4 minute read

La speranza corre sul web

Next Article
Lettere

Lettere

Il progetto “Di Passo in Passo”, siglato da ASST Spedali Civili di Brescia e Cai Brescia, e rivolto ad assuntori di cocaina e a giocatori d’azzardo patologici, ha trovato una declinazione efficace anche durante la pandemia. Vediamo come

di Anna Frigerio*

Advertisement

Dall’alto le cose si vedono in modo più chiaro. Ci si è allora chiesti se fosse possibile tradurre in pratica queste esigenze di distacco e di chiarezza nei percorsi terapeutici rivolti ad assuntori di cocaina e a giocatori d’azzardo patologici. Come evidenzia la Relazione annuale al Parlamento 2019, l’uso di cocaina in Italia “rappresenta a oggi uno dei pericoli sociali di maggiore rilevanza” e per questo è necessario “sperimentare percorsi di cura innovativi ed efficaci”. A partire da queste riflessioni nel luglio 2019 è stato siglato il Protocollo d’intesa tra ASST Spedali Civili di Brescia e Cai Brescia per l’attuazione del progetto di Montagnaterapia “Di Passo in Passo“.

Nelle foto, camminare in montagna consente di sperimentare equilibrio e armonia tra uomo e natura, in un’ottica di benessere della persona LENIRE LA SOLITUDINE Con l’emergenza Covid-19 tutte le uscite sono state sospese. Tuttavia, in un periodo così complesso per tutti e in particolare per pazienti con fragilità pregresse o in atto, il Centro Clinico Cocainomani dell’ASST, supportato dal Cai Brescia, ha mantenuto i contatti con i pazienti utilizzando sia un gruppo WhatsApp, attivo fin dall’avvio del progetto Montagnaterapia, sia incontri di gruppo settimanali via web. Svolgere incontri di gruppo virtuali assume molteplici funzioni e significati tra i quali: mantenere la coesione di gruppo, offrire supporto di fronte alle difficoltà, prevenire o lenire situazioni di solitudine, condividere fatiche e momenti critici, favorire il confronto su strategie di messa in sicurezza rispetto a possibili ricadute, continuare a mantenere lo spirito di solidarietà e di condivisione di gioie e fatiche tipico di chi frequenta la montagna, mantenere la partecipazione alla vita sociale anche attraverso l’utilizzo di supporti tecnologici. Durante gli incontri virtuali si è potuto sperimentare il piacere di ritrovarsi in modo non convenzionale per chi pratica la montagna: niente abbracci, pacche sulle spalle o condivisione di un pezzo di pane in vetta o la gioia dell’essere immersi tra i colori delle montagne. Ma in punta di piedi si è entrati attraverso il web nelle vite quotidiane di ognuno: chi si è collegato al gruppo web dalla propria abitazione magari appena rientrato dal lavoro, chi, pur di essere presente, si è collegato dalla propria auto parcheggiando lungo il tragitto di rientro a casa, chi sorseggiava un caffè o una bibita

Durante gli incontri si è riflettuto sulla gestione dell’isolamento sociale e si è valorizzato il silenzio come risorsa interiore che avvicina alla montagna

seduto sul divano, chi si è collegato dalla comunità all’interno della quale stava svolgendo un percorso terapeutico. È stato inconsueto incontrarsi senza abbigliamento montano, né zaino o racchette. Ma a ogni incontro è emerso in modo chiaro il piacere di ritrovarsi, di condividere difficoltà e preoccupazioni legate al lockdown.

PRENDERSI CURA DI SÉ E DELL’ALTRO Si sono sperimentate in modo del tutto nuovo solidarietà e spirito di condivisione che ispirano chi frequenta la montagna. È stato possibile coltivare il senso di speranza a fronte di una situazione così drammatica come quella della pandemia. Inoltre ha acquisito ancor più significato il prendersi cura di sé e dell’altro come scelta consapevole e costante che permette di investire con passione e determinazione sulla propria vita presente e futura senza la necessità di utilizzare cocaina o giocare d’azzardo. Durante gli incontri di gruppo si è riflettuto inoltre sulla gestione dell’isolamento sociale e si è valorizzato il silenzio come risorsa interiore e come esperienza che avvicina alla montagna. Ci si è accorti di poter utilizzare proprie risorse e strategie che permettessero di essere persone forti, vicine, ma soprattutto di poter restare umani per affrontare gli imprevisti del vivere. Inoltre è stata ribadita l’importanza di saper chiedere aiuto per non restare soli di fronte alle difficoltà, un po’ come quando anche in montagna si è chiamati ad affrontare situazioni critiche e imprevisti. È sempre più emerso il parallelismo tra il percorso terapeutico dei pazienti e l’andare per monti, sperimentando la capacità di affidarsi al gruppo. Ci si è inoltre interrogati su cosa spinge ognuno ad andare in montagna, scoprendo motivazioni molteplici ma che convergono nell’esigenza di sperimentare equilibrio e armonia tra uomo e natura, in un’ottica di benessere della persona. I pazienti del Centro Clinico coinvolti nel progetto Montagnaterapia sono concordi nel dire che l’incontro con la montagna ha contribuito nel loro percorso di cura a mantenere l’astensione dall’uso di cocaina o dal gioco d’azzardo. Come scrive il poeta William Blake “… se uomo e montagna s’incontrano, grandi cose accadono…”. Ÿ * Centro Clinico Cocainomani - Sert Brescia ASST Brescia

This article is from: