Organo di mastro antonino la valle

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L’Organo di Mastro Antonino La Valle Maron Pagine Collesanesi n.3 – Agosto Settembre 1983 Giancarlo Felice Direttore Responsabile Padre Lorenzo Marzullo Amm. Responsabile Redazione :Carlo Ciacomarra Maria Dispenza Giovanni Sapienza Rosario Termotto Realizzazioni grafiche : Mimmo Cirrito Peppe Sceusi

Non so perché, ma quando mi viene da scrivere qualcosetta su ecclesiastici personaggi del nostro lontano passato, me li immagino viaggianti su mule bianche; forse la mia fantasia sarà rimasta influenzata dalle mule bianche viste in tanti films storici, sulle quali, i registi cinematografici solevano far viaggiare Papi d’altri tempi. Oggi. Solo con la mia fantasia, posso immaginare, viaggiante su d’una mula bianca l’Amministratore responsabile del Giornale, Padre Lorenzo Marzullo, il giorno in cui “ vetta scalando “, dovrebbe recarsi a Cefalù per conferire con il Vescovo. Si, solo con la mia fantasia, perché fra l’altro, di mule bianche credo che non ne esistano più a Collesano, sostituite dalle automobili più o meno bianche. La suddetta facezia per introdurre il mio storico discorsetto sull’organo di cui al titolo della rubrica che, inquadrato nelle celebrazioni relative alla elevazione della nostra Chiesa Madre a Basilica minore, vuole aggiungere qualche piccolissima pietra alla “ riedificazione “ della sua storia antica, riesumando per gli affezionati lettori di MARON – PAGINE COLLESANESI, particolari sin ora sconosciuti che. a suo tempo, non trattarono né Mons. Rosario Gallo né il prof. Giuseppe Tamburello e che ho avuto la ventura di trovare nei seicenteschi manoscritti della contabilità della Parrocchia. Se nella precedente rubrica, dai sopradetti manoscritti è partorita “ A TRUVATURA “ o il ritrovamento della storia della scalinata della Basilica, in questo numero eccovi il ritrovamento della storia dell’organo, uscito dalle mani del celebre Maestro Antonino La Valle; quell’oragno che pur facendo largo o aprendo le porte della Chiesa ai giovani con tanto di chitarre, vorrei, insieme ad altri Collesanesi, sentire ancora suonare nelle festività religiose e commuovermi, come si commuovevano i nostri antenati, innalzando col suo bel suono, lodi al Signore. Ed andiamo alla storia dell’organo: siamo nel 1626 e già la Chiesa Madre, da quel lontano 1484 in cui s’erano viste alzate le sue mura perimetrali, s’era man mano arricchita d’opere d’arte quali le preziose sculture marmoree a mezzo rilievo della Cappella del SS. Sacramento, datate 1550 e 1552; la grandiosa


scultura lignea del Crocifisso detto “ della Provvidenza “ , datata 1555; gli affreschi di Giuseppe Salerno e Gaspare Vazzano, risalenti rispettivamente al 1620 e 1624 e tant’altre opere d’arte. Un neo, un piccolo neo, era costituito dall’organo, un vecchio organo che, oltre a non intonarsi con la bellezza delle sopradette opere d’arte, non rispondeva più per niente alle esigenze liturgiche, guastandosi continuamente e costituendo la disperazione di don Giacinto Collesano, organista della Chiesa Madre a onze 3 l’anno ( lire 38,25 ) e, volendo far pure notizia, anche di Mastro Domenico Lazzara che s’occupava di “ MENARE I MANTICI “ per un onza l’anno. E’ chiaro che i corrispettivi in lire riportati tra parentesi sono da intendere con riferimento al potere d’acquisto. Sino al 1972, i mantici che immettevano l’aria nella canne dell’organo, erano azionati a mano; oggi, la loro funzione è affidata ad una ventola elettrica. In quel lontano 1626, dicevo, tante e tali furono le rimostranze di don Giacinto Collesano che l’Arciprete, Don Stefano Regina, si decise a… noleggiare una cavalcatura ( mula bianca ce l’aggiungo io ) per tarì 7 e portarsi a Cefalù col precipuo scopo di chiedere al Vescovo, Fra Stefano Muniera, di poter levare l’organo vecchio e portarlo in Palermo e di poter prendere onze 20 di capitale del patrimonio della Parrocchia per darle a Mastro Antonino La Valle, Palermitano, come caparra dell’organo nuovo che questi si sarebbe impegnato a venire a montare a Collesano. Il viaggio ebbe esito positivo ed abbiamo, minutamente descritte nei conti del successivo anno 1627, tutte le spese sostenute per la compera e l’installazione della bell’opera che fu ornata di sculture in legno pitturate in oro zecchino, cosi come ancor oggi abbiamo la ventura di vederla, a mezz’aria, tra le prime due colonne a sinistra della navata centrale della Chiesa. E, tra le varie note di spese, ecco le più interessanti che riporto fedelmente : “ PAGATI A MASTRO ANTONINO LA VALLE, ORGANARO, IN DIVERSE PARTITE, ONZE 50, ( LIRE 637,50 ) PER ATTO FATTO IN NOTAIO TORTORETI IN DATA 2 AGOSTO 1627 “. Altra spesa di onze 2, tarì e e grana 15, è cosi giustificata nei conti: “ PER IL MANGIARE AL MASTRO DELL’ORGANO, PAGATO A DON GIACINTO COLLESANO, E PIU’ PER NEVE E VINO, IL GIORNO MENTRE FACEVA SERVIZIO DI GIORNATE 15 “. Nei giorni che Mastro Antonino La Valle sostò a Collesano, come si può arguire da quanto sopra, fu ospitato a cura di don Giacinto Collesano il quale, durante quegli afosi giorni estivi di lavoro, non gli fece mancare vino fresco e rinfreschi vari. Per la costruzione del palco su cui fu collocato l’organo e per la sistemazione dell’uno e dell’altro, furono chiamati diversi artigiani, muratori e falegnami di Collesano, a tarì 5 il giorno; nei conti infatti figurano un Mastro Pietro Brancato, un mastro Giacomo Bisesi e un mastro Giuseppe Rustici. Il palchetto dell’organo, come si può vedere ancora oggi, è adornato di ben 13 quadretti ad olio su tela, misuranti cm.65x40 ciascuno ; solo i 4 laterali sono di appena pochi centimetri più larghi. In detti quadretti sono raffigurati Cristo risorto, San Pietro, San Paolo ed altri 10 apostoli. Ed eccovi ancora un’altra importante notizia ricavata dai surriferiti conti: “ PER PINGERE LI QUADRETTI DELL’ORGANO “ , il pittore Geronimo Lombardo s’ebbe la somma di 8 tarì. Francamente la detta somma mè parsa oltremodo modesta se si considera che lo stesso pittore ( che potrebbe identificarsi con un Geronimo


Lombardo, morto a Collesano il 28.3.1639, all’età di 60 anni ), per avere ornato di pittura su carta “ Il Sepolcro “ allestito nella Chiesa Madre il Giovedì Santo dell’anno 1623, s’ebbe ben 26 tarì. Geronimo Lombardo, pittore a Collesano, è certamente una bella notizia; a lui non accennano né Rosario Gallo né Giuseppe Tamburello, nei loro, libri; togliendo il suo nome dall’OBLIO, è stato per me come dirgli grazie anche per quel poco che, dopo tanti secoli, di lui ci resta. Coime potete vedere, cari lettori, è proprio interessante la storia delle belle opere d’arte del nostro antico paesello; tutta ancora da scoprire, tutta ancora da studiare. E, di buon aiuto a questo scopo, saranno certamente i seicenteschi libri contabili della Chiesa che fortunatamente ancora abbiamo e che, per interessamento del parroco, Mons. Angelo Onorato, nel corrente anno 1983, a cura della Sovrintendenza ai Beni Librari della Sicilia Occidentale, dott.ssa Dotto, sono stati, opportunamente disinfettati, sistemati su appositi scaffali metallici, si da renderli consultabili.


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