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L’importanza dei limiti Paolo Crosa Lenz
L’importanza dei limiti
Quelli dello sviluppo, ma anche quelli posti dai Parchi, che nascono per porre dei confini e per essere straordinari laboratori dove sperimentare nuovi modelli di convivenza tra l’uomo e gli ambienti naturali
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di Paolo Crosa Lenz*
Il Gran Paradiso (4061 m) è un Quattromila famoso e frequentato sia in estate che in inverno. Come tutte le montagne, una “gran bella montagna”. Nel 1922 Vittorio Emanuele III di Savoia donava allo Stato Italiano il territorio della riserva reale di caccia, con il vincolo di istituirvi un’oasi di tutela delle specie presenti, a partire dallo stambecco alpino. Lo stambecco (Capra ibex) era estinto negli altri settori delle Alpi. Pochi esemplari sopravvivevano in un limitato settore del massiccio del Gran Paradiso. Oggi, grazie a 100 anni di tutela del Parco nazionale ad attenti interventi di reintroduzione, la specie è tornata vitale e diffusa sull’intero arco alpino. Un paradosso buono: una specie che è sopravvissuta grazie alla caccia esclusiva della nobiltà del tempo. Anche per questo lo stambecco è una
Nell’altra pagina, uno scorcio dell’alta Valle di Rhêmes e, sullo sfondo, la Granta Parey (foto Archivio FGP). Sopra, un esemplare di stambecco maschio e di ape su fioritura (foto Archivio FGP) specie iconica, simbolo delle Alpi e di capacità di adattamento al severo ambiente dell’alta quota.
L’EQUILIBRIO TRA UOMO E ALTRE SPECIE
Il Parco nazionale Gran Paradiso tutela un territorio complesso distribuito su due regioni, Piemonte e Valle d’Aosta, quest’ultima regione autonoma. Non ha avuto vita facile, ma ha assolto sempre con dignità il compito affidatogli dalla legge: la tutela della natura e l’equilibrio tra gli uomini e le altre specie viventi. Quest’anno il Piemonte celebra due anniversari. Oltre all’istituzione del Parco nazionale del Gran Paradiso, il trentesimo di istituzione del Parco nazionale della Val Grande (1992) che tutela l’area wilderness più vasta delle Alpi. Anche qui un paradosso: montagne selvagge a meno di 100 chilometri da Milano. Come il Gran Paradiso ha dato inizio alla tutela ambientale in Italia, così La Val Grande è stato il primo parco di “seconda generazione”. Con l’espressione si intende il superamento dei soli valori conservazionistici, per l’estensione alla più generale tutela della biodiversità e l’assunzione del ruolo di laboratorio per lo sviluppo sostenibile delle comunità alpine. Un compito nuovo reso urgente dalla globalizzazione della società contemporanea. C’è un terzo aspetto. Come possono contribuire le Alpi alla costruzione di una nuova Europa di domani dove donne e uomini, bambini e vecchi, professanti di fedi diverse possano convivere e vivere con dignità e rispetto reciproco? Con il recupero e la conferma convinta dei valori fondanti la civiltà alpina. Le Alpi non danno più solo erba e legna, ma offrono beni ecosistemici come acqua e biodiversità. Soprattutto valori etici indispensabili oggi. Quali? La solidarietà con gli altri, vissuta concretamente perché da sempre in montagna da soli non si vive; la dignità orgogliosa della fatica per un lavoro ben fatto; il rispetto per l’ambiente naturale (fonte di vita da conservare gelosamente). Sono i valori del Club alpino italiano. Sono convinto che, nonostante tante debolezze culturali in un momento convulso e l’emergere di progetti folli di urbanizzare le montagne, le donne e gli uomini delle Alpi svolgeranno ancora una volta un ruolo forte e positivo nel cuore dell’Europa.
LO SVILUPPO SOSTENIBILE
Solo a partire dagli anni Sessanta si è iniziato a parlare di limiti allo sviluppo. Questo cammino è giunto sino ai giorni nostri, quando ormai la transizione ecologica è un obbligo. I 100 anni del Parco nazionale Gran Paradiso offrono l’occasione per maturare nella società italiana una più radicata coscienza ecologica. I Parchi naturali sono nati per porre dei limiti, ma allo stesso tempo costituiscono un laboratorio dove sperimentare nuovi modelli di convivenza tra l’uomo e gli ambienti naturali. Per questo tutti gli amanti e i frequentatori delle Alpi e delle Terre alte, in primo luogo i Soci del Club alpino italiano (nato a Torino dove ha sede istituzionale il Parco nazionale Gran Paradiso), sono chiamati alla consapevolezza di un centenario che, oltre che celebrativo, sarà occasione di nuovi impegni per il futuro degli uomini e della natura di cui tutti facciamo parte. ▲