News CCIB 05.03.2019

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05-03-2019 BULGARIA-NATO Stoltenberg, non vogliamo una nuova Guerra Fredda Il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg si è detto “lieto che la Bulgaria abbia iniziato a investire di più nella difesa”. Dopo i colloqui con il premier Boyko Borissov a Sofia, Stoltenberg ha rilevato: “La Nato non vuole una nuova Guerra Fredda, non vogliamo una nuova corsa agli armamenti e facciamo appello alla Russia affinché torni a rispettare il trattato Inf”. “Noi non siamo il cavallo di Troia della Russia nella Nato, la Bulgaria è il membro più disciplinato e fedele dell'Alleanza”, ha affermato da parte sua il premier bulgaro Boyko Borissov dopo il colloquio a quattr'occhi con Stoltenberg. Il Segretario Generale ha ringraziato la Bulgaria per aver contribuito alla sicurezza, partecipando a varie missioni della Nato nel mondo. Successivamente Stoltenberg è stato ricevuto dal presidente bulgaro Rumen Radev. “La Bulgaria è fortemente impegnata a consolidare il suo ruolo di pilastro della sicurezza e della stabilità nella regione dei Balcani, conducendo una politica aperta, costruttiva e ragionevole, e sforzandosi di sviluppare capacità difensive pienamente coerenti con la politica di difesa e contenimento della Nato”, ha dichiarato il presidente. Stoltenberg ha ribadito “la posizione strategica della Bulgaria e il suo importante ruolo nella regione del Mar Nero”. “Voi contribuite alla nostra difesa collettiva in modi diversi, noi accogliamo con favore i vostri sforzi per modernizzare l'esercito bulgaro”, ha concluso il Segretario Generale della Nato. BULGARIA-RUSSIA Dmitry Medvedev a Sofia, avanti sulla cooperazione per il gas I premier di Bulgaria e Russia, Boyko Borissov e Dmitry Medvedev, hanno confermato a Sofia la volontà dei due paesi di cooperare nel settore energetico. “Queste nostre intenzioni dipenderanno anche da Bruxelles”, ha precisato Medvedev dopo i colloqui a quattr'occhi con il suo omologo bulgaro. Il premier della Federazione russa è a Sofia ieri e oggi per una visita ufficiale. “La nostra decisione e chiara ed è concordata con la Commissione europea, la Bulgaria vuole diventare un hub per la distribuzione di gas naturale così come Nord Stream 1 e Nord Stream 2 e non vedo alcuna ragione perché rinunci a questo suo vantaggio”, ha dichiarato da parte sua Borissov. A suo dire, “dopo che sarà fermato il transito di gas russo attraverso l'Ucraina per passare nel gasdotto Turkish Stream, la Bulgaria potrà gestire oltre 16 miliardi di metri cubi di transito all'anno” dal confine con la Turchia verso l'Europa centrale. In merito al progetto della seconda centrale nucleare bulgara di Belene sul Danubio, Dmitry Medvendev ha rilevato che la Rossatom russa “ha ricca esperienza in simili progetti”. I reattori per la centrale sono di costruzione russa e ormai si trovano in cantiere. Borissov e Medvedev hanno discusso


anche questioni riguardanti la cooperazione nell'ambito della scienza e delle tecnologie, del turismo e degli scambi culturali. Più tardi Medvedev è stato ricevuto dal presidente della Bulgaria, Rumen Radev. Il capo di Stato ha detto che “nonostante i diversi punti di vista su questioni bilaterali e internazionali, tra i popoli della Bulgaria e della Russia ci sono profondi legami storici, spirituali e culturali”. “Il dialogo tra Bulgaria e Russia contribuisce a ripristinare la fiducia tra l'Ue e Mosca”, ha concluso Radev. ENERGIA La Rosatom ribadisce il suo interesse per la centrale nucleare di Belene L'agenzia statale russa per l'energia atomica Rosatom è interessata a partecipare alla costruzione della centrale nucleare di Belene, in Bulgaria. “Vediamo l'atteggiamento costruttivo dell'attuale governo bulgaro, che intende far ripartire” il progetto Belene e l'azienda russa “è pronta a prendere parte alle procedure d'appalto”, ha ribadito Serghei Prihodko, primo vicecapo di gabinetto di governo russo. Rosatom è “capace di assicurare il completamento della centrale in modo tempestivo e di diventare un partner per tutti i cicli della vita dell'impianto nucleare”, ha aggiunto Prihodko. In precedenza, a giugno dell’anno scorso, il Parlamento aveva dato mandato al governo di riprendere il progetto e realizzarlo in cooperazione con un investitore strategico, da selezionarsi sulla base delle leggi di mercato e senza garanzie governative. Il progetto Belene risale ai primi anni Ottanta, ma dopo la caduta del regime i lavori alla centrale sono stati più volte congelati e rilanciati.


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