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Europa Mediterraneo Settimanale dell’Antenna Europe Direct- Carrefour Sicilia sui programmi e bandi dell’U.E. Direttore Responsabile Angelo Meli
BRUXELLES ALL'ATTACCO: LOTTA SENZA FRONTIERE AL RICICLAGGIO
Spediz. in abb. Postale — Art. 2 comma 20/c — Legge 662/96—Filiale PA
MALMSTROM: “FARE MALE” AI MAFIOSI COLPENDO I PATRIMONI ILLEGALI Non basta il carcere. È con le confische dei beni che si può e deve «far male» alla criminalità organizzata in Europa. Il fatturato della “mafie spa” in Italia nel 2011 è stato valutato in 150 miliardi di euro. Nel mondo i profitti criminali sono stati stimati dalle Nazioni Unite in 2.100 miliardi di dollari per il 2009 (il 3,6% del pil globale): 321 miliardi dal solo traffico di droga, 42,6 miliardi dal nuovo schiavismo, il traffico di esseri umani. Cifre che «devono tornare nel circuito dell'economia legale», ancor più necessario in tempo di crisi. È però ancora troppo poco quello che si recupera in Europa. È per questo che la Commissaria per gli affari interni, Cecilia Malmstrom, oggi ha proposto un giro di vite con una direttiva Ue che punta a dare una risposta semplificata e più coerente al quadro legale nei 27 paesi dell'Unione per le confische: «Dobbiamo colpire i criminali dove fa male. Inseguire i loro soldi dando a giudici e polizie strumenti migliori per seguire la pista del denaro». Scelta applaudita da europarlamentari italiani come gli Idv Niccolò Rinaldi («finalmente l'Europa passa al contrattacco») e Sonia Alfano, o il Pd Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela che da anni vive sotto scorta. Nelle confische dei beni mafiosi l'Italia è già in prima fila. Un'operazione compiuta lo scorso anno ha portato al sequestro di 136 appartamenti, 11 capannoni, 75 appezzamenti di terreno, 8 negozi, 2 ville, 51 garage ed una serie di conti correnti bancari per un valore stimato tra 700 milioni e 2 miliardi di euro. Cifre che da sole spiegano la “stretta” europea contro il riciclaggio. Di fatto la Ue prende atto di quanto magistrati e Ong antimafia italiani denunciano da anni: le mafie hanno imparato ad usare il puzzle di norme nazionali per far sparire e riciclare oltre frontiera i loro ricavi miliardari. Confische transfrontaliere più facili permetteranno di recuperare introiti fiscali da investire in servizi e infrastrutture utili per la società. Punti di riferimento della nuova direttiva, che non colpisce solo i proventì delle mafie ma anche quelli da corruzione e cybercrime, le legislazioni olandese ed italiana. Tra le innovazioni principali: 1) estendere le regole per le confische dei beni, non limitandole solo a quelli legati ad uno specifico reato, ma all'intero patrimonio di origine criminale; 2) rafforzare le norme per colpire i beni ceduti a prestanome; 3) permettere i sequestri anche quando non è possibile arrivare ad una condanna del criminale perché morto, infermo o latitante; 4) facilitare il congelamento precauzionale dei beni, in attesa di una sentenza di conferma del sequestro. Inoltre si introdurrà il concetto di “effettiva esecuzione”, nuovo anche per la legislazione italiana: permettere che la situazione patrimoniale dei condannati sia tenuta sotto controllo per anni, impedendo che il “bottino” improvvisamente riappaia ed il criminale se lo possa godere.
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ANNO XIV N. 11/12 14/03/12
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Pag. a cura della Soat 74 — Alcamo 24
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