Vincere la vita!

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Le associazioni di Volontariato “ Don Di Nanni ” alias “ Li Scumbenati ” - Lecce “ La Girandola ” – Lecce Gli organizzatori del Concorso nazionale: poesia dialettale salentina “ Il Galantuomo ” - Lecce

presentano la raccolta di versi versi in lingua ed in griko

VINCERE LA VITA ! di UMBERTO CAGNAZZO

A cura di: Achille Arigliani Franco Corlianò Carlo Vincenzo Greco


Grafica: Achille Arigliani Foto di copertina: Silvia Indellicati

Stampato presso la Cartotecnica Rosato – Lecce nel mese di Settembre 2009

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PREFAZIONE Nel presentare la raccolta di poesie di Umberto Cagnazzo, è per me doveroso ringraziare soprattutto il Centro Servizi Volontariato Salento, della sezione di Lecce che, con la sua lungimiranza progettuale, rivolta a sostenere lo sviluppo e la qualificazione del volontariato sul nostro territorio, ha voluto testimoniare fattivamente il proprio impegno verso chi, volontariamente e costantemente è accanto a coloro che hanno bisogno di avere degli amici per poter manifestare i propri pensieri, le proprie emozioni che diversamente non saprebbero e non potrebbero comunicare. Unitamente al C.S.V. Salento consentitemi di esprimere una sincera riconoscenza alla signora Monica Agrosì presidente dell’Associazione “ La Girandola “; associazione che, se pur giovane d’età, ha già dato prova di voler dedicare parte del proprio tempo al prossimo nell’ambito dell’Assistenza sociale, promuovendo attività e progetti di tipo solidarìstico, formativo, ricreativo e sanitario. Associazione che, sin dalla sua costituzione, collabora con il Gruppo teatrale “Don Di Nanni” alias “Li Scumbenati” condividendone gli obiettivi che sono riconducibili ad un unico denominatore, ossia: “ Si può cambiare, migliorare, accettare il proprio destino se si ha la consapevolezza di non essere più soli ”, come è saggiamente indicato sulla brochure della stessa associazione. Non posso esimermi, inoltre, di rivolgere un caro ed affettuoso saluto al presidente degli “Scumbenati” perché è lui il vero talent-scout di Umberto Cagnazzo. Senza Achille Arigliani, infatti, il nostro poeta calimerese sarebbe ancora nell’ombra pur non meritandolo. Achille con la sua lenta e costante opera di persuasione, è riuscito nel tempo e grazie anche al nostro concorso di poesia “Il Galantuomo”, a convincere Umberto a tirar fuori dal cassetto i suoi componimenti, ed a partecipare al concorso facendogli superare una testarda ritrosia che rischiava di renderlo sempre più solo. L’incontro, poi, con l’Associazione di volontariato “La Girandola” e l’adesione al C.S.V. Salento come accennato, hanno reso possibile questa pubblicazione, dopo un lusinghiero successo di Umberto al nostro terzo concorso nazionale di poesia. Per ultimo, ma non perché meno importante, sento il bisogno, in qualità di responsabile culturale del gruppo teatrale “Don Di Nanni alias Li Scumbenati” di rivolgere un sincero grazie all’amico Franco Corlianò, poeta, pittore, compositore musicale, non che studioso appassionato di lingua e tradizione grika che con la pazienza ed il garbo che gli amici gli riconoscono e lo rendono unico nel settore, è stato sempre vicino ad Umberto nel consigliarlo e nell’aiutarlo a perfezionare la conoscenza della lingua grika. È, infatti, anche per lui che oggi Umberto raccoglie un ulteriore riconoscimento, dopo quello che la giuria del 3° concorso di poesia “Il Galantuomo” gli ha voluto riservare dedicandogli la copertina dell’antologia con quella sua bellissima e toccante poesia dal titolo “Vivere” che da sola basterebbe a farci conoscere e apprezzare la sensibilità d’animo del poeta: “…vincere è qualcosa di bello, ti fa sentire libero come un augello, ma vincere è un po’ morire perché ti fa soffrire se pensi a chi come te ha perso, allora quel giorno vincere ti sembrerà diverso”. Non poteva esserci migliore apertura per una antologia di giovani poeti partecipanti ad un concorso che non metteva in palio grossi premi e riconoscimenti, ma offriva, soltanto, la possibilità a quanti credono nella poesia, di comunicare i propri sentimenti con amore e passione sincera. Tra di loro vi è stato anche Umberto che ha vinto per aver sentito nell’animo il dovere di rivolgere il suo più profondo pensiero a chi, amareggiato, sarebbe ritornato a casa a mani vuote. E tutta la produzione poetica del nostro calimerese è improntata a questo meraviglioso ed altruistico sentimento che si concretizza nella sincera condivisione per il bello, la libertà, la solidarietà nella vittoria e nella sconfitta.

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In una delle sue liriche, il nostro, scrive: “…libertà è donarsi, libertà è piegarsi, libertà è subire, libertà è amore. Libertà è un po’ morire, ma per rinascere più forte”; e lui che nella vita ha vissuto tutti questi momenti non tace il suo dolore, ma nel contempo vuole con amore e solidarietà essere d’aiuto a quanti come lui hanno sofferto o soffrono, invitandoli a rinascere più forti. Il suo obiettivo principale non è quello di vincere, o meglio… vuole vincere, ma nel momento in cui gli altri vincono, godono, sono felici nel guardarsi attorno e vivono questa vita con il rispetto per gli altri, nel cuore. Nessuna vittoria è a lui cara se non è anche la vittoria del suo diretto concorrente, ed Umberto è con gli altri che vuole arrivare alla vittoria e prima o poi, sa di poterci arrivare. La sua è una sorta di corona; una corona delle amicizie e delle solidarietà con tutti coloro che soffrono per i dolori della vita. Per questo, egli, attraverso i suoi versi afferma con soddisfazione l’importanza di tutti quei valori veri, duraturi, incrollabili, genuini che fanno parte della nostra tradizione, e che, partendo dall’amore per gli affetti familiari, si irradiano verso rapporti umani sempre più spontanei e ricchi di un altruismo senza confine. “ La famiglia è qualcosa di importante, riesce a farti sentire sorridente (ed anche nelle avversità) riesce a farti apprezzare la vita”. Una delicata sequenza di sentimenti quali: l’amore, la gioia di vivere, il senso di libertà, la fede incrollabile nel divino, l’abbandono piacevole nell’ammirazione del creato, determinano il corollario della sua poetica e fanno da deterrente contro ogni distorsione di modernismo sociale e culturale, resistendo alle violenze ed ai calcoli materialistici del nostro tempo; persino lo sconforto, la morte, le guerre, le continue vite spezzate sul nascere “ tutto è, forse, necessario per capire meglio il valore della vita “. Ma, difficilmente, Umberto si abbatte, difficilmente si fa vincere dalla solitudine, difficilmente si strugge per non essere compreso, ed anche quando prova simili dolori, anche quando a volte si sente solo, incompreso e debole, anche allora sa e vuole reagire con dignità da quel dolore finendo con l’apprezzare di più la gioia di vivere “…e cercando la forza per lottare ho ritrovato la gioia di vivere…a ringiovanire e trovare serenità. (Anche tu, questo è il suo monito costante) riuscirai a vincere le tue paure (ma) solo quando avrai imparato che esiste una sola via che può darti felicità ed è quella della Fede e dell’Amore“. E, fedeli alla tradizione e con affabilità, i suoi versi spirano una saggezza pacata, un senso di fiducia nel prossimo, un desiderio di vedere, di parlare, di risolvere, di non assuefarsi alle avversità, ma anche di abbandono per scaldare il cuore, sognare e ritornare a lottare: “Quando fuggo vorrei tornare, quando vedo vorrei parlare, ma quando sogno lasciatemi sognare“. Si può ben asserire che, per Cagnazzo, l’Amore è veramente la molla che regge e arricchisce l’esistenza individuale, la sfera familiare, quella sociale, quella più estesamente relazionale, oltre che ad essere la forza che riesce a mettere le ali alla fantasia e che fa dire al poeta, parlando della nonna: “…fede incrollabile, vita infelice camminando a tentoni, ma la sua forza è nella speranza e nella vita spesa con pazienza”.

Prof. Carlo Vincenzo Greco

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“La poesia si avvicina alle verità essenziali più della storia” - diceva il grande filosofo, Platone. Un grande dei versi, invece, Charles Baudelaire, scriveva:”Ogni uomo di buona salute può fare a meno di mangiare per due giorni; della poesia, mai”. Due citazioni autorevoli che mi consentono, meglio di tante inutili parole, di entrare nel vivo dell'argomento in questione: la raccolta di poesie di un salentino doc, Umberto Cagnazzo. L' omaggio, in realtà, di un valente giovane alla sua terra, il Salento, che si lascia raccontare in versi, ripercorrendo le sonorità di un'antica lingua: il griko. Poesia e storia s'intrecciano per disvelare l'animo di un giovane, i sentimenti che lo animano, ma anche le pieghe nascoste e i sussulti intimi di un territorio che, attraverso l'arte poetica e il suono griko, racconta di un tempo che fu e che continua ad essere. Oggi come ieri e come domani! Il lettore non può non farsi rapire da tutto questo, ma c'è qualcosa in più che conquista il cuore e incanta la mente, annullando, anche solo per un istante, i riferimenti spazio-temporali di una realtà, che sempre più spesso sacrifica la fantasia sull'altare dell'ovvietà. È l'entusiasmo che aleggia tra questi versi e lo sconfinato amore per la vita che affiora già ad una prima riflessione ad affascinare il lettore, a trasportarlo in una dimensione dove contano le cose più semplici, quelle più autentiche e veramente importanti. In questi versi ci sono l'amore e l'entusiasmo di chi la vita non solo la contempla, ma la conosce a fondo, affrontandone, ogni giorno, prove e difficoltà, delusioni e sofferenze. È questa la marcia in più del poeta Umberto Cagnazzo: aver trovato nella poesia la propria personale rivincita nei confronti di una vita non sempre benevola. La poesia, del resto, trova la propria ispirazione migliore proprio nei percorsi alterni dell'esistenza, bevendo alla fonte della sensibilità profonda di quanti hanno il raro dono di trasformare in canto la quotidianità. È un onore per me presentare una raccolta di poesie destinata a lasciare un segno profondo, come tutto ciò che viene fatto con amore e per amore. Un plauso particolare intendo rivolgerlo ad Achille Arigliani, Presidente dell’Associazione di Volontariato “Don Di Nanni”, per aver per primo creduto, in maniera assolutamente entusiastica, al talento poetico di Umberto Cagnazzo, tanto da sostenere la pubblicazione di questa raccolta poetica. Ad Umberto va, invece, il mio personale ringraziamento per aver stupito e affascinato attraverso versi antichi e sempre nuovi, omaggiando una terra che tanto può dire a quanti hanno la capacità di cogliere il significato profondo di una storia mai conclusa. Sono certo che del poeta Cagnazzo avremo modo di conoscere, in futuro, nuove gemme preziose di poesia e di vita, in un canto ininterrotto di speranza, di coraggio e di accoglienza. Del resto, come direbbero gli abitanti della Grecìa Salentina: ”to calò vrischi to calò” - il bene trova il bene! Antonio Buccoliero

Consigliere Regione Puglia ed Exallievo salesiano

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1963 - Nascita

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ALLA MIA MAMMA

Sul volto la stanchezza di una vita vissuta all’insegna dell’amore, in testa la tristezza della tua vecchiaia che forse ti renderà sola, ma in cuore la gioia d’essere madre.

TI’ MÀNA-MMU

Pànu sto sòma e strakkosìni fse mia zoì zimèni ma to simài tis agàpi, sti ciofàli e prikìa tu jeràma-ssu ti selèste su kànni na noistì manechì-ssu, ma ecès’ ti kardìa vasta ‘i charà ti ise màna.

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IL TEMPO

Il tempo reo delle tue paure, il tempo perso della tua natura, il tempo vivo delle nostre menti fa che io non resti tra gli impazienti.

‘O CERÒ

‘O cerò attìo tos tròmo-ssu, ‘o cerò chamèno àttì natura-ssu, ‘o cerò ìo tos mialò-mma kàme na mì mìno evò ma cìnu pu èn èchun’ flèmma.

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FELICITÀ

La felicità è un attimo di vita, ma la vita è un attimo di infinito, vivi, quindi, la tua vita con gioia, ma sappi apprezzare il dolore.

CHARÀ

E charà ène èna pùntima fse zoì, ma e zoì ène ena pùntima fse ametrìa, zìse, pòkka, i zoì-ssu ma charà, ma màse na pprezzèzzi to pòno.

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ATTIMI D’IMMENSITÀ

Tutto può essere un attimo, tutto può e deve finire, allora tu mi dirai: A che serve lottare? Io ti dico: Lotta per qualcosa ma se ciò che desideri non l’avrai, è perché non lo avrai meritato o forse non ti è stato concesso per non farti del male, ma comunque ciò che desideri non è nulla al confronto di ciò che potrai avere se sarai come Chi, dall’alto ci guarda, ti vorrebbe.

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PUNTÌMATA FSE AMETRÌA

Òlo sòzi ène èna pùntima, olo sòzi ce ‘nghìzi na spiccèzzi, pòka ‘sù mu lei: tin’ nghiàzete n’ ankòsi? Evo’ su leo: ankòse jà kane’ prama ma ane cìno pu tèli n’ esù ‘è ton èchi, è’ jatì ‘è ton ìse mmeritàta o soggèste ti ‘è su ‘rte domèno na mì su kàmune kakò, ma pòska cìno pu ‘su tèli en è’ tìpo ambròs cìno pu sòzi èchi an esù fitèse na ìse kùndu Cìno ka ‘pu pànu mas kanonì ìtele na ìse esù.

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Prima comunione

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MIA NONNA

Volto canuto pieno di rughe occhi, purtroppo chiusi, fede incrollabile vita infelice camminando a tentoni ma la sua forza è nella speranza e nella vita spesa con pazienza.

E MÀLI-MMU

Maddhìa àspra muso gomào fse simàddia tu cerù ammàddhia klimmèna pìsti ka en èfike mai zoì lipì pratònta fsikkònnonta ‘s emèna ma e sosìni-tti stei stèi sti fìda ce stei sti zoì zoimmèni ma kriànza.

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1973 - Licenza elementare

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L’INCOMPRESO

Hai mai provato a cercare qualcosa di diverso, senza sentirti dire che sei diverso? Hai mai provato a cercare comprensione, dove sai che troverai solo incomprensione? Hai mai cercato qualcosa in più del solito; Andirivieni della vita? Hai mai cercato di addossarti colpe che forse non hai? Se solo per un istante avrai fatto tutto questo, forse saprai cosa vuol dire essere un incompreso.

TO SPÙRIO

Esù jùrezze mai kanè prama fse zzenoistò, senza na su pùne ka ìse spùrio? Esù jùrezze mai na se kumpiatèzzune, ecì pu èchi manechò na kumbiàsi? Esù jùrezze mai kanè prama pleo mèa àtti zoì-ssu? Esù ise mai permèna ‘o Stavrò tus addhrù? An esù kammìa forà, puru ja ena spirì, èkame òlon tuo fòrsi fsèri ti èrkete sto pì ka esù ise spùrio.

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La Cresima

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VITA MIA Quando penso al mio passato ripeto sempre: Ho sbagliato, ma pensando al mio futuro ecco che dico sono insicuro. Ma la mia vita non cambierà mai anche se essa è piena di guai perché per vivere ci vuole coraggio senza mai dire vado all’arrembaggio. Perché nella vita ci vuole pazienza ci vuole costanza in quest’esistenza, ma quando la vita ti sembra un po’ scura ecco che ritorni ad avere paura; paura di chi ancora non so, ma nel mio cuore, son certo, lo vedrò.

ZOÌ-MMU Mòtti pensèo sta pràmata pu èkama sti zoì-mmu pànta stèo lèonta: sbajiezza. ma àrte’ pu pensèo es cìno pu mu sòzi ftàsi lèo pànta ka èn efsèro. Ma e zoì-mmu è’ sòzi dhàssi mai pùru ka cìni èn’ gomài fse guai, jatì jò zìsi è’ na ‘chi kuràggio senza mai na pì ka ìse pànta pronto. Jatì sti zoì è’ na ‘chi kriànza è’ na ‘chi kustànza sti zoì ma mòtti ‘o zìsi su fènete skotinò esù jurìzi na ‘chi fòo; fòo pus cìno ti ‘nkòra en efsèro ma ecès’ ti kardìa-mu, ìme certo, torò.

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1984

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AMORE

Amore è qualcosa di bello, amore è qualcosa di dolce, a volte può essere amaro, a volte può esser duro, ma non potrà mai andarsene dal nostro cuore perché fa parte di esso.

‘O GAPÌSI

‘O gapìsi ene ènan òrrio pràma, ‘o gapisi e’ kanè pràma fse gglicèo, kammìa forà soggèste na e’ prikò, kuài foràe soggèste na e’ fselorò, ma ‘è sozzi mai pai atti kardìa-mma, jatì ène kardìa stessu.

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FORZA E VITA

Cercando la forza per lottare ritrovai la gioia di vivere. Vissi i momenti difficili come se fossero quelli più importanti e riuscii a ritrovare la giusta via, a ringiovanire e trovare serenità. “Riuscirai a vincere le tue paure solo quando avrai imparato che esiste una sola via che può darti felicità ed è quella della Fede e dell’amore”.

DINAMÌA CE ZOÌ

Votònta na vrìko ti dinamìa na ankòso ìvrika ti charà tis zoì. Zìsi ta pràmata dìskula kùndu an’ìsane cìna plèo simàta ce fitètti na anavrìko ti stràa alesinì, na chlorìso ce na vrìko ghelarìa. Fitèse na guàli tes tròme-ssu manechò mòtti ìse masimèna ti èchi mìa stràa manechò ti su sòzi dòki alocharìa ce è’ cìni tis Pìsti ce tis agàpi.

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DEBOLEZZE

Quando non potrai più vincere e non potrai più donare, quando non riuscirai nemmeno a stare in piedi e non avrai più desideri, se non quello di fuggire lontano per poter cominciare a credere in qualcosa o in qualcuno, oppure quando negherai a te stesso d’essere fatto così come ti giudicano e non riuscirai più a difenderti, forse, allora, capirai cosa vuol dire essere un debole.

ADINAMÌE

Mòtti ‘è sòzi sìri plèo ce ‘è sòzi plèo charìsi, mòtti ‘è sòzi mànku na stasì tiso ce èn èchi plèo telìmata, andè cìni na trèzzi làrga na sòzi nsignàsi na pistèzzi es kanè pràma o es kanè kristianò, òji mòtti nnighèse ti ‘su ìse janomèno ìu kùndu se dikiàzune ce ‘è fitèse plèo na defendettì selèste ti tòa noà ti tèli sto pì na ise adìnamo.

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1984

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LA GUERRA

Quanta gente morta per le strade quanti volti in cerca di conforto quanti sguardi persi nel deserto quante vite spezzate sul nascere eppure tutto è, forse, necessario per capire meglio il valore della vita.

‘O PÒLEMA

Pòsson jèno pesammèno mes’ te stràe pòssa sòmata pu pa’ jurèonta kunfòrto pòssa vlèmmata chamèna ston deserto pòsse zoìe sfammène pròppi na jennìsune ce pùru olo tuo, forsi, 'nghiàzete na noìsome kàjo to chrìmma tis zoì.

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LA MIA MORTE

Qual è la via da scegliere per promettersi il futuro? Quale la strada da cogliere per non sbatter contro il muro? Se riuscirai a rispondere a questo quesito potrai dire: Questa è la vita e questa è la morte.

‘O TÀNATO-MMU

na mì tuzzèzzi to frontìli es èna tìcho? An esù fitèse na apantìsi es ùtti rotimà sòzi pì: tui ène e zoì ce tuo ène ‘o tànato. Plèan’ ène e stràa jà jaddhèzzi na prumettettì to ‘mbrosèrti? Plèan’ène e stràa jà piài

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PER NON LASCIARMI ANDARE

Vorrei saper volare per non lasciarmi andare, vorrei saper cantare per non lasciarmi andare, vorrei saper vivere per non poter morire.

NA MÌ KÀMO FESSERÌE

Ìsela na petàso na mì kàmo fesserìe isela na traudìso na mì kàmo fesserìe isela na fsèro zìsi na mì mu èrti ‘o tànato.

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LA MIA FAMIGLIA

La mia famiglia è qualcosa di importante riesce a farti sentire sorridente qualche volta ti fa sentire male quando non riesci più a pensare, ma la mia famiglia è unita riesce a farti apprezzare la vita. Se un giorno avrai una famiglia così riuscirai a superare ogni dì. La mia famiglia è una sola e non ha bisogno d’andare a scuola perché le ha già insegnato a vivere alla giornata.

E DIKÌ -MMU

‘E dikì-mmu ène poddhrì simàta jà ‘mèna jatì me kànni na kustò ghelastò kammìa forà su kànni na stasì kakò mòtti n’esù ‘è pensèi es tinò ma e dikì-mmu è’ nomèni su kànni na prezzèzzi ti zoì. An esù mìan emèra èchi mia famìja ìu kuai n’emèra ‘è su ponì e fsichì. E dikì-mmu è mìa manechì ce en èchi bisogno na pài sti skòla jatì già tò‘mase attì zoì ka ‘nghizi na zìsi ‘mèra ma ‘mèra.

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IL CIELO

Quante volte ti sei messo a guardare il cielo senza capire l’essenza del vero, quante volte hai provato a guardare le stelle ma non ti sei accorto di quanto siano belle, quante volte ti sei messo a guardare la luna dicendo a te stesso: Ho poca fortuna. Ma guardando il cielo con insistenza riuscirai a vivere meglio la tua esistenza.

E ANGHÈRA

Pòsse foràe esù valòsi na kanonìsi tin anghèra senza na noìsi plèan ene i jalissìa, pòsses foràe ìse provàta na kanonìsi t’astèria ma èn dunètti ja posson ìn’ òrrie, pòsse foràe valòsi na kanonìsi ‘o fèngo leonta ecèssu s’esena: en ècho kalochàri. Ma kanonònta tin anghèra mia forà ce depòi mìan àddhi forà torì ti fitèse na zìsi kàjo ti zoì-ssu.

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LIBERTÀ

Libertà è donarsi, Libertà è piegarsi, Libertà è subire, Libertà è amare, Libertà è un po’ morire, ma per rinascere più forte.

DEMOCRATÌA

Democratìa ène na charistì, Democratìa ène na nducciettì, Democratìa ène na muttìsi puru an èchi dìgghio, Democratìa ène na gapìsi, Democratìa ène lìo sa’ na pesàni, ma jà anajennìsi plèon dinatò.

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PAROLE

Parole, miriadi di parole spese inutilmente per una vita vuota e tu che cerchi invano di ricondurmi a te. Parole tese a ricevere encomi e che ricevono solo sguardi sprezzanti. Parole che volano istintivamente, parole che ora mancano perché nessuno vuol più parlare con te.

LÒJA Lòja, mijàre fse lòja pejammèna ston ànemo, Jà mia zoì èrceri, c’esù pu teli na stasò ma sèna. Lòja kudammèna na‘chune chàre ce èchune manechò àscime kanonimàe. Lòja ka petùne pànu stin anghèra, lòja ka àrtena ‘en echo plèo, jatì tinò tèli plèo na milìsi ma mèna.

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PRIMAVERA

Quando gli augelli cantano ed i mandorli tornano a fiorire vuol dire che è arrivata la bella stagione, ma nel tuo cuore senti un gran languore perché nessuno vuole dividere con te la grande stagione che sta per cominciare, ma vivi ugualmente trascinandoti in vaghi pensieri che ti portano lontano su mondi infiniti dove il tempo scandisce la tua solitudine e ti perdi pensando che un giorno cambierà, anche se sai che quel giorno è lontano forse irraggiungibile, ma senza dubbio quel giorno tu riuscirai ad essere felice.

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E KALÌ STAGIÙNA

Mòtti ‘a pikulàcia traudùne ce e mendulèe jùrizune na luludìsune tèli sto pì ti èftase e kalì stagiùna ma sti kardìa-ssu echi ‘o matrikùna jatì tinò tèli na misìsi ma ‘sèna ìttin òrria stagiùna ka nzignàzi ma e zoì-ssu pratì to stesso ce su pèrni ecèssu sta mialà pensèrria ka se pèrnune sto làrga pànu es kòsmu amètritu ecì pu ‘o cerò metrà ‘i manechìa-ssu ca esù chànnese pensèonta ti mìan emèra dhàssi pùru an efsèri ka ‘ttin emèra e’ poddhrì làrga forsi ka eì sòzi ftàsi mai, ma àrte pu ftàzi ìttin emèra esù fitèse na ìse alocharò.

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1990

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PENSIERI DI VITA

Quando ascolti sappi ascoltare, quando tremi non ti fermare, quando lotti torna a pensare al giorno in cui dovrai morire.

PENSÈRRIA TIS ZOÌ

Mòtti kùi è’ na fsèri na kùsi mòtti tramàssi na mì fermettì mòtti ankònni amo pensèonta stin emèra tu tànatu.

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QUANTE VOLTE

Quante volte ti sei chiesto se sai perdonare un’offesa ricevuta. Quante volte ti sei posto la domanda: Perché vivo? Quante volte potevi donare e non lo hai fatto? Ma ti sei mai chiesto perché non lo hai fatto? Ti sei mai chiesto chi oltre alla tua volontà poteva portarti a tutto ciò? Forse cercherai di scusarti, dicendo che la colpa non è stata tutta tua, ma proprio in questo sta la tua colpa.

PÒSSE FORÀE

Pòsse foràe esù rotìsti an efsèri na eleìsi ènan vrìmma pu su kàmanane. Pòsse foràe esù rotìsti : jatì evò zìo? Pòsse foràe ìsoze charìsi ce è’ ton’èkame? Ma ‘su rotìsti mai jatì è’ ton’èkame? Rotìsti mai ìs pu fìnnonta stèi to tèlima-ssu ìsoze na pàri es òlo tùo? Na mì vrìki skuse, lèonta ka ‘o straò èn ène òlo dikò-ssu, ma pròbbio ‘ttù stèi ‘o straò-ssu.

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QUANDO SOGNO

Quando fuggo vorrei tornare, quando vedo vorrei parlare, ma quando sogno… lasciatemi sognare.

MÒTTI TORÒ ‘S ÌPUNO

Mòtti fèo, ìsela na jurìso, mòtti torò, ìsela na milìso, ma mòtti torò ‘s ìpuno àimme ka è’ na torìso.

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RIFLESSIONI Nel grande cielo della mia vita, ho trovato il vuoto della solitudine e dell’utopia. Sono un grande sognatore, uno che crede di poter cambiare l’intero universo, ma che in realtà, vorrebbe cambiare il suo modo di pensare ed agire, per non coinvolgere la gente che lo ama nel suo turbinio di pensieri assurdi. L’irrealizzabile è qualcosa che lo attira, ma che sa essere un sogno che non potrà mai avverarsi. Ma perché continuare ad ostinarsi a credere di poter vincere quando sai che hai perso? Quando ti sei lasciato andare nel vortice del sentimento che ora, però, è divenuto la parte più importante della tua vita? L’unica cosa per la quale valga la pena di esistere è lottare. Ora sai per cosa devi lottare, sai per cosa esistere; devi esistere per amare, per sorridere, per piangere ma per qualcosa che ne valga la pena.

CÌNO KA ÈCHO STA MIALÀ Stìn màli anghèra àtti zoì-mmu ìvrika to èrcero àtti manechìa-mmu ce àttin utopìa. Ime ènan mèa ipunerò èna pu pistèi ka sòzi dhàssi òlo to kòsmo, ma stin alìssia, ìtele na dhàssi ‘o mòdo-ttu fse pensèfsi ce fse kàmi, na mìn vàli to jèno ti ‘on ‘gapà amès’ to skarkanìzzo tos pensèrrio-ttu. Cìno pu è’ sòzi ‘ftàsi ène cìno pu to sìrni, ma pu ‘fsèri ti ène ènan ìpuno pu è’ sòzi mai ‘ftàsi. Ma jatì kulusìsi na fissettì na pistèzzi ti sòzi sìri mòtti efsèri ti èchase mòtti fikòsi pài sto skarkanìzzo tin agàpi ti àrtena, però, jùrise to pràma plèo simàto tis zoì-ssu. Manechò jà tùo chrìzi e pèna na zìsi ce na ankòsi. Àrte esù ‘fsèri jatì è’ na ankòsi, èfsèri jatì è’ na zìsi; è’ na zìsi na ‘gapìsi, na jelàsi, na klàfsi ma jà kanè pràma pu krìzi.

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SOGNO

Sogno d’essere un grande uomo, e mi ritrovo bambino; sogno d’essere un uccello e mi ritrovo un cagnolino, ma se sogno ciò che è vero riesco ad essere felice.

ÌPUNO

Torò es ìpuno ti ìme ènan àntrepo mèa ce ‘fsunnònta torìome pedài, es ìpuno torò ti ìme èna pikulài ce to pornò torìome sciddhuzzài ma ane torò es ìpuno cìno pu ìme jìn alìssia tin emèran dopu fitèome na ìme alocharò.

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SOLITUDINE

Il tempo scorre lentamente sui miei ricordi d’adolescente, ora la penso diversamente da una volta, ma, forse, avrei fatto meglio a non cambiare, poiché son rimasto solo.

MANECHÌA

‘O cerò diaènni ssadìa ssadìa pànu sta pràmata-mmu fse pedài, àrtena ti pensèo es àddhon modo pu mìa forà, ma fòrsi, ìcha kàmonta kàjo na mìn eddhàsso jatì èmina manechò-mmu. .

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SOLO

Le carezze che ti ho dato i baci che ti ho dato un giorno mi fecero affermare: Tu mi piaci. Ma tutto passa e tutto se ne va e sono rimasto solo un’altra volta.

MANECHÒ

Es karìzze pa su dòka ta filìmata pu su dòka mìan emèra mu kàmane na su pò: esù mu piacèi. Ma òlon diaènni ce òlo pai ce èmina mapàle manechò-mmu.

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UNA NUOVA VITA

Quando nasce una nuova vita, nasce un tuo simile; parole scontate, dirai, ma prova un po’ a darci peso e vedrai che, forse, tanto scontate non sono in quanto, tante, troppe volte senza rendertene conto, anziché farla nascere, una nuova vita, tu l’hai abbattuta, demolita, schernendola solo per il semplice fatto che era in ritardo col suo appuntamento con l’amore.

MIA NEA ZOÌ

Mòtti jennìete mia nea zoì jennìete èna kùndu ‘sèna: lòja pimèna, esù mu lei, ma ‘nghìzi na provèzzi na dòki misura es cìtta lòja ce torì ti, fòrsi, tòsso kumèna depòi en ìne, jatì poddhès foràe senza na dunettì, ‘nvèce ni kàmi na jennìsi mia nea zoì, esù ti pèjase, tin èsfazze, kuffiàzonta cìni manechò jatì ìcha chàsonta ‘on appuntamento-tti mìn agàpi.

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VERITÀ

Vorrei poter sapere la verità, vorrei poter conoscere la vera differenza tra il bene ed il male, vorrei saper amare. Vorrei è solo un modo per dire che non so se potrei.

ALÌSSIA

Ìsela na fsèro tin alìssia, ìsela na sòzo fsèri tin differenza pu echì ‘o kalò ma to kakò, ìsela na ‘fsèro gapìsi ìsela è’ manechò tòsso na pùme ti en efsèro an evò ìsoza.

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Vincere “Il Galantuomo” 2009 “Premio del Presidente”

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VINCERE

Vincere è qualcosa di importante ti fa sentire gioioso ed aitante. Vincere è qualcosa di bello ti fa sentire libero come un augello, ma… Vincere è un po’ morire perché ti fa soffrire se pensi a chi come te ha perso; allora quel giorno Vincere ti sembrerà diverso.

NA SÌRI

Na sìri è’ prama pu poddhrì chrìzi se kànni na kustì cherùmeno ce sterèo na sìri è’ pràma poddhìn òrrio se kànni na kustì elèttera sa pikulài ma na sìri ène lìo kùndu na pesàni jatì se kanni patèfsi a’ pensèfsi cinù ti kùndu sèna èchase ce ìttin emèra na sìri su fènete diverso.

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A NEPÙTEMA Prima, quandu 'rriàa nepùtema a casa mia, se sentìa lu 'llièzzu e, ci retìa de quài, ci retìa de ddhrài, ‘nsòmma 'nu se capìa se era Natale, Pasca o Epifania, se era menzanotte o menzatìa. Moi nepùtema ene a casa, doi tre vote l'annu; lu 'llièzzu se sente 'ncora, ma ete diversu, stranu. Percène m’àne dittu ca te quandu te casa stae luntanu, à misu la capu a postu, s'à trovatu 'nna fatìa, ‘na casa in affittu e, 'na bèddhra carùsa pe cumpagnìa. E ieu nci crìsciu, percè in fondu 'nu 'bbète fiàccu. ma ete lu mùnnu te òsce ca ete a dire pocu, stranu. M’è cangiàtu a 'mie, ca nun era preparatu, figuràmuci se nun pote cangiare a 'cci intra stu novu mundu è natu. 'Nzòmma cari amici, cari pariènti, de lu mundu te òsce, nui nun ‘nde capìmu quasi niènti.

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INDICE

PREFAZIONE – Prof. Carlo V. Greco………………….. pag.

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SALUTO - Dott. Antonio Buccoliero...……………...…pag. 7 ASSESSORE ATTILIO MONOSI.…………………….. pag. 7 ALLA MIA MAMMA …………………………………...pag. 9 IL TEMPO……………...………………………………. pag. 10 FELICITÀ……………...……………………………….. pag. 11 ATTIMI D’IMMENSITÀ…………...…………………. pag. 12 MIA NONNA…………………...……………………… pag. 15 L’INCOMPRESO………………………………………. pag. 17 VITA MIA…...…………………………………………. pag. 19 AMORE………………………………………………… pag. 21 FORZA E VITA………………………...……………… pag. 22 DEBOLEZZE…………………………………………... pag. 23 LA GUERRA……………………...……………………. pag. 25 LA MIA MORTE……………………………………….. pag. 26

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PER NON LASCIARMI ANDARE………………...….. pag. 27 LA MIA FAMIGLIA………………………...…………. pag. 28 IL CIELO…………………………………………...….. pag. 29 LIBERTÀ……………….………………………...…….. pag. 30 PAROLE…………………..……………………..……... pag. 31 PRIMAVERA………………..…………………..…….. pag. 32 PENSIERI DI VITA…………………………..…..……. pag. 35 QUANTE VOLTE………………………..………..…… pag. 36 QUANDO SOGNO…………………...……………..….. pag. 37 RIFLESSIONI……………………………………….….. pag. 38 SOGNO……………………………………….………… pag. 39 SOLITUDINE……………………………….………….. pag. 40 SOLO…………………………………………………… pag. 41 UNA NUOVA VITA…………………………………… pag. 42 VERITÀ………………………………………………… pag. 43 VINCERE.……………………………………………… pag. 45 A NEPÙTEMA…………………………………………. pag. 46

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