da un particolare trattamento e cottura dell'argilla. A seconda del tipo di argilla utilizzato, il colore del prodotto finito può variare dai toni dell’ocra al rosso cupo. In passato era usato come materiale povero nell'edificazione di case rurali; oggi è divenuto un materiale pregiato e sempre più richiesto sul mercato. Di forme diverse, quadrato o rettangolare (pianella), presenta numerosi modi di montaggio (ad esempio a filare, a spina di pesce).
TEGOLE Ottenute dall’impasto di argilla ed ossidi metallici, sono usate per rivestire le coperture degli edifici, precisamente le coperture a tetto. Esse hanno nell’edilizia tradizionale italiana differenti forme ed è possibile classificarle in: - Tegole con forma ricurva, detto Coppo - Tegole con forma piana, detti Embrice (con forma trapezoidale), Marsigliese (con delle tipiche nervature), Olandese, Romana.
MARMO Si forma attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie, quali il calcare o la Dolomia, che provoca una completa ricristallizzazione del carbonato di calcio di cui sono in prevalenza composte. Il colore dipende dalla presenza di impurità minerali (argilla, limo, sabbia, ossidi di ferro, noduli di selce), esistenti in granuli o in strati all'interno della roccia sedimentaria originaria. I marmi bianchi sono esito della metamorfizzazione di rocce calcaree prive di impurità. Il marmo, ridotto in lastre, viene usato per molteplici scopi, ad esempio per pavimentazioni e pannelli di rivestimento, il materiale è molto poroso e tende ad assorbire i liquidi con cui viene a contatto; per questo motivo viene trattato con specifici prodotti per proteggerne la superficie.
TRAVERTINO Roccia sedimentaria calcarea, molto utilizzata in edilizia, il calcare è uno dei depositi più frequenti in natura essendo prodotto dalla precipitazione di Carbonato di Calcio disciolto nell'acqua.Un ambiente in cui la soluzione calcarea abbia avuto il tempo di ristagnare e sedimentarsi abbastanza vicino alla superficie da poter attraversare cicli di evaporazione e risommersione e poco disturbato da acque sorgive o correnti, è l'ambiente giusto per la formazione del travertino.Il colore dipende dagli ossidi che ha incorporato (cosa che accade abbastanza facilmente, essendo di sua natura una pietra abbastanza porosa). La colorazione naturale varia dal bianco latte al noce, attraverso varie sfumature dal giallo al rosso. È frequente incontrarvi impronte fossili di animali e piante.In generale il travertino è una pietra robusta e docile, utilizzabile per pavimenti e rivestimenti sia esterni che interni e in alcuni casi, anche per la scultura.La qualità estetica è ormai definita dagli architetti, essendosi molto raffinati, negli ultimi cinquant'anni, i metodi di lavorazione industriale, e moltiplicati i trattamenti possibili.In Italia, i travertini migliori provengono dalle zone ai margini del vulcano laziale, in particolare da Guidonia e Tivoli (che ha dato il nome al cosiddetto "travertino romano", detto dai latini "lapis tiburtinus"), ma ne esistono giacimenti anche in Toscana, in Umbria e nelle Marche.
PIETRA SERENA Pietra arenaria di colore grigio particolarmente utilizzata nell'architettura e nella scultura.Ha una granulometria variabile, che a seconda delle cave passa da medio-fine a grossa. La tessitura della pietra è gradevolmente omogenea, con puntini lucenti dovuti alla presenza di scagliette di mica. Presenta talvolta laminazioni e gradazioni (cioè variazioni della granulometria nello stesso blocco). Talvolta vene di calcite spatica possono dare origini a punti di debolezza. Viene lavorata in diversi modi, a seconda dell’uso finale che si vuole farne: scalpellato, levigato, fiammato, bocciardato, rigato, sabbiato.
TUFO Roccia magmatica, in particolare è il tipo più diffuso di rocce piroclastiche. I tufi, intesi come differenti varietà di tufo, risultano formati in maggior parte da lapilli di dimensioni comprese fra i 2 mm e i 30 mm emessi durante un'eruzione vulcanica. L’ambiente in cui si depositano può essere estremamente variabile e ne determina le caratteristiche di colore, struttura e tessitura che variano, non solo da cava a cava, ma anche nella stessa cava e da livello a livello. Anche i calcari formati da sedimenti danno origine a rocce chiamate tufi, che generalmente includono tracce di vegetali o di conchiglie fossilizzate. Vengono chiamati impropriamente tufi (se di colore bianco o Carparo se più ambrato), delle rocce arenarie tuttora ampiamente utilizzate nell'edilizia (p. es. in Puglia; oppure in Sicilia nella zona di Marsala). Una forma a grana più fitta e pregiata è denominata Pietra leccese e viene usata in sostituzione del marmo in campo artistico. Di aspetto granuloso, il tufo risulta un materiale molto poroso. La sua struttura granulare, offre un'ottima aderenza con la malta cosa che unitamente ad altre sue caratteristiche fa di questo materiale uno dei prodotti maggiormente usati in edilizia. Generalmente è definito una pietra tenera e la sua resistenza allo schiacciamento varia con la varietà della roccia stessa.
TETTO SPIOVENTE Il tetto a falde è caratterizzato da una o più facce piane inclinate, su cui è possibile distinguere: - la linea di colmo, cioè una retta orizzontale di massima quota, che si ottiene come intersezione tra due falde inclinate del tetto; - la linea di gronda, cioè una retta orizzontale di minima quota che si ottiene come intersezione tra le falde inclinate con un stesso piano orizzontale, detto piano d'imposta del tetto; - la linea di displuvio, l’intersezione inclinata di due falde ad angolo convesso (saliente); - la linea di compluvio, l’intersezione inclinata di due falde ad angolo concavo (rientrante).
TETTO IN LEGNO L'orditura in legno del tetto è costituita da vari elementi: - le capriate; - la grossa orditura; - la piccola orditura. Le capriate in legno, sono formate da due travi (Puntoni) disposte secondo l’inclinazione delle falde, riunite in sommità ad un travetto verticale (Monaco o Ometto), e inferiormente collegate ad una trave orizzontale (Catena o Tirante). Le unioni o connessioni dei vari elementi si ottengono mediante intagli, opportunamente rinforzati con ferri piatti. Questo tipo di capriata può essere utilizzata per luci fino a 6 – 7 mt; per luci fino a 15 mt, si usa interporre due Contraffissi o Saettoni fra l’ometto ed i puntoni. Mentre la grossa orditura è costituita dalle travi , la piccola orditura è costituita da correntini o listelli orizzontali, paralleli alle linee di gronda, nei tetti alla piemontese; e da travicelli o correntini o murali, inclinati secondo la pendenza del tetto, nei tetti alla lombarda. Al di sopra, di solito, si trova uno strato di elementi piatti in laterizio, detti pianelle, oppure un tavolato in legno.
ARCO Struttura curva, composta da conci di forma trapezoidale disposti in maniera radiale verso un ipotetico centro; il concio centrale viene detto Chiave dell’arco, gli altri sono detti Cunei. Quando l'arco forma un semicerchio viene detto a tutto sesto, altre forme comuni in italia sono l'arco a sesto acuto, e quello a sesto ribassato. La struttura poggia su due Piedritti, strutture portanti che ne sostengono il peso.
CAMINO È stato il primo modo per riscaldare di uno spazio chiuso. Le parti più importanti di un camino sono il focolare, la griglia, il cassetto raccogli cenere, l'architrave, i piedritti, la cappa, la canna fumaria ed il comignolo. Ogni elemento ha la sua importanza nella corretta progettazione al fine di un buon funzionamento. Il focolare va realizzato con materiali refrattari e resistenti al calore, ed il vano che lo contiene può aggettare dal muro oppure può essere ricavato all'interno del muro stesso. I piedritti e l'architrave possono essere in marmo, muratura, mattoni, legno, pietra, a seconda dei gusti personali e gli usi locali. La cappa, di solito a forma di piramide tronca, viene costruita utilizzando comuni tavelle da edilizia ed internamente può essere rivestita di metallo per favorire l'irradiamento di calore nell'ambiente ed il tiraggio dei fumi. La griglia fatta in genere in ghisa, va collocata sul pavimento del focolare. La canna fumaria ha la funzione di convogliare all'esterno i fumi, costruita in acciaio o muratura con materiali refrattari resistenti alle alte temperature e impermeabili ai gas, è preferibile abbia una sezione circolare e nel suo percorso è bene evitare strozzature o inclinazioni superiori a 45 gradi rispetto la verticale, può anche essere realizzata a sezione quadrata o rettangolare e in quest'ultimo caso occorre che i lati non differiscano tra loro di più di 2/3.
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