ricreazione_n3
Campi Magnetici PhotoMag rivista trimestrale
numero_3 ricreazione
«If you wait, people will forget your camera and the soul will drift up into view» «Se aspetti, le persone riusciranno a dimenticare la macchina fotografica e la loro anima verrà alla luce» S. McCurry
ri-CREAZIONE
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foto: Bernardo Zuccon testo: Bernardo Zuccon
Una pausa. L’opportunità di esiliarsi temporaneamante dalla nostra complessa quotidianità. Una necessità che il nostro corpo e la nostra mente richiedono a gran voce per “crearsi” nuovamente, per metterci nelle condizioni di poterci rituffare nella nostra quotidiana trincea dove combattiamo costantemente per una metaforica sopravvivenza. La vita è un meccanismo dinamico, un continuo divenire che impone a noi stessi di renderci capaci di calibrare la nostra esistenza in funzione dei nostri oneri; da qui il bisogno di alternare al nostro giornaliero impegno la possibilità di spegnere per un momento quella “luce” che ci rende attivi e reattivi agli eventi. Ognuno di noi sceglie il “come” ricrearsi, dormendo, giocando, scambiando qualche parola con un amico e tutto questo può essere raccontato attraverso scatti che si traducono in frammenti di umana quotidianità. Ero a Madrid circa un anno fa, sulla Gran Via, davanti all’Hotel Metropol, un luogo caotico e frenetico. In quel contesto la mia attenzione è caduta su di un uomo che dormiva sdraiato ai piedi dell’edificio. Doveva essere molto provato per riposare in quel luogo così lontano dalla quiete; la sua espressione di rassegnazione era evidente, quel senzatetto era stanco, probabilmente stanco della vita e cercava in quel sonno la possibilità di “ricreare” forse una realtà che non fosse più quella vissuta fino ad allora. Tutto questo racconto è in bianco e nero, tecnica che permette di esaltare contrasti e contraddizioni, affidando alla luce la responsabilità di cogliere sfumature, profondità, emozioni e dettagli della singola cattura.
MEDICINA RICREATIVA
[...]Leggere attentamente il foglio illustrativo, se il sintomo persiste consultare il medico.
foto: Valerio Ventura testo: Valerio Ventura
RICREANZIANI
«I vecchi sono due volte bambini» Aristotele Il suono di una campanella e subito si crea un corri corri generale per liberarsi da quel banco e uscire all’aria aperta. Una merendina condivisa con un compagno, le prime forme di socializzazione. E i bambini dove sono? Sono diventati grandi, lavorano duro, pensano alle loro carriere, hanno bisogno di staccare, alleggerire lo stress di una lunga giornata impegnativa, magari fumando una sigaretta con un collega o facendo una pausa al bar per un caffè o un aperitivo. Ma dove sono questi ragazzi ormai cresciuti? Ora sono un po’ più anziani ma hanno comunque bisogno delle loro distrazioni. Ogni età ha la sua ricreazione. Anche i signori Franco, Maria, Ottavio, Gianfranco, Michele e tanti altri come loro che sono stati un tempo bambini e che hanno lavorato una vita, cercano un momento di svago, uno spazio loro al di fuori della famiglia e delle attività quotidiane. Il gioco delle bocce con un po’ di sana competizione che si manifesta sulle piste; le carte, le chiacchierate scambiate bevendo qualcosa in compagnia sono la ricreazione della loro terza età; attività che riescono ancora a donargli piacere emotivo.
foto: Fabrizio Latini testo: Veronica Cherubin
foto: Thomas Munns testo: Alessandra Addante Il teatro è Salisburgo. La danzatrice è colta nell’esercizio delle sue evoluzioni. La scena, volutamente decontestualizzata, ci accoglie nell’intimità di uno spazio che, travalicando i confini della danza, ospita il mistero della creazione. Non vediamo la ballerina dare inizio ad un atto creativo, ma è essa stessa generata da un processo di cui non conosciamo le origini. I suoi strumenti diventano vivi, come fibra organica di un grembo, nel quale la danzatrice lotta per riemergere a vita nuova. È tutto pervaso di una tensione che porta alla liberazione, che nell’attuarsi pare fluttuare in un cosmo di stelle e universi. Lo scatto non è un istante bloccato nell’eternità, ma singolo stadio di una complessa evoluzione. Ecco il primo passo dell’osservatore, primo fra tutti il fotografo, verso la propria personale liberazione. Un vero e proprio luogo dell’anima.
FUORI FUOCO
LA NOTTE E IL GIORNO
Gennaio. Fuori è ancora buio. Cammino su Rue de la Roquette verso la metro che mi porterà a lavoro. Indosso una giacca a vento blu scuro con sotto il vestito, la cravatta e le scarpette nere. Il freddo mi fa tenere la testa rivolta verso il basso e le mani in tasca. Sono chiuso e cammino in fretta. Poi all’improvviso alzo la testa e lo sguardo finisce dritto negli occhi di una prostituta nigeriana. Alta con i capelli mossi, una pelliccia aperta da cui escono seni formosi. Il viso è truccato e stanco. Cammina verso di me. La notte e il giorno che si incontrano e si sfiorano in una penombra umida. L’indifferenza spesso distrae dai tanti mondi che vivono in una stessa città, ma accorgersene aiuta il cuore a diventare più grande.
foto: Giuseppe Anania testo: Giuseppe Anania
RICREAZIONE DELLA DONNA
Ricreazione come intimità: pausa del corpo e della mente di una donna che svela attraverso gesti, apparentemene sereni, l’inquietudine che l’accompagna. Le opere per descrivere i cambiamenti e gli stati d’animo dei periodi di una donna. ...la donna bambina nella sua stanza sogna, nella sua stanza è piccola e i sogni sono grandi. La donna bambina non ha segreti. ...fotosintesi casalinga, distrarsi prendendosi cura delle piccole cose.
foto: Ozge Sahin testo: Daniele Cardinale
TANGO
«La fotografia è l’arte più facile, il che la rende forse la più difficile» L. Model
foto: Manuela Parodi testo: Manuela Parodi
RAVALEJAR
In un mondo come quello attuale in cui tutti noi siamo chiamati a non ritagliarci un attimo di tregua, le fotografie di Rodolfo Mattia Rocca ci appaiono piuttosto anacronistiche. Se si scorrono le immagini dei soggetti ritratti, si nota una sorta di impassibilità messa in risalto dai volti stessi che rimangono inaspettatamente inespressivi di fronte alla macchina fotografica. In queste foto le emozioni – dei soggetti e del fotoamatore - vengono appunto messe da parte per dar spazio all’istante vissuto. Queste immagini ci attraggono perchè ci parlano di un arco di tempo in cui, ciò che veniva fatto fino a un attimo prima, viene momentaneamente sospeso riportando alla memoria di ognuno di noi il piacere che comporta il prendersi una pausa da tutto e da tutti. Il fotografo punta l’obiettivo su un paesaggio urbano che richiama a quanto viene piacevolmente vissuto dai soggetti ripresi, andando a rafforzare il tema indagato. Le saracinesche abbassate, le strade semi deserte, il tavolo vuoto di un ristorante, ci suggeriscono che ciò che prende forma e vita in questo progetto fotografico è il “ricrearsi” dell’uomo in quel breve istante chiamato pausa.
foto: Rodolfo Mattia Rocca testo: Camilla Marinelli
:redazione Luigia Bersani Caterina Ciancaglioni Dorotea Ottaviani Kuei Ying Proietti Giulia Zevi :direttrice responsabile Luigia Bersani :foto e testi Alessandra Addante Giuseppe Anania Daniele Cardinale Fabrizio Latini Camilla Marinelli Thomas Munns Manuela Parodi Rodolfo Mattia Rocca Ozge Sahin Valerio Ventura Bernardo Zuccon :logo campi magnetici Maurizio Bonolis :grafica Dorotea Ottaviani :amministrazione a.c. Campi Magnetici :marketing Iliana Bersani Nadia Lateano Benedetta Marsicola :stampa Rotomail S.p.A.
contatti: www.campimagneticiphotomag.com campimagneticiphotomag@hotmail.com
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