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Portfolio | La meraviglia infinita compie mezzo secolo

La segnalazione quasi casuale di una piccola fessura e l'intraprendenza di giovani speleologi svelano mondi inimmaginabili. Sono queste le premesse che hanno portato alla scoperta della Grotta Grande del Vento

testo e foto di Maurizio Bolognini*

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La Grotta Grande del Vento, anche conosciuta come Grotte di Frasassi, gioiello del turismo marchigiano e internazionale, compie 50 anni. La grotta fu scoperta ed esplorata nel settembre del 1971 dal Gsm - Gruppo speleologico marchigiano Cai Ancona. Il Gsm, fondato nel 1948 con atto notarile da veri pionieri della speleologia marchigiana, da regionale diventa negli anni il gruppo speleo di Ancona. Nel 1970 rianima con i giovani del Rotaract la Sezione del Cai di Ancona, lasciata da qualche anno per tornare alla propria storica autonomia. Cinquant’anni fa la passione, i compagni e la sorte vollero che io fossi il primo "omino" a scendere l’Abisso Ancona, Grotta Grande del Vento, varcando così la soglia del mistero e dell’oscurità. La venuta al mondo della grotta fu anticipata già dai caratteri straordinari di una storia fantastica. La segnalazione di una fessura di 20 centimetri, nelle balze impervie della gola di Frasassi, ce la fece Rolando Silvestri che, insieme a Umberto Di Santo, amici estranei alla speleologia, si era spinto fin lassù nella provvidenziale “passeggiata”. Grazie alla fortunata indicazione, inizia la vicenda del Gsm, con la scoperta di un mondo fantastico e non immaginabile. La nostra Regina “madre di Natura” aprì i suoi passaggi segreti a un gruppo di ragazzini (16 e 17 anni) e qualche “vecchio” di vent’anni, vestiti di maglioni e velluti a coste. Poi c’era qualche tuta mimetica. Tutti comunemente attratti dalle lusinghe e dai presagi di questo suo progetto, la Regina li ha infine accolti nel sotterraneo opificio della “meraviglia infinita”. Di fronte alla prova, raccolti sul ciglio del baratro, margine mentale del possibile, chiese loro di diventare un gruppo affiatato, un organismo efficiente. Pochi i mesi di speleologia, ma grande la fiducia reciproca. Il sasso è volato per 5 interminabili secondi, ritornando con l’eco torbido e sinistro che si riavvolge per le pareti. Un messaggio sconvolgente e terrificante, profondo 125 metri. La sorte vuole che sia il primo a scendere. Il secondo sarà Fabio. Mi aggiusto la corda di sicura, afferro il primo piolo della minuscola scaletta, vado. Ho addosso lo sguardo di tutti i compagni. Abbiamo esperienza di discese di 40-60 metri. Ne dovrò fare 125, scendere e risalire. So che non ce la farò. Metto la mia vita nelle loro mani. Lentamente entro nell’oscurità totale, cremosa e avvolgente, in uno spazio vuoto senza misura. Giù, sempre giù. Le mie mani, la corda, la scaletta. Non sono solo, sopra ci sono loro.

Le foto inedite di questo servizio, realizzato in occasione del 50esimo compleanno della grotta, rappresentano oggi una mia lettura di aspetti, panorami e particolari di un mondo fantastico. Questa possibilità mi è stata offerta grazie alla disponibilità e alla sensibilità del Consorzio Frasassi, che gestisce la salvaguardia e la valorizzazione della grotta, e all'ospitalità delle guide turistiche. Grazie a tutti. - Mauro Bolognini, Socio Cai Ancona e Socio Gsm Gruppo speleologico marchigiano

Una vista inedita dell'Obelisco

Primo campo interno del Gsm Cai Ancona nella Grotta Grande del Vento (1-6 gennaio 1972). Presenti Vittorio Bizzarri, Costantino Cioffi, Giuseppe Gambelli, Stefano Fiori, Mario Pia e Roberto Ragaglia (foto Sandro Polzinetti, storico speleo del gruppo Nottoloni di Macerata)

Ottobre 1971, Vittorio Bizzarri in tenuta speleologica: giacca mimetica, pantaloni di velluto, acetilene al fianco e un cordino in vita (foto Archivio Gsm)

La Sala delle Candeline

Velari in sala Duecento

La Madonna dello Speleologo

Affascinanti composizioni di cristalli di calcite

Colate di calcite

Sottilissime stalagmiti in forma di cannule

Mauro Bolognini, in cerca di nuovi sviluppi

La goccia dell’acqua

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