LeSiciliane - Casablanca n.62

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Editoriale: L’aria che tira non parla di umanità

L’aria che tira non parla di umanità Nel tempo in cui alcuni fenomeni li si affronta affidandosi agli algoritmi, quello della migrazione lo si affronta ritornando indietro nel tempo. Al periodo della schiavitù. Dimostrando così la non comprensione di ciò che sta accadendo nel mondo e approfittando – come sempre – dei più deboli. Gli ultimi. Quelli che abbiamo sempre spremuto. Quelli nei cui paesi dall’occidente si vorrebbe esportare la democrazia. Qui a Catania è sorto un seminario permanente sulle migrazioni. Ne faranno parte studiosi, operatori, istituzioni. L’obiettivo? Discutere, progettare, partecipare, scambiare pratiche diverse, e l’incontro tra la comunità scientifica ed i territori. Da Catania parte questo numero de “LESICILIANE” che è dedicato interamente al fenomeno delle migrazioni, con particolare riguardo alla tratta

177 persone salvate al largo di Lampedusa e tenute ostaggio sulla nave – pattugliatore militare della guardia costiera – ormeggiata innanzi al porto siciliano. Per volontà dell’allora ministro dell’Interno Salvini. Qui a Catania si è realizzata la più appassionata delle opposizioni a Salvini quando qui è venuto pensando di venire a fare la sua passerella. Uno spettacolo che prevedeva anche la passeggiata sul corso principale. Pensando probabilmente – vista appunto l’aria politica che tira – che gli altri, gli sconfitti elettorali, l’opposizione, gli zero, i comunisti – la minoranza insomma – glielo avrebbero permesso. Non è stato così. L’ex ministro della “paura” è stato costretto a

starsene rinchiuso nel gabinetto del sindaco etneo al delle donne. Palazzo degli elefanti circondato da Il tema lo facciamo un robusto cordone di protezione e affrontare a studiosi, operatori e poi costretto a scappare chiuso in volontari. Così come abbiamo già macchina rincorso dalle urla della fatto in passato con Mimmo gente che voleva conto e ragione Lucano e il suo modo di intendere e dei suoi decreti di sicurezza. di accogliere i migranti nella sua Sicurezza per chi? Riace. Certamente non per i migranti Qui a Catania, nonostante l’aria utilizzati come fossero oggetti e politica che tira, si è realizzata la non soggetti, sia dalla sinistra che più entusiasta delle solidarietà dalla destra, sia in Italia che in verso la nave Diciotti con a bordo altri paesi. LeSiciliane Casablanca 3

*** Ogni anno decine di migliaia di rifugiati e migranti raggiungono l’Italia attraverso la rotta mediterranea, la più pericolosa al mondo. Durante il viaggio, oltre le morti nel deserto, accade di tutto. Rapimenti, estorsioni, sfruttamento e schiavitù. In Libia le torture e violenze sessuali per uomini e donne sono praticate sistematicamente: in centri di detenzione, prigioni clandestine, posti di blocco ad opera di gruppi armati. I migranti raccontano cose inenarrabili. Indescrivibili. Impensabili. Indicibili. In Libia stuprano le donne per immetterle nella tratta.

Fanno violenze a tutti coloro che si trovano a passare dalla Libia per imbarcarsi. In modo da assoggettarli. Opprimerli. Renderli schiavi incapaci di ribellarsi. Molti degli articoli di questo numero parlano proprio di questo. L’Italia dalla maggior parte dei migranti è vissuta come terra di passaggio, tuttavia, spesso dinanzi alla faccia di un immigrato – per dirla con un eufemismo siamo ostili, alimentando in tal modo la paura e la diffidenza nei confronti dei nuovi arrivati. Spesso creando per coloro che già da tempo


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