CONGIUNTURA INDUSTRIA II trimestre 2020
Studi, Statistica e Programmazione Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi ufficiostudi@mi.camcom.it
Il lockdown derivante dalla crisi sanitaria da Covid-19 ha continuato a dispiegare i suoi effetti anche nel secondo trimestre 2020. I segnali congiunturali dell’area vasta indicano infatti un crollo complessivo che investe tutte le dimensioni dell’attività, sia in relazione alla produzione sia nei confronti del fatturato e delle commesse acquisite, con intensità diverse tra i territori ma convergenti nei trend osservati. Nonostante tale quadro generale ampiamente negativo, le prospettive riferite al prossimo trimestre convergono verso un primo segnale di recupero.
CI/N 02
IN SINTESI Il lockdown derivante dalla crisi sanitaria da Covid-19 ha continuato a dispiegare i suoi effetti anche nel secondo trimestre 2020, sia a livello nazionale che nei sistemi locali dell’economia; pertanto, anche la Lombardia e l’area vasta di Milano, Monza Brianza e Lodi hanno subìto in misura massiccia gli effetti della chiusura forzata delle attività produttive, che si è palesata attraverso una significativa flessione dell’attività industriale. I segnali congiunturali dell’area vasta indicano infatti un crollo complessivo che investe tutte le dimensioni dell’attività, sia in relazione alla produzione sia nei confronti del fatturato e delle commesse acquisite, con intensità diverse tra i territori ma convergenti nei trend osservati. Nonostante tale quadro generale ampiamente negativo, le prospettive riferite al prossimo trimestre convergono verso un primo segnale di recupero. La fase peggiore potrebbe pertanto essere stata superata, ma occorrono segnali ulteriori di consolidamento che potranno concretizzarsi solo nella seconda parte del 2020. Passando alla disamina dei territori, il quadro di dettaglio degli indicatori congiunturali dell’area metropolitana milanese registra, rispetto al precedente trimestre, una flessione significativa della produzione industriale (-14% destagionalizzato), che si palesa in misura più ampia rispetto alla dinamica recessiva rilevata in Lombardia (-12,7% destagionalizzato). La convergenza territoriale si registra invece nei confronti del fatturato, con contrazioni di intensità similare tra area milanese (-11,6% destagionalizzato) e regione (-11,8% destagionalizzato). Relativamente all’area di Monza Brianza, la flessione produttiva registrata nel trimestre evidenzia una dinamica congiunturale della produzione ancora in fase negativa (-5,7% destagionalizzato), ma con un’intensità di scala più contenuta rispetto alla regione. Tale andamento si replica anche in relazione al fatturato, che decresce (-9,8% destagionalizzato) ma in misura più contenuta rispetto al territorio della Lombardia (-11,8% destagionalizzato). Passando alla dinamica tendenziale, la dinamica manifatturiera del Lodigiano riflette la situazione di difficoltà generale, ma con un’intensità di scala relativamente più limitata. Sul piano della produzione industriale, infatti, pur essendosi registrata una rilevante contrazione (-7%), i mercati esteri hanno svolto un ruolo di primo piano nel contenere la flessione produttiva, mostrando una tenuta del fatturato (+0,5%) e una limitata contrazione degli ordini (-3%). Per converso, il mercato interno continua a dimostrarsi debole, palesando una flessione del fatturato (-9,2%) e una contrazione più profonda per le commesse acquisite nel mercato interno (-11,4%).
IL QUADRO GENERALE La doppia crisi sanitaria ed economica, provocata dal Covid-19, è ulteriormente peggiorata. La pandemia ha depresso l’attività economica più di quanto previsto originariamente: ma se in Europa e in Cina la diffusione del virus viene circoscritta in determinati ambiti sociali e territoriali, negli Stati Uniti, in India e in Sud America la situazione sanitaria è ancora in via di peggioramento, con inevitabili riflessi sulla ripresa economica e sulla sua tempistica. L’aggiornamento di giugno del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso la crescita globale di 1,9 punti percentuali per quest’anno, stimando una contrazione del 4,9% nel 2020, con un rimbalzo più debole nel 2021 al 5,4%, significativamente al di sotto della tendenza stimata nel periodo pre-crisi [tabella 1]. La crescita dovrebbe essere frenata nelle economie dipendenti dal turismo, esportatrici di petrolio e nei Paesi con preesistenti vulnerabilità del settore fiscale e finanziario, con contrazioni a doppia cifra in Francia (-12,5%), Italia (-12,8%), Spagna (-12,8%) e Regno Unito (-10,2%).
La profonda flessione della domanda e dei consumi, soprattutto nel settore dei servizi, ha abbassato ulteriormente l’inflazione nonostante i tentativi di compensazione da parte delle banche centrali attraverso l’iniezione di ingenti mezzi finanziari. A loro volta, domanda debole e ribassi nei prezzi delle materie prime hanno pesato sull’inflazione, nonostante i deprezzamenti dei cambi. Il declino dell’attività economica ha provocato un forte calo della domanda di lavoro, con la conseguente distruzione di milioni di posti di lavoro. Su tale tematica, data l’incertezza sull’evoluzione della pandemia, l’OCSE ha elaborato due scenari: uno in cui l’epidemia di virus continua a retrocedere e rimane sotto controllo, e il secondo in cui si verifica una nuova ondata pandemica nel 2020. Nello scenario più ottimistico, l’occupazione in tutta l’OCSE dovrebbe diminuire del 4,9% nel quarto trimestre 2020 e rimanere sostanzialmente al di sotto dei livelli pre-pandemici per l’intero 2021, mentre il tasso di disoccupazione a livello OCSE dovrebbe essere del 9,4% nel quarto trimestre 2020, superando i picchi dalla Grande Depressione, per poi scendere solo al 7,7% nel 2021. Nel caso di una seconda ondata del virus e di nuove chiusure di imprese, la crisi sarebbe peggiore e più prolungata, innalzando il tasso di disoccupazione al 12,6%, con una flessione media dell’occupazione dell’8,4%. AREA GEOECONOMICA Mondo Economie avanzate Stati Uniti Eurozona Giappone Economie emergenti Cina India Russia Brasile
2019
2020
2021
2,9 1,7 2,3 1,2 0,7 3,7 6,1 4,2 1,3 1,1
–4,9 –8,0 –8,0 –10,2 –5,8 –3,0 1,0 –4,5 –6,6 –9,1
5,4 4,8 4,5 6,0 2,4 5,9 8,2 6,0 4,1 3,6
Per l’Italia, le ultime proiezioni per il biennio 2020-2021 realizzate nei mesi di giugno e luglio dai principali previsori internazionali e nazionali, delineano un quadro di recessione più circostanziato rispetto alle precedenti stime, pur essendo ancora caratterizzate da un alto livello di incertezza legato agli sviluppi della situazione epidemiologica nella seconda parte dell’anno. In tale contesto devono essere infatti letti i doppi scenari di previsione formulati dall’OCSE e dalla Banca d’Italia nell’ambito delle previsioni macroeconomiche per l’Eurosistema. Il dettaglio per il 2020, se escludiamo la stima del Fondo Monetario Internazionale formulata a inizio giugno, rivela un crollo del PIL compreso tra -8,3% e -11,3% [tabella 2]. Vi è inoltre da osservare una frammentazione significativa, a testimonianza dell’incertezza, tra gli scenari ipotizzati dai previsori nazionali Istat, Banca d’Italia e Prometeia (che cronologicamente è l’ultima prodotta e riferita al mese di luglio), con un intervallo di progressione di un punto percentuale. A tali stime si aggiunge quella formulata dalla Commissione Europea, che in questo ambito è la più pessimista. Analogamente, anche il recupero atteso per il 2021 soffre di un’ampia variazione delle stime (da +4,6% a +7,7%), dove Istat e Banca d’Italia sono convergenti verso un saggio di crescita più orientato verso il punto più basso dell’intervallo, mentre Prometeia è sostanzialmente allineata alle stime europee, con un incremento di sei punti percentuali. Secondo le stime di Bankitalia, effettuate nell’ambito delle previsioni dell’Eurosistema, le ripercussioni negative della pandemia a livello globale sarebbero persistenti sugli scambi internazionali e i flussi turistici e frenerebbero quindi la domanda aggregata nazionale nell’orizzonte previsivo 2020-2021. Il dettaglio della stima per il 2020 mostra una contrazione rilevante dei consumi delle famiglie (-9,9%) e una flessione più profonda degli investimenti delle imprese (-18%), in particolare nei beni strumentali (-19,2%), e delle esportazioni (-16,2%).
TABELLA 1 Previsioni del PIL per area geoeconomica (anni 2019-2021, variazioni percentuali) Fonte: fmi, World Economic Outlook, giugno 2020
L’inversione della tendenza si paleserebbe solo dal 2021: la ripresa del PIL, sempre secondo Bankitalia, si concretizzerebbe con un aumento limitato dei consumi delle famiglie (+4,8%), degli investimenti (+7,3%) e dei beni per la produzione in particolare (+9,5%), come anche dell’export (+7,6%). Se guardiamo invece all’orizzonte previsivo relativo all’occupazione, si osserva una progressione del tasso di disoccupazione a partire dal 2020 (10,9%), che culminerebbe in una crescita ulteriore nel corso dell’anno successivo (12,2%), di pari passo con la flessione dell’occupazione di circa il 12% in termini di ore lavorate nel 2020, per poi recuperare circa i tre quarti della flessione nel biennio successivo. ORGANISMO
2020
2021
Prometeia (luglio 2020) Commissione Europea (luglio 2020) Banca d’Italia (giugno 2020) Istat (giugno 2020) OCSE (giugno 2020)* Fondo Monetario Internazionale (giugno 2020)
-10,1 -11,2 -9,5 -8,3 -11,3 -12,8
5,9 6,1 4,8 4,6 7,7 6,3
*Scenario base che non prevede una seconda ondata pandemica
TABELLA 2 Previsioni del PIL italiano a confronto (2020-2021, variazioni percentuali)
CI/MILANO La dinamica dell’industria milanese e le previsioni per il terzo trimestre 2020
Il secondo trimestre 2020 registra una nuova pesante flessione della dinamica produttiva, riflettendo in misura più massiccia gli effetti del lockdown sull’attività manifatturiera che in questo trimestre potrebbe aver raggiunto il punto di minimo, considerando il recupero delle aspettative per il terzo trimestre 2020. Nonostante il logoramento dell’attività manifatturiera, il quadro generale delle aspettative per il terzo trimestre 2020 evidenzia quindi un primo segnale di inversione della tendenza negativa, sia per la produzione sia per la domanda proveniente dai mercati che per l’occupazione, pur rimanendo ancora un saldo complessivo negativo. In chiave congiunturale, il valore assunto dall’indice retrocede nel secondo trimestre 2020 a 85,2 (99,1 nel primo trimestre 2020) [grafico 1]. La poderosa battuta d’arresto della produzione, se analizzata in serie storica, evidenzia che il crollo produttivo rilevato nel trimestre non trova corrispondenza neanche durante la grande crisi finanziaria sia sotto il profilo congiunturale che tendenziale. Nel trimestre, la flessione si è associata a una diminuzione più rilevante del mercato estero se consideriamo il portafoglio ordini, diretta espressione dei mercati di riferimento. Gli effetti si sono inoltre manifestati anche in relazione al fatturato, con ingenti perdite per il settore manifatturiero. Indice
Var. % 15
115
10
110
5
105
0 100 -5 95 -10 90
-15
85
-20 -25
80 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
Var. % tendenziali
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
Indice destag. produzione industriale
Rispetto al secondo trimestre 2020, il quadro di dettaglio degli indicatori congiunturali registra nell’area milanese un crollo della produzione industriale (-14% destagionalizzato) largamente superiore alla dinamica recessiva rilevata in Lombardia (-12,7%) [grafico 2]. Il confronto tra provincia di Milano e Lombardia rivela, inoltre, una convergenza in relazione al fatturato: il dettaglio per area territoriale evidenzia infatti una rilevante flessione per l’area milanese (-11,6% destagionalizzato), che si inserisce nel trend regionale (-11,8% destagionalizzato). Tale convergenza territoriale non si replica invece in relazione al portafoglio ordini, dove si osserva una diminuzione più ampia delle commesse acquisite per la manifattura dell’area milanese rispetto a quanto registrato nel territorio della Lombardia. In particolare, nei confronti del mercato estero, si osserva in ambito metropolitano un deciso arretramento (-19,4% destagionalizzato) che sovrasta per intensità quanto registrato nel territorio della regione (-16,7% destagionalizzato). Il disallineamento tra area metropolitana e Lombardia persiste anche nei confronti degli ordini acquisiti nel mercato domestico dalla manifattura milanese (15,1% destagionalizzato), pur evidenziando nei confronti della regione un differenziale più contenuto (-14,5% destagionalizzato).
GRAFICO 1 Produzione industriale della provincia di Milano (anni 2010-2020, indice base 2010=100 e variazioni tendenziali trimestrali corrette per i giorni lavorativi) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
GRAFICO 2 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Milano e in Lombardia (II trimestre 2020, variazioni percentuali congiunturali destagionalizzate) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-14,0
Produzione industriale
-12,7 -11,6
Fatturato totale
-11,8 -19,4
Ordini esteri
-16,7 -15,1
Ordini interni
-14,5 -22
-20
-18
-16
-14
-12
-10
Milano
-8
-6
-4
-2
0
Lombardia
In relazione alla dinamica tendenziale, l’andamento complessivo dell’attività manifatturiera milanese evidenzia un trend negativo che è superiore per intensità a quanto rilevato in ambito congiunturale. Il confronto tra area metropolitana e regione, definisce una dinamica pesantemente negativa in entrambe le aree, con una scala di intensità più profonda per la Lombardia rispetto all’area milanese sul piano del fatturato e del portafoglio ordini. Rispetto allo scorso anno, gli indicatori del secondo trimestre 2020 registrano per la manifattura milanese una flessione tendenziale della produzione industriale identica per intensità a quanto rilevato in Lombardia (-20,7% per entrambe) [grafico 3]. In relazione alla dinamica del fatturato, la flessione registrata dall’area milanese è ascrivibile in larga misura al crollo del mercato interno (-19,2%), che per intensità è inferiore alle perdite subite dal settore nel territorio regionale (-20,9%). Il confronto tra area milanese e Lombardia evidenzia, inoltre, un ulteriore differenziale di performance tra i due territori in relazione al fatturato realizzato nei mercati esteri: la flessione subita dalla manifattura regionale (-17,6%) è infatti più ampia rispetto a quanto registrato dall’industria milanese (-16,6%). Gli apporti dei due mercati palesano pertanto per la Lombardia un andamento complessivamente peggiore del fatturato (-19,6%) rispetto al dato complessivo di Milano (-18,2%). I differenziali di performance tra area milanese e Lombardia emergono in misura più netta se analizziamo le commesse acquisite dai mercati attraverso gli ordini: il dettaglio degli indicatori registra per l’industria milanese una flessione delle commesse (-18,8%) trainata dalla componente estera (-20,6%), che per intensità supera quanto rilevato nel mercato domestico (-17,8%). Tale trend non si replica invece se consideriamo l’industria manifatturiera della Lombardia: nel territorio regionale si osserva infatti una flessione molto più intensa degli ordini interni (-22,2%) che, oltre a essere più ampia rispetto alle commesse estere (-19,8%), è più profonda rispetto alla caduta rilevata per gli ordini domestici della manifattura metropolitana. -20,7 -20,7
Produzione industriale
-18,2 -19,6
Fatturato totale
-16,6 -17,6
Fatturato estero -19,2
Fatturato interno
-20,9 -18,8 -21,2 -20,6 -19,8
Ordini totali Ordini esteri Ordini interni
GRAFICO 3 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Milano e in Lombardia (II trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-17,8
-22,2 -24
-22
-20
-18
-16
Milano
-14
-12
-10
-8
Lombardia
-6
-4
-2
0
Il confronto tra le dinamiche degli indici della produzione industriale espressi dall’Eurozona rispetto alla Lombardia e all’area metropolitana di Milano registra un crollo diffuso delle dinamiche produttive in tutti i territori osservati. L’intensità della caduta dei volumi produttivi si è manifestata attraverso un intenso deterioramento del valore dell’indice in tutti i sistemi manifatturieri [grafico 4]. L’analisi puntuale dei trend registrati evidenzia tuttavia una debolezza più accentuata dell’Eurozona: le stime contenute nell’Eurozone Economic Outlook di luglio mostrano una caduta del 18% della produzione rispetto al precedente trimestre nell’area della moneta comune, e del 22,3% nei confronti del secondo trimestre dell’anno precedente. Le dinamiche tendenziali palesano infatti in Lombardia e nell’area metropolitana una contrazione relativamente più contenuta della produzione (-20,7%). La crisi innestata dalla pandemia inizia pertanto a riflettersi in misura più ampia sull’industria europea rispetto ai territori della Lombardia e di Milano, palesando una convergenza sostanziale tra le dinamiche territoriali sia locali che sovra-nazionali. 120
GRAFICO 4 Indice della produzione industriale manifatturiera in provincia di Milano, Lombardia ed Eurozona (anni 2010-2020, indice base 2010=100) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
110
100
90
80 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
Euro Zona
2015
2016
2017
Lombardia
2018
2019
20
Milano
I riflessi del lockdown dell’industria sul mercato del lavoro registrano nel secondo trimestre 2020 un ulteriore ampliamento rispetto al precedente trimestre in relazione all’utilizzo della Cassa integrazione guadagni (CIG). Il quadro complessivo registra per la CIG una crescita di venti punti percentuali della quota delle imprese utilizzatrici (66% contro 46% del secondo trimestre), a testimonianza del drammatico momento vissuto dalla manifattura milanese [grafico 5]. L’espansione della platea delle imprese utilizzatrici si è riflessa in un ulteriore aumento dell’incidenza oraria della Cassa integrazione in rapporto al monte ore trimestrale di lavoro effettivo (10,3% contro 3,6% del primo trimestre 2020); in chiave storica, è il peggior risultato dal 2008, anno della grande crisi. È negativo, inoltre, il saldo tra entrate e uscite dal mercato del lavoro nel trimestre (-0,3%), essendo determinato da un aumento del tasso di uscita (1,05%) rispetto a quello di entrata (0,74%). % CIG su monte ore trimestrale
Saldo % tra ingressi e uscite di addetti
% casi ricorso CIG
70 10,0 60 8,0 50 6,0
40
4,0
30 20
2,0
10
0,0
0
-2,0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
GRAFICO 5 CIG utilizzata (scala sinistra), percentuale sul monte ore e saldi tra ingressi e uscite di addetti (scala destra) in provincia di Milano (anni 2010-2020, valori assoluti in ore) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Il quadro previsivo tracciato dalle imprese manifatturiere milanesi per il terzo trimestre 2020 è ancora condizionato dagli effetti di trascinamento del lockdown sulle prospettive della produzione, dell’occupazione e di ripresa dei mercati, sia esteri che interni, in un contesto globale che soffre ancora per un’emergenza sanitaria non risolta nelle aree extra-europee e per nuovi focolai pandemici in Europa. Complessivamente le prospettive tracciate dalle imprese si mantengono in un quadrante negativo, sia sotto il profilo della produzione sia in relazione all’occupazione e alla domanda espressa dai mercati. Tuttavia, il clima di fiducia misurato dalle aspettative ha manifestato nella rilevazione del secondo trimestre un primo accenno di inversione della tendenza negativa. Il quadro di dettaglio relativo alle aspettative sulla produzione industriale mostra un saldo (differenza tra ipotesi di aumento e di diminuzione) ancora negativo (-14,8%), ma in miglioramento rispetto al precedente trimestre (-46,8%) [grafico 6]. La quota di imprese con prospettive di riduzione della produzione nel breve termine si è ridotta di oltre venti punti percentuali (37,8% contro 61,1%), mentre la frazione con ipotesi di crescita si è rafforzata di dieci punti (23% contro 13,1%del secondo trimestre); in tale contesto, sono le imprese di maggiori dimensioni a puntare sulla ripresa e sul ritorno verso la normalizzazione dell’attività manifatturiera. Le previsioni riguardo l’occupazione rafforzano la tendenza delle imprese a indicare come probabile una situazione di stabilità, sentiment condiviso dall’81,5% del campione (75,7% nel secondo trimestre 2020), mentre per la restante quota si osserva un lieve aumento delle aspettative di aumento nel prossimo trimestre (4,2% contro 3,6%) e una riduzione delle stime di decrescita (14,3%), determinando quindi un saldo ancora negativo, ma inferiore a quanto registrato nel corso della precedente rilevazione (-10,1% contro -17%). 40
GRAFICO 6 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Milano (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
Produzione
2015
2016
2017
2018
2019
20
Occupazione
Il recupero delle aspettative si è manifestato anche in relazione alla domanda espressa dai mercati, sia nei confronti della domanda estera sia in relazione al mercato domestico. Il saldo delle risposte (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) evidenzia per entrambe un percorso di netta ripresa dopo la flessione di ampia portata palesatasi nella rilevazione del trimestre precedente. In particolare, è la domanda domestica a mostrare il recupero maggiore. La quota di imprese che stimano una riduzione della domanda nel prossimo trimestre è significativamente diminuita (41,8% contro 65,1% del secondo trimestre), mentre i giudizi di aumento sono condivisi dal 16,8% del campione (10% nei tre mesi precedenti). Il saldo finale delle risposte che ne deriva (differenza tra ipotesi di aumento e diminuzione) recupera pertanto oltre trenta punti rispetto al secondo trimestre 2020 (-24,7% contro -55,1%) [grafico 7]. In relazione alla domanda estera, pur osservandosi un saldo complessivamente negativo (-9,3%), esso risulta determinato da una quota di imprese con previsioni in diminuzione più limitata (-32,2% contro -46,2%) e da una frazione più alta di aziende con stime di aumento (23% contro 15%).
GRAFICO 7 Aspettative su domanda interna ed estera in provincia di Milano (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Domanda interna
2017
2018
2019
20
Domanda estera
Il confronto tra piano qualitativo complessivo, espresso dall’indicatore sintetico delle aspettative (che riunisce tutte le componenti delle stime espresse dalle imprese: produzione, domanda e occupazione), e piano quantitativo (definito mediante l’indicatore afferente al ciclo di breve termine della produzione industriale), converge verso una decelerazione del trend negativo dell’attività industriale. In particolare, l’indicatore sintetico delle aspettative ha più che dimezzato il suo ritmo di decrescita, e anche in relazione al ciclo produttivo si osserva una riduzione della tendenza decelerativa [grafico 8]. 8
4
6
3
4
2
2 0
1
-2 0
-4 -6
-1
-8
-2
-10 -12
-3 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
2015
Indicatore sintetico aspettative industria
2016
2017
2018 Ciclo
2019
20
GRAFICO 8 Indice sintetico delle aspettative (scala sinistra) e ciclo della produzione (scala destra) in provincia di Milano (anni 2010-2020) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
CI/MONZA BRIANZA La dinamica dell’industria brianzola e le previsioni per il terzo trimestre 2020
Il secondo trimestre del 2020 è iniziato in pieno lockdown, mentre dal mese di maggio ha visto una graduale ripresa delle attività economiche. Per l’industria brianzola questo ha significato un’ulteriore riduzione dei volumi produttivi, seppure inferiore a quella lombarda. A livello tendenziale la produzione industriale registra un calo del 16,7%, più pesante dunque di quello dei primi tre mesi dell’anno; dal grafico emerge peraltro come già nel 2019, prima quindi della crisi attuale, si fossero registrati tre trimestri consecutivi con variazioni tendenziali negative. Il numero indice della produzione scende a quota 89,2 vicino al punto più basso della crisi del 2009 [grafico 9]. Indice
Var. % 15
115
10
110
5
105
0
100
-5
95
-10
90
-15
85
-20
GRAFICO 9 Produzione industriale della provincia di Monza Brianza (anni 2010-2020, indice base 2010=100 e variazioni tendenziali trimestrali grezze) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
80 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
2015
Var. % tendenziali
2016
2017
2018
2019
20
Indice destag. produzione industriale
La dinamica congiunturale della produzione industriale brianzola è negativa, ma come accennato si tratta di una flessione del 5,7% (dato destagionalizzato), che risulta più contenuta del -12,7% regionale [grafico 10]. Il fatturato subisce un calo di entità più importante: si tratta infatti di un -9,8%, meno pesante comunque del -11,8% lombardo. La quota dei mercati esteri sul fatturato dell’industria manifatturiera brianzola non sembra condizionata dalla pandemia, sfiora infatti il 40%, in linea - se non superiore - con la media dei trimestri precedenti. La dinamica degli ordini acquisiti nel trimestre conferma l’importanza dei mercati esteri in questa fase delicata: la flessione congiunturale degli ordini esteri è infatti del 5,1%, contro un ben più pesante -16,1% del portafoglio ordini nazionale. A livello regionale peraltro si osserva una dinamica del tutto diversa, dal momento che gli ordinativi di provenienza estera si sono ridotti maggiormente rispetto a quelli provenienti dall’Italia (-16,7% e -14,5% rispettivamente).
-12,7 -9,8
Fatturato totale
Ordini esteri
GRAFICO 10 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Monza Brianza e in Lombardia (II trimestre 2020, variazioni percentuali congiunturali destagionalizzate) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-5,7
Produzione industriale
-11,8 -5,1 -16,7 -16,1
Ordini interni
-14,5 -18
-16
-14
-12
Monza-Brianza
-10
-8
-6
-4
-2
0
Lombardia
L’osservazione del dato tendenziale mette pienamente in evidenza l’intensità della crisi in corso. La dinamica del secondo trimestre del 2020 denuncia perdite su base annua peggiori di quelle che hanno caratterizzato il primo trimestre coinvolto dalla
pandemia, fenomeno che riguarda tanto la Brianza quanto il resto della Lombardia. In primo luogo, la produzione industriale brianzola segna -16,7%, un dato migliore di alcuni punti percentuali rispetto alla Lombardia (-20,7%) [grafico 11]. La dinamica del fatturato risulta invece più critica in Brianza (-20,4%) di quanto non avvenga in regione nel complesso (-19,6%). La consueta distinzione tra il fatturato realizzato in Italia e all’estero non fornisce una chiave di lettura netta, dal momento che i due indicatori si discostano di molto poco (-20% il fatturato interno e -20,8% quello estero). In regione, per contro, si registra una relativa tenuta delle vendite all’estero (-17,6%). Gli ordini acquisiti nel trimestre sono diminuiti rispetto al 2019 del 17,9%. Gli ordini pervenuti dall’estero alle imprese brianzole hanno registrato un calo relativamente più contenuto (-16,1%) degli ordini provenienti dall’Italia (-19,2%). In Lombardia si osserva la stessa differenza a favore della domanda estera, ma registrando variazioni di maggiore entità (-19,8% gli ordini esteri e -22,2% quelli interni). GRAFICO 11 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Monza Brianza e in Lombardia (II trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-16,7
Produzione industriale
-20,7 -20,4 -19,6
Fatturato totale
-20,8
Fatturato estero
-17,6 -20,0 -20,9
Fatturato interno
-17,9
Ordini totali
-21,2 -16,1
Ordini esteri
-19,8
Ordini interni
-19,2
-22,2 -26
-22
-18
-14
-10
Monza-Brianza
-6
-2
Lombardia
Anche dal punto di vista del mercato del lavoro si segnala un peggioramento rispetto a tre mesi fa per quanto riguarda il massiccio ricorso allo strumento della Cassa integrazione. Nel primo trimestre 2020 in Brianza aveva dichiarato di fare ricorso alla CIG il 56,8% delle imprese (erano invece solamente il 6,8% nell’ultimo trimestre del 2019), salite ora al 65,9% [grafico 12]. Cresce anche la quota sul monte ore trimestrale, dal 2,4% al 6,3%. Il bilancio tra entrate e uscite di addetti nel trimestre è invece quasi nullo, si tratta infatti di un -0,1%, migliorato dal -0,5% di tre mesi fa. Emerge in particolare la ridotta dinamicità del mercato del lavoro in questa fase: il tasso di entrata è stato infatti solamente dello 0,9%, dimezzato rispetto al 2,1% dello stesso periodo di un anno fa. % CIG su monte ore trimestrale
Saldo % tra ingressi e uscite di addetti
% casi ricorso a CIG
70 6,0 60 4,0 50 2,0 40 0,0
30
-2,0
20
-4,0
10
0
-6,0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
GRAFICO 12 CIG utilizzata (scala sinistra), percentuale sul monte ore e saldi tra ingressi e uscite di addetti (scala destra) in provincia di Monza Brianza (anni 2010-2020, valori percentuali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Le aspettative sul prossimo trimestre degli imprenditori brianzoli mostrano per contro un’inversione di tendenza in positivo rispetto alla scorsa rilevazione. Nonostante rimanga una prevalenza di opinioni negative, tre indicatori su quattro risalgono dal punto di minimo toccato nello scorso trimestre. Relativamente alla produzione industriale, le aspettative di riduzione riguardano ancora una quota rilevante di operatori (il 36,8%), in calo però dal 60,6% dello scorso trimestre. Per contro crescono le aspettative di stabilità (dal 28,3% al 41,9%) e di crescita (dall’11% al 21,4%), portando quindi il saldo tra ottimisti e pessimisti dal -49,6 dello scorso periodo al -15,4 dell’attuale [grafico 13]. Le aspettative sull’occupazione sono le uniche per cui il saldo peggiora leggermente (da -17,6 a -18,3); solamente l’1,7% degli operatori si aspetta un aumento, contro il 20% che indica una riduzione. 40
GRAFICO 13 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Monza Brianza (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
2015
Produzione
2016
2017
2018
2019
20
Occupazione
Le aspettative su domanda estera e interna si muovono specularmente verso l’alto: leggermente migliori le prospettive dei mercati esteri, per i quali si aspetta una crescita il 20,4% degli imprenditori dell’industria brianzola, contro il 16,9% di aspettative positive sulla domanda interna. Crescono le aspettative di stabilità (attorno al 41%), mentre rimane un importante 38% che si aspetta un calo della domanda estera e un 41,5% per quella interna [grafico 14]. GRAFICO 14 Aspettative su domanda interna ed estera dell’industria manifatturiera di Monza Brianza (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
50 40 30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013 Domanda interna
2014
2015
2016
2017 Domanda estera
2018
2019
20
CI/LODI La dinamica dell’industria lodigiana e le previsioni per il terzo trimestre 2020
L’industria lodigiana risente della crisi in corso anche in questo trimestre, seppure a un’intensità decisamente inferiore se confrontata con la Lombardia nel complesso. La produzione industriale segna infatti -7% su base annua, dato negativo ma molto distante dal -20,7% regionale [grafico 15]. La relativa tenuta sembra per lo più imputabile all’apporto dei mercati esteri, come risulta osservando la dinamica del fatturato. A fronte di una riduzione tendenziale complessiva del -5,6%, le vendite realizzate in Italia segnano -9,2%, mentre quelle all’estero sono perfino in lieve incremento (+0,5%). In regione per contro la dinamica del fatturato si muove in un differente ordine di grandezza (-19,6%), vicino a quello della produzione. L’indicatore degli ordini è quello che risulta più critico per l’industria lodigiana (-8,3%): si conferma in ogni caso la rilevanza della componente estera, per la quale il calo è stato decisamente più contenuto (-3%) rispetto a quella interna (-11,4%). La discrepanza con il dato regionale si mantiene anche per la dinamica degli ordini, che in Lombardia soffrono un calo pari al 21,2%. -7,0
Produzione industriale
GRAFICO 15 Produzione industriale, fatturato e ordini in provincia di Lodi e in Lombardia (II trimestre 2020, variazioni percentuali tendenziali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
-20,7 -5,6
Fatturato totale
-19,6 0,5
Fatturato estero
-17,6 -9,2
Fatturato interno
-20,9 -8,3
Ordini totali
-21,2 -3,0
Ordini esteri
-19,8
Ordini interni
-11,4
-22,2 -24 -22 -20
-18
-16
-14
-12
-10
Lodi
-8
-6
-4
-2
0
2
Lombardia
I dati disponibili riguardanti il mercato del lavoro dell’industria manifatturiera lodigiana risultano in linea con lo scenario di criticità del primo trimestre del 2020. In termini di entrate e uscite di lavoratori si osserva in realtà un peggioramento, in quanto il saldo di sostanziale pareggio del trimestre scorso diventa negativo nel secondo periodo dell’anno (-0,4%) [grafico 16]. Il tasso di entrata sul mercato del lavoro risulta dello 0,9%, che per quanto relativamente basso è identico al secondo trimestre del 2019. Il ricorso alla Cassa integrazione risulta in linea con lo scorso trimestre, con una leggera diminuzione delle imprese che ne hanno fatto ricorso, che rimangono comunque la maggioranza del campione (da 60,9% a 58,5%), mentre in termini di quota percentuale sul monte ore lavorate la CIG ha inciso per l’8,7% (era l’8,5% tre mesi fa). % CIG su monte ore trimestrale
Saldo % tra ingressi e uscite di addetti
% casi ricorso a CIG
70 9,0
65 60
7,0
55 50
5,0
45 40
3,0
35 30
1,0
25 20
-1,0
15 10
-3,0
5 0
-5,0 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
20
GRAFICO 16 CIG utilizzata (scala sinistra), percentuale sul monte ore e saldi tra ingressi e uscite di addetti (scala destra) in provincia di Lodi (anni 2010-2020, valori percentuali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
Le aspettative degli imprenditori lodigiani per il prossimo trimestre sembrano mostrare un superamento della fase più critica, dal momento che - per tutte e quattro le domande rilevate - il saldo tra giudizi di aumento e diminuzione risulta in miglioramento, tornando addirittura in terreno positivo per quanto riguarda le aspettative sulla produzione. Si dimezzano infatti, rispetto alla precedente rilevazione, le aspettative di riduzione della produzione nell’immediato futuro, che riguardano il 27,5% degli operatori; una quota maggiore (pari al 32,5%) si aspetta invece un incremento, contro il 40% di giudizi di stabilità. Resta negativo, seppur in miglioramento, il saldo delle aspettative sull’occupazione, laddove le aspettative di riduzione riguardano il 20% degli imprenditori industriali lodigiani contro il 10% di aspettative di crescita [grafico 17]. 40
GRAFICO 17 Aspettative su produzione industriale e occupazione in provincia di Lodi (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
30 20 10 0 -10 -20 -30 -40 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013
2014
2015
Produzione
2016
2017
2018
2019
20
Occupazione
Migliorano le aspettative riguardo la domanda sia interna che estera, con un relativo maggiore ottimismo per quest’ultima: il 23,5% degli operatori si aspetta un aumento della domanda estera, contro il 20% di giudizi di incremento sulla domanda interna. Per contro, le aspettative negative riguardano il 37,5% degli operatori con riferimento ai mercati interni, mentre scendono al 32,4% per quelli esteri [grafico 18]. 80
GRAFICO 18 Aspettative su domanda interna ed estera dell’industria manifatturiera di Lodi (anni 2010-2020, saldi trimestrali) Fonte: elaborazione Studi, Statistica e Programmazione CCIAA di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia – Indagine Industria Manifatturiera
60 40 20 0 -20 -40 -60 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II 2010
2011
2012
2013 Domanda interna
2014
2015
2016
2017 Domanda estera
2018
2019
20
NOTA METODOLOGICA La situazione congiunturale anomala che si è determinata a seguito delle misure di lockdown, con fortissimi shock sia da domanda che da offerta, ha indotto Eurostat a raccomandare agli istituti di statistica nazionali di trattare l’ultima osservazione delle varie serie storiche come un outlier. Ciò ha comportato, da marzo, l’utilizzo di nuovi criteri di destagionalizzazione (l’elaborazione che consente di depurare il dato grezzo da effetti di calendario e stagionali). Tali criteri hanno avuto come effetto quello di traslare progressivamente solo sull’ultima osservazione disponibile tutto l’impatto, positivo o negativo. L’identificazione dell’ultima rilevazione come outlier è stata decisa da Eurostat in via provvisoria, al fine di evitare meccaniche revisioni all’indietro delle serie storiche, come sarebbe successo utilizzando i vecchi parametri che suddividevano - anche se parzialmente - sui mesi precedenti l’impatto del nuovo dato, secondo le consuete metodologie statistiche di destagionalizzazione. Le conseguenze sarebbero state significative per molti indicatori, incluso il PIL. Quando la situazione si normalizzerà, sarà pertanto necessario da parte di Eurostat rivedere di nuovo i parametri e ciò potrebbe determinare importanti revisioni dei dati, inclusi quelli dei trimestri appena trascorsi. Sulla base di queste considerazioni, il criterio più agevole e ragionevole per interpretare l’attuale fase economica è quello di analizzare le variazioni tendenziali dei dati grezzi che non sono trattati statisticamente, ovvero le variazioni delle diverse variabili oggetto di indagine (produzione, fatturato e ordini), rapportate allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale considerazione è valida soprattutto per i territori di piccole dimensioni, che sono soggetti a oscillazioni molto ampie delle variabili utilizzate per descrivere la dinamica manifatturiera e dove il campione oggetto di rilevazione tende ad autoselezionarsi più rapidamente rispetto ad altre aree territoriali.
GLOSSARIO Variazione tendenziale variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Variazione congiunturale variazione rispetto al periodo precedente
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