Corghi, L'eco di un fantasma

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Azio Corghi

Tragedia lirica

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(2017)

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Testo di Maddalena Mazzocut-Mis per Voce recitante femminile, Coro e Orchestra

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L’ECO DI UN FANTASMA

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PARTITURA

RICORDI

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Opera commissionata dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari

© Copyright 2017 by CASA RICORDI - Universal Music Publishing RICORDI S.r.l.. Tutti i diritti riservati - All rights reserved Printed in Italy 141698 ISMN 979-0-041-41698-_ 141698


III

NOTA INTRODUTTIVA Il soggetto Una donna che narra una vita di bellezza e di avvenenza. Una bellezza che, come quella dell’Elena classica, causa sofferenza. Elena che seduce Paride, Elena che afferma: “la cosa più bella è ciò che uno ama” (Saffo). L’oggetto del desiderio, mero compiacimento, è la preda catturata dall’arma della seduzione, che diventa il motore di qualsiasi azione. Eros vince; ma un eros svuotato dal suo significato simbolico e non meno pericoloso. Un eros di cui Elena non ha il controllo e che si diverte a utilizzare perché è la sua identità.

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Ecuba ha voce nel coro e mette sotto accusa, come nelle Troadi, la bellezza. Una colpa che per Elena perde qualsiasi significato tragico e si blocca a livello di un gioco drammatico, di una farsa tragica. “E per quel mucchietto d’ossa tanti Greci sono morti” (Luciano). La demitizzazione di Elena, com’è noto, passa per Euripide che ne fa un fantasma, un fantasma che tuttavia ha causato una guerra lunga e sanguinosa. “Noi abbiamo esiliato la bellezza, i Greci per essa hanno preso le armi” (Camus). No, non è un esilio. Noi abbiamo lasciato che la bellezza si diffondesse, senza la consapevolezza che fosse un’arma.

La struttura drammaturgica prevede la presenza di due personaggi:

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Elena, voce recitante

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La drammaturgia

Ecuba, coro

Materiali e Linguaggio musicale

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L’alternanza tra Elena ed Ecuba consente una pluralità di livelli di racconto che sostengono la struttura, esaltando la varietà. A una storia di seduzione da parte del personaggio femminile, si contrappone la voce coscienziale di Ecuba giocata su registri stilistici poetici. Se da un lato Elena si esprime in una lingua d’impatto immediato, con scelte prosastiche, dall’altro risalta con maggior forza il linguaggio di Ecuba poetico e ricco di inversioni, ispirato direttamente ai testi delle tragedie classiche.

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I materiali utilizzati nella composizione musicale fanno riferimento allo studio di François Auguste Gevaert sulle melodie dell’antica Grecia che qui sono riportate unitamente a L’Epitaffio di Sicilo e L’inno al sole.

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La drammaturgia di Maddalena Mazzocut-Mis spazia dal lirismo alla quotidianità, le citazioni dei testi classici (Omero, Saffo, Euripide) si mescolano al linguaggio prosaico delle telefonate e delle lettere. A rendere ragione del mito e dell’ispirazione classica, resta la forma: i Cori che si alternano in un dialogo polifonico tra le voci cantate e quella recitante.

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Il Coro interviene per descrivere, narrare gli eventi ed emettere giudizi; non a caso esso prende le sembianze di Ecuba facendosi portatore delle stesse accuse che la donna rivolgeva a Elena nelle Troiane di Euripide. Di conseguenza il vero ‘fantasma’ di questo spettacolo diventa il Coro: massimo simbolo della distanza fra teatro antico e moderno.

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IV

ORGANICO Voce recitante femminile Coro misto Orchestra

ORGANICO STRUMENTALE (disposizione in partitura) N.B. La notazione, eccetto quella di Voci o Strumenti ottavati, è in suoni reali.

Corno I Corno II

Trb. I Trb. II

Tromba I Tromba II

Trbn. I Trbn. II

Trombone I Trombone II

Tp. Perc.

Timpani Percussioni

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Cr. I Cr. II

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Flauto Oboe Clarinetto in Si b Fagotto

Violini I Violini II Viole Violoncelli Contrabbassi

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Vni I Vn. II Vle. Vc. Cb.

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Fl. Ob. Cl. Fg .

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Vr.. (Voce recitante) CORO (S-C-T-B)

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ELENCO DELLE PERCUSSIONI (1 esecutore) Trg. Vibr. Xil. Tam-t. Tmb. c.c

Triangolo Vibrafono Xilofono Tam-tam Tamburo con corda

TEMPI E METRONOMI Introduzione Coro I Coro II Coro III Coro IV

3/4 -  = 54-58 3/4 -  = 54-58 4/4 -  = 50-54 6/8 -  = 108-116 6/8 -  = 58-63 // 3/4 (oppure 4/4) -  = 58-63

Coro V Coro VI Coro VII Coro VIII

4/4 -  = 54-58 2/4 -  = 50-54 /sovrapposto a 6/8 -  = 50-54 2/2 -  = 54-58 3/4 -  = 58-63

Finale Coro IX

3/4 -  = 54-58 5/8 -  = 108-116

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V

INTRODUZIONE

Elena Ci sei sempre cascato. Negli occhi. Vieni, guardami. Ti catturo. E tu mi rapisci. Come Paride, Elena. CORO (eco) Ecuba O Elena! Elena…

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Elena Getto l’amo. Abboccato. Da me non c’è nulla da temere. Sono troppo bella? Troppo giovane? Non aver paura. Avvicinati. Vieni. Aspetta. Guardami. I tuoi occhi. Ci sei cascato, nei miei.

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Elena (a Paride) 3 aprile 1964. (pausa)

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Sei un amico. Di mio marito. Passeggiamo. Centro città, all’imbrunire. Mi metti la tua giacca sulle spalle. Non ho freddo. La tengo lo stesso. Piccolo sacrificio per vederti cadere. “Vorrei…” (sospira). “Lo senti il silenzio?”. Mi guardi mentre passa una vespa sbiellata. “Camminiamo ancora un po’? La vedi da qui la cima delle montagne?” “La neve… c’è ancora la neve”. Mi trascini per un braccio accennando a una corsa: “andiamo!” “Domani?...” “Non puoi?” (A bassa voce) “La famiglia”. “La cosa più bella è ciò che uno ama”. (poi all’improvviso…) “Allora puoi? Alle dieci? Domani mattina!” Nel bianco della neve ti bacio.

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Al ritorno mi nego per una settimana, forse di più, forse di meno. Sei tu che conti i giorni. Un pomeriggio aspetti per 2 ore e 36 minuti sotto casa mia. Fa freddo. Ti osservo da dietro le tende. Scendo: “ciao, che fai?” Sei troppo alterato. Non mi piaci. Annaspi. Non puoi annegare così in fretta. Dignità, amico mio! Dignità! Me ne vado. Adesso dovrò aspettare, ma non molto. Telefoni, è sabato. Vuoi rivedermi al solito posto. Ritardo di 20 minuti. La posta è più alta. Provi a baciarmi subito. E no! Camminiamo. Io davanti. Mi prendi dolcemente per un braccio. Così va meglio. 141698

CORO (eco) Ecuba O Elena! Elena…


VI

“Ci siamo sbagliati” (sospira). Chi affoga non ha tempo di pensare. Che gioco facile! “Mia figlia è ancora piccola. Ha bisogno di me…” (sospira) Ti bacio e scappo.

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Ti cerco al telefono un’ora dopo. Esattamente alle 20.00. Mi risponde tuo figlio. Che voce sgraziata. Odio gli adolescenti. “Amore mio”, non ti ho mai chiamato così, “per te qualsiasi cosa”. Che alchimia elementare. Stai cedendo, su tutto il fronte. E no, troppo semplice! È tempo di fare l’eroe. Mostra le tue armi. Vediamo il tuo coraggio: “Amore, ti aspetto, subito, qui sotto casa mia”. Eccoti: sono le 20 e 22. L’ora della cena. Con la famigliola. E allora mi lascio baciare. Camminiamo un po’. Mi piace quando mi stringi. Voglio guardarti. Belli. Gli occhi della resa totale. Velati dell’umido della notte. Belli. Attimo. Fermati. Due giorni dopo ti chiedo un fine settimana. Non mi presento all’appuntamento. Tre giorni dopo ti chiedo la vita.

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20 maggio 1964. (pausa)

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Prendiamo un treno per il Nord, senza biglietti, senza valigie. Ti riguardo negli occhi. Attimo dove sei? Due giorni a vagare per alberghi che non ci accettano. Non abbiamo documenti… Amanti in fuga. Già patetici.

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23 maggio 1964 (pausa)

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(a Menelao) Hai vinto Menelao! La tua Elena torna a casa, da te. Pentita. No. Non lo sono. Non è colpa mia. “Sono stata rapita”. “Mi ha rapito. Capisci?” Fingi di sorridere e taci. Allunghi una mano. Lentamente. “Quante cose inutili ci siamo detti nella vita. Bastava un ‘ti amo!’ ” Mi sfiori la guancia. All’altezza del collo prendi una ciocca di capelli e la tiri verso il basso. Scendiamo, lentamente, fino a terra. Sei sopra di me. Mi baci. “Cambiare casa? Ancor più in periferia? Per non incontrarlo? I vicini? Se vuoi punirmi ti conviene farmi vivere qui, dove mi odiano”. Ora sorridi. Pensi di avere vinto. E con quali armi hai combattuto Menelao? Con quali hai sconfitto Paride? Nessun’arma, Menelao. Tu non hai armi contro Bellezza. La banalità può tutto. 141698


VII

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Provo a spiegarti. Anche Paride è di una bellezza straordinaria. Dovresti capirmi. Non ti ho abbandonato. Sono tornata. Non volevo andarmene. Non da te. Forse dalla provincia! Lo senti quell’odore? Di scarpe, di borse, di ciabatte a buon prezzo, di acque di colonia, di frutta, troppo matura, e di verdura da minestrone? Odore di provincia. Lo senti il suono di giornate in casa, di negozianti che urlano, di televisori accesi d’estate? Suona di te e di me. Suona di provincia. Un’altra vita? La immaginavo. No, non con lui. Ma c’era. Mi ha rapito! Forse volevo solo godere. Non certo amare. O forse volevo solo eccitarmi. Non certo amare. Il brivido fa vivere. Non esiste un brivido di provincia!

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Lo squallore di un alberghetto a ore è più potente di un esercito valoroso. Nostra figlia? No, non è un’arma. E tu non sferrare colpi bassi. Lo sguardo commiserevole di un controllore su un treno freddo vale molto di più. Non puoi capire. Ricordati solo una cosa: bellezza ha i suoi rischi! La moglie più desiderata. La donna più bella. Elena. Era tua. Disposto a tutto! Per amore? No, non eri così banale. Per il rischio. Per quello sì. (pausa)

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CORO I Ecuba Eco di fantasma non versi lacrime. Dall’alto delle mura di Troia. i colpi di spada dei tuoi amanti. Non apri gli occhi. Dall’alto delle mura di Troia i gemiti dei tuoi amanti. Non apri gli occhi. Hai lanciato il fiore della sfida. Non sai che marcirà sul terreno. Dall’alto delle mura di Troia non apri gli occhi. Una madre e una figlia giocano alla morte, lanciandosi una mela. Gocce di sangue le mani della madre. Sei mai stata a Troia, spartana? Avresti aperto gli occhi. 141698


VIII

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Elena 26 maggio 1964 (a Paride) Guardami Paride. Guardami! Non abbiamo nemmeno fatto l’amore. Volevi rubare un brandello di felicità. Hai rapito un fantasma. Sento ancora il tuo riso volgare di amante. Nemmeno più tanto giovane. Da te mi aspettavo qualche vizio o qualche virtù. Se tu fossi stato un eroe, se tu mi avessi portato via dalla provincia, forse avrei potuto amarti. Non riesco più nemmeno a guardarti in faccia. Felicità da cartolina e non l’hai mantenuta.

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Elena 12 anni dopo: 20 maggio 1976 (pausa)

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(a Ermione) Mai arrendersi al tempo! Ermione, ragazza mia, la bellezza sa anche trasformarsi. Un po’ di fondotinta in più e giochi con il biondo tra i capelli. Copri le cosce allungando un poco la gonna. Le caviglie no. Bisogna mostrarle, se sono esili. Guarda Ermione! Il segreto sono le scarpe. Le braccia scoperte, anche d’inverno. La scollatura fino… fino a dove voglio. Oppure tutta coperta anche il collo. Ma aderente, come pelle. Mai arrendersi al tempo. Lo vedo scorrere sul volto di Menelao. Perfino sul tuo. Non mangi. Ti fasci il seno. Ti radi i capelli. Sei sempre in lutto, tu (ride). Sei cresciuta selvaggia. Ispida e crudele. Non mi cerchi. Non mi vieni vicino. Non vuoi le mie carezze. Io ho paura di ferirmi le mani con i tuoi cocci. I figli che vogliono punire i genitori sono patetici. Angeli senza ali; leoni piccoli come micetti. Tu non ne hai nemmeno una briciola, di bellezza. Lo sai? Ci avremmo giocato con la tua bellezza. Io ero bellissima quando Paride mi rapì. Tu sei disarmata. Io ho le armi per conquistare il mondo. Vuoi vedere che me ne faccio della tua giovinezza? Proprio niente! Guarda e impara. Impara ad aver paura delle mie armi. 141698

CORO II Ecuba Sei porpora come il mare al tramonto, il sole che sanguina. Sei luce, gli occhi umidi di mare e di piacere. Sei canto che piega, come onda, ogni paura in ardore. Sirena.


IX

CORO III Ecuba Beata la vergine Callisto, mutata in fiera irsuta, in leonessa dall’occhio feroce. Beata Titanide, in cerbiatta dalle corna d’oro. Nessuna di loro ha dovuto vivere con Bellezza.

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Il mio seno. Profuma. Le mie caviglie. Hanno un filo d’oro. Alzo un poco la gonna. E ti guardo, dentro. Bello. Non come Paride. Bello di gioventù. Non ricordo nemmeno il tuo nome. Ti ha portato a casa mia figlia. Un suo compagno di classe? Forse. Sapessi qualcosa di lei, saprei qualche cosa di te. Non ha cattivo gusto la ragazza! Getto l’amo. Le mie mani sanno muoversi. Non solo nell’aria.

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Elena (al giovanissimo amante) 22 maggio 1976 (pausa)

Elena 25 aprile 1976 (pausa) Andiamo in montagna: tu, bello e giovane, Menelao, Ermione ed io. Si siede davanti in auto, la ragazza. Soffre le curve. Povera cara. Io non le soffro. La gioventù non ama grandi discorsi. Al profumo non resiste. Alle carezze nemmeno. 141698

CORO IV (a) Ecuba Frenesia muovi guerra al corpo dell’altro. Sapere istintivo che sa dove cercare. Lo accompagni con dolcezza perché non sarà dolce. Lo culli con tenerezza perché non sarà tenero. Amore acerbo e acido. Quasi fa male. Quasi non piace. Accarezzi le spalle gonfie e ruvide della sua giovinezza. T’immergi nel profumo aspro e senza coperte. La guancia sul ventre appena velato. Bianco. Troppo bianco per essere di un uomo.


X

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Ti ho sfiorato. La gamba, il ginocchio, la coscia. Al ritorno, al buio, ti ho preso la mano. L’ho accarezzata per tutto il viaggio. Tra le dita e poi giù a sfiorare il palmo fino al polso. Dorso a dorso. Poi palmo a palmo, leggeri. E ancora tra le dita. Più su oltre il polso. La stringo. Socchiudi la bocca. Ti rivedo il mattino dopo. Sotto casa. Gli altri a scuola. “Potrei essere tua madre…” (sospira)

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“Conosci il mio passato… che futuro potremmo avere…” (sospira)

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CORO IV (b) Ecuba È lui che ti vuole, adesso. Lo stavi perdendo. È lui che ti vuole, adesso. Non puoi scappare. È lui che ti vuole. Adesso.

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Elena (al giovanissimo amante) 27 maggio 1976 (pausa)

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Alla gioventù non importa niente del futuro. Ama le grandi imprese che hanno un passato e che non hanno un futuro. Mi baci. In camera da letto. In cucina. Nel bagno di casa. Nel bagno del bar di fronte alla scuola. Anche al parco.

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Non ho mai saputo quando fermarmi. È una colpa? L’innocenza si perde nella bellezza. Ti presenti con l’auto di tuo padre e non hai la patente. Le cinque del mattino. Andiamo al mare; nella mia borsetta il costume. Nelle tasche hai dei soldi rubati. Facciamo l’amore sulla spiaggia. Davanti a tutti. Sta per calare la sera. Ci ferma la polizia. “Mi ha rapito!” Li sento: ridono! Di lui? No, anche di me. Ci trattengono per tutta la notte. La luna si rispecchia sul linoleum. CORO V Ecuba Tu getti gocce di lacrime sui suoi seni. Lei conta i colori dell’arcobaleno in esse riflessi. Perché non provi a oscurare il suo sole?

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XI

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Mi vieni a prendere al commissariato. Che altro potevi fare Menelao? Torniamo a casa perché è maggiorenne, consenziente. Se ho versato lacrime, ho sentito risa, dietro le spalle. La bellezza non è una colpa. Perché hai lasciato che mi rapisse? Di segnali te ne avevo dati. Mi bastava un ‘ti amo’. “Avresti potuto fermarmi!” (sospira). I tuoi occhi si accendono. Erano spenti, da quando non facevamo più l’amore. Mi stai guardando. Ancora. Ma no. Che fai? Affili le armi. Contro un ragazzo? Che battaglia ridicola. Contro di me? Non sei tu a volermi uccidere. Nostra figlia sfodera la sua prima, unica, vera arma. E per che cosa? Per amare? Per conquistare? No, per ferire sua madre. Dai! Fammi del male! “E perché Ermione si ritira? Deve dare solo l’esame di maturità”.

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Elena (a Menelao) 28 maggio 1976 (pausa)

Elena (al vento) 3 gennaio 1977 I presagi di morte non mi fanno paura. La morte non porta nessun crimine. La bellezza: quella sì! Bellezza nasce per peccare. Altrimenti non è Bellezza. Mia figlia non ne ha una briciola, di bellezza. È troppo preoccupata del potere della mia. Si è chiusa in casa. Non mangia. Si è rasata ancora: capelli e pube. Meglio fosse morta. Non ho paura, io, della morte. 141698

CORO VI Ecuba Vita di lutto. Vuoi un cappio? Bellezza non si appende. Una spada? Fendi lungo il braccio, la carne tenera, e sangue sbianca il tuo volto. Bellezza ti ha perduto? L’afferri. Nessun cappio, nessuna spada. Tieni stretto il fantasma di vento.


XII

La guardo. Negli occhi spenti di mia figlia. Io, che sono un fantasma. Lei: ossa, sotto la pelle trasparente. Lei: non mi guarda, mentre mastica brandelli di saliva. Non guarirà. Non esiste un antidoto per Bellezza. Per la mia bellezza.

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CORO VII Ecuba Corpo di vergine La vergine si rade. E grida. E si percuote. Maledice il vento perché non ha spessore. Maledice l’acqua perché non ha colore. Corpo il suo di vergine. Il solo corpo da punire. Bellezza l’afferri come il vento. Bellezza ha il colore dell’acqua.

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Elena (a Menelao) 2 ottobre 1980

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Siamo rimasti soli Menelao: tu, io. I miei occhi ti lusingano. La mia bocca ti placa. La mia bellezza è la tua tomba. Siamo rimasti soli: tu, io. La notte è fonda. Ti parlo all’orecchio. Ti racconto dell’incontro che stava per accadere, dell’incontro che è accaduto. Mi rispondi: “Lo so. È successo mille volte”. Non arrenderti. Combatti per me, Menelao. Hai sconfitto tutti gli amanti. Sconfiggerai anche quelli futuri. Devi solo combattere! Affila le armi. Ti sfioro la guancia. Sussurro dolcemente. E già non mi ascolti più. Mi senti, però. Sempre più. E non ti stanchi di fissare il sole. Attento! Solo Ulisse ha superato il canto delle sirene. E io continuo a cantare.

CORO VIII Ecuba Un suono entra nel buio. È la voce di Elena. Il respiro del primo incontro tutto in un bacio.

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XIII

La luce umida degli occhi accesi. L’eco in una giornata calda. È la voce di Elena. Ma rimbalza un suono contro il muro. Dondola sospeso se nessuno l’accoglie. Diventa ostile: grido sradicato. È la voce di Elena. FINALE

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Chi canta un’ode alla mia bellezza? Ora che se n’è andata. Non aver paura. Non posso farti del male. Stretto a me non saprai se sono vittima o carnefice. Vieni Menelao. Non voglio approdare da sola. Abbiamo navigato insieme. Vieni. Non farmi faticare. Sono stanca. Vieni, prima che le mie palpebre siano pietra. Sono solo un fantasma. Ora più di sempre. Ora meno di sempre. Sono stata vittima della mia bellezza. “Non ti ho mai tradito. Lo sai. Sarebbe bastato un ‘ti amo’ per fermarmi”.

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Elena (a Menelao) 3 maggio 2015 (pausa)

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Elena (sospira) “Siamo soli, amore. Tu ed io”. (sospira) Mi metti una giacca sulle spalle. La tengo e non ho freddo. Non aver paura, vieni. L’ho messa in gabbia, la bellezza. La bestia riposa. Mi piange un pensiero nella testa. Non è materno. Non è d’amore. È paura. Ho paura che si risvegli. Che si liberi. Ma tu non temere, vieni. La tenda bianca a pieghe è ormai grigia. Il mobile della cucina è pieno di macchie brune e ruggine. Le lenzuola di lino ingiallite. Intreccio le tue gambe alle mie. Ti ninno una canzone. E tu con me. Due gole intrecciate. Mi vuoi. Stai solo pensando come. Dimentica. Amore. Ama il tuo fantasma.

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CORO (eco) Ecuba O Elena! Elena…


XIV

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Menelao hai vinto. Tu forse ami. Il lembo di nebbia che afferri non è così male. Nemmeno ora che non sono più giovane. La bellezza è fantasma. Può tornare. Vieni. Non c’è proprio d’aver paura. “Ho bisogno di te”. “Solo tu… potessi… se solo…” (sospira) È aria di primavera. Un arco in cielo si disegna tra la bellezza e la morte.

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CORO IX Ecuba L’arcobaleno apra le gocce al sole della bellezza. Cammini sulla corda dei sette colori. Luminosa come l’aria nel vento d’inverno. Bella ti chini e raccogli qualche goccia. Non lo sai, ma hai abbracciato l’arcobaleno.

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FINE

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Azio Corghi

L’ECO DI UN FANTASMA Tragedia lirica Testo di Maddalena Mazzocut-Mis per voce recitante femminile, coro e orchestra (2017)

INTRODUZIONE

(con la voce)

[ = 54-58]

a tempo

Elena

Voce recitante Ci sei sempre cascato. Negli occhi. Vieni, guardami. Ti catturo. E tu mi rapisci. Come Paride, Elena. 3

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Soprani na!

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Contralti

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(ord.)

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Timpani

Vibrafono (dure)

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Percussioni

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Violini II pizz.

Viole 3

pizz.

Violoncelli 3

pizz.

Contrabbassi

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3


2

(con la voce)

a tempo

6 Vr. Getto l’amo. Abboccato. Da me non c’è nulla da temere. Sono troppo bella? Troppo giovane? Non aver paura. Avvicinati. Vieni. Aspetta. Guardami. I tuoi occhi. Ci sei cascato, nei miei.

3

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a tempo

(con la voce)

a tempo

9 Elena

Elena

a Paride 3 aprile 1964.

(pausa) Sei un amico. Di mio marito. Passeggiamo. Centro città, all’imbrunire. Mi metti la tua giacca sulle spalle. Non ho freddo. La tengo lo stesso. Piccolo sacrificio per vederti cadere. “Vorrei...” (sospira). “Lo senti il silenzio?” Mi guardi mentre passa una vespa sbiellata. “Camminiamo ancora un po’? La vedi da qui la cima delle montagne?” “La neve... c’è ancora la neve”. Mi trascini per un braccio accennando a una corsa: “andiamo!” “Domani?...” “Non puoi?” (a bassa voce) “La famiglia”. “La cosa più bella è ciò che uno ama”. (Poi all’improvviso...) “Allora puoi? Alle dieci? Domani mattina!” Nel bianco della neve ti bacio.

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(con la voce)

a tempo

13 Vr. Ti cerco al telefono un’ora dopo. Esattamente alle 20.00.

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Al ritorno mi nego per una settimana, forse di più, forse di meno. Sei tu che conti i giorni. Un pomeriggio aspetti per 2 ore e 36 minuti sotto casa mia. Fa freddo. Ti osservo da dietro le tende. Scendo: “ciao, che fai?” Sei troppo alterato. Non mi piaci. Annaspi. Non puoi annegare così in fretta. Dignità, amico mio! Dignità! Me ne vado. Adesso dovrò aspettare, ma non molto. Telefoni, è sabato. Vuoi rivedermi al solito posto. Ritardo di 20 minuti. La posta è più alta. Provi a baciarmi subito. E no! Camminiamo. Io davanti. Mi prendi dolcemente per un braccio. Così va meglio. “Ci siamo sbagliati” (sospira). Chi affoga non ha tempo di pensare. Che gioco facile! “Mia figlia è ancora piccola. Ha bisogno di me...” (sospira). Ti bacio e scappo.

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I Vni

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(con la voce)

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Vr. Mi risponde tuo figlio. Che voce sgraziata. Odio gli adolescenti. “Amore mio”, non ti ho mai chiamato così, “per te qualsiasi cosa”. Che alchimia elementare. Stai cedendo, su tutto il fronte. E no, troppo semplice! È tempo di fare l’eroe. Mostra le tue armi. Vediamo il tuo coraggio: “Amore, ti aspetto, subito, qui sotto casa mia”. Eccoti: sono le 20 e 22. L’ora della cena. Con la famigliola. E allora mi lascio baciare.

no

Ob. Cl.

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Fg.

Vibrafono

M

Perc.

I

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Vni II

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(con la voce)

a tempo

(con la voce)

Vr. 20 maggio 1964. (pausa) Prendiamo un treno per il Nord, senza biglietti, senza valigie. Ti riguardo negli occhi. Attimo dove sei? Due giorni a vagare per alberghi che non ci accettano. Non abbiamo documenti... Amanti in fuga. Già patetici. Vibrafono

(l.v.)

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Camminiamo un po’. Mi piace quando mi stringi. Voglio guardarti. Belli. Gli occhi della resa totale. Velati dell’umido della notte. Belli. Attimo. Fermati. Due giorni dopo ti chiedo un fine settimana. Non mio presento all’appuntamento. Tre giorni dopo ti chiedo la vita.

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a tempo

(con la voce)

a tempo

Vr. (a Menelao) Hai vinto Menelao! La tua Elena torna a casa, da te. Pentita. No. Non lo sono. Non è colpa mia. “Sono stata rapita”. Mi ha rapito. Capisci?” Fingi di sorridere e taci. Allunghi una mano. Lentamente. “Quante cose inutili ci siamo detti nella vita. Bastava un ’ ti amo!’ ” Mi sfiori la guancia. All’altezza del collo prendi una ciocca di capelli e la tiri verso il basso. Scendiamo, lentamente, fino a terra. Sei sopra di me. Mi baci.

no

23 maggio 1964 (pausa)

ila

I Cr.

M

II

sord.

Trb. sord.

rd

II

i-

I

ic o

I Trbn.

R

II

©

I

C

Perc.

as

a

Tp.

Vni

II

Vle

arco

Vc.

(pizz.)

Cb.

141698

sord.

sord.


7

(con la voce)

27

a tempo

Vr. Provo a spiegarti.

no

Ancor più in periferia? Per non incontrarlo? I vicini? Se vuoi punirmi ti conviene farmi vivere qui, dove mi odiano”. Ora sorridi. Pensi di avere vinto. E con quali armi hai combattuto Menelao? Con quali hai sconfitto Paride? Nessun’arma, Menelao. Tu non hai armi contro Bellezza. La banalità può tutto. Lo squallore di un alberghetto a ore è più potente di un esercito valoroso. Nostra figlia? No, non è un’arma. E tu non sferrare colpi bassi. Lo sguardo commiserevole di un controllore su un treno freddo vale molto di più. Non puoi capire. Ricordati solo una cosa: bellezza ha i suoi rischi! La moglie più desiderata. La donna più bella. Elena. Era tua. Disposto a tutto! Per amore? No, non eri così banale. Per il rischio. Per quello sì.

ila

“Cambiare casa?

M

I Cr.

i-

II

I

rd

Trb.

ic o

II

I

R

Trbn.

a

II

C

Perc.

as

Tp.

©

I

Vni

II

Vle

Vc.

Cb.

141698


8

31

(con la voce)

a tempo

(con la voce)

Vr. Un’altra vita? La immaginavo.

No, non con lui. Ma c’era.

Mi ha rapito! Forse volevo solo godere. Non certo amare. O forse volevo solo eccitarmi. Non certo amare.

no

Anche Paride è di una bellezza straordinaria. Dovresti capirmi. Non ti ho abbandonato. Sono tornata. Non volevo andarmene. Non da te. Forse dalla provincia! Lo senti quell’odore? Di scarpe, di borse, di ciabatte a buon prezzo, di acque di colonia, di frutta, troppo matura, e di verdura da minestrone? Odore di provincia. Lo senti il suono di giornate in casa, di negozianti che urlano, di televisori accesi d’estate? Suona di te e di me. Suona di provincia.

ila

Fl.

M

Ob.

i-

Cl.

rd

Fg.

I

ic o

Cr. II

R

I Trb.

II

as

Trbn.

C

I

a

II

Vibrafono

©

Perc.

I

Vni II

Vle

Vc.

Cb.

141698


9

35

a tempo

Vr. Il brivido fa vivere. Non esiste un brivido di provincia!

Fl.

Ob.

no

Cl.

M

ila

Fg.

I Cr.

rd

i-

II

I

ic o

Trb. II

R

I Trbn.

as

a

II

C

Tp.

Š

I Vni

II

3

pizz.

Vle

3

pizz.

Vc.

(pizz.)

Cb.

141698


10

CORO I Ecuba 38

[

= 54 - 58] 3

3

S. Da

l

l’a

lto del le mu 3

3

ra

di

3

C. Da

l

l’a

lto

del

le

5

T. E co di fan tas ma

non

ver

si

la cri me.

no

8

B. co

di

fan

ta

sma...

3

Cr.

3

3

gliss.

rd

i-

II

3

gliss.

M

I

ila

E

ic o

I Trb.

3

(senza sord.)

R

II

(senza sord.)

as

a

Perc.

©

Vni

C

I

3

II

arco

3

Vle

arco

Vc.

(pizz.)

arco

Cb.

141698


11

41

3

5

3

3

S. Tro

ia

i col pi di

3

spa da

dei

tuo

i

a

ma

n

ti.

3

5

3

C. mu

ra

di

Tro

ia

i col pi di

spa da

dei

tuo

i

a

5

m... 3

3

T. i col pi di

spa da

dei

tuo

i

a

ma

n

3

5

B. spa

da

dei

tuo

i

a

m...

ila

i col pi di

M

I Cr. 3

rd

i-

II

ic o

I Trb.

R

II

Vibrafono (dure)

as

3

3

3

Š

Vni

3

C

I

a

Perc.

II

3

Vle

3

3

Vc.

pizz.

Cb.

141698

ti.

no

8


12

44

3

S. 3

Da

l

l’a

lto del le mu

ra

di

3

3

C. 3

Da

l

l’a

lto

del

T. E

co

di

fan

ta

sma...

no

8

5

B. non

ver

si

la cri me.

3

gliss.

M

I

ila

E co di fan tas ma

Cr.

3

gliss.

rd

i-

II

ic o

I Trb.

3

3

3

R

II

3

as

©

Vni

3

C

I

a

Perc.

II

3

Vle

Vc.

arco

Cb.

141698

le


13

47

3

5

S. Tro

i ge mi ti

ia

i...

E

co

di

fan

ta

sma non

5

3

3

dei tuo

3

C. mu

ra

di Tro

ia

i ge mi ti

dei tuoi

a ma

dei tuo

i...

n

ti.

E

co

di fan

5

8

i ge mi ti

no

T.

5 3

B. dei tuoi

a ma

n

ti.

ila

i ge mi ti

5

M

I Cr.

rd

i-

II

5

ic o

I Trb.

R

II

5

Vibrafono

as

Š

Vni

C

I

a

Perc.

II

Vle

pizz.

arco

Vc.

5

pizz.

Cb.

141698


14

50

3

3

S. ta

sma.

Hai lan cia

to

il

fio

re del

la sfi

da.

3

3

C. 3

a

pri gli oc

chi.

Hai lan cia

to

il

fio

re del

la sfi

da. 3

3

3

T. 3

Hai lan cia

to

il

fio

re del

la sfi

da.

Non sai che mar ci 3

3

il

fio

re del

la sfi

da.

3

Non sai che mar ci

sul

M

I Cr. 3

3

ic o

I

rd

i-

II

ter

ila

3

to

sul 3

B. Hai lan cia

no

8

Trb. II

R

3

Vibrafono

as

a

Perc.

I Vni

C

pizz.

Š

pizz.

II

pizz.

3

pizz.

3

arco

3

Vle

arco

Vc.

3

Cb.

141698

3

ter


15

53

3

3

S. Da

l

l’a

lto del

le mu

3

ra

di

Tro

ia

3

3

non

a

3

C. Da

l

l’a

3

lto

del

le

mu

ra

non

T. re

no.

no

8

B. no.

3

3

gliss.

M

I Cr. 3

ila

re

3

gliss.

rd

i-

II

ic o

I

3

Trb.

3

R

II

3

as

a

Perc.

I Vni

C

3

3

3

arco

arco

3

3

©

3

II

3

3

pizz. 3

Vle

3

3

pizz. 3

Vc.

arco 3

Cb.

141698


16

56

3

3

S. pri

gli oc chi.

3

...ma dre e fi glia

gio ca no al la mor

...ma dre e fi glia

gio

te,

al

la

3

C. 3

a

pri

gli oc...

ca

no

lan cian do si u na

T. U

na

ma

e la

dre

B. e

la

fi glia

gio ca no al la mor te...

M

I Cr.

rd

i-

II

ic o

I Trb. 3

R

II

as

a

Perc.

pizz.

3

Solo arco

C

I Vni

glia...

ila

U na ma dre

fi

no

8

pizz.

3

Solo arco

Š

3

II

arco 3

Sola

Vle

3

arco 3

Solo

Vc.

3

Solo pizz.

Cb.

141698


17

59

3

3

3

S. 3

mor

te...

Le

ma

ni del la ma

dre.

Sei mai

sta ta

a Tro ia, spar ta na?

3

3 3

C. me

la.

La

ma

dre.

Sei mai

sta ta

3

a Tro ia, spar ta na? 3

3

3

T. 3

Goc

ce

di

san

gue...

Sei mai

3

3

3

B. ce di san

gue...

sta ta

3

a Tro ia, spar ta na?

M

Cr. 3

3

rd

i-

II

ic o

I Trb.

R

II

Vibrafono

3

ord. Tutti

pont.

Tutti

pont.

Š

C

as

a

Perc.

Vni

3

3

Sei mai

I

I

a Tro ia, spar ta na?

ila

Goc

sta ta

no

8

3

ord. 3

3

3

3

3

3

3

3

3

3

3

3

II

Tutte pont.

ord. 3

Vle

Tutti pont.

ord.

Tutti arco pont.

ord.

3

3

Vc.

pizz. 3

Cb.

141698

3

3

3


18

(con la voce) 63 Elena Vr. 26 maggio 1964 (a Paride) Guardami Paride. Guardami! Non abbiamo nemmeno fatto l’amore. Volevi rubare un brandello di felicità. Hai rapito un fantasma. Sento ancora il tuo riso volgare di amante. Nemmeno tanto più giovane. Da te mi aspettavo qualche vizio o qualche virtù. Se tu fossi stato un eroe, se tu mi avessi portato via dalla provincia, forse avrei potuto amarti. Non riesco più nemmeno a guardarti in faccia. Felicità da cartolina e non l’hai mantenuta.

no

3

S. A

vre

sti

a

per

to gli oc chi.

per

to gli oc chi.

per

to gli oc chi.

per

to gli oc chi.

ila

3

C. A

vre

sti

a

T. 8

A

vre

sti

a

M

3

A

vre

sti

a 3

I

ic o

Cr.

rd

B.

i-

3

3

II

R

3

I Trb.

3

Perc.

I

C

Vibrafono

as

a

II

pizz.

arco

3

©

Vni

pizz.

arco

pizz.

arco

3

II

3

Vle

pizz.

arco

3

Vc. arco 3

Cb.

141698


66

a tempo [

19

CORO II Ecuba

= 50 - 54] 3

3

3

S. S

e

i!

...co me il

ma

re al

3

e

i!

mo

3

C. S

tra

...co me il

ma

re al

n

to,

3

tra

mo

n

to, 3

3

3

T. 8

ra...

il so le che san gui na.

no

Sei por po

3

B. ra...

3

il so le che san gui na.

ila

Sei por po

3

3

3

rd

i-

Ob.

M

Fl.

ic o

Cl.

R

Fg.

(strisciando con asta di metallo) Tam Tam

Vni

as

3

C

I

a

Perc.

Š

3

II

(non div.)

Vle

arco

pizz.

Vc.

arco

pizz.

Cb.

141698


20

68 S. S

e i!

...gli oc chi

u

mi

di

di ma

re...

S

e i!

...gli oc chi

u

mi

di

di ma

re...

C.

3

3

T. Sei lu ce,... 3

...e

di

...e

di

3

B.

ce

pia

ce

ila

Sei lu ce,...

pia

M

Fl.

rd

i-

Ob.

ic o

Cl.

R

Fg.

Tam Tam (con asta di metallo)

as

pizz.

Š

Vni

pizz.

C

I

a

Perc.

II

(non div.)

pizz.

Vle

arco

pizz.

Vc.

pizz.

arco

Cb.

141698

re.

no

8

re.


21

Tempo I

71 S. S

e i!

S

e i!

...che

pie

ga,

co me on da,...

...che

pie

ga,

co me on da,...

C.

T. Sei ca

n to...

co

me o

n da,...

(a) 3

B. n to...

co

me o

n da,

o gni pa u

3

ra

in

ila

Sei ca

(o)

no

8

3

rd

i-

Ob.

3

ic o

Cl.

Tam Tam

as

3

arco

3

Š

Vni

arco

C

I

3

a

Perc.

3

R

Fg.

ar do

3

M

Fl.

3

II

arco

3

3 3

Vle

pizz. arco

3 3

3

Vc.

pizz. arco

pizz.

Cb.

141698

3

re.


22

(con la voce) 75 Elena Vr.

i-

M

ila

no

12 anni dopo: 20 maggio 1976 (pausa) (a Ermione) Mai arrendersi al tempo! Ermione, ragazza mia, la bellezza sa anche trasformarsi. Un po’ di fondotinta in più e giochi con il biondo dei capelli. Copri le cosce allungando un poco la gonna. Le caviglie no. Bisogna mostrarle, se sono esili. Guarda Ermione! Il segreto sono le scarpe. Le braccia scoperte, anche d’inverno. La scollatura fino... fino a dove voglio. Oppure tutta coperta anche il collo. Ma aderente, come pelle. Mai arrendersi al tempo. Lo vedo scorrere sul volto di Menelao. Perfino sul tuo. Non mangi. Ti fasci il seno. Ti radi i capelli. Sei sempre in lutto, tu (ride). Sei cresciuta selvaggia. Ispida e crudele. Non mi cerchi. Non mi vieni vicino. Non vuoi le mie carezze. Io ho paura di ferirmi le mani con i tuoi cocci. I figli che vogliono punire i genitori sono patetici. Angeli senza ali; leoni piccoli come micetti. Tu non ne hai nemmeno una briciola, di bellezza. Lo sai? Ci avremmo giocato con la tua bellezza. Io ero bellissima quando Paride mi rapì. Tu sei disarmata. Io ho le armi per conquistare il mondo. Vuoi vedere che me ne faccio della tua giovinezza? Proprio niente! Guarda e impara. Impara ad aver paura delle mie armi.

i

S

i...

re

na.

C. (a)

T. (a)

8

R

B.

ic o

S

rd

S.

(a)

a

Fl.

as

Ob.

C

Cl.

Fg.

Tam Tam

©

Perc.

arco

pizz.

I

Vni

arco

pizz.

II pizz.

arco

Vle

Vc.

Cb.

141698


a tempo [ 78

23

CORO III Ecuba

= 108 - 116]

(mormorando)

S. Bea

ta

la ver gi ne Cal li

sto,

be

a

ta la ver gi ne Cal li

sto,

be a

ta la ver gi ne Cal li

sto,

(mormorando)

C. Be a ta

Ti ta

ni de,

be

a ta

Ti ta

ni de,

be

a ta

T. 8

B. a

ta,

be

a

ta,

no

Be

I

ila

Vni

M

II

i-

Vle

(pizz.)

ic o

Cb.

(cantando)

81

Be

a

ta

8

ni

ne

Cal

li

sto,

be

a

de.

C

B.

ta

gi

as

Ti

ver

a

C.

la

R

S.

T.

rd

Vc.

a

Be

a

ta

(solo ad lib.)

mu

ta...

Š

be

(cantando)

I

Vni

II

Vle

Vc.

Cb.

141698

ta

ta

in

le

o

nes

la


24

84 S. ta

la

ver

ver

gi

ne

gi

ne

Cal

li

sto.

C. Cal

li

Be

sto. (tutti)

a

ta,

be

(mormorando)

T. 8

sa

dal

l’oc

chio

fe

ro

ce.

Be

a

ta

Ti

ta

ni

de,

(mormorando)

B. a

ta

la

no

Be

I

ila

Vni

M

II

Vle

i-

pizz.

rd

Vc.

ic o

Cb.

87

R

S.

a

C.

T. 8

be

a

ta

C

B.

ta,

as

a

ne

Calli

sto,

ta

be

ni

a

de,

ta

a

be a

la

ver gi ne Cal li

Š

vergi

Ti

be

I

Vni

II

Vle

Vc.

Cb.

141698

ta

sto,

Ti

ta...

ta

be

ni

a

de,

ta

be a

la

ver gi ne Cal li

ta

sto,

Ti ta

ni

de,


25

90

(solo ad lib.)

S. mu

ta

ta

in

cer

biat

ta

dal

le

cor

na

d’o

ro.

C. Ti

ta

ni

de.

(cantando)

T. 8

Ti

ta

ni

ta

Ti

de.

(cantando)

a

ta

ni

ila

be

no

B.

M

Fl.

Ob.

rd

i-

Cl.

ic o

Fg.

I

R

Cr.

a

II

as

I Trb.

C

II

pizz.

Š

I Vni

pizz.

II

pizz.

Vle

Vc.

Cb.

141698

de.


26

94

3

I (div.) Nes su

S.

na di lo ro ha do vu to

vi ve re con... 3

II Nes su

na di

lo

ro

ha do vu to vi ve re con... 3

I C.

Nes su

(div.)

na di lo

ro

vi ve re con...

ha do vu to

3

II Nes su

na di

lo

ro

Nes su

(div.)

na di lo

ro

na di lo

ro

ila

8

T.

no

I

Nes su

Nes

ha do vu to

II 8

Nes su

na di

I Trb.

ha do vu to

su

M

II

ha do vu to vi ve re con...

Vibrafono

i-

Perc. div. arco

Vni

div. arco

II

ic o

div. arco

rd

I

Vle

div. arco

97

R

Vc.

I 8

vi

8

lo

ve

re

II

ro

ha

Nes

su

(div.)

II

3

do

C

I B.

con...

as

T.

a

3

to

vi

na

di

lo

ve

re

ro

con...

ha

3

do

vu

to

vi ve

re

con... 3

Nes

su

na

di

lo

ro

ha

do

vu

to

vi

ve

re

con...

Š

Vibrafono

vu

Perc.

I Vni II

Vle

Vc. (pizz.)

Cb. I

141698

na di


27

(con la voce) 99 Elena Vr.

ila

no

Al giovanissimo amante 22 maggio 1976 (pausa) Il mio seno. Profuma. Le mie caviglie. Hanno un filo d’oro. Alzo un poco la gonna. E ti guardo, dentro. Bello. Non come Paride. Bello di gioventù. Non ricordo nemmeno il tuo nome. Ti ha portato a casa mia figlia. Un suo compagno di classe? Forse. Sapessi qualcosa di lei, saprei qualcosa di te. Non ha cattivo gusto la ragazza! Getto l’amo. Le mie mani sanno muoversi. Non solo nell’aria.

S.

Bel

lez

za.

Bel

lez

za.

Bel

lez

za.

Bel

lez

za.

M

I

II

C.

8

con

Bel

lez

8

con

Bel

lez

con

Bel

T.

R

II

I

lez

za.

za.

za.

a

B.

ic o

I

rd

II

con

as

II Bel

lez

za. l.v.

C

Vibrafono

Perc.

i-

I

div.

©

uniti

I

Vni

div.

uniti

II

unite

div.

uniti

div.

Vle

Vc.

arco

Cb.

141698


28 [

CORO IV (a) Ecuba

= 58 - 63]

103 S. Fre

ne

si

a,

fre

ne

si

a

muo

vi

guer

ra

al

cor

po

del

l’al

tro,

Fre

ne

si

a,

fre

ne

si

a

muo

vi

guer

ra

al

cor

po

del

l’al

tro,

Fre

ne

si

a,

fre

ne

si

a

muo

vi

guer

ra

al

cor

po

del

l’al

tro,

Fre

ne

si

a,

fre

ne

si

a

muo

vi

guer

ra

al

cor

po

del

l’al

tro,

C.

T. 8

ila

Fl.

no

B.

Ob.

M

Cl.

i-

Fg.

I

rd

Cr.

ic o

II

I

R

Trb. II senza sord.

Trbn.

as C

II

senza sord.

a

I

Tp.

Tamburo con corda

©

Perc.

I Vni II

Vle

Vc.

Cb.

141698


29

a tempo [

107

=

= 58 - 63]

S. muo

vi

guer

ra

al

cor

po

del

l’al

tro.

al

cor

po

del

l’al

tro.

al

cor

po

del

l’al

tro.

al

cor

po

del

l’al

tro.

Sa

pe

re

C. ...che

T. 8

muo

vi

guer

ra

Sa

pe

re

i

stin

ti

vo...

B.

no

...che

ila

Fl.

Ob.

M

Cl.

i-

Fg.

rd

I Cr.

ic o

II

I Trb.

R

II

I

as

Tp.

C

II

a

Trbn.

Tamburo con corda

©

Perc.

uniti

I

Vni

uniti

II unite

Vle uniti

Vc.

Cb.

141698


30

111 S. che

sa...

...con

dol

cez

za...

C. sa...

Lo

ac

dol

cez

com

pa

gni...

T. 8

Lo

3

ac

com

pa

gni

con

za...

3

B. sa

do ve cer ca

re.

...per

ché

non sa

rà dol

ce.

no

I Vni

ila

II

Vle

M

Vc.

i-

Cb.

115

cul

li

3

per

ché...

per

ché

non

sa

te ne ro.

per

ché

non

sa

te ne ro.

...per

ché non

sa

te ne ro.

3

C. ...con

te

3

ne rez

T. 8

Lo

cul

li

con

te

3

ne rez

za

za

R

B.

Ob.

= 58 - 63]

ic o

Lo

rd

S.

[ =

Fre

ne

si

a,

a

3

II

Trbn. I

Tamburo con corda

©

Tp.

C

Cr.

as

I

Perc.

I Vni

3

3

II 3

3

Vle

Vc.

Cb.

141698


31

119

fre

ne

si

a

muo

vi

guer

ra

al

cor

po

del

l’al tro,

muo

vi

guer

ra

al

...muo

vi

guer

ra

al

cor

po

del

l’al tro,

muo

vi

guer

ra

al

ne

si

a

muo

vi

guer

ra

al

no

S.

al

C.

T. 8

Fre

ne

si

a,

fre

muo

vi

guer

ra,

muo

vi

guer

ra,

B. muo

ila

Fl.

Ob.

M

3

Cl.

i-

Fg.

rd

I Cr.

ic o

II

I

R

Trb.

a

II

I

C

II

as

Trbn.

Tp.

Tamburo con corda

©

Perc.

I Vni II

Vle

Vc.

Cb.

141698

vi

guer

ra


32

a tempo [

123

=

= 58 - 63]

S. cor

po

del

l’al

tro.

cor

po

del

l’al

tro.

A

mo

re

a

cer

bo

C. A (Solo)

A

mo

mo

re,

T. 8

cor

po

del

l’al

tro.

cor

po

del

l’al

tro.

(gli altri)

A

mo

r...

no

B.

ila

Fl.

M

Ob.

Cl.

i-

Fg.

rd

I Cr.

ic o

II

I Trb.

R

II

a

I

Tp.

C

II

as

Trbn.

Tamburo con corda

©

Perc.

I

Vni II

Vle pizz.

Vc. pizz.

Cb.

141698

e


33

126

3

S. a

3

Ac ca rez

ci do. 3

re.

a

mo

r...

Qua si

le

3

3

C.

zi

3

fa

ma le.

Qua si non pia ce.

a

A

mo re,

mo

r...

T. 8

a

mo

re,

B. - mo

r...

no

A-

I

ila

Vni

M

II

Vle

arco

i-

Vc. arco

ic o

rd

Cb.

pizz.

129 S. le...

C.

8

a

C

B.

del la su a gio vi

a

vi de

nez za.

A a

mo

mo

pro

fu

mo...

r...

...a

spro

a

r...

a-

I

Vni

II

Vle

Vc. pizz.

arco

Cb.

141698

e

sen za co

r...

re,

- mo

nel

Š

a-

mo

gi

3

as

...ru T.

T’im mer

R

spal

arco

mo

re,

- mo -


34

132

3

3

3

S. 3

La guan cia sul ven tre

ap

3

pe na ve la to.

Trop

3

po bian co per es se re di un uo mo.

3

3

C. per te.

A a

mo

mo

r... a

re,

Bian co. mo r...

...per es se re di un uo mo. a

mo

re.

T. a

mo

re,

a

B. r...

a3

r...

a

3

3

ila

3

-mo -

I Vni

3

M

3

II

(non div.)

rd

i-

Vle

ic o

Vc.

pizz.

(con la voce) 135

as

Elena

25 aprile 1976 (pausa) Andiamo in montagna: tu, bello e giovane, Menelao, Ermione ed io. Si siede davanti in auto, la ragazza. Soffre le curve. Povera cara. Io non le soffro. La gioventù non ama grandi discorsi. Al profumo non resiste. Alle carezze nemmeno. Ti ho sfiorato. La gamba, il ginocchio, la coscia. Al ritorno, al buio, ti ho preso la mano. L’ho accarezzata per tutto il viaggio. Tra le dita e poi giù a sfiorare il palmo fino al polso. Dorso a dorso. Poi palmo a palmo, leggeri. E ancora tra le dita. Più su oltre il polso. La stringo. Socchiudi la bocca. Ti rivedo il mattino dopo. Sotto casa. Gli altri a scuola. “Potrei essere tua madre...” (sospira) “Conosci il mio passato... che futuro potremmo avere...” (sospira) Alla gioventù non importa niente del futuro. Ama le grandi imprese che hanno un passato e che non hanno un futuro. Mi baci. In camera da letto. In cucina. Nel bagno di casa. Nel bagno del bar di fronte alla scuola. Anche al parco.

©

C

Vr.

a

R

Cb.

141698

mo

r...

no

8

mo

r...


a tempo [

=

35

CORO IV (b) Ecuba

= 58 - 63]

136 S. Fre

ne

si

a,

fre

ne

si

a!

È

Fre

ne

si

a,

fre

ne

si

a!

È

Fre

ne

si

a,

ne

si

a,

Fre

ne

si

a,

lu i

che ti vuo

le.

Lo

sta

vi

per den do,

è

che ti vuo

le.

Lo

sta

vi

per den do,

è

ne

a!

Lo

sta

vi

per den do,

a

Lo

sta

vi

per den do,

a

C. lu

i

T. 8

fre

fre

si

B. ne

si

a!

no

Fl.

fre

3

ila

Ob.

M

Cl.

i-

Fg.

I

rd

Cr.

ic o

II

I Trb.

R

II

I

a

Trbn.

as

II

C

Tp.

Tamburo con corda

©

Perc.

I

Vni II

Vle pizz.

arco

pizz.

arco

pizz.

arco

Vc. arco

Cb.

141698

pizz.

arco


36

(con la voce) 140 Elena al giovanissimo amante Vr. 27 maggio 1976 (pausa) Non ho mai saputo quando fermarmi. È una colpa? L’innocenza si perde nella bellezza. Ti presenti con l’auto di tuo padre e non hai la patente. Le cinque del mattino. Andiamo al mare; nella mia borsetta il costume. Nelle tasche hai dei soldi rubati. Facciamo l’amore sulla spiaggia. Davanti a tutti. Sta per calare la sera. Ci ferma la polizia. “Mi ha rapito!” Li sento: ridono! Di lui? No, anche di me. Ci trattengono per tutta la notte. La luna si rispecchia sul linoleum.

S. lu

i

che ti vuo

le,

a

des

so.

A des

so.

lu

i

che ti vuo

le,

a

des

so.

A des

so.

C.

8

des

so

non

puoi

scap

pa

re.

A des

so.

des

so

non

puoi

scap

pa

re.

A des

so.

no

T.

ila

B.

M

Fl.

Ob.

i-

Cl.

rd

Fg.

ic o

I Cr. II I

R

Trb.

a

II

Trbn. II

C

Tp.

as

I

Tamburo con corda

©

Perc.

pizz.

I Vni

pizz.

II pizz.

Vle pizz.

Vc. pizz.

Cb.

141698


37

CORO V Ecuba 143

a tempo [

= 54 - 58] 3

I ...di

S.

la

cri me...

(div.) Le i con ta i

co lo ri del l’arco ba 3

3

3

II ...di

la

Le i con ta i co lo ri...

cri me...

3

3

3

I Tu

C.

get

ti

goc

ce...

...sui suoi se

ni.

...del l’ar co ba

(e)

(i)

(o)

(e)

...sui suoi se

ni.

ila

(u)

no

3

II

M

Fl.

i-

Ob.

rd

Cl.

ic o

Fg.

I

R

Cr.

a

II

I

C

Perc.

as

Xilofono

pont.

3

arco

©

Vni

3

arco

pont.

II

pizz. arco

3

arco

3

arco, pont.

3

Vle

pizz.

arco, pont.

3

Vc.

arco

pizz.

arco

pizz.

Cb.

141698

arco, pont.

3


38 ...in es

147

se

ri

fles

si.

3

(div.)

(div.) (uniti)

I ...in es le no...

S.

se...

Tu

3

get

ti

goc

ce

di

la

3

cri me

su

3

(uniti)

i (div.)

II (u)

(e)

(i)

(o)

(e)

la

cri me

suo i (div.)

3

3

(uniti)

I le no... C.

Tu

get

ti

la

cri me

su

i

(div.)

...in es

se...

(u) es

se

ri

fles

(i)

la

si.

cri me

suo i

ila

...in

(e)

no

II

3

(div.)

3

(uniti)

Fl.

M

3

i-

Ob.

3

rd

Cl.

ic o

Fg. 3

R

I Cr.

Xilofono

C

Perc.

as

a

II

ord.

div.

Š

I 3

Vni

ord.

div.

II 3 3

ord.

div.

Vle

ord.

(div.)

Vc. 3

Cb.

141698


39

151

(uniti)

3

I se

S.

ni.

Per

ché

non

pro

vi

a

o

(uniti)

scu

ra

re

scu

ra

re

scu

ra

re

3

II se

ni.

Per

ché

non

pro

vi

a

o

(uniti)

3

I ni.

(e)

(o)

(i)

a

o

(uniti)

3

II ni.

(e)

(o)

(i)

a

o

scu

ra

ila

se

no

se

C.

M

Fl.

i-

Ob.

rd

Cl.

ic o

Fg.

I

R

Cr.

a

II

I

C

Perc.

as

Xilofono

uniti 3

©

Vni

uniti

II

3

unite

Vle 3

uniti

Vc. 3

pizz.

Cb.

141698

re


40

(con la voce) 154 Elena (a Menelao) Vr. I 28 maggio 1976 (pausa) Mi vieni a prendere al commissariato. Che altro potevi fare Menelao? Torniamo a casa perché è maggiorenne, consenziente. Se ho versato lacrime, ho sentito risa, dietro le spalle. La bellezza non è una colpa. Perché hai lasciato che mi rapisse? Di segnali te ne avevo dati. Mi bastava un ’ti amo’. “Avresti potuto fermarmi!” (sospira). I tuoi occhi si accendono. Erano spenti, da quando non facevamo più l’amore. Mi stai guardando. Ancora. Ma no. Che fai? Affili le armi. Contro un ragazzo? Che battaglia ridicola. Contro di me? Non sei tu a volermi uccidere. Nostra figlia sfodera la sua prima, unica, vera arma. E per cosa? Per amare? Per conquistare? No, per ferire sua madre. Dai! Fammi del male! “E perché Ermione si ritira? deve dare solo l’esame di maturità”.

I il

S.

su

o

so

3

le? 3

II (i)

(u)

(o)

(e)

(i)

C.

(o)

no

I (e)

su

o

so

le?

M

il

ila

II

Fl.

rd

i-

Ob.

ic o

Cl.

Fg.

R

I

3

Cr.

a

II

Xilofono

C

Perc.

as

3

pizz.

arco

3

arco

3

©

I Vni

pizz.

II

Vle

pizz.

Vc.

Cb.

141698


[

a tempo

[

157

41

CORO VI Ecuba

= 50 - 54] = 50 - 54] sempre

S. Vuoi

un

cap pio?

U

na

U

na

C. Vi

ta

di

lut

to.

Bel

lez

za

non si ap

pen

de.

sempre

T. Vuoi

un

cap pio?

B. ta

di

lut

to.

Bel

lez

za

non si ap

pen

de.

ila

Vi

no

8

M

Ob.

I

ic o

Trb.

rd

sord.

i-

Fg.

sord.

II

R

sord.

I

a

Trbn. sord.

I

C

as

II

Š

Vni II

(non div.)

Vle

arco

Vc.

arco

Cb.

141698


42

162 S. spa

da?

Fen

di

lun go il brac cio,

e

san

gue

sbian

ca il tu

o

e

san

gue

sbian

ca il tu

o

C. la

car

ne

te

ne

ra,

8

spa

da?

Fen

di

lun go il brac cio,

no

T.

B. car

ne

te

ne

ra,

ila

la

Ob. 3

3

3

M

3

rd

i-

Fg.

I

ic o

Trb.

R

II

I

a

Trbn.

I

C

as

II

Š

Vni II

Vle

Vc.

Cb.

141698


43

166 S. vol to.

L’af

fer

ri,

l’af

fer

l’af

fer

C. Bel

lez

za

ti ha

per

du

to?

Nes

sun

cap

pio,

T. vol to.

L’af

fer

ri,

B. lez

za

ti ha

per

du

to?

Nes

sun

cap

pio,

ila

Bel

no

8

M

Ob.

rd

i-

Fg.

I

ic o

Trb.

R

II

I

a

Trbn.

I

C

as

II

©

Vni II

Vle

Vc.

Cb.

141698


44

171 S. ri.

Tie

ni

stret

to

stret

to

stret

to

il

fan

il

fan

C. nes

su

na

spa

da.

Tie

ni

T. ri.

Tie

B. su

na

spa

da.

Tie

ni

stret

to

ila

nes

ni

no

8

Ob.

M

3

rd

i-

Fg.

I

ic o

Trb.

I

R

II

I

a

Trbn.

as

II

C

I

pizz.

3

Vni

Š

pizz.

II

3

pizz. 3

Vle

pizz.

Vc. 3

pizz.

Cb.

141698


45

(calmo)

(con la voce)

175 Elena (al vento) Vr. 3 gennaio 1977 I presagi di morte non mi fanno paura. La morte non porta nessun crimine. La bellezza: quella sì. Bellezza nasce per peccare. Altrimenti non è Bellezza. Mia figlia non ne ha una briciola, di bellezza. È troppo preoccupata del potere della mia. Si è chiusa in casa. Non mangia. Si è rasata ancora: capelli e pube. Meglio fosse morta. Non ho paura, io, della morte. La guardo. Negli occhi spenti di mia figlia. Io, che sono un fantasma. Lei: ossa, sotto la pelle trasparente. Lei: non mi guarda, mentre mastica brandelli di saliva. Non guarirà. Non esiste un antidoto per Bellezza. Per la mia bellezza.

175 S. ta

sma...

di

ven

to.

di

ven

to.

di

ven

to.

di

ven

to.

C. il

fan

ta

sma...

8

ta

sma...

no

T.

fan

ta

sma...

M

il

ila

B.

i-

Ob.

rd

Fg.

ic o

I Trb.

R

II

a

I

©

I

C

II

as

Trbn.

arco, pont. pizz.

Vni

arco, pont.

pizz.

II

arco, pont. 3

3

pizz.

Vle

arco, pont.

pizz.

Vc.

Cb.

141698


46

CORO VII Ecuba 179

a tempo [

= 54 - 58]

S. La

ver

gi ne

si

ra

de.

E

gri da.

E

3

C. Cor po

di

ver

gi

ne.

La

ver

gi ne

si

ra

de.

di

ver

gi

ne.

La

ver

gi ne

si

ra

de.

di

ver

gi

ne.

E

3

T. 8

Cor po

E

La

ver

ila

Cor po

no

3

B.

M

Fl.

Ob.

rd

i-

Cl.

ic o

Fg.

I

R

Cr.

a

II

as

Tp.

Xilofono

arco

Š

I

C

Perc.

Vni

arco

II

3

Vle

arco

3

Vc. (pizz.) 3

pizz.

arco

Cb.

141698

gi ne

si


47

184

3

3

S. gri

da.

E si per

cuo

te.

gri

da.

E si per

cuo

te.

Ma

le

di

ce il

ven

to

per

ce il

ven

to

per

C.

3

3

T. 8

gri da.

E

gri

da.

E si per

cuo

te.

E

gri

da.

E si per

cuo

te.

Ma

le

de.

ila

ra

no

B.

di

M

Fl.

Ob.

i-

Cl.

rd

3

ic o

Fg.

I

3

R

Cr.

3

a

II

Perc.

arco, pont. 3

pizz.

Š

I

C

Xilofono

as

Tp.

Vni

pizz.

arco, pont. 3

II pont. 3

Vle

pont.

Vc.

Cb.

141698


48

189 S. ché

non

ha

spes

so

re. 3

3

C. Ma

le

di

ce

l’ac

qua

ce

l’ac

qua

per

ché

non

ha

T. ché

non

ha

spes

so

re. 3

3

Ma

le

di

Fl.

M

3

Ob.

i-

Cl.

rd

3

ic o

Fg.

3

I Cr.

R

3

a

II

Perc.

©

I

C

Xilofono

as

Tp.

Vni

3

II

3

Vle

3

Vc.

Cb.

141698

per

ché

ila

B.

no

8

non

ha


49

194

3

3

S. Ma

le

di

3

ce

l’ac

qua

per

ché

ce il

ven

to

per

ché

ce

l’ac

qua

per

ché

ce il

ven

to

per

non

ha

3

C. co

lo

re.

Ma

le

di

3

non

3

T. Ma

le

di

3

re.

Ma

le

di

Fl.

M

3

Ob. 3 3

rd

i-

Cl.

Fg.

ic o

3

I

R

Cr.

a

II

Perc.

3

©

I

C

Xilofono

as

Tp.

Vni

3

II

3

Vle

3

Vc. arco

ché

ila

lo

ha

3

B. co

non

no

8

3

Cb.

141698

non


50

198 S. co

lo

re.

Il

cor

po su

o

di

ver

gi ne.

Il

so lo,

il

Il

cor

po su

o

di

ver

gi ne.

Il

cor

po su

o

di

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gi ne.

C. ha

spes

so

Il

re.

T. co

lo

re.

B. spes

so

re.

Il

cor

ila

ha

M

Fl.

Ob.

rd

i-

Cl.

ic o

Fg.

I

R

Cr.

a

II

Perc.

C

Xilofono

as

Tp.

pizz.

Š

I Vni

pizz.

II

pizz.

Vle

pizz.

Vc.

pizz.

Cb.

141698

Il

no

8

po su

o

di


51

203 S. so

lo

cor po da pu

ni

re.

Bel

lez

za... 3

C. so

lo

cor po da pu

ni

re.

Bel

lez

Bel

lez

za l’af

fer

ri

T. 8

so lo,

il

so

lo cor po da pu

ni

re.

za...

B. gi

ne.

Il

so

lo cor po da pu

ni

re.

Bel

lez

za l’af

fer

ri

ila

ver

no

3

Fl.

M

3

Ob.

rd

i-

Cl.

3

3

ic o

Fg.

3

I

R

Cr. II

a

3

Perc.

arco

©

I

C

Xilofono

as

Tp.

Vni

arco

3

II

arco

Vle

arco

3

Vc. pizz.

Cb.

141698


52

208

3

3

3

S. co

me il ven

to.

Bel

lez

za...

...ha

il

co

lo

re

del

l’ac

qua.

3

3

C. co

me il ven

to.

Bel

lez

za...

3

3

3

3

T. co

me il ven

to.

me il ven

to.

Bel

lez

za...

...ha

3

B.

Bel

lez

Fl.

M

3

Ob. 3

i-

3

3

rd

Cl.

Fg.

ic o

3

I

R

Cr.

a

II

Xilofono

C

Perc.

as

Tp.

3

3

Š

I

co

lo

re

za...

ila

co

il

no

8

Vni

3

3

3

II

3 3

Vle

3

Vc.

Cb.

141698

3

del


53

(con la voce) 213 Elena (a Menelao) Vr. 2 ottobre 1980 Siamo rimasti soli Menelao: tu, io. I miei occhi ti lusingano. La mia bocca ti placa. La mia bellezza è la tua tomba. Siamo rimasti soli: tu, io. La notte è fonda. Ti parlo all’orecchio. Ti racconto dell’incontro che stava per accadere, dell’incontro che è accaduto. Mi rispondi: “Lo so. È successo mille volte”. Non arrenderti. Combatti per me, Menelao. Hai sconfitto tutti gli amanti. Sconfiggerai anche quelli futuri. Devi solo combattere! Affila le armi. Ti sfioro la guancia. Sussurro dolcemente. E già non mi ascolti più. Mi senti, però. Sempre più. E non ti stanchi di fissare il sole. Attento! Solo Ulisse ha superato il canto delle sirene. E io continuo a cantare.

3

S. Cor

po

di

ver

gi

ne.

di

ver

gi

ne.

di

ver

gi

ne.

3

C. Cor

po 3

8

l’ac

qua.

Cor 3

po

no

T.

3

il

co

lo

re

del

l’ac

qua.

M

...ha

ila

B.

Ob.

Cl. 3

ic o

Fg.

rd

i-

Fl.

3

R

I Cr.

3

Tp.

C

Perc.

as

a

II

3

pizz.

©

3

arco 3

I

Vni

pizz.

arco 3

II

pizz.

arco

3

Vle

pizz.

arco

3

Vc.

arco

Cb.

141698


54 a tempo [ 217

CORO VIII Ecuba

= 58 - 63] 3

3

S. Un suo no en tra nel

bu

io.

Il re

3

3

C. Un suo no en tra nel

bu

3

io.

3

Il re

T. 3

8

È

la

vo

3

ce

di

E

le na. 3

B. 3

È

la

vo

ce

di

E

le na.

Vibrafono

no

Tp. 3

3

Perc. 3

ila

3

3

3

3

I 3

Vni

3

3

3

M

3

II 3

3

i-

Vle 3

3

pizz.

3

S. del primo incon tro

3

tut to in

R

spi ro

ic o

Cb.

221

3

un

ba cio.

3

C.

8

(o)

B.

tut to in

un

ba cio.

3

to

u

mi da

La

lu

ce

u

mi da

La

lu

ce

La

lu

ce

3

in

3

tut

ce

3

3

tut

lu

un

ba cio. 3

3

to

in

un

ba cio.

C

(o)

as

T.

La

3

del primo incon tro

a

spi ro

3

rd

Vc.

3

Tp.

Vibrafono

©

Perc.

pizz. arco

I

3

3

3

3

3

Vni pizz.

arco

II 3 3

3

pizz.

arco

3

3

pizz.

arco

Vle

Vc.

Cb.

141698


55

224 S. degli oc chi

ac ce si.

degli oc chi

ac ce si.

(e) (o)

...cal

da.

C. e

co

...cal da. 3

3

3

3

3

T. 8

de gli oc chi ac

ce

si.

L’e co

in u na gior na

ta...

È la vo 3

3

3

3

ce di 3

B. 3

ce

si.

(e) (o)

in u na gior na

ta...

Tp.

Vibrafono

3

ce di

3

ila

3

Perc.

M

I Vni

i-

II

Vle

rd

3

Vc.

Cb.

228

R

S.

T. E

le

na.

C

B.

as

a

C.

8

3

3

3

3

ic o

pizz. ord.

3

3

3

E

Tp.

È la vo

no

de gli oc chi ac

le

na.

Ma rim

bal

za un suo no

con

tro il mu ro,

ri m...

Ma rim

bal

za un suo no

con

tro il mu ro,

ri m...

Ma rim

bal

za un suo no

con

tro il mu ro,

...bal za.

Ma rim

bal

za un suo no

con

tro il mu ro,

...bal za.

©

Vibrafono

Perc.

pizz.

I Vni

pizz.

II pizz.

Vle pizz.

Vc.

Cb.

141698


56

232

3

3

3

S. Do

n-

so

3

spe

3

so...

Di

ven

ta

o sti

le:

Di

ven

ta

o sti

le:

3

C. Do

n-

so

spe

so...

3

T. 8

- do

la...

se nes

su

no

lo

ac

co

glie.

Di

ven

ta

o sti

le:

- do

la...

se nes

su

no

lo

ac

co

glie.

Di

ven

ta

o sti

le:

3

B.

no

Tp. 3

Vibrafono 3

3

3

arco

3

arco

ila

Perc.

I Vni

arco

M

II 3

Vle

arco

3

i-

3

3

Vc.

rd

arco

235

ic o

Cb.

3

S. 3

C. sra

3

sra di -

3

R

gri do...

di

ca to,

3

È

la vo

ce

di

E

le

na.

3

- di ca -

È

la vo

ce

di

E

le

na.

3

gri do...

3

3

as

8

a

T.

B.

sra

di

Tp.

to.

È

la vo

ce

di

E

- to.

È

la vo

ce

di

E

3

(ord.)

Vibrafono

©

Perc.

jeté (L.C.)

3

pizz.

jeté (L.C.)

3

pizz.

jeté (L.C.)

3

pizz.

I

3

3

Vni II 3

3

Vle 3

3 3

jeté (L.C.)

pizz.

Vc. 3

3

le

na.

3

to,

C

(manico sul bordo di metallo)

ca

- ca

pizz.

jeté (L.C.)

Cb. 3

141698

le

na.


57

FINALE Ecuba (eco)

(con la voce) 239

a tempo [

Elena (a Menelao)

= 54 - 58]

Vr.

S.

C.

T. 8

3 maggio 2015 (pausa) Chi canta un’ode alla mia bellezza? Ora che se n’è andata. Non aver paura. Non posso farti del male. Stretto a me non saprai se sono vittima o carnefice. Vieni Menelao. Non voglio approdare da sola. Abbiamo navigato insieme. Vieni. Non farmi faticare. Sono stanca. Vieni, prima che le mie palpebre siano pietra. Sono solo un fantasma. Ora più di sempre. Ora meno di sempre. Sono stata vittima della mia bellezza. “Non ti ho mai tradito. Lo sai. Sarebbe bastato un ’ ti amo’ per fermarmi”.

3

O

E-

- le

na!

E

le na 3

O

E-

- le na!

E

le na 3

O

E-

- le na!

E

le na

3

E

3

no

B.

le na.

le na...

ila

Fl.

E

M

Ob.

Cl.

3

i-

Fg.

rd

3

I

ic o

Cr. II

senza sord.

I

R

Trb.

a

II

senza sord.

3

3

C

II

senza sord.

as

I Trbn.

senza sord.

Tp.

Piatto sospeso

©

Perc.

Tamburo con corda

3

arco

I

Vni arco

II arco

pizz.

Vle (pizz.)

Vc. (pizz.)

Cb.

141698

3


58

Ecuba (eco)

(con la voce) 242

a tempo

Elena Vr.

T. 8

B.

Fl.

O

E-

- le

na!

E

le

na

3

O

E-

O

E-

- le

- le

na!

E

na!

E

le

3

le

na

na

3

E

le

3

na.

no

C.

3

E

le

ila

S.

(sospira) “Siamo soli, amore. Tu ed io”. (sospira). Mi metti una giacca sulle spalle. La tengo e non ho freddo. Non aver paura, vieni. L’ho messa in gabbia, la bellezza. La bestia riposa. Mi piange un pensiero nella testa. Non è materno. Non è d’amore. È paura. Ho paura che si risvegli. Che si liberi. Ma tu non temere, vieni. La tenda bianca a pieghe è ormai grigia. Il mobile della cucina è pieno di macchie brune e ruggine. Le lenzuola di lino ingiallite. Intreccio le tue gambe alle mie. Ti ninno una canzone. E tu con me. Due gole intrecciate. Mi vuoi. Stai solo pensando come. Dimentica. Amore. Ama il tuo fantasma.

M

Ob.

Cl.

i-

3

I

ic o

Cr. II

I

R

Trb.

a

II

3

3

C

II

as

I Trbn.

3

rd

Fg.

Tp.

Piatto sospeso

©

Perc. Tamburo con corda

3

I

Vni II arco

pizz.

Vle (pizz.)

Vc. (pizz.)

Cb.

141698

3

na...


59

CORO IX Ecuba

(con la voce) 245

a tempo [

Elena

= 108 - 116]

Vr. Menelao hai vinto. Tu forse ami. Il lembo di nebbia che afferri non è così male. Nemmeno ora che non sono più giovane. La bellezza è fantasma. Può tornare. Vieni. Non c’è proprio d’aver paura. “Ho bisogno di te”. “Solo tu... potessi... se solo...” (sospira). È aria di primavera. Un arco in cielo si disegna tra la bellezza e la morte.

S.

C.

...le solo

L’a

r

co

ba

le

(a)

(l)

gli altri

no...

...a

(e)

pra al so

le

(o)

8

B.

(n)

ila

(e)

no

T.

M

I Cr. II

i-

sord.

I

rd

Trb.

sord.

ic o

II

I

sord.

R

Trbn.

sord.

a

II

C

Perc.

as

Tp.

©

I Vni

II arco

Vle

arco

Vc. (pizz.)

Cb.

141698

pizz.


60

249

goc

ce,

le

ce,

goc

S. (o)

(e)

(o)

C. del

la

bel

lez

za,

T. 8

a pra al so

le

del

(e)

(o)

le

goc

la

bel

lez

za, (e)

(o)

solo

B.

I

M

Cr.

i-

II

I

rd

Trb.

ic o

II

I

R

Trbn.

a

II

as

Tp.

Triangolo

C

Perc.

ce,

le

ila

gli altri

no

(fals.)

Š

I

Vni

II

Vle

Vc.

Cb.

141698

goc


61

254

tutti 3:2

S. l’a

r

co

le

ba

no,

l’ar co

ba

le

no

a

pra al

so

le

le

ba

le

no

a

pra al

so

le

le

ba

le

no

a

pra al

so

le

le

3:2

C. l’ar

co

ba

le

no,

l’ar co 3:2

T. 8

l’ar co

B. a

I

M

Cr. II

i-

I

rd

Trb.

ic o

II

I Trbn.

a

R

II

as

Tp.

©

I

C

Triangolo

Perc.

pra al

so

ila

ce,

no

tutti

Vni

II

arco

Vle

Vc.

Cb.

141698

le,


62

259

3:2

S. goc

ce

del

la

bel

lez

za,

bel

lez

za,

3:2

C. goc

ce

del

goc

ce,

la

T. a

pra

le

goc

ce

al

ce,

le

goc

ce

al

B. pra

le

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I

M

Cr. II

i-

I

rd

Trb.

ic o

II

I Trbn.

a

R

II

C

Š

I

as

Tp.

Perc.

so

ila

a

so

Vni

II

Vle

Vc.

(pizz.)

Cb.

141698

le,

no

8

le,


63

264 S. al

so

le

del

la

bel

lez za, a

r

co...

al

so

le

del

la

bel

lez za, a

r

co

C. ba...

co... T. al

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le

del

la

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r

co...

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r

co...

B. so

le

del

la

bel

...no.

ila

al

...le...

no

8

I

M

Cr. II

(sord.)

i-

I Trb.

rd

(sord.)

II

ic o

(sord.)

I Trbn.

(sord.)

a

R

II

as

Tp.

C

Perc.

pizz. ord.

pont.

Š

I Vni

ord.

pont.

pizz.

II

ord.

pont.

pizz.

Vle

pizz.

pizz. arco

Vc.

Cb.

141698


64

(a tempo) 269

(e)

div.

S. (a) 3:2

C. Ca

m

mi

ni

sul

la

cor da dei set

te

co

lo

ri.

(o)

div.

uniti

T. 8

Lu

B.

ila

(i)

I

M

Cr.

i-

II

I

rd

Trb.

ic o

II

I

R

Trbn.

a

II

as

Tp.

C

Perc.

arco

Š

I

mi

no

sa

no

(u)

Vni

arco

II

arco

Vle

arco

Vc.

arco

Cb.

141698


65

274

uniti

3:2

3:2

S. l’a ria

nel ve

n

to,

l’a

ria

nel

ven

to,

co

me

l’a

ri

a

3:2

3:2

C. ...co

me

l’a

ria,

l’a ria

nel ve

n

to,

l’a

ria

nel

ven

to,

co

me

l’a

ri

a

3:2

3:2

T. co

me

l’a ria

nel ve

n

to,

l’a

ria

nel

ven

l’a

ria

nel

ven

to,

co

B.

l’a

ri

to...

ila

I

M

Cr.

i-

II

I 3

Trb.

rd

3

3

I Trbn.

R

II

ic o

II

a

3

C

as

Tp.

Perc.

me

no

8

pont.

©

I Vni

pont.

II

pont.

Vle

Vc.

Cb.

141698

a


66

(a tempo) 279 S. nel

ven

to

d’in

ver

no.

Bel

la

ti

chi

ni

e

rac

co

gli...

nel

ven

to

d’in

ver

no.

Bel

la

ti

chi

ni

e

rac

co

gli,

nel

ven

to...

Bel

la

ti

chi

ni

e

rac

co

gli,

C.

T. 8

B.

M

I Cr.

i-

II

rd

I Trb.

ic o

II

I

R

Trbn.

as

a

II

Tp.

Triangolo

C

Perc.

ord.

©

I

Vni

co

ila

Fg.

rac

ord.

II ord.

Vle

Vc.

Cb.

141698

gli,

no

e


67 qual

che

goc

cia,

tutti

solo

284 S.

gli altri

(a)

(e)

(o)

(a)

bel

la

ti

chi

ni

e

rac

C. e

rac

co

gli

qual che

goc

cia,

bel

la

ti

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ni

e

rac

e

rac

co

gli

qual che

goc

cia,

bel

la

ti

chi

ni

e

rac

e

rac

co

gli

qual che

goc

cia,

8

no

T.

B.

ila

e

M

Fl.

i-

Ob.

ic o

rd

Cl.

R

Fg.

Triangolo

I

Š

Vni

C

as

Perc.

a

Tp.

II

Vle

Vc.

Cb.

141698

rac


68

289 S. co

gli,

e

rac

co

gli

qual

che,

qual

che

goc

cia.

co

gli,

rac

co

gli

qual

che

goc

cia.

co

gli,

rac

co

gli

qual

che

goc

cia.

C.

8

B. gli,

e

rac

co

gli

qual

che,

qual

che

goc

cia.

ila

co

no

T.

M

Fl.

i-

Ob.

ic o

rd

Cl.

R

Fg.

Triangolo

C

I

as

Perc.

a

Tp.

Vni

Š

pizz.

II

Vle

pizz.

Vc.

Cb.

141698


69

293 S. Non

lo

sai

ma

tu

hai

ab

brac

cia

to

l’a

r

co

ba

le

n

Non

lo

sai

ma

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hai

ab

brac

cia

to

l’a

r

co

ba

le

n

Non

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sai

ma

tu

hai

ab

brac

cia

to

le

n

Non

lo

sai

ma

tu

hai

ab

brac

cia

to

C.

T. 8

...ba

no

B.

ila

...ba

M

Fl.

Ob.

rd

i-

Cl.

ic o

Fg.

I

R

Cr.

a

II

as

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div., pont.

Š

I

C

Perc.

Vni

div., pont.

arco

II

div., pont.

Vle

arco

div., pont.

Vc.

Cb.

141698

le

n


70

298 S. o,

non

lo

sai

ma

o,

non

lo

sai

ma

o,

non

lo

sai

ma

C.

T. 8

no

B. non

o,

ila

I Cr.

M

II

i-

I Trb.

ic o

rd

II

I Trbn.

R

II

as

a

Tp.

Vibrafono

Š

I

C

Perc.

Vni

II

Vle

Vc.

pizz.

Cb.

141698

lo

sai

ma


71

303 S. tu

hai

ab

brac

cia

to...

tu

hai

ab

brac

cia

to...

tu

hai

ab

brac

cia

to...

tu

hai

ab

brac

cia

to...

l’ar

co

ba

le

no,

l’ar

co

ba

le

ba

le

no,

l’ar

co

ba

le

le

no,

l’ar

co

ba

le

...le

no,

l’ar

C. ...co

T. 8

...ba

co

ila

Fl.

no

B.

M

Ob.

i-

Cl.

rd

Fg.

ic o

I Trb.

R

II

I Trbn.

as

a

II

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©

Perc.

C

Vibrafono

ord.

uniti

I

Vni

ord.

uniti

II

ord.

unite

Vle

uniti

ord.

Vc.

arco

Cb.

141698

ba

le


72 sost.

308 S. no.

...sa i.

E

l...

C. no.

...non lo...

...le

n...

T. 8

no.

...tu...

...na...

(e)

B. Ma...

E

le

na.

no

no.

ila

Fl.

M

Ob.

Cl.

i-

Fg.

rd

(sord.)

I Trb.

ic o

(sord.)

II

R

I Trbn.

(sord.)

Tp.

as

a

II

(sord.)

pizz.

Š

Perc.

C

Vibrafono

I

Vni

pizz.

II pizz.

Vle pizz.

Vc. pizz. arco

Cb.

141698


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