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Pietre e pallottole

Graziella Proto

Gli anni ’60 e parte degli anni ’70 rappresentano un periodo di fermento sociale, lotte memorabili per la conquista della dignità del lavoro e dei diritti contrattuali.

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Fra il 1966 e il 1967 sia al senato che alla camera dei deputati sono state inoltrate una nutrita serie di istanze –non solo dal Partito Comunista – aventi come tema lo sciopero del 13 dicembre 1966 a Lentini. Una manifestazione il cui obiettivo era la conquista di alcuni strumenti per costruire una coesione economica e sociale dei lavoratori, abbattere le odiose gabbie salariali, contrastare il caporalato sciopero di Lentini, tra i manifestanti anche il sindaco comunista Otello Marilli. Purtroppo lo sciopero del 13 dicembre si concluse male a causa di un inaudito comportamento delle forze di polizia che quel giorno a Lentini hanno provocato ed aggredito una grande massa di braccianti agricoli e lavoratori e lavoratrici agrumari che manifestavano. Spararono ad altezza uomo. Quella sera a Palermo l’assemblea regionale era riunita, ma quando giunsero le voci di ciò che stava accadendo a Lentini la riunione si bloccò; per tanti mesi i parlamentari di opposizione regionali e nazionali hanno posto quesiti e istanze ai governi su una simile forze dell’ordine e gruppi di dimostranti, che avevano aderito ad una manifestazione sindacale contro dei produttori agrumari…». attraverso il Collocamento Pubblico, eliminare il mercato di piazza, che mortificava e umiliava pubblicamente la persona. A garanzia dello vergognosa azione: «per conoscere le ragioni che il 13 dicembre 1966 hanno dato luogo a Lentini (Siracusa) a una serie di gravi incidenti tra le

In sintesi e traducendo: la polizia caricò i manifestanti sparando ad altezza uomo. Vari contusi e due feriti finiti al pronto soccorso.

Chi ha aizzato la folla? Per quali motivi si è arrivati a tali eccessi? Quali i responsabili?

In che modo è stato ristabilito l’ordine pubblico turbato?

Quali idonee misure preventive avrebbero potuto evitare il trasformarsi di una manifestazione a carattere sindacale in una pericolosa e cruenta mischia?

Quali provvedimenti sono stati presi contro i responsabili del ferimento di alcuni lavoratori di Lentini, avvenuto a seguito di cariche violentissime e con l’uso di armi da fuoco, cosa che dovrebbe essere assolutamente proibita in caso di conflitti di lavoro?

Chi ha autorizzato la chiamata dei nuclei mobili di pubblica sicurezza di Catania e Siracusa?

La vertenza – una giusta vertenza – si prolungava da diversi giorni perché gli agrari del siracusano non avevano voluto rinnovare il contratto secondo le richieste avanzate dai sindacati provinciali dei lavoratori interessati. Erano intransigenti, pensando forse che l’avrebbero spuntata anche questa volta. Ma non era così, la rabbia dei lavoratori questa volta aveva trovato una sua unità ed era presente in varie province. A Lentini in particolare si trattò di una organizzazione e una programmazione collettiva, non erano solo i braccianti, è stata una impresa politico-sindacale che è rimasta nella memoria comune della città. Certo anche per ciò che è successo, tuttavia, c’è stato un bellissimo risvolto.

Lo scontro tra polizia e braccianti in sciopero non era stato previsto assolutamente; di solito i poliziotti o i carabinieri presenti capivano le ragioni degli scioperanti e da una parte e dall’altra ciascuno svolgeva il proprio ruolo. In amicizia. Ci si scambiava il caffè quando si facevano le nottate. Quella sera la maggior parte delle donne con figli erano rimaste a casa a badare ai bambini, quando all’improvviso iniziò la sparatoria, gli scioperanti risposero lanciando pietre, nessuno va allo sciopero armato. Una brutta guerriglia perché pietre e pallottole non hanno proprio lo stesso effetto. I manifestanti erano sopraffatti. A questo punto Graziella Vistrè (ufficialmente solo lei perché responsabile sindacale) e Palma Brancato chiamano a raccolta le donne. In pochi minuti riescono a organizzare un nutrito corteo di casalinghe per condurle sul luogo dello scontro. A Lentini una volta c’era un fiume che poi fu tombato, le donne costeggiano e attraversano il fiume e subito arrivano sul luogo dello scontro. Qui si scatenano. Spingono la celere, la fanno arretrare, hanno la meglio e occupano la stazione… Ponendo fine ad una battaglia che aveva già causato decine di feriti e di arresti. Nessun commento.

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