Un innesto verde per San Nicolò a Trebbia

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un innesto verde per san nicolò a trebbia



Indice

Introduzione

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Analisi

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Progetto

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Riferimenti

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Note bibliografiche

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Crediti

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Link e contatti

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Introduzione

Introduzione Un sistema urbano qualsiasi può essere descritto analizzandone un certo numero di caratteristiche, a loro volta inseribili in categorie, quali, ad esempio: quantitative (dimensioni, quantità di popolazione residente o di utenti, estensione strade) o qualitative. L’analisi basata sull’individuazione di una o più caratteristiche qualitative è particolarmente interessante in quanto può essere impostata prescindendo dalle dimensioni del caso in esame, arrivando ad una catalogazione “di secondo livello” o “indiretta” (se > allora) e fornendo già in sé una serie di risposte o azioni strategiche per poter operare sulla situazione esistente. Ad esempio, l’individuazione di relazioni causa/effetto intercorrenti tra l’orario di apertura degli esercizi pub-

persone) restituisce, inducendone ad esempio la modifica verso equilibri ritenuti maggiormente soddisfacenti.

blici in una data area e la presenza di individui potenzialmente presidianti l’area stessa, consente di formulare ipotesi relative al grado di sicurezza di una porzione di territorio; un semplice algoritmo che può essere, eventualmente applicando i necessari correttivi, impiegato a qualunque scala di nucleo urbano.

L’esistenza di tali elementi modificatori, vere e proprie “leve” di cambiamento, è stata evidenziata in vari lavori di ricerca di divenuti nel tempo riferimenti essenziali per affrontare le tematiche della pianificazione urbana. Tra questi si ricordano ad esempio “Vita e morte delle grandi città” della giornalista e sociologa J.Jacobs, la produzione di Jan Gehl per quanto riguarda il rapporto tra città e cittadino e, più recentemente, il lavoro dell’architetto ed antropologo italiano Franco La Cecla “Contro l’architettura”.

Risulta pertanto evidente come una ricerca incentrata sull’analisi delle caratteristiche qualitative sia essenziale qualora si intendano perseguire azioni volte all’accrescimento di quello che può essere definito “livello di benessere percepito”, dagli abitanti di un dato contesto, consentendo al progettista di attuare, in seguito a questo lavoro preliminare di raccolta dati, le più idonee strategie operative. Operando infatti su determinati fattori è possibile modificare la risposta che un ambiente (spazio urbano e 4

Intermezzo Risulterà forse chiarificatore il paragone tra un sistema di spazi pubblici – in particolar modo la propria usabilità – ed il rapporto tra fusto ed appendici all’interno dell’albero.

Se connessa tramite rami alla struttura principale, la foglia risulta parte attiva in questo sistema, essendone continuamente alimentata per mezzo della clorofilla. Conseguentemente a ciò, l’appendice può vivere e, specularmente, garantisce la vita anche a tutto il resto del sistema, comprese le componenti “a monte” come rami e tronco.


Il sistema intero poi, può vivere e svilupparsi tanto meglio quanto più può disporre di un elevato numero di appendici, che permettono la fotosintesi e dunque il “respiro” dell’albero.

contempo le proprie potenzialità, qualora risulti inserito entro un sistema che consenta l’attivazione di flussi, possibilmente coerenti con la propria tipologia architettonica.

All’estremo opposto, il distaccamento di un numero sufficientemente elevato di terminazioni dal sistema centrale porta a gravi ripercussioni sul funzionamento di questo, non permettendo la fotosintesi e, dunque, arrivando anche a cagionarne la morte.

Concept Uno spazio pubblico isolato tende invece ad inaridirsi e a morire o, nella migliore delle ipotesi, a trasformarsi in un ecosistema pressoché autosufficiente le cui possibilità di sopravvivenza sono legate principalmente alla presenza di flussi non coerenti rispetto alla tipologia (es: traffico della mobilità veloce, in prevalenza automobilistico).

La disconnessione di una di queste appendici, la foglia, ne causa l’essiccazione, pur se gli effetti visibili si manifestano in seguito ed in modo graduale.

Allo stesso modo, si noti come uno spazio pubblico possa svolgere la propria funzione per il massimo tempo possibile e massimizzando al

Dunque, la qualità di elementi quali 5

piazze, viali, parchi, ecc. intesa come coerenza di tutti gli aspetti caratteristici rispetto alla propria tipologia, è indice rappresentativo del livello di qualità di un insediamento urbano. Una sequenza logica, ovvero la corretta messa a sistema di questi elementi forieri di relazioni e di scambi, è requisito essenziale al costruirsi ed al consolidarsi in abitanti ed utenti di un senso di benessere e di appartenenza, sensazione ben nota a chi si sia trovato ad esperire un ambiente urbano “riuscito”. Tanto più infine la concatenazione sia costituita da un maggior numero di elementi, tanto più gli effetti benefici di questa influenza potranno estendersi ad aree più periferiche, “evitando quell’emarginazione simbolica dal contesto dell’urbs (...) che talvolta, soprattutto nelle città più grandi, è anche emarginazione sociale” (Marco Romano: Saper progettare la città).


Introduzione

Analisi L’abitato di San Nicolò a Trebbia è un insediamento di origini antiche, sviluppatosi, perlomeno nel suo nucleo originario ed ugualmente ad altri centri similari della provincia piacentina, attorno all’intersezione della direttrice romana (Via Emilia) con le strade discendenti dalle vallate, in questo caso, la Via Agazzana della Val Tidone / Luretta.

A questa particolarità di origine storico-orografica si sono poi sovrapposte ulteriori condizioni derivanti dallo

bile dettata dalla ristrettezza di mezzi, l’aumento delle disponibilità economiche potrebbe aver portato, per contrappasso, ad una decisa negazione del precedente stile di vita, indirizzando acriticamente le richieste verso modelli dell’abitare tendenti ad una simbolica compiutezza, dei quali la villetta monofamiliare ed i relativi sottomultipli/surrogati costituiscono l’esempio più calzante.

sviluppo demografico ed urbanistico avvenuto a partire dalla seconda metà del novecento. Condizioni per cui, il piccolo centro oltre il fiume Trebbia, con la propria vicinanza alla città e la contemporanea separazione, è assurto a polo attrattivo per un gran numero di persone intenzionate a trasferirvisi, invitate dal richiamo di spazi “a misura d’uomo” per le proprie esistenze. Con quali conseguenze? Nelle righe seguenti verrà proposta un’ipotesi di come lo sviluppo di questa sorta di quartiere satellite per fasce medio-benestanti di popolazione abbia impattato su un nucleo preesistente di ridotte dimensioni, causandone lo snervamento del tessuto urbano relazionale.

Giardino di proprietà, locali extra avulsi alle necessità del vivere quotidiano, soluzioni estetiche rimandanti a modelli insistentemente vernacolari, hanno costituito elementi dal forte richiamo emozionale in quanto per-

Forse in quanto ancora provenienti da antecedenti situazioni di esistenza rurale, nelle quali la condivisione degli spazi costituiva regola insottrai6

fettamente in grado di evocare, prima ancora che soddisfare, l’affermazione del nuovo status sociale acquisito e, conseguentemente, la richiesta di un ecosistema il più possibile stagno e controllabile entro cui isolarsi rispetto ad un esterno giudicato di scarso interesse o, peggio, foriero di indeterminazione e pericoli.

Il riverbero di tali esigenze si è riflettuto anche all’esterno delle pareti delimitanti i succitati microcosmi domestici, andando a definire in maniera rilevante l’assetto urbano dell’abitato: nei piccoli quartieri che lo costituiscono, i tentativi di un disegno or-


ganico dello spazio – qualora anche esistiti – soccombono alle logiche dei piani di lottizzazione, con l’evidente risultato di parcellizzazione degli spazi, nebulizzazione dei servizi, proliferazione di quelle infrastrutture - come ad esempio le strade di vicinato - essenzialmente irrilevanti alla costruzione di un tessuto urbano di qualità.

Ci si trova dunque di fronte a due anelli concentrici di segregazione: un primo, alla scala urbana, che vede il rifiuto della città con i propri ritmi in favore di una situazione semplificata

a sovrapporsi agglomerati acefali per lo più rispondenti alla fame di nuovo spazio edificabile col quale soddisfare le esigenze di potenziali residenti, qui richiamati, tra l’altro, da un modello dell’abitare che più o meno implicitamente promuove l’assenza di relazioni come valore distintivo.

e sterilizzata, ed un secondo, al minimo livello architettonico, che punta ad introiettare quelle che sono le insopprimibili istanze sociali entro un perimetro governabile, un recinto il più possibile privato ed invalicabile. L’effetto ultimo che qui preme di evidenziare è però che le possibilità di contatto con l’altro, e dunque con le inaspettate occasioni di arricchimento esperienziale (la lingua inglese ha a disposizione per definire tale situazione un termine divenuto ormai comune: serendipity), elementi fondanti del successo della città, risultano qui ridotte al minimo. Questo è, pertanto, lo scenario attuale: allo schema iniziale, gradualmente in espansione ma sempre rispondente ai principi gerarchici delle direttrici principali da cui progressivamente si sviluppano le diramazioni interne, sono venuti con prepotenza

Il recente tentativo - tardivo? - inserito nei PRG del 1993 e del 2004, di realizzare all’interno di una delle più importanti tra queste espansioni una nuova polarità ordinatrice ed orientatrice dello spazio: una piazza portica7

ta prospiciente un giardino pubblico, ha rappresentato una scelta nell’opposta direzione, esprimendo la volontà di richiamare, tramite gli strumenti propri dell’architettura e dell’urbanistica, la necessità dell’abitato di disporre di spazi propriamente sociali che possano divenire, forti di una posizione favorevolmente baricentrica, centri di una rinnovata vita culturale. Tardivo, forse, non tanto dal punto di vista temporale quanto in riferimento ad un ritardo di natura spaziale. Fino a che distanza può, infatti, un elemento puntuale espandere all’esterno di sé i propri effetti benefici, prima che un sistema ostile composto di lotti residenziali introversi e cintati, di strade di vicinato anonime e sprovviste degli adeguati servizi, li affievolisca fino a causarne il completo annullamento?


Introduzione Il progetto Sappiamo altresì come l’installarsi progressivo di nuovi insediamenti, soprattutto se sprovvisti di un disegno organico a monte, generi con facilità una serie di spazi di risulta; spazi che, fatto salvo il verificarsi di determinate condizioni, mai potranno costituire redditività tali da permettergli di mutarsi in nuovi lotti costruiti.

gine sopra: proposta di inserimento asse urbano di implementazione della mobilità lenta) e presentata in maniera estesa in questo documento, costituisce, al contrario, un progetto dallo sviluppo lineare; un tratto, una connessione a volte ardita tra spazi di risulta, aree verdi, strade a ridotto o assente traffico veicolare.

L’inserimento di un unico, ininterrotto passaggio, che permetta di muoversi in direzione est-ovest intercettando o perlomeno sfiorando la gran parte delle emergenze ubicate nell’abitato può, come landmark, diventare perno di un rinnovato senso per lo spazio urbano che San Nicolò ha perso.

Non solo, anche i regolamenti urbanistici, con le proprie prescrizioni quantitative e non qualitative, generano percentuali di spazi aperti e verdi, a servizio delle nuove cubature; spazi che, come visto nei paragrafi precedenti, singolarmente non costituiscono se non in minima parte luoghi dalla rilevante valenza pubblica. Si è inoltre analizzato come elementi puntuali quali le piazze possano certamente innescare processi positivi in direzione di un senso compiuto dell’esperienza urbana, ma che questi abbiano un limitato raggio d’azione nello spazio, soprattutto qualora la situazione circostante risulti comunque ad uno stato di compromissione tale da contrastarne i benefici.

Stadio

Scuola elementare

Progetto

Centro culturale

Scuola media

hiesa Parrocchiale

nta

le ta ’ obili em s s A

La proposta individuata per l’abitato di San Nicolò - già inserita nel concorso di idee del 2010 per la nuova chiesa sussidiaria (gruppo di progettazione, capogruppo: arch. prof. Lorenzo Spagnoli - cfr. estratto imma-

Alla stregua di un volano che attivatosi trasmette ad un sistema la propria energia immagazzinata, una volta innescato il processo dal punto di vista sociale, molteplici e rilevanti sarebbero anche le ricadute positive sul piano economico. Innanzitutto, l’accrescimento del valore commerciale degli immobili, in particolar modo di quelli ubicati a ridosso o nelle immediate vicinanze dell’intervento: percentuale non trascurabile sul totale, essendo lo sviluppo lineare del progetto pressoché equiparabile all’attuale estensione in direzione est-ovest dell’abitato. In secondo luogo, l’incremento del numero e della redditività delle attività terziarie quali i pubblici esercizi (bar/ristoranti ed attività di vicinato), con positivi effetti occupazionali e di creazione di gettito per l’amministrazione (ad es: corrispettivo per l’occupazione di plateatici sul suolo pubblico). Infine, considerando, come previsto

Una linea di congiunzione tra le due estremità dell’abitato, un innesto nel corpo inerte di San Nicolò da cui diffondere progressivamente all’esterno quel flusso che potrà generarsi. Un elemento che, lungi dal contrapporsi alle logiche di sviluppo demografico ed edilizio in essere o in previsione, intende al contrario relazionarvisi, ponendosi anzi come elemento ordinatore; sia, per quanto possibile, dell’esistente, che, in modo più incisivo, dei futuri interventi insediativi. 8

dal presente documento, l’individuazione di aree progettate secondo adeguati criteri di fruizione, potrebbero trovarvi spazio nuovi eventi (rassegne cinematografiche, teatrali, mercati a tema) a beneficio della collettività e con un ritorno positivo sia per il privato che per il pubblico. Questo a fronte di un investimento iniziale che, pur rilevante, risulterebbe accessibile per l’amministrazione, in considerazione proprio della natura “leggera” dell’intervento e della possibilità di procedere per step successivi a partire da un “tronco” iniziale per integrare successivamente le parti rimanenti. Inoltre, ulteriori fonti di finanziamento economico potrebbero essere costituite dalle compensazioni derivanti dagli interventi edificatori a carico delle imprese di costruzione, che andrebbero naturalmente a comporsi nel progetto, sgravando il pubblico e fornendo al contempo il beneficio di concorrere alla costituzione di un’organicità nel disegno dello spazio pubblico. Infine, la possibilità di attingere a finanziamenti privati e fondi provenienti da bandi istituzionali. In conclusione, quella che viene presentata è la proposta di un “parco lineare urbano” come riattivatore ed implementatore delle dinamiche di interazione sociale di San Nicolò; tipologia architettonica e metodologie operative che guardano ad esperienze già consolidate soprattutto a livello internazionale. E’ a questi contesti, nonostante non possano vantare una tradizione storicamente paragonabile a quella italiana in materia urbana, che ad oggi gli ideatori della città nella sua accezione moderna devono volgere lo sguardo per riappropriarsi di un tale primato di civiltà.


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Analisi Evoluzione urbana, infrastrutture San Nicolò è storicamente sviluppato all’incrocio di due importanti assi viari

(SP10 Via Emilia e SP7 Agazzana), vedendo, per un primo tempo, le funzioni più rilevanti attestarsi attorno a questo nodo. La gerarchia dell’abi-

tato si conforma in seguito verso un assetto policentrico, costituito da nuclei satellite al polo principale, lungo le direttrici viabilistiche (Villa Celli e

preesistenze al 1967 piano edificazione 1968 PRG 1973 PRG 1977 PRG 1983 PRG 1993 PRG 2004 ferrovia strada statale strada provinciale strada traffico interno 10

Brugnata ad ovest, Fornace e Case Chiesa ad est, Mamago e Madonnina a sud). Gli ampliamenti nel tempo tendono inizialmente a completare le


ostacoli naturali (il fiume Trebbia a est) e infrastrutturali (l’asse ferroviario ed in seguito dell’autostrada A21 a nord). I piani regolatori adottati, ne-

gli anni, hanno dato vita piÚ ad una successione di comparti finiti che ad un disegno organico d’insieme, producendo vuoti urbani nel sistema e

generando squilibri di vario tipo: viabilistici, di fruizione degli spazi, ecc. ben noti ai residenti della frazione. scala 1:10000

incremento superfici esistenti e di progetto piani - evoluzione demografica

(n.)

(m2)

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0 <1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

aree interstiziali a questi poli e il paese vede la propria espansione indirizzarsi principalmente nelle direzioni sud e ovest, con le altre vincolate da

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Analisi Piano Regolatore Generale Le considerazioni sullo stato di fatto e le previsioni sono effettuate sulla base dell’analisi del documento, qui riportato, contenuto nel Riano Regolatore Generale del 2004 Comune di Rottofreno, Variante specifica 2007

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scala 1:10000

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Analisi Rilievo Il tracciato individuato è stato ogget-

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to di un sopralluogo fotografico per l’analisi nel dettaglio di ogni situazione insistente e per una valutazione

puntuale di fattibilità del progetto e relative problematiche. L’esistenza di un certo numero di in-

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aree verdi percorso ciclopedonale (direzione Piacenza)

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tersezioni a raso ineludibili, tre delle quali con strade principali di traffico anche sovralocale, dovrebbe essere

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strada bassa percorrenza strada viabilità limitata cesure (ampiezza proporzionale all’importanza) 14

20 22

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mitigata dal posizionamento di dossi-dissuasori. Questi inserimenti, oltre a mantenere

la continuità del tracciato, avrebbero l’ulteriore effetto di creare barriere di rallentamento dei veicoli in punti

di primaria importanza dell’abitato, contribuendo così ad aumentare lo spazio di sicurezza.

scala 1:10000

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01

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02 03 09 08

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Progetto Concept L’abitato è compreso, nella propria larghezza, tra due estremità (A - B),

il cui baricentro è praticamente coincidente con la piazza ipogea e l’attiguo parco giochi (O), spazio assurto, negli anni, a vera e propria agorà,

centro vitale ospitante la maggior parte degli eventi locali. Una serie di altri spazi: strade a basso traffico, aree verdi, ecc, sono individuabili a

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partire dai due margini della piazza, fino a raggiungere le estremità A - B, completando il collegamento fino ai confini dell’abitato.


Per la propria natura di ricucitura di parti originariamente separate, il tracciato è composto di parti disomogene: disassate, a differen-

ti altimetrie, di differenti tipologie. Per questo, dopo la connessione, il nuovo elemento creatosi risulta intimamente incuneato all’interno del

sistema urbano amorfo preesistente, divenendone la spina dorsale capace di strutturarne una nuova identitĂ .

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Progetto Le funzioni già insediate nelle zone a ridosso o limitrofe al tracciato sa-

ranno quelle maggiormente favorite, mentre nuove attività potranno venire ad insediarvisi. In particolar modo, è la presenza di locali pubblici (bar,

ecc.) ad intessere con il tracciato un forte rapporto biunivoco e di interdipendenza: è da esso che questi traggono i maggiori avventori necessari

a garantirne un positivo sviluppo e come contraccambio ne fungono da naturale presidio di sicurezza. Inoltre, il diramarsi di connessioni

O

Connessioni

R P

centro socio-riabilitativo Q

scuola elementare

R

K

centro culturale

L

scuola elementare

M aree verdi

casa AUSL

S

parco del Trebbia (progetto) T

nuova chiesa (progetto)

ambulatori

N

cinema

aree verdi esterne al tracciato polarità pubbliche (piazze, edifici pubblici, centri sportivi, ecc.) polarità private (centri sportivi, commerciali, ecc) locali pubblici (bar, ristoranti, ecc)

O

stazione FFSS

percorso ciclopedonale (interna abitato) percorso ciclopedonale (direzione Piacenza) P possibili espansioni 18

Q

T


(già esistenti o di futura realizzazione) a partire dal “Decumano massimo” costituito dal tracciato principale, consentirà l’implementazione

del sistema con benefici per l’intero abitato (aumento della mobilità lenta, riduzione veicolare, rivitalizzazione parti scollegate dagli attuali flussi).

Su una di queste diramazioni si focalizza particolare interesse: il “Cardo massimo”, intersecante la zona della nuova piazza, per collegare a nord

la stazione ferroviaria e, ancora da definirsi, costeggiare l’intero abitato fino all’estremità sud.

scala 1:10000 N

J

F

B

D

A F

centro parrocchiale G

asilo nido

H

uffici comunali

I

poste

J

L

M

I

H G

E

C

A

centro commerciale B

cimitero

C

campo sportivo

D

casa protetta

E

S scuola media 19

centro sportivo/ricreativo


Progetto Nuove funzioni L’inserimento di una serie di funzioni

connaturate alla tipologia dell’intervento, ne costituisce il completamento e l’iniziale “innesco”.

Funzioni da considerarsi a vari livelli di scala di intervento: da quella minima e “trasparente” rispetto al pro-

getto stesso (es: corsia preferenziale per il running) ad altre con maggiore incisività (piccole strutture coperte di

H’ G’

F’ asse direttrice possibile sviluppo

E’ abitato

H G

F E

area verde/boschiva attrezzata per gioco/esercizio fisico/fitness

piazza attrezzata multifunzione (manifestazioni, concerti, festival cinematografici, ecc.)

XV01

FA01

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FA03

XF01

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XF06

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XF03

XI01

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XF04

XI02

XF05 20


utilizzo non espressamente identificato e progettato), fino a vere e proprie aree dotate dei necessari al-

lestimenti per ospitare eventi pubblici mirati. Quelle qui individuate costituiscono

una prima ipotesi di studio, la cui successiva definizione potrà essere modulata in modo più raffinato sulla

base delle effettive necessità emerse in fase di confronto con i portatori di interessi.

scala 1:10000

D’

B’

A’ collegamento pa rco

C’

de lT re bb ia

D

B

A

C

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pista pedonale/percorso per running, attrezzata con elementi di arredo urbano e postazioni per la sosta XV01 FA01

punto di informazione/ristoro accesso all’area del fiume Trebbia/ Parco del Trebbia XV01

FA01

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VF01

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XP01

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XF03

XP03

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XF05

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Progetto Sezioni morfologiche Sezioni morfologiche dei punti riportati alla tavola planimetrica di pagg. 20-21 complete degli elementi di progetto (sez. da A-A’ a E-E’). XV01

FA02

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FP01

XF01

XP01

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XI01 XI02

C - C’

1:250

E - E’

1:250

XV01 VF02 XF02 FP01 XP01 XP02

XV01

XP01

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XV01

XP03

XV02

XI01

A - A’ A

1 1:250 :250 :2 50

B - B’

1:250

D - D’

1:250

VF02 XF01 XF05 FP01 XP01 XP02

XV01

XP01

VF01

XI01

VF02 XF02 XF05 FA01 FA02 XP01 23


Progetto Sezioni morfologiche Sezioni morfologiche dei punti riportati alla tavola planimetrica di pagg. 20-21 complete degli elementi di progetto (sez. da F-F’ a H-H’).

XV02 FP01 XP01 XI01 XI02

XV01 XV02 VF02 XF01 XF02 XF05 XF06 FA03 FP01 XP01 XP02 XI01 XI02

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XV01 XP01 XI02

25

F - F’

1:250

G - G’

1:250

H - H’

1:250


Progetto Abaco elementi costitutivi La costruzione di un’immagine uni-

XV01

taria dell’intero l’intervento, determinante all’identificazione del progetto come un organismo unitario, è affi-

data principalmente all’unificazione del sistema degli elementi costituenti l’arredo urbano, comprendente se-

Vegetazione

XF02

Vegetazione

XF03

albero alto fusto

VF01

Furniture

seduta continua, con e senza schienale, disegna lo spazio evocando un ambiente circoscritto

albero basso fusto

XV02

dute ed elementi accessori, illuminazione (essenziale per l’utilizzo durante le ore notturne) e pavimentazione.

Furniture

seduta/rastrelliera per biciclette

Vegetazione

XF04

Furniture

Furniture fioriera su ruote, per delimitare ed all’occorrenza adattare le esigenze di definizione degli spazi

VF02

elementi di arredo per esterno

Vegetazione

XF05

Furniture

Furniture

rastrelliera per biciclette, design minimale

seduta fioriera

XF01

Furniture

XF06

sedute basse, posizionate a gruppi, per favorire situazioni di socialità

Furniture

attrezzature per l’esercizio fisico ed il fitness all’aperto 26


In questa fase progettuale non è definita nel dettaglio la disposizione dei singoli elementi infrastrutturali

FA01

e dell’arredo urbano; pertanto, viene riportata una selezione, a titolo esemplificativo, di possibili soluzioni

progettuali compatibili con la tipologia di intervento. Pietra, legno, metallo sono i materiali principali scelti

Furniture

XP01

per conferire un’impronta sobria e contemporanea al progetto.

Pavimentazione

Architettura uno spazio più strutturato ed attrezzato per una sosta di più lunga durata, per diventare un punto privilegiato di incontro

FA02

la differenziazione della pavimentazione evidenzia l’esistenza di un unico elemento progettato all’interno del caos urbano

Furniture

XP02

Pavimentazione

Architettura stessa tipologia del precedente, con chiusure per utilizzi anche nei periodi più freddi dell’anno

FA03

il materiale differenziato rispetto al precedente, per individuare specifiche funzioni (es: pista running)

Furniture

XP03

Pavimentazione

Architettura elemento modulare semi-fisso, per funzioni necessitanti spazi completamente riparati (es: infopoint Parco del Trebbia)

FA04

dissuasore stradale

Furniture

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Illuminazione

Architettura elementi puntuali che contribuiscono come segni alla definizione e al ricooscimento dello spazio di progetto

elemento modulare semi-fisso, differente design, derivazione da container

FP01

Furniture

XI02

Illuminazione

Pavimentazione

struttura fluida in continuità tra l’arredo urbano e la pavimentazione 27

ulteriori modalità di illuminazione per differenti esigenze e per la creazione di ambienti di particolare caratterizzazione


Progetto Confronto stato di fatto / progetto Ripresa dell’immagine “02” del rilievo di pagg. 14-15

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Progetto Confronto stato di fatto / progetto Simulazione sull’immagine “02” del rilievo di pagg. 14-15

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Progetto Confronto stato di fatto / progetto Ripresa dell’immagine “09” del rilievo di pagg. 14-15

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Progetto Confronto stato di fatto / progetto Simulazione sull’immagine “09” del rilievo di pagg. 14-15

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Progetto Confronto stato di fatto / progetto Ripresa dell’immagine “16” del rilievo di pagg. 14-15

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Progetto Confronto stato di fatto / progetto Simulazione sull’immagine “16” del rilievo di pagg. 14-15

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Riferimenti Il “parco urbano” o “parco lineare” è la tipologia progettuale più propriamente assimilabile alla proposta per San Nicolò a Trebbia. Alcuni esempi, a varie scale e realizzati sia in Italia che all’estero, sono illustrati di seguito.

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Parco lineare della S Sagrera Luogo : Barcellona (ES.)

Progettista : WEST 8

Anno di inaugurazione : 2011

Porta di accesso e benvenuto per chi raggiunga la capitale catalana in treno, il parco La Sagrera o del Camì Contal è costituito da una serie di micro-parchi collegati tra loro da un asse comune che taglia la città in diagonale, collegando al fronte

mare la parte più interna di Barcellona. Una serie di passerelle e percorsi ombreggiati che mettono in primo piano la fruizione da parte di pedoni e ciclisti, con punti di sosta, fontane e posti a sedere informali sono collocati lungo i 222.000 metri

quadri di parco. Lo sviluppo ricalca la sottostante infrastruttura del trasporto pubblico metropolitano e offre uno spazio verde e dinamico per i visitatori d i residenti, un tramezzo di calma che riflette l’identità dei suoi quartieri storici in contrapposi-

Parco lineare Luogo : Ourém (POR.)

Progettista : PROAP

Anno di inaugurazione : 2005

Il progetto costituisce uno spazio urbano rispondente a sollecitazioni di vario genere, riassumibili nell’ambito di riqualificazione urbana ed ambientale: da un lato, qualificare la zona ripariale del Torrente di Seiça adeguandone disegno e

funzioni ad una fruizione ludica e sportiva, dall’altro, promuovere una corretta articolazione tra il tessuto adiacente e lo spazio naturale del torrente, cogliendo l’opportunità di intervenire nel senso di una risoluzione puntuale di alcune si-

tuazioni di conflitto e contribuendo alla coerenza ed al collegamento di differenti parti costituenti questa situazione di bordo urbano. Infine, sviluppare una valenza di nuova centralità urbana, strutturata intorno a due elementi rilevanti: il Cen-

Highline Luogo : New York (U.S.)

Progettista : Diller Scofidio + Renfro

Anno di inaugurazione : 2009-2011

Nato dall’idea semplice e geniale di reinterpretare in modo nuovo un’infrastruttura urbana destinata alla demolizione, il parco ha rivoluzionato la storia del verde pubblico. Realizzato dallo Studio Diller e Scofidio a partire da richieste “dal

basso”, un riuscito caso di progettazione partecipata, il parco è caratterizzato dalla presenza di fiori, arbusti, piante, panchine e chaise longue che si amalgamano perfettamente nella cornice urbana di Chelsea e Meatpacking. Dalla so-

praelevata si ha una visione privilegiata di Manhattan - l’altezza non è elevatissima (circa 7-10 metri), ma si è lontani dalla strada e, soprattutto, nel mezzo dello sviluppo verticale dei palazzi circostanti e l’insieme suggerisce un qualcosa di magico,

Collegamento al porto Luogo : F inale Ligure (SV - Italia)

Progettista : 3S Studio

Anno di inaugurazione : 2007

Il progetto della passeggiata a mare risolve il problema di collegamento tra Castelletto e Capo San Donato creando un nuovo spazio pubblico tra il centro di Finale ed il porto che, in futuro fino al limitrofo borgo di Varigotti, attraversa una delle

spiagge più belle della Liguria, tra due promontori molto suggestivi. Una passerella pedonale in legno è posta a quote differenti rispetto al livello del mare: il percorso scende per un tratto a livello della sabbia, si allarga in certi punti, è dotato di

sedute. Si può camminare protetti dal rumore e dal traffico, che scorre più in alto, fermarsi vicino al mare al riparo della massicciata della strada, creando così nuove possibilità di fruizione e percezione. Lo studio 3S, estensore del progetto, ha ope-

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zione alla frenesia contemporanea che ha nella limitrofa “Diagonal” il proprio emblema. I perimetri urbani su entrambi i lati separati dagli scali ferroviari risultano ora collegati da una serie di parchi.

tro Congressi ed il nuovo Mercato Municipale, entrambi con grande capacità di attrazione, induttori di fruizione comunitaria dello spazio pubblico e dunque catalizzatori nella promozione dell’esercizio di una piena cittadinanza.

di un mondo a parte. Un mondo in cui nel cemento della City non ci sono macchine o traffico, in cui le persone possono girovagare in mezzo a mille fiori e l’uomo ritorna finalmente protagonista nella città dell’eccesso.

rato un intervento simile tra le località di Albisola e Celle Ligure (SV), anche in questo caso, realizzando un progetto che, minimale nella forma, portasse ad importanti ricadute a livello di uso dello spazio.


Note bibliografiche storico piani regolatori (pagg. 10-11) archivio Comune di Rottofreno dati incremento demografico (pag. 11) elaborazioni da dati censimenti ISTAT, archivio Comune di Rottofreno, archivio Parrocchia di San Nicolò a Trebbia piano regolatore vigente (pagg. 12-13) www.comune.rottofreno.pc.it riferimenti progettuali (pagg. 40-41) siti web dei rispettivi studi di progettazione, immagini archivio Casamacchina Studio, internet le immagini fotografiche alle pagg. 4-8 sono state reperite: dal sito PiacenzAntica (www.piacenzantica.it), da Google Maps e da internet i rilievi delle sezioni morfologiche riportati alle pagg. 24-27 sono stati effettuati nel mese di ottobre 2014 con strumento: Stazione totale Topcon GPT 1000 i prodotti commerciali presentati alle pagine 32-33 sono stati presi da cataloghi online dei rispettivi produttori ed inseriti a scopo dimostrativo

Crediti progetto Casamacchina Studio - Simone Quagliaroli supervisione prof. Lorenzo Spagnoli collaborazione, ricerche documentali Andrea Paltrinieri Giacomo Bracchi

Link e contatti website casamacchina.wordpress.com www.behance.com/casamacchina e-mail casamacchina@outlook.com la versione digitale del documento è consultabile all’indirizzo: issuu.com/casamacchina 42




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