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pag. 3 L’editoriale
C’è solo la strada di Guido Garau In viaggio. Gettati nel mondo, sempre in cerca di una direzione, andiamo a tentoni verso una via d’uscita o un approdo al di là del buio. Viviamo così: sempre in procinto di partire, portandoci appresso un bagaglio di preoccupazioni, contando i chilometri, i soldi per comprare un litro di benzina, le mezzore per trovare un luogo in cui sostare, mentre aspettiamo che la crisi travolga tutto e scorre a folle velocità il tachimetro del tempo. Le nostre valigie logore ci stanno di nuovo aspettando, senza sapere dove ci porterà il cammino che dobbiamo percorrere. E’ la strada. Qual è la nostra strada? E’ la strada del successo o del fallimento, la strada della crisi o quella del lavoro, la casa della felicità o della disperazione? È ad ogni modo quella che conduce in tutte le direzioni, che si ripete da sempre identica per tutti gli uomini in tutti i mondi. C’è sempre qualcosa di più, un po’ più avanti, di appetibile e grandioso, e non si finisce mai di percorrerla, la strada. Non condurrà in nessun dove, ma noi puntiamo dritti, protesi verso la prossima, fantastica destinazione. E ci muoviamo, sempre, e quasi sempre in automobile – soprattutto se non abitiamo in centro: non c’è alternativa. E così, quando il sole tramonta sul mar Mediterraneo, e il sole copre di rosa e di giallo le antiche mura della nostra città bianca, e vediamo tutto quel cielo azzurro che si srotola in un’unica incredibile nuvola fino a toccare le punte della Cattedrale, e tutta quella strada che scorre, e a tutta quella gente che guida la sua automobile per tornarsene finalmente a casa, con il caldo o sotto il vento freddo, un pensiero affiora nella testa: dove andranno a dormire queste masse di lamiera, dove riposeranno queste gomme, se le auto a Cagliari sono 180mila e i parcheggi liberi dieci volte di meno? g.garau@cagliaripad.it
INDICE Cagliari: troppe auto e pochi parcheggi in città 180mila vetture al giorno di Maria Grazia Pusceddu pag. 4-5 L’intervista con Ezio Castagna direttore generale di Ctm e Parkar di Carlo Poddighe pag. 6 In città inquinamento da record tutta colpa delle vecchie auto di Laura Puddu pag. 7 Brotzu, il parcheggio si paga la rabbia dei degenti di Michela Seu pag. 8 Striscia blu selvaggia, parla l’avvocato che ha vinto il ricorso di Claudia Sarritzu pag. 9 Liberalizzazioni e dramma del Sulcis facciamo il punto in breve di Alessandra Ghiani pag. 12-13 Ayò in continente, parte seconda La famiglia Usai a Roma di Alessandra Ghiani pag. 20-21
IN PRIMO PIANO
PRIMO PIANO Cagliari, troppe auto e pochi parcheggi in città 180mila vetture per 13mila posti Intanto il Comune porta avanti il progetto della pedonalizzazione di Castello L’assessore Coni: “Io vedo bene un parcheggio in Via Cammino Nuovo senza auto in superficie”
di Maria Grazia Pusceddu m.pusceddu@cagliaripad.it
S
ono veramente troppe le automobili che entrano ogni giorno a Cagliari in proporzione al numero di parcheggi disponibili. Su 180 mila vetture, i parcheggi a disposizione sono infatti circa 13 mila. Un numero veramente esiguo che costringe non solo i pendolari ma anche gli stessi residenti a passare in media più di mezz’ora alla ricerca disperata di uno spazio dove parcheggiare. Ci sono poi i protagonisti delle soste brevi che non aspettano certo di trovare un parcheggio ma accendono le quattro frecce e lasciano la macchina in doppia fila, rendendo CAGLIARIpad.it
difficile il passaggio delle auto. Per cercare di arginare questo grosso disagio, l’amministrazione comunale ha in serbo una serie di misure finalizzate a risolvere almeno in par-
ANNO II • Numero 11 • 31 gennaio 2012 Editore GCS Green Comm Services S.r.l.
Lexa Carlo Poddighe Laura Puddu Maria Grazia Pusceddu Claudia Sarritzu Michela Seu
Direttore responsabile Guido Garau Hanno collaborato: Alessandra Ghiani
Fotografie Guido Garau Alessandra Ghiani
te la carenza di parcheggi in città. Una delle soluzioni proposte dall’assessore comunale al Traffico Mauro Coni è quella di far entrare meno auto in città. “Bisogna innanzitutProgetto grafico e impaginazione Cesare Giombetti Vignette Bruno Olivieri Stampa Grafiche Ghiani • Monastir Sede legale Via Giotto, 5 • 09121 • Cagliari
to – sostiene l’assessore – rendere appetibile l’utilizzo dei mezzi pubblici attraverso la realizzazione in viale Marconi di corsie preferenziali per gli autobus che da Quartu Redazione Largo Carlo Felice, 18 09124 Cagliari www.cagliaripad.it redazione@cagliaripad.it Tel. 070.3321559 • 366.4376649 Autorizzazione Tribunale di Cagliari 15/11 del 6 settembre 2011
pag. 5 Sant’Elena arrivino fino al centro città e viceversa”. San Benedetto. I cambiamenti maggiori sono previsti nella zona di San Benedetto con l’introduzione delle strisce gialle per i residenti, l’eliminazione dei parcheggi di superficie in via Sant’Alenixedda, la realizzazione di una pista ciclabile intorno a Piazza Giovanni XXIII e la tanto attesa apertura dei due multipiano del Parco della Musica. Dopo le numero-
durante gli spettacoli teatrali oppure di introdurre il modello del parcheggio dell’Uci Cinemas dove le prime tre ore sono gratuite. La prima cosa da fare rimane però quella di aprire i due multipiano del Parco della Musica che porteranno 719 nuovi stalli. “Non posso ancora dare una data certa – ha dichiarato l’assessore Coni – non sarà dopodomani ma neanche l’anno prossimo. Il collaudo tecnico è avvenuto, però
Cammino Nuovo, però è necessario far sparire le soste di superficie, sopra ci deve essere soltanto parco”. Per quanto riguarda, invece, la via Roma, l’idea dell’assessore è quella di aumentare il più possibile l’accessibilità tra la stessa via Roma, il Porto e la Marina. “Attualmente in via Roma – ha aggiunto Coni – ci sono circa venti corsie veicolari, è fondamentale ridurle. I parcheggi si faranno a fianco dove ci sono aree
gramma che tutti i sindaci dell’area vasta hanno sottoscritto – ha concluso l’assessore Coni - però i fondi Fas (fondi per le aree sottoutilizzate) sono stati riprogrammati, e non si sa quando verranno messi a disposizione”. La metro leggera rappresenterà una vera e propria rivoluzione destinata a cambiare le abitudini dei cittadini, sempre che non rimanga solo un progetto su carta. Intanto a Cagliari la carenza di parcheggi continua a rappresentare un grosso problema per i cittadini e una soluzione, nonostante le numerose proposte avanzate, sembra comunque ancora troppo lontana.
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Vuoi fare pubblicità su Vendesi e se proteste avanzate dai residenti della zona e dai concessionari del mercato, l’amministrazione comunale ha deciso di trovare una volta per tutte una soluzione al problema dei parcheggi. Tra le richieste avanzate dai residenti c’è stata, per esempio, quella di Alessandro Sorgia che sulla carenza di aree di sosta del Teatro Lirico, ha proposto di far parcheggiare in doppia o tripla fila
Il parcheggio di Piazza Matteotti: l’idea multipiano è un’utopia?
manca ancora la certificazione da parte dei Vigili del Fuoco”.
importanti, se pensiamo al Cis e alla zona di Viale Bonaria”.
Centro città. Un altro progetto che sta portando avanti l’amministrazione comunale è quello sulla pedonalizzazione della zona di Castello. “Io vedo bene – ha detto ancora l’assessore Coni – un parcheggio in via
La metro leggera. Un altro obiettivo dell’amministrazione comunale riguarda infine la realizzazione della metropolitana leggera che permetterà di collegare tutti i Comuni della zona al centro città. “C’è un accordo di pro-
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L’INCHIESTA A Roma e a Milano un gratta e sosta si paga poco più di un caffè Quanto costa parcheggiare la propria auto per un’ora in una grande città? A Milano il prezzo varia da € 1,00/ora a € 1,40/ora. Nei parcheggi coperti il prezzo è di € 5,00 le prime due ore e di € 1,50 / 2,00 quelle successive. E a Roma? All’interno del centro storico il costo è di € 1 per ogni ora.
“Meglio un parcheggio in striscia blu che lasciare l’auto in periferia” Ezio Castagna, direttore generale del Ctm e ad di Parkar è categorico: “I nostri tagliandi per la sosta sono i meno cari d’Italia, nessuno prende il bus”
di Carlo Poddighe c.poddighe@cagliaripad.it “E voi pensate che costruendo dei parcheggi in periferia, gli automobilisti abbandonino la comodità della propria auto per usare dei bus navetta verso il centro? Scordatevelo”. E’ categorico Ezio Castagna e se lo dice lui c’è da credergli. E’ il direttore generale del Ctm, il consorzio dei trasporti urbani di Cagliari, e Amministratore unico di Parkar, la concessionaria comunale che gestisce la maggior parte delle strisce blu e dei parcheggi multipiano cittadini. Sembrerebbe esserci una contraddizione nel fatto che chi si occupa del trasporto pubblico gestisca anche le soste a pagamento. Che convenienza c’è nel migliorare il servizio bus, infatti, se si guadagna dal fatto che sempre più auto entrino in città e paghino per parcheggiare? “Nessuna contraddizione”, è
certo anche di questo Castagna. “Come Parkar gestiamo 3250 parcheggi in città, ma nell’ultimo anno abbiamo rilasciato circa 5 mila passresidenti che permettono di sostare gratuitamente anche sulle strisce blu. Di fatto le spese non coprono le entrate”. Anche le multe degli ausiliari della sosta non vanno nelle casse del Ctm, ma le
ritorno, se con due euro in più e usando la propria auto può parcheggiare quattro ore, un’intera mattinata, in centro?». Teoria debole questa. La maggior parte di chi arriva in città con la macchina è costituita da lavoratori pendolari, per i quali spendere due euro in più ogni giorno fa la differenza, eccome.
Il direttore del Ctm Enzo Castagna
incamera il Comune. Inutile puntare su chi non vive a Cagliari, ma arriva dall’Hinterland. «Abbiamo il costo dei tagliandi per la sosta a pagamento più bassi d’Italia», spiega Castagna. «Perché una persona dovrebbe venire da Quartu col filobus pagando due euro e quaranta di biglietto andata e
Anche un servizio navetta che, da un parcheggio all’ingresso di Cagliari, faccia la spola con il centro città, come si è detto, non rientra nei piani del bicefalo CtmParkar. Un esperimento recente e fallimentare è stato il mini-bus che nei giorni festivi di Natale faceva avanti indietro dai parcheggi del Cis e le vie dello shopping. In tutto il
periodo, sono stati solo 62 i passeggeri che hanno scelto di utilizzare questo servizio. “Solo il metrò può avere un senso come navetta che faccia lasciare al parcheggio la propria auto, non un altro mezzo pubblico che si va ad infognare nel traffico cittadino”, spiega Castagna. A cambiare, infatti, non può essere solo la mentalità, la sensibilità dell’utenza. Per il cittadino il sistema deve risultare conveniente e per questo, secondo il Ctm, “deve essere prima di tutto il Comune a non volere le auto in centro”. Quali sono le richieste del Consorzio alla politica, allora? “Sicuramente aumentare le corsie preferenziali in tutta la città e crearle in viale Marconi; combattere con maggior severità la sosta selvaggia in doppia fila; rendere, insomma, più scorrevole il passaggio dei bus per favorire la scelta del mezzo pubblico da parte dei cittadini”. Da parte sua il Ctm assicura di avere a disposizione sedici nuovi filobus che da febbraio sostituiranno i vecchi 30 e 31 e di essere pronto a strappare all’Arst la tratta CagliariSestu.
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Pm10 da record Cagliari è inquinata colpa delle euro 0 Nonostante la normativa europea vieti la circolazione delle automobili più vecchie, a Cagliari e provincia non esistono ancora vincoli e divieti. E la qualità dell’aria ne risente
di Laura Puddu l.puddu@cagliaripad.it
Polveri sottili, particolato, ma soprattutto PM10. Nomi diversi per indicare un killer invisibile che respiriamo tutti i giorni: è l’inquinamento atmosferico, frutto del nostro modo di vivere. Il traffico veicolare anche a Cagliari è l’imputato numero uno. Per migliorare la qualità dell’aria che ci circonda, è fondamentale evitare l’aumento dei livelli di PM10. Di cosa si tratta? Pm10 è un termine diffusissimo al Nord che purtroppo sta diventando familiare anche da noi: è un materiale presente nell’atmosfera costituito da sostanze capaci di assorbire particelle tossiche. A Cagliari, l’inquinamento costituisce un fenomeno in continua ascesa e dunque può rappresentare un problema, ma ovviamente non quanto nelle grosse aree urbane: dal monitoraggio delle colonnine che rilevano il livello di smog emerge che viene oltrepassato spesso il valore
limite di PM10, soprattutto nella zona di Santa Avendrace. Ma ciò si è verificato frequentemente anche in Viale Diaz e in Via Italia. Lo scorso Novembre inoltre, Cagliari si trovava all’undicesimo posto nella classifica, stilata da Legambiente, relativa al superamento giornaliero dei valori legali nei capoluoghi italiani. La situazione non è ancora grave, però è in peggioramento. Per combattere lo smog, dal 1991 la comunità europea ha emanato una serie di direttive sulle emissioni di inquinanti delle vetture. Sono state individuate delle categorie di appartenenza per le auto (dalla Euro 1 alla Euro 5), ciascuna delle quali segue una determinata normativa e, tra il 2014 ed il 2015, arriverà la Euro 6. È importante sapere a quale categoria appartiene il proprio mezzo, perché in tante città italiane ed europee vi sono limitazioni alla circolazione (in relazione alle zone e agli orari di utilizzo del veicolo), al fine di migliorare la qualità dell’aria in ambito urbano. Generalmente il provvedimento riguarda i mezzi più inquinanti come le auto Euro 0 che, tranne in casi particolari come quelle d’epoca, in alcune città non possono circolare libera-
mente neppure al di fuori di tali divieti. I recenti blocchi della circolazione, inoltre, hanno condannato a restare ferme molte vetture Euro 4 in casi estremi. Ovviamente molto dipende dal grado d’inquinamento raggiunto e comunque vigono regole differenti da comune a comune. Alcuni capoluoghi italiani adottano da anni il sistema delle targhe alterne, vietando in determinati giorni la circolazione delle auto con la targa pari, e in altri quelle con la targa dispari. Questa soluzione è stata adottata anche a Milano (una tra le metropoli con
più smog), e inoltre, da circa due settimane, è necessario pagare cinque euro di ticket se si vuol entrare con la propria auto nella zona del centro. E a Cagliari? A oggi, nella nostra città, non esistono divieti di nessun genere. Forse i limiti ed il blocco della circolazione sono soluzioni eccessive. Però qualcosa per evitare il movimento libero ed indiscriminato delle vetture Euro 0 potrebbe essere presa in considerazione. Un parcheggio multipiano nel cuore della città potrebbe essere una soluzione.
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A quale categoria appartiene la tua macchina? Euro 0: indica i veicoli (privi di catalizzatore) immatricolati fino al 31/12/1992. Euro 1: comprende le autovetture conformi alla direttiva 91/441 o i “veicoli commerciali leggeri” conformi alla direttiva 93/59. E’ obbligatoria per veicoli immatricolati dopo il 01/01/1993. Euro 2: racchiude le auto conformi alla direttiva 94/12 o i “veicoli commerciali leggeri” conformi alla direttiva 96/69. È obbligatoria per veicoli immatricolati dopo il 01/01/1997. Euro 3: include i veicoli conformi alla direttiva 98/69. E’
obbligatoria per gli autoveicoli fabbricati dopo il 1 gennaio 2001. Euro 4: indica i veicoli conformi con la direttiva 98/69B. Obbligatoria per veicoli immatricolati dopo il 1 gennaio 2006. Euro 5: normativa entrata in vigore per tutte le auto immatricolate dopo il 01/09/2009. Euro 6: normativa che entrerà in vigore per tutte le auto immatricolate tra il 2014 ed il 2015. La regolamentazione è ancora in fase di studio da parte della Commissione Europea.
L’INCHIESTA
Una rivoluzione al Brotzu per far visita ai malati si paga Duemila parcheggi nuovi di zecca, custoditi, illuminati e videosorvegliati. Li gestirà la A. J. Mobilità di Spoleto, società vincitrice dell’appalto di Michela Seu m.seu@cagliaripad.it
Duemila parcheggi nuovi di zecca, custoditi, illuminati e videosorvegliati. Tutti, rigorosamente, colorati di blu. E’ la nuova rivoluzione dell’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, che investe sui parcheggi per i propri dipendenti e gli utenti dell’ospedale. Lo fa consegnando i lavori alla società A. J. Mobilità di Spoleto, vincitrice dell’appalto: la ditta umbra accetta di accollarsi tutte le spese per la realizzazione del progetto – un milione di euro –, gestire i parcheggi per cinque anni, corrispondere il 10 percento degli utili al Brotzu e, in caso di mancato rinnovo del contratto, cedere definitivamente i parcheggi all’azienda ospedaliera “in quanto – precisa il direttore generale dell’azienda ospedaliera Antonio Garau – tutto quello che viene realizzato sarà proprietà del Brotzu”. A fine novembre scorso ruspe e operai sono entrati in azione. Il primo lotto in territorio di Selargius sarà fruibile dalla prima settimana di febbraio, il secondo, nel comune di Cagliari, entro giugno prossimo. 1200 parcheggi saranno destinati, gratuitamente, ai dipendenti dell’azienda,
circa 100, sempre gratis, corso gli hanno decimato gli ai malati cronici, e i restanti incassi, sarà perché nean700 a pagamento: gratis la che una volta terminati i disaprima mezz’ora, gi potranno usufru50 centesimi la ire dei parcheggi, ZOOM prima ora e così sarà, infine, per la via. “L’idea è nata poca fiducia ripoIl primo lotto principalmente da sta nel sindaco di sarà fruibile dalla un’esigenza di siSelargius, Gianprima settimana di febbraio, il curezza – sostiene franco Cappai, secondo, nel il direttore generale strenuo sostenitore comune di – soprattutto dopo del progetto nonCagliari, entro che alcuni nostri giugno prossimo. ché dipendente dipendenti hanno del Brotzu, fatto subito aggressioni sta che, intorno nelle ore serali”. Poi però il all’ospedale, i commercianprogetto si amplia: non più ti sono ormai sul piede di solo parcheggi, ma anche un guerra. “È da due mesi che piccolo centro commerciale, ci hanno completamente con pasti veloci, un negozio isolato – fa sapere Raffaele di fiori e uno di articoli sa- Siddi, proprietario dell’edicola nitari. “Ipotizziamo che fra i adiacente i parcheggi – col dipendenti degli esercizi e gli risultato che il nostro lavoro addetti al ticket dei parcheggi è crollato bruscamente. Io si creeranno circa 15 posti di ho dovuto dimezzare le ore lavoro”. di lavoro a una dipendente, Idea che, tuttavia, mal digeri- nel bar a fianco hanno licensce chi già, nella zona, pos- ziato una o due ragazze, e siede tali attività. i titolari di una pizzeria e del Infatti, sarà perché i lavori in negozio di sanitari non se la
vedranno meglio, quando ne sorgeranno di simili all’interno dell’area ospedaliera”. Nell’ultimo incontro col sindaco Cappai e col direttore del Brotzu, a onor del vero, i negozianti penalizzati hanno ottenuto la promessa dell’apertura di via Jenner verso via Pier della Francesca, in maniera tale da non restare isolati e intrappolati fra le case popolari. “Ma sono state solo parole, per il momento, e ad ogni modo è difficile immaginare che la nostra economia possa risollevarsi con la sola apertura della strada, larga appena 5,40 metri. Lei se lo immagina il cliente che, per comprare un giornale qui, superi le sbarre dei parcheggi, lasci l’auto, raggiunga il mio negozio, poi riprenda la macchina, faccia anche un po’ di fila alla sbarra, e se ne vada via?”. Clima teso anche fra il Comune di Selargius e gli ex proprietari terrieri dei lotti in questione: una volta espropriati a fronte di poche lire, con l’obiettivo di creare parcheggi pubblici accanto all’ospedale, sarebbero stati convertiti subito in S2, ovvero superficie per opere di urbanizzazioni secondarie, senza tuttavia far corrispondere relativo compenso agli ex possidenti. Come dire, sicurezza e innovazione o l’ennesimo colpo basso alle tasche dei cittadini?.
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L’intervista Gavino Satta
Avvocato di Quartu
Striscia blu selvaggia “Io ho ricorso e ho vinto” “La legge parla chiaro: accanto a un’area a pagamento se ne deve riservare una adeguata gratuita” di Claudia Sarritzu c.sarritzu@cagliaripad.it La pronuncia n.116/2007 ha fatto storia in Italia per quanto riguarda i parcheggi a pagam e n to. Si chiama Gavino Satta l’avvocato che dopo essere stato multato dal comune di Quartu Sant’Elena per aver omesso più volte il pagamento di sosta nelle cosiddette strisce blu ha ottenuto l’appoggio del giudice di pace e dei giudici di primo secondo e terzo grado. Decise di fare ricorso nel luglio del 2002, forte delle sue conoscenze giuridiche infatti, ha impugna la delibera di Giunta dimostrando che era stato del tutto ignorato il disposto dell’articolo 9 della legge n. 317/67 «qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata
area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta». Il Comune non soddisfatto dalla prima pronuncia ha continuato a fare ricorso fino alla sentenza definitiva che ha continuato a dare ragione al cittadino Gavino Satta. Le multe arrivate ad altri cittadini che sono risultate annullate dopo questa sentenza, hanno costretto il Comune di Quartu a restituire il denaro?
della sentenza che dice che l’obbligo, non sussiste «per le zone definite ad area pedonale e zona a traffico limitato, nonché per quelle definite A dall’art. 2 del decreto del ministro dei lavori pubblici e in altre zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla giunta nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico». Facciamo un esempio: Piazza Repubblica a Cagliari è invasa dalle strisce blu, si può fare ricorso in caso di multa per sosta senza aver pagato il tagliando?
No, se il cittadino le ha pagate prima della sentenza riconoscendo il proprio illecito il Comune non deve risarcire il cittadino. Questa sentenza No, perché la zona di Monte ha avuto un valore dal 2007 Urpinu e via Scano è limitrofa in poi e assume un importan- e ha i parcheggi gratuiti. Non te significato è così faciperché si fa le provare carico dei il contrario. diritti dei citA livello natadini spesso zionale però A livello nazionale violati per far risultano però risultano non fare “cassa” quasi il 40% valide quasi il 40% ai comuni. delle multe comminate. le multe Si possono comminate A Cagliari è più difficile e annullabili. impugnare perché le zone free entro i primi sono numerose 60 giorni e A Cagliari bisogna ricorarrivano dare questo 180 mila passaggio auto ogni
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giorno e i parcheggi sono solo 13mila. Quale è la proporzione fra strisce blu e bianche? Il 50%, devono essere la metà con le naturali eccezioni, come ricordavo prima infatti per il centro storico o per quanto riguarda zone che sono considerato di particolare importanza urbanistica e appaiono segnalata nelle delibere di Giunta questo dato non è applicabile. Quartu Sant’Elena oggi si è adeguata a quella sentenza? Non ho ben studiato la situazione ma c’è una cosa in particolare che mi lascia perplesso. Mi riferisco ai parcheggi per le zone residenziali che vengono segnate con delle strisce gialle che hanno il significato nel codice della strada di individuare un divieto. Semplicemente si dovrebbe dare una tessera che esenta i residenti dal pagare il tagliando. Bisogna infatti sottolineare che i parcheggi per residenti segnati in giallo sono solo per i residenti che si abbonano e devono lo stesso pagare un tot al mese. E questo non mi sembra corretto.
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VISIONI
CAGLIARI, ISCHÌDA di Carlo Poddighe Un’idea nuova per muoversi in auto città. Liberi dallo smog e dal rumore dei motori a combustione. Si chiama Ischìda la giovanissima società, nata nel 2009, metà cagliaritana e metà bolzanina, che vuole portare a Cagliari una rivoluzione nei trasporti urbani puntando sull’ecosostenibilità. Ischìda, nel dialetto del nuorese, vuol dire sveglia. I due soci fondatori, il cagliaritano Nicola Pirina, avvocato prestato allo sviluppo delle economie locali, e Pierluigi Merlin, ingegnere meccanico di Bressanone, vogliono che a svegliarsi siano anche le istituzioni e i privati cittadini. Quelle istituzioni che a parole si dichiarano sempre pronte a puntare su un nuovo modello di trasporto basato su auto e bus elettrici, ma rimandano all’infinito gli interventi
Si chiama così la giovanissima società che vuole portare a Cagliari una rivoluzione nei trasporti urbani puntando sull’ecosostenibilità concreti e quei cagliaritani, preoccupati per lo scioglimento dei ghiacci del Polo, ma che non rinunciano al Suv per girare in centro. “Movirindi” è il nome del progetto attraverso cui Ischìda intende attuare questa rivoluzione. Gli strumenti necessari sono, prima di tutto due diversi modelli di auto elettriche: la Birò e la Zero. Completamente elettriche, possono “fare il pieno” allacciando la batteria ad una normale presa di corrente da 220v ed hanno rispettivamente un’autonomia di 70 e 140 km. “Sono auto italianissime e costano molto meno dei prototipi giapponesi che sono sul mercato”, precisa Pirina. “In più, con meno di un euro di energia elettrica
la Birò fa 70 kilometri”. Non è dato sapere quante auto Ischìda sia riuscita a vendere in Sardegna. È agguerrita la lotta con i concessionari ufficiali e i produttori delle macchine a benzina, in un periodo di sofferenza del mercato. Di sicuro è ancora raro vedere circolare per le strade auto elettriche. L’intenzione di Nicola Pirina è, perciò, di puntare soprattutto sulla sensibilizzazione delle istituzioni. Dotare Cagliari, “la città del sole”, di colonnine auto alimentate da cellule fotovoltaiche, consentirebbe di ricaricare a costo zero le batterie delle auto elettriche. Inoltre si potrebbe arrivare col tempo ad una riconversione del parco mezzi del Comune o del
Ctm. “Sono tutte proposte che abbiamo fatto alle varie amministrazioni e aziende pubbliche”, spiega Pirina. I contatti e l’interesse con la Giunta Zedda, l’Autorità portuale, ed altri soggetti sembrano esserci. Tutto gira intorno al progetto “ultimo miglio”. Dotare Cagliari di grandi aree parcheggio all’ingresso della città, dove chi arriva dall’hinterland possa lasciare la propria auto per raggiungere il centro attraverso mezzi pubblici e auto elettriche. Le strade della città potrebbero liberarsi del traffico caotico dei giorni lavorativi, dalle auto inquinanti e rumorose, dalla lotta quotidiana e senza quartiere per il parcheggio. “Noi – conclude Pirina – vogliamo mettere a disposizione testa e mezzi per questa rivoluzione verde e chiedo al sindaco Zedda di sognare in grande”.
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La battaglia delle parole
OPINIONI
scrivici: redazione@cagliaripad.it
L’angolino del filosofo
Alea iacta est
Rivoluzione è nostalgia di una chimera Mare d’inverno Grande successo per questa ne, in quanto avventura, o essun uomo è tanto ir- edizione del Mare D’Inverno proun regime rivoluzionario, poi- Nrazionale da preferire mossa da Fare Verde, storica Raymond Aron* l concetto di rivoluzione, Icadrà il concetto di sinistra, non mai in disuso. È l’espressione di una nostalgia che durerà quanto l’imperfezione intrinseca nella società umana e il desiderio degli uomini di riformarla. on che il desiderio di miN glioramento sociale conduca sempre logicamente
allo spirito rivoluzionario. È necessaria anche una certa dose d’ottimismo e d’impazienza. I rivoluzionari sono riconoscibili per il loro odio contro il mondo e per la loro mentalità catastrofica; piú spesso ancora peccano di ottimismo. Tutti i regimi sono condannabili, se vengono paragonati a un ideale astratto d’eguaglianza o di libertà. Soltanto la rivoluzio-
ché fa uso permanente della violenza, sembrano capaci di conseguire il fine ultimo. Il mito della rivoluzione serve di rifugio al pensiero utopistico, diventa il misterioso e imprevedibile mediatore tra reale e ideale.
L
a violenza, piú che destare ripugnanza, attrae e affascina. Il laburismo, la “società scandinava senza classi” non hanno mai destato nella sinistra europea, e francese in particolare, gli stessi entusiasmi suscitati dalla rivoluzione russa, nonostante la guerra civile, gli orrori della collettivizzazione e della grande purga. Bisogna dire: nonostante, o: proprio per questo? Le cose a volte procedono come se il costo della rivoluzione fosse segnato a credito anziché a debito dell’impresa.
la guerra alla pace. Questa osservazione di Erodoto andrebbe adattata alle guerre civili. Il romanticismo della guerra civile séguita a vivere nonostante le segrete della Lubianka.
volte viene da chieCerte dersi se il mito della Rivo-
luzione non giunga a identificarsi, in fondo, con il culto fascista della violenza. Nel finale del dramma di Sartre Le Diable et le bon Dieu, Goetz esclama: “Ecco, il regno dell’uomo comincia. Bell’inizio. Suvvia, Nasty, farò da boia e da carnefice... C’è una guerra da fare, e la farò”. Il regno dell’uomo è dunque quello della guerra? * R. Aron, L’oppio degli intellettuali, Editoriale Nuova, Milano, 1978, pagg. 70-71
Associazione Ambientalista da oltre vent’anni attiva in Sardegna, un’edizione divisa in più attività con sempre maggiori collaborazioni. La due giorni è iniziata sabato pomeriggio con la gara di pesca sportiva all’altezza del Margine Rosso a cui hanno partecipato oltre 90 pescatori e sempre nel pomeriggio si è svolta la presentazione del libro “ Tzacca...” alla presenza dello scrittore Gianni Mascia. Mentre il clou della manifestazione si è svolta domenica 29 gennaio con la puliza del litorale tra l’Ospedale Marino e la Bussola con oltre 30 volontari impegnati nella raccolta dei rifiuti. In contemporanea decine di bambini si sono recati all’ippodromo dove la Scuola Cagliaritana di Equitazione, ha organizzato il battesimo della sella con i pony. Fare Verde evidenzia come l’inquinamento dei litorali è un problema che esiste per dodici mesi all’anno e non solo durante il periodo estivo, per questo è stato distribuito ai cittadini un volantino con informazioni sul ciclo dei rifiuti e alcuni consigli utili per ridurli a partire dall’acquisto. *Simone Spiga
Il punto
La prima causa di multe? La crisi Mario Delogu* l’intenzione di risparmiare sul momento, La prima causa di multe in città? La crisi. Ne è certo il comandante della polizia Municipale di Cagliari, Mario Delogu. “Abbiamo notato negli ultimi tempi un aumento delle sanzioni per falso risparmio”, afferma. “Parliamo di tutti quei comportamenti illegali commessi con
ma che, una volta scoperti, vengono puniti con pesanti sanzioni”. La Municipale sembra stia fermando sempre più veicoli sprovvisti di assicurazione, che circolano tranquillamente per le strade di Cagliari. Sono tanti, inoltre, gli automobilisti che parcheggiano nelle strisce blu senza pagare i 50 centesimi di tagliando, per ritrovarsi poi sul parabrezza una multa da 40 euro. La multa sembra spaventare meno della crisi, dunque. “Sono in
costante, lieve aumento le sanzioni comminate che non vengono pagate entro i termini imposti dalla legge – precisa il comandante Delogu – e, anche in questo caso, si finisce poi per saldare cartelle esattoriali ben più pesanti”. Unica nota positiva il numero delle multe dell’autovelox fisso sull’asse mediano. “In meno di sei mesi, il numero delle sanzioni è praticamente dimezzato”. * Comandante della Municipale Cagliari
REPORTAGE Liberalizzazioni, facciamo il punto Ecco spiegato, in breve, cosa cambia Notai, tassisti e farmacisti nell’occhio del ciclone: potrebbero perdere molti vantaggi con la possibilità di rendere più accessibili i prezzi per i consumatori della Sardegna di Alessandra Ghiani a.ghiani@cagliaripad.it
Cosa cambia In breve i cambiamenti più rilevanti.
Cosa sono? Le liberalizzazioni sono un processo legislativo che consiste nella graduale abolizione delle restrizioni esistenti sul mercato per un determinato settore. La loro applicazione avvia meccanismi concorrenziali che eliminano dal mercato le imprese meno efficienti e soprattutto offrono al consumatore più opportunità di scelta. In Italia L’Italia è uno dei paesi OCSE* con il livello più alto di regolamentazione nei diversi settori dell’economia. Il Presidente Monti considera le liberalizzazioni essenziali, difende un pacchetto di “riforme strutturali per la crescita”, ribadisce che si tratta di richieste provenienti dall’Europa e che sarebbero enormi i vantaggi che si avrebbero abbattendo quelle che, in questo momento, sono delle vere e proprie caste. *Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
ASSICURAZIONI - Risarcimenti, deterrenti alle frodi. BANCHE - Polizze mutui, obbligo di almeno 2 preventivi. CARBURANTI - Più spazio al self. EDICOLE - Attività al via senza autorizzazioni. ENERGIA - Tariffe del gas agganciate all’Europa. FARMACIE - Concorso per 5mila nuove farmacie. IMPRESE – Istituzione tribunale ad hoc per le imprese. PROFESSIONISTI E NOTAI - Stop tariffe per i professionisti. TAXI - Aumento licenze ma compensazione per già titolari. In Sardegna Notai, tassisti e farmacisti sono nell’occhio del ciclone e, dall’approvazione del decreto, potrebbero perdere molti vantaggi e la possibilità di mantenere i prezzi alti per i consumatori. Manifestazioni e proteste si susseguono e si incrociano con quelle a sostegno dei lavoratori del territorio che chiedono alla Regione politiche più incisive per far fronte alla crisi dell’industria.
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Sostenitori e oppositori le due opinioni a confronto I sostenitori delle liberalizzazioni dichiarano che l’esistenza di numerosi settori di produzione protetti sia la causa della mancanza di competitività nei meccanismi di internazionalizzazione delle imprese italiane. Gli oppositori puntano sulla qualità dei servizi: un’abolizione delle tariffe arrecherebbe svantaggi al servizio offerto. Compensi ridotti per servizi più scadenti. Parlano i Tassisti: non è giusto valutare allo stesso modo il lavoro di un tassista e quel-
lo, per esempio, di un farmacista. I tassisti sardi sono già troppi. Il nostro stipendio mensile raggiunge a fatica standard minimi. Lavorare per una società privata finirà per non farci arrivare a fine mese. Parlano i Farmacisti: basta con le penalizzazioni per il centro, in città non sono necessarie altre attività. Puntino sulle periferie che hanno bisogno di più servizi e soprattutto sulle località turistiche, come per esempio Pula e Villasimius, che in estate si strapopolano.
Piccolo test in farmacia: dov’è la sbandierata sicurezza? Cosa CagliariPad ha testato 10 farmacie in tutta la città. L’obiettivo: dimostrare l’affidabilità e la sicurezza dei servizi al cittadino acclamata dai farmacisti. Come Senza ricetta alla mano abbiamo chiesto in tutte le
farmacie la stessa cosa: un forte farmaco antinfiammatorio che richiede prescrizione medica in quanto latore di effetti collaterali a volte molto pesanti. Risultato Supportati da una banale scusa abbiamo ottenuto il farmaco dal 100% delle farmacie visitate.
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DRAMMA SULCIS Ecco da dove parte
la tragedia annunciata Il fallimento della politica industriale dei Piani di Rinascita del Dopoguerra La crisi del Sulcis-Iglesiente ha radici lontane. Tutto è cambiato circa cinquant’anni fa, esattamente nel 1948 quando, dopo aver conquistato lo Statuto Speciale i consiglieri sardi si interrogarono su quale modello di sviluppo avrebbe dovuto guidare il rilancio dell’economia regionale. Gli interventi realizzati fino ad allora erano stati rivolti all’agricoltura, alla pastorizia e all’impresa mineraria. Seppure esteso, l’esercizio delle coltivazioni non garantiva però un benessere diffuso: avveniva i forma arretrata per via del carattere feudale che la dominazione spagnola aveva impresso all’agricoltura. Occorreva cambiare volto a una terra rurale, metterla al passo coi tempi. Le misure prese furono imponenti.
Nel 1951 il Consiglio istituì trucco all’Isola: ma da quel una Commissione che, dopo lifting durato trent’anni -dal sette anni, partorì il primo pro- 1951 al 1981- la Sardegna getto di sviluppo. Lo chiama- uscì completamente sfigurono Piano di Rinascita. De- rata. E quando vennero tolti stinava alla Sardegna la bella i cartelli lavori in corso, si vide cifra di 400 miliardi di lire. Per che era stato fatto uno scemfare un raffronto, nel 1960 lo pio. Una terra sfregiata Il stipendio di un operaio di una tessuto economico era stato fabbrica tessile di Biella era di sconvolto. Annichilite profesdiivertirsi 30 mila lire. Trovati i quat-mangianDo sioni, tradizioni e ritmi di vita. trini, bisognava spenderli. Si Nel 1951 l’agricoltura forniguardò all’industria pesan- va la metà delle ricchezze te, alle fabbriche. Mai scel- sarde. Appena quarant’anni ta si rivelò più sbagliata. Si dopo l’industria guidava il sperava di creare un effetto processo produttivo. Il risultadomino sulle altre realtà im- to fu una terra di disoccupati. prenditoriali, ma si determinò La manodopera industriale una slavina che in un lampo non riuscì mai ad assorbire seppellì un epoca. Perché la forza lavoro in uscita dall’atutti quei miliardi assegnati a gricoltura. Uomini e donne si pioggia alla grande industria, ritrovarono di colpo proiettati cui se ne aggiunsero altri 400 nel mondo moderno, sradinegli anni Sessanta, 431 ne- cati dal modello di vita milgli anni Settanta e 1.200 ne- lenario che fino a quel mogli anni Ottanta, rifecero sì il mento avevano conosciuto.
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...
Passa le Feste con noi!
Costretti – a migliaia – a emigrare. Mentre per chi decise di rimanere, ancorato al proprio passato, la sorte riservò il triste destino di assistere impotente al crepuscolo della propria cultura. Sconfitto dalla storia e dall’agognata autonomia. Oggi l’industria pesante è in crisi ovunque, in Italia: le fabbriche chiudono a Treviso come a Portovesme, i salari sono bassissimi, per tanti nostri concittadini non ha più senso vivere da emigrati. Molti vorrebbero tornare, e in una svolta hegeliana arrivare a una sintesi, dopo aver vissuto un’esperienza “fuori di se”. Per farlo sarà necessario rilanciare politiche di sviluppo nuove. Chi sarà in grado di farlo? L’attuale classe politica?
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Al Bivio
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STORIE
Costa Concordia, il tragico racconto di due sardi che ce l’hanno fatta • Un viaggio da sogno che in pochi minuti è diven-
tato un incubo. È quello che è accaduto a Giovanni ed Elena Ruggeri, due coniugi di Quartu Sant’Elena sopravvissuti al disastro della Costa Concordia. Questo viaggio era un regalo fatto dai figli per il loro 46esimo anniversario di matrimonio. Doveva essere una vacanza rilassante in compagnia di amici e invece in un attimo tutto si è trasformato in una tragedia. I signori Ruggeri erano partiti da Cagliari due giorni prima del disastro. Venerdì sera, giorno dell’incidente, dopo essere andati a teatro, stavano cenando al ristorante “Milano”, sul ponte tre, quando il peggio ha avuto inizio. “Stavamo cenando – racconta Giovanni Ruggeri – poi abbiamo sentito un forte botto e uno striscio duraturo, la nave ha cominciato a vibrare e poi si è inclinata, facendo cadere tutti i piatti e i bicchieri dai tavoli”. C’è sta-
CHI È
Giovanni ed Elena Ruggeri, due coniugi di Quartu Sant’Elena sopravvissuti al disastro della Costa Concordia. Questo viaggio era un regalo fatto dai figli per il loro 46esimo anniversario di matrimonio.
to un primo black out durato pochi minuti poi è arrivata la prima comunicazione del comandante Schettino che annunciava la presenza di un guasto tecnico alle turbine e
invitava i passeggeri alla calma. Intanto però la nave ha virato con forza e si è inclinata ulteriormente. “ I camerieri – dice Giovanni - ci dicevano di rimanere in sala, però mi sono detto “qui facciamo la fine dei topi”. Ho visto una porta chiusa, l’ho spinta e ho trovato il ponte e le scialuppe”. A questo punto il signor Ruggeri, vedendo una via di salvezza, è corso a chiamare gli altri, nonostante i camerieri lo esortassero a rimanere dentro la sala. Una trentina di persone l’hanno seguito sul ponte e lì si sono resi conto che non si trattava di un semplice guasto. “ Come ci siamo trovati sul ponte –aggiunge la signora Elena - abbiamo visto tutto il personale con addosso il salvagente, in fila di fronte alle scialuppe, tutti pronti a fuggire, e ancora non era arrivato nessun segnale di abbandono della nave. E noi in abito da sera e senza salvagente. Sono rimasta talmente impressionata da questa
scena che sono svenuta”. I coniugi Ruggeri si trovavano infatti proprio sulla parte della nave che oggi sta sul fondo. I momenti di panico per la signora Elena si sono susseguiti ma il marito ha mantenuto per quanto possibile la calma e ha continuato a darle forza. Passano circa due ore dal botto quando finalmente viene lanciato il segnale di abbandono della nave. “A questo punto – prosegue il signor Giovanni - siamo saliti su una prima scialuppa che però non si è sganciata. Siamo quindi saliti su un’altra. Gridavano: “Prima i bambini” ma il panico era tale che tutti da dietro spingevano. Quando siamo arrivati sull’Isola non sapevamo neanche dove fossimo, abbiamo visto una Chiesa e siamo entrati. C’erano almeno 400 persone dentro. Avevamo molto freddo. Per coprirci abbiamo smontato tutti i paramenti sacri”. di Maria Grazia Pusceddu
Questo spazio è dedicato alle persone che quotidianamente conducono una battaglia silenziosa. Racconta anche Tu la tua storia. Le migliori verranno pubblicate. Scrivi a: redazione@cagliaripad.it
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CURIOSITÀ
DOMANDE E RISPOSTE A cosa deve il nome Piazza Yenne?
La piazza Yenne è una delle piazze più importanti di Cagliari e si trova al termine del Largo Carlo Felice nel quartiere di Stampace. La prima pietra venne posata nel 1822 quando venne chiamata in onore del re Carlo Felice piazza San Carlo; a partire dalla seconda metà del secolo venne però rinonimata in Piazza Yenne in onore del viceré marchese Ettore Veuillet d’Yenne che ne volle la
costruzione. Nel 1860 venne collocata, nelle immediate vicinanze della piazza, la statua di Carlo Felice, opera di Andrea Galassi, posizionata su un basamento progettato dall’architetto Gaetano Cima. Nella piazza, si trova la colonna miliare, posta dal viceré marchese di Yenne nel 1822, per indicare il punto di inizio della strada reale per Porto Torres, attuale Strada statale 131 Carlo Felice.
Come si chiama in sardo Punta La Marmora? Punta La Marmora in sardosi chiama Perdas Carpìas o Pedras Carpìdas. Con i suoi 1.834 metri è la vetta più elevata della Sardegna. Si trova nel massiccio del Gennargentu,
(dal sardo genna entu, la porta del vento) a cavallo tra Ogliastra e Barbagia, nel territorio amministrativo dei comuni di Desulo e Arzana, che per secoli se ne sono contesi la proprietà.
Perché si chiama Poetto la spiaggia dei cagliaritani?
Il Poetto (Poettu in sardo) è la principale spiaggia di Cagliari che si estende per circa otto chilometri, dalla Sella del Diavolo sino al litorale di Quartu Sant’Elena. Il nome della spiaggia si pensa derivi da una torre aragonese denominata “del Poeta”, che si può osservare ancora oggi sopra la Sella del Diavolo. Un’altra ipotesi
è che derivi dal catalano pohuet (pozzetto), in riferimento ai numerosi pozzi e cisterne per la conservazione dell’acqua piovana sparsi sulla Sella del Diavolo. Il termine potrebbe anche derivare dallo spagnolo puero, porto, per indicare l’approdo di Marina Piccola a ridosso della Sella del Diavolo.
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pag. 19 a cura di Carlo Poddighe
APPUNTAMENTI
c.poddighe@cagliaripad.it
TEATRO
DANZA
READING
TEATRO dei RAGAZZI
Giovedì 2 e venerdì 3 febbraio, alle 21, al Teatro delle Saline di viale La Palma, andrà in scena lo spettacolo: “C’era un sacco di gente e soprattutto giovani”. Regia di Marco Spiga, allestimento della Compagnia Teatro Sassari. Info: 070341322.
Venerdì 3 e sabato 4 febbraio, alle 21, sul palco del Teatro Massimo: “Italia la mia Africa”. Primo ballerino compagnia Mvula Sungani: Emanuela Bianchini; Primo ballerino dell’Operà de Paris: Alessio Carbone. Coreografie e Regia: Mvula Sungani. Info: 070491272.
Martedì 7 febbraio, alle 21:30, al Caffé Barcellona, in via Barcellona n. 84, per la rassegna “Caramelle agli sconosciuti libri chiacchierati ma anche letti a voce alta”, si terrà l’incontro di lettura: “Mette pioggia: Gianni Tetti in reading”. Ingresso libero.
Domenica 12 febbraio dalle 16, al Teatro La Vetreria di Pirri, si terrà il laboratorio “Viaggiocando” a cura di Carovana. Segue alle 17 una merenda e alle 17: “Volevano regalarci la Luna....ma nessuno l’ha fatto!”, scuola di arti sceniche del corso Il gioco del teatro. Info: 0705688072.
OROSCOPO ARIETE
Non è un bel momento. La vostra straordinaria corteccia è stata scalfita da qualcosa: forse i messaggi che arrivano dai mass media, o soltanto dai malanni di stagione, fatto è che siete docili come mai siete stati. A breve il vostro risveglio.
LEONE
Un periodo così così. Giocate molto sul fascino, ma il gioco in questo momento non vi diverte. Cosa c’è? Mercurio sul vostro tragitto vi impedisce di avere le idee chiare. Nessun problema. Dopo una settimana difficile tornerà il sereno.
SAGITTARIO
Quanto nervosismo! Se nell’anno appena trascorso è prevalso il buon senso, la pacatezza e la mediazione, questo scorcio di 2012 vi rivela più aggresivi e meno accondiscendenti. In alcuni frangenti, un peccato mortale…
dal 31 gennaio al 13 febbraio
TORO
Mamma mia quanto lavoro! Le cose da fare, in questo inizio anno, sembrano moltiplicarsi: cercate una via d’uscita. Una bella vacanza è un’utopia, anche perché le feste sono appena finite, ma datevi almeno una calmata.
VERGINE
È arrivato il classico momento: in cui si risvegliano i sensi e vi chiamano a compiere quegli improvvisi colpi di testa che periodicamente cancellano il vostro proverbiale rigore. Occhio alle sorprese indesiderate…
CAPRICORNO
Non siete mai stati così sereni, equilibrati e saggi. Buon per voi: là fuori infuria la tempesta, il vostro aplomb, unito al vostro straordinario talento, saranno le bussole che vi condurranno dove molti nemmeno sognano di arrivare.
GEMELLI
CANCRO
Questa volta la vostra proverbiale loquacità non servirà a nulla. Servirebbe, invece, un po’ più di umiltà. Ridimensionate le vostre pretese, le vostre richieste, i desideri e le speranze. Ciò che cercate è lì, a portata di mano.
BILANCIA
È il momento più difficile: quello in cui dovete prendere una decisione netta, decisa, che vi porti da una parte senza mettere sulla bilancia pro e contro. Se supererete queste difficoltà ne uscirete più forti che mai.
AQUARIO
State attraversando un oceano di dubbi e incertezze. Le onde vi sconquassano, la risacca vi trascina, vi sembra di essere ciechi e senza scampo. Ma la vita vi riserverà delle sorprese. Approfittate del vostro sex appeal per ritrovare certezze.
È un bel momento. Malanni fisici permettendo, siete in una fase di perfetto equilibrio. Mantenete ferma la barra, senza propendere per facili sentimentalismi né per eccessive recriminazioni. Bene in amore.
SCORPIONE
Il freddo, i malanni e l’improvvisa spossatezza vi rendono più docili. Non abbassate la guardia: qualcuno potrebbe confondere questo vostro essere mansueti con debolezza. In amore alti e bassi, ma siete protetti da Venere.
PESCI
Avete scelto questa strada (il piede in due staffe, vite parallele, due mondi che corrono senza mai incontrarsi) e ora siete stanchi. Non avrete pace fino a quando non capirete i vostri limiti: la vita non è un serbatoio infinito di emozioni: prendete nota.
Laif Stail Ayò in Continente – PARTE SECONDA IL PRIMO GIORNO A Roma DELLA FAMIGLIA USAI Una domenica nella capitale con Ernesto e la sua sterminata prole dal quartiere san Giovanni al Vaticano, passando per la fila al Colosseo di Alessandra Ghiani Quartiere San Giovanni: domenica mattina alle otto gli Usai sono pronti per la prima colazione al B&B di Ernesto. “Signori buongiorno. La colazione è self-service, potete accomodarvi” “Non ne avete pane e caffellatte?” chiede Peppi, e rivolgendosi a Marietto: “Itt’esti custu selsevi, d’as tastau?” “O pà, selservis vuol dire che te la devi servire da solo!” risponde Marietto che è pratico di inglese “Mi scusi, ma anche la cameretta è sesservi?” chiede preoccupata Pinuccia “O mà, letto e bagno già li fanno loro! Self-service è solo per la roba da mangiare!” spiega l’esperto Marietto.
“Si podidi finzese intrai? E cosa si visita?” chiede il padre. “Toccai toccai, andiamone a San Pietro, tantisi innoi è tottu perda!” ìntima Pinuccia che non vede l’ora di farsi una rosarietto dal Papa. “O mà, puru San Pietro è tottu perda se è per quello!!” la rimprovera Marietto
“O mà hai visto che ti abbiamo portato dal Papa?” “Cessu fillu miu, castia ta bellu! Pieno di statue, pieno di gente, pitticca sa prazza! Ayò dentro anch’esti su Papa!!” Pinuccia non sta più nella pelle “O mà, là che il Papa non è mica fermo aintr’e cresia!” specifica Peppi figlio
Ernesto nel frattempo, con gli occhi sbarrati, muto e immobile assiste alla scena come fosse davanti alla tv, senza poter mai intervenire nei botta e risposta familiari. A colazione finita, Pinuccia avvolge una decina di fette di pane in alcuni fazzoletti di carta, prende altrettante marmellatine e infila tutto nella borsa. Poi sistema tazze e cucchiai in un vassoio e si dirige verso una porta, quasi scontrandosi con Ernesto che invece sta uscendo: “Posso aiutarla?” chiede lui spiazzato “Se mi dice dov’è il lavandino gli do una passatina di spugna” risponde lei indicando le stoviglie nel vassoio che trasporta “O mà!!! Lascia stare, ci pensano loro!!” la richiama con un po’ di disperazione Marietto. Ernesto esterrefatto. “Pitticca sa coa!!! E cosa stanno distribuendone denari!” osserva Peppi all’arrivo al Colosseo non essendo abituato a vedere code d’attesa di quella portata. “O pà! E’ la fila per visitare il Colosseo!” spiega Peppi Jr.
“Mi scusi! Per andare al Vaticano che strada dobbiamo prendere?” Peppi si dà da fare per portare Pinuccia in Vaticano “Che ce volete annà a piedi? E’ un po’ lontano da qui. Avete dimestichezza con la metropolitana?” risponde il passante “Ehhhh?? Marietto beni innoi ca a custu no du cumprendu!” Peppi è in difficoltà “O pà, ti ha chiesto se sappiamo prendere i treni!” gli suggerisce a voce bassa Marietto “E poitta non fueddada in italianu!”borbotta tra se Peppi “No guardi, io non sono dimestico, ma se lo spiega a Marietto che è molto più viaggiato di noi poi ci facciamo guidare da lui!”
Peppi ci mette un po’ a convincere Pinuccia che il Papa non rende omaggio personalmente a tutti i visitatori e che l’unico momento in cui lo si può vedere è la Celebrazione della domenica. Lei, delusissima, dopo aver dato del cafone al Santo Padre che non intrattiene i suoi ospiti, decide di entrare in basilica perché, pentita delle sue cattive parole, deve recitare almeno due rosari.
“Citti citti! Stai blafemando! San Pietro è pietra sacra!” Pinuccia agita le mani e si copre le orecchie per non sentire le parole blasfeme del figlio.
Gli uomini della famiglia però, convinti che il meglio dei monumenti sia quello che si vede da fuori, decidono di trovare un posticino per organizzare il pranzo mentre le donne visitano la casa del Signore. Così, mentre i bambini scorrazzano in piazza, Peppi, Peppi figlio e Marietto
pag. 21 vanno in perlustrazione nella ricerca di un posto adatto in cui svuotare gli zaini e affettare salsiccia. Nel frattempo Pinuccia e le altre, tutte e tre col naso all’insù non credono ai loro occhi per lo spettacolo a cui assistono all’interno della Basilica. “Ancà c’ha famini!” commenta la moglie di Marietto mentre osserva la ricchezza del posto. “Citti! Bai e prega!” la sgrida Pinuccia che venera tutto quello che è del Papa. Tutte e tre proseguono la visita facendosi il segno della croce e genuflettendosi davanti a tutte le statue, gli altari, gli affreschi e le acquasantiere. Pinuccia infila un euro in una cassettina di metallo e comincia ad accendere candele per tutti i parenti. Ad un certo punto adocchia un prete, uno che era in visita alla Basilica come lei, infila la mano dentro la borsetta, estrae una bustina e lo raggiunge: “Mi scusi Padre, per una Messa ai miei genitori defunti” chiede mentre mette tra le mani del prete la bustarella bianca “Ma signora, non è a me che si deve rivolgere, provi a chiedere in sacrestia, se la fanno entrare” Pinuccia si scusa e tutta agitata raggiunge di corsa le due nuore: “Coittai in sagrestia! Dia nau deu ca su Papa du è sempri!!”
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nazionale sarda siamo un popolo senza squadra di calcio aspettiamo la rappresentativa sarda Appello alle istituzioni: impegnamoci a far nascere un nuovo club tutto nostro, che faccia giocare i migliori calciatori dell’isola. Per portare in alto il nome della Sardegna. E valorizzarne le risorse La Sardegna (Sardigna in sardo, Sardhìgna in sassarese, Saldìgna in gallurese, Sardenya in algherese) è un’isola, una nazione e un popolo. Nata durante la Grande guerra, o forse prima, se si seguono le teorie del professor Lilliu sulla “costante resistenziale”, la consapevolezza di appartenere a un mondo diverso si concretizza esattamente nel 1948 quando, dopo aver conquistato lo Statuto Speciale, massimo strumento di autonomia, e l’Isola diventa una regione a Statuto speciale. La Sardegna ha un’identità definita e propria a livello storico, culturale, artistico e linguistico. Sono numerosissimi i viaggiatori e gli scrittori che hanno esaltato la bellezza della Sardegna, immersa in un ambiente ancora incontaminato con diversi endemismi e in un paesaggio che ospita le vestigia della civiltà nuragica. Il Regno di Sardegna fu istituito nel 1297 (secondo altre fonti nel 1299) da papa Bonifacio VIII in ottemperanza al trattato di Anagni del 24 giugno 1295; venne fondato per risolvere la crisi politica e diplomatica, sorta tra la Corona d’Aragona e il ducato d’Angiò. Il regno apparteneva alla Chiesa e veniva dato in perpetuo ai re della Corona di Aragona in cambio di un giuramento di vassallaggio e del pagamento di un censo
annuo. Nel 1847, con la cosiddetta fusione perfetta, tutti i possedimenti della Casa Reale sabauda con-
una volta raggiunta l’unificazione italiana, mutò nome nel nuovo Regno d’Italia, il cui inno sarebbe restato (unitamente alla Marcia Reale) S’hymnu sardu nationale. Patria con una storia nobile, l’Isola non ha mai avuto, però, un’identità nazionale: ne’ a livello istituzionale, né rappresentativo.
Eppure un primo passo, almeno a livello formale, si potrebbe fare: creare una rappresentativa sarda. Una squadra di calcio, cioè, che selezioni e faccia giocare i migliori giocatori dell’isola. Per portare in alto il nome dell’Isola e valorizzarne le risorse. Sulla scia della rappresentativa Catalana e di quella dei Paesi Baschi. Così CagliariPad lancia la sua proposta alle istituzioni regionali: non è forse arrivato il momento di creare la “nazionale sarda”? Una squadra di calcio che si identifichi con il suo popolo, ne scopra i talenti, li metta insieme. Dopo la Prima Guerra mondiale non c’è stato, per l’Isola, un momento aggregatore: la possibilità di guardarsi negli occhi, di specchiarsi. Ecco: una squadra di calcio con i colori di questa terra sarebbe un buon inizio, per ripartire. Se ti piace l’idea Marco Sau, il bomber del Cagliari in prestito alla Juve Stabia puoi cominciare a scriverci a redazionecagliaripad.it, manfluirono nel Regno di Sardegna. Il dandoci la tua formazione ideale. nome di Regno di Sardegna venne La nazionale sarda potrebbe non mantenuto ancora per anni finché, essere solo un’utopia.
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Il corsivo
Come te lo dico affermativa, né negativa, e allo ensavo a come cambiano le l primo: «Quando ti rivedo?». P cose quando la tecnologia pren- I stesso tempo provoca il suo interde il sopravvento. Poter comunicalocutore che sul dormire avrà mille iretto, esposto. re attraverso chat, social network argomentazioni. o anche semplicemente via sms ha D reso il rapporto tra le persone moli sono poi le altre possibili coml secondo: «La prossima volta do- Cbinazioni, del primo tipo di to più easy. Ivrai prestarmi la spalla per cusci- uomo col secondo tipo di donna o diffusissimi messaggini, per no al cinema, quelle poltrone son del secondo tipo di uomo col priIè esempio, tirano fuori il leone che troppo scomode!» così l’uomo che mo tipo di donna, ma quello che in noi, le parole che dal vivo non non deve chiedere mai saprà, in ci interessa osservare è il rapporto diremmo mai o diremmo solo con estremo imbarazzo, le provocazioni che altrimenti resterebbero sepolte nei nostri pensieri.
osì succede che al primo apC puntamento lui e lei vanno, per esempio, al cinema, bevono e mangiano qualcosa, quattro chiacchiere del più e del meno. E poi si salutano. La serata sembrerebbe finita, ma è proprio nel momento in cui ci si separa che, invece, inizia.
ui nel suo letto col cellulare in L mano. Lei idem. Uno decide di scrivere, l’altra decide di aspettare.
L
’uomo è di due tipi: c’è quello che si espone e quello che invece chiede ma deve far vedere che non sta chiedendo.
un colpo solo, se ci sarà una prossima volta e se potrà permettersi di azzardare un po’ più di vicinanza.
nche le donne, però, sono di A due stipi: quelle che mi butto e quelle che non mi butto subito altrimenti sembra che mi stia buttando.
ms di risposta del primo tipo di S donna al primo tipo di uomo: «Anche domani se ti va».
Diretta, esposta. ms di risposta del secondo tipo S di donna al secondo tipo di uomo: «Mhmm.. non vorrei che poi ti addormentassi..»
osì la donna che ci vuole stare C ma che non vuole farlo capire (secondo lei) non dà una risposta
tecnica/risorsa.
uando il telefonino o il pc non Q esistevano ci si prendeva il tempo, e si aveva il coraggio, di dirsi tutte queste cose guardandosi negli occhi. Era meglio? Forse. Ma non si può giudicare cosa sia bene o male.
sservo e ritengo che non esiO stono modi sbagliati, superati o troppo avanti, non adatti o poco
consoni quando si tratta di esprimere emozioni, speranza, attesa, imbarazzo e trepidazione. Non ci sono tattiche o tecniche, esperti o dilettanti. Ci sono solo persone che iniziano a piacersi, conoscersi e provare affetto, a (pre)occuparsi gli uni degli altri, a rispettarsi e pensarsi anche quando vanno a fare la spesa.
“Le parole che escono dal cuore, giungono al cuore” Talmud
Via dei Carroz, 22 Tel/Fax 070 503707 Cell. 346 3529439 09131 Cagliari P. IVA 02771670920 www.lanuovafucina.it info@lanuovafucina.it lanuovafucina@tin.it