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DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
Come per ogni cosa, quello che è importante è la conoscenza. La conoscenza è alla base di tutto.
Ce ne dia qualcuno per i lettori di CasoriaDue.
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Certo. Io sono molto legato a Casoria, dove tra l’altro vivono mio padre e i miei fratelli. E ho cercato anche dei contatti per organizzare proprio a Casoria degli incontri culturali, che io faccio dovunque in modo gratuito, ma non ho trovato risposta. La mia soddisfazione è divulgare la conoscenza. Sono responsabile della Terza Sezione del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli, quindi il mio scopo è proprio divulgare le conoscenze a cui arriviamo con la nostra ricerca, di cui sono responsabile. Con molti gruppi e associazioni organizzo incontri per fare corretta informazione. Quindi, sono ben disposto ad organizzarne anche nel territorio, nel mio territorio, nella città in cui sono nato. Anzi, suggerisco anche a lei e al suo giornale di fare da ponte, da tramite… Professore lo farò assolutamente e sono certo che anche il nostro direttore appoggerà l’interlocuzione con chi di dovere. Anzi, magari in questo momento ci sta leggendo qualcuno che può immediatamente operare in tal senso. Anche perché la sua disponibilità è quanto mai preziosa e non possiamo perdere l’occasione che ci offre. Tornando a parare di farmaco-fobia dovuta all’ignoranza, va detto che noi immettiamo nell’organismo sostanze molto più pericolose di quanto si immagini attraverso il cibo. L’ignoranza va combattuta in ogni campo. Secondo lei perché oggi che abbiamo conquistato un alto livello di conoscenza anche tecnologica c’è ancora la guerra? E non possiamo parlare di ignoranza come nel medioevo quando i problemi economici impedivano ai più l’accesso all’istruzione. Oggi l’ignoranza è dovuta principalmente al fatto che le persone cercano le risposte solo nel web, attraverso un telefono o un tablet. Quante persone leggono i libri? I bambini non leggono più le favole, che parlano proprio di fobie, di come vincerle. Sono importantissime le favole. Quello che dice è stato drammatico durante la pandemia, quando molti si sono fatti affascinare dalle teorie complottistiche che rimbalzavano in rete, secondo cui, attraverso i vaccini, le multinazionali del farmaco volevano inoculare nelle persone microchip per controllarle…
Questi dovrebbero andare a consultare Walt Disney! Non ho mai capito dove vadano a prendere certe idee. Parliamo allora dei vaccini che si somministrano in età pediatrica, recentemente accusati addirittura di innescare la sindrome autistica. C’è qualcosa di vero?
Certo, i farmaci in generale possono dare delle reazioni inaspettate, ma molte meno di quante non possa darne un alimento. Ci sono più patologie innescate dal cibo che dai farmaci. Anche qui è un problema di mancanza di conoscenza. Indubbiamente ci possono essere reazioni avverse anche nella somministrazione dei vaccini, perché nulla è privo di effetti collaterali. C’è un aspetto determinante: il nostro sistema immunitario. Nessuno di noi sa oggi dove inizia e finisce il proprio sistema immunitario. Ognuno di noi risponde ad un’azione esterna in modo diverso perché abbiamo ciascuno un sistema immunitario differente. Fino a cinque anni fa pensavano che a differenziare le persone l’una dall’altra erano le impronte digitali.
Oggi ‘è un sistema ancora più efficace: il nostro microbioma, che si trova nell’intestino ed è la sede di gran parte del nostro sistema immunitario. Ogni sostanza che introduciamo nell’organismo può portare a delle conseguenze proprio in base al microbioma, quindi bisogna fare una scelta, tra rischiare di contrarre una malattia o avere una risposta avversa soggettiva, che ha molte minori probabilità di verificarsi. Inoltre, alcuni fattori di rischio non dipendono dai farmaci, ma da chi non li sa usare o somministrare.
Non esiste nessun farmaco a rischio zero, come non esiste alcun alimento o altra sostanza che introduciamo nell’organismo a rischio zero. Le statistiche, comunque, danno ragione ai vaccini, piuttosto bisognerebbe accendere una luce sui troppi farmaci venduti in farmacia senza ricetta, o addirittura comprati sul web, senza nessun controllo e nessuna garanzia. Questa sì che è una pratica molto pericolosa che mette a rischio seriamente la salute dei pazienti, eppure, per ignoranza, molti continuano a seguirla.
Come si fa a contrastare il contrabbando di farmaci sul web?
Non è facile, perché, nonostante ci siano gli organi di controllo e contrasto, è talmente elevata la diffusione dei canali a livello mondiale attraverso cui ci si può approvvigionare di sostanze via web che diventa impossibile. L’unica difesa è fare informazione.
La gente va istruita, non basta dirle “non comprare” ma bisogna farle capire cosa c’è dietro e quali sono i rischi. Bisognerebbe fare cultura, diffondere conoscenza. È l’unica difesa.
A che punto è la ricerca sui farmaci personalizzati? In futuro ci sarà una pillola diversa per ognuno di noi?
La medicina genetica oggi è giunta ad un punto molto prossimo alla realizzazione di farmaci personalizzati. Ognuno di noi ha un genoma in base al quale risponde al farmaco. Il problema maggiore al momento sono i costi della terapia genia, ancora molto elevati. Con le nuove tecnologie, tuttavia, sarà possibile ridurli e rendere le cure accessibili a tutti. Il ricorso agli anticorpi monoclonali, ad esempio, ha permesso di vincere alcune forme tumorali. Bisogna continuare nella ricerca, per abbassare i costi e curare tutti. Non esiste una sanità di serie A e una di serie B: o le cure sono per tutti o per nessuno.
A proposito di sanità di serie A e di serie B: la preoccupa la ventilata autonomia differenziata per il futuro della sanità e della ricerca meridionali?
È un problema politico. Proprio ieri il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che è stato anche nostro rettore, ha insistito sulla necessità di non creare disparità né di prestazioni né di stipendi, perché verrebbe leso il tessuto sociale. Abbiamo eventualmente mezzi per difenderci, secondo lei?
Sicuramente! Già oggi c’è un controllo maggiore rispetto a dieci anni fa, quando, per colpa di persone ignobili, purtroppo devo usare questo termine, si è fatto uno sperpero di capitale anche umano, che adesso va recuperato e notevoli tagli.
La mancanza di personale sanitario, non solo di medici, si deve agli errori del passato e anche al numero chiuso non aiuta. Oggi la qualità dei politici è migliore, rispetto ad alcuni del passato di cui ci si vergognava già quando aprivano la bocca, perché non sapevano nem- meno parlare italiano. Politica e scienza sono poli opposti, ma talvolta qualche accademico si butta in politica perché si è stancato di assistere impotente al brutto spettacolo di chi fa politica solo per il proprio piacere e i propri interessi. Anche se è un rischio per un accademico entrare in politica… …Perché potrebbe intaccare la sua credibilità di scienziato, la sua immagine professionale… a tal proposito, quanto sono ancora forti le baronie accademiche?
Ci sono ancora gruppi di potere, ma non certo come in passato.
Il potere è in tutte le strutture, ma oggi anche un direttore di dipartimento o un rettore hanno molti contatti internazionali e quindi non possono più comportarsi come i baroni del passato che gestivano un feudo. L’internalizzazione ha cambiato tutto. Bisogna saper comunicare, conoscere lingue, e devi essere capace di fare. È quello il potere, sapere e saper fare.
Ancora una domanda: il PNRR aiuterà la ricerca universitaria napoletana che è di grande eccellenza?
Io non credo che nello specifico servirà a molto. Ma la ricerca nelle nostre università è di alto livello e continueremo a fare in modo che sia così. tra l’altro il nostro dipartimento per prima in Italia ha introdotto nella didattica il metaverso, la realtà aumentata, grazie alla quale si può incrementare lo scambio e la diffusione dele conoscenze, possono migliorare l’azione sia a livello didattico che a livello scientifico.
Le nuove tecnologie possono far capire a chiunque, anche a un normale cittadino, come funziona un farmaco, come assumerlo, eccetera e aiutano anche gli studenti a comprendere la chimica ad esempio, entrando nelle molecole. L’importante è sempre fare cultura. Il nostro dipartimento di farmacia è anche l’unico in Italia a ricevere per due volte consecutive l’eccellenza e questo testimonia il tipo di lavoro che facciamo, cioè ci gratifica per il contributo scientifico che diamo a livello nazionale. Per noi è una grande soddisfazione.
Invertiremo così anche la direzione di fuga dei cervelli?
Speriamo proprio di sì.
Sfogliamo in diretta sul canale web NanoTV il settimanale in edizione digitale CasoriaDue. La Copertina dal titolo “Veleni tossici” è emblematica e chiara: Casoria è una delle città con la maggiore percentuale di aree dismesse con circa 500.000 mq di spazio inutilizzato. Si trattava di aziende chimiche e non metalmeccaniche, dunque aziende che hanno generato per tanti anni una notevole quantità di tossicità nella nostra città. L’immagine della copertina è l’ingresso della Rhodiatoce, così si chiamava prima di diventare Montefibre che era su viale Europa, la strada che dalla piazza centrale di Casoria porta alla stazione ferroviaria. L’area costeggia via Boccaccio, via Petrarca, ed è una delle più estese in Campania, forse in Italia. Era uno stabilimento in cui entravano migliaia di persone, negli anni ’60, ’70, fino a che poi non fu chiusa per trasferirsi ad Acerra e da allora non si è mai capito, né saputo, quale potesse essere il suo destino e il suo futuro. Meno che mai c‘è stata un’amministrazione comunale che si sia chiesta o abbia domandato alla proprietà ICESNEI che cosa ne volessero fare di tanto spazio. Per un periodo di tempo, si parlò della possibile trasformazione nella città del libro, dell’informazione e della comunicazione. In tale occasione ci fu anche un sopralluogo di molti editori napoletani che vennero a visionare questo stabilimento per creare un polo letterario che aveva potenzialità straordinarie. Fu benedetto finanche un plastico da Antonio Bassolino, l’allora Presidente della Regione Campania, e presentato a Galassia Gutenberg. Dopodiché lo zero assoluto. Casoria dorme e restano queste aree abbandonate, con i loro capannoni che custodiscono i loro segreti di morte. Come ben sappiamo, è stato approvato anche il PUC, il piano urbanistico comunale, in cui si parla di aree dismesse; ma il Dir. Troise ha fatto un presagio : anche con il PUC approvato, resterà tutto così, perché nessuno mai si decide ad affrontare le proprietà di queste aree dismesse.
A questo punto, il Direttore, in diretta web, comincia a sfogliare il settimanale con il suo editoriale che parla della cappa giudiziaria ed il monopolio politico ed amministrativo. Il sottotitolo è “Veleni tossici, disastri ambientali, dissesto amministrativo, economico e finanziario”. Quanti problemi per Casoria!
Antonio Botta ci porta alla festa del Santo Patrono San Mauro Abate, con l’intervista a Don Mauro Zurro, preposito curato della Basilica minore dedicata a San Mauro. “Fare della festa un’occasione di grazia spirituale” - si augura e augura Botta. Sempre Antonio Botta, con un altro articolo, entra a San Mauro e ci racconta della Santa Messa presieduta da Don Mimmo Battaglia, l’Arcivescovo della città d Napoli: “Dio si fida di te. Incomincia da oggi ad amare” - Un augurio straordinario che Botta fa a tutti i lettori e web spettatori. E ancora un articolo di Antonio con cui ha commentato una Copertina del Dir. Troise con l’ingresso della Rhodiatoce in viale Europa, e commenta il numero del settimanale dell’8 gennaio: “Tutto ciò che non si legge sugli altri giornali”.
Proseguiamo con Maria Cristina Orga che racconta l’intervista fatta da Troise al Presidente della commissione urbanistica del comune di Casoria l’Arch. Alessandro Puzone riguardo il PUC. Del PUC si è cominciato a parlare da circa 26/27 anni fa, costato migliaia e migliaia di lire prima, ed euro poi, approvato il 27 dicembre 2022, partorito dal settore tecnico in collaborazione con la facoltà di Architettura di Napoli, con il voto favorevole di tutto il Consiglio Comunale tranne da quattro consiglieri comunali, una volta di maggioranza, poi passati all’opposi- zione. E ora dobbiamo vedere nella concretezza in che misura quanto scritto sulle aree dismesse nel PUC si trasformerà in realtà.
Chiara D’Aponte entra nei problemi spiccioli della città di Casoria, quello che hanno combinato e stanno combinando in via Petrarca la strada che da via Padula porta alla stazione ferroviaria. Il titolo è: “Casoria riparte dai cantieri stradali (con qualche disagio)”. Un simpatico articolo scritto da Angelo Vozzella “Un chilo di idee, due metafore e una spruzzata di ottimismo” su un altro parco destinato a via Boccaccio. In sostanza, ricette e commenti sui parchi urbani della nostra città. Di fianco, l’articolo dell’Avvocato Mario Setola, civilista ed esperto di diritto di famiglia che parla di successioni e lasciti testamentari. Maria Lupica, invece, ci porta allo Shen Yun, uno spettacolo cinese in tournée in Italia dal 30 marzo al 30 aprile. Andando avanti, Elena Torre intervista uno straordinario cantautore e chitarrista, Paolo Cecchin. Dopodiché arriva un’informazione a livello divulgativo per offrire un servizio sempre utile a lettori e web spettatori: l’Università Federico II, dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche comunica l’apertura delle iscrizioni per il prossimo anno accademico. Per chi fosse interessato può approfondire l’argomento con la lettura di questo articolo. Teresa D’Angelo, invece, ci parla della morte di Gina Lollobrigida, una delle attrici italiane più amate, e di fianco c’è un articolo di Daniela Lombardi, nostra collaboratrice da Prato che ci racconta questo straordinario documentario su Dante e la Divina Commedia, protagonisti sul grande schermo, dal 23 al 25 gennaio.
Veronica Caprio, invece, ci porta a San Remo: “Dalla Puglia Barbara Maio operatrice di benessere del festival dei sogni”.
Uno strepitoso articolo di Ro- berto Conte, addetto stampa della straordinaria Università di Napoli Suor Orsola Benincasa al Corso Vittorio Emanuele, ci parla delle antiche lettere alla Principessa Pignatelli che diventano moderni podcast: con un progetto innovativo di digitalizzazione dedicato ad Adelaide Del Balzo Pignatelli, il Suor Orsola inaugura il portale all’Archivio Storico.
Diana Kuhne, addetta stampa del Palazzo Reale di Napoli, ci racconta dell’incredibile successo di presenze del 2022, anno record con oltre 340.000 ingressi.
Maria Consiglia Izzo, con “Un amore di famiglia”, ci parla di un polo educativo ecologico e bilingue per i più piccoli, 1000 metri quadrati ubicato in vico Campane a Donnalbina. In basso troviamo la presentazione del libro di Luca Lupoli “Mario Persico e la sua produzione operistica”, presentazione che si è tenuta a fine gennaio a Roma accanto al conservatorio di
Santa Cecilia. Infine, la fotogallery dell’evento tenutosi a Villa Egle in ricordo del Dott. Nunzio Guerra, con immagini scattate da Giovanni Aruta:un focus di grande successo sulla missione 6 del PNRR, con una lectio magistralis del Prof. Rengo sulla geriatria ed il collegamento con il Dr. Melazzini, oncologo, ematologo, uno degli ultimi medici che ha seguito Guerra nella sua malattia. Oggi Direttore del P.O. di Sondalo, con ben 9 padiglioni in Valtellina Alto Lario. Chiudiamo con la pagina 31 dove c’è una locandina dello IULM Accademy School del Prof. Eduardo Piccirilli che per tutto il mese di febbraio e marzo tiene un corso di gestore della crisi d’impresa. E, infine, un interessante articolo sui tumori cerebrali dell’Associazione Premio Carla Russo di Pimonte: nasce un osservatorio delle neuroscienze della Regione Campania, una luce di speranza per chi, purtroppo, viene colpito da questa malattia.
CHIARA D’APONTE