SOCIETÀ GINNASTICA
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pag. 3 INDICE
EDITORIALE La guida per il risparmio di Michele Ruschioni Risparmio. E al diavolo lo spread, il differenziale, i bond e i btp. La parola d’ordine in questi momenti di forte instabilità politica ed economica, per noi comuni mortali, è una sola: risparmio. Nel senso più genuino della parola: spendere con parsimonia per trovarsi, alla fine del mese, con qualche biglietto da dieci euro in più. Non essendo professori o economisti eviteremo di dare lezioni sull’argomento. Però qualche suggerimento, quello si, possiamo darvelo. Motivo questo che ci ha spinto a presentarvi un lavoro che siamo certi potrà tornarvi molto utile, lo trovate in apertura e mette a confronto i prezzi dei generi alimentari più richiesti nei maggiori punti vendita della città. C’è dietro parecchio lavoro e siamo ben lieti di condividerlo con voi. Ed ecco quartiere per quartiere i supermarket, mercati ortofrutticoli, grandi centri di distribuzione, discount, tutti messi a confronto. E’ una sorta di guida al risparmio che pensiamo possa essere un buon orientamento per la spesa quotidiana. Proprio perché il tempo è denaro, fornendovi questa griglia realizzata con zelo dalla nostra Laura Puddu, potrete andare a colpo sicuro. Consideratelo, se volete, un doppio risparmio. Certo, siamo consapevoli che non sarà la svolta della vita, ma, come si dice in questi casi - e perdonate il gioco di parole - piuttosto che “niente”, meglio “piuttosto”. m.ruschioni@cagliaripad.it
Occhio al prezzo pag. 4 Economia: i benefici dell’export pag. 6 Intervista a Jacopo Cullin pag. 10 Talenti sardi: Irene Nonis pag. 13 La città degli eroi pag. 14 Last news pag. 15 New York: ristoranti made in Sardegna pag. 16 L’uomo che sfida le mine pag. 18 Il Casteddaio pag. 20 Colpi di penna pag. 23
CAGLIARIpad.it
ANNO I • Numero 7 • 6 dicembre 2011 Editore GCS Green Comm Services. S.r.l. Direttore Responsabile Michele Ruschioni Redazione Guido Garau Alessandra Ghiani Lexa Carlo Poddighe Maria Grazia Pusceddu Laura Puddu Michela Seu Fotografie Alessandra Ghiani Progetto grafico e impaginazione Cesare Giombetti Stampa Grafiche Ghiani • Monastir Sede legale Via Giotto, 5 • 09121 • Cagliari Redazione Largo Carlo Felice, 18 09124 Cagliari www.cagliaripad.it redazione@cagliaripad.it Tel. 070.3321559 • 366.4376649 Autorizzazione Tribunale di Cagliari 15/11 del 6 settembre 2011
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OCCHIO AL PREZZO
GUIDA AL RISPARMIO IN CITTÀ Dove andare, cosa comprare e quanto spendere per riempire la credenza e non svuotare troppo il portafogli di Laura Puddu
are la spesa F oggi è diventato terribilmente serio. In tempi di crisi, non è permesso sbagliare ed il risparmio di 20 centesimi è una conquista.
P
er questo motivo abbiamo deciso di mettere a confronto i prezzi di alcuni punti vendita nella zona di Cagliari.
tale non subisce comunque differenze degne di nota tra i quartieri del centro città. Con frequenza quasi settimanale, ogni esercizio propone ottime offerte. n dato su tutti: per U spendere meno possibile, la scelta ricade sui
grandi centri commerciali. Al mercato ortofrutticolo la convenienza è palese ma si può acquistare solo in grandi quantità.
a tabella illustra gli impeculiarità più evidente Lre aè articoli che si possono trova- Lporti rilevati negli ultimi assolutamente dieci giorni di Novembre. identici con tariffe nettamente diverse. La spesa to-
Attenzione: informiamo sui prezzi, non sulla qualità.
pag. 5
Banane al kg
Gieffe Via Berlino Cagliari Genneruxi
Gieffe Via De Gioannis Cagliari Genneruxi
Nonna Isa Viale Sant’ Ignazio Cagliari Stampace
Mercato Civico S Benedetto Cagliari Q. S. Benedetto
1.59
1.59
1.65
1.80
1.59
1.80
Finocchi al kg
FrescoDì Via Cocco Ortu Cagliari Q. S. Benedetto
Romana Market Via Fiume Quartu S.Elena
Auchan C. Comm. S.Gilla Cagliari
Carrefour C. Comm. Le Vele Quartucciu
Mercato Ortofrutta ingrosso Viale Monastir
Mercato Civico Elmas
1.49
0.80
1.28
1.10
1.80
1.09
1.38
0.85
1.50
Pere Abate al kg
1.79
1.79
1.89
1.50
1.39
1.59
1.33
1.45
1.20
1.70
Mele Fuji al kg
1.49
1.49
1.59
1.20-1.30
1.49
1.39
1.39
1.88
1.10
1.80
Zucchine al kg
1.99
1.99
1.99
1.80-2.00
0.99
1.89
1.99
2.38
1.50
2.50
1.69
1.80-2.00
1.99
1.89
1.99
1.45
1.45
2.50
1.20
1.00
1.70
Peperoni al kg Arance al kg
1.39
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Pane tipo insemolato al kg
3.00
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6.49
4.99
4.99
7.09
1.19
1.19
1.15
1.09
1.11
8.39
8.40
4.35 una confezione
6.99
8.75
1.10
1.01
1.09
0.45
0.53
0.51
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1.09
1.09
ACQUA San Giorgio 1 litro e mezzo
0.49
0.49
0.27 da mezzo litro
EXPORT A GOGO
CAGLIARI, PER CRESCERE bISOGNA GUARDARE AL MERCATO ESTERO L’analisi della Camera di Commercio: il mercato interno langue, vola solo chi fa affari con Asia e paesi extra Ue di Guido Garau
I
n un mondo piegato dalla crisi pandemica, in metastasi diffusa, dove l’Italia arranca e la Sardegna sprofonda, la Provincia di Cagliari veleggia verso la ripresa. Scherziamo? Macchè. Analizzato lo stato di salute generale, infatti, e ammessa una patologia
globale, questa porzione di territorio si presenta sì come un paziente convalescente, malaticcio e malconcio, ma anche come un organismo che ha trovato da qualche tempo i giusti anticorpi: il rimedio infallibile contro la recessione si chiama mercato estero. A leggere il rapporto della Camera di Commercio di Cagliari, gentilmente messo a disposizione dal presidente dell’en-
te, Giancarlo Deidda, si scoprono numeri e dati sorprendenti: vediamoli.
N
el mondo
Piccola premessa generale. Nel 2010 l’economia mondiale ha ripreso a correre sui livelli pre-crisi, stimolata dall’esplosione delle economie asiatiche emergenti. L’Europa, invece, sconta strutture economiche
più mature, l’effetto negativo dei più elevati debiti pubblici e paga lo scotto di dover acquistare materie prime di base – in particolare il petrolio – che risentono della crisi che sta interessando il NordAfrica.
I
n Italia
Anche l’Italia nel 2010 ha avuto timidi segnali di ripresa: l’economia è tornata a crescere
pag. 7 sopra il punto percentuale (+1,3%), sospinta soprattutto dalla ritrovata vivacità del Made in Italy (alimentare, moda, elettrotecnica, prodotti in legno, minerali non metalliferi, altri manufatti tra cui il mobilio) dalla grande ripresa della chimica farmaceutica e dei mezzi di trasporto.
L
a situazione economica della provincia di Cagliari E In Sardegna? In provincia di Cagliari si è registrata una timida ripresa dell’attività economica con un aumento della ricchezza
prodotta pari al +0,6%. Ma è un dato ingannevole, visto che il crollo del Pil la Provincia lo ha avuto nel 2009, in piena recessione economica, con una contrazione pari a -3,4.
P
er capire dove ci troviamo usiamo la bussola del Pil pro capite, ossia di quanto dispone, mediamente, ogni persona ogni anno. A Cagliari e dintorni sono poco più di 22mila euro (dati del 2010). In Sardegna prima viene solo Olbia-Tempio con 23mila e rotti euro. A Carbonia-Iglesias il Pil pro capite è di 14mila euro, la media nazio-
Sono però i dati positivi che stupiscono. n base agli ultimi dati Le imprese sono audisponibili, la provin- mentate di 84 unità in cia di Cagliari ha lati un anno (da 61.958 a deboli e delle punte di 62.042). In provincia diamante. di Cagliari, l’incremento di imprese attive ha e note dolenti ven- interessato il compargono dal settore to della fornitura di agricolo (-7,5%), dalle energia elettrica, gas costruzioni (-8,8%) e, e vapore. Altri settori soprattutto, dal set- in evidente espansione tore manifatturiero sono stati quello del(-15,3%); male anche le attività immobiliari l’industria manifattu- (+8,4%) e della sanità riera (-3,7%) mentre ed assistenza sociale un contributo positivo (+5,9%). è stato offerto dai serra i settori che vizi (+1,9%). contribuiscoonsistenza e no maggiormente, in dinamiche im- termini assoluti, alla prenditoriali crescita della base imprenditoriale, emernale è di 26.625 euro.
I
L
C
T
gono le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione che, nonostante il calo delle presenze di visitatori nella stagione turistica 2010, hanno realizzato un incremento del +3,7%. Le navi da crociera, insomma, pagano, così come i voli low cost.
L’
apertura internazionale dell’imprenditoria cagliaritana Se c’è però una nuova vera speranza questa è legata alle esportazioni. Sulla scia dell’espansione della domanda mondiale, le esportazioni provinciali di Cagliari han-
no ripreso a crescere dopo la forte contrazione del 2009, aumentando del +70,6%; lo stesso trend si è rilevato in Sardegna ed a livello nazionale, con un aumento rispettivamente pari al +59,4% e +16,4%.
T
ale ripresa è dipesa nella provincia cagliaritana in larga parte dal settore dei prodotti petroliferi raffinati che incidono con una quota superiore al 90% del totale dell’export. Eppure, in provincia di Cagliari nel 2010 le esportazioni crescono al netto della componente petrolchimica del 25,2%.
cupazionale
N
el dettaglio, il settore dei mezzi di trasporto cresce di circa venti volte; grande espansione registrano le esportazioni dei prodotti dell’industria farmaceutica e botanica (+148%), degli apparecchi elettrici (+220%) e dei computer e degli apparecchi elettronici (+68,6%). Tra i settori più tradizionali si deve menzionare lo sviluppo delle richieste all’interno dei mercati mondiali del tessile, dell’abbigliamento, delle pelli ed accessori, con un incremento del 18,2%.
N
ote dolenti sul fronte oc-
Se l’economia, nonostante tutto, cala ma non crolla, i dati sull’occupazione allarmano. Nella provincia di Cagliari, la forza lavoro si è andata riducendo rispetto all’anno precedente, da circa 239 mila a 233 mila unità, con conseguente riduzione del tasso di attività dal 60,2% del 2009 al 58,9% del 2010.
I
n media, ogni famiglia Cagliaritana disponeva di un reddito di 36mila euro nel 2008, oggi siamo sotto di 2mila all’anno (in Italia la media è di 41mila euro anno).
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pag. 9
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IL JIM CARREY NOSTRANO
IL SIGNOR QUINDICI VOLTI Sul palco come sul set, tanto comico quanto serio ed impegnato, Jacopo Cullin a Cagliari è uno di famiglia di Alessandra Ghiani cchi da O pazzo e sorriso travolgente. Fac-
cia di gomma verrebbe da dire tanto sono varie mimica ed espressività. E’ il Jim Carrey nostrano, tra il serio e il faceto, tra posatezza e demenza. Piccolo attore deluso a 5 anni, quando gli fu affidato un ruolo secondario mentre aspettava quello principale; interprete poliedrico ed efficace sia sul palco che nei set, oggi. i Jacopo Cullin si sanD no già parecchie cose: nel pieno del successo ottenuto grazie ai suoi spassosi personaggi ha deciso di lasciare l’Isola con il suo trolley pieno di tenacia e di facce da scemo per dare una forma un po’ più tecnica alla sua dote innata e coltivare il suo lato più serio e professionale. Approdato a Roma ha assorbito tutto il possibile, diventandone anche membro ad honorem, dall’ Actor’s Center Rome.
oi la Grande Mela. Qui Pcorso ha iniziato il lungo perdi perfezionamento
che dura ancora nonostante il suo rientro. In mezzo a tutto questo Le ali (Film Tv, 2008), Room4U Ospite Perfetto (Sitcom per cellulari, 2008), Al di là del lago (Film e Serie Tv, dal 2009 al 2011) e Angeli e diamanti (Serie Tv, 2011). Oltre ai suoi alter
ego: Signor Tonino il vecchio inseparabile dal suo più che quarantenne figlio Roberto, Salvatore Pilloni il gaggio deliquentazzo selargino, Mario l’uomo delle pulizie scorreggione incontenibile, Nanni l’uomo riccio pescatore di borgo e il mitico Angioletto Biddi’e
Jacopo durante uno dei suoi spettacoli
Proccu, l’anziano guasilese che ogni tanto perde la memoria (figura al quale è particolarmente legato). Personaggi osservati nella vita quotidiana, portati all’estrema caricatura e nonostante tutto più reali che mai.
uello a cui non si Q pensa, forse, è che Jacopo è anche uno qualun-
que quando non è su un palco, uno che fa pipì nella doccia o si mette le dita nel naso, uno che si lecca
pag. 11 le briciole dalle dita quando nessuno lo vede o fa le puzzette sul divano. È allergico ai gatti ed ha il terrore di investirne qualcuno mentre guida, non ha sassolini nella scarpa da togliersi e gli piacciono i bagni di folla. Tollera bene quando qualcuno per strada lo shakera in abbracci un po’ coloriti. È gente da vivere, dice. I suoi amici sono quelli di sempre e sua nipotina gli fa perdere la testa. Dicono di lui che é un Bastian contrario e un gran rompiballe puntiglioso (ma per scherzo, aggiunge).
lui per averci raggiunto al bar sotto la Redazione. Un giovane volenteroso che dopo le superiori si è sempre mantenuto senza l’aiuto di nessuno, con i suoi dubbi e le sue paure, con una generosità di cui parla in maniera un
po’ schiva. Le sue iniziative benefiche, come Centu concas, una berritta, sono note. Altre un po’ meno. Quartucciu andavo A spesso a fare visita ai ragazzi del carcere mino-
rile, gli incontri erano fissa-
ti per il giovedì. Giocavo e parlavo un po’ con loro, un giorno ho fatto 5 minuti travestito da uno dei miei personaggi, Salvatore Pilloni. È sempre difficile capire cosa fare in queste situazioni. Così come negli ospedali.
giorno più bello Ildella tua vita? ituba parecchio e queT sta domanda lo mette un po’ in crisi, forse per-
ché sono ricordi troppo personali. I suoi occhi roteano a destra e manca mentre pensa.
on è un giorno, sono N momenti. Il giorno del mio primo bacio... che bel-
lo... son tornato a casa e salivo i gradini a tre a tre... contentissimo. Poi quando ho vinto il BEST come migliore animatore turistico nel 2002. Un momento felice è stato anche quello in cui ho preso l’aereo di rientro dall’America. Mi sono sentito soddisfatto, ero felice perché all’inizio, quel viaggio, non era solo partire, ma anche decidere di farlo in un momento particolare. Nessuno credeva l’avrei fatto davvero, da solo. Forse è per questo che, senza pensarci troppo davanti al pc, ho preso quel biglietto. L’ho fatto, ed è stata una bella soddisfazione.
un Jacopo Cullin inÈquello solitamente normale che si presenta quasi puntuale alla nostra intervista a domicilio, come l’ha chiamata
Jacopo - Angioletto Biddi ‘e Proccu
LA VOCE SARDA CHE HA INCANTATO IL MONDO Negli ospedali?
sguardo che si perde nei ricordi. Questa specie di inconsapevolezza affatto i, mi capita spesso di ordinaria in certi amandare al Microcitemico. bienti, in questa nostra Là, quando vai a far ridere Italia affamata di lustrini un bimbo che magari ha il e popolarità. Piace percancro o la talassemia fai ché si fa voler bene, piace di tutto per dargli un po’ lui e in fondo, senza ocdi buonumore, e magari chialoni aggiustati e senun sorriso glielo strappi. za espressioni da psicoPoi ti giri e vedi i genitori patico, è pure un gran bel che ti guardano con quella ragazzo. Piace a mamme faccia da “ma che c’hai da e figli, a papà e nonni che, ridere?!”. Non è sempre se lo incontrano nelle così, ma capita. La prima vesti di signor Tonino al volta appena sono uscito Mercato di San Benedetmi son fatto un pianto… to, lo salutano come uno Ora riesco a gestire meglio di famiglia. E null’altro ci l’emotività ma e’ inevitabile si può aspettare da uno affezionarsi a quei bimbi che porta i suoi perche spesso però non ce la sonaggi anche al Times fanno. Square di New York per ricordare ai suoi conterCredi in Dio? ranei di andare a votare, da uno che continua a far i, lo chiamo Dio perché parlare i suoi personagson cresciuto in un am- gi in quel melodico sardo biente cattolico, ma quello italianizzato anche dopo che per me é Dio può ave- aver calcato set internare più nomi, a seconda del- zionali. La Sardegna e Cale religioni o credenze. Di- gliari sempre nel cuore. ciamo che conto sul Bene. So che per molte persone Se chiedessi a Salvaé difficile crederci, c’é chi tore Pilloni di prenpassa l’intera vita a cercar- dere un gruppo di lo o a rifiutarlo. Io ho ca- turisti da una nave pito che questa presenza, da crociera ed aco chiamala sensazione o compagnarli a fare energia, si può sentire solo il giro di Cagliari in vivendo tutti gli esseri pre- 5 tappe, dove li porsenti sulla terra, vivendo la terebbe? vita al meglio, nel rispetto totale delle persone e della rima di tutto in piazza natura. Yenne a vedere un po’ di scioscio (belle ragazze, E dopo la morte? ndr) per darci la carica, poi al Cavallaccio Marino i riposo. a mangiarci un panino del caddozzone e due partite al Bin Ben. Dopo cena a Riposa in pace Monte Urpinu a berci due cose prima di passare in i posso toccare? discoteca allo Sciabecchio. Per finire colazione al Bar Giardini... uesta è la normalità a.ghiani@cagliaripad.it speciale di Jacopo, la prontezza di una battuta, la dolcezza di uno
S
S
P
M
M Q Jacopo - Signor Tonino
VOCI SARDE
IRENE NONIS, DALLE STELLE IN GIÙ Il successo è bastardo, come arriva se ne va. Chiedetelo a chi dopo le vette è tornato con i piedi per terra. E che oggi rifarebbe tutte le scelte del passato. di Maria Grazia Pusceddu a una voce H calda e suadente Irene Nonis, la can-
tante cagliaritana di fama internazionale. Scrive a canta in inglese da quando aveva 17 anni, oggi ne ha 36 e il suo amore per la musica è rimasto immutato. el 2003 si affaccia nel N panorama musicale mondiale per puro caso: du-
rante uno stage fotografico in cui fa la modella, la giovane cantante incontra, infatti, un fotografo di video musicali che dopo averla sentita cantare le ha fatto ottenere alcuni colloqui presso le più importanti case discografiche. Firma il contratto per il primo album con la Universal e intanto il singolo “Recogn-eyez”, già colonna sonora degli spot di Dolce e Gabbana, riscuote un enorme successo nel mondo.
eguono poi altri singoli, Ssordio estratti dall’album d’e“Talkabout”, come
“Talk’n’Touch” e “Calendar” che la consacrano come nuova stella nel firmamento musicale internazionale. L’album, tra l’altro, contiene importanti collaborazioni come quella con Brian West e Gerarld Eaton che hanno lavorato anche con Nelly Furtado e Ben Harper. Il giornalista e critico musicale Mario Luzzato Fegiz, in un articolo pubblicato nel 2004 sul Corriere della Sera, la definisce la “Kylie Minogue sarda” per il gusto sexy–patinato dell’esecuzione ma soprattutto per la vicinanza dello stile al mondo della moda. l secondo album ancora Isuccesso nel cassetto. Mantenere il però non è faci-
le soprattutto se non vuoi scendere a compromessi facendo musica che non ti appartiene. È quello che è capitato a Irene. “Nel 2003 – dice la cantante cagliaritana – il successo è arrivato inaspettato; sarebbe dovuto seguire un secondo album in italiano da me però non voluto perché io scrivo e canto in inglese. C’è stato
Copertina di Talkabout
quindi un problema legale con la casa discografica e la mia volontà di recedere dal contratto”. Da allora però per Irene la strada è sempre stata in salita; per alcuni anni ha messo un po’ da parte la musica e per mantenersi ha fatto la pubblicitaria nell’attesa che qualche major producesse il suo secondo album. “Ho preparato un progetto meno commerciale – ha aggiunto la cantante sarda – che strizza un po’ l’occhio al mondo morcheeba e a quello delle ballate crepuscolari. uesto progetto per Q quanto melodico non ha però ancora trovato un riscontro in Italia perché le major non vogliono artisti che cantano in inglese. Sto pertanto pensando a un’autoproduzione”. Intanto Irene fa molte serate nei locali e oltre che come cantante è molto richiesta anche come deejay. Del successo che le
ha totalmente cambiato la vita otto anni fa oggi dice: “L’unica cosa che mi è rimasta è un contatto importante con Giuliano Palma e con il suo produttore”. forte legame con la SarIleldegna. Il successo mondiache ha avuto Irene Nonis
con il suo album “Talkabout” non le ha fatto però dimenticare le sue origini. È infatti sempre rimasta molto legata alla Sardegna. E anche nel suo nome d’arte ha voluto un ricordo dell’Isola; la sua casa discografica voleva chiamarla “Sirene” ma lei ha invece voluto mantenere il suo nome e ha preferito soltanto togliere una “n” al suo cognome che è Nonnis. “Amo la Sardegna e quando sono lontana – ha detto la cantante sarda – il mare e il clima sardi mi mancano tantissimo. Poi essendo figlia di genitori barbaricini adoro moltissimo anche l’entroterra sardo”.
LA CITTÀ DEGLI EROI
Cagliari è piena di eroi, solo che non sanno di esserlo. Per questo nasce “la città degli eroi”, una rubrica dove non troverete i soliti vip luccicosi per eccesso di Photoshop, ma le storie di quelle persone vere, che tutti dovrebbero conoscere, perché fanno di Cagliari una città migliore. Noi vogliamo dare spazio a queste persone, ringraziarle tutte perché sono degli esempi. Se anche tu hai la storia di un eroe da raccontare, mandaci la tua segnalazione. redazione@cagliaripad.it Il cameriere fotografo Nessuno a casa sua gli ha mai chiesto di lavorare. Ma Alessandro, trentenne di Cagliari, in barba ai più convinti sostenitori del connubio “giovane-bamboccione”, ha deciso, fin da prima del diploma, di dipendere il meno possibile dai suoi. Con un occhio ai libri e uno ai tavoli, si è sempre distinto in entrambe le attività: studente e cameriere. Dopo il diploma al Liceo Scientifico, si iscrive alla facoltà di Scienze Politiche: divora libri, appunti e fotocopie dal primo all’ultimo esame. Mentre la sera, camicia bianca e divisa rossa, sfila fra i coperti di un noto ristorante di città. Si laurea alla triennale e prosegue con la specialistica in Relazioni Internazionali: 110 e lode con qualche mese d’anticipo. Senza mai abbandonare le vesti del cameriere, tenta diverse selezioni a master sparsi un po’ ovunque: Bologna, Roma, Parigi. Le passa tutte. E intanto c’è qualcosa, nel lavoro della sera, che lo attrae terribilmente. Sono i volti dei clienti, i sorrisi, gli sguardi. Alessandro inizia a desiderare di imprimerli. Lavora di più, acquista una reflex, frequenta i master, lavora nei locali e scatta fotografie. Impara da autodidatta. Per gioco, per passione. Per lavoro. Inizia a farsi conoscere e apprezzare: le prime richieste di book fotografici, anche a pagamento, non tardano ad arrivare. E allestisce una mostra, la prima, al Theremin (Corso Vittorio Emanuele, 380) che riscuote un buon successo. Dove il talento si mescola alla passione, alla tenacia, allo spirito di sacrificio, lì si inseriscono le piccole soddisfazioni di Alessandro. E, ci piace pensare, di tanti altri giovani che, come lui, hanno sempre preferito rimboccarsi le maniche anziché parcheggiarsi in facoltà e chiedere dieci euro a papà.
Il museo dei ricordi C’erano vecchi utensili polverosi, sacchi di legumi appena raccolti, e piatti. Pile di piatti antichi acquistati di volta in volta da su carrettoneri. Il solaio della zia di Mogoro era per Paolo il rifugio preferito nei pomeriggi d’estate, e quei piatti, tutti quei piatti, i giochi preferiti della sua felice infanzia. Da allora sono passati poco meno di quarant’anni e poco più di 4000 pezzi: per Paolo la passione di ieri porta oggi il nome di museo. Espone una collezione di circa 4500 tra piatti e zuppiere, in via Corte d’Appello nel quartiere Castello, la maggior parte dei quali di sua proprietà. Il primo piatto lo comprò al Bastione nell’85, per diecimila lire, appena giunto a Cagliari per studiare all’università. Espone anche quello, assieme a tanti altri acquisti effettuati nei mercatini: per ognuno ha una storia da raccontare, un aneddoto da ricordare. A Castello lo conoscono tutti: chi per la sua sconfinata cultura e chi per l’amore incondizionato che nutre per sua madre, una nonnina affetta da Alzheimer da più di dieci anni. La porta sempre con sé, nelle quotidiane passeggiate al Bastione di Santa Croce, o dentro il piccolo museo delle meraviglie. La vita non gli ha sorriso, forse: nessuna eredità - neppure un piatto - da parte dell’unica zia ricca e una vita piena di sacrifici tra studio, pochi soldi, lavoro e malattia di sua madre. Ma tu, di questo, non te ne accorgeresti mai. Dopo avere abbandonato i libri per qualche tempo, ora sta per laurearsi in Lettere moderne con indirizzo artistico, parla e ascolta con dolcezza la madre un po’ bambina, e nel suo piccolo grande museo anima ogni piatto di vita e di emozioni. Come su quel vecchio solaio impolverato. a cura di Michela Seu
LAST NEWS
È ACCADUTO IN CITTÀ a cura di Guido Garau Aerei, la continuità sarà uguale per tutti La Sardegna ha una nuova continuità territoriale. Il Consiglio regionale stanzia 172,5 milioni e a Roma il ministro Corrado Passera firma il decreto che fissa le regole di servizio sulle rotte aeree per l’Isola: due le novità, la tariffa unica per i voli da e per l’Isola, per tutti i viaggiatori, residenti e non, e uno sconto di 10 euro a biglietto in meno grazie alla tariffa di base ridotta (45 e 55 euro per andare rispettivamente a Roma e Milano contro gli attuali 49 e 59). Polemiche dall’opposizione: “Non e’ giusto che la tariffa unica venga pagata dai sardi”, dichiara il capogruppo Giampaolo Diana in Consiglio regionale. La Regione Sardegna, infatti, spenderà 57,5 milioni di euro l’anno (finora pagava solo lo Stato) per avere i vantaggi governativi, senza considerare che le agevolazioni interesseranno solo le tratte per Roma e Milano e non si garantisce che ci saranno vantaggi per le altre destinazioni. Falsi consulenti fiscali truffavano l’erario e i clienti La Guardia di finanza li ha smascherati: tre consulenti fiscali cagliaritani svolgevano la propria attività in maniera illegale, ingannando i loro clienti. Secondo le accuse, si sarebbero appropriati in diverso modo dei soldi consegnati dai clienti per il pagamento delle tasse e mai versati. Sono stati i contribuenti, nel ricevere le prime cartelle esattoriali emesse dall’Erario per i mancati versamenti delle imposte, a far scattare le indagini scoperchiando la truffa.
Rapina in tabaccheria, spari in pieno centro a Cagliari Un colpo di pistola, sparato in pieno giorno, ha scosso e turbato la tranquillità dell’elegante quartiere cittadino de La Vega, nel cuore di Cagliari. A sparare un bandito: era entrato nella tabaccheria di via Basilicata intimando alla commessa di farsi consegnare l’incasso. Non immaginava, il malvivente, di trovarsi di fronte il fidanzato della ragazza, guardia giurata in borghese, che non esitava a metterlo in fuga. Poi lo sparo, esploso a scopo intimidatorio dal furfante in fuga. Che non aveva scampo. Gli agenti della squadra mobile lo hanno rintracciato incastrando il complice, Gesuino Massa, 62 anni, di Cagliari, un disoccupato con qualche vecchissimo precedente penale, attraverso la targa della macchina con cui era scappato insieme all’autore della rapina. L’auto era della moglie . L’uomo, braccato dalle forze dell’ordine, si è costituito: ha confessato il nome del rapinatore (un uomo di 50 anni) che lo avrebbe sostanzialmente ingannato: non sapeva di dover fare da palo. Nuova sede comunale, Zedda pensa al Sant’Elia “Potremmo costruire nuovi edifici comunali attorno allo stadio e abbandonare il palazzo di via Sonnino”. Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, ha idea di trasformare il Comune partendo dalle fondamenta. Il piano, che per ora è solo un’ipotesi, presume di fare cassa vendendo l’attuale edificio del centro per traslocate attorno allo stadio, dove verrebbero realizzate delle apposite torri. Lo stadio verrebbe quindi trasformato in un centro sportivo polivalente per gare
e manifestazioni, come i concerti. Ma perché questo movimento? Perché attorno allo stadio Sant’Elia ci sono più di quattromila parcheggi, una condizione che si trova in poche altre zone della città. E se il Cagliari dovesse davvero costruire la Karalis Arena a Elmas – ma il progetto è in alto mare - il Municipio potrebbe davvero trasferirsi. A Villasor la serra fotovoltaica più grande al mondo Sardegna autosufficiente in termini energetici? Villasor prova a tracciare il percorso. Nasce al centro della pianura del Campidano, a 25 chilometri da Cagliari, il più grande parco serricolo al mondo che produce energia fotovoltaica. E’ destinato a colture ortofrutticole di qualità, melone, anguria, zucchina romanesca, finocchio e, fiore all’occhiello, i “frutti dell’amore”, ovvero la rosa da bacca richiestissima in Olanda. E soprattutto consente la produzione di energia pulita. La serra fotovoltaica Su Scioffu rispetto alle centrali alimentate a petrolio o carbone, consente un notevole risparmio energetico: 25mila tonnellate di Co2 e garantisce energia elettrica a 10mila famiglie sarde. Il grande parco fotovoltaico stabilisce un record mondiale per dimensione e potenza installata: 20MW su una superficie di 27 ettari, dotata di 84mila pannelli in un solo campo solare e 134 serre. La centrale verde è stata realizzata con un investimento di 70milioni di euro dall’indiana Mbcel, ha coinvolto cinque cooperative e darà 90 nuovi posti di lavoro. Peste suina: Sardegna, a dicembre il blocco dell’export La peste suina continua a mietere vittime: questa volta a farne le spese sarà l’export
di prodotti sardi a base di carne suina, che verrà bloccato dal mese di dicembre. E’ il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, a spiegarne il motivo: “Purtroppo, nessuna possibilità immediata di avere il ‘corridoio (sanitario)’, dice Cappellacci riferendosi alla possibilità di evitare il blocco immediato delle esportazioni di carni sarde, ma “stiamo lavorando alla definizione di una ‘road map’ che, con una serie di verifiche mensili, possa monitorare la situazione”. In modo tale, ha spiegato, che “nel momento in cui si registrassero i primi progressi, si possa riesaminare il provvedimento” della Commissione Ue sul blocco dell’export. Da parte sua, la Commissione europea non ha precisato ancora la data esatta dell’entrata in vigore del divieto. Cagliari calcio, qualcosa ancora non va La cura Ballardini ancora non ha portato frutti. Il Cagliari stente, e in casa, contro il Bologna, non riesce a centrare la vittoria. Arriva un magro pareggio, al termine di una gara mediocre, che mette in evidenza tutte le difficoltà della squadra: un Cossu fuori condizione, l’assenza di punte di peso, le amnesie della difesa. Unica nota positiva arriva dal giovane colombiano Ibarbo: il ragazzo sembra essere a suo agio nel ruolo di seconda punta, salta l’uomo con facilità e per alcuni aspetti – dribbling, corsa, passo assomiglia all’ex giocatore del Parma Faustino Asprilla. Il patron Cellino intanto sonda il mercato: due i nomi nell’agenda, entrambi pesanti: sono gli attaccanti Amauri e Borriello, rispettivamente di Juventus e Roma.
ALLA CONQUISTA DELL’AMERICA
DA AVVOCATI MANCATI A ChEF APPREzzATI. Nella trafficata New York batte un cuore sardo, merito di Luca, Giorgia e Nicola, cagliaritani doc, che alla carriera certa hanno preferito l’avventura a stelle e strisce. da New York Alessandra Chiappetti
on è chiaro se il ristoranN te sardo, che va di gran moda
tra i Vip della Grande Mela, sia un pezzo di Sardegna piantata nel cuore della città più snob del mondo o se esso sia piuttosto il prodotto di un perfetto matrimonio tra il coraggio di due giovani sardi con lo spirito di frontiera americano.
L
’avventura merita di essere raccontata. Luca Fadda si laurea in Economia all’Università di Cagliari. Giorgia Zedda, anche lei è laureata, in Legge. Li aspetta un lavoro qualificato e già tracciato, perfetto per chi si accontenta della routine che sognano molti giovani eu-
ropei meno fortunati di loro. Ma non si accontentano. di avere bisogno di maggiore spazio specie SLucaentono che ha una passione per la musica: fa già parte del piccolo complesso jazz Ratapignata, lo lascia insieme al suo basso e comincia a suonare la tromba.
el 2003 abbandonano tutN to e vanno dall’altra parte dell’oceano. Il loro soggiorno
dovrebbe durare tre mesi invece si appassionano al modo di vivere, di lavorare e di progredire dei loro coetanei yankee. Decidono di restare. L’unica strada che possono percorrere è quella di aprire un’attività commerciale, un ristorantino o meglio, un wine bar caffè, dove la musica sia una costante e un tratto distintivo.
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Da sinistra: Luca Fadda, Giorgia Zedda e Nicola Paganelli
N
on siamo alla fine dell’ottocento ma per uno straniero non è facile muoversi, soprattutto se la crisi economica scandisce i tempi della nuova modernità. C’è diffidenza. I proprietari hanno paura di affittare a stranieri. La lingua non facilita. Ma hanno voglia di fare. Superano ogni difficoltà. Riescono a trovare un piccolo locale in un quartiere fuori dal giro: NoLita (acronimo di North of Little Italy). Persino il proprietario di casa si chiede come possano aprire un ristorantino di quel genere in quella zona.
Luca e GiorELitavidentemente gia hanno l’occhio fino, Noin poco tempo diviene uno dei quartieri più di tendenza a Manhattan.
ffrono la più semplice O cucina cagliaritana che da queste parti è il cibo più
buono che un newyorkese possa immaginare. Pochi piatti che non tradiscono il gusto isolano senza complicazioni, i culurgiones per esempio, per mancanza del formaggio occorrente, non rientrano nella loro offerta; riescono raramente a proporre il porceddu.
unita alla puLarezzasemplicità di gusti determina
un mix al quale gli americani non possono resistere: malloreddus, gnocchetti alla capitanese, brasato al Cannonau, melanzane siccitane, pasta con la bottarga. La voce si diffonde in un batter d’occhio ed ecco arrivare Spike Lee, Anne Hathaway, Alec Baldwin, diventati ormai di casa. A volte passano la notte tardi, come Moby. Ma non c’è solo la cucina. Anche la musica esige il proprio spazio, e pazienza se il locale è troppo piccolo per poter offrire note e cibo insieme la soluzione è il festival dello swing, ossia del jazz tradizionale, due serate nella seconda settimana di dicembre. E il ristorante diventa ancora più frequentato. attira come il mieIsualle.successo Luca viene raggiunto da sorella, Giovanna, che lo
aiuta a gestire il locale. Poco tempo dopo apre con suo marito Andrea Mocci, pure lui cagliaritano, un altro ristorante, il “River Deli” a Brooklyn Heights con gli stessi requisiti di semplicità e tradizione del cibo. Il successo non tarda ad arrivare nemmeno in questo nuovo ristorante.
comitiva si allarga, Luca e LdaaGiorgia vengono raggiunti Nicola Paganelli. I genitori inizialmente per-
pag. 17 plessi nel vedere che i loro figli, laureati, si erano messi a fare i ristoratori sono oggi entusiasti, orgogliosi del loro successo e innamorati anche loro di New York. Questa la loro storia fatta di coraggio, bravura, un po’ di sana incoscienza e quel pizzico di fortuna che non guasta mai. Poi c’è l’altra faccia della storia, quella che nasconde la morale di questa avventura decollata in pieno. Ed è una morale che si rivolge a quelle migliaia di laureati che si rifiutano di intraprendere lavori che non siano intellettuali. Come se una laurea impedisse di sporcarsi le mani in cucina. Forse né Luca, né Giorgia, che è divenuta un ottimo chef, con la sua brava laurea in giurisprudenza, né Nicola, né Giovanna, si sarebbero mai sognati di aprire un ristorante a Cagliari. Che sia una questione di aria, di atmosfera, non sappiamo. La certezza è una sola: negli Stati Uniti, e a New York soprattutto, la qualità paga. Il merito emerge. E la storia di questi ragazzi cagliaritani que-
sto racconta. Luca e Giorgia sono diventati più americani degli americani realizzando il loro sogno e dando allo stesso tempo lustro, nella capitale delle mode, alla cucina sarda. E lo dimostra pure il nome
Interno dell’Epistrophy al 200 di Mott Street
che essi hanno dato al loro ormai famoso caffe’ in 200 Mott Street. Niente melanconici ricordi da immigrato; niente cardighe o canne al
vento che nulla ricorderebbero all’orecchio anglosassone bensì Epistrophy, il primo pezzo classico di jazz moderno di Monk.
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ORGOGLIO SARDO
L’UOMO ChE SFIDA LE MINE Storia di Gianluca Loi il nostro conterraneo impegnato in uno dei paesi più difficili di tutta l’Africa di Carlo Poddighe
H
a compiuto i suoi primi quarant’anni in Sudan Gianluca Loi. In Sud Sudan per la precisione: il nuovo, cinquantaquattresimo e più giovane stato africano, nato il 9 luglio 2011, dopo che un referendum ha sancito la divisione del paese in due distinte nazioni. «Sono in Africa dal settembre 2011 ed ho avuto l’onore di vivere in prima persona questo storico passaggio», spiega Gianluca, nato a Cagliari, ma vissuto un po’ ovunque, dall’Algeria al Sud Africa, dall’Arabia saudita agli Stati uniti d’Ame-
rica. A Cagliari si è anche laureato in Scienze politiche, per poi specializzarsi a Roma al Sioi (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) in Relazioni internazionali e Diplomazia. In Sud Sudan per conto delle Nazioni unite è un “Mine Action Capacity Development Technical Advisor”: un operatore Onu di supporto all’Autorità Sminamento. Il suo compito è pianificare le attività della struttura, formare il personale sudanese e lavorare al coordinamento tra le diverse Agenzie Onu, le Onlus e le autorità locali. Parla fluentemente cinque lingue, «ma è soprattutto il forte spirito di umanitario che mi ha portato ad intraprendere viaggi in pa-
esi post-conflitto e paesi in cui ci sono delle vere emergenze umanitarie», tiene a precisare. Gianluca collabora da anni con le Nazioni unite e prima di arrivare in Sudan è stato in Afganistan e in Darfur. l rapimento della cooperante Iavvenuto di Samugheo, Rossella Urru, lo scorso 23 ottobre
nel sud dell’Algeria e rivendicato da Al Qaeda, ha acceso i riflettori sui giovani Sardi che, partiti dall’isola e grazie alla professionalità dimostrata, sono diventati dei veri e propri punti di riferimento per le organizzazioni mondiali che operano nelle aree di crisi.
nche Gianluca Loi nel suo A costante impegno all’interno dell’Autorità Sminamento
sa bene che nascoste e pronte ad esplodere non sono solo le tante mine disseminate in cinquantenni di guerra civile, ma anche le tensioni fra le diverse tribù in cui è divisa la popolazione sudanese. «Lavorando con le istituzioni – spiega – ho un rapporto quotidiano con i locali. La maggior parte delle autorità, e quindi dei ministri e funzionari, hanno fatto parte del Spla: l’ex milizia autonoma del Sud Sudan. Personaggi dalla forte personalità, ma ahimè lacunosi dal punto di vista professionale». Un rapporto di collaborazione, di supporto, ma soprattutto diplomatico,
pag. 19 padre in figlio, a causa di una guerra durata anni», aggiunge Gianluca Loi. «Non sanno più come coltivare la terra o fare altre attività essenziali. Difficile anche instaurare rapporti amichevoli con il personale locale con cui si lavora quotidianamente. Un popolo diffidente, ancora molto legato alle tribù e chiuso nelle proprie tradizioni». utto sommato, però, GianT luca non teme per la propria sicurezza. In Africa non
quindi. Anche con la gente comune non è semplice avere rapporti o confrontarsi. Fuori Juba, la principale città del Sud
Sudan, la popolazione vive in villaggi fatti di capanne. Non hanno nessuna istruzione ed il tasso di mortalità infantile è
fra il più alti al mondo. «Molti sono gli orfani che hanno perso le conoscenze basiche, quelle che si tramandano di
vive le stesse tensioni che ha trovato per esempio in Afganistan. Ma non è uno sprovveduto, conosce i pericoli e le responsabilità della sua missione. Inoltre, a suo dire, a dargli forza ogni giorno «è la grande emozione e soddisfazione di dare il proprio supporto professionale a paesi e popoli che hanno davvero bisogno di un aiuto esterno. Non ha pari sapere di contribuire alla creazione e alla formazione di un nuovo stato, dal punto di vista istituzionale e non solo».
IL CASTEDDAIO
CAGLIARITANI AL VOLANTE Le quattro regole indispensabili per sopravvivere al traffico cittadino. come, alla fine, tutti quanti ti seminano di gran fretta facendoti mangiare la poluello che rende spe- vere, ti rendi conto che ciale la nostra città i ritmi di questo traffico sono i suoi abitanti. Perso- sono un po’ più veloci dei ne dalle mille risorse che, tuoi e che stai intralciando facciano quel che facciano, la corsa degli altri. trovano sempre il modo di stupire. Lezione N.1: a Cagliari non è necessario badare Un momento cruciale per ai pedoni, ai bambini e agli uno che arriva in città stop, non importa in quale per la prima volta è l’in- tipo di strada ti trovi, non contro col traffico e con i importa che tu sia leone o cagliaritani al volante. Una gazzella, l’importante è che delle prime cose che può cominci a correre. succedere, mentre si guin altro fantastico moda tranquilli nella propria mento è il semaforo. corsia, è sentirsi aggredire dal clacson di un’altra au- Quando si è fermi in attesa tomobile il cui conducente, del verde basta girarsi innon si sa perché, mentre torno per godere di scene sorpassa ne dice di ogni davvero fenomenali. La più bene dimostrando tutto il comune è quella del dito suo disappunto anche con nel naso. Sorprendere le dita delle mani. Nem- qualcuno che, dimenticanmeno il tempo di girarsi, dosi di trovarsi dentro un completamente spaesati abitacolo a vetri, comin(che avrò mai fatto) e si ri- cia la caccia alla caccola pete la stessa scena. E sic- con mezzo dito infilato di Alessandra Ghiani
Q
U
nel naso, non ha prezzo. Osservato, scrutato, fissato, lui non se ne accorge e continua imperterrito a ravanare, girando e rigirando quel povero dito alla ricerca di qualcosa che evidentemente è ben nascosto. Ad un certo punto, così per caso e un po’ distrattamente, il protagonista ignaro si volta, incontra il tuo sguardo divertito e
legge il tuo labiale: trovato? In quel momento probabilmente vorrebbe anche volatilizzarsi ma non potendo sceglie la strada del non è come sembra ed estraendo velocemente l’indice dalla narice fa finta di grattarsi il viso. Poi arriva il verde, e parte sgommando. Lezione N.2: a Cagliari chiunque tu sia, ovunque
Parcheggio riservato alle donne
pag. 21 tu vada, chiunque tu abbia sformano in mine vaganti. accanto, dentro la tua auto È l’auto stessa a temerle puoi fare quello che ti pare. perché non hanno la minima idea di cosa siano la l traffico disordinato è un terza, la quarta e la quinta grosso problema in città, marcia. Vanno perciò seme pare non ci sia modo di pre a diecimila giri dando porvi rimedio. L’unica cosa l’idea di un traffico fatto da fare è imparare veloce- solo di cinquantini smarmente che le norme non mittati. La dama che guida esistono. Se malaugurata- poi inchioda e lo fa contimente ci si trova a dover nuamente e indiscrimientrare in una strada a natamente, salvo quando scorrimento veloce (ed serve. Inchioda se vede in città esistono solo di queste strade) da una via secondaria si può dover aspettare anche per ore, se non capita la fortuna di quella buonanima che si ferma per farti passare.
I
nche superare le roA tonde è un’impresa complicata, a volte bisogna
girare in cerchio un paio di volte prima di trovare il momento giusto per uscirne senza andare addosso a qualcuno. Le strisce pedonali poi sono un’optional che i pedoni dovrebbero usare solo quando non ci sono auto in giro. Fermarsi per far attraversare un passante è una concessione davvero eccezionale che l’autista accorda se è di luna buona. Se invece la situazione lo costringe a farlo, si può anche sentire che grida con rabbia “mi raccomando con calma!!”. Lezione N.3: a Cagliari non importa quanto tu sia corretto e quanto abbia studiato il codice della strada, l’unica regola è che non ci sono regole o al limite vince chi arriva prima.
n punto dolente poi, U ma questo è un problema internazionale, sono le famose, fatidiche e letali donne al volante. Queste meravigliose creature, madri perfette, mogli meravigliose e lavoratrici esemplari, quando salgono su un’automobile si tra-
un gatto sul marciapiede, inchioda se scorge un piccione che vola basso, lo fa se il passeggero accanto a lei emette un piccolo sospiro. Però se un pedone appare nemmeno troppo improvvisamente sulla carreggiata lo investe. Poi i parcheggi: impossibilitata ad un’impresa tanto ardua, quando la donna posteggia la sua auto ci sono dei segni molto evidenti intorno.
Macchine tutte ammaccate, airbag scoppiati e ruote sopra il marciapiedi. Lezione N.4: a Cagliari ci sono un sacco di donne che guidano, ma per questo non c’è rimedio: quando ne incontri una l’unica cosa che puoi fare è il segno della croce. a.ghiani@cagliaripad.it
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COLPI DI PENNA
Ama il prossimo continuamente dire n fila al supermercato cedere il a un padre che accompagna Sichesente i giovani d’oggi siano poco Iposto ad una persona che ha tra Mil figlio? Questo davvero è le mani solo un brick di latte e po- fuori dal limite di tolleranza ed insensibili e attenti a quello che li circonda. Si parla spesso di quei famosi “modi” persi col tempo, di quell’educazione di una volta smarrita all’orizzonte.
bravi ragazzi se ne veEppure dono parecchi in giro. Fare del
bene, nel nostro piccolo non è solo una cosa che giova agli altri , ma anche a noi stessi. A noi più che agli altri, evidentemente, visto che la riconoscenza delle persone spesso e volentieri è inversamente proporzionale alla nostra soddisfazione.
sul pullman, trovare Salire straordinariamente un posto
libero e poco dopo offrirlo generosamente ad una persona anziana che però non gradisce affatto: “sarò anche vecchio ma non sono messo così male da non reggermi nemmeno in piedi”.
chi secondi dopo vedere il marito che la raggiunge con un cesto pieno di roba.
ercar di prendere, per aiuC tarla, le buste della spesa di una vecchietta ed essere trattato come un malfattore perché pensa tu voglia rapinarla.
F
ar passare prima di te, per non fargli fare tutta la fila, un papà col suo bambino al fast food e non ottenerne nemmeno un grazie, un sorriso, uno sguardo riconoscente.
dulgenza. Tutto ciò che ho imparato nella mia vita l’ho imparato seguendo un esempio. Non parole, non imposizioni, ma un esempio: quello dei miei genitori. Mio padre non si sarebbe mai sognato di non ringraziare ad una gentilezza.
icono siano le piccole cose a D rendere speciale la nostra vita. C’è evidentemente un equi-
voco, molti sono convinti che queste piccole cose debbano sempre arrivare dagli altri e mai partire da loro. Oppure è un problema di grandezze: per qualcuno il poco è niente e non viene preso nemmeno in considerazione.
on ti curar di loro ma guarortunatamente non è sempre “Nda e passa” direbbe qualcuF così, ma non è nemmeno mol- no. Dritti per la nostra strada e to raro trovarsi in mezzo a situazioni del genere che fanno quasi pentire di esser stati gentili. Un anziano diffidente è comprensibile, succedono così tante cose assurde che può anche essere legittimo aver paura e pensare sia insolito che qualcuno ti voglia aiutare gratis.
far finta di niente, senza aspettare sempre una ricompensa, una contropartita. Sono le aspettative mal riposte, evidentemente, quelle che provocano la delusione. Dio ha detto: “Ama il prossimo”.
Sì ok va bene, però ho l’impressione di essere alquanto malcagata
“Dovunque c’è un uomo, c’è l’occasione di fare del bene” Seneca
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