Viaggio a piedi nell'Aspromonte
Il sentiero dell'Inglese
Rivista CAI Ligure 1/2022
Marina Moranduzzo
L'
Inglese che dà nome al sentiero è Edward Lear, un eclettico artista, scrittore, disegnatore e grande viaggiatore dell'800 che ha trascorso gran parte della sua vita girando l'Italia, dal Lago Maggiore a Firenze, a Napoli e spingendosi fino alla Calabria, meta poco consueta all'epoca, per scovarne le bellezze e regalarle al mondo attraverso i suoi racconti e le sue litografie raccolti nel libro “Il diario di un viaggio a piedi”. In particolare, Lear accompagnato da un amico inglese di nome Proby, da una guida locale, Ciccio da Gallico e da un cavallo, ha visitato la punta estrema e più meridionale dell'Aspromonte, attratto dal fascino particolare di un paesaggio ricco di incantevoli paesini, di montagne dirupate, strapiombanti su sinuose fiumaree dalla particolarità della popolazione che ancora parlava il greco di Omero e praticava il culto ortodosso. Ai giorni nostri il paesaggio non è molto
Bova, ingresso al Parco dell'Aspromonte
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cambiato, anche le tradizioni antiche sono in parte rimaste ed una rete di antiche mulattiere, stradette e sentieri consente di esplorare gli stessi paesi arroccati, oggi più o meno disabitati, le montagne impervie e i boschi dagli alberi centenari, sulle orme di Edward Lear. Il percorso parte da Pentedattilo, un borgo parzialmente ripristinato che conserva una sua vitalità grazie alle strutture che accolgono i turisti, a qualche bottega di prodotti locali, ad un ristorante. Il paese è dominato dalla rupe del monte Calvario la cui caratteristica forma di una enorme mano con cinque dita ha dato il nome al paese. A Pentedattilo si respirano secoli di storia: il passaggio dal dominio Romano a quello Bizantino, a quello Normanno, fino ad arrivare alla sottomissione ai feudatari, conti e marchesi, tra cui si ricordano gli Alberti per una crudele strage dovuta alla vendetta di un'altra famiglia, gli