
1 minute read
Salendo si impara
Zero oppure uno
Salendo s’impara che la montagna è un gioco che non si può interrompere a piacimento. Piuttosto, è un gioco con regole ferree e severe che impongono il solo rispetto e non concedono deroghe o eccezioni. Qualsiasi sia l’approccio alle terre verticali (alpinistico, escursionistico, sciistico, ecc.) sono richieste la capacità, la forza e la determinazione di portarlo a termine, fino al ritorno al mondo orizzontale. Non ci sono arbitri a fischiare la fine della partita, non si può staccare la spina e interrompere il match. Si deve continuare a giocare fino alla fine, che non è la conquista della cima, ma il ritorno a casa. Da questo punto di vista, la montagna è un sistema binario: zero oppure uno. E se qualcosa va storto, non esistono appelli, ricorsi in autotutela, esami a settembre, scuse o giustificazioni. Julius Kugy, il romantico cantore delle Giulie, scriveva: “[...] l’alpinista deve vivere, non morire sui monti, [...] la morte in montagna non è sempre una fine eroica, ma spesso una grande stoltezza”.
Advertisement

