Eh?
Oh, certo …
È ora di andare a dormire.
Sembri così triste.
Vorrei che questa giornata non finisse mai.
Voglio dormire con te.
Forse possiamo FARLA DURARE un po’ più a lungo…
Mettiamo la sveglia PRESTO, così potrai tornare di nascosto nella STANZA DEGLI OSPITI prima che gli altri si sveglino.
È la cosa che desidero di più, dormire accanto a te.
Mettiamo la sveglia alle… SEI E MEZZA.
A che ora si alza tua mamma?
Anche io…
Vado a prepararmi.
Allora mettila alle CINQUE, così se ci RIADDORMENTIAMO qualche minuto…
Alle SEI. Alle SEI. Alle SETTE E MEZZA.I LETTERA AI CORINZI 6:18
Fuggite la FORNICAZIONE!
Qualsiasi peccato l’uomo commetta è fuori dal suo corpo; ma chi si dà all’IMPUDICIZIA, pecca contro il proprio corpo.
MATTEO
5:28
Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per DESIDERARLA…
I LETTERA DI GIOVANNI 2:15-16
Non amate né il MONDO né le cose del MONDO!…
… Se uno AMA il MONDO, l’AMORE del PADRE non è in lui…
… Perché tutto quello che è nel mondo, la CONCUPISCENZA della CARNE, la CONCUPISCENZA degli OCCHI e la SUPERBIA della VITA, non viene dal PADRE, ma dal MONDO.
… ha già commesso ADULTERIO con lei nel proprio cuore.
PROVERBI 6:27-28
Si può portare il FUOCO sul petto senza BRUCIARSI le vesti…
o camminare sulla BRACE senza SCOTTARSI i piedi?
Ehi. Bel pigiama.CANTICO DI SALOMONE 4:7,9
Tutta BELLA tu sei, amica mia, in te nessuna macchia. Tu mi hai rapito il CUORE, sorella mia, sposa; tu mi hai rapito il CUORE con un solo tuo sguardo.
Una volta nella STANZA DEGLI OSPITI, rivolsi una preghiera di RINGRAZIAMENTO a Dio…
… suppongo si possa chiamare SALMO.
con la pelle delicata e pallida come un chiaro di luna,
Grazie, Dio, per questa tua pcreazione erfetta,
le ossa sotto la pelle che si spostano e si risistemano,
che sporgono sul bacino e affondano nella clavicola.
Grazie per il RITMO dei suoi
per le sue forme che si avvolgono come onde intorno alle COPERTE
quando si raggomitola… … si stira
movimenti
Stretto
E la neve caduta accoglie la neve che cade e le “SILENZIO”.sussurra
a lei incessanti.iosento l’ETERNITÀ… le correnti che turbinano lo spazio deserto e
La prima scintilla di Blankets apparve nei miei taccuini il 21 ottobre 1997. Avevo ventidue anni e mi ero appena trasferito a Portland, in Oregon. Avevo detto addio al mio Wisconsin, ma non alla nostalgia per gli amori e gli inverni che mi ero lasciato alle spalle. All’epoca mi limitai a schizzare tre pagine di appunti, perché nel frattempo un barista di nome Brett Warnock aveva fondato una casa editrice di fumetti, la Top Shelf, ed era interessato alle mie storie cartoonesche più che a quelle autobiografiche. Per un anno e mezzo mi dedicai al mio primo libro, Addio, Chunky Rice.
Il 27 marzo 1999 finii Addio, Chunky Rice e inaugurai un nuovo taccuino per riprendere in mano Blankets
Nella prima pagina riflettevo sul fatto di “dividere per la prima volta il letto con qualcun altro”.
Il fumetto era sempre stato una pura esplosione di fantasia, ma io volevo fare un libro lungo, silenzioso, intimo, quasi ordinario, un’opera in cui la trama cedesse il posto al racconto di una semplice esperienza umana. Il mio taccuino cominciò a riempirsi di scene sparse che, come in un collage, avrei poi ricucito in un’unica storia.
Tre mesi e un centinaio di pagine dopo, capii che mio fratello doveva far parte della storia. È con lui che, da ragazzino, avevo condiviso un letto per la prima volta, anche se per ragioni molto diverse. E, infatti, il nostro scontro a suon di pipì fu il ricordo che innescò tutto il resto. La mia scrittura si stava facendo seriosa e sentimentale: aveva bisogno di una “spruzzatina” di umorismo.