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IMPARARE DAL PASSATO
Corno Stella Gianco o Neigro?
Gianni Pastine *
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…e ra tempo. Ottavio, Carlo, Euro, Renzo ed io ci stivammo nella Millecento a metano di Renzo e partimmo per Terme. La mia tecnica automobilistica era migliorata. Cicci prima, ora Renzo erano stati degli ottimi maestri. Dopo il curvone di Lesegno, l’auto sovraccarica procedeva con lentezza solenne e Ottavio osservò: "Sembra che piloti un trasporto munizioni!".
A Terme ci separammo: i primi tre, diretti alla "Ellena" alla nord del Corno Stella, dormirono in una stanzaccia rimediata da Italo. L’albergo era completo e Italo, serio serio, in alternativa, aveva proposto loro i tavolacci delle camere di sicurezza dei carabinieri! Renzo ed io ce ne andammo al Rifugio "Bozano" dove arrivammo a buio. Attaccammo il mattino successivo sotto la prima cengia erbosa del Corno. Salutammo tre cuneesi, tra cui Elio e Giors , diretti alla "De Cessole" che avevano fallito precedentemente per il bagnato. Ora era asciutta. Noi andammo allo Spigolo nord ovest. Ero emozionato, ma quando vidi attrezzature nuove, fresche, almeno alle soste, mi rinfrancai.
Ci pensò Renzo a movimentare le cose. Con la sua solita femma, sotto gli ultimi tre tiri, si fermò per togliersi il maglione e tre cuneesi, guidati da Tommaso, fortissimo e atletico, ci sorpassarono in un baleno. Stavo per inflarmi dietro a loro quando una corda calò dall’alto e ne unì altri due: cinque in tutto. Serviti! Superai il primo tiro, abbastanza diritto e mi fermai sotto uno strapiombetto: fu la nostra salvezza. Sibilò una prima bomba, poi un’altra. Provavo a tirar fuori la testa e subito mi ricacciavo in… trincea. Finalmente, dopo più di un’ora, suonò il cessato allarme. Passai lo strapiombo con furia e poco stile,
Plent, che nel 1903 per primo vinse il Mauvais Pas
non vidi che dovevo andare verso sinistra, ma seguii due chiodi, uno dei quali mezzo rotto, che mi cacciarono su per un diedro sghimbescio, a sinistra di uno strapiombo. Passai i due chiodi ed entrai nel diedro. Ora, già con i piedi sopra l’ultimo chiodo, non me la vedevo troppo bene. Mancava un passo, ma… la Divina Provvidenza, come avevo sentito predicare da don Cirillo a Courmayeur! Una corda doppia cadde fschiando dall’alto e, uno dopo l’altro, apparvero i tre cuneesi che avevano salito la "De Cessole". Uno di loro portava una corda arrotolata con la classica treccia valdostana. Me la feci allungare e, d’un balzo, fui fuori. Feci l’ultimo tiro in fretta, senza metter nulla. Però, sulla vetta inferiore, mi accorsi che i 'bombardieri' si disponevano per la rotta di rientro. Mi affdai al vetusto, unico chiodo piantato da Gianni Ellena negli anni venti e flai la prima doppia. Anche la seconda e la terza non costituirono problemi; tuttavia la bella roba in posto trovata in salita era scomparsa. Quando attaccammo il camino di sessanta metri trovammo solo un anello di corda da stendere su un masso appoggiato per metà. Richiodammo ma, ormai fuori tiro, constatammo come riuscissero a togliere tutto per scendere non si sa bene su quali attrezzi. La fortuna aiuta gli audaci! Quando eravamo già sui nevai di base ci salutarono con un ulteriore bombardamento senza esito.
Non posso terminare questa avventura a lieto fne se non con l’incontro, a debita distanza, con i tre alle prese con la via "Ellena" sulla nord. Vidi solo Euro, ultimo perché, stavolta, "non vi era carenza di capocordata". La domenica prima, sulla "De Cessole", Ottavio aveva saltato tutti i chiodi del mauvais
Nel libro di vetta 'ricostruito' dai rifugisti, i nomi dei protagonisti dell'articolo.
pas. Chiesi a Euro se "o metteiva o pe in scio gianco o in scio neigro", secondo un vecchia storia dell’alpinismo bolzanetese dei primordi. Risposta: "Chi l’è tutto neigro!".
Né posso chiudere senza ricordare il sereno cameratismo di Giors quando ero in quel diedro malefco e dovetti dare una manata nella provvidenziale treccia. "Nca mi l’ai trovame mal in bele là!" .
Non voleva farmelo pesare… ■
* Past President CAI Ligure
Nota: si ringrazia Marco Quaglia, gestore del rifugio Bozano, per la collaborazione www.rifugiobozano.it imparare dal passato