08-03-2018 PARLAMENTO Il governo ritira la ratifica della Convenzione di Istanbul Il governo di Sofia ha ritirato la legge, presentata al Parlamento lo scorso gennaio, per la ratifica della Convenzione di Istanbul sulla protezione dei diritti delle donne e dei bambini. Lo ha annunciato il premier, Boyko Borissov, al termine della riunione dell'esecutivo. A suo dire, la decisione di bloccare l'approvazione sarebbe dovuta alla necessità di calmare il dibattito pubblico alla luce delle reazioni negative dei partner della coalizione di governo, della Chiesa ortodossa bulgara e del mufti bulgaro, che si sono espressi contro la ratifica della Convenzione. Questo documento del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica è stato firmato l'11 maggio 2011 a Istanbul (Turchia). Nelle ultime settimane la Convenzione è stata sottoposta a dure critiche in Bulgaria poiché contiene anche testi che promuovono il riconoscimento del “terzo genere”. Per questa ragione, secondo alcuni sondaggi, oltre il 70 per cento dei cittadini bulgari è contrario alla ratifica della Convenzione di Istanbul. Gli oppositori rilevano, inoltre, che le leggi bulgare in vigore sono sufficientemente categoriche per quanto riguarda la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. Intanto il parlamento di Sofia ha respinto la proposta presentata dal Partito socialista bulgaro (Bsp) all'opposizione, anch'esso contrario alla ratifica, di tenere un referendum nazionale sulla Convenzione. PROTESTA Manifestazione a Sofia per chiedere le dimissioni del governo Parlamentari e sostenitori del Partito socialista bulgaro all'opposizione (Bsp), membri del partito Vazrazhdane e rappresentanti di organizzazioni prevalentemente di sinistra hanno organizzato ieri una manifestazione a Sofia per chiedere le dimissioni del governo. Diverse centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione che si è tenuta davanti alla sede del Consiglio dei ministri. I manifestanti hanno chiesto di sospendere la vendita della compagnia elettrica Cez Bulgaria, accusando il primo ministro Boyko Borissov di essere vicino alla società bulgara acquirente, la Inercom. I manifestanti hanno anche preso posizione contro la Convenzione di Istanbul, la cui legge per la ratifica è stata ritirata proprio ieri dall'esecutivo, e contro il fenomeno della corruzione e il “saccheggio del Paese” da parte della classe dirigente di destra attualmente al potere in Bulgaria. BULGARIA-UE Commissione Ue: la situazione economica può facilitare le riforme strutturali nel paese La buona situazione economica della Bulgaria può facilitare le riforme strutturali nel paese, si legge in un rapporto della Commissione europea sulla Bulgaria. La crescita economica del paese rimane, infatti, costante,
con il Prodotto interno lordo (Pil) che è cresciuto del 3,8 per cento nel 2017, anche se il recupero rispetto alle performance degli altri Stati membri resta lento. In particolare, le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate, con una disoccupazione calata al 6,3 per cento nel 2017. Il settore finanziario è stato rafforzato, ma rimangono delle vulnerabilità al suo interno. Nonostante la riduzione del debito, l'alto tasso del debito privato resta una preoccupazione. Rimangono inoltre sfide strutturali per il mercato del lavoro, conclude il rapporto della Commissione Ue. MOSTRA ‘Saluti da Italia e Bulgaria’, in mostra 100 anni di storia Un viaggio lungo più di un secolo: cartoline di auguri, foto a colori, monete e francobolli provenienti dall'Archivio Colloridi di Roma e dalla collezione del Museo Etnografico di Sofia per raccontare le principali tappe della storia italiana e di quella bulgara a partire dall'Ottocento fino ai nostri giorni. “Saluti da Italia e Bulgaria”, è questo il titolo della mostra inaugurata al Museo nazionale Etnografico di Sofia alla presenza dell'ambasciatore italiano, Stefano Baldi, e dalla direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura della capitale bulgara, Luigina Peddi, curatrice della parte italiana della mostra, insieme al direttore dell'Istituto, Petko Hristov, e dalla curatrice per la parte bulgara, Iglika Mishkova. L'esposizione chiuderà il 6 giugno 2018.