CONGIUNTURA INDUSTRIA I trimestre 2020
Studi, Statistica e Programmazione Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi ufficiostudi@mi.camcom.it
Per effetto del lockdown, nel primo trimestre 2020 i segnali congiunturali dell’area vasta indicano un crollo complessivo che investe tutte le dimensioni dell’attività (produzione, fatturato, ordini) e tutti i territori, con intensità differenti ma in ogni caso gravi. Le prospettive di breve termine, ossia riferite al prossimo trimestre, convergono verso un quadro ancora pesantemente negativo sia per la produzione sia in relazione alla domanda proveniente dai mercati che nei confronti dell’occupazione, con il sentiment delle imprese che risulta il peggiore dal 2007.
CI/N 01
IN SINTESI Il lockdown derivante dalla crisi sanitaria da Covid-19 si è abbattuto pesantemente sull’industria manifatturiera del Paese e i suoi effetti si sono manifestati anche nei sistemi locali dell’economia e nei loro comparti manifatturieri. Nel primo trimestre 2020, i segnali congiunturali dell’area vasta indicano un crollo complessivo che investe tutte le dimensioni dell’attività sia in relazione alla produzione sia nei confronti del fatturato e delle commesse acquisite, con intensità diverse tra i territori ma convergenti nei trend osservati. Le prospettive di breve termine, ossia riferite al prossimo trimestre, convergono verso un quadro ancora pesantemente negativo sia per la produzione sia in relazione alla domanda proveniente dai mercati che nei confronti dell’occupazione: il sentiment delle imprese risulta, in chiave storica, il peggiore dal 2007. Passando alla disamina dei territori, il quadro di dettaglio degli indicatori congiunturali dell’area metropolitana milanese registra, nei confronti del precedente trimestre, una flessione di ampia portata della produzione industriale (-7,9% destagionalizzato, -7,5 su base annua), inferiore tuttavia a quanto rilevato in Lombardia (-10%). Tale dinamica si è associata nel trimestre a una regressione di rilevante entità del fatturato (-8,6%), mentre la contrazione degli ordini sia esteri che interni è relativamente più contenuta (-2,4% e -2,6% destagionalizzato). Relativamente all’area di Monza Brianza, l’arresto dell’attività industriale per il Covid-19 si è inserito in un contesto produttivo già segnato da un arretramento rilevante dell’attività nel 2019 (-1,1%), evidenziando una profonda flessione della produzione rispetto al trimestre precedente (-11,6% destagionalizzato), che diventa -12% su base annua. Tale dinamica si è riproposta anche per il fatturato, che ha subìto un crollo simile (-11,9% destagionalizzato), e per gli ordini, che hanno registrato cospicue contrazioni sia in relazione al mercato estero (-3,4% destagionalizzato) che nella domanda interna (-2% destagionalizzato). Il focus sulla manifattura dell’area lodigiana certifica che anche in questo territorio gli effetti della chiusura degli impianti produttivi hanno impattato ampiamente sul livello della produzione industriale, che arretra pesantemente rispetto al trimestre precedente (-9,1% destagionalizzato), ma sembra reggere meglio degli altri territori inel confronto con lo scorso anno (-5,4%). Segnali più attenuati provengono anche dalla dinamica del fatturato, per cui nel corso del trimestre si è osservata una contenuta contrazione (-1,4% destagionalizzato), mentre l’andamento degli ordini ha palesato un allineamento al trend rilevato nelle aree del milanese e della Brianza. Nello specifico, è il mercato interno ad aver registrato la contrazione maggiore (-2,7% destagionalizzato) rispetto alle commesse acquisite nel mercato estero (-2,1% destagionalizzato).
IL QUADRO GENERALE Il 2019 è stato caratterizzato da uno scenario di rallentamento globale dell’attività, con una frenata significativa dell’output mondiale rispetto al precedente anno (+2,9% contro +3,6% del 2018). A livello geoeconomico, ha insistito in particolare la decrescita dei Paesi emergenti e in via di sviluppo (+3,7% contro +4,5%). Tra le economie avanzate, la decelerazione ha interessato in particolare l’Eurozona (+1,2% nel 2019 contro +1,9% del 2018), mentre negli Stati Uniti si è assistito a un incremento ridotto, ma comunque superiore ai 2 punti (+2,3%). Il Giappone è invece l’unico ad aver registrato un incremento superiore al 2018 (+0,7%) [tabella 1]. In questo scenario si è innestata la pandemia da Covid-19, che da gennaio 2020 si è estesa dalla Cina al resto del globo. Il biennio di previsione 2020-2021 sarà pertanto caratterizzato da due fasi con impatti differenziati sul PIL : la prima, nel 2020 (-4,9%), di tono più drammatico per via dell’emergenza sanitaria e del lockdown, mentre la seconda fase del 2021 (+5,4%) sarà dedicata alla ripresa, mediante un ampliamento delle manovre di bilancio e il ricorso a ingenti interventi di finanza
pubblica delle banche centrali. La situazione dell’Eurozona si prospetta come la più critica, con una flessione del PIL 2020 più ampia rispetto alle economie avanzate (-10,2% e -8% rispettivamente), motivo per cui anche la ripresa del 2021 assumerà delle caratteristiche contenute (+6%), data l’eterogeneità delle economie incluse nell’Eurozona e nell’Unione Europea. Questo rimbalzo tuttavia lascerebbe l’economia europea, alla fine di questo orizzonte previsionale, su un livello del PIL inferiore di circa il 3% rispetto a quello previsto in autunno; anche il volume degli investimenti si prevede inferiore di circa il 7% rispetto alle precedenti stime; infine riflessi rilevanti sono attesi anche sul mercato del lavoro, con una riduzione media dell’1% dell’occupazione nell’intera UE. Tali prospettive hanno indotto l’Unione Europea ad approntare nell’immediato un pacchetto complessivo di misure da 540 miliardi di euro per sostenere lavoratori (SURE), imprese (prestiti BEI) e Stati nazionali (linee di credito MES) colpiti dal lockdown, che si sono aggiunti ai 750 di quantitative easing della BCE per l’Eurozona. A fine maggio la Commissione Europea ha presentato una nuova proposta di Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027 di 1.100 miliardi di euro a cui si aggiungono i 750 del Next Generation EU - uno strumento temporaneo di emergenza - tutti funzionali alla realizzazione delle priorità dell’agenda europea per gli anni a venire: digitale, neutralità climatica e inclusione sociale. Tali risorse saranno raccolte in larga misura attraverso l’emissione di debito da parte della stessa Commissione, da onorare gradualmente attraverso i bilanci futuri dell’UE con i titoli che saranno emessi e che andranno a scadenza tra il 2027 e il 2058. Per gli Stati Uniti, la contrazione del PIL nel 2020 sarà invece pari alla media dei Paesi avanzati (-8%). Uno dei problemi principali e immediati cui l’economia USA si troverà comunque a far fronte è rappresentato dalla crescita dei sostegni alla disoccupazione destinata in prospettiva a incrementarsi in misura sostenuta: secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale il tasso di disoccupazione a fine 2020 potrebbe collocarsi negli USA oltre il 10%, il triplo rispetto al livello raggiunto a fine 2019, con ricadute negative ampie sul livello dei consumi e dei redditi. Gli aiuti federali al sistema economico USA (Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security Act) pari a più di 2.300 miliardi di dollari, oltre a ulteriori stimoli da parte della FED per altri 500, si paleseranno in una ripresa nel 2021 (+4,5%), inferiore all’Eurozona. La recessione in Giappone sarà inferiore al trend evidenziato dal gruppo delle economie avanzate (-5,8%) e riflette sia il blocco della produzione industriale a seguito della chiusura delle aree produttive localizzate in Cina e in altre aree chiave dell’Asia - dove sono presenti diverse multinazionali nei settori dell’automotive e dell’elettronica - sia l’interruzione delle catene di approvvigionamento dall’Asia e dal continente africano. Tale situazione ha indotto la BOJ (Bank of Japan) a intervenire con gli strumenti di politica monetaria attraverso un quantitative easing illimitato mediante l’acquisto di titoli di Stato ed emessi dalle aziende, ampliando la base monetaria allo scopo di sostenere l’economia. La ripresa prevista per il 2021 sarà tuttavia inferiore alla media delle economie avanzate (+2,4%). Se consideriamo la Cina, il 2020 si profila l’anno peggiore per la sua economia: dopo una crescita media di oltre 7 punti negli ultimi otto anni, l’incremento stimato del PIL nel 2020 sarà molto limitato (+1%). Tuttavia, lo scenario previsivo rende probabile un rimbalzo nel 2021 (+8,2%), superiore a quello previsto per il novero dei Paesi emergenti (+5,9%).
AREA GEOECONOMICA Mondo Economie avanzate Stati Uniti Eurozona Giappone Economie emergenti Cina India Russia Brasile
2019
2020
2021
2,9 1,7 2,3 1,2 0,7 3,7 6,1 4,2 1,3 1,1
–4,9 –8,0 –8,0 –10,2 –5,8 –3,0 1,0 –4,5 –6,6 –9,1
5,4 4,8 4,5 6,0 2,4 5,9 8,2 6,0 4,1 3,6
TABELLA 1 Previsioni del PIL per area geoeconomica (anni 2019-2021, variazioni percentuali) Fonte: fmi, World Economic Outlook, giugno 2020
Per l’Italia, le proiezioni per il biennio 2020-2021 sono caratterizzate da un alto livello di incertezza: le ultime stime indicano un crollo del PIL nel 2020 compreso tra -8% e -12,8% e un verosimile recupero nel 2021 (da +4,7% a +7,7%) [tabella 2]. Il Fondo Monetario Internazionale stima nel suo aggiornamento dell’outlook mondiale una flessione a due cifre per l’Italia nel corso del 2020 (-12,8%), con un ritmo di ripresa ancora limitato nel 2021 (+6,3%). Secondo le previsioni formulate a giugno dall’OCSE che, rispetto agli altri organismi, indica un rimbalzo più sostanzioso per l’economia nel 2021 (+7,7%) nel caso di non proseguimento della pandemia, le misure legate al lockdown hanno frenato in misura profonda i consumi italiani nel 2020 (-10,5%), con un recupero solo parziale nell’anno seguente (+9%). Il crollo della domanda e l’elevata incertezza si rifletteranno sull’universo delle imprese con dei contraccolpi assai rilevanti nel corso del 2020 sia sotto il profilo della dinamica produttiva sia degli investimenti. La flessione a due cifre della produzione industriale (-14%), determinata dal blocco delle attività imposto a oltre metà della manifattura, si traslerà anche sui piani di investimento delle imprese in corso d’anno. La spesa complessiva - secondo l’OCSE - subirà un tracollo in corso d’anno (-18,8%), mentre la ripresa (+12,7%) è demandata al 2021. Il contributo dell’export secondo l’OCSE, dopo una forte flessione nell’anno in corso (-14,4%), crescerà nuovamente nel 2021 (+12%), in linea con la ripresa del commercio mondiale. Le misure messe in atto per il sostegno all’economia faranno dilatare la finanza pubblica in misura rilevante nel 2020 sia in relazione al rapporto tra deficit e PIL (per il quale a livello europeo è stata prevista la sospensione del patto di stabilità) sia nei confronti dello stock del debito pubblico. Secondo le proiezioni del Governo contenute nel Def di aprile 2020, entrambi gli indicatori subiranno un’inevitabile espansione nell’anno corrente (rispettivamente al 10,4% e al 155,7%), mentre gli stessi sono attesi in graduale diminuzione a partire dal 2021 (rispettivamente 5,7% e 152,7%).
ORGANISMO
2020
2021
Fondo Monetario Internazionale (giugno 2020) OCSE (giugno 2020)* Commissione Europea (maggio 2020) Def Governo (aprile 2020)
-12,8 -11,3 -9,5 -8,0
6,3 7,7 6,5 4,7
*Scenario base che non prevede una seconda ondata pandemica
TABELLA 2 Previsioni del PIL italiano a confronto (2020-2021, variazioni percentuali)
CI/MILANO La dinamica dell’industria milanese e le previsioni per il secondo trimestre 2020
Il primo trimestre 2020 si chiude per la manifattura industriale milanese con una pesante flessione della dinamica produttiva indotta dalla crisi pandemica: il valore assunto dall’indice nel trimestre retrocede a quota 99,1 (107,6 nel quarto trimestre 2019) [grafico 1]. Tale pesante battuta d’arresto, oltre a interrompere il sentiero di crescita della produzione, che seppure a un ritmo contenuto proseguiva dallo scorso anno, riporta il valore dell’indice a livello del primo trimestre di cinque anni fa, ossia del 2015. Nel trimestre, tale crollo produttivo si è associato a una diminuzione più rilevante del mercato interno rispetto alla componente estera, sia sul piano del fatturato sia del portafoglio ordini, con riflessi inevitabili sul quadro complessivo delle aspettative per il prossimo trimestre, in netto peggioramento sia per la produzione sia per la domanda proveniente dai mercati che per l’occupazione. Indice
Var. % 15
115 110
10 105 5
100 95
0
90 -5 85 -10
80 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
Var. % tendenziali
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
Indice destag. produzione industriale
Il quadro di dettaglio degli indicatori congiunturali registra rispetto al quarto trimestre 2019, un tracollo della produzione industriale milanese (-7,9% destagionalizzato) che si inserisce in una dinamica più profonda e recessiva rilevata a in Lombardia, dove si evidenzia una flessione a due cifre (-10%) [grafico 2]. Il confronto tra provincia di Milano e Lombardia registra inoltre per la manifattura locale una pesante flessione del fatturato (-8,6% destagionalizzato), che si inserisce nel trend regionale (-9,8% destagionalizzato). Tale convergenza territoriale non si replica invece in relazione al portafoglio ordini, dove si osserva una diminuzione più contenuta delle commesse acquisite per la manifattura dell’area milanese rispetto a quanto registrato nel territorio della Lombardia. In particolare, nei confronti del mercato interno, in ambito regionale si osserva una caduta verticale che contrasta con la diminuzione più limitata osservata nel territorio milanese (rispettivamente -9,5% e -2,6% destagionalizzato). Il trend negativo si replica, ma con differenziali più contenuti tra le due partizioni geografiche, in relazione ai mercati esteri, dove la diminuzione della domanda per la manifattura lombarda (-5,5% destagionalizzato) la avvicina alla contrazione rilevata dal settore nell’area metropolitana milanese (-2,4% destagionalizzato). In relazione alla dinamica tendenziale, l’attività complessiva della manifattura milanese evidenzia un trend ampiamente negativo, simile per intensità a quanto registrato su scala congiunturale. Il confronto tra area metropolitana e regione, mette in luce una dinamica pesantemente negativa per entrambe le aree, con una scala di intensità più profonda per la Lombardia rispetto all’area milanese. Su base annua, gli indicatori del primo trimestre 2020 registrano pertanto, per la manifattura milanese, una flessione della produzione industriale di ampia portata (-7,5%), che nel territorio della Lombardia evidenzia un profilo più accentuato (-10,1%) [grafico 3]. In relazione alla dinamica del fatturato, la flessione registrata dall’area milanese (-6,9%) è ascrivibile in larga misura al crollo del mercato interno (-10%), che per profondità sovrasta la pur consistente perdita rilevata nel territorio
GRAFICO 1 Produzione industriale della provincia di Milano (anni 2010-2020, indice base 2010=100 e variazioni tendenziali trimestrali corrette per i giorni lavorativi) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
regionale (-9,4%). Il confronto tra area milanese e Lombardia evidenzia, inoltre, un netto differenziale di performance tra i due territori in relazione al fatturato realizzato nei mercati esteri, la flessione subita dalla manifattura regionale (-6,4%) non trova infatti un analogo riscontro in ambito milanese (-1,6%). Gli apporti dei due mercati palesano pertanto per la Lombardia un andamento complessivamente peggiore del fatturato (-8,2%) rispetto al dato complessivo di Milano. I differenziali di performance tra area milanese e Lombardia emergono in misura più netta nei confronti degli andamenti tendenziali complessivi del portafoglio ordini, pur essendo in presenza di un elemento comune, dato dalla situazione di sofferenza più intensa del mercato interno. Per l’industria milanese, il dettaglio degli indicatori afferenti agli ordini registra pertanto un calo delle commesse (-3,4%), trainato prevalentemente dalla componente interna (-4,6%) piuttosto che da quella estera (-1,3%). Tale trend si osserva, ma con intensità differenti, anche per l’industria manifatturiera della Lombardia, dove la robusta flessione delle commesse totali (-6,8%) deriva principalmente dalla caduta del mercato domestico (-8,7%), a cui si è associata la cospicua contrazione della domanda estera (-4%). GRAFICO 2 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Milano e in Lombardia (I trimestre 2020, variazioni percentuali congiunturali destagionalizzate) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-7,9
Produzione industriale
-10,0 -8,6
Fatturato totale
-9,8 -2,4
Ordini esteri
-5,5 -2,6
Ordini interni
-9,5 -12
-10
-8
-6
Milano
-4
-2
0
Lombardia
-7,5
Produzione industriale
GRAFICO 3 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Milano e in Lombardia (I trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-10,1 -6,9
Fatturato totale
-8,2 -1,6
Fatturato estero
-6,4 -10,0 -9,4
Fatturato interno
-3,4
Ordini totali
-6,8 -1,3
Ordini esteri
-4,0
Ordini interni
-4,6
-8,7 -12
-10
-8 Milano
-6
-4
-2
0
Lombardia
Il confronto tra le dinamiche degli indici della produzione industriale espressi dell’Eurozona rispetto alla Lombardia, all’area metropolitana di Milano e all’Italia, registra un crollo diffuso delle dinamiche produttive in tutti i territori osservati. L’intensità dalla caduta dei volumi produttivi palesati dall’intenso deterioramento del valore dell’indice è un tratto comune a tutti i sistemi manifatturieri [grafico 4]. L’analisi puntuale dei trend registrati evidenzia tuttavia una debolezza più accentuata della manifattura nazionale e locale rispetto al dato complessivo espresso dall’Eurozona. La crisi innestata dalla pandemia si è pertanto riflessa in misura più ampia sull’industria nazionale e dei territori, compromettendo in misura significati-
va i recuperi conseguiti dopo le crisi dei mutui subprime e dei debiti sovrani. In particolare, l’intensità del crollo produttivo evidenziato dall’indice amplia significativamente il gap produttivo tra area milanese e Lombardia rispetto all’Eurozona, con un pericoloso avvicinamento dell’intensità di caduta tra area metropolitana e regione. 120
GRAFICO 4 Indice della produzione industriale manifatturiera in provincia di Milano, Lombardia, Italia ed Eurozona (anni 2010-2020, indice base 2010=100) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
110
100
90
80 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
Euro Zona
2014
2015
Italia
2016
2017
2018
Lombardia
2019
20
Milano
Passando ai riflessi del lockdown produttivo dell’industria sul mercato del lavoro, la caduta rilevata nell’area milanese della produzione industriale nel primo trimestre 2020 si è riflessa in misura massiccia e rapida sul grado di utilizzo della Cassa integrazione guadagni (CIG). Il quadro complessivo registra CIG una crescita di circa sei volte la quota di imprese utilizzatrici (46% contro 8% di fine 2109), a testimonianza del drammatico momento vissuto dalla manifattura milanese [grafico 5]. L’allargamento della platea delle imprese utilizzatrici si è riflesso in un aumento dell’incidenza oraria della cassa integrazione in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro effettivo (3,6% contro 1,4% del quarto trimestre 2019), raggiungendo in chiave storica il peggior risultato dalla fine del 2013 e di poco inferiore agli utilizzi effettuati trimestralmente durante gli anni della grande crisi. È stagnante invece il saldo tra entrate e uscite dal mercato del lavoro nel trimestre (+0,1%), essendo determinato da un sostanziale pareggio tra il tasso di ingresso nel mercato del lavoro (1,7%) rispetto a quello di uscita (1,6%). % CIG su monte ore trimestrale
Saldo % tra ingressi e uscite di addetti
% casi ricorso CIG 5,0
50
4,0 40 3,0 30
2,0 1,0
20
0,0 10 -1,0 -2,0
0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il secondo trimestre 2020 è ampiamente condizionato sia dall’emergenza sanitaria, non ancora terminata, sia dalle conseguenze di trascinamento del lockdown (che ha comportato effetti diretti e indiretti sui processi produttivi e dell’organizzazione del lavoro) sia sulle prospettive di ripresa e di resilienza del sistema manifatturiero, in un contesto globale ancora in via definizione e caratterizzato da un alto grado di incertezza.
GRAFICO 5 CIG utilizzata (scala sinistra), percentuale sul monte ore e saldi tra ingressi e uscite di addetti (scala destra) in provincia di Milano (anni 2010-2020, valori assoluti in ore) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
In tale contesto, il clima di fiducia subisce un netto peggioramento, con una netta prevalenza di prospettive negative sia sul piano della produzione sia della domanda espressa dai mercati sia dell’occupazione. Il quadro di dettaglio relativo alle aspettative sulla produzione industriale mostra un saldo (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) ampiamente negativo (-47,6%), determinato da una netta preponderanza delle attese di riduzione nel breve periodo (61,1%), mentre la quota di imprese con ipotesi di crescita è ridotta ai minimi termini (13,1%) [grafico 6]. Le previsioni riguardo l’occupazione mostrano ancora una larga prevalenza di ipotesi di stabilità (75,7%), tuttavia si rileva una rapida crescita delle aspettative di riduzione nel prossimo trimestre (20,7% contro il 9,9%) e una frazione minima del campione stima un aumento (3,6%), tali quote determinano quindi un saldo ampiamente negativo (-17%). 40
GRAFICO 6 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Milano (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
2014
2015
Produzione
2016
2017
2018
2019
20
Occupazione
Relativamente alla domanda attesa dai mercati, il deterioramento della fiducia trova conferma sia in relazione alle stime delle imprese sulla domanda interna sia nei confronti della domanda estera. Il saldo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) si colloca per entrambe in terreno negativo, in particolare è la domanda domestica a mostrare il saldo peggiore (-55,1%), determinato da un’ampia quota di imprese con attese di riduzione della domanda nel prossimo trimestre (65,1%), mentre i giudizi di aumento sono condivisi solo dal 10% del campione [grafico 7]. In relazione alla domanda estera, pur osservandosi un saldo complessivamente negativo (-31,2%), esso risulta temperato da una quota di imprese con previsioni di diminuzione relativamente più limitata (46,2%) e da una frazione più alta di aziende con stime di aumento (15%). GRAFICO 7 Aspettative su domanda interna ed estera in provincia di Milano (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
Domanda interna
2014
2015
2016
2017
Domanda estera
2018
2019
20
La comparazione tra piano qualitativo, attraverso l’indicatore sintetico delle aspettative, che riunisce tutte le componenti delle stime espresse dalle imprese (produzione, domanda e occupazione) e piano quantitativo, mediante l’indicatore afferente al ciclo di breve termine della produzione industriale, converge verso un’evoluzione rapida in direzione di un quadrante negativo dell’attività industriale, che rischia di autoalimentarsi attraverso un circolo vizioso tra risultati a consuntivo e attese negative [grafico 8]. 8
4
6
3
4
2
2 0
1
-2 0
-4 -6
-1
-8
-2
-10 -12
-3 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
2014
2015
Indicatore sintetico aspettative industria
2016
2017
2018 Ciclo
2019
20
GRAFICO 8 Indice sintetico delle aspettative (scala sinistra) e ciclo della produzione (scala destra) in provincia di Milano (anni 2010-2020) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
CI/MONZA BRIANZA La dinamica dell’industria brianzola e le previsioni per il secondo trimestre 2020
Nel primo trimestre del 2020 la produzione industriale brianzola risente pesantemente della crisi seguita all’emergenza sanitaria da Covid-19 e al conseguente lockdown, in misura analoga a quanto avviene nel resto della Lombardia; in Brianza tuttavia tale situazione eccezionale si va ad aggiungere a un 2019 che si era chiuso con una performance negativa. L’eccezionalità della situazione emerge anche dal picco di imprese che ha fatto ricorso alla CIG. Le aspettative per il prossimo trimestre riflettono la crisi in corso, in modo particolare l’incertezza sulla sua durata, presentando un quadro di generale peggioramento. A livello tendenziale la produzione industriale registra un calo del 12%, una flessione che, vista nel medio periodo, risulta peggiore di quella registrata nel 2012, ma che resta comunque inferiore rispetto alla fase più acuta della crisi del 2009. Il dato congiunturale destagionalizzato è del -11,6%, che porta il numero indice della produzione a quota 94,6, trascinando i volumi produttivi indietro di circa un decennio [grafico 9]. Indice
Var. % 15
115 110
10
105 5 100 0 95 -5
GRAFICO 9 Produzione industriale della provincia di Monza Brianza (anni 2010-2020, indice base 2010=100 e variazioni tendenziali trimestrali grezze) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
90 -10
85
-15
80 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
2014
Var. % tendenziali
2015
2016
2017
2018
2019
20
Indice destag. produzione industriale
La performance dell’industria brianzola risulta complessivamente in linea don quella lombarda, tranne che per gli ordinativi. La dinamica congiunturale della produzione industriale è di circa un punto percentuale e mezzo peggiore di quella lombarda (-11,6% contro -10%) [grafico 10]. Nel caso della Brianza, come accennato, si tratta di una crisi che si inserisce in una dinamica che era già negativa nel 2019. La dinamica del fatturato è quasi del tutto identica a quella della produzione. In Brianza il fatturato dell’industria manifatturiera è calato su base congiunturale dell’11,9%, in Lombardia la perdita è stata inferiore (-9,8%). La quota rappresentata dai mercati esteri sul fatturato sale al 39,7%, in avvicinamento al dato regionale che è del 40,3%. Risulta decisamente più contenuta invece la flessione degli ordini acquisiti dalle imprese brianzole nel trimestre. Gli ordini esteri si sono ridotti su base congiunturale del 3,4%, mentre il portafoglio proveniente dall’Italia registra un calo di minore entità (-2%). In Lombardia si osserva invece un calo più accentuato, che coinvolge maggiormente le commesse di provenienza nazionale (-9,5% contro il -5,5% estero). GRAFICO 10 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Monza Brianza e in Lombardia (I trimestre 2020, variazioni percentuali congiunturali destagionalizzate) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-11,6
Produzione industriale
-10,0 -11,9
Fatturato totale
-9,8 -3,4
Ordini esteri
-5,5 -2,0
Ordini interni
-9,5 -14
-12
-10 Monza-Brianza
-8
-6
-4 Lombardia
-2
0
L’intensità della contrazione degli indicatori tendenziali è paragonabile per entità a quella degli indicatori congiunturali, tanto in provincia quanto in regione. Come per gli indicatori congiunturali, alla forte riduzione di produzione e fatturato si accompagna un calo meno accentuato degli ordinativi pervenuti. La dinamica della produzione per contro è la più critica: in Brianza si osserva su base annua un -12%, in Lombardia -10,1% [grafico 11]. La dinamica tendenziale di ordini e fatturato in provincia mette in evidenza una cospicua riduzione soprattutto della componente estera. Il fatturato delle imprese manifatturiere brianzole registra nel complesso una variazione del -11,6%. La parte di vendite realizzate all’estero, evidentemente più sensibile alle conseguenze del lockdown, ha subìto un importante -15,2%, mentre il fatturato interno è calato del 9,3%. A livello regionale la flessione della componente interna è quasi identica (-9,4%), mentre si è registrata una tenuta relativamente migliore per il fatturato realizzato all’estero (-6,4%). Il portafoglio ordini si è ridotto complessivamente su base annua del 6,6%. Gli ordinativi provenienti dall’estero hanno registrato la contrazione maggiore, pari al -7,5%, mentre quelli provenienti dall’Italia fanno segnare un -6%. A livello di media regionale, al contrario, si osserva una dinamica complessiva quasi identica a quella brianzola (-6,8%), risultato di una più forte riduzione della domanda interna (-8,7%) rispetto a quella estera (-4%). GRAFICO 11 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Monza Brianza e in Lombardia (I trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-12,0
Produzione industriale
-10,1 -11,6
Fatturato totale
-8,2 -15,2
Fatturato estero
-6,4 -9,3 -9,4
Fatturato interno
-6,6 -6,8 -7,5
Ordini totali Ordini esteri
-4,0
Ordini interni
-6,0
-8,7 -18
-16
-14
-12
Monza-Brianza
-10
-8
-6
-4
-2
0
Lombardia
Passando all’analisi degli indicatori afferenti al mercato del lavoro, gli effetti del lockdown dell’economia sono particolarmente evidenti se si pone a confronto il primo trimestre del 2020 con il passato recente, specie per quanto riguarda l’utilizzo della Cassa integrazione. Rispetto al 6,8% di tre mesi fa, la maggioranza delle imprese manifatturiere brianzole ha dichiarato di avere fatto ricorso alla Cassa integrazione (56,8%), nonostante la quota di ore di CIG utilizzate sul monte ore trimestrale sia piuttosto contenuta (2,4%) [grafico 12]. Negativo il saldo tra entrate e uscite dal mercato del lavoro nel trimestre. In cifre, il dato è del -0,5%, frutto della differenza tra un tasso di ingresso nel mercato del lavoro pari all’1,3% e un tasso di uscita attestato all’1,8%; il saldo peggiora rispetto allo stesso trimestre del 2019, facendo registrare contestualmente un calo delle entrate e un incremento delle uscite.
% CIG su monte ore trimestrale
Saldo % tra ingressi e uscite di addetti
% casi ricorso a CIG
60
6,0
50
4,0
40
2,0
30
0,0
20
-2,0
10
-4,0
GRAFICO 12 CIG utilizzata (scala sinistra), percentuale sul monte ore e saldi tra ingressi e uscite di addetti (scala destra) in provincia di Monza Brianza (anni 2010-2020, valori percentuali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-6,0
0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
Le aspettative degli imprenditori brianzoli per il prossimo trimestre riflettono tanto la criticità del momento quanto le incertezze sulle prospettive di ripresa, legate sia a fattori sanitari sia di politica economica. Nell’immediato, il clima di fiducia subisce un forte peggioramento, con una netta prevalenza di opinioni negative per tutte le variabili rilevate [grafico 13]. Osservando in primo luogo le aspettative sulla produzione industriale, si segnala una cospicua quota del 60,6% del campione, che indica una probabile riduzione della produzione, a fronte di un 28,3% che prevede stabilità e solamente di un 11% che si aspetta un aumento, per un saldo tra aumento e diminuzione che risulta negativo, pari a -49,6 punti percentuali. Le previsioni riguardo l’andamento dell’occupazione mantengono invece una larghissima prevalenza di opinioni di stabilità (74,8%); tra i restanti tuttavia sono in crescita le aspettative di una riduzione (dal 14,5% del trimestre scorso al 21,4% attuale), mente si limitano al 3,8% le aspettative di crescita. 40
GRAFICO 13 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Monza Brianza (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013 Produzione
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
Occupazione
Concludendo l’analisi con l’osservazione delle aspettative sulla domanda, la crisi in corso porta un peggioramento delle prospettive che riguardano sia la domanda interna che estera, facendo peraltro sparire la differenza solitamente a favore di quest’ultima. Le aspettative di diminuzione sono condivise dal 58,3% degli operatori, per quanto riguarda la domanda interna, e dal 55,3% per quella estera. Poco più di un terzo prevede una stabilità della domanda (nel dettaglio il 35,4% per la componente nazionale e il 37,7% per quella estera). Le aspettative di incremento della domanda sono invece riportate solamente dal 7% degli operatori per l’estero e dal 6,3% per la domanda interna [grafico 14].
GRAFICO 14 Aspettative su domanda interna ed estera dell’industria manifatturiera di Monza Brianza (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
50 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
Domanda interna
2014
2015
2016
2017
Domanda estera
2018
2019
20
CI/LODI La dinamica dell’industria lodigiana e le previsioni per il secondo trimestre 2020
Lo stop forzato delle attività economiche nel primo trimestre 2020 in risposta alla pandemia ha comportato anche per l’industria lodigiana una pesante flessione dei volumi produttivi. Per quanto riguarda ordini e fatturato, il calo congiunturale è relativamente contenuto mentre è piuttosto importante su base annua. Le imprese riprendono a fare massicciamente ricorso alla CIG, mentre le aspettative per il futuro si spostano compattamente in terreno negativo. Il trend di crescita piuttosto costante degli ultimi anni subisce una battuta d’arresto: la produzione registra una variazione tendenziale del -5,4%, comunque più contenuta rispetto al calo lombardo (-10,1%). La dinamica congiunturale è più critica, si tratta di una contrazione pari al 9,1%, più vicina al dato regionale (-10%). Il numero indice della produzione si attesta a quota 114,7, su livelli simili pertanto a quelli raggiunti a inizio 2017 [grafico 15]. Indice
Var. % 15
130 125
10
120 115
5
110 0
105 100
-5
95 90
-10
85 80
-15 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
Var. % tendenziali
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
Indice destag. produzione industriale
Il confronto degli indicatori congiunturali dell’industria manifatturiera lodigiana con la dinamica riscontrata a livello regionale mette in evidenza performance piuttosto distinte. Mentre la dinamica della produzione è sostanzialmente sovrapponibile, si osserva una rilevante discrepanza per quanto riguarda ordini e fatturato, che in provincia risultano in calo, ma molto meno di quanto avviene in regione. Nonostante la decisa caduta della produzione (-9,1%), il fatturato registra un calo congiunturale contenuto in un -1,4% (dato destagionalizzato). In Lombardia invece la dinamica del fatturato è molto peggiore (-9,8%), più vicina a quella della produzione. La quota del fatturato estero sul fatturato totale del trimestre delle imprese manifatturiere lodigiane sale al 36,8%, rimanendo comunque al di sotto dalla media regionale del 40,3% [grafico 16]. La dinamica trimestrale degli ordini dell’industria lodigiana segue da vicino quella del fatturato e si caratterizza per variazioni che, pur essendo di segno negativo, risultano migliori del dato regionale. Gli ordini di provenienza nazionale registrano una variazione congiunturale del -2,7%, mentre la riduzione degli ordinativi esteri è più contenuta di circa mezzo punto (-2,1%). Anche a livello lombardo sono gli ordini interni a soffrire maggiormente, tuttavia si tratta di una dinamica molto peggiore rispetto a quella lodigiana (-9,5%).
GRAFICO 15 Produzione industriale della provincia di Lodi (anni 2010-2020, indice base 2010=100 e variazioni tendenziali trimestrali grezze) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
GRAFICO 16 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Lodi e in Lombardia (I trimestre 2020, variazioni percentuali congiunturali destagionalizzate) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-9,1
Produzione industriale
-10,0 -1,4
Fatturato totale
-9,8 -2,1
Ordini esteri
-5,5 -2,7
Ordini interni
-9,5 -12
-10
-8
-6
Lodi
-4
-2
0
Lombardia
La dinamica tendenziale degli ordini mette in evidenza una forte contrazione (-4,9%), più spiccata da parte della componente estera (-9,8), mentre gli ordini provenienti dall’Italia contengono le perdite a un -2,1% [grafico 17]. In regione il fenomeno è opposto, per cui a un -4% degli ordini esteri si contrappone un più pesante -8,7% di quelli interni. La dinamica tendenziale del fatturato dell’industria manifatturiera lodigiana si discosta poco da quella degli ordini. Nel complesso si registra una flessione su base annua del fatturato pari al 4,2%, una perdita più contenuta di quella regionale (-8,2%). La dinamica delle vendite realizzate all’estero segna un -7,1%, mentre il fatturato interno contiene la perdita in un -2,5%. A livello lombardo è invece la dinamica del fatturato interno quella più critica, dove si registra un’importante riduzione del 9,4% a fronte di un -6,4% della componente estera. -5,4
Produzione industriale
GRAFICO 17 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Lodi e in Lombardia (I trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-10,1 -4,2
Fatturato totale
-8,2 -7,1
Fatturato estero
-6,4 -2,5
Fatturato interno
-9,4 -4,9
Ordini totali
-6,8 -9,8
Ordini esteri
-4,0
Ordini interni
-2,1
-8,7 -12
-10
-8 Lodi
-6
-4
-2
0
Lombardia
Anche l’osservazione del mondo del lavoro mette in evidenza una forte discontinuità nel trimestre in corso, in particolare per quanto riguarda il ricorso alla Cassa integrazione. Nel trimestre in esame, il saldo tra entrate e uscite del mercato del lavoro è vicino allo zero (+0,1%), in peggioramento rispetto al +0,7% del primo trimestre del 2019 [grafico 18]. Rispetto a un anno fa si riduce sensibilmente il tasso di ingresso (da 2% a 1,7%) e aumenta in ugual misura quello di uscita (da 1,3% a 1,6%). Hanno fatto ricorso alla CIG il 60,9% delle imprese del campione, per un totale dell’8,5% del monte ore lavorate, percentuale che riflette direttamente l’entità del lockdown.
% CIG su monte ore trimestrale
Saldo % tra ingressi e uscite di addetti
% casi ricorso a CIG
70
10,0
65
8,0
60 55
6,0
50 4,0
45 40
2,0
35 0,0
30 25
GRAFICO 18 CIG utilizzata (scala sinistra), percentuale sul monte ore e saldi tra ingressi e uscite di addetti (scala destra) in provincia di Lodi (anni 2010-2020, valori percentuali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-2,0
20 -4,0
15 10
-6,0
5 0
-8,0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
Le aspettative degli imprenditori lodigiani per il prossimo trimestre risentono – com’è ovvio – tanto della crisi quanto dell’incertezza sulla sua durata, portando a un peggioramento del clima di fiducia per quanto riguarda tutti gli indicatori rilevati: dalla produzione, all’occupazione, alla domanda. Si osserva tuttavia un clima di fiducia meno negativo di quello regionale (-30,4 contro -51,6 per esempio il saldo delle aspettative sulla produzione). Poco più della metà (54,3%) degli operatori si aspetta una produzione industriale in calo nel prossimo trimestre, mentre i restanti si dividono quasi a metà tra aspettative di aumento (23,9%) e di stabilità (21,7%), per un saldo tra aspettative di aumento e diminuzione che passa dal +12,2 di fine 2019 al -30,4 attuale. Le aspettative sull’occupazione vedono come di consueto una larga prevalenza di previsioni di stabilità (67,4% degli operatori); si segnala tuttavia una quota crescente di aspettative di diminuzione, pari al 26,1% (erano il 7,3% tre mesi fa) [grafico 19]. 40
GRAFICO 19 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Lodi (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013 Produzione
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
Occupazione
Con riferimento invece alle aspettative sulla domanda per il prossimo trimestre, si registrano giudizi negativi sia per quella estera sia per quella interna, con una differenza a favore della componente estera. Le aspettative di riduzione sono condivise dal 54,3% degli operatori per la domanda interna mentre si scende al 45% per quella estera; per contro i giudizi di aumento sono pari al 21,7% e al 30% rispettivamente. Il saldo tra giudizi di crescita e di riduzione risulta dunque di -32,6 punti percentuali per la domanda interna e di -15 punti per la domanda estera [grafico 20].
80
GRAFICO 20 Aspettative su domanda interna ed estera dell’industria manifatturiera di Lodi (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
60 40 20 0 -20 -40 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I 2010
2011
2012
2013
Domanda interna
2014
2015
2016
2017
Domanda estera
2018
2019
20
NOTA METODOLOGICA Con il primo trimestre 2011, in occasione del passaggio alla nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2007, sono state introdotte delle innovazioni metodologiche che hanno richiesto la revisione retrospettiva delle serie storiche già prodotte. Tale revisione dei dati si aggiunge alla consueta rettifica trimestrale dipendente dal processo di destagionalizzazione che, utilizzando l’aggiunta della nuova osservazione trimestrale, consente di migliorare la stima del modello di destagionalizzazione e di correzione delle serie storiche, determinando una possibile variazione dei dati già pubblicati. Per tale motivazione, i dati storici riportati nella nota trimestrale possono presentare uno scostamento maggiore del solito rispetto a quanto pubblicato nelle analisi trimestrali precedenti anche in considerazione del cambio dell’anno base dell’indice della produzione industriale passato dall’anno 2005 all’anno 2010.
GLOSSARIO Variazione tendenziale variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Variazione congiunturale variazione rispetto al periodo precedente
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