Anno II numero 29 23 ottobre 2012
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Come cambia
la cittĂ di Zedda
Anfiteatro romano, Ente lirco, Tuvixeddu, stadio. E poi ancora il centro storico che si spopola e le strade dei rioni piÚ chic invase dall’immondizia. Breve viaggio nella Cagliari di centro sinistra che cerca un nuovo volto
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sommario Anno II numero 29 23 ottobre 2012
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OPINIONI _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _6 ANFITEATRO _ _ _ _ _ _ _ _ROMANO. _ _ _ _ _ _IL _ MONUMENTO _ _ _ _ _ _ _ _ _SI_DENUDA _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _8 QUEL _ _ _ _PASTICCIACCIO _ _ _ _ _ _ _ _ _BRUTTO _ _ _ _ _DI _ _TUVIXEDDU _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _1 _0 ECCO _ _ _ _COSA _ _ _ DIVENTERÀ _ _ _ _ _ _ _ LO _ _ STADIO _ _ _ _ _SANT’ELIA _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _1 _2 DEGRADO _ _ _ _ _ _ _E _CLIENTELE. _ _ _ _ _ _ _“IL _ _PARCO _ _ _ _DI _ _MOLENTARGIUS _ _ _ _ _ _ _ _ _È_UN _ _CESSO _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _1 _4 PEDONALIZZAZIONE _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ MOVIDA _ _ _ _ _ E_ POLEMICHE _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _1 _6
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IL _ _POETTO _ _ _ _ _CHE _ _ _CAMBIA. _ _ _ _ _ANCORA _ _ _ _ _LAVORI _ _ _ _ _IN_CORSO _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _1 _8 LA _ _BONIFICA _ _ _ _ _ _INFINITA _ _ _ _ _DI _ _UNA _ _ _SPIAGGIA _ _ _ _ _ SFREGIATA _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _1 _9 FUGA _ _ _ _DA _ _MARINA _ _ _ _ _E_VILLANOVA. _ _ _ _ _ _ _IN _ _UN _ _ANNO _ _ _ SPARITI _ _ _ _ _OLTRE _ _ _ _220 _ _ _RESIDENTI _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _2 _0 FARRIS: _ _ _ _ _“GIUNTA _ _ _ _ _ _SENZA _ _ _ _IDEE” _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _2 _2 DAVIDE HA _ _ _ _ _CARTA: _ _ _ _ _“IL _ _PD _ _NON ___ _ CHIESTO _ _ _ _ _ _ALCUN _ _ _ _RIMPASTO” _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _2 _4
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VALENTINA _ _ _ _ _ _ _PITZALIS: _ _ _ _ _ _“STO _ _ _ MIGLIORANDO, _________È _ _DURA _ _ _MA _ _NON _ _ _MOLLO” _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _2 _6 2020 LA_GREENCOMMSERVICES EDITRICE _ _ _ _VISIONS _____ ______________ _ _ _ _ _SULLA _ _ _ _STRADA _ _ _ _ _DEL _ _ FUMETTO _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _2 _8 LE _ _FOTO _ _ _ _DEI _ _LETTORI _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _3 _0 LAIF _ _ _ STAIL _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _3 _2 COLPI _ _ _ _ DI _ _PENNA _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _3 _4
Foto di copertina: Ladro di cuori - Davide Lenz
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Editore GCS - Green Comm Services S.r.l. - Direttore responsabile Guido Garau - Hanno collaborato: Andrea Deidda, Alessandra Ghiani, Lexa, Ennio Neri, Carlo Poddighe, Michela Seu, Simone Spiga - Grafica XL Luca Crippa Stampa Grafiche Ghiani - Monastir Cagliaripad Sede legale: via Giotto 5 09121 Cagliari Redazione: Largo Carlo Felice 18 09124 Cagliari - www.cagliaripad.it redazione@cagliaripad.it Tel. 070 332 1704 • 342 599 5701 - Autorizzazione Tribunale di Cagliari 15/11 del 6 settembre 2011
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I L D I R E T TO R E
Un passo indietro please GUIDO GARAU g.garau@cagliaripad.it
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alter Veltroni, bontà sua, con qualche anno di ritardo rispetto al primo annuncio (“Dopo la mia esperienza da sindaco vado in Africa”, disse alla trasmissione Che tempo che fa l’8 gennaio del 2006) non si ricandiderà a parlamentare del Pd. Una scelta normale, in una democrazia matura. Una notizia enorme, in un Paese dove i politici sessantenni sono ancora considerati “giovani”. Ora Veltroni può diventare il pifferaio della sinistra, e trascinare con sé i D’Alema, le Melandri e le Bindi. E a destra? Tutto peggio di prima. Il leader si è dissolto e forse non tornerà: Berlusconi preferisce nascondersi dietro il dito di Monti. Il suo popolo è spiazzato, aspetta un cenno come un pellegrino abbandonato nel deserto: ma dal cielo arrivano solo lacrime e silenzio. Dal nulla sbuca Ignazio La Russa, e propone di scegliere i candidati della coalizione tramite un fantomatico “comitato etico”, dimenticando che i cittadini sono
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stufi delle decisioni prese dall’alto. I militanti mortificati dagli scandali cercano una nuova casa. Sono a rischio di scomparire come e più dei loro padrini. Non si salveranno. E in Sardegna? A destra come a sinistra nessuno ha più punti fermi. Da entrambe le parti manca un leader carismatico che prenda in mano le redini della situazione. Urge uno scatto di reni delle nuove leve: Alessandro Serra e Carlo Sanjust (Pdl), Matteo Sanna (Fli) Giovanni Dore (Idv), Yuri Marcialis, Giuseppe Frau e Francesca Barracciu (Pd), Michela Murgia e Franziscu Sedda (Progress), se ci siete è ora di battere un colpo. Intanto il Partito Sardo d’Azione, quello fondato da Lussu e Bellieni, proclama la Sardegna nazione indipendente. Parole d’ordine: sovranità, statualità, identità e fiscalità. A guidare la rivolta Paolo Maninchedda. Che dopo essere stato prima con la sinistra e poi con la destra ora prova la terza via.
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OPINIONI
ZACCA
E PONI
Scontro generazionale all’Ente lirico. Dopo la bocciatura della Crivellenti Zedda triste, Felicetto Contu
Il punto di Guido Garau
L’informazione sarda è al tracollo, serve una nuova legge per l’editoria: subito L’informazione sarda è al tracollo. La crisi ha ridotto all’osso le capacità di spesa delle aziende, che investono sempre meno nelle inserzioni pubblicitarie su radio, carta e tv, e i giornali - ad eccezione di quelli legati ai grandi gruppi editoriali, che godono di un trattamento privilegiato - sono in grandissima difficoltà. Senza entrare nel merito delle vicende delle singole piccole testate, ciascuna delle quali ha i suoi piccoli o grandi problemi, la situazione generale è molto preoccupante. Il punto è questo: c’è un solo modo per rilanciare il settore, ed è la modifica della legge regionale che assegna i contributi all’editoria. E’ un tema che Giovanni Maria Bellu, attuale direttore di Sardinia Post, sottolinea da tempo (il suo giornale ne ha scritto anche ieri, qui http://www. sardiniapost.it/politica/843-voglionobloccare-la-legge-per-l-editoria). Viviamo nell’era dell’informazione digitale ma la Sardegna non si è ancora messa al passo con i tempi: destina i propri fondi solo alla carta stampata e a quella radiotelevisiva. Sul web, invece, colpevolmente nicchia. La materia è regolamentata da una legge obsoleta, la 22, che è nata nel 1998 - un secolo fa, tecnologicamente parlando - e mentre a parole i politici si sforzino da anni di renderla più moderna e soprattutto più equa, nei fatti la lasciano sempre identica a se stessa: monca e inadeguata. Scegliere di riscriverla risolverebbe molti problemi. Ma bisognerebbe farlo subito, non solo annunciarlo.
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L’ultimo contributo erogato dalla Regione a sostegno della stampa periodica locale e delle emittenti radiofoniche e televisive, con delibera del 30 agosto 2011, ammontava a 675 mila euro. Di questi, 400mila sono finiti nelle casse della Rai regionale. Agli altri le briciole. Oltre a questo poco o nulla. Servirebbe cambiare rotta. Incoraggiare le piccole attività già esistenti e incentivare l’avvio di nuove.
C’è un solo modo per rilanciare il settore: è riscrivere la norma numero 22 Una norma rinnovata è già stata presentata in Consiglio regionale, ma giace come dimenticata da mesi. Nasce per incentivare e sostenere la pluralità dell’informazione: garantendo ai piccoli editori l’abbonamento alle agenzie di stampa, l’ammodernamento e l’adeguamento tecnologico delle redazioni, il pagamento del canone di affitto degli spazi informatici. La nuova legge darebbe nuove garanzie ai giornalisti, perché favorirebbe forme di occupazione stabile e il rispetto dei contratti sottoscritti dalla Federazione nazionale della stampa. Un limite della legge 22, oggi, è infatti quello che distribuisce sovvenzioni a
pioggia senza di fatto favorire la creazione di posti di lavoro, ma limitandosi a incentivare la nascita di nuovi giornali. Un altro limite, che attualmente penalizza tutti tranne i grandi gruppi editoriali, è legato alla pubblicità istituzionale. La Regione dovrebbe teoricamente presentare ogni anno un piano di comunicazione istituzionale da sottoporre al parere del Corecom per essere poi approvato dalla Giunta, in modo da dare trasparenza alla pubblicità istituzionale. Di fatto questo non è quasi mai accaduto. Dalla nuova legge ci si aspetta che l’accesso sia garantito a tutti i soggetti, e che ci sia più trasparenza nell’assegnazione delle pubblicità. Bisogna aprire un nuovo capitolo della comunicazione, oggi più che mai c’è bisogno di garantire il pluralismo e la partecipazione democratica: premiare la capacità di innovazione di un’impresa editoriale, la buona occupazione e le start up di imprese giornalistiche innovative sarebbe un buon inizio. Oggi assistiamo a un paradosso: esistono numerose realtà on line che di fatto, messe insieme, formano già un terzo polo informativo. Questi siti indipendenti hanno preso coscienza di se scoperchiando la vicenda rom, quando all’improvviso, e per molti inaspettatamente, hanno fatto nascere una campagna di controinformazione e segnato un punto di non ritorno per l’in-
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L’a rorisma
di Enrico Secci
Approfittare della moda dei flash mob per ottenere lavoro aggratis.“Sabato trentordici ottembre presso località “Medr’e boi”, FLASH MOB special BODDì PERDA.Venite tutti muniti di botte e di guanti da lavoro. Dalle 7 di mattino alle 19 di sera raccoglieremo pietre a cottimo senza fermarci. Fate girare”.
Il guastafeste di Simone Spiga
Lirico, se l’unica strada è il commissariamento formazione sarda. Eppure per l’attuale legge regionale siti e riviste on line non esistono. Intanto si fa difficile la vita anche per le emittenti tv. I contributi assegnati dal Mise, il ministero dello Sviluppo economico, e dal Comitato regionale per le comunicazioni - il Corecom, presieduto da Giorgio Atzori - sono ogni anno più esigui. Anche se gli importi restano comunque significativi. Qualche numero? Sardegna tv ha ottenuto, rispettivamente, 3.034.601,00, 1.915.678,00, 1.751.606,00 per gli anni 2008, 2009 e 2010. Nello stesso lasso di tempo Videolina ha avuto finanziamenti per 6.142.474,00 nel 2008, 4.537.387,00 nel 2009 e 3.923.615,00 nel 2010…
La storia del Teatro lirico di Cagliari è quella di un ente articolato e farraginoso, molto sindacalizzato. Una struttura che ha visto troppi periodi di gestioni fallimentari. In alcuni casi la complicità dei lavoratori, almeno di una parte, ha contribuito con il silenzio al precipitare degli eventi. Era l’11 agosto del 2003 quando il cda, riunito, senza numero legale, confermava per la seconda volta il sovrintendente Mauro Meli. Una nomina voluta dal sindaco di allora, Mariano Delogu, e sostenuta da sindacati e lavoratori. Le polemiche esplosero subito: riscontrammo l’irregolarità della nomina e fu l’occasione per evidenziare il disastroso buco di bilancio di oltre 234 miliardi di lire. Arrivò a Cagliari l’onorevole Rositani (An) che denunciò la gestione dell’era Meli, presentando un esposto alla Corte dei Conti e al ministero della Cultura. Passarono i mesi e la Procura aprì diverse inchieste: alla fine Meli fu costretto ad andare via. Oggi la nomina della Crivellenti sembra una fotocopia della precedente. La grande differenza è il ruolo delle organizzazioni sindacali. Oggi le grida arrivano ai piani alti della politica sarda. Senza ombra di dubbio il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha imposto una scelta non condivisa, senza alcun dubbio le competenze sono da verificare. La violazione dello statuto della Fondazione sembra evidente, ma soprattutto c’è da pensare al futuro del Lirico, partendo dalle ottime competenze dei suoi lavoratori, per superare gestioni fallimentari passate. Se l’unica strada è il commissariamento, lo si faccia con coraggio.
GEMELLI DIVERSI Due jene ridens Jacopo Cullin
Attore
Pif
Comico
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PRIMO PIANO
Anfiteatro romano Il monumento si denuda L’ di Ennio Neri e.neri@cagliaripad.it
Via la legnaia, l’antica arena riscopre il suo volto. Sarà in grado di accogliere eventi più modesti nel rispetto dei vincoli archeologici
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Anfiteatro romano ritrova la luce. E’ stato coperto nel 2000 con una megastruttura in acciaio e legno per ospitare concerti rock e grandi eventi. Trasformando un sito archeologico in arena concertistica amata dal pubblico e dagli organizzatori degli spettacoli. Ma causando gravi danni al monumento. E ci sono voluti anni, e tantissime sollecitazioni di Sovrintendenza e Ministero hanno deciso di imporre la rimozione della “legnaia”, prima che Floris, ostaggio del pressing dell’industria dei concerti, decidesse di bloccare gli eventi sull’antica arena. Lo fece solo negli ultimi mesi della consiliatura. E a Zedda non rimarrà altra possibilità che confermare
definitivamente la decisione già assunta dal predecessore e avviare lo smantellamento della struttura. Così oggi l’arena è di nuovo visibile al pubblico. La legnaia (tre anelli che riproducevano le antiche gradinate per una capienza pari a 5 mila spettatori e poi servizi igienici, biglietteria, camerini e spogliatoi e depositi) all’Anfiteatro romano venne autorizzata nel 1998. Un intervento definito in tutti gli atti disponibili “temporaneo e reversibile”, dalla Soprintendenza ai Beni archeologici che dava la validità di 5 anni all’autorizzazione paesaggistica. Dopo il 2000 la Soprintendenza cagliaritana invitava il Comune “a
Anfiteatro Romano. Nelle prime due foto in alto uno spettacolo d’Opera lirica intorno agli anni ‘30 ed uno nei tempi recenti. Nella terza foto, i sotterranei dell’Anfiteatro
provvedere, con la consentita sollecitudine, alla restituzione del monumento alla naturalità del contesto archeologico”. E il Tar Sardegna, il 24 febbraio 2006, accoglieva le ragioni del Soprintendente. Ma per anni nulla si muove. Finché alla fine del 2010 Marco Minoja, nuovo Sovrintendente ai Beni archeologici chiama l’allora assessore comunale alla Cultura Giorgio Pellegrini a un sopralluogo all’Anfiteatro. Questi si rende conto delle cattive condizioni del monumento e stoppa la stagione dei concerti all’interno del monumento, beccandosi le lamentele di gran parte del mondo politico cagliaritano.
Ma il documento che condanna a morte la legnaia arriva il 23 marzo 2011: è la relazione degli ispettori dell’Iscr (Istituto superiore per la conservazione e il restauro) e del Mibac che certifica che “è da escludere la possibilità di risanare il legno con l’uso di biocidi, impermeabilizzanti, ecc., tantomeno quella di ripristinare la funzionalità delle strutture, che non possono più essere considerate affidabili per la destinazione d’uso originariamente progettata, con conseguenti rischi per la sicurezza delle persone così come, nell’eventualità di cedimenti, per la conservazione delle strutture antiche sottostanti”. Gli spettacoli si trasferiscono alla Fiera nel 2011 e alla nuova Are-
na Sant’Elia l’anno successivo. E pochi mesi fa la Giunta Zedda ha approvato un progetto per lo smantellamento dell’allestimento in legno (palco, platea e primo anello) dell’Anfiteatro. A ottobre il primissimo step (via palco e platea) e entro due anni spariranno tutti e tre gli anelli (i fondi sono già in cassa). E in futuro ci sarà un nuovo spazio per gli spettacoli. In grado di accogliere eventi più modesti (2/3 mila persone) e sistemato in modo perpendicolare rispetto all’attuale assetto, con la antiche gradinate sulla sinistra e l’Orto botanico, e il Golfo sullo sfondo, a destra. Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it
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R E P O R TA G E
Quel pasticciaccio brutto
di Tuvixeddu
La guerra con gli ambientalisti e quella con i privati. Ecco perché la nuova giunta non è ancora riuscita a sbrogliare la matassa Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it
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na guerra con gli ambientalisti, chiusa col ritiro della delibera di gennaio e con la riapertura del parco. E un’altra coi privati (Coimpresa e gli altri) che minacciano di chiedere i danni all’amministrazione e di riprendersi il parco archeologico se l’accordo di programma dovesse saltare. Tuvixeddu è una delle spine più pungenti nel fianco del sindaco. La crisi è esplosa nel gennaio scorso, quando la Giunta Zedda approva una delibera che, attraverso un complicato meccanismo burocratico, dà il via libera al cemento. In che modo? Dando mandato al sindaco di trattare la pratica di Tuvixeddu con Regione e Sovrintendenza, ma “tenendo conto” del puc (piano urbanistico comunale) attuale. E siccome il puc attuale recepisce in pieno l’accordo di programma del 2000, che
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prevede villette e palazzi accanto alla necropoli punica di Sant’Avendrace, la decisione si configurava, di fatto, come un sostanziale via libera al cemento, anche perché limitava la tutela integrale dell’area al vincolo ministeriale (pochi ettari). Gli ambientalisti contestano duramente il provvedimento e perfino la maggioranza rischia di spaccarsi (parte di Sel minaccia il voto contrario). Il provvedimento, tuttavia, non arriverà mai in consiglio. L’esecutivo farà poi contenti gli ecologisti ritirandosi dal ricorso contro il vincolo minerario posto su via Is Maglias e sul “canyon” dalla Soprintendenza e col via dell’adeguamento del puc al ppr (piano paesaggistico regionale) che dovrebbe rendere Tuvixeddu inedificabile e mesi dopo, l’assessore all’Urbanistica Paolo Frau in aula dichiara la delibera “superata”. Ma si riapre il
fronte coi privati che aspettano le concessioni edilizie per costruire. Se saltasse l’accordo potrebbero arrivare pretese risarcitorie milionarie (anche se c’è una teoria che vede già chiuso il vecchio contenzioso sugli espropri di via Castelli) e, soprattutto, i privati rientrerebbero in possesso del parco archeologico. Costringendo l’amministrazione a riacquistare i terreni a un prezzo molto più alto, a causa dei lavori effettuati nel sito. Pochi mesi dopo “l’incidente”, Zedda apre il parco alla città e ricompone il contrasto. Migliaia i visitatori che per prima volta scoprono il cimitero punico di Cagliari e i resti dell’acquedotto romano. E l’amministrazione ha poi deciso di mandare avanti, anche se con modifiche che tendono a ridurre drasticamente l’impatto dei lavori, il progetto del parco. L’ultima conferenza di servizi si è svolta a settembre. Numerose “fioriere” (i muraglioni oggetto di un processo penale a carico di funzionari del Comune e della Sovrintendenza) saranno demolite e rimodellate. E il parco sarà arricchito con piante autoctone. Ma gli ecologisti mantengono i fari puntati su Zedda anche su altri fronti: il piano particolareggiato del centro storico, la riqualificazione di Calamosca e il parcheggio multipiano interrato tra via Cammino Nuovo e via Santa Margherita.. (e.n.)
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L’ I N C H I E S TA
Ecco cosa diventerà lo stadio Sant’Elia
FIno al 30 dicembre del 2013 la struttura sarà nelle mani del Cagliari calcio, ma il futuro dell’arena è già segnato. Vediamo come
Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it
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dall’assessore ai Lavori pubino al 30 dicembre 2013 blici Luisa Anna Marras. sarà ancora nelle mani Prima fra tutte è la destinadel Cagliari Calcio, ma zione d’uso del nuovo imnel frattempo già si pensa al di Michela Seu futuro dello Stadio di Sant’E- m.seu@cagliaripad.it pianto: dovrà diventare «un moderno complesso sportilia. Con una delibera di Giunta vo – si legge nella delibera - atto ad che promuove un concorso di idee inospitare non solo la disciplina del calternazionale che tenga conto di alcune cio, ma servizi connessi al benessere e linee guida imprescindibili, proposte
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allo sport, capace di garantire la massima fruibilità per i cittadini nell’intero arco della settimana». Nessuno stravolgimento sostanziale dell’attuale edificio esistente, nell’idea del Comune, ma alcuni interventi strutturali non invasivi che rendano funzionale lo stadio olimpico armo-
nizzando, allo stesso tempo, col contesto in cui è situato (fondamentale sarà tenere conto del nuovo porticciolo, dell’Arena Spettacoli e della pista ciclabile di prossima realizzazione, si osserva). Fra i servizi auspicati nel documento, il ripristino della pista di atletica, degli impianti per la pratica sportiva e per lo spettacolo sia al coperto che all’aperto, strutture per la formazione e per la medicina sportiva, un centro congressi, uffici direzionali e sedi delle associazioni, strutture legate allo svago e al benessere (fitness, sauna, beauty farm), strutture per la promozione e la diffusione della cultura (sale per esposizioni, mostre permanenti o temporanee), strutture commerciali specializzate legate alle attività sportive, servizi di ristorazione (ristorante, caffetteria) e servizi di ricezione turistica. Tutto nell’ottica di «finanziare
l’intervento con l’apporto dei privati, attraverso la concessione della gestione dei servizi», come esplicitato nella delibera. Non potrà, tuttavia, aprirsi al commercio in stile “città mercato”, né a un’ipotetica struttura residenziale, proprio per la connotazione sportiva che lo caratterizza e lo contraddistingue. Altra clausola del concorso, il forte spirito “green” del nuovo stadio. Secondo il documento, condicio sine qua non del progetto dovrà essere l’utilizzo di nuove tecnologie per il risparmio energetico: unica libertà concessa al progettista, su questo punto, è la tipologia di impianto. Impossibile, al momento, conoscere una data di scadenza del concorso, ma è facilmente intuibile che tanti progettisti saranno già chini su tavoli e pc a lavorare sul nuovo stadio olimpico dei cagliaritani.
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FOCUS
Degrado e clientele:
“Il parco di Molentargius è un cesso” Situazione stagnante da anni. Lavoratori e politici rivolgono un appello al primo cittadino perché “alzi la voce” per cambiare il direttore e avviare un nuovo corso. di Oscar Deligia Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it
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avoratori non reintegrati in barba alla legge regionale, il piano del parco che non arriva e assunzioni a chiamata “anche di parenti di assessori della Giunta di Quartu”. E poi lo stop agli studi nell’area, i progetti (lo stadio) che fanno a pugni con gli equilibri ambientali e tanto, tanto, degrado. Insomma come dicono i precari che nei mesi scorsi hanno occupato la sede della direzione: “Il parco di Molentargius è un cesso”. E ora i lavoratori e i consiglieri comunali (Paolo Casu, di Cagliari, ma anche Lucio Torru, Quartu, entrambi del gruppo misto) chiedono al sindaco Zedda (vicepresidente del Parco) di “alzare la voce”, di ribaltare gli equilibri in seno al cda, cambiare il direttore del parco e avviare un nuovo corso. Dal 31 marzo 2012 i contratti di tutti i lavoratori (tecnici ed operai) del Consorzio del Parco sono scaduti e dal 2 aprile, dieci dei lavoratori rimasti senza contratto, hanno dato vita ad una vertenza sindacale che ha anche portato all’occupazione della Sala conferenze dell’Edificio Sali Scelti per 79 giorni. Interviene la legge regionale del 13 giugno 2012, che dispone a favore del Parco 1,6 milioni di Euro annui, a condizione che
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vengano rinnovati i contratti per sei mesi al personale precario da marzo, ed entro 150 giorni dalla pubblicazione della Legge si definisca la pianta organica del personale secondo le reali esigenze del Parco. Ma l’ Ente rinnova il contratto per 2 mesi solo a 11 dei 23 impiegati a cui era sca-
duto il contratto a marzo e l’agenzia interinale individuata dal Parco per il rinnovo dei contratti, ha escluso dalla stipula dei contratti di lavoro, tutti i dieci precari che avevano portato avanti la vertenza, a causa di una legittima impugnazione dei contratti scaduti che avevano avuto una conti-
nuità ben superiore a quella prevista per legge. Ma è dagli ultimi due anni, secondo i lavoratori e anche alcuni politici, che la gestione del Parco è stata quella di limitare, ridurre e quindi eliminare gli studi sulle specie e sugli habitat, a favore di una sempre più spinta e poco ragionata fruizione del territorio, causa principale del disturbo che è poi sfociato in drammatici episodi. L’hanno sottolineato anche i consiglieri regionali di centro sinistra che in una conferenza stampa del 24 luglio mettevano a fuoco la crisi di Molentargius: soprattutto sulla mancanza di strumenti di pianificazione e gestione del Parco (e del personale), “causa di emergenza ambientale di progressivo abbandono del compendio e danni concreti all’avifauna, come la moria di numerosi pulcini di Cavaliere d’Italia (effetto della moltiplicazione dei punti di accesso al Parco senza prevedere adeguati strumenti di mitigazione) e l’incendio dello stesso mese che ha provocato danni evitabili, per la mancata manutenzione e verifica di funzionamento dell’impianto antincendio, alla vegetazione in prossimità della sponda del Bellarosa Maggiore, interessando decine di nidi e incenerendo ettari di fascia arborea protettiva”. Antonello Secci del Wwf ha ricordato al legge scempia-stagni appena approvata e la decisione di costruire lo stadio di Is Arenas proprio a pochi passi dall’area protetta, mentre il consigliere comunale di Quartu Lucio Torru ha denunciato “l’impiego di parenti di assessori della giunta
quartese nel parco” e di aver pagamento politicamente (con l’uscita dal gruppo Pdl) la denuncia. Paolo Caus ha presentato alla stampa la mozione votata in consiglio comunale che mira promuovere “l’immediato reintegro dei dieci lavoratori discriminati e rimasti senza il rinnovo del contratto”. Non solo. Casu invita Zedda “a interrompere il silenzio politico, affinché possa essere affrontato e
superato l’attuale grave e sempre più acuto disagio ambientale e sociale”. Casu chiede anche a un’adeguata dotazione organica che rispecchi le reali esigenze del Parco e la sua organizzazione funzionale e che non lasci spazio a facili pratiche clientelari. Con l’obiettivo prioritario di salvaguardare l’equilibrio naturalistico del Parco, anche per non compromettere gli ingenti investimenti sull’oasi.
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LA QUERELLE
Pedonalizzazione
movida e polemiche Negli storici quartieri di Marina e Stampace si continua a combattere la guerra tra chi vuole animare le serate e i residenti in cerca di pace. di Alessandra Ghiani
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Sabato 15 settembre ultimo scorso, si è consumata in Marina e Stampace un’altra notte di autentica inciviltà urbana: i disgraziati residenti sono stati tenuti svegli sino alle 5:00 del mattino da una moltitudine di persone che con urla e schiamazzi hanno messo a dura prova la pazienza di tutti, anche quella degli incauti passanti. Oramai i quartieri di Marina e Stampace sono terra
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di nessuno (…) Signor Sindaco, devo constatare ancora una volta che il richiamo a Lei più volte indirizzato (…) So bene che anche questo appello cadrà nel nulla perché l’assenza di un minimo di progetto organico di qualificazione e sviluppo del centro storico viene occultata con una politica di distrazione di massa (…). Lei tiene un permanente comportamento omissivo che (…) favorisce
consapevolmente una delle forme più subdole di inquinamento: quello acustico (…)”. Marco Marini, presidente del comitato di Marina e Stampace “Rumore no grazie”, firma il 17 settembre l’ultima di una lunga serie di lettere indirizzate a Sindaco, assessori, consiglieri e, per conoscenza, al Prefetto di Cagliari.
Spina nel fianco, per Zedda, quella delle proteste per le serate un po’ troppo chiassose e irriverenti mai regolamentate in maniera decisa nei quartieri della Marina e Stampace. Secondo gli abitanti, la tolleranza del primo cittadino nei confronti dei gestori dei locali che, con sedie e tavolini, occupano oltremodo le già strette vie dei quartieri storici, e i nuovi interventi di pedonalizzazione delle stesse aree, avrebbero fatto crollare ai livelli minimi la vivibilità dei rioni in centro città. Il comitato Rumore no grazie, nato nel settembre del 2011 e dichiaratosi apartitico, nasce da un’esigenza di riqualificazione ambientale, sociale, culturale ed economica del centro storico. La delegazione si pone come principale obiettivo quello di combattere l’inquinamento acustico e ambientale causato dalle attività di ristorazione all’aperto, da quelle che fanno uso di strumenti sonori di qualunque natura, di impianti di condiziona-
mento e di canne fumarie fuori norma. Appare inoltre indispensabile ristabilire le condizioni di normale sicurezza compromesse dalla pedonalizzazione delle strade che impedisce il passaggio fluido dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine.
per la crescita economica di un quartiere sia quella che tiene conto del solo parere dei commercianti prescindendo dall’ascolto delle esigenze dei residenti ed escludendo la possibilità di un accordo condivisibile da entrambe le parti?
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IL CASO
Il Poetto che cambia
ancora lavori in corso Dalla nuova Marina piccola all’Ospedale marino sono tanti i progetti di riqualificazione dell’area. In mezzo la questione risolta dei chioschetti: smontarli o lasciarli in piedi? Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it
Centro benessere. All’esterno, collegato da percorso di tende e ombrelloni, le zone per la ristorazione e la piscina per la ginnastica acquatica. Lavori a termine entro due anni.
S
ul lungo mare una pioggia di milioni, il Poetto cambia Dalla nuova Marina Piccola al centro benessere dell’Ospedale Marino, passando per il lungomare pedonalizzato. O magari arrivando ai nuovi baretti in bici o con la metroleggera. Sembra un futuro irraggiungibile, ma una pioggia di milioni sta par cadere sul Poetto. E la spiaggia è destinata così a cambiare volto. Molto presto. Lungomare. Il progetto per la riqualificazione del lungomare ha superato l’ultimo scoglio (il via libera degli uffici tecnici regionali) e sta per andare in gara. La strada (da Marina Piccola all’Ottagono) sarà lastricata, pedonalizzata e affiancata da una pista ciclabile di 3, 2 km. Ci saranno poi le stazioni per il parcheggio delle biciclette private a quelle per il bike sharing. E poi arredi urbani (panchine e fontane), illuminazione pubblica e progettazione del verde nuovi di zecca.
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L’importo previsto, quasi 13 milioni di euro. La stessa somma è stata stanziata da Floris. Ma nella scorsa consiliatura il centrodestra non ha mai ottenuto l’ok della Regione e Zedda ha recuperato in extremis i fondi. La conclusione dei lavori prevista entro l’estate del 2014. Ospedale Marino. Il progetto (lavori aggiudicati alla ditta Prosperius di Firenze) mira a trasformare il rudere in centro di riabilitazione di alta specialità e un centro benessere. Al piano terra si troveranno mense, le lavanderie e i locali per i servizi tecnologici e sul lato opposto (rivolti verso il mare) la palestra, le piscine coperte e la zona trattamenti, mentre le funzioni idroterapiche ed elioterapiche si troveranno nel solarium (con vista su spiaggia, mare e Sella del Diavolo). Al primo e al secondo livello le camere per la degenza (la mensa rivolta al mare). Mentre all’ultimo piano si troverà il
Marina Piccola. Stanno invece per concludersi i lavori per Marina Piccola, dove, grazie a uno stanziamento complessivo di 1,9 milioni di euro, sarà risistemato il porticciolo. Le opere prevedono un riassetto e abbellimento con materiali di pregio soprattutto della strada d’ingresso e della passeggiata verso il porticciolo turistico. Saranno ricostruite nuove recinzioni in pannelli di legno iroko ed elementi in tela metallica e acciaio ad uso architettonico, nella nuova recinzione saranno ricavate cinque panche in cemento legno con tavolini e si prevede il riordino del servizio igienico ‘’casotto antico’’. Si costruiranno i marciapiedi, oggi inesistenti, nei tratti lato mare e lato monte. Infine sono previsti due nuovi pontili in legno, di 16 e 21 metri, e l’allungamento dello scivolo in calcestruzzo sul molo martello a supporto delle attività dei gruppi sportivi. Panche metalliche, salva radici, cestini prefabbricati, fontane e verde arrederanno le nuove opere. Lavori conclusi entro l’anno.
La bonifica infinita
di una spiaggia sfregiata Nonostante i lavori di questa estate restano ancora frammenti di amianto nella quarta e quinta fermata. Siamo andati a vedere come stanno le cose
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Prima domenica senza amianto, i cagliaritani riscoprono il Poetto”. Titolavano così molti quotidiani, il 5 agosto scorso, la notizia che i lavori di bonifica dall’amianto erano finalmente terminati. Dopo aver rimosso circa 350 chili di amianto, per un totale di 40.000 frammenti, l’amministrazione comunale si era impegnata a monitorare lo stato della sabbia e dell’aria con l’obiettivo di proteggere il Poetto e la salute dei suoi frequentatori. Ma, a oggi, mentre i primi smantellamenti dei baretti sono nell’aria, in che stato di salute versa la costa cagliaritana? Hanno frequentato, i più assidui, un arenile sano e privo di rischi? A una perlustrazione superficiale i risultati non sono confortanti. Ai bordi esterni della spiaggia, in prossimità dei chioschi, molti residui a volte anche di dimensioni considerevoli sono ancora facilmente rinvenibili. É possibile che una spiaggia in cui la presenza di cemento-eternit è ancora così evidente, sia davvero così sicura? Quello che viene spontaneo chiedersi è se la bonifica conclusasi da ormai più di due mesi, e con una spesa totale di trecentomila euro, sia stata sufficiente a recuperare la salubrità del Poetto. Il Comune, allarmato da un video diffuso in rete, ha messo a disposizione
un’equipe di polizia ambientale che interviene a chiamata. L’eternit, segnalato dai cittadini che lo trovano, viene così incapsulato e raccolto. I numeri per le segnalazioni sono indicati negli appositi cartelli posizionati lungo la spiaggia. L’eventuale presenza di frammenti di materiali potenzialmente contenenti amianto non comporta necessariamente un pericolo per la salute dei fruitori dell’arenile se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso (…)”. Recita così l’ambigua segnaletica. L’eternit presente in spiaggia però è spesso frammentato e di sicuro non in buone condizioni, come può non rappresentare un pericolo? “I frammenti non devono assolutamente essere manipolati, solo così si esclude
il rischio di contaminazione” specifica Claudia Madeddu, dirigente presso l’ufficio igiene del suolo al Comune di Cagliari. L’aria è costantemente monitorata con apposite centraline che tutti i giorni, più volte al giorno, vengono posizionate in spiaggia. Secondo i risultati dei rilevamenti l’aria del Poetto è sicura, non c’è rischio di contaminazione nemmeno sotto forte maestrale. A patto che i cocci non vengano toccati quindi pare non ci siano pericoli. Spesso però ragazzi e bambini giocano sull’arenile rischiando di smuoverli e urtarli. Che evitare giochi e attività in spiaggia sia la soluzione per una sicurezza totale? (a.g)
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SPORT
Fuga da Marina e Villanova
in un anno spariti oltre 220 residenti Sempre meno vivibili i quartieri che nelle intenzioni del Comune dovevano essere d’esempio per tutta la città. Rioni belli da vedere, meno da abitare
S
arebbero dovuti essesembra sia miseramente fallito. re i quartieri modello di Carlo Poddighe Secondo il monitoraggio del di Cagliari. Quelli in c.poddighe@cagliaripad.it cui di giorno i genitori Piano particolareggiato del Cenportano a spasso i bambitro storico la popolazione resini senza la paura delle auto che sfrecciano dente nei quartieri storici risulta, nel comaccanto, quelli in cui la sera ci si incontra plesso, diminuita di un centinaio di unità per bere e mangiare con gli amici e ascolin un anno, per l’esattezza sono 135 i catare un complessino che suona dal vivo. gliaritani che hanno abbandonato i vecchi rioni. Lo spopolamento riguarda proprio Pedonalizzazione, zone a traffico lii quartieri su cui più si è puntato e magmitato e movida notturna gli strumenti giori sono stati gli interventi del Comune per trasformare i vecchi rioni da quartieri in questi ultimi mesi: Marina e Villanova. ghetto, brutti di giorno e pericolosi la notNel rione che dal porto arriva sino al te, in nuovi spazi da vivere in modo più Bastione Saint Remy sono 81 gli abitancondiviso. Il progetto, iniziato dalle preti fuggiti verso altre zone di Cagliari e cedenti giunte comunali, ma avuto un’acdell’hinterland. Ma è soprattutto da Villacelerata nella gestione Zedda che ha nova che sono spariti oltre 160 residenti. scelto la Marina come quartiere elettivo, In controtendenza i quartieri storici dove
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meno invasive sono state le scelte riguardo la viabilità attuate dal Comune. Castello è passato dai 1.432 del 2010 ai 1.471 del 2011 (+ 96) ed è cresciuto anche Stampace con 68 abitanti in più (6.643 del 2011 contro i 6.575 del 2010). Le cause della fuga sono facilmente riconducibili alle restrizioni al traffico e l’impossibilità, per alcuni, di contare sul parcheggio sotto casa: entrambi i rioni che si sono spopolati hanno conosciuto tra il 2010 e il 2011 diverse pedonalizzazioni: via Sulis e strade limitrofe a Villanova, via Dettori, via Napoli ed altre alla Marina. Castello e Stampace non hanno invece subito le stesse restrizioni per le auto. Quartieri belli da vedere, meno da vivere. Vie, piazze, locali pieni di turisti,
I N N O VA Z I O N E
ma con sempre meno residenti. Mentre i rioni si spopolano, si registra dall’altro lato un incremento dei pernottamenti in strutture alberghiere e bed & breakfast del centro storico: 185.758 nel 2011 contro le 142.072 del 2010. Nell’ultimo anno non risultano realizzati interventi pubblici infrastrutturali di sostegno alle trasformazioni imposte nei quartieri. E proprio l’assenza di questi interventi sono segnalati come elementi critici dal Piano. Rende bene l’idea del disagio dei residenti del centro storico un commento di un lettore apparso sul nostro sito cagliaripad.it. Così ci ha scritto Mauro
Branca: “Dopo una vita passata in Via Piccioni nel rione Villanova, mio padre ha messo in vendita la casa dove ha cresciuto la sua famiglia e dalla quale non sarebbe MAI voluto andare via. Ma la pedonalizzazione del rione lo ha reso prigioniero del comune e del sindaco. L’impossibilità di fatto di ricevere le visite di parenti e amici e degli adorati nipotini lo ha convinto (se pur molto a malincuore) a scappare da un posto irraggiungibile. La ZP di Villanova è immensa, priva di un servizio base come il bus navetta, ingiustificata (non sono presenti nel rione edifici storici di pregio come potrebbe essere in Castello). Per chi vuole andare a trovare i propri cari che sono “reclusi” all’interno del rione-carcere la cosa è molto difficile. Avere ospiti a pranzo o a cena per chi abita nella colonia pe(do)nale
è un serio problema perché trovare un posto dove lasciare l’auto per il visitatore diventa una vera scommessa. L’abbandono da parte degli abitanti storici finirà per uccidere la parte più culturale di Villanova: il modo di stare insieme dei suoi abitanti storici, un modo di stare assieme fatto di porte sempre aperte, di scambi di cortesie, di “cicciarrate” tra comari da un balcone ad un altro, di piatti di cibo scambiati tra vicini, e di una serie di rapporti più o meno complessi che creano una vera e propria anima di quel rione. Con la Zona pe(do)nale, per valorizzare dei palazzi senza particolare pregio si sta uccidendo una cultura che avrebbe un valore molto superiore”.
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LA VOCE CONTRO
Farris: “Giunta senza idee” Parla il capogruppo del Pdl in Consiglio comunale: “Si procede per tentativi in tutti i settori, la vicenda dei chioschi al Poetto è emblematica. E la pressione tributaria è aumentata”. di Andrea Deidda
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Un centrosinistra senza un’idea di sviluppo per la città”. Intervista al capogruppo del Pdl in Consiglio comunale critica duramente l’attuale coalizione al governo di Cagliari. E difende il caso dell’anatra zoppa: “Non è una sconfitta”. Partiamo dall’attualità. In questi giorni il sindaco Zedda è nella bufera per la nomina del sovrintendente del Teatro Lirico. L’opposizione avanzerà proposte? Il teatro lirico è la principale industria culturale sarda. La vicenda ha assunto contorni kafkiani, il sindaco si è posto in una posizione arrogante: prima ha parlato di concorso internazionale di idee, poi ha pubblicato un bando per attrarre le manifestazione di interesse infine ha scelto con l’intuitu personae come se il sovrintendente fosse un assessore. Eppure non era difficile individuare una figura per guidare il teatro viste le domande di alto profilo, e di una levatura ben differente rispetto alla signora Crivel-
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lenti, arrivate. Ora è necessario un piano industriale per mettere a frutto i milioni arrivati dalla Regione che consentirebbero di ripianare il debito così come vanno impegnate le risorse disponibili per mettere a regime il Parco della Musica. Più volte in aula lei ha dato un giudizio negativo sulla Giunta. In particolare a suo parere dove sta sbagliando il centrosinistra? La lacuna principale è legata alla mancanza di un’idea di sviluppo della città. Si procede per tentativi in tutti i settori, la vicenda dei chioschi al Poetto è emblematica. Sui rifiuti c’è stato un aumento della Tarsu per i cittadini ma nonostante ciò la città è più sporca, questo è sotto gli occhi di tutti. In generale la pressione tributaria del Comune fra Tarsu, Imu e addizionale Irpef è aumentata del 30% nel 2012 e salirà al 37% l’anno prossimo. In un momento di crisi come questo il Comune avrebbe dovuto stare più vicino ai cittadini con politiche di sviluppo e lavoro.
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Sotto: Giuseppe Farris Nella pagina di destra: Un momento dell’ultima campagna elettorale per le Provinciali di Cagliari. Farris con il giornalista Vito Biolchini (al centro) e Graziano Milia
Che idea si è fatto sulla nuova gestione della cultura in città? L’assessore è riuscito a fare un bando per i centri culturali della città dove ha richiesto il titolo di studio della laurea per il management della Vetreria. Per gestire la Vetreria è necessaria la laurea, per il Lirico no. Il regolamento sui contributi alle associazioni di spettacolo, approvato in commissione Cultura, è un altro tassello del nuovo corso: si stabilisce che a dare i contributi sia una commissione composta da persone esterne all’amministrazione e retribuite, che magari verranno scelte con l’intuitu personae. Mi sembra una follia.
Andiamo per temi: stadio Sant’Elia. Il centrodestra ha una proposta alternativa al concorso di idee? Dal momento della predisposizione del bando alla conclusione dell’iter passeranno alcuni anni, l’intera consiliatura, il Sant’Elia nel frattempo cadrà a pezzi. Noi chiedemmo di mettere a gara il diritto di superficie e crediamo che si debba fare di tutto per trattenere il Cagliari Calcio al Sant’Elia. Anfiteatro romano. Anche alla luce della posizione tenuta dalla sovrintendenza ai beni archeologici nel corso degli anni, la Giunta ha dato il via allo smantellamento delle tribune in legno. Bisogna essere realistici: dopo la chiusura dell’anfiteatro la città è stata privata di un fatturato che fra introiti diretti e indotto garantiva circa 5 milioni di euro annui. L’anno scorso non ci sono state manifestazioni, quest’anno invece gli eventi portati all’arena concerti sono stati pochi. E’ stata accontentata una frangia di cittadini, ovvero quella minoranza che si è stracciata le vesti per la chiusura dell’anfiteatro. Poetto. Sulla base delle prime riunioni della commissione d’indagine sull’amianto, cosa si aspetta? L’attività della commissione è secretata, i resoconti non possono essere divulgati fin tanto che non verranno conclusi i lavori. Tuttavia sono già emersi elementi che non erano nella disponibilità del consiglio comunale e dunque ancora non di dominio pubblico. A livello politico in Consiglio comunale è capitato che l’opposizione non si sia presentata unita, ad esem-
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pio sul registro per le unioni civili. Oggi esiste un centrodestra compatto oppure no? Per primo ho detto che su temi dei diritti civili ci deve esser libertà di coscienza. L’opposizione è una coalizione di centrodestra, è capitato che ci sia stata una differenziazione di voto su aspetti marginali ma questo capita anche al centrosinistra. L’opposizione è unita e persegue gli indirizzi per cui è stata eletta. A inizio consiliatura come centrodestra avete cavalcato la vicenda dell’anatra zoppa ma alla fine ad avere ragione è stata la maggioranza. Farebbe di nuovo le stesse scelte? Chiariamo: non c’è stata nessuna sconfitta del centrodestra tanto meno nessuna vittoria del centrosinistra, va rispettata la sentenza. Ho detto da subito che l’anatra zoppa è un concetto politico e non giuridico. A prescindere dal fatto che si potesse eleggere il consiglio comunale al primo turno ciò che conta è che il 53% dei cagliaritani ha votato liste di centrodestra, se poi il meccanismo di conteggio è diverso questo è un altro
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discorso. I consiglieri comunali del centrosinistra sono stati eletti da una minoranza della città. In prospettiva come vede il futuro del Pdl a livello nazionale e locale? A livello centrale mi sembra inevitabile che il partito si stia incamminando verso una profonda rivisitazione. Questo paese ha comunque bisogno di un grande partito capace di aggregare l’area dei moderati. Auspico che si abbia la capacità di mettere in piedi soggetti politici alternativi, tenendo conto che nessuno è finora riuscito a inventare un’alternativa ai partiti. A livello locale il processo è identico ma subisce necessariamente l’influenza che proviene dal modello centrale. In vista ci sono le elezioni regionali e nazionali, dopo le provinciali del 2010 ha intenzione di candidarsi per altri ruoli di primo piano? Ha ricevuto proposte? Non ho pensato a nulla di ciò. Sono abituato ad essere candidato, non a candidarmi.
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L A V O C E A FA V O R E
Davide Carta:
“Il Pd non ha chiesto alcun rimpasto” “Chiediamo di avviare al più presto il bando per il porta a porta. Nell’immediato va ripristinata la pulizia quotidiana delle strade e aumentato il numero di cassonetti per favorire la differenziazione dei rifiuti”
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l Partito Democratico non chiede alcun cambio nella giunta Zedda. Il capogruppo del maggiore partito in Consiglio comunale mette a tacere le voci di chi all’interno del partito aveva sollecitato un cambio negli assessorati. Ma al tempo stesso mira a ottenere più spazio nelle scelte di governo e rilancia: subito il piano industriale al Lirico. Una delle grane per il sindaco nelle ultime settimane è la nomina del
sovrintendente del Teatro Lirico. Il Partito Democratico da subito ha contestato la scelta. In che modo ora il Pd cercherà di dare la sua impronta all’azione della Giunta? “Il Pd ha criticato la nomina per il metodo seguito e per il profilo prescelto. Intendiamo dare linee di indirizzo chiare sull’azione del Teatro lirico che dovranno essere portate avanti dal sindaco e interpretate dal Cda e dal sovrintendente. Lo faremo con documenti che porteremo
anche all’attenzione dell’opinione pubblica. Servono risposte sul piano industriale che va predisposto in pochi mesi, anche per recuperare il tempo perduto, ma prima di tutto occorre un progetto artistico e culturale per ridare una nuova centralità al Teatro lirico nel sistema della cultura della città e dell’intera regione, mettendo al centro la lirica e la sinfonica ma aprendo al contempo, anche fisicamente, con le strutture del Parco della Musica, a un mondo della cultura più ampio. E’ imprescindibile la necessità di costruire un rapporto di collaborazione piena tra il presidente della fondazione, il nuovo sovrintendente e i lavoratori”. La nomina di Marcella Crivellenti è avvenuta in modo trasparente? “La procedura è durata troppo. I curriculum sono arrivati il 22 giugno, dovevano essere valutati prima. Noi proponemmo di fare una short list dei nominativi e sentire le proposte di strategia da parte dei candidati individuati come più interessanti. Avevamo previsto un percorso nel quale si potessero anche interpellare i candidati e non fare affidamento solo sulle carte. Questo metodo, che riteniamo utile sviluppare per le principali nomine che il Comune deve attivare, crediamo che dia buoni risultati in termini di trasparenza e qualità delle scelte”.
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L’ I N T E R V I S TA
In tema di cultura alcuni consiglieri in maggioranza hanno avanzato critiche, qualcuno ha parlato di rimpasto. Qual è la posizione del capogruppo? “Noi non chiediamo rimpasti, ma evidenziamo al sindaco i punti per migliorare l’azione di governo: è quello che abbiamo fatto su tutti gli ambiti di azione dell’amministrazione, compresa la cultura. Su questo intendiamo andare avanti. Va costruita una più forte condivisione delle politiche, non di solo ascolto. Va esaltato il principio di sussidiarietà di coinvolgimento dei soggetti attivi nell’impresa, nella cultura e nel sociale. In tal senso una prima azione concreta potrebbe essere l’assegnazione di locali e spazi per le associazioni”. Come valuta il regolamento sui contributi agli operatori culturali e di spettacolo? Il regolamento sui contributi approvato in commissione, con le modifiche apportate, va nella direzione giusta di maggiore trasparenza. Sicuramente va intrapreso un discorso sulle risorse a disposizione, ci sono stati anni di tagli nel settore, per questo occorre valutare come sia possibile recuperare ulteriori fondi”. Un altro assessorato in difficoltà è
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quello ai Servizi Tecnologici. La città è più sporca rispetto al passato: cosa chiederete alla Giunta? “Va anzitutto detto perché è sporca: l’appalto che stiamo gestendo, ereditato dalla precedente amministrazione, prevede significative diminuzioni nella frequenza della pulizia delle strade ed anche il meccanismo di controllo sulle ditte era stato esternalizzato. Chiediamo di avviare al più presto il bando per il porta a porta. Nell’immediato va ripristinata la pulizia quotidiana delle strade e aumentato il numero di cassonetti per favorire la differenziazione dei rifiuti. Bisogna iniziare una forte azione di sensibilizzazione che prepari i cittadini alla raccolta porta a porta e valutare la sperimentazione del servizio in alcuni quartieri (ad esempio alla Marina), realizzando anche isole ecologiche”. Campo Rom, quale dev’essere il futuro dell’area? “Il terreno va bonificato, questo è certo. Prima però serve il piano di caratterizzazione per capire il livello di contaminazione di suolo e falda. L’altro concetto da tenere a mente è quello delle responsabilità: se io sono proprietario di un terreno e qualcuno ha messo un rifiuto o ha contaminato i terreni, la legge prevede che io proprietario sia obbligato a bonificarlo a
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meno che non si individui chi ha fatto il danno. Per questo ci sono le indagini della magistratura. Sul terreno comunale l’amministrazione deve fare la bonifica, così come per quanto riguarda i terreni privati se non dovesse essere individuata una responsabilità oggettiva di terzi”. Nelle scorse settimane in Comune è rimbalzata la proposta di una commissione consiliare d’indagine “La proposta va valutata. E’ chiaro che una commissione andrebbe a sovrapporsi alle indagini della magistratura. Per questo è un passaggio da valutare con attenzione”. Durante la riunione della direzione del partito lei ha annunciato un maggiore controllo sulle delibere di Giunta “Troppo volte le delibere sono state portare all’attenzione della maggioranza all’imminenza dell’inserimento all’ordine del giorno dell’Aula. Su alcuni temi abbiamo bisogno di maggiore condivisione e collegialità, a priori, sui principi dei progetti e degli atti amministrativi che intendiamo realizzare. E’ importante condividere i principi in linea generale, con punti precisi, soprattutto sulle delibere importanti”. A proposito di delibere, quella su Tuvixeddu venne ritirata. Ora come si procede? “Su Tuvixeddu la questione riguardava proprio il testo della delibera che si prestava a interpretazioni differenti, questa era le criticità maggiore. Credo si stia lavorando a un nuovo testo, più asciutto, che va a inquadrarsi nel contesto più generale dell’adeguamento del Puc al Ppr. Credo che potrà essere uno dei prossimi atti dopo l’approvazione del Pul”. (a.d.)
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L A S TO R I A
“Sto migliorando, è dura ma non mollo” Valentina Pitzalis, sopravvissuta al terribile incendio di Baccu Abis, continua la sua lotta per l’indipendenza. Ecco come aiutarla. di Alessandra Ghiani
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Sto migliorando, ora mi trovo a Milano e faccio fisioterapia tutti i giorni due volte al giorno in ospedale. Avanti e indietro, è molto stressante ma tengo duro. Dopo un altro intervento, riuscitissimo, la mano inizia a muoversi di più e meglio, i medici e le fisioterapiste che mi seguono sono i migliori e mi stanno facendo lavorare al massimo. I risultati pian piano si vedono”.
Grazie alle donazioni che continuano ad arrivare in suo favore può continuare ad essere percorsa la strada della guarigione (fisica). Da maggio scorso la fondazione Doppia Difesa, che supporta le vittime di violenza e discriminazioni, l’ha voluta sotto la sua ala e ha portato il suo caso all’attenzione di tutta la nazione. Con al suo fianco Michelle Hunziker e l’avvocato Giulia Buongiorno, istitutrici della fondazione, Valentina riuscirà presto a raccogliere i centomila euro necessari per l’acquisto della protesi mioelettrica per la sua mano sinistra e continuare le cure per la riabilitazione dell’altro arto. Intanto gli amici di Superhabily le hanno regalato una protesi provvisoria.
Valentina Pitzalis, roccia come la chiamano i suoi sostenitori, era miracolosamente sopravvissuta alla follia del suo ex marito, Manuel Piredda che, il 17 aprile 2011, dopo averla attirata a casa sua con un pretesto, le aveva dato fuoco dopo averla cosparsa di kerosene. Lui poco dopo si era suicidato lasciandola con un viso e con un corpo martoriati. L’avevamo incontrata esattamente un anno dopo e sognava una protesi per la mano persa quel terribile giorno. Ora, a distanza di cinque mesi da quell’incontro, Valentina ci fa sapere che sta facendo passi da gigante, con i medici che la seguono ma soprattutto grazie al suo inesauribile coraggio. La sua mano destra, quella sopravvissuta alla devastazione delle fiamme, con continue operazioni delicatissime che intervengono su tendini e muscolatura, inizia a riacquistare mobilità.
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Tra Carbonia e Milano tutta la sua vita trascorre nella riconquista di un’esistenza normale. Tra tutte le sue incertezze e paure è comunque lei a far coraggio a tutti quelli che la seguono. Non è di certo sola, infatti, Valentina e, a giudicare dal numero di persone che la sostengono e la seguono nella sua pagina Facebook Un sorriso per Vale, non lo sarà mai. Sono infatti 72000 i suoi sostenitori sul social network e continuano a crescere in maniera esponenziale.
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Cagliaripad sbarca a Lucca per il festival Comics&Games: un numero speciale per raccontare autori e disegnatori sardi famosi nel mondo “Pd da rottamare nell’isola. Serve una nuova classe Commenta l’articolo su www.cagliaripad.it dirigente. Chiederemo al sindaco di Firenze cinque punti da portare avanti”
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CONCORSO PER IMMAGINI
Le foto dei lettori In questo numero Cagliaripad pubblica le immagini arrivate all’indirizzo redazione@cagliaripad.it.
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Pinuccia accompagna Peppi dal medico per un piccolo problemino
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Peppi! Ayò e quanto ci metti? Sei entrato a urare e ci sei tanto che facevi in tempo ad andare di colpo dieci volte. Tutto bene?”.
sto per fare un po’ di raganella, c’avrò i calcoli urinari itta nasa?” “Ma insomma Peppi! Tirando le cuoie, che siltomi hai?”
Pinuccia è preoccupata perché suo marito Peppi, entrato in bagno al volo per fare pipì, dopo dieci minuti non è ancora uscito.
“Maborcamiseria ti d’appu nau! Andausu da su dottori!” esclama Peppi uscendo dal bagno.
“Oi oi Pinù, non sciu itta narri, non ce la sto facendo. Quasi quasi mi serve un cratere con la sacca! Non esce!” “Cess o peppi, caraté si dice! Ma cosa ti è successo? E itta ti ses buffau tottu sa damigiana ‘e binu??” “Ma itta ses smacca? Già lo sai che dopo che ho fatto la gastrofobia il medico mi ha vietato completamente di bere. Non lo so che problema ho, sarà la pastiglia per la pressione, l’ashish (Lasix, ndr)? Sarà il caso di fare un’urografia? Itta nasa, mi pigu un tassativo?”
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“Lassativo si dice! Macché, cussu serbidi po’ andai de croppusu non per fare la pipì! Comunque escine ora Peppi, ho paura che troppo sforzo ti fa venire le arachidi anali! Andiamo dal dottore!” “Aspetta Pinù, che secondo me ne
I due arrivano dal medico ma trovano una file esagerata: “Scusate, ci fate passare? Mio marito è infezionato e non sta bene”. I pazienti concedono a moglie e marito di saltare la fila e nel giro di pochi minuti Peppi è davanti al medico che gli chiede quali siano i suoi sintomi: “Su dottori io non ne ho di questi sintomi, ho dolori nel collo della pancia, nella tasca della pipì e mi sembra che devo farne a fiume ma me ne esce solo un dolore a punta!” “Ha detto che ha dolori al colon?” il medico vuole chiarimenti. “Si qui, al collo a destra. Poitta esti a destra su collo berusu?” si informa Peppi. “Signor Usai, il colon parte da destra e arriva fino a sinistra…” specifica il medico.
“Mi sta dicendo che cammina e si muove?” chiede Peppi tutto spaventato. Dopo avergli dato qualche spiegazione in merito il dottore procede nella visita e mentre palpa, schiacciandolo, l’addome di Peppi gli chiede: “Sente male?” “E itt’ei scherzandi? Ci sento benissimo! A su mancu cussu. Ho un dito perfetto!” “Vediamo com’è la pressione sig. Peppi…” “Eh dottore, le ho detto che non esce, a goccioline piccole piccole la sto facendo!” “Signor Usai, soffre di stress lei ultimamente?” “Mmmmh in effetti mi sento un po’ stretto di intestino!” “Chiedevo se si sente particolarmente affaticato o preoccupato da qualcosa. Ha i calcoli?” “E quelli dovrebbe farli lei su dottori! Abbiamo già finito?” “Si si, non si preoccupi, non è nulla di grave, una piccola cistite, mi raccomando non mangi roba piccante e irritante e non beva nemmeno alcool. Se poi si deve assentare a lungo da casa si porti dietro il pappagallo”. “Si figuri, seu sempri in domu dottò! E in ogni caso, ne uscirei senza preoccupazioni, animali in casa non ne abbiamo!”.
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COLPI DI PENNA
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Nome: Lexa Professione: Scrittista (tra giornalista e scrittrice)
“
Quella volta che in profumeria ho preso una crema per il viso convinta che costasse una quindicina di euro e, arrivata in cassa, ne ho pagati quaranta.
Segni particolari: Sentimental-spaccona di un metro e una penna lexa@cagliaripad.it
Cretina. Si ma, sapete, ci sono delle volte in cui rimani come un fesso e non sai reagire. Porca miseria, ho preso la crema sbagliata, ho pensato. Ma l’imbarazzo mi ha colto. Non saper dire che in realtà ne volevo una che costava meno della metà mi è sembrato brutto.
Rimorsi
Sì, brutto come la fame. Soprattutto se, mettici le spese estive, mettici le bollette particolarmente salate, sei arrivato a fine mese con la lingua a terra. E mi è sembrato brutto dover dire che quaranta euro per una crema per il viso mi fa schifo spenderli, soprattutto in un momento in cui la mia pelle, anche con una Dior ben spalmata ovunque, si presenterebbe comunque con un’ herpes da chilo come biglietto da visita. Sarà che chi raschia sempre il fondo del conto corrente va in giro a dire che anche se li avesse non li spenderebbe, o sarà semplicemente che sono molto più all’acqua di rose che a quella di Chanel, ma cremine luxury nel mio beauty case non se ne sono viste mai. Mi vergogno molto per non aver reagito in quel momento, quasi dovessi dimostrare a qualcuno che se voglio
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un prodotto più caro della media, posso permettermelo. È così che si innesca la coscienza. Non è tanto per la spesa. È il pensiero di un giro al quale non voglio appartenere. Il circolo del superfluo e quello del son figo perché lo posso comprare o quello del quanto l’hai pagato. Quel gusto piacevol-trash del presentarsi con la griffe a cui molti non sanno rinunciare. E che spesso inghiotte anche me facendomi precipitare nel girone degli incoerenti. Non mi giro per principio a guardare un macchinone per non far credere a chi lo guida che io sia così frivola da interessarmi a una bella macchina, ma porto ai piedi un paio di Hogan da 260 euro. E poco importa che le
abbia comprate solo perché son comode, sempre quanto una mensilità d’affitto per una stanza le ho pagate. E ripenso alla mia idea di sacrificio, quella che mi ricorda gli anni passati all’università grazie alle rinunce e al duro lavoro dei miei genitori. Quella che mi rammenta il mio punto di partenza, indipendentemente da quello che sarà il mio punto d’arrivo: l’orgoglio di una famiglia cresciuta a pane e onestà.
L’allodola vola in alto, ma fa il suo nido in terra Proverbio italiano
l’orto dì casa tua.
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