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Godiamoci la libertà | Cortina, lontano dalle mondanità

VENETO

Trekking ad anello intorno alla perla ampezzana: 6 giorni di albe e di tramonti in quota, toccando alcuni dei gruppi dolomitici più famosi al mondo

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testo e foto di Luca Barban*

PRIMO GIORNO: Cortina D’Ampezzo (1224 m) –Rifugio Son Forca (2215 m); dislivelli +1662 -666; 25 km; 9 ore

La partenza è da piazza Dibona, sotto il campanile di Cortina (1224 m), da dove mi incammino per Corso Italia con il mio zaino di quasi 8 kg di peso, per volgermi su stradine secondarie verso gli abitati di Cadin di Sotto e Cadin di Sopra, dove finalmente gli scarponi entrano in ambiente imboccando il sentiero Cai 410, che porta allo smeraldino lago Ghedina (1457 m). Salgo al passo Posporcora (1720 m) per poi scendere a Pian de Ra Spines da dove, lambendo la riva destra del torren- te Bòite fino al ponte Felizon, mi dirigo a Podestagno (1513 m) per prendere la ciclabile Cortina - Dobbiaco fino al Rifugio Ospitale. Qui mi attende una continua salita di circa 7 km, con 700 m di dislivello, lungo l’intera Val Padeón. Inizio a sentire le 8 ore di cammino, e le spalle mi dolgono, ma al cospetto del Cristallo mi abbandono al primo tavolo esterno del Rifugio Son Forca (2215 m) e mi godo rasserenato l’ultimo sole del pomeriggio.

L’incanto del Lago di Sorapiss (1923 m)

SECONDO GIORNO: Rifugio Son Forca (2215 m) –Rifugio Città Di Carpi (2130 m); dislivelli +1210 -1299; 18,5 km; 7 ore

Mi sveglio in tempo per gustarmi l’alba che arrossa le più alte cime del Sorapíss, Pelmo, Civetta, Marmolada e Tofane. Scendo il sentiero Cai 203 verso passo Tre Croci (1860 m), da dove salgo sul 215, con ampie vedute a nord sul Cristallo, le Tre Cime di Lavaredo e Misurina, fino ad arrivare al magnifico Lago del Sorapíss (1923 m). Rimango un’ora a godermi questa oasi prima di scendere a Fedèra Vècia, lambendo l’incantata foresta di Somadida. Inizia la salita che allungo deviando per Casera Maraia (1797 m), per poi entrare nel gruppo dei Cadini di Misurina fino al Rifugio Città di Carpi (2130 m): mi godo una birra ammirando i grandiosi panorami verso le cime di Maraia, l’Antelao, i monti del Cacciagrande e il mitico Sorapíss, di cui poche ore prima stavo sfiorando la pura bellezza.

TERZO GIORNO: Rifugio Città Di Carpi (2130 m) –Rifugio Locatelli (2438 m); dislivelli +814 -595; 14 km; 5 ore

Il cielo è terso, azzurro, come purificato dal temporale della notte. Mi incammino sul 120, lasciando sulla destra il Rifugio Col de Varda e letteralmente correndo sotto la seggiovia che vi sale, fino al lago di Misurina (1754 m). Proseguo in direzione delle iconiche Tre Cime e, dopo il piccolo Lago de Antorno (1866 m), incrocio il sentiero Cai 101 che sale fino alla base meridionale delle Tre Cime di Lavaredo, passando per i rifugi Auronzo (2320 m) e Lavaredo (2344 m); arrivo in forcella (2460 m) che sono le 13,00 e decido quindi di scendere ai piccoli specchi d’acqua alla base settentrionale della Cima Grande. Salgo quindi al Rifugio Locatelli (2438 m), dove immancabili sono i fotografi che approfittano delle luci del tramonto per immortalare i monoliti più famosi delle Dolomiti.

Dal terrazzo del Rifugio Locatelli (2438 m) l’inconfondibile Trinità di Lavaredo

QUARTO GIORNO: Rifugio Locatelli (2438 m) –Malga Ra Stua (1668 m); dislivelli +794 -1454; 25,5 km; 6 ore

Le albe e i tramonti dal Locatelli sono sempre indelebili, ma la quarta tappa è alquanto lunga, quindi meglio iniziare per tempo a scendere il sentiero Cai 102 che segue per intero il corso del Rienza e in circa tre ore conduce al Lago di Landro (1403 m), da dove, sfruttando la ciclabile, giungo a Passo Cimabanche (1530 m) per salire sul sentiero Cai 8 che percorre la lunga Val de Gòtres, tra un susseguirsi di cascatelle e rivoli d’acqua fino a forcella Lerosa (2020 m), dove il panorama si fa ampio al cospetto delle crode del Becco, de R’Ancona e Munt di Sennes; Malga Ra Stua (1668 m) è vicina.

Le Cime di Maraia fanno da sfondo al Rifugio Città di Carpi (2130 m)

VENETO QUINTO GIORNO: Malga Ra Stua (1668 m) –Rifugio Lagazuoi (2752 m); dislivelli +1817 -1049; 19,5 km; 6,5 ore

Dopo colazione, scendo a Podestagno e inizio a percorrere per tutta la sua lunghezza la selvaggia Val Travenànzes, costeggiando gli impressionanti versanti ovest delle Tofane ed est della Furcia Rossa, Ciaval e Fanes: servono circa 5 ore per risalirla tutta fino a forcella Col dei Bos (2331 m), dove l’itinerario ufficiale indicherebbe di scendere a passo Falzarego e fermarsi al Rifugio Col Gallina (2054 m). Ma la voglia di continuare, che ha preso forma già nella pianificazione a casa, trova ora concretizzazione: salgo ancora alle forcelle Travenànzes (2507 m) e Lagazuoi (2573 m), dove il panorama si fa davvero d’alta quota e lunare: arrivo al Rifugio Lagazuoi (2752 m) per poi salire alla croce di vetta (2778 m, punto più elevato del trekking), per un panorama impagabile a 360 gradi sui maestosi gruppi di Fanes, Tofane, Sorapíss, Antelao, Pelmo, Croda da Lago, Civetta, Pale di S. Martino, Marmolada, Sella, Odle e Catinacccio. Il punto più alto è anche sempre il più meritevole, e il tramonto qui è di una bellezza struggente.

La croce di vetta del Lagazuoi (2778 m), il punto più alto del trekking

SESTO GIORNO: Rifugio Lagazuoi (2752 m) –Cortina D’Ampezzo (1224 m); dislivelli +1039 -2579; 38 km; 11 ore

È l’ultimo giorno, e lo inizio scendendo al passo Falzarego (2105 m), dove proseguo verso forcella Averau (2435 m) lambendo l’incantevole laghetto di Lìmedes (2171 m). Supero il Rifugio Averau (2413 m) e sotto le pareti occidentali del Nuvolau e meridionali del Ra Gusela giungo al Passo Giau (2236 m). Ora il sentiero 436 sale tra il Cernera a ovest e i Lastoi de Formin a est fino a forcella Giau (2360 m), che domina la verde conca di Mondevàl. Continuo in direzione del Beco dei Mezodì, che lascio alla mia destra a forcella Ambrizzola (2277 m), per iniziare la lunga discesa che conduce al Rifugio Palmieri (2046 m) sul Lago Fedèra, e quindi a Malga Fedèra (1816 m), dove imbocco lo spettacolare nuovo sentiero Gores di Fedèra, che si snoda in mezzo a gole, canyon e cascate sul Ru Fedèra, fino a uscire in prossimità del piccolo Lago de Pianòze; procedo ormai per inerzia fino al tipico villaggio ladino di Ciampo de Sora (1143 m), dopo aver attraversato il torrente Bòite, e raggiungo infine come fosse l’ago della bussola il campanile di Cortina (1224 m).

Il Lago di Lìmedes (2171 m), tra i punti più suggestivi dell’intero percorso

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