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L'uomo e le foreste | Ci vuole un fiore

di Luca Calzolari

Se c’è una parola che ricorre spesso quando parliamo di boschi e di natura, quella parola è “resilienza”. Un termine che negli anni recenti è stato soprattutto utilizzato per indicare la capacità di resistenza e adattamento che l’umanità dimostra di fronte alle situazione avverse. Un termine che, per certi versi e con qualche ragione, qualcuno considera inflazionato. Questo non ne pregiudica l’impiego. Lo faremmo se la parola da sola non bastasse a racchiudere una pluralità di significati. Quindi, inflazionata o no che sia, continueremo a utilizzarla declinandola negli ambiti in cui la resilienza si manifesta davvero, assumendo ogni volta accezioni nuove ma fedeli alla sua essenza. E così, senza il timore di essere accusati di alcunché, il bosco è vita, e proprio come la vita, è per sua natura resiliente. Nonostante tutto e nonostante noi. Perché, come sempre accade in questi casi, le azioni degli esseri umani hanno spesso gravi ripercussioni (qualcuna catastrofica) sull’ambiente che ci circonda. Ma non tutto è calcolabile. Quindi capita di doverci misurare con eventi naturali che, come nel caso della tempesta Vaia, causano danni talmente ingenti che ancora oggi sono difficili da calcolare. L’unione dell’elemento umano a quello imprevedibile della natura ha messo a dura prova boschi e foreste per la cui tutela e corretta gestione, pur essendo stato licenziato nel 2018 il Testo unico in materia di foreste e filiere forestali, non sono ancora stati emanati tutti i relativi decreti attuativi, fra i quali la Strategia Nazionale Forestale. Consapevole di tutto ciò, la Commissione centrale Tutela ambiente montano (CCTAM) ha predisposto un documento che, quando leggerete, sarà già stato esaminato e valutato dagli organi di vertice del Sodalizio per ogni sua migliore valorizzazione. Non si tratta di un semplice testo che raccoglie una lista d’intenti. Il documento, dal titolo “Il Cai, il bosco e le foreste”, ben riassume idee, obiettivi, principi, buone pratiche e comportamenti. In uno straordinario testo scritto da Gianni Rodari agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso, Sergio Endrigo cantava che per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare l’albero ci vuole il bosco e per fare il monte ci vuol la terra. Ricordate come finiva? “Per fare tutto ci vuole un fiore”. E un fiore è anche l’impegno per la tutela del bosco e della biodiversità.

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