Il parere di Fabio Storino, blogger e reporter freelance calabrese ed autore indipendente del blog http://storiaedintorni.blogspot.com: CAMPANA (CS) - I GIGANTI DI PIETRA ANTICHE SCULTURE O FENOMENI NATURALI? Nei pressi della Fossiata a Campana (CS) vi sono due massi molto curiosi perché richiamano delle forme indentificabili con un elefante e un uomo seduto. Sculture o casualità geologiche? La scoperta è stata fatta nel dicembre del 2002 da un giovane architetto di Cosenza, DOMENICO CANINO, mentre era in quella zona alla ricerca di tutt’altro tipo di reperti. Riporto di seguito a confronto due teorie molto interessanti, la prima di Domenico Canino e la seconda di Carmine F.Petrungaro. TEORIA DI DOMENICO CANINO Una scultura preistorica? Questo territorio, grazie al ritrovamento di molti reperti archeologici, era intensamente popolato fin dall’Età del Ferro. Camminando per i suoi prati è impossibile non fermarsi di fronte a due monoliti di notevole dimensione, distanti tra loro circa tre metri. Ad una prima impressione sembrano scolpiti perchè presentano lineamenti che richiamano figure conosciute. Il primo rappresenta un elefante di cinque metri di altezza, che potrebbe assomigliare anche ad un preistorico mammuth. L’altro raffigurerebbe fino alle ginocchia, due gambe umane sedute, il resto di un'ipotetica figura umana scomparsa. Intorno vi sono diversi ciottoli forse provenienti dalle stesse statue. Sotto i monoliti è possibile vedere due piccole grotte, lì presenti da sempre, rifugio dei contadini dalle intemperie. L’elefante è la scultura di più semplice identificazione. La flessione delle zampe la fa sembrare in movimento e spiccano dalla figura occhi, proboscide e zanne. Queste ultime, avendo direzione verso il basso, potrebbero indicare l’animale come ELEPHANS ANTIQUUS, estinto però già dodicimila anni fa. Le stesse misure confrontate da Canino sono molto vicine a quelle dei fossili di questa specie di mammuth ritrovato proprio in queste zone e precisamente nel rione di ARCHI DI REGGIO CALABRIA. La seconda statua, che ricordiamo rappresenta due gambe fino al ginocchio, è alta sei metri e, se effettivamente doveva essere un uomo seduto, sarebbe stata nel complesso una figura davvero gigantesca. La posizione ricorda molto le statue di Memmone a Tebe e quelle di Ramses II nella facciata del Tempio di Abu Simbel in Egitto. Resta il dubbio, soprattutto perchè le statue sono talmente corrose da poter essere state frutto di uno scherzo della natura, anche se osservandole, si scorgono le figure in maniera talmente nitida da non poter credere che acqua, vento e neve siano riusciti a creare opere così perfette. Inoltre è bene ricordare che se fossero di natura umana, sarebbero tra le più grandi sculture d’Europa. La mappa del "Magini" A questo punto Domenico Canino, forte delle sue convinzioni, decise di ricercare un’eventuale presenza di questi colossi in qualche documento del passato. Essendo opere molto grandi pensò di consultare antiche carte geografiche. Ed infatti sulla mappa del 1606 della Calabria Citra di Giovanni Antonio MAGINI, trovò segnata una conformazione in quello stesso punto denominata “Corno del Gigante”. Questa prova indicherebbe senza ombra di dubbio che le statue erano conosciute quattrocento anni fa. Bisogna precisare che la Mappa del Magini era molto famosa e venne utilizzata in tutta Europa. Il caso strano fu che Giovanni Magini non venne mai in Calabria! Questo indicherebbe ulteriormente che le sue mappe furono ricopiate da mappe preesistenti, probabilmente secondo il PROF. ILARIO PRINCIPE, da cartapecora Aragonesi del 1470 – 1515