Maggio 2012
SALVIAMOCI DAL SALVA ITALIA! Giuseppe Vargiu* Con la scusa dello spread hanno “suicidato ” l’intero sistema produttivo Italiano, hanno ingrassato la finanza parassitaria delle banche, hanno affamato pensionati , lavoratori e piccole imprese portando le tasse ai massimi e i salari ai minimi. L’epidemia di atti violenti contro se stessi di lavoratori e imprenditori documenta drammaticamente come le cure del governo aggravano ogni giorno di più le condizioni del paese. In Italia un’azienda su due chiude entro cinque anni dall’inizio delle attività. E chi sopravvive rischia ogni momento di precipitare. Il primo compito di un governo serio avrebbe dovuto essere intervenire sulle cause. Monti, al contrario, si è mosso solo per farsi propaganda tra i banchieri di Bruxelles . Le sue azioni non hanno avuto un minimo di efficacia sulla crisi reale. Che senso ha l’assalto all’art. 18? E i blitz ai commercianti? Per carità evadere le tasse è peccato, ma che ora paga tutto l’evasione non esiste proprio. Gli evasori ci sono sempre stati in Italia da 60 anni eppure la gente non si suicidava! E tanti piccoli imprenditori non pagano le tasse solo perchè non POSSONO pagarle… Sappiamo tutti che a ostacolare e rendere la vita assurdamente costosa in questo paese è una burocrazia pubblica amministrativa, fiscale, bancaria, giudiziaria capace di paralizzare tutto. E chi invece di produrre deve disperdere risorse preziose per fronteggiare burocrati inetti e arroganti, resi forti dal potere e dal fatto che non devono rendere conto di come lavorano. Su quel fronte le norme sulla semplificazione sono un fallimento totale. Chi investirebbe in un paese cosi? E sono sempre più gli imprenditori italiani che se ne vanno . Una semplificazione e detassazione drastica a favore di quelle imprese che scelgono di restare in Italia e di dare lavoro, è più utile alle aziende di mille attacchi ai diritti dei lavoratori. E poi c’è la negazione del credito da parte delle banche che hanno ottenuto dalla Bce soldi all 1% per centinaia di miliardi. Con quei soldi tutto hanno fatto tranne che prestarli alle aziende o alle famiglie. E’ lo strozzinaggio, non la rigidità del mercato del lavoro, quello che sta soffocando il sistema produttivo italiano. Come altro si dovrebbe chiamare il modus operandi di un sistema bancario che alle aziende in difficoltà nega il credito, decurta il fido, e quando fa la grazia di concedere una piccola parte dei fondi ricevuti dall’Europa, o garantiti dai fondi statali, lo fa con tassi vicini al 10%, tali cioè da non poter essere sopportati da nessuna azienda ? La somma di queste strategie in parte inette e in parte dettate dalla sudditanza alla finanza europea sta portando la paralisi , in fase già avanzata, del sistema produttivo italiano Ma il pericolo è ancora più grande. Con le politiche volte a penalizzare i lavoratori e gli imprenditori viene diffusa una depressione profonda che deriva dal senso di impotenza e perdita di ogni controllo sulla propria vita e sul proprio futuro. Si cancellano la speranza e sopravviene lo scoraggiamento e la sensazione di inutilità di ogni sforzo. Questa perdita di vitalità è il la cosa peggiore che possa abbattersi su un sistema sociale e produttivo, perché elimina ogni spinta propulsiva e, in mancanza di sbocchi trasforma l’energia dei suoi cittadini, del suo popolo, in pulsioni autodistruttive. E’ ciò che si sta già verificando. Secondo me se questo modo di governare ci deve salvare, allora è meglio per noi salvarci da questo governo. E dobbiamo salvarci da soli! Siamo noi piccole imprese che trainiamo l’export del paese (vedi articolo a pagina 2) e dobbiamo essere orgogliosi e consapevoli . La prima risposta deve essere l’ottimismo, stringere i denti , non mollare . Si tratta di lavorare in modo agile, senza sprechi, puntando ai mercati esteri, per valorizzare il nostro lavoro e le nostre aziende, ossia quello che ha di meglio il nostro paese. *Editore di IB Magazine.