Carp Fishing Mania numero 6

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N. 6 MARZO 2012 MENSILE E 5,50

• Po: le isole boschive • Tutto sui bait dip • Elastic Arm •Munga mix • I.T.E.M.

2 Specità 1 i nov 20

hot

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Magra: la rinascita

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Record a Viverone

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Tariffa ROC – POSTE ITALIANE Spa – Sped. Abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n. 46) – Art. 1 C. 1 – LO/MI

Tecnica

la

taaclekle

Top

ISSN 2239-6977

WWW.CARPFISHING-MANIA.IT


N. 6 MARZO 2012 MENSILE E 5,50

• Po: le isole boschive • Tutto sui bait dip • Elastic Arm •Munga mix • I.T.E.M.

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EDITORIALE

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Il network Carp Fishing Mania diventa ancora più ricco: dopo rivista, pagina Facebook, Twitter e canale tematico YouTube, ecco il sito con news, video, approfondimenti e blog!

qui si cresce in fretta

SPINNING mania

Il mensile più completo per gli amanti della pesca con le esche artificiali in mare e in acqua dolce: i più grandi esperti e un fantastico regalo per chi si abbona!

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Il mensile più completo per gli amanti della pesca dalla spiaggia: i consigli dei più grandi esperti e un fantastico regalo per chi si abbona!

P

E

ra giugno, appena otto mesi fa, eppure mi sembra di aver vissuto un’intera vita, che sia diventatao padre, nonno e bisnonno da quante energie ho speso, io e tutto lo staff di Carp Fishing Mania, per partorire questo progetto. La sensazione più forte, specie dopo il bagno di folla del Carp Show e del CarpItaly, è l’appagamento. Non perché abbiamo raggiunto chissà quale obiettivo, bensì perché dopo otto mesi di lavoro e sei numeri in edicola, chi ci guarda ha perso quell’aria diffidente dal volto... quella che in genere vuol dire “no, un’altra rivista?”. Beh, ragazzi miei, Carp Fishing Mania non è “un’altra rivista”, ma il progetto editoriale che le giovani leve di un mercato in difficoltà hanno creato per combattere quell’aria di stanchezza verso modelli comunicativi un po’ logori. All’inizio, per dirla “potabile”, non ci calcolava nessuno. Ora, inverce, non sappiamo più a chi dare i resti, tante sono le cose in ballo. Noi ci andiamo con i piedi di piombo. Prima di tutto continuiamo dritti sulla nostra strada con la compagnia di chi ha creduto in noi fin da subito, e penso all’immenso Mauro Pitorri, a Stefano Forcolin, ad Agostino Zurma, a Simone Bertoni, a Stefano Marconi. Loro sono il nostro tesoro. Si sono aggiunti altri, portatori sani di contenuti all’altezza di queste pagine. Se ne aggiungeranno altri ancora, ed è il caso dell’arcinoto Massimo Mantovani, lo sparigliacarte del carp fishing italiano, che in questo numero firma il primo di una lunga serie di interventi ospitati da una rubrica tutta sua. E nel prossimo numero, tanto per capirci, ospiteremo Sandro Meloni, che ai carpisti dice poco, ma nel mondo della pesca è un semidio, padre del surfcasting e campione di long casting, per provare le canne dedicate alla nostra tecnica e scoprire come migliorare o addirittura reinventare il lancio. Il network che abbiamo creato nasce dall’urgenza di dimostrare che si può parlare di carp fishing in mille modi diversi e dalla necessità di dimostrare a noi e agli altri che Paolo Meneghelli ed io non siamo finiti insieme a progetti che hanno vissuto una fine ingloriosa se si pensa a quale solidità avevano acquisito nel giro di poco tempo. Chi ruota attorno al mondo di questa specialissima tecnica ora sa che, per dirla alla milanese, non siamo qui a pettinare le bambole, e che il nostro entusiasmo e le nostre idee non hanno nulla a che fare con chissà quale tornaconto personale. A parlare di pesca, credetemi, non ci si arricchisce, per lo meno non di denaro. La nostra ricchezza più grande è l’apprezzamento di chi, come noi, vive una passione come un’urgenza, una necessità dell’animo. E questa è moneta sonante, altro che trenta denari a tintinnare in saccoccia.

Il

corsivo

Giulio Marcone

Di Paolo Meneghelli

iù rivedo il video della conferenza sul vintage che ho moderato al Carp Show di Ferrara più penso di aver trovato le risposte che cercavo. Le ho capite dai gesti, dalle parole, dagli sguardi di Giorgio e Sandro. La domanda fondamentale era semplice e racchiudeva il senso di tutto l’incontro: che cos’ha un pioniere del carp fishing di diverso da me, da noi? La risposta è semplice: la purezza. Niente alchimie, niente trucchi, niente magie: Giorgio, Sandro e tutti quelli che hanno assaporato i primi assaggi di carp fishing sono stati guidati dalla purezza dei loro intenti e delle loro aspirazioni. Fateci caso: i punti più interessanti della conferenza sono stati quelli in cui Sandro e Giorgio hanno raccontato e si sono raccontati. Puro flusso di memorie e di emozioni, cose vere, sentite, non inquinate. Da pescatori a pescatori. Gli ho chiesto di pod, di esche, di attrezzature, di differenze tra ieri e

oggi… ma aveva senso? No, per loro non lo aveva. Ho capito che non devi cercare la ricetta segreta ma semplicemente ascoltarli in quello che hanno da dirti. Perché non sono diversi da noi; sono pescatori con la stessa “malattia” che scorre nelle nostre vene: la marcia in più è solo la capacità di scrollarsi di dosso le sovrastrutture, che loro non hanno avuto perché sono stati costretti a fare tutto da soli. Il vero pioniere è quello che non sa di esserlo. O forse lo sa, ma ciò che ha fatto è stato per lui la cosa più naturale al mondo. Come lo è per noi rilasciare oggi una carpa…


MAGRA Le carpe dopo l’alluvione

GRANDTEO INSER E ON-Lt spIoNt, dritte:

Cartina, hoa nostra pagina all scaricalo d ook e dal sito b e c a F

COVER STORY

34 FLOWER POWER Le splendide immagini di Flower, pesce storico del Viverone e nuovo record del lago, catturato dai Fratelli Cafudda

I.T.E.M.: LA RICETTA DEGLI ENDURO Postazione “sfigata”? Nient’affatto: come tirare fuori il meglio seguendo 4 regolette

sbagliando si impara

58

Una nuova stagione (senza errori)

38 RUN & JAM

74

SOMMARIO

48

SUPER DIP

70

I canali navigabili: una nuova frontiera?

Ammolli, food dip, booster, attrattori naturali: prendiamole per la gola!

ISOLE BOSCHIVE Gli ambienti più selvaggi del Grande Fiume

84


LE RUBRICHE PER APpROFONDIRE Anno II - N. 6 - Marzo 2012 direttore responsabile

Giulio Marcone giulio.marcone@pentapress.it

fango buono, fango cattivo I fondali molli non sono sempre da evitare: il benthos ci sguazza...

In redazione: Fabio Marotta, Paolo Meneghelli

42

28

Impaginazione e dtp: Andrea Carpani Hanno collaborato: Simone Bertoni, Fbi Team, Stefano Forcolin, Isabella Giomi, Nicholas Holzer, Lukas Kràsa, Max Mantovani, Stefano Marconi, Mauro Pitorri, Team Korda, Agostino Zurma

Foto: Simone Bertoni, Lorenzo Bissolotti, Fbi Team, Stefano Forcolin, Nicholas Holzer, Lukas Kràsa, Giulio Marcone, Paolo Meneghelli, Mauro Pitorri, Team Korda, Agostino Zurma Disegni e computer graphics: Emiliano Marazzi

novità 2012

DIREZIONE E REDAZIONE Via Garberini, 18 - 27029 Vigevano (Pv) Tel. (+39) 0381 290005 - Fax (+39) 0381 38.20.28 PUBBLICITà Davide Morino (Responsabile commerciale) Tel. (+ 39) 348 12.19.449 davide.morino@pentapress.it EDITORE: PENTA PRESS S.R.L

Tutto il meglio delle fiere di Ferrara e di Gonzaga

54

carp news Notizie, aggiornamenti, indiscrezioni e racconti dal mondo dei carpisti

Sede legale: Via Savona, 123 - 20144 Milano Publisher: Riccardo Zago riccardo.zago@pentapress.it Responsabile di produzione: Andrea Carpani andrea.carpani@pentapress.it DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA SO.DI.P. “Angelo Patuzzi” S.p.A. Via Bettola, 18 - 20092 Cinisello Balsamo (Mi) Tel. (+39) 02 66.03.01 - Fax (+39) 02 66.03.03.20 STAMPA PUNTOWEB S.r.l Via Var. di Cancelliera, snc 00040 Ariccia (Rm) Tel. (+39) 06 93.49.721 - Fax (+39) 06 93.49.72242 CARP FISHING MANIA Pubblicazione mensile registrata al Tribunale di Milano il 27.06.2011 con il numero 338 Sped. Abb. Post. 45% Milano Tassa Riscossa Cpm Roserio

MUNGA MIX Catture in sequenza con la nuvola attrattiva

ELASTIC ARM Bracciolo elastico: per non slamare più

66

Una copia Euro 5,50 Sono vietati la pubblicazione e l’utilizzo anche solo parziale di testi, fotografie e disegni, se non espressamente autorizzati da Penta Press S.r.l. titolare del Copyright. L’invio di fotografie e materiale dattiloscritto alla redazione ne autorizza implicitamente la pubblicazione a titolo gratuito su qualsiasi opera, editata su qualsiasi supporto anche multimediale, della Penta Press S.r.l. Tutto il materiale inviato alla redazione non verrà restituito, salvo precedenti accordi. INFORMATIVA AI SENSI DEL CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI (Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003) Il Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 ha la finalità di garantire che il trattamento dei Vostri dati personali si svolga nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali e della dignità delle persone, con particolare riferimento alla riservatezza e all’identità personale. Vi informiamo, ai sensi dell’art. 13 del Codice, che i dati personali da Voi forniti, ovvero altrimenti acquisiti nell’ambito dell’attività da noi svolta, potranno formare oggetto di trattamento per le finalità connesse all’esercizio della nostra attività. Per trattamento di dati personali si intende la loro raccolta, registrazione, organizzazione, conservazione, elaborazione, modificazione, selezione, estrazione, raffronto, utilizzo, diffusione, cancellazione, distribuzione, interconnessione e quant’altro sia utile per l’esecuzione del servizio, compresa la combinazione di due o più di tali operazioni. Il trattamento dei Vostri dati per le finalità sopraindicate avrà luogo prevalentemente con modalità automatizzate e informatiche, sempre nel rispetto delle regole di riservatezza e di sicurezza previste dalla legge e con procedure idonee alla tutela delle stesse. Il titolare del trattamento dei dati personali è PENTA PRESS S.r.l., con sede legale in Milano, nella persona del legale rappresentante; responsabili del trattamento sono i dipendenti e/o professionisti incaricati da PENTA PRESS S.r.l., i quali svolgono le suddette attività sotto la sua diretta supervisione e responsabilità. Il conferimento dei dati personali da parte Vostra è assolutamente facoltativo; tuttavia l’eventuale Vostro rifiuto ci rende impossibile l’esecuzione di alcun adempimento contrattuale. I dati o alcuni di essi, per i fini di cui dianzi, potranno essere comunicati a: società appartenenti al medesimo gruppo societario di cui fa parte PENTA PRESS S.r.l.; soggetti esterni che svolgano funzioni connesse e strumentali all’operatività del Servizio, come, a puro titolo esemplificativo, la gestione del sistema informatico, l’assistenza e consulenza in materia contabile, amministrativa, legale, tributaria e finanziaria; soggetti cui la facoltà di accedere ai dati sia riconosciuta da disposizioni di legge o da ordini delle autorità. Un elenco dettagliato dei predetti soggetti è disponibile presso PENTA PRESS S.r.l. Vi informiamo, inoltre, che potrete consultare, modificare, opporVi o far cancellare i Vostri dati o comunque esercitare tutti i diritti che Vi sono riconosciuti ai sensi dell’art. 7 del Codice, inviando una lettera raccomandata a PENTA PRESS S.r.l. agli indirizzi sopra indicati. Se volete consultare il testo completo del Codice in materia di protezione dei dati personali, visitate il sito ufficiale dell’Autorità Garante www.garanteprivacy.it.

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POST OFFICE Max ATTACK! Il diario di Massimo Mantovani

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Hot stuff

Lo Scricciolo Rod Pod RP105 90

GURU’S CORNER

Le mosse di Danny 94

spotlight

I riflettori sul mercato 96

PROSSIMO NUMERO

8


UNDERWATER

L’ittiologo pescatore a lezione da STEFANO MARCONI

mo Milemese

si prossimo della parlabbia sa

La lente d’ingrandimento della scienza CARPE, AMBIENTI E CURIOSITÀ SPIEGATI DAL PROF

MUD CARP

Per non perdere le lezioni di Stefano abbonati a Carp Fishing Mania su www.pentapress.it

N

o, non c’è nessun errore. Sappiamo bene che il titolo probabilmente farà pensare a qualche svista di impaginazione o di battitura. Ma non è così. Semplicemente, ci siamo divertiti (come al solito) con un gioco di parole “anglosassone” per rendere il tutto meno banale. Mud, infatti, in inglese significa “fango”, che è proprio l’argomento trattato nelle prossime righe. Nel numero precedente abbiamo parlato di ruvide rocce, ma questa volta cadiamo sul “morbido”, sul “molle” che troppe volte viene considerato una sciagura ma che in realtà custodisce parecchie leccornie per le baffone. Quali? Scopriamolo insieme.

Fango “vero” vs. artificiale

Facendo una semplice ricerca sui dizionari italiani scopriamo che il fango è una “miscela di terra o polvere mista ad acqua a formare una poltiglia o melma”. Per i nostri “affari”, però, non basta. Infatti, il fango può essere composto da diverse particelle, di diversa origine e di diversa granulometria (dimensioni). E pure il suo aspetto finale (composizione) può variare in base alle sostanze che ne hanno portato

Nel fango non si prendono le carpe! Quante volte l’abbiamo sentito dire? E poi, gli inneschi non si presentano bene, le palline sono maleodoranti, le carpe evitano le zone fangose come la peste… Ma è tutto vero? No: grazie alla “lezione” di questo mese scopriamo infatti che il fango è un mondo abitato da esserini gustosi, molto nutrienti e praticamente irresistibili per le carpe 28 | carp fishing Mania

all’origine. Il fango, infatti, è una sostanza liquiforme risultato di diversi processi, divisi in due macrocategorie: antropici, ovvero fatti dall’uomo, e naturali. Se diamo un’occhiata ai fanghi di origine antropica, che per lo più sono il derivato dei processi di depurazione dell’acqua, ci rendiamo subito conto di come siano un condensato di schifezze, tra cui ci sono anche, ahinoi, metalli pesanti e sostanze tossiche. Insomma, sono “ambienti” decisamente inospitali per le forme di vita. Per il fango di origine naturale, però, la faccenda cambia, e non poco. In natura il fango deriva da processi di degradazione delle sostanze organiche a opera di batteri e macrobenthos e dalla disgregazione delle rocce. Nel fango naturale, quindi, hanno sede diversi processi organici a opera di esseri viventi che si cibano dei detriti (organici anche questi) nei vari stadi di decomposizione e che diventano cibo per le nostre avversarie.

Che cos’è il benthos?

Capite le differenze tra fango “buono” e “cattivo”, continuiamo la trattazione mettendo qualche puntino sulle “i”. Si sente spesso parlare di benthos (siamo noi i

Ecco un chiaro esempio di spot “fangoso”: quando il Lago di Guardialfiera è basso, i carpisti camminano (a fatica) sul “morbido”..

I vecchi appuntamenti con Stefano in video solo su CFManiaMag www.youtube.com

Stefano Marconi è su Twitter follow @Stefano_Marconi www.twitter.com

Se hai domande, dubbi o curiosità cerca il nostro gruppo su FB www.facebook.com

SI FORMA COSì Ci sono tre “categorie” di fango catalogate in base al (lungo) processo di formazione

L

a composizione del fango è molto diversa e sitospecifica (cioè legata al bacino in particolare). La sostanza melmosa si può formare sia dalla disgregazione di rocce e aggregati terrosi sia dalla degradazione del residuo vegetale (piante acquatiche, foglie, rami). Dal punto di vista scientifico, il fango è diviso in tre categorie: DOM, ovvero Dissolved Organic Matter (sostanza organica disciola),

con dimensioni inferiori 0,45 μm; FPOM, ovvero Fine Particulate Organic Matter (sostanza organica particolata) di dimensioni comprese tra 0,5 μm e 1 mm; CPOM, ovvero Coarse Particulate Organic Matter (sostanza organica particolata grossolana) con dimensioni maggiori a 1 millimetro (residui vegetali e detriti). Nel disegno qui sotto (tratto dal Manuale LIRICA dell’Università di Milano) ecco come si formano i tre “fanghi”.

Detrito organico vegetale Microorganismi

DOM

Degradazione fisica DOM

Frammentatori

LUCE

FPOM

FPOM

Alghe - diatomee Produttori

Raschiatori Collettori Predatori vertebrati

Predatori invertebrati

Il processo di formazione del fango ha diverse origini. I detriti organici vegetali vengono degradati da batteri e microrganismi (degradazione microbica) e, inoltre, possono andare incontro a una divisione di tipo meccanico a opera dei cosiddetti organismi “frammentatori” che, come suggerisce il termine stesso, sminuzzano e in parte si cibano soprattutto di foglie e residui di macrofite (alghe), estendendo così le superfici “di attacco” dei batteri. Un’altra fonte del fango è la componente autotrofa, come le diatomee, che una volta morte vanno a creare la DOM, che per meccanismi di aggregazione si può trasformare in FPOM, originando materiale più grossolano (incluso nel fango). Ricordiamoci che tutte queste trasformazioni di materia ed energia sono fondamentali per i predatori, tra cui troviamo anche i pesci.


UNDERWATER

L’ittiologo pescatore a lezione da STEFANO MARCONI

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o, non c’è nessun errore. Sappiamo bene che il titolo probabilmente farà pensare a qualche svista di impaginazione o di battitura. Ma non è così. Semplicemente, ci siamo divertiti (come al solito) con un gioco di parole “anglosassone” per rendere il tutto meno banale. Mud, infatti, in inglese significa “fango”, che è proprio l’argomento trattato nelle prossime righe. Nel numero precedente abbiamo parlato di ruvide rocce, ma questa volta cadiamo sul “morbido”, sul “molle” che troppe volte viene considerato una sciagura ma che in realtà custodisce parecchie leccornie per le baffone. Quali? Scopriamolo insieme.

Fango “vero” vs. artificiale

Facendo una semplice ricerca sui dizionari italiani scopriamo che il fango è una “miscela di terra o polvere mista ad acqua a formare una poltiglia o melma”. Per i nostri “affari”, però, non basta. Infatti, il fango può essere composto da diverse particelle, di diversa origine e di diversa granulometria (dimensioni). E pure il suo aspetto finale (composizione) può variare in base alle sostanze che ne hanno portato

Nel fango non si prendono le carpe! Quante volte l’abbiamo sentito dire? E poi, gli inneschi non si presentano bene, le palline sono maleodoranti, le carpe evitano le zone fangose come la peste… Ma è tutto vero? No: grazie alla “lezione” di questo mese scopriamo infatti che il fango è un mondo abitato da esserini gustosi, molto nutrienti e praticamente irresistibili per le carpe 28 | carp fishing Mania

all’origine. Il fango, infatti, è una sostanza liquiforme risultato di diversi processi, divisi in due macrocategorie: antropici, ovvero fatti dall’uomo, e naturali. Se diamo un’occhiata ai fanghi di origine antropica, che per lo più sono il derivato dei processi di depurazione dell’acqua, ci rendiamo subito conto di come siano un condensato di schifezze, tra cui ci sono anche, ahinoi, metalli pesanti e sostanze tossiche. Insomma, sono “ambienti” decisamente inospitali per le forme di vita. Per il fango di origine naturale, però, la faccenda cambia, e non poco. In natura il fango deriva da processi di degradazione delle sostanze organiche a opera di batteri e macrobenthos e dalla disgregazione delle rocce. Nel fango naturale, quindi, hanno sede diversi processi organici a opera di esseri viventi che si cibano dei detriti (organici anche questi) nei vari stadi di decomposizione e che diventano cibo per le nostre avversarie.

Che cos’è il benthos?

Capite le differenze tra fango “buono” e “cattivo”, continuiamo la trattazione mettendo qualche puntino sulle “i”. Si sente spesso parlare di benthos (siamo noi i

Ecco un chiaro esempio di spot “fangoso”: quando il Lago di Guardialfiera è basso, i carpisti camminano (a fatica) sul “morbido”..

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SI FORMA COSì Ci sono tre “categorie” di fango catalogate in base al (lungo) processo di formazione

L

a composizione del fango è molto diversa e sitospecifica (cioè legata al bacino in particolare). La sostanza melmosa si può formare sia dalla disgregazione di rocce e aggregati terrosi sia dalla degradazione del residuo vegetale (piante acquatiche, foglie, rami). Dal punto di vista scientifico, il fango è diviso in tre categorie: DOM, ovvero Dissolved Organic Matter (sostanza organica disciola),

con dimensioni inferiori 0,45 μm; FPOM, ovvero Fine Particulate Organic Matter (sostanza organica particolata) di dimensioni comprese tra 0,5 μm e 1 mm; CPOM, ovvero Coarse Particulate Organic Matter (sostanza organica particolata grossolana) con dimensioni maggiori a 1 millimetro (residui vegetali e detriti). Nel disegno qui sotto (tratto dal Manuale LIRICA dell’Università di Milano) ecco come si formano i tre “fanghi”.

Detrito organico vegetale Microorganismi

DOM

Degradazione fisica DOM

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LUCE

FPOM

FPOM

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Il processo di formazione del fango ha diverse origini. I detriti organici vegetali vengono degradati da batteri e microrganismi (degradazione microbica) e, inoltre, possono andare incontro a una divisione di tipo meccanico a opera dei cosiddetti organismi “frammentatori” che, come suggerisce il termine stesso, sminuzzano e in parte si cibano soprattutto di foglie e residui di macrofite (alghe), estendendo così le superfici “di attacco” dei batteri. Un’altra fonte del fango è la componente autotrofa, come le diatomee, che una volta morte vanno a creare la DOM, che per meccanismi di aggregazione si può trasformare in FPOM, originando materiale più grossolano (incluso nel fango). Ricordiamoci che tutte queste trasformazioni di materia ed energia sono fondamentali per i predatori, tra cui troviamo anche i pesci.


Top tackle

Attrezzi sott’occhio

Canne, mulinelli, lenze, minuteria, buffetteria L’ATTREZZATURA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO

?! Novità2012

Dal garage di PAOLO MENEGHELLI

HOT WHAT’S

Leggi il blog di Paolo sul sito ufficiale clicca su “Bar Santiago” in home page www.carpfishing-mania.it

CANNE DAIWA BASIAIR

Partecipa alla vita di redazione Scrivici i tuoi consigli sulla pagina fan www.facebook.com

Memo il mes e

Paolo Meneghelli è su Twitter clicca “follow” su @Il_Menega www.twitter.com

solo attrezzi al top, ma occhio alle dieci piedi SHIMANO TRIBAL 50 CAL CENTURY C2

pross imo le app carpis del ta

In una parola: spettacolare. La Basiair è costruita secondo il nuovo sistema 3D Cross Wrapping, un rivestimento supplementare di fibre non più orientate in due sole direzioni, ma in tre. Il grezzo, realizzato in Super SVF Graphite, non subisce così torsioni: lanci più precisi e migliore reattività nel recupero. Anelli in SiC (le guide sono Fuji Titanium K-Guides), placca Alps alleggerita, 3 versioni, fodero in neoprene in dotazione. Il top.

Look retro, prestazioni ultramoderne: la Tribal 50 CAL è il nuovo attrezzo che Shimano ha pensato per chi lancia forte. Il fusto è sottilissimo ed è realizzato con l’HPC, l’High Pressure Carbon, che sopporta meglio la compressione, quindi la parte più violenta nella fase di lancio. Questo si traduce in maggiore reattività quando il piombo deve volare a grandissime distanze. I modelli sono 4, tutti da 12 piedi.

Poteva mancare Century? No: e infatti ecco allo stand Big Fish la C2, dove il “2” sta per Command e Control. L’impresa dei tecnici inglesi è stata quella di combinare grandi doti di lancio a sensibilità e contatto durante il recupero. La C2 è prodotta in 4 modelli rigorosamente in Inghilterra (secondo il sistema HPR) ed è montata con anelli Fuji SiC serie K.

Info: www.fassa.it

Info: www.shimano.it

Info: www.century.gb.com

JRC RAZOR PLAY BOAT

Anaconda Sensible Touch III

Farà parlare di sé perché è un ottimo attrezzo che costa veramente poco. La Razor Play Boat è una canna da 10 piedi per 3 libbre dotata di una potenza notevole per un fusto così sottile. Progettata per la pesca dalla (e con la) barca è diversa dalle altre non solo per il prezzo (siamo sui 100 euro, un affare) ma anche per l’apicale di dimensioni esagerate: i nodi passano che è una meraviglia.

Anaconda è un marchio tedesco che ai nostri show non aveva veri e propri stand. Ma dalle canne alla minuteria, nel suo catalogo c’è proprio tutto. Abbiamo scelto la Sensible Touch III come esempio della produzione al top, anche se non si tratta di una novità assoluta: 4 modelli per una canna di fascia alta, minimal nel design ma decisamente tosta in azione.

Info: www.purefishing.com

Info: www.anaconda-carp.de

Free Spirit Hi-‘S’ Distance

Grazie a Best One finalmente vedremo anche in Italia le canne Free Spirit, attrezzi di alto livello costruiti a mano in Inghilterra. La Hi-‘S’ Distance è definita “awesome”, la meravigliosa: grezzo rapido con rivestimento a nido d’ape, anelli brevettati S-Lites e una resistenza mostruosa sono le caratteristiche peculiari. Non si propone di certo come una canna “facile”: è, all’opposto, un attrezzo da lanciatori esperti e con una certa prestanza fisica.

Info: www.freespiritfishing.com

CANNE

Big Pit, lanci lunghi e maneggevolezza senza pari Shimano Aero Technium Daiwa Windcast S PENN BATTLE MAG 1000 XS-B Al Carpitaly l’abbiamo La serie Windcast è stata una top seller nel

Febbraio, tempo di fiere, di novità e della riscoperta di vecchi gloriosi marchi. Una piccola panoramica di quello che c’era (e, in qualche caso, non c’era) nei due show dedicati ai noi carpisti: il Carp Show & Specialist di Ferrara e il Carpitaly 42 | carp fishing Mania

Costoso è costoso, non ci sono dubbi, ma un big pit che pesa solo 440 grammi non l’avevamo ancora visto. Vincitore del premio come migliore mulinello a bobina fissa all’Efftex 2011, l’Aero Technium Mag è dotato di ingranaggi forgiati a freddo e di un nuovo sistema, l’X Ship, che riduce gli attriti sotto carico e migliora la fluidità del rotore.

2011: big pit leggeri, con tanta tecnologia e un prezzo contenuto. La famiglia quest’anno si allarga: oltre ai modelli X e Z, ecco il Windcast S, che non ha i cuscinetti CRBB e la frizione rapida (QD). La bobina è ultraconica (lanci lunghi) e l’imbobinamento è a spire incrociate. Non è un “mattone”: pesa appena 610 grammi.

visto abbinato alla Razor da 10 piedi e il combo ci è piaciuto un sacco. Si tratta di un mulinello che fa della potenza e dell’affidabilità la sua dote migliore (d’altronde, è Penn!), ma non è un “pachiderma”: piuttosto, è un bel mulinellino perfetto per la pesca con il natante che, grazie alla leggerezza, ci aiuta nelle fasi di combattimento. Il taglia 5000 e il 6000 sono perfetti per i nostri scopi.

Info: www.shimano.it

Info: www.fassa.it

Info: www.purefishing.com

carp fishing Mania | 43


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solo attrezzi al top, ma occhio alle dieci piedi SHIMANO TRIBAL 50 CAL CENTURY C2

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In una parola: spettacolare. La Basiair è costruita secondo il nuovo sistema 3D Cross Wrapping, un rivestimento supplementare di fibre non più orientate in due sole direzioni, ma in tre. Il grezzo, realizzato in Super SVF Graphite, non subisce così torsioni: lanci più precisi e migliore reattività nel recupero. Anelli in SiC (le guide sono Fuji Titanium K-Guides), placca Alps alleggerita, 3 versioni, fodero in neoprene in dotazione. Il top.

Look retro, prestazioni ultramoderne: la Tribal 50 CAL è il nuovo attrezzo che Shimano ha pensato per chi lancia forte. Il fusto è sottilissimo ed è realizzato con l’HPC, l’High Pressure Carbon, che sopporta meglio la compressione, quindi la parte più violenta nella fase di lancio. Questo si traduce in maggiore reattività quando il piombo deve volare a grandissime distanze. I modelli sono 4, tutti da 12 piedi.

Poteva mancare Century? No: e infatti ecco allo stand Big Fish la C2, dove il “2” sta per Command e Control. L’impresa dei tecnici inglesi è stata quella di combinare grandi doti di lancio a sensibilità e contatto durante il recupero. La C2 è prodotta in 4 modelli rigorosamente in Inghilterra (secondo il sistema HPR) ed è montata con anelli Fuji SiC serie K.

Info: www.fassa.it

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JRC RAZOR PLAY BOAT

Anaconda Sensible Touch III

Farà parlare di sé perché è un ottimo attrezzo che costa veramente poco. La Razor Play Boat è una canna da 10 piedi per 3 libbre dotata di una potenza notevole per un fusto così sottile. Progettata per la pesca dalla (e con la) barca è diversa dalle altre non solo per il prezzo (siamo sui 100 euro, un affare) ma anche per l’apicale di dimensioni esagerate: i nodi passano che è una meraviglia.

Anaconda è un marchio tedesco che ai nostri show non aveva veri e propri stand. Ma dalle canne alla minuteria, nel suo catalogo c’è proprio tutto. Abbiamo scelto la Sensible Touch III come esempio della produzione al top, anche se non si tratta di una novità assoluta: 4 modelli per una canna di fascia alta, minimal nel design ma decisamente tosta in azione.

Info: www.purefishing.com

Info: www.anaconda-carp.de

Free Spirit Hi-‘S’ Distance

Grazie a Best One finalmente vedremo anche in Italia le canne Free Spirit, attrezzi di alto livello costruiti a mano in Inghilterra. La Hi-‘S’ Distance è definita “awesome”, la meravigliosa: grezzo rapido con rivestimento a nido d’ape, anelli brevettati S-Lites e una resistenza mostruosa sono le caratteristiche peculiari. Non si propone di certo come una canna “facile”: è, all’opposto, un attrezzo da lanciatori esperti e con una certa prestanza fisica.

Info: www.freespiritfishing.com

CANNE

Big Pit, lanci lunghi e maneggevolezza senza pari Shimano Aero Technium Daiwa Windcast S PENN BATTLE MAG 1000 XS-B Al Carpitaly l’abbiamo La serie Windcast è stata una top seller nel

Febbraio, tempo di fiere, di novità e della riscoperta di vecchi gloriosi marchi. Una piccola panoramica di quello che c’era (e, in qualche caso, non c’era) nei due show dedicati ai noi carpisti: il Carp Show & Specialist di Ferrara e il Carpitaly 42 | carp fishing Mania

Costoso è costoso, non ci sono dubbi, ma un big pit che pesa solo 440 grammi non l’avevamo ancora visto. Vincitore del premio come migliore mulinello a bobina fissa all’Efftex 2011, l’Aero Technium Mag è dotato di ingranaggi forgiati a freddo e di un nuovo sistema, l’X Ship, che riduce gli attriti sotto carico e migliora la fluidità del rotore.

2011: big pit leggeri, con tanta tecnologia e un prezzo contenuto. La famiglia quest’anno si allarga: oltre ai modelli X e Z, ecco il Windcast S, che non ha i cuscinetti CRBB e la frizione rapida (QD). La bobina è ultraconica (lanci lunghi) e l’imbobinamento è a spire incrociate. Non è un “mattone”: pesa appena 610 grammi.

visto abbinato alla Razor da 10 piedi e il combo ci è piaciuto un sacco. Si tratta di un mulinello che fa della potenza e dell’affidabilità la sua dote migliore (d’altronde, è Penn!), ma non è un “pachiderma”: piuttosto, è un bel mulinellino perfetto per la pesca con il natante che, grazie alla leggerezza, ci aiuta nelle fasi di combattimento. Il taglia 5000 e il 6000 sono perfetti per i nostri scopi.

Info: www.shimano.it

Info: www.fassa.it

Info: www.purefishing.com

carp fishing Mania | 43


MADE IN UK

Tu vuò fà... l’inglese

La passione british di NICHOLAS HOLZER Foto di lorenzo bissolotti

mmoo Mperossi il

meseiamo ff camui rig

Tecniche, esche e strategie dei veri pionieri BRIT STYLE NON SOLO IN LAGHETTO

MUNGA Con gli intrugli ci abbiamo preso gusto e in questo appuntamento facciamo uno step forward, un passo avanti: ecco il munga mix, una miscela di pastura per attirare le carpe, tenerle nella nostra area e catturarle in branco, una dopo l’altra. I segreti sono due: la nuvola e… acqua bollente

Per non perdere la serie di articoli Made in Uk abbonati sul sito www.pentapress.it

I

l padre spirituale di ciò che state per leggere è Martin Locke. Sì, perché il termine “munga” l’ha inventato proprio lui. Maneggiando un po’ della pastura appena creata con svariati ingredienti, Mr. Solar un bel giorno ha detto «Munga!» (pronunciato “manga”, picchiando un po’ sulla “n” e facendo sentire poco la “a”), che è una parola che significa fondamentalmente niente. Ma richiama perfettamente la sensazione trasmessa dalla pastura alle mani del buon Martin: morbidezza, contrasto tra particelle fini e sottili, calore, appiccicosità. In poche parole, Locke ha inventato un nuovo modo di chiamare la pasture da fondo e gli spod mix. Ed è tutto nato da un “mmmh”.

Apparecchiamo la tavola

A cosa serve un munga mix? Il nostro obiettivo è creare attrazione e catturare poi le carpe nella confusione prodotta dalla pastura. L’importante è capire il senso di quello che andremo a fare, ovvero dare vita a una zona circoscritta molto attrattiva, reIl munga mix ci permette di fare catture di branco. Tra tutte le carpette, però, a volte ci scappa la bella…

Confusione

vincente

Hai una ricetta vincente? Facci sapere le tue dritte www.facebook.com

alizzandola però non con esche grosse, ma con un miscuglio (quasi una poltiglia) di esche solide, sfarinati e liquidi. Insomma, stendiamo la “tovaglia” su cui poi piazzeremo i “piatti”, ovvero i nostri inneschi. La zona attrattiva funzionerà da centro di interesse a cui si avvicineranno le carpe: inizia a mangiare una, e poi un’altra e poi un’altra ancora. E qui arriva il bello: nel momento in cui i primi pesci iniziano a nutrirsi sul tappeto di esche, si crea una “nuvola” attrattiva (prodotta dagli elementi più leggeri del munga mix) dentro la quale le carpe non riescono più a distinguere gli inneschi. Diciamo che creiamo ciò che fa la miscela di pastura da zig ma sul fondo: infatti, il munga mix deve avere la prerogativa fondamentale di essere pesante e scendere rapidamente sul fondo.

Marker, rocket e via!

Capito il concetto di base, mettiamoci all’opera. Innanzitutto scegliamo lo spot e poi segnaliamolo con un marker (da riva o dalla barca). È un momento importantissimo perché sen-

La redazione è a tua disposizione contattaci su @CFManiaMag www.twitter.com

Occhio a come rilasci il pesce! guarda il video su CFManiaMag youtu.be/e2bv481x77I

LA SCOPERTA... DELL’ACQUA CALDA Miscelare con l’acqua bollente il munga mix è fondamentale per aumentarne fragranza e potere attirante

G

irando pagina e guardando la sequenza di realizzazione del munga mix sicuramente vi cascherà l’occhio sull’ultimo ingrediente: l’acqua bollente. Ebbene, questo è proprio un fattore fondamentale per realizzare una pastura attrattiva ed efficace. A cosa serve l’acqua calda? Più che spiegarlo a parole, bisognerebbe sentire l’effetto con il naso: per farla breve

incrementa la fragranza della pastura in modo esagerato. L’acqua bollente aiuta le sostanze attrattive a uscire dai vari elementi e ci permette di amalgamare meglio ogni ingrediente. L’effetto è evidente soprattutto sui pellet, che si sciolgono prima e meglio. E al momento di scrivere questo servizio, in un febbraio gelido, un bollitore è più indispensabile del migliore ingrediente al mondo…


MADE IN UK

Tu vuò fà... l’inglese

La passione british di NICHOLAS HOLZER Foto di lorenzo bissolotti

mmoo Mperossi il

meseiamo ff camui rig

Tecniche, esche e strategie dei veri pionieri BRIT STYLE NON SOLO IN LAGHETTO

MUNGA Con gli intrugli ci abbiamo preso gusto e in questo appuntamento facciamo uno step forward, un passo avanti: ecco il munga mix, una miscela di pastura per attirare le carpe, tenerle nella nostra area e catturarle in branco, una dopo l’altra. I segreti sono due: la nuvola e… acqua bollente

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I

l padre spirituale di ciò che state per leggere è Martin Locke. Sì, perché il termine “munga” l’ha inventato proprio lui. Maneggiando un po’ della pastura appena creata con svariati ingredienti, Mr. Solar un bel giorno ha detto «Munga!» (pronunciato “manga”, picchiando un po’ sulla “n” e facendo sentire poco la “a”), che è una parola che significa fondamentalmente niente. Ma richiama perfettamente la sensazione trasmessa dalla pastura alle mani del buon Martin: morbidezza, contrasto tra particelle fini e sottili, calore, appiccicosità. In poche parole, Locke ha inventato un nuovo modo di chiamare la pasture da fondo e gli spod mix. Ed è tutto nato da un “mmmh”.

Apparecchiamo la tavola

A cosa serve un munga mix? Il nostro obiettivo è creare attrazione e catturare poi le carpe nella confusione prodotta dalla pastura. L’importante è capire il senso di quello che andremo a fare, ovvero dare vita a una zona circoscritta molto attrattiva, reIl munga mix ci permette di fare catture di branco. Tra tutte le carpette, però, a volte ci scappa la bella…

Confusione

vincente

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alizzandola però non con esche grosse, ma con un miscuglio (quasi una poltiglia) di esche solide, sfarinati e liquidi. Insomma, stendiamo la “tovaglia” su cui poi piazzeremo i “piatti”, ovvero i nostri inneschi. La zona attrattiva funzionerà da centro di interesse a cui si avvicineranno le carpe: inizia a mangiare una, e poi un’altra e poi un’altra ancora. E qui arriva il bello: nel momento in cui i primi pesci iniziano a nutrirsi sul tappeto di esche, si crea una “nuvola” attrattiva (prodotta dagli elementi più leggeri del munga mix) dentro la quale le carpe non riescono più a distinguere gli inneschi. Diciamo che creiamo ciò che fa la miscela di pastura da zig ma sul fondo: infatti, il munga mix deve avere la prerogativa fondamentale di essere pesante e scendere rapidamente sul fondo.

Marker, rocket e via!

Capito il concetto di base, mettiamoci all’opera. Innanzitutto scegliamo lo spot e poi segnaliamolo con un marker (da riva o dalla barca). È un momento importantissimo perché sen-

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LA SCOPERTA... DELL’ACQUA CALDA Miscelare con l’acqua bollente il munga mix è fondamentale per aumentarne fragranza e potere attirante

G

irando pagina e guardando la sequenza di realizzazione del munga mix sicuramente vi cascherà l’occhio sull’ultimo ingrediente: l’acqua bollente. Ebbene, questo è proprio un fattore fondamentale per realizzare una pastura attrattiva ed efficace. A cosa serve l’acqua calda? Più che spiegarlo a parole, bisognerebbe sentire l’effetto con il naso: per farla breve

incrementa la fragranza della pastura in modo esagerato. L’acqua bollente aiuta le sostanze attrattive a uscire dai vari elementi e ci permette di amalgamare meglio ogni ingrediente. L’effetto è evidente soprattutto sui pellet, che si sciolgono prima e meglio. E al momento di scrivere questo servizio, in un febbraio gelido, un bollitore è più indispensabile del migliore ingrediente al mondo…


Top skill

ammolli, booster & co.

Trucchi da campione i segreti del TEAM FBI BAITS

Immergere le esche in una miscela di attrattori è visto da molti angler più come un mantra che come un gesto efficace, che effettivamente migliora le performance dell’esca. La realtà dei fatti, però, dimostra che i bait dip, nelle loro innumerevoli versioni, funzionano. Basta saperli usare nel modo giusto…

I

l gusto è il gusto. Ognuno ha il suo e su questo non ci piove. Ma c’è un tema su cui è molto difficile mettere d’accordo gli angler: pucciare le esche negli attrattori è una mossa utile? Insomma, se usiamo i bait dip catturiamo di più? Gli schieramenti sono tre: c’è chi non ci crede affatto, chi invece non ne può fare a meno, mentre in mezzo ci sono i pescatori che si regolano in base alla situazione. Sono quelli che li usano solo in alcuni casi, oppure si limitano a utilizzare alcune sostanze in grado (per loro) di dare una marcia in più. È proprio a quest’ultima categoria che ci rivolgiamo: i bait dip funzionano in alcune situazioni e dobbiamo essere bravi a trovare quello giusto per l’occasione. Le prossime righe sono una guida alle “attrazioni esterne”: toccando con mano come funzionano, scopriremo anche quando usarle al meglio.

Come e perché

Le boilie che acquistiamo o che produciamo noi stessi dovrebbero essere attrattive: lo scopo di un’esca, infatti, è attrarre l’animale in un settore e convincerlo a nutrirsi. E tutte le boilie, pure la più “scarica” dal punto di vista aromatico-attrattivo, sono in grado di farlo (anche con i semplici segnali dif-

Irresistiboilie

fusi in acqua dalle farine). L’obiettivo di un dip è rinforzare i messaggi attrattivi in modo che le esche legate all’hair rig emanino un segnale più forte, che si distingua dagli altri e, in qualche maniera, porti più velocemente le carpe a ingoiare il boccone. Le baffone sono diffidenti, sì. Ma è vero anche che sono nel contempo curiose e golose. Ecco perché gli piacciono le sostanze gustose, dove per gustose non si intendono solo gli ingredienti dolci: ricordiamoci infatti che non sempre ciò che risulta buono al nostro palato lo sia anche per un pesce, e viceversa (soprattutto). Per esempio: voi lo mangereste un guizzante verme di terra crudo? Per vincere la diffidenza, dobbiamo stimolare la golosità: ecco allora che entrano in gioco i dip.

POSSIBILITà INFINITE i “rinforzi” più efficaci per palline, granaglie e pellet

BAIT DIP

Noti anche come “booster”, sono sempre liquidi. Immergi la pallina per qualche ora nel barattolo e ottieni una “bomba” di attrazione.

Liquidi, hanno una marcia in più perché, oltre ad attrarre, contengono “ciccia”: ovvero, estratti di sostanze nutrienti.

FOOD DIP

ESTRATTI NATURALI

Latte, miele, liquore di grano, ma anche i prodotti appositi per il self-made: l’importante è che siano naturali al cento per cento.

Farine micronizzate da applicare alle esche dopo averle bagnate. Una volta in acqua, rilasciano lentamente il segnale attrattivo.

POWDER BOOSTER

OLI ESSENZIALI

Senza dubbio i più potenti nell’impatto attrattivo. Basta una goccia per garantirsi un intensissimo segnale “profumato”.

Regina invernale caduta su un innesco bilanciato e… ben dippato!

carp fishing Mania | 75


Top skill

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Trucchi da campione i segreti del TEAM FBI BAITS

Immergere le esche in una miscela di attrattori è visto da molti angler più come un mantra che come un gesto efficace, che effettivamente migliora le performance dell’esca. La realtà dei fatti, però, dimostra che i bait dip, nelle loro innumerevoli versioni, funzionano. Basta saperli usare nel modo giusto…

I

l gusto è il gusto. Ognuno ha il suo e su questo non ci piove. Ma c’è un tema su cui è molto difficile mettere d’accordo gli angler: pucciare le esche negli attrattori è una mossa utile? Insomma, se usiamo i bait dip catturiamo di più? Gli schieramenti sono tre: c’è chi non ci crede affatto, chi invece non ne può fare a meno, mentre in mezzo ci sono i pescatori che si regolano in base alla situazione. Sono quelli che li usano solo in alcuni casi, oppure si limitano a utilizzare alcune sostanze in grado (per loro) di dare una marcia in più. È proprio a quest’ultima categoria che ci rivolgiamo: i bait dip funzionano in alcune situazioni e dobbiamo essere bravi a trovare quello giusto per l’occasione. Le prossime righe sono una guida alle “attrazioni esterne”: toccando con mano come funzionano, scopriremo anche quando usarle al meglio.

Come e perché

Le boilie che acquistiamo o che produciamo noi stessi dovrebbero essere attrattive: lo scopo di un’esca, infatti, è attrarre l’animale in un settore e convincerlo a nutrirsi. E tutte le boilie, pure la più “scarica” dal punto di vista aromatico-attrattivo, sono in grado di farlo (anche con i semplici segnali dif-

Irresistiboilie

fusi in acqua dalle farine). L’obiettivo di un dip è rinforzare i messaggi attrattivi in modo che le esche legate all’hair rig emanino un segnale più forte, che si distingua dagli altri e, in qualche maniera, porti più velocemente le carpe a ingoiare il boccone. Le baffone sono diffidenti, sì. Ma è vero anche che sono nel contempo curiose e golose. Ecco perché gli piacciono le sostanze gustose, dove per gustose non si intendono solo gli ingredienti dolci: ricordiamoci infatti che non sempre ciò che risulta buono al nostro palato lo sia anche per un pesce, e viceversa (soprattutto). Per esempio: voi lo mangereste un guizzante verme di terra crudo? Per vincere la diffidenza, dobbiamo stimolare la golosità: ecco allora che entrano in gioco i dip.

POSSIBILITà INFINITE i “rinforzi” più efficaci per palline, granaglie e pellet

BAIT DIP

Noti anche come “booster”, sono sempre liquidi. Immergi la pallina per qualche ora nel barattolo e ottieni una “bomba” di attrazione.

Liquidi, hanno una marcia in più perché, oltre ad attrarre, contengono “ciccia”: ovvero, estratti di sostanze nutrienti.

FOOD DIP

ESTRATTI NATURALI

Latte, miele, liquore di grano, ma anche i prodotti appositi per il self-made: l’importante è che siano naturali al cento per cento.

Farine micronizzate da applicare alle esche dopo averle bagnate. Una volta in acqua, rilasciano lentamente il segnale attrattivo.

POWDER BOOSTER

OLI ESSENZIALI

Senza dubbio i più potenti nell’impatto attrattivo. Basta una goccia per garantirsi un intensissimo segnale “profumato”.

Regina invernale caduta su un innesco bilanciato e… ben dippato!

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