News CCIB 08.02.2019

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08-02-2019 PARLAMENTO Nuovo Codice penale, sarà reato ogni forma di violenza domestica Qualsiasi forma di violenza domestica sarà considerata un delitto in Bulgaria dopo gli emendamenti del Codice penale in materia approvati definitivamente dal parlamento. I deputati hanno votato all'unanimità. Per un omicidio commesso in caso di violenza domestica, secondo i nuovi testi del Codice penale, è previsto anche l'ergastolo. Da tre a dieci anni di reclusione sono previsti, invece, per sistematico abuso psicologico, fisico o sessuale esercitato per controllare una persona che fa parte del nucleo familiare. Gli emendamenti in questione sono stati approvati dopo la sentenza della Corte costituzionale bulgara, secondo la quale la Convenzione di Istanbul del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica è in contraddizione con la Costituzione della Bulgaria. BULGARIA-FYROM Krassimir Karakachanov, se Skopje vuole aderire alla Nato rispetti gli impegni presi Se la Macedonia vuole essere un membro a pieno titolo della Nato e dell'Unione europea, deve adempiere agli impegni assunti nei confronti di Bulgaria e Grecia. Lo ha detto il vice premier e ministro della Difesa bulgaro Krasimir Karakachanov in un’intervista all’emittente Focus Radio. Karakachanov ha affermato che il trattato di amicizia firmato con la Bulgaria e l'accordo sul nome raggiunto con la Grecia sanciscono l'eliminazione di tutte le affermazioni irredentiste, incluse false informazioni contenute nei libri di testo scolastici negli ultimi sette decenni. “La Macedonia si sta affrettando verso la Nato perché, come molti politici bulgari 20 anni fa, credono ingenuamente che l'adesione alla Nato risolverebbe quasi automaticamente tutti i loro problemi”, ha affermato il ministro bulgaro. “L'appartenenza alla Nato è un'opportunità per risolvere i propri problemi, ma senza la partecipazione e la volontà, nessun altro può risolverli, né Bruxelles né il segretario generale della Nato, né alcun altro Stato membro, inclusa la Bulgaria”, ha concluso Karakachanov. Due giorni fa al quartier generale della Nato a Bruxelles i 29 rappresentanti permanenti degli alleati hanno siglato il protocollo di adesione all’organizzazione della Repubblica di Macedonia del Nord. Skopje, dopo aver risolto la disputa sul nome con Atene grazie alla firma e alla ratifica dell'accordo di Prespa, si appresta a diventare il 30mo paese membro della Nato con il nuovo nome costituzionale di Repubblica di Macedonia del Nord. La Macedonia e la Grecia hanno raggiunto un accordo lo scorso giugno per la modifica del nome del paese balcanico in Repubblica di Macedonia del Nord, requisito richiesto per l’adesione del paese alla Nato. Tale richiesta ha ancora bisogno del sostegno di tutti gli


Stati membri della Nato, ma venuto meno il veto greco non ci dovrebbe essere alcuna sorpresa rispetto ad un esito positivo. ECONOMIA Stime Ue, crescita al 3,6 per cento del Pil in Bulgaria La crescita del Pil reale ha perso slancio nel 2018 (3,2%) ma, sia per il 2019 sia per il 2020, si prevede un aumento della crescita pari al 3,6 per cento. Questo secondo le stime economiche pubblicate dalla Commissione europea. Il principale fattore di questo rallentamento nel 2018 è stato l'indebolimento delle esportazioni a causa di una domanda esterna più debole da parte dei grandi partner commerciali nell'Unione europea e in Turchia. Le tendenze dell'economia interna, al contrario, erano più positive. Gli aumenti degli stipendi hanno continuato ad alimentare la crescita dei consumi privati e l'utilizzo dei fondi di investimento dell'Ue ha fornito una spinta alla crescita degli investimenti. La domanda interna era il principale motore di crescita nel 2018 e dovrebbe rimanere così nel 2019 e 2020. Il rafforzamento del mercato del lavoro e ulteriori aumenti salariali del settore pubblico dovrebbero fornire sostegno continuo per il consumo privato nel 2019 e anche gli investimenti privati e pubblici dovrebbero rimanere forti, grazie al contesto dei bassi tassi d'interesse e ai finanziamenti dell'Ue. Nel complesso, si prevede un aumento della crescita del Pil al 3,6 per cento sia nel 2019 che nel 2020. I rischi per le prospettive economiche sono inclinate verso il basso e principalmente derivano dalla possibilità di una più debole domanda nei principali mercati di esportazione. Le pressioni sui prezzi sono aumentate nel 2018. Nel complesso, l'inflazione complessiva ha raggiunto il 2,6 per cento nel 2018 e dovrebbe scendere al 2 per cento nel 2019.


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