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ONDGO ENTERPRISE IN MOTION

Developing the Employability Skills of Displaced Persons

Investire nell’imprenditoria migrante Perché sviluppare le capacità imprenditoriali dei migranti è positivo per l’economia europea?

Scientific Paper – Intellectual Output 6 Realizzato da Vytautas Magnus University per conto del consorzio ONDGO luglio 2019

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Introduzione A causa del recente e significativo aumento del numero di migranti e rifugiati in tutto il mondo, la questione della loro integrazione diventa sempre più importante a livello politico e pratico. La partecipazione al mondo del lavoro di migranti e rifugiati è una parte importante di una loro integrazione sociale positiva. Inoltre, essa potrebbe essere utile anche all’economia e alla società dei paesi ospitanti (Freudenberg, Halberstadt, 2018). È stato affermato che per riportare l’Europa a una situazione di crescita e a livelli più elevati di occupazione dopo la crisi economica del 2008, vi è bisogno di più imprenditori (Commissione europea, 2013). Secondo il piano d’azione per l’imprenditorialità 2020 della Commissione europea, i migranti rappresentano un importante pool di potenziali imprenditori in Europa, che dovrebbe essere messo a frutto. Nonostante i migranti abbiano tassi di creazione di aziende più elevati rispetto al resto della popolazione, sono più suscettibili al fallimento, spesso a causa della mancanza di informazioni, conoscenze e competenze linguistiche. Appare quindi necessario sostenere imprenditori migranti e rifugiati. Come attestato dalla relazione dei risultati della consultazione pubblica sul piano d’azione per l’imprenditorialità 2020, l’iniziativa di offrire a questi gruppi un sostegno su misura è stata considerata importante e molto importante da circa due terzi degli intervistati (imprenditori e organizzazioni di sostegno alle imprese). Pertanto, rimane aperta la domanda su quale tipo di aiuto sia più utile per gli imprenditori migranti e rifugiati e possa avere l’impatto maggiore, a lungo termine, in questo ambiente in continua evoluzione. Sulla base della risposta a questa domanda, possono essere fornite raccomandazioni per gli enti di formazione e i decisori politici. Il progetto ON-D-GO riconosce la necessità di un nuovo approccio alle pratiche per l’integrazione dei migranti. Al centro di questo nuovo approccio si pone l’offerta di programmi di studio personalizzati per l’imprenditorialità con una serie di risorse di formazione flessibili e adattabili che aiuteranno gli operatori della formazione professionale a raggiungere i loro obiettivi di integrazione economica in relazione al quadro EntreComp dell’UE. ER C PAP

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Scopo del Scientific Paper ON-D-GO Lo scopo di questo articolo, in quanto parte del progetto ON-D-GO, è di considerare per quali ragioni potrebbe essere utile un focus sullo sviluppo del business e sulle capacità imprenditoriali dei migranti e quale valore aggiunto potrebbe essere proposto. Inoltre, è importante identificare quali sfide affrontano gli imprenditori migranti e rifugiati e come esse potrebbero essere risolte. Sulla base di queste considerazioni, vengono suggerite raccomandazioni per politiche e progetti futuri. Inoltre, vi sono tre questioni più specifiche relative all’argomento che vengono affrontate in questo articolo scientifico, vale a dire: 1. il ruolo mutevole degli esperti della formazione professionale nella futura offerta di istruzione, caratterizzata dalla proliferazione di piattaforme online; 2. la necessità di sviluppare competenze imprenditoriali e aziendali su misura per le comunità di migranti e rifugiati; 3. gli eventuali benefici per la società e l’economia in un quadro in cui migranti e rifugiati sono integrati nell’economia formale.

Metodologia: procedura e partecipanti Al fine di presentare questo articolo come strumento per informare e alimentare il dibattito politico sull’imprenditorialità dei migranti e dei rifugiati tra gli enti di istruzione e formazione professionale e i policy maker, abbiamo raccolto le esperienze del consorzio ON-DGO e completato sia una revisione della letteratura scientifica che un’indagine tramite questionari a maggio e giugno 2019. La revisione della letteratura scientifica ha tenuto conto in modo critico di ciò che era stato pubblicato sull’argomento da ricercatori accreditati. In primo luogo, nelle ricerche della piattaforma Google Scholar sono state utilizzate le parole chiave “imprenditori migranti” o “imprenditori rifugiati” e “imprenditorialità”. La ricerca è stata limitata agli ultimi 3 anni al fine di analizzare gli ultimi dati della ricerca scientifica. I risultati SCIE

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di ricerche originali e raccomandazioni per ricerche e pratiche future sono stati al centro dell’analisi. In particolare, otto articoli sono stati considerati particolarmente significativi, a causa del loro contenuto molto pertinente all’argomento del progetto. Il questionario cartaceo è stato utilizzato per raccogliere dati da un gruppo predefinito di intervistati, in modo da ottenere informazioni e approfondimenti su vari argomenti di interesse. E’ costituito da due sezioni: la prima riguarda l’analisi delle politiche dell’UE e nazionali a sostegno degli imprenditori migranti e rifugiati, la seconda è dedicata alla pratica e all’esperienza delle organizzazioni che lavorano con migranti e rifugiati nel contesto di imprenditorialità e sviluppo del business. Il questionario comprende sia domande aperte che chiuse; queste ultime si sono spesso basate su una scala Likert a 5 punti. Il campione del sondaggio è stato composto da 29 professionisti tra cui formatori professionali, tutor aziendali, coordinatori di programmi, manager, assistenti sociali, psicologi, scienziati e altri professionisti simili provenienti da Regno Unito, Irlanda, Cipro, Austria, Italia e Lituania.

Risultati della revisione della letteratura scientifica Secondo la revisione della letteratura scientifica sull’argomento “Imprenditoria dei migranti e rifugiati”, realizzata per arricchire il nostro lavoro e fornire nuovi punti di vista, i ricercatori riconoscono il valore aggiunto garantito dall’imprenditoria migrante sia ai nuovi arrivati che al Paese ospitante. Definiscono inoltre le sfide critiche che i migranti e i rifugiati si trovano ad affrontare e suggeriscono azioni future. Con riferimento a M. Ram, T. Jones e M. Villares-Varela (2017), la crescente quantità di ricerche e iniziative pratiche sull’imprenditoria migrante è associata a un aumento dei dibattiti politici in numerosi paesi europei. Pertanto, l’argomento è pertinente e significativo. T. Jones, M. Ram e Maria Villares-Varela (2019) sostengono che i benefici dell’imprenditoria migrante e dell’economia della diversità dovrebbero includere non solo la crescita economica, ma anche il suo ER C PAP

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impatto sui processi sociali. La loro ricerca qualitativa nel Regno Unito ha confermato che, anche in caso di grandi ostacoli, l’imprenditoria migrante apporta un contributo alla comunità in cui si inserisce. Ad esempio, crea occupazione, soddisfa i bisogni della comunità e favorisce l’incorporazione sociale di nuovi gruppi. Tuttavia, G. Sak, T. Kaymaz, O. Kakoy e M. Kenanoglu (2017) osservano che vi è una significativa carenza di politiche e meccanismi per facilitare l’imprenditoria dei rifugiati nella maggior parte dei paesi ospitanti a medio reddito. Inoltre, rilevano che le politiche di integrazione dovrebbero essere progettate prendendo in considerazione le problematiche specifiche proprie dei diversi paesi ospitanti. AD Meister e R. Mauer (2018) discutono sulla necessità di incubatori dell’imprenditorialità dei rifugiati, che potrebbe contribuire ad alleviare le difficoltà (ad esempio, il riconoscimento dell’istruzione e delle qualifiche, l’accoglienza nella società ospitante, l’accessibilità delle informazioni e altre risorse del nuovo paese) all’interno dei meccanismi di supporto allo sviluppo della carriera lavorativa di rifugiati di recente insediamento. I risultati del loro caso di studio qualitativo in Germania hanno suggerito che un modello di incubatore personalizzato contribuirebbe all’inserimento degli imprenditori rifugiati e al loro successo. È stato proposto di far funzionare l’incubatore come piattaforma per lo scambio di conoscenze, per l’introduzione all’ecosistema locale e per lo sviluppo della rete sociale e professionale. Ciò promuoverebbe e amplierebbe il capitale sociale, culturale e umano dei rifugiati nei paesi ospitanti e aiuterebbe gli imprenditori rifugiati ad affrontare le difficoltà maggiori. Quanto ai risultati dell’analisi dei casi (Bizri, 2017), per l’imprenditoria dei rifugiati sono importanti tre dimensioni del capitale sociale (cognitivo - visione comune, strutturale – legami di rete e relazionale – norme, fiducia, obbligo, identificazione). Si ritiene che il capitale sociale trasferito tra i rifugiati contribuisca ad aumentare le possibilità reciproche di successo imprenditoriale. L’autore raccomanda ai responsabili politici di offrire speciali programmi di introduzione alla professione che istruiscano gli imprenditori rifugiati sui meccanismi di supporto a lungo termine disponibili, consiglia di organizzare eventi a base etnica per favorire la coesione tra i rifugiati e di aiutare a sviluppare i social network. Come strumento efficace di aiuto, sono stati proposti anche programmi di SCIE

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sviluppo inter pares in cui gli imprenditori rifugiati possono formarsi a vicenda. Tuttavia, M. Obschonka, E. Hahn e N. ul H. Bajwa (2018) vogliono richiamare l’attenzione sulle caratteristiche personali dei rifugiati appena arrivati, come fattori importanti che predicono l’adattabilità della loro carriera e del loro processo di integrazione insieme a fattori istituzionali e barriere precedentemente menzionati. Durante tutto il processo di carriera imprenditoriale, la persona è importante quanto la sua idea e le sue conoscenze tecniche relative al business. La loro ricerca quantitativa in Germania ha confermato che nella fase iniziale dei processi di integrazione i rifugiati spesso devono fare affidamento sulle loro cognizioni imprenditoriali e sui fattori caratteriali al fine di utilizzare le loro capacità di adattamento e le loro intenzioni imprenditoriali. Pertanto, lo sviluppo delle caratteristiche personali dei rifugiati (ad esempio auto-efficacia, resilienza, etc.) deve essere preso in considerazione nel contesto dello sviluppo delle loro capacità imprenditoriali. Infine, Jorg Freiling e Aki Harima (2018) affermano che nella futura ricerca sull’imprenditoria dei rifugiati devono essere considerati otto temi centrali: (1) contesti tipici dell’imprenditoria rifugiata e dell’imprenditoria stessa, (2) la sequenza degli eventi e le loro conseguenze, (3) prospettive dei rifugiati, (4) percezioni dei loro Paesi di residenza, (5) tipi di aziende, (6) risorse critiche: attivatori e vincoli, (7) fattori psicologici e (8) risultati dell’imprenditoria dei rifugiati. Julia Freudenberg e Jantje Halberstadt (2018) aggiungono che vi è una forte domanda di ricerca guidata in modo pratico, specialmente con una visione a più lungo termine dell’integrazione di migranti e rifugiati attraverso le loro attività imprenditoriali. È stata inoltre rilevata la mancanza di studiosi impegnati in diversi settori che potrebbero unirsi alla ricerca e influenzare realmente la politica e la pratica dell’imprenditoria migrante (Ram, Jones, Villare-Varela, 2017).

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Risultati del sondaggio: prospettiva politica I risultati del nostro sondaggio hanno aiutato a ottenere maggiori informazioni e approfondimenti dal versante policy per progetti e iniziative come ON-D-GO che offrono supporto su misura e personalizzato a imprenditori migranti e rifugiati in diversi paesi europei. Ai partecipanti al sondaggio ON-D-GO è stato chiesto di valutare i motivi per cui, in generale, i migranti e i rifugiati dovrebbero essere aiutati nell’avvio di una nuova attività. Tra i motivi più importanti indicati dai professionisti (vedi Fig. 1), vi sono stati gli aspetti del capitale umano, ovvero persone più creative e proattive, sfruttamento del potenziale non utilizzato (Media/M = 4,55 (su una scala da 1 a 5), Deviazione standard/DS = ,686), capitale sociale, ad esempio reti e relazioni (M = 4,55, DS =,632) e crescita economica (M = 4,41, DS = ,628). Patrimonio netto, ovvero parità di accesso al mercato del lavoro (M = 4,24, DS = ,739), creazione di posti di lavoro (M = 4,21, DS =,833), sviluppo del business (M = 4,14, DS = ,756) e prosperità del paese ospitante (M = 4,00, DS = ,877) sono stati indicati come ragioni importanti per offrire supporto a migranti e rifugiati. Gli intervistati hanno anche menzionato l’integrazione, il supporto psicologico e il soddisfacimento delle richieste del mercato del lavoro locale come possibile valore aggiunto dell’aiuto proposto per avviare una nuova attività. 5

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Figura 1. Le ragioni più importanti per il supporto a migranti/ rifugiati nell’avvio di una nuova attività Inoltre, l’82,7% degli intervistati ha ritenuto che offrire sostegno su misura agli imprenditori migranti e rifugiati sia importante o molto importante. SCIE

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Ai professionisti sono state poste anche domande sul seguente tema: perché lo sviluppo delle capacità imprenditoriali di migranti e rifugiati è stato importante per loro, nel loro ruolo professionale. Le ragioni menzionate possono essere raggruppate come segue: a) per i migranti, b) per i professionisti stessi e c) per la società e la crescita economica. Secondo i professionisti, lo sviluppo delle capacità aziendali e imprenditoriali di migranti e rifugiati ha contribuito a: ridurre l’esclusione sociale, aumentare la consapevolezza e la conoscenza del paese ospitante, promuovere un’integrazione positiva e migliore, fornire supporto in diverse questioni necessarie per i futuri imprenditori (tra cui personalizzazione e accesso a risorse governative, finanziarie e di altro tipo) e aumentare le loro abilità sociali, interculturali, emotive, di fiducia in se stessi, in modo da consentire loro di raggiungere il loro pieno potenziale. I professionisti che hanno lavorato con i migranti e i rifugiati in prima linea, hanno sottolineato l’utilità di approfondire la loro comprensione delle questioni specifiche relative all’imprenditoria. Lavorando in squadra e in contesti culturalmente misti, per loro era importante sviluppare la propria sensibilità culturale, il pensiero critico e laterale e sapere come affrontare le problematiche in materia di diritti umani. Volevano anche evitare di creare barriere o discriminare involontariamente i clienti, specialmente quando si trattava di lavori con migranti e rifugiati appena arrivati in un ambiente di formazione o tutoraggio. Nel terzo gruppo di risposte, è stato menzionato che le imprese sostenibili sviluppate da migranti e rifugiati potrebbero generare reddito per loro, nonché aggiungere valore all’economia e alla comunità locale. Ad esempio, potrebbero migliorare il potenziale di innovazione derivante dalla diversità, contribuire all’ulteriore sviluppo dell’economia regionale ed europea, in particolare della base etica degli affari, aumentare la qualità generale della vita dei cittadini promuovendo non solo la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, ma anche lo sviluppo culturale e sociale. Infine, nel tema dello sviluppo delle capacità imprenditoriali dei migranti e dei rifugiati rientra l’interconnessione del lavoro nel campo della gestione della diversità o dell’analisi dei fattori umani correlati allo sviluppo del business. L’indagine ha cercato di valutare entrambe le parti del dibattito politico, ER C PAP

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esaminando gli aspetti positivi e negativi che incidono sull’imprenditoria dei migranti, pertanto agli intervistati è stato chiesto di valutare le sfide che potrebbero essere significative per migranti e rifugiati anche nell’avvio di un’attività nel proprio paese. I risultati hanno rivelato che le sfide più significative per il nostro gruppo target nell’ambito del progetto ON-D-GO sono state quelle poste dal contesto normativo e legislativo in cui le nuove start-up dovevano operare e che spesso rendeva difficile l’accesso al credito, l’accesso al mercato locale e il trasferimento della proprietà aziendale. Ciò ha comportato una esplicita e sincera paura tra gli imprenditori migranti di potenziali sanzioni punitive in caso di fallimento. Procedure amministrative onerose (M = 4,10, DS = 1,113), consapevolezza delle offerte di formazione esistenti (M = 4,10, DS = ,817), accesso agli aiuti per la formazione imprenditoriale (M = 4,00, DS = 1,00), politiche a livello europeo, nazionale e regionale (M = 3,69, DS = ,806), il costo per le offerte di formazione esistenti (M = 3,69, DS = 1,072), il riconoscimento degli sforzi imprenditoriali (M = 3,62, DS = ,862) sono stati anche evidenziati come ostacoli significativi (vedi Fig. 2). Inoltre, i professionisti hanno definito sfide specifiche (ad esempio il requisito di mediatore e arbitro in Austria, la rete locale e la comprensione delle opportunità di mercato nel Regno Unito e in Irlanda). 5 4

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burdensome administrative procedures

awareness of existing training offers

access to entrepreneurial training supports

policies at European, national and regional levels

the cost for the existing training offers

recognition of entrepreneurial endeavours

Figura 2. Le sfide più significative per i migranti/rifugiati nell’avvio di una nuova attività Solo la metà degli intervistati (48,3%) ha valutato le iniziative esistenti e le offerte educative imprenditoriali per i migranti e i rifugiati nel proprio paese come buone o molto buone, il 34,5% le ha giudicate soddisfacenti, mentre il 6,9% degli intervistati le ha giudicate insufficienti (il 10,3 % dei partecipanti al sondaggio non ha risposto alla domanda). La media SCIE

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delle risposte (M = 2,62, DS = ,852) non ha raggiunto il punteggio medio della scala (che è 3). Pertanto, si può dedurre che l’attuale necessità di condividere le buone pratiche tra i paesi rimane auspicabile e che sono ancora necessarie nuove iniziative simili a ON-D-GO. I professionisti hanno messo in evidenza varie iniziative e offerte di educazione imprenditoriale disponibili per migranti e rifugiati nel proprio Paese (iniziative più o meno efficaci a seconda del Paese), ma sono state condivise anche molte sfide correlate, ad esempio: a) alcune organizzazioni hanno offerto sostegni efficaci alle imprese, ma pochi di tali sostegni erano stati specificamente concepiti per i migranti o i rifugiati, b) queste offerte erano di difficile accesso per i migranti, a causa delle loro competenze linguistiche o di altri requisiti, c) mancavano finanziamenti per iniziative a lungo termine, d) a volte vi erano opportunità gratuite relative ai corsi, ma non erano ben pubblicizzate. Queste difficoltà devono essere prese in considerazione durante la pianificazione di iniziative imprenditoriali per migranti e rifugiati in futuro. Considerando gli ostacoli menzionati e in riferimento alle azioni future pianificate dalla Commissione europea per lo sviluppo delle capacità aziendali e imprenditoriali dei migranti, i professionisti che hanno partecipato al sondaggio ON-D-GO hanno suggerito ulteriori azioni che il consorzio ON-D-GO potrebbe intraprendere. Innanzi tutto, la maggior parte degli intervistati ha affermato che il consorzio ON-D-GO deve rimanere pienamente consapevole delle prossime nuove iniziative, deve cercare opportunità di finanziamento e sviluppare progetti futuri basati sull’esperienza acquisita in questo progetto. È stato importante per gli intervistati che il consorzio garantisse che i risultati del progetto fossero ampiamente divulgati e conosciuti nei vari Paesi dell’UE, che condividesse la propria esperienza e cercasse di pubblicizzare il progetto ancora di più per garantire che le risorse gratuite di istruzione aperta disponibili fossero usate il più possibile. Infine, i professionisti hanno concordato che la chiave è l’istruzione. Potrebbe essere utile utilizzare i risultati del progetto, in particolare gli strumenti delle risorse di apprendimento, come parte dei programmi di formazione nell’istruzione superiore al fine di sviluppare capacità imprenditoriali tra i giovani di diversa estrazione culturale. La piattaforma ON-D-GO, ER C PAP

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basata su Moodle, è di alta qualità e progettata interamente in modo da consentire l’adattamento e l’inclusione nei curricula formali. Altri suggerimenti del sondaggio includevano proposte specifiche per nuove iniziative (ad esempio formazione modulare, modelli di ruolo dei migranti, etc.).

Risultati del sondaggio: prospettiva pratica I risultati dell’indagine hanno inoltre proposto ulteriori informazioni e approfondimenti sulle pratiche delle diverse organizzazioni che lavorano con migranti e rifugiati nel contesto dell’imprenditorialità e dello sviluppo del business nei paesi partner. Ai partecipanti al sondaggio è stato chiesto di indicare quali tipi o formati di servizi di supporto alle imprese mirati per migranti e rifugiati fossero più utili secondo la loro esperienza. Secondo i professionisti, il formato di servizi più utile è quello della formazione diretta (M = 4,45, DS = ,686) e del tutoraggio (M = 4,41, DS = ,628). Gli intervistati erano concordi nell’affermare che le esperienze più utili sono quelle basate su approcci interattivi e partecipativi in cui i problemi, le opportunità e le storie di successo potevano essere condivisi con un approccio individualizzato e una guida personalizzata. I servizi face-to-face offrono maggiori vantaggi grazie alla possibilità di instaurare un rapporto di fiducia con il cliente. A causa del rapporto che può essere costruito tra formatore e tirocinante, i migranti possono sentirsi più valorizzati e apprezzati. Si ritiene che questo approccio abbia un impatto maggiore grazie al rapporto umano. Inoltre, garantisce uno spazio per domande e feedback. Inoltre, gli intervistati hanno citato la condivisione di esperienze tramite case study con altri imprenditori (M = 4,03, DS = ,778), le consulenze in centri di informazione sull’avviamento delle imprese (M = 3,86, DS = ,875) e la pubblicizzazione delle storie di successo (M = 3,62, DS = ,942) identificandole come altrettanto positive. L’aspetto dell’apprendimento online è stato valutato al minimo in termini di utilità in un contesto di servizi di aiuto alle imprese per migranti e rifugiati (M = 3,14, DS = ,990). Tuttavia, sono stati riconosciuti alcuni vantaggi di questo formato di erogazione dei servizi in termini di disponibilità (online, 24 ore) e SCIE

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convenienza in un momento preciso favorevole per l’imprenditore. È stato anche specificato che la presentazione multilingue e la disponibilità delle risorse in arabo possono aiutare lo sviluppo delle competenze linguistiche. Gli intervistati hanno convenuto che un approccio misto comprendente un mix di vari tipi di servizi (face-toface, online, casi studio) favorisce il raggiungimento di molti individui diversi. Tuttavia, il contenuto dell’aiuto non è meno importante. Pertanto, ai partecipanti è stato chiesto di valutare quali tematiche a loro avviso avrebbero avuto il maggiore impatto sullo sviluppo dell’imprenditorialità dei migranti. Le risposte dei professionisti si sono distribuite come

Tabella 1. Tematiche di formazione aventi il maggiore impatto sullo sviluppo dell’imprenditoria migrante Ambito Il vostro business Voi Il vostro business Il vostro business Il vostro business Voi La vostra idea Voi La vostra idea Voi La vostra idea La vostra idea

Argomento Pianificazione finanziaria Networking e costruzione di relazioni forti Comprensione del vostro mercato Visioning e pianificazione Sensibilizzare sul vostro business Competenze aziendali imprenditoriali Sviluppare il vostro modello di business Abilità sociali e norme culturali Generare e valutare idee Motivazione Individuazione delle opportunità Creatività

Deviazione (DS) 4,48 (,738) 4.45 (,632) 4,41 (,628) 4,41 (,682) 4,28 (,702) 4,24 (,739) 4,21 (,833) 4,14 (,639) 4,10 (,817) 4,07 (,799) 3,97 (,731) 3,76 (,951)

Sebbene tutti gli argomenti siano stati giudicati importanti, pianificazione finanziaria, collegamento in rete e costruzione di relazioni forti, comprensione del proprio mercato, visioning e pianificazione sono stati classificati come i primi quattro. Il livello “il vostro business” è stato il più rilevante per lo sviluppo dell’imprenditoria migrante. Tuttavia, i risultati sono in linea con le altre statistiche sulle aziende. Dato che tutti questi argomenti sono trattati nel Learning Resource Toolbox di ON-DGO, i partecipanti al sondaggio hanno proposto diverse strategie che potrebbero essere adottate per incoraggiare l’uso del Resource Toolbox del progetto ON-D-GO, vale a dire: a) divulgare il Resource Toolbox in modo da raggiungere tutti i soggetti interessati (ad esempio reti di ER C PAP

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imprese, organizzazioni di sostegno alle imprese, incubatori di imprese, istituzioni governative, ONG, autorità di finanziamento, camere, centri di informazione, enti di beneficenza, etc.), b) promuovere il Toolbox nei centri e nelle università che forniscono qualifiche e programmi di apprendimento nel campo dell’imprenditorialità e dello sviluppo aziendale, c) sensibilizzare l’uso del Toolbox tra le comunità di migranti e rifugiati, d) utilizzare il Toolbox come best practice in altri progetti, in corsi di formazione e workshop incentrati sullo sviluppo delle capacità aziendali e imprenditoriali dei migranti, e) condividerli su piattaforme e attraverso i canali di social media utilizzati da migranti e rifugiati. Grazie all’utilità del Toolbox, è probabile che esso abbia “un effetto valanga”. È stato suggerito che il Learning Resource Toolbox ON-D-GO potesse essere utilizzato anche con più popolazioni vulnerabili come detenuti, giovani difficili da raggiungere, donne svantaggiate, etc. I professionisti hanno sostenuto che sebbene i migranti siano pieni di risorse, creativi, innovativi e intraprendenti, devono affrontare ostacoli significativi per accedere alle forme tradizionali di occupazione in tutta l’UE. I professionisti hanno espresso la necessità di ulteriori progetti e risorse per sostenere l’imprenditoria migrante in futuro. Le prove suggeriscono che queste iniziative, come ON-D-GO, contribuiscono positivamente all’integrazione dei migranti, al senso dello scopo e dell’appartenenza, al benessere e alla salute mentale positiva. Il supporto, offerto attraverso questo progetto e altri simili, può accelerare il loro viaggio aziendale creando posti di lavoro per i migranti e la comunità locale.

Conclusioni Riassumendo le questioni chiave affrontate in questo articolo, si può concludere che: 1)

I principali valori dell’imprenditoria migrante e rifugiata sono: a. il capitale umano (ovvero persone più creative e proattive, lo sfruttamento del potenziale inutilizzato), il capitale sociale (ad esempio reti e relazioni, l’incorporazione sociale di nuove comunità), il valore culturale aggiunto SCIE

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e la crescita economica delle comunità locali nel paese ospitante; b. l’integrazione più positiva e rafforzata, lo sviluppo di nuove competenze e opportunità in modo che migranti e rifugiati possano sfruttare il proprio pieno potenziale e giungere a una situazione di benessere; c. una prospettiva più ampia e la possibilità di diventare professionisti lavorando con migranti e rifugiati. 2) Le principali sfide per imprenditori migranti e rifugiati sono: a. il contesto normativo e legislativo che rende difficile l’accesso al credito, ai mercati locali e il trasferimento di imprese insieme al timore di sanzioni punitive in caso di fallimento; b. il riconoscimento dell’istruzione e delle qualifiche, l’accoglienza nella società ospitante, l’accessibilità delle informazioni e delle altre risorse del paese ospitante, la carenza di politiche e meccanismi per facilitare l’imprenditoria dei rifugiati; c. la consapevolezza delle offerte di formazione esistenti e l’accesso ad aiuti per la formazione imprenditoriale (la mancanza di iniziative esistenti/offerte di formazione imprenditoriale specifiche per migranti e rifugiati). 3) Le principali raccomandazioni per politiche e progetti futuri sono: a. la diffusione dei risultati del progetto ON-D-GO e l’utilizzo aggiuntivo della piattaforma ON-D-GO nell’ambito dei programmi di formazione nell’istruzione superiore o con altri gruppi target; b. la pianificazione e attuazione di una fase successiva al progetto ON-D-GO; c. la necessità di incubazione dell’imprenditorialità dei rifugiati, i meccanismi di sostegno a lungo termine, ER C PAP

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eventi etnici che riuniscano i rifugiati e contribuiscano allo sviluppo di reti sociali, programmi di sviluppo inter pares e persino un osservatorio virtuale per l’integrazione dei rifugiati; d. lo sviluppo delle caratteristiche personali dei migranti nel contesto della realizzazione delle loro capacità imprenditoriali; e. la domanda di ricerca orientata alla pratica soprattutto con una prospettiva a lungo termine dell’integrazione dei migranti attraverso le loro attività imprenditoriali, lo studio diagnostico attento delle diverse peculiarità dei paesi ospitanti. 4) Le risposte alle ulteriori questioni affrontate nel documento scientifico sono: a. le esperienze più utili nel lavoro con migranti e rifugiati sono state basate su approcci interattivi e partecipativi in cui i problemi, le opportunità e le storie di successo potevano essere condivisi con un metodo individualizzato e una guida personalizzata (ad esempio, formazione e tutoraggio face-to-face). Tuttavia, l’apprendimento online presenta vantaggi in termini di flessibilità oraria, costi ridotti o nessun costo e possibile assistenza online in presenza di ostacoli particolari (ad esempio lingua, assistenza all’infanzia, trasporti); b. la necessità di sviluppare competenze imprenditoriali e aziendali su misura per le comunità di migranti e rifugiati è essenziale in quanto può portare a maggiori benefici globali per la società e l’economia. Il progetto ON-D-GO e i suoi risultati sono il miglior esempio di tale affermazione.

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Riferimenti Bizri, R. M. (2017). Refugee-entrepreneurship: A social capital perspective. Entrepreneurship & Regional Development, 29(9-10), 847868. European Commission. (2013). Entrepreneurship 2020 action plan: reigniting the entrepreneurial spirit in Europe. Freiling, J., & Harima, A. (2019). Refugee Entrepreneurship: Learning from Case Evidence. In Refugee Entrepreneurship (pp. 255-277). Palgrave Macmillan, Cham. Freudenberg, J., & Halberstadt, J. (2018). How to integrate refugees into the workforce–different opportunities for (social) entrepreneurship. Problemy Zarządzania, (1/2018 (73), t. 2), 40-60. Jones, T., Ram, M., & Villares-Varela, M. (2019). Diversity, economic development and new migrant entrepreneurs. Urban Studies, 56(5), 960-976. Meister, A. D., & Mauer, R. (2018). Understanding refugee entrepreneurship incubation–an embeddedness perspective. International Journal of Entrepreneurial Behavior & Research. Obschonka, M., & Hahn, E. (2018). Personal agency in newly arrived refugees: The role of personality, entrepreneurial cognitions and intentions, and career adaptability. Journal of Vocational Behavior, 105, 173-184. Ram, M., Jones, T., & Villares-Varela, M. (2017). Migrant entrepreneurship: Reflections on research and practice. International Small Business Journal, 35(1), 3-18. ER C PAP

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