Congiuntura-Commercio-2-trim-2020

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CONGIUNTURA COMMERCIO II trimestre 2020

Studi, Statistica e Programmazione Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi ufficiostudi@mi.camcom.it

Il passaggio alla Fase due dell’emergenza Covid ha dispiegato i suoi pieni effetti solo dal mese di giugno, motivo per cui il quadro di dettaglio del commercio milanese registra nel trimestre una flessione del fatturato che arretra pesantemente sia nei confronti del periodo precedente (-15,5%) sia su base annua, dove la variazione è espressiva della gravità della situazione che sta attraversando il settore (-20,8%). Le micro e le piccole imprese sono le realtà che hanno sopportato il peso maggiore della prolungata fase di chiusura delle attività, con perdite di fatturato del -23,7% e -13,4% rispettivamente.

CC/N 02


IN SINTESI Il passaggio alla Fase due nel cronoprogramma di uscita dalla pandemia da Covid-19 si è concretizzato nel mese di maggio con l’avvio della riapertura di numerose attività commerciali, ma tale fase ha dispiegato i suoi pieni effetti solo dal mese di giugno. Il secondo trimestre 2020 si è chiuso pertanto con una flessione complessiva del fatturato, evidenziabile sia a livello locale sia in ambito nazionale come registrato dall’Istat. Il quadro di dettaglio del commercio milanese mostra pertanto una flessione del fatturato che arretra pesantemente sia nei confronti del trimestre precedente (-15,5% destagionalizzato) sia su base annua, dove la variazione tendenziale è espressiva della gravità della situazione che sta attraversando il settore (-20,8%), palesata anche dalla quota di imprese, oltre il 64%, che indica una perdita di fatturato superiore ai cinque punti percentuali rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. Gli esercizi di vicinato, ossia le micro e le piccole imprese, sono le realtà del commercio che hanno sopportato il peso maggiore della prolungata fase di chiusura delle attività. Su base annua, il secondo trimestre 2020 si chiude per esse con una continuazione del trend recessivo che era stato avviato con l’inizio dell’anno, le perdite di fatturato sono infatti ingenti per entrambe le tipologie di impresa (-23,7% e -13,4% rispettivamente). Il secondo trimestre 2020 segna tuttavia il passaggio in un sentiero recessivo più ampio anche per le classi di impresa in precedenza risparmiate dal lockdown: in tal senso sono le imprese da 50 a 199 addetti ad aver registrato la flessione più profonda del fatturato (-38,2%), mentre per le unità oltre i 200 addetti la contrazione è relativamente più contenuta (-4,9%). La declinazione per settore di attività conferma le tendenze emerse in precedenza, ossia che la fase di lockdown ha colpito prioritariamente le imprese del commercio non alimentare per le quali il fatturato segna, rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, una nuova e profonda flessione (-32,8%). A tale quadro recessivo si contrappongono le perdite più limitate registrate dalle unità del commercio rientranti nel perimetro del commercio despecializzato (-6,4%) e del commercio alimentare in particolare (-1,3%), che in questo trimestre inverte il trend positivo avviato nei primi tre mesi dell’anno. L’analisi sulle vendite della grande distribuzione di prodotti del largo consumo confezionato attraverso i canali super e iper registra, su scala metropolitana milanese allargata all’area monzese, un nuovo incremento del fatturato (+6,4%), e una progressione più limitata delle vendite a scaffale misurata dalle unità vendute (+2%). Per il sistema della grande distribuzione di Lodi, il secondo trimestre 2020 si è chiuso invece con una nuova espansione del fatturato e delle unità vendute (+20% e +15,1% rispettivamente). Gli incrementi registrati riflettono in misura rilevante gli effetti particolari della pandemia sul sistema distributivo locale: la chiusura delle attività commerciali di vicinato si è traslata in misura massiccia sulla performance della grande distribuzione contribuendo ad aumentarne in misura rilevante le vendite. Relativamente alle previsioni delle imprese per il terzo trimestre 2020, le aspettative complessive sono in contenuto recupero, sia in relazione al fatturato sia nei confronti degli ordini rivolti ai fornitori sia dell’occupazione.

IL COMMERCIO AL DETTAGLIO IN ITALIA Nel secondo trimestre 2020 il commercio al dettaglio in Italia ha continuato a subire i contraccolpi del lockdown sulle attività commerciali, incidendo largamente sulla performance del settore sintetizzata da una rilevante flessione del fatturato rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (-12,9%) [tabella 1]. Tra gli effetti diretti principali indotti dalla chiusura forzata delle attività commerciali è da segnalare la profonda dicotomia degli andamenti tra i settori di attività, alimentare e non alimentare, e le forme distributive della piccola e grande distribuzione.


Il quadro di dettaglio congiunturale conferma che la flessione del commercio al minuto è ascrivibile al proseguimento, anche nel secondo trimestre 2020, del trend negativo del fatturato del settore non alimentare (-25,2%), dinamica che ha scontato in larga misura i provvedimenti restrittivi riguardanti la quasi totalità degli esercizi commerciali di vendita al dettaglio di prodotti non alimentari considerati non essenziali. Le riaperture parziali delle vendite al minuto di prodotti alimentari si sono tradotte, invece, in un aumento del fatturato, sebbene a un ritmo più contenuto (+3,1%) rispetto alla performance tendenziale del primo trimestre 2020. Se consideriamo la grande distribuzione e i piccoli esercizi del settore alimentare, possiamo osservare che il fatturato si è incrementato, seppure con intensità differenti, per entrambe le tipologie distributive. In particolare, gli esercizi commerciali di prossimità hanno registrato una crescita su base annua (+6,1%) nettamente superiore rispetto alla grande distribuzione (+3,5%), performance che si colloca per il dettaglio tradizionale a un livello più elevato rispetto al complesso del comparto alimentare. È proseguito, invece, nel secondo trimestre 2020 il trend negativo delle vendite del settore non alimentare: per le forme distributive della piccola e grande distribuzione, il trimestre si è chiuso in pesante deficit di fatturato e in misura più intensa rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre. Il crollo del fatturato si è distribuito in misura quasi uniforme tra grande distribuzione (-29,3%) ed esercizi commerciali operanti su piccole superfici (-28,4%), a testimonianza del drammatico momento subìto dal settore. SETTORE Aliment.

Non Aliment.

ALIMENTARE Totale

GDO

Piccole superfici

NON ALIMENTARE GDO

Piccole superfici

TOTALE GDO

Piccole superfici

2018 I trimestre

3,0

-1,0

0,8

4,0

0,6

0,8

-2,2

2,8

-1,5

II trimestre

-0,8

-0,8

-0,9

-0,9

-0,7

-0,4

-1,8

-0,7

-1,5

III trimestre

0,1

-0,7

-0,4

0,4

-0,4

0,2

-1,8

0,3

-1,5

IV trimestre

0,7

0,6

0,6

0,8

-0,2

1,3

-0,7

1,1

-0,6 -0,6

2019 I trimestre

-1,6

0,4

-0,5

-1,8

-1,6

0,6

-0,2

-0,9

II trimestre

2,6

0,0

1,1

3,5

0,2

1,6

-1,4

2,8

-1,1

III trimestre

1,4

1,4

1,4

1,4

1,0

2,0

-0,3

1,7

0,0

IV trimestre

1,0

0,8

0,9

1,7

-0,4

1,8

-1,3

1,6

-1,1

2020 I trimestre

5,1

-11,5

-4,2

7,0

2,9

-12,6

-12,6

0,2

-8,9

II trimestre

3,1

-25,2

-12,9

3,5

6,1

-29,3

-28,4

-7,8

-20,5

LA DINAMICA DEL COMMERCIO MILANESE In linea con quanto rilevato in Lombardia, il commercio al dettaglio dell’area metropolitana milanese registra, nel secondo trimestre 2020, una nuova pesante flessione del fatturato. La chiusura delle attività commerciali e il cambiamento delle abitudini e degli stili di consumo – in un contesto di lockdown delle attività commerciali e produttive – si sono riflessi in misura rilevante sull’andamento del settore in ambito milanese e lombardo. La performance complessiva, misurata attraverso l’indice del fatturato si colloca al livello più basso dall’inizio della serie storica nel 2007: nel secondo trimestre 2020 l’indice ha subìto una netta regressione rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre, collocandosi a quota 67,5 (80 nel primo trimestre 2020) [grafico 1]. Su base trimestrale – ossia rispetto al trimestre precedente – il fatturato del commercio al dettaglio in provincia di Milano ha evidenziato pertanto, al netto degli effetti stagionali, una nuova rilevante flessione (-15,6%), superiore all’arretramento che ha interessato il settore nel territorio della regione (-6,7% destagionalizzato). La flessione di vasta portata verificatasi nel contesto milanese è stata condizionata sul piano dimensionale dai rilevanti arretramenti del fatturato, che dalle micro e piccole imprese si sono estesi, in misura più ampia, verso le medie imprese, mentre per le unità oltre i 200 addetti si è osservata una contrazione più ridotta del fatturato.

TABELLA 1 Commercio al dettaglio a prezzi correnti per settore merceologico e forma distributiva in Italia (anni 2018-2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati istat


Sul piano settoriale, la dinamica negativa ha continuato a risentire del trend recessivo registrato dai comparti del commercio non alimentare, che nel trimestre si è ulteriormente irrobustito. Indice

Var. % 5

105 100

0

95 -5

90 85

-10

80

-15

75 -20

GRAFICO 1 Fatturato totale del commercio al dettaglio* in provincia di Milano (anni 2010-2020, indice base anno 2010=100 e variazioni percentuali tendenziali grezze) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Congiunturale Commercio

70 65

-25

*comprese imprese plurilocalizzate

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010

2011

2012

2013

2014

Var. % tendenziali

2015

2016

2017

2018

2019

20

Indice destagionalizzato

L’analisi della dinamica tendenziale delle classi dimensionali del commercio al dettaglio evidenzia che nel secondo trimestre 2020 il blocco delle attività economiche, indotto dalla pandemia da Covid-19, ha esteso i suoi effetti dal sistema delle micro e piccole imprese alle medie unità del settore, contribuendo a deprimere ulteriormente la performance tendenziale del fatturato. Tale trend non trova invece riscontro in ambito lombardo, dove la flessione delle medie unità del commercio ha assunto delle caratteristiche più contenute (-5%) rispetto a quanto registrato dal comparto nel territorio metropolitano (-38,2%) [grafico 2]. Si è osservata, invece, una convergenza degli andamenti tra le due aree territoriali per il volume d’affari delle realtà aziendali di micro e piccola dimensione, entrambe in rilevante flessione e a un tasso superiore rispetto al dato complessivo del settore. La declinazione per classe dimensionale registra quindi, nell’area metropolitana milanese, una flessione del volume d’affari delle micro imprese (-23,7%) più intensa rispetto a quanto registrato per la medesima tipologia nel territorio della Lombardia (-22,2%). Considerazioni analoghe, seppure con intensità di scala differenti, possono essere svolte anche nei confronti delle unità del commercio da 10 a 49 addetti: in ambito milanese, la contrazione del fatturato registrata nel secondo trimestre 2020 è infatti superiore a quanto evidenziato dalla medesima classe in Lombardia (rispettivamente -13,4% e -12,3%); per entrambe la flessione subita è comunque più intensa rispetto a quanto rilevato complessivamente per il settore nei rispettivi territori.Un ulteriore elemento negativo che si è aggiunto nel secondo trimestre 2020 è da ascrivere al venir meno della funzione di contenimento del trend negativo esercitata dalle imprese incluse nel perimetro oltre i 200 addetti. Contrariamente a quanto evidenziato nei tre mesi precedenti, anche per esse si è registrata una contrazione del fatturato, andamento che accomuna la provincia di Milano (-4,3%) alla Lombardia (-4,9%). -4,9 -4,3

oltre 200 addetti

GRAFICO 2 Fatturato del commercio al dettaglio* per classe dimensionale in provincia di Milano e in Lombardia (II trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Congiunturale Commercio

-5,0

50-199 addetti

-38,2 -12,3 -13,4

10-49 addetti

-22,2 -23,7

3-9 addetti

*comprese imprese plurilocalizzate

-13,9

Totale

-20,8 -44

-40

-36

-32 -28 Lombardia

-24

-20 -16 Milano

-12

-8

-4

0


In relazione ai settori del commercio al dettaglio dell’area milanese, si sono osservati nel secondo trimestre 2020 la continuazione e l’ampliamento della tendenza negativa che ha colpito il fatturato del commercio non alimentare, l’unico comparto ad aver subìto una flessione del volume d’affari a due cifre a seguito della chiusura forzata delle attività commerciali di vendita al dettaglio. Il crollo del fatturato registrato dal comparto non alimentare ha mostrato una scala di intensità maggiore nell’area milanese (-32,8%) rispetto a quanto registrato in Lombardia (-30%). Relativamente ai settori di attività afferenti al commercio alimentare, si è osservato nel trimestre il loro passaggio in terreno negativo: la contrazione del volume d’affari, seppure limitata (-1,3%), è indicativa della difficoltà che sta attraversando il comparto nell’area milanese, mentre tale trend si è ulteriormente aggravato se consideriamo le imprese del settore non alimentare presenti in Lombardia (-4%) [grafico 3]. Le dinamiche settoriali hanno trovato invece una differenziazione nelle due partizioni territoriali nell’ambito del commercio despecializzato: il settore ha infatti registrato una diminuzione significativa del fatturato nell’area metropolitana milanese (-6,4%), che si contrappone all’incremento ottenuto in Lombardia (+4,8%).

Non alimentare

GRAFICO 3 Fatturato del commercio al dettaglio* per settore di attività economica in provincia di Milano e in Lombardia (II trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Congiunturale Commercio

4,8

Non specializzato

-6,4

-30,0 -32,8

-4,0

Alimentare

*comprese imprese plurilocalizzate

-1,3

-36

-32

-28

-24

-20

-16

Lombardia

-12

-8

-4

0

4

8

Milano

IL LARGO CONSUMO CONFEZIONATO Nel secondo trimestre 2020, le vendite dei prodotti del largo consumo confezionato attraverso i canali iper e super della grande distribuzione hanno registrato su scala metropolitana milanese (allargata alla provincia di Monza) un incremento più consistente del fatturato rispetto alle vendite fisiche operate a scaffale. La dinamica si è invece palesata più positiva per il sistema della grande distribuzione del Lodigiano, sia nei confronti del fatturato che della movimentazione fisica delle vendite a magazzino. Gli incrementi registrati nella provincia di Lodi hanno continuato a beneficiare del trend di polarizzazione delle vendite verso la grande distribuzione organizzata. La tendenza osservata ha consentito ai super e iper del territorio lodigiano di posizionarsi a un livello più elevato, sia di fatturato che di unità vendute, rispetto alla GDO di Milano, della Lombardia e dell’Italia. Analizzando il quadro di dettaglio territoriale, possiamo osservare che il sistema distributivo della GDO di Milano e di Monza ha proseguito su base annua nel trend di crescita del fatturato (+6,3%); la progressione ottenuta non è tuttavia riuscita a espandere in maniera analoga i volumi fisici delle vendite, che registrano infatti, in linea con la precedente indagine, un aumento molto contenuto (+2%) [grafico 4]. Se confrontiamo la performance milanese e monzese rispetto al trend registrato in Lombardia, possiamo rilevare che nel territorio regionale le vendite della GDO hanno registrato una dinamica migliore sia rispetto al fatturato (+9,9%) che nei confronti delle unità vendute (+6,1%), mentre nei confronti della GDO nazionale si osservano dei tassi di incremento del fatturato (+6%) e delle vendite fisiche (+2,7%) simili alla performance registrata dagli iper e super delle province di Milano e di Monza.


GRAFICO 4 Vendite del largo consumo confezionato nei supermercati e ipermercati delle province di Milano e Monza Brianza (anni 2010-2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati iri – Information Resources

8 6 4 2 0 -2 -4 -6 -8 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010

2011

2012

2013

2014

2015

Valori

2016

2017

2018

2019

20

Unità

12

GRAFICO 5 Vendite del largo consumo confezionato nei supermercati e ipermercati della provincia di Lodi (anni 2010-2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati iri – Information Resources

10 8 6 4 2 0 -2 -4 -6 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010

2011

2012

2013 Valori

2014

2015

2016

2017

2018

2019

20

Unità

La dinamica palesata dalla GDO di Lodi si distacca invece significativamente da quanto registrato nelle altre aree territoriali. Il quadro di dettaglio del secondo trimestre 2020 registra infatti, in relazione al territorio lodigiano, una performance ampiamente superiore sia considerando l’incremento del fatturato (+20%) sia l’aumento delle vendite a scaffale (+15,1%) [grafico 5]. Il dettaglio per tipologia merceologica della GDO milanese e monzese evidenzia degli apporti significativamente positivi per il fatturato generato dai prodotti afferenti alle merceologie del freddo e del fresco (+17,6% e +11,3% rispettivamente), a cui si aggiungono i contributi alla dinamica registrati dalla drogheria alimentare (+4,2%) e in misura più contenuta dalle bevande (+2,2%). È proseguita, inoltre, la crescita del fatturato ottenuto dai prodotti per la cura della casa (+7,1%), incremento indotto soprattutto per l’effetto Covid-19 che ha incentivato gli acquisti di prodotti per l’igiene degli ambienti, mentre si è rilevata una netta flessione per le tipologie di prodotto afferenti alla cura della persona (-5,8%) [tabella 2]. In relazione alle unità vendute, l’aumento contenuto registrato nel secondo trimestre 2020 (+2%), che segue il trend rilevato nel primo trimestre, è ascrivibile alla dinamica negativa che ha interessato sia la vendita di bevande (-6,4%) sia dei prodotti per la cura della persona (-6,4%). Il quadro di dettaglio per tipologia di prodotto certifica invece una crescita rilevante per il comparto del freddo (+10,9%), al quale si sono associati gli incrementi registrati dalla movimentazione di magazzino dei prodotti per la cura della casa (+6,1%), del fresco e della drogheria alimentare (+5,5 e +5% rispettivamente). Per quanto concerne la GDO della provincia di Lodi, l’espansione a due cifre del fatturato è riconducibile a una diffusa dinamica di crescita che ha coinvolto diversi reparti di vendita, in particolare i prodotti afferenti alla catena del freddo (+30,9%) e al fresco alimentare (+27,5%). Incrementi sostenuti di fatturato sono stati ottenuti, inoltre, dalle vendite dei prodotti afferenti ai comparti delle bevande (+19,2%) e dei prodotti confezionati rientranti nel perimetro della drogheria alimentare (+17,4%),


mentre nell’ambito delle tipologie non food si è riscontrato un significativo incremento per i prodotti per la cura della casa (+19,3%) e in misura più limitata per la cura della persona (+5,3%). In relazione alle unità vendute, gli incrementi più consistenti si sono registrati nell’ambito dei prodotti alimentari: si è osservato in particolare un aumento significativo delle vendite a scaffale dei prodotti afferenti al freddo (+24,1%), seguiti a distanza ravvicinata dalle merceologie del fresco (+19,8%) e della drogheria alimentare (+17,4%), mentre più contenuta si è rivelata la dinamica del fatturato registrata dalle bevande (+10,9%). Sull’onda della maggiore attenzione per l’igiene degli ambienti è proseguita, inoltre, l’espansione delle unità vendute dei prodotti per la cura della casa (+17,1%), mentre più contenuto è stato l’aumento registrato per i prodotti per la cura della persona (+3%). MILANO E MONZA

REPARTI

Valori

LOMBARDIA

LODI

Unità

Valori

Unità

Valori

ITALIA

Unità

Valori

Unità

Drogheria alimentare

4,2

5,0

17,4

17,8

7,9

9,0

3,6

5,2

Bevande

2,2

-6,4

19,2

10,9

6,5

-0,7

1,9

-4,5

Freddo

17,6

10,9

30,9

24,1

21,8

16,1

16,9

12,6

Fresco

11,3

5,5

27,5

19,8

14,5

9,4

11,7

7,0

Cura della persona

-5,8

-6,4

5,3

3,0

-0,9

-2,0

-2,8

-5,0

Cura della casa

7,1

6,1

19,3

17,1

12,3

11,3

9,0

7,4

Totale

6,3

2,0

20,0

15,1

9,9

6,1

6,0

2,7

TABELLA 2 Vendite totali e per reparto del largo consumo confezionato nei supermercati e ipermercati delle province di Milano e Monza Brianza, di Lodi, in Lombardia e in Italia (II trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati iri – Information Resources

LA PREVISIONE PER IL TERZO TRIMESTRE 2020 Il quadro previsivo delle imprese del commercio al dettaglio per il terzo trimestre 2020, evidenzia ancora un saldo complessivo negativo, seppure in recupero rispetto alla caduta registrata nel trimestre precedente. Le previsioni degli operatori sono ancora dominate dal quadro di incertezza sulle prospettive di ripresa e dalle stime negative afferenti ai consumi delle famiglie. Il contesto ha pertanto favorito un deterioramento del clima di fiducia, culminato in un netto peggioramento delle aspettative nel precedente trimestre, trend che non è proseguito nel secondo trimestre 2020. I saldi delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) evidenziano una cesura rispetto alla precedente rilevazione e un inizio di ripresa per il sentiment delle imprese nel terzo trimestre dell’anno riguardo il fatturato, gli ordini ai fornitori e l’occupazione [grafico 6]. Il consolidamento del trend è tuttavia demandato alla seconda parte del 2020, in funzione dell’evoluzione epidemiologica e del clima di fiducia generale di imprese e consumatori. 40

10,0

30 5,0

20 10

0,0

0 -10

-5,0

-20 -10,0

-30 -40

-15,0

-50 -60

-20,0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010

2011

2012

2013 Fatturato

2014

2015 Ordini

2016

2017

Occupazione

2018

2019

20

GRAFICO 6 Aspettative su fatturato, ordini ai fornitori (scala sinistra) e occupazione (scala destra) in provincia di Milano (anni 2010-2020, medie mobili su saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Congiunturale Commercio


La rilevazione congiunturale del commercio al dettaglio condotta a livello regionale e provinciale da Unioncamere Lombardia per le 12 province della Lombardia è disaggregata per dimensione d’impresa in 4 classi: da 3 a 9 addetti; da 10 a 49 addetti; da 50 a 199 addetti; oltre 200 addetti. e in 3 rami merceologici: alimentare; non alimentare; non specializzato. Dal terzo trimestre 2013 la rilevazione comprende anche le imprese del commercio al dettaglio con oltre 200 addetti. ESERCIZIO DESPECIALIZZATO L’esercizio di vendita al dettaglio in sede fissa che attua la vendita di una varietà prevalente di prodotti alimentari o non alimentari, su una superficie di vendita generalmente superiore ai 400 metri quadrati. GRANDE DISTRIBUZIONE La definizione di tale aggregato è stata rivista con l’adozione della classificazione ATECO 2007, soprattutto in relazione alla seguente articolazione: I. A PREVALENZA ALIMENTARE SUPERMERCATO Esercizio di vendita al dettaglio operante nel campo alimentare (autonomo o reparto di grande magazzino), organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all’uscita, che dispone di una superficie di vendita normalmente superiore a 400 metri quadrati e di un vasto assortimento di prodotti alimentari, in prevalenza preconfezionati, nonché articoli del settore non alimentare per l’igiene e la pulizia della casa, della persona e degli animali. IPERMERCATO Esercizio di vendita al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 metri quadrati, articolato in reparti (alimentari e non alimentari), ciascuno dei quali avente, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino. Discount alimentari Esercizio di vendita al dettaglio in sede fissa, di superficie medio grande che, attuando una politica di abbattimento dei costi di impianto, di gestione e di servizio, offre in self-service una gamma limitata di prodotti, generalmente non di “marca”, a prezzi contenuti rispetto alla media di mercato. II. A PREVALENZA NON ALIMENTARE Grande magazzino ed esercizio non specializzato di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici. In tutti questi casi si tratta di un esercizio di vendita al dettaglio di prodotti quasi esclusivamente non alimentari, che dispone generalmente di una superficie di vendita superiore a 400 metri quadrati e offre un assortimento di prodotti appartenenti a diversi settori merceologici (per esempio, elettronica di consumo, elettrodomestici, abbigliamento, mobili, articoli per la casa). Grandi superfici specializzate Imprese commerciali che attuano la vendita, attraverso esercizi in sede fissa, di una tipologia unica o prevalente di prodotti non alimentari, su una superficie di vendita generalmente superiore ai 400 metri quadrati, con caratteristiche organizzative proprie della grande distribuzione. III. NON GRANDE DISTRIBUZIONE Punto di vendita operante su piccola superficie Punto vendita specializzato, non rientrante nella grande distribuzione, la cui superficie è inferiore ai 400 metri quadrati. Minimercato Esercizio di vendita al dettaglio in sede fissa, che attua in prevalenza la vendita di prodotti alimentari, la cui superficie non supera i 400 metri quadrati. LARGO CONSUMO CONFEZIONATO (LCC) Prodotti alimentari e non alimentari confezionati venduti attraverso la grande distribuzione organizzata (GDO), a esclusione dei beni non confezionati (come frutta e verdura) e i beni non alimentari, che si trovano solo negli ipermercati (come abbigliamento ed elettronica). Le informazioni sulle vendite della grande distribuzione sono acquisite da IRI Information Resources attraverso il servizio “tracking di mercato”, che rileva via scanner tramite la lettura dei codici a barre, i dati dei prodotti di Largo consumo confezionato (LCC) venduti attraverso i supermercati e gli ipermercati; sono invece escluse le vendite effettuate attraverso i discount. Relativamente alla provincia di Milano i dati includono ancora quelli Monza-Brianza. I dati rilevati coprono l’80% delle vendite dei beni di largo consumo confezionato, mentre il restante 20% è oggetto di stima. I dati sono elaborati a “rete corrente”, includendo quindi gli effetti di eventuali aperture o chiusure di punti vendita (un aumento potrebbe essere effetto sia di maggiori vendite nei supermercati e ipermercati esistenti sia dell’apertura di nuovi punti vendita) e si riferiscono alle vendite in volume, valore e unità (pezzi) per le seguenti categorie merceologiche: Drogheria alimentare (pane, pasta, olio, riso, biscotti, farina, zucchero ecc); Bevande; Fresco (carni, affettati, formaggi, latte fresco, yogurt, uova, preparati alimentari); Freddo (surgelati, gelati); Cura della persona; Cura della casa.

GLOSSARIO Variazione tendenziale variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Variazione congiunturale variazione rispetto al periodo precedente



CC/N_02 CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO MONZA BRIANZA LODI Studi, Statistica e Programmazione via Meravigli, 9/b | 20123 Milano www.milomb.camcom.it


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