LeSiciliane n.69

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Perché la politica si indigna solo adesso

Brusca: lo Stato ha avuto bisogno di lui Graziella Proto Pro e contro di una legge che crea tante polemiche e tanti elogi. È la legge che ha voluto fortemente Giovanni Falcone – la legge sulle collaborazioni dei cosiddetti pentiti di mafia – che ha trovato applicazione solo dopo la sua morte. DALLA RETE… per ricordare La beffa? Il fatto che ad usuLa strage di Capaci fu un attentato di stampo terroristicofruirne per la prima volta sia mafioso compiuto da Cosa nostra il 23 maggio 1992 nei pressi di proprio Giovanni Brusca, cioè Capaci con una bomba composta da 500 kg di tritolo, per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. colui che quel 23 maggio *** 1992 azionò il tasto che causò Il 23 maggio 1992, il giudice Falcone stava tornando a casa da Roma, come faceva solitamente nel fine settimana, insieme alla l’esplosione della bomba. Ne moglie Francesca. Partito da Ciampino con un jet di servizio parliamo col dottor Sebastiano intorno alle 16:45, atterra all’aeroporto Punta Raisi di Palermo Ardita, componente del Considopo un volo di 53 minuti. Qui trova ad attenderlo 3 Fiat Croma blindate con la scorta. Falcone si mette alla guida della Croma glio Superiore della Magistrabianca. In macchina con lui ci sono la moglie e l’autista tura. giudiziario Giuseppe Costanza. La macchina di Falcone è preceduta Più di cento, meno di duecento, per usare le sue stesse parole. Ovviamente omicidi. Giovanni Brusca ai giudici di tutta Italia che lo ascoltavano, durante la sua collaborazione ha raccontato che ha compiuto più di cento ma meno di duecento delitti. Efferati. Rumorosi. Disumani. Feroci… aggiungiamo.

da una Croma marrone, con gli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, e seguita da una Croma azzurra con gli agenti Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Le auto prendono l’autostrada, dirette verso Palermo. Alle 17:58, al chilometro 5 della A29, nei pressi dello svincolo di CapaciIsola delle Femmine, il sicario Giovanni Brusca aziona una carica di cinque quintali di tritolo, che era stata posizionata in una galleria scavata sotto la strada, e provoca l’esplosione. Vittime dell’attentato il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Gli unici sopravvissuti furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.

LeSiciliane - Casablanca 5


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