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100 anni di natura protetta Antonio De Ioris

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Lettere

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100 anni di natura protetta

La storia e le intuizioni che hanno portato il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise a diventare un importante laboratorio che unisce conservazione della natura e sviluppo sostenibile delle popolazioni locali

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di Antonio De Ioris*

Il 9 settembre 1922, grazie alla grande intuizione e lungimiranza dell’Onorevole Erminio Sipari si caratterizzò in maniera ufficiale, con una cerimonia pubblica, il Parco Nazionale d’Abruzzo, con la prima area di 12mila ettari, ricadenti nei Comuni di Opi, Civitella Alfedena, Pescasseroli, Bisegna, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi e Villavallelonga, insieme a una Zona di Protezione Esterna di 40mila ettari, la Condotta Forestale Marsicana – la prima del suo genere in Italia – istituita il 1° ottobre. La cerimonia ebbe luogo a Pescasseroli presso la Fontana di San Rocco, dove ancora oggi una lapide a ricordo recita: “Il Parco Nazionale d’Abruzzo sorto per la protezione delle silvane bellezze dei tesori della natura qui inaugurato il IX Sett. MCMXXII” . Con Regio Decreto Legge 257 dell’11 gennaio 1923, lo Stato Italiano ufficializza l’istituzione del Parco d’Abruzzo, con un territorio di 18.000 ettari (comprendeva già diversi Comuni del versante laziale) che ben presto fu esteso a 30.000 ettari, dando così avvio a un periodo di intensa attività. Dopo cinque successivi ampliamenti, l’ultimo avvenuto nel 2000 con l’ingresso della Valle del Giovenco, si raggiunge l’attuale superficie di 502,43 chilometri quadrati e un’ulteriore superficie relativa all’Area Contigua di

Nella pagina a sinistra, la Fontana San Rocco a Pescasseroli (Archivio Storico del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise). In questa pagina, sopra, camosci appenninici (foto A. Iannarelli) e, a sinistra, un esemplare di Iris marsica (foto V. Mastrella)

IL PARCO IN CIFRE

Il parco oggi mette a disposizione dei turisti e del territorio: l 159 b&b, affittacamere, appartamenti in affitto l 137 alberghi l 120 ristoranti l 50 campeggi e rifugi gestiti in modo continuativo l 11 residence l 13 ostelli l 42 guide del Parco (guide alpine e accompagnatori media montagna qualificati) l 44 strutture tra Centri Visita, Aree Faunistiche e Musei di cui 37 gestiti da operatori l 12 associazioni che si occupano di far conoscere la pratica sciistica l 39 associazioni sportive l 944 piccoli coltivatori che pongono l’accento sulla qualità (produzione di varietà tipiche locali) l 1682 aziende zootecniche sono registrate nel database del

Parco perché hanno subito almeno un danno da fauna selvatica e ottenuto un indennizzo l 109 imprese di servizi l 123 aziende per la vendita di prodotti tipici del territorio l 55 laboratori artigianali l 163 professionisti, tecnici, imprese specializzate, impegnati ad applicare criteri di sostenibilità e a utilizzare in maniera più efficiente le proprie capacità d’impresa l 34 agriturismi e 13 fattorie l 16 istituti scolastici convenzionati con il Pnalm ai quali ogni anno vengono proposti tre progetti di educazione ambientale

855,27 chilometri quadrati. Nel 2001 l’Ente cambia ufficialmente la propria denominazione aggiungendo i riferimenti alle altre due Regioni parti integranti del Parco, divenendo così Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm).

C’È DIFFERENZA TRA ENTE E STRUTTURA

Oggi il parco è una realtà consolidata, che unisce conservazione della natura e sviluppo sostenibile delle popolazioni locali, in una simbiosi imprescindibile che lo ha reso un esempio virtuoso e un modello per altre realtà. Il parco nasce senza dubbio per la tutela e conservazione della biodiversità della natura e del paesaggio, ma negli anni ha saputo conseguire e valorizzare anche finalità proprie, riguardanti la conservazione di

Il Parco è stato fatto dagli uomini ed è fatto anche di uomini, oggi sicuramente più consapevoli

valori culturali, storici, artistici, identitari e di promozione di attività compatibili e sostenibili quali il turismo, le attività agrosilvopastorali, l’artigianato, le produzioni tipiche, i servizi ai cittadini e ai visitatori. Nel corso del tempo c’è stata un’evoluzione/rivoluzione del concetto di parco, da ente ”burocratico” a struttura “identitaria”, capace di agire come laboratorio di sviluppo sostenibile per il territorio. E questo si è concretizzato e consolidato con l’innesco di circoli virtuosi per le comunità locali, in grado di produrre reddito attraverso strutture, servizi, professionalità, imprese e associazioni. Altra grande strategia, praticata dalla presidenza e direzione attuali, è stata quella di portare il parco fuori dal parco, creando un’eco importante a livello internazionale e consolidando i rapporti con il territorio. Tutti, in questi 100 anni, sono stati parte attiva del percorso tracciato e condiviso di ciò che oggi è il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il Parco è stato fatto dagli uomini ed è fatto anche di uomini, oggi sicuramente più consapevoli. ▲

* Membro Consiglio Direttivo Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

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