La saga di Lucifero – Capitolo 2 – La Caduta Ancora risuona nelle mie orecchie il terribile fragore della caduta, ancora tremano le mie ginocchia e piango lacrime di disperazione. Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo quei terribili e spaventosi momenti e mi chiedo se questo fosse veramente necessario, mi chiedo se Lucifero si sia mai reso conto del progressivo degrado del suo cuore e della sua luce. Oh Dio, Tu sei la misericordia, aiutami a capire ed a raccontare affinche’ i figli dell’uomo sappiano vedano e capiscano come siamo arrivati a questo punto, come un angelo di pura luce sia diventato pura oscurita’ Ma esiste poi l’oscurita’? Se lo chiedessi a lui, al ribelle caduto, mi risponderebbe certamente di si. Mi chiedo se lui, nell’oscurita’ in cui e’ caduto si senta felice, ma lo conosco nel profondo, nell’abisso in cui e’ caduto mi risponderebbe sicuramente qualcosa del tipo:\ <<Meglio essere il signore del male, il temuto nemico da tutti che essere un ubbidiente soldato, una pedina di una luce che controlla e governa tutto>> Non so ormai quante volte ho provato a spiegargli che Dio e’ la vita senza costrizione, ma non sono mai riuscito a fargli capire. Si e’ chiuso in una ostinazione tremenda, in un rigido orgoglio da cui non potra’ mai fuggire, eppure ricordo quando gioiva in Dio e con Dio. Ricordo il suo splendido fulgore e ricordo la sua melodia unita a quella di Dio per la Gloria. Nel palazzo di cristallo, se cosi’ ve lo posso descrivere, non esisteva nessun angelo come lui, non esisteva nessuno che sapesse conformarsi come lui alla volonta’ divina, essere uno con lo spirito divino, eppure tutto questo fini’ e fini’ proprio male. Ricordo il bellissimo volto che aveva, un volto che per qualche istante riesce ancora a ricreare nelle sue illusioni, ma sono illusioni, ormai si nutre proprio di queste, di una rabbia senza confine, di un odio senza ragione e perche’, se glielo chiedessimo lui direbbe qualcosa del tipo: <<Dio mi ha discriminato, Dio mi ha ridotto in questo stato, io ho solo voluto affermare il mio io, il mio essere, il mio destino>> In queste parole si racchiude tutta la disperazione della caduta. Lo vedo progressivamente trasformarsi, lentamente ed inesorabilmente diventare prima l’accusatore dell’uomo, poi senza posa e senza trega il suo persecutore. Non ho mai capito perche’ odi cosi’ tanto l’uomo. L’uomo e’ mortale, la sua vita e’ un battito d’ali, un momento insignificante nella storia dell’universo: per questo Dio lo ama cosi’ tanto, lo ama nelle sue imperfezioni e nelle sue mutevoli idee e mode, lo ama e gli ha dato anche una legge Gli angeli, al contrario, sono spirito, sono immortali, possono guardare il volto di Dio, ma tu, Lucifero, lo hai capito? <<No, non e’ possibile, noi siamo quelli che devono essere amati da Dio piu’ di tutti, noi siamo i prediletti, noi abbiamo visto la creazione di tutto, noi e solo noi... ed io, in particolare, sono il migliore di tutti voi, Dio mi ha dato la facolta’ di dare la luce e sono cosi’ perfetto da poterla anche creare questa luce>>
Cosi’ rimuginavi e Dio si crucciava, Dio sapeva che ti stavi allontanando, lo vedeva, vedeva come sottilmente stavi cambiando una nota qui ed una nota li per influenzare gli altri: assisteva e sapeva che non avrebbe potuto dissuaderti se non privandoti della percezione di te stesso, se non rendendoti un automa. Dio poteva mai volere questo? No! Dio ti ha amato sino all’ultimo istante del tuo tradimento, ti ha amato, anche quando vedeva che ti stavi perdendo. <<No, non mi ha mai amato, mi ha usato come si usano delle belle bamboline>> Questo mi dicesti molte volte, mi dicevi facendo crescere dentro di te la rabbia ed il progetto di vendetta; intanto si mutava la tua bellezza. Ah ricordo ancora il tuo splendore puro, quando non volevi lottare contro Dio, non lo volevi sfidare, ricordo come la perfezione tua fosse quasi divina, ma poi tu no, non potevi accettarlo <<Io, io , sempre io e solo io>> questo iniziavi a ripetere nel tuo cuore ed a corrompere gli altri angeli e come ci sei riuscito? Me lo chiedo spesso e me lo sono chiesto spesso in questi eoni senza fine, vedendoti imprigionato sulla terra, vedendoti manipolare gli uomini, corrompere i loro semplici cuori. Tu potevi vedere Dio, loro no, non ti bastavano questi privilegi? <Voglio di piu’, merito di piu’, sono migliore degli altri>> E lo eri, primo tra gli angeli, ma poi ti sei perso ed in questa depravazione e’ caduta la tua bellezza, la tua melodia si e’ trasformata in un rabbioso lamento. Se faccio attenzione lo posso sentire anche adesso, una musica ripetitiva, ipnotica, tormentata, velata di odio e disperazione, ma anche suadente. <<Ecco, io mi pongo in guerra contro di te, contro le tue creature, contro i tuoi angeli>> questo dici nel profondo di tutte le tue cospirazioni, ti conosco ormai da sempre, quante volte hai provato a convincermi ed io a convincere te, in fondo sento il tuo odio profondo anche contro di me. Ti sei posto al centro di una guerra che vuoi vincere, ma che non puoi vincere, o forse non la vuoi affatto vincere? Mi chiedo, nel profondo delle mie solitudini, se tutto questo non sia il comportamento di ribellione di un bambino verso suo padre, un comportamento solo per attirare la Sua attenzione... eppure io l’ho visto, ho visto Dio piangere per la tua caduta, ho visto il dolore nei suoi occhi, la colpa di tutto quello che accadde e’ tua. Tu hai dichiarato una guerra senza fine, tu hai cercato la tua separazione perche’ sei incapace di dire <<Noi>>, sei diventato incapace di piegarti ad ascoltare la volonta’ di tuo padre. Ti vedo ancora cadere nell’abbisso, vedo le tue ali mutare, il tuo corpo mutare, l’oscurita’ avvolgere le tue membra, i tuoi occhi infiammarsi del male e la bocca storpiarsi in quel ghigno che ti accompagna nell’eternita’ Sento il rombo del palazzo di ghiaccio che si squarciava, gli angeli sedotti cadere con te e tu iniziasti a ridere. La tua risata, ormai ridotta ad un ghigno, e tu creasti la tua corte ad imitazione del palazzo celeste.
Ricordo il tuo ghigno di rabbia ed il tuo tentativo di tornare << Io sono piu’ forte, questa e’ casa mia, non mi puoi cacciare>> urlavi in vano, ormail il danno era fatto. <<Io tornero’ per sterminarvi tutti>> urlasti ricadendo sulla terra e sprofondando nel tuo abbisso. E vidi tutti gli angeli piangere per te, Dio piangere per te, perche’ la tua corruzione era ormai senza rimedio. << Io tornero’ per uccidere tutti voi e tutti i figli dell’uomo>> e con questa promessa si chiuse la terra sopra la tua testa.