AUREA BOOKS and COMIX s.r.l.
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Progetto Editoriale: Enzo Marino Realizzazione grafica: Aurea Books and Comix
Prefazione di Monsignor Carmine Brienza
“Se mi sbaglio, mi corigerete”. All’errore di grammatica, l’applauso fu oceanico. La scrittura essenziale e scintillante di Mario Leocata coglie uno dei momenti più umanamente belli di un uomo decisivo per il XX secolo. Immagine e parola, la persona intera dentro le cose che fa, l’umiltà della verità e la serena consapevolezza di chi sa essere uomo tra gli uomini, il solido riferimento al Dio di Gesù Cristo, capace di fondare pienamente il senso della tua vita e della vita degli uomini, la passione del comunicare a tutti questo fondamento: ecco la persona di Karol Woytila, santo tra i santi e Papa Santo. Questa storia a fumetti della vita di Giovanni Paolo II vuole rispondere con semplicità al bisogno di conoscere e di far conoscere a tutti (non certo solo ai bambini!) e secondo tutti i registri della comunicazione umana questo Papa unico, che ha illuminato la Chiesa e il mondo nell’ultima parte del secolo scorso. E il farlo attraverso parole e immagini (fumetti, sì, fumetti, proprio i fumetti pur nel tempo e nel mondo della immagine elettronica) risulta un tentativo umile, seppure ardito, di andare alle radici dell’immagine: la figura, con una parola che la accompagna senza ad essa sovrapporsi. Questa opera punta alla semplicità della comunicazione, con uno stile che racconta, evoca, senza orpelli retorici e senza intellettualismi di sorta, per puntare dritto al cuore. Tuttavia le parole e le immagini procedono a “costruire” un racconto la cui semplicità espressiva è tutt’altro che ingenua, oserei dire sulla scia della “semplicità” evangelica, che fa dell’immagine e della parola il veicolo principale della comunicazione, come avviene nelle parabole. Emerge così la filigrana di una vita colta nei suoi momenti salienti e significativi, che edificano una storia personale guidata da Dio e vissuta come ubbidienza e consapevolezza da un uomo che la sa vedere sempre da Lui guidata, nei momenti della gioia e nei momenti della sofferenza e sempre protesa verso la piena realizzazione di sé e della storia. Le immagini e le parole di questo libro “illustrano” infatti la vita di un uomo, di un Papa, di un Santo che ha saputo parlare di Dio attraverso le sue parole, i suoi gesti, le sue gioie, le sue sofferenze, il cammino intero di una vita, per dire agli uomini del nostro tempo che il Dio che in Gesù Cristo ha definitivamente parlato agli uomini di ogni luogo e di ogni tempo, continua anche oggi a parlare attraverso gli uomini che in Lui credono, in Lui hanno fondato la propria vita e che Lui amano.
Monsignor Carmine Brienza Parroco di Santa Francesca Romana all’Ardeatino
Già Direttore Ufficio Scuola Cattolica presso il Vicariato di Roma Docente di Filosofia dell’Essere e della Conoscenza presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Pontificia Università Lateranense
Il fumetto S. GIOVANNI PAOLO II
La vita e le opere di Papa Wojtyla
Sceneggiatura di Mario Leocata Disegni di Vincenzo Arces
Colore di Valeriana Cretella
Edmund!... Edmund! Corri! E’ nato il tuo fratellino!
Edmund corre con il cuore in gola.
Papà, tutto a posto?
Signore, speriamo che la mamma stia bene!
Sì, ragazzo mio, vieni, ma fai piano: la mamma è molto stanca.
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Ora potete entrare. Stanno tutti e due bene.
Edmund, tesoro, vieni a vedere tuo fratello Karol.
Oh, mio Dio, che bello! Sembra un bambolotto.
Complimenti, cugina Emilia, hai dato a Dio e alla Polonia due bei figli maschi!
Lo è come lo eri tu, Edmund!
Però ci vuole anche una femminuccia. Sarà per la prossima volta. 2
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Sei ingiusta! So che qualche anno fa, quando abitavano a Cracovia, hanno avuto una bimba nata morta!
Eh, se il signor Wojtyla ci mette altri quindici anni, la povera Emilia sarà prossima alla menopausa!
Due giorni dopo, Karol viene battezzato.
Karol, io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Oh. Povera donna, non lo sapevo.
Karol, che la Madonna ti protegga!
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Un anno dopo.
Oggi Karol compie un anno!
Vi ringrazio dal profondo del cuore.
Prepareremo una bella festicciola per il primo compleanno di Karol. Non ti preoccupare, ti aiuteremo noi. Ancora non si è ripresa dal parto!
Il capitano ha sempre un’aria da funerale!
Guarda che il signor Wojtyla è un sottufficiale!
E’ una donna gracile e di poca salute.
Ma tutti lo chiamano il capitano. E’ severo, ma è anche un appassionato studioso di letteratura.
Però circonda il suo bimbo di tanto amore.
Che idea dare al figlio lo stesso suo nome, Karol!
Ma Edmund, suo fratello, gli ha già trovato un vezzeggiativo: Lolek, e adesso lo chiamano tutti così, dentro e fuori la famiglia... toh, eccolo che arriva.
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Il medico. Farò il medico, non ho dubbi.
Ehi, Edmund, hai già sedici anni. Cosa pensi di fare da grande?
Cinque anni dopo.
Oggi è il tuo primo giorno di scuola, Lolek. La scuola è bella: imparerai a leggere e scrivere, ma bisogna impegnarsi. Sei preoccupato? No, mamma, sono tranquillo.
Prima farai i compiti e poi andrai a giocare. Sarà sempre così. Ricordati: il dovere prima di tutto.
Allora, Lolek, come è stato il tuo primo giorno di scuola?
Bellissimo. Ho tanti nuovi amici e oggi pomeriggio mi aspettano al campetto vicino al fiume per giocare a pallone.
Sì, papà.
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La prima partita di calcio. Ciao, karol, tu sei ebreo o cristiano? cristiano, signore.
Allora la tua squadra è quella.
Ciao, Lolek, benvenuto nella nostra squadra. Grazie, amici.
Hai mai giocato una partita?
No, solo qualche calcio al pallone sotto casa. Allora, per cominciare farai il portiere. Poi si vedrà.
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Va bene.
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Forza Jurek, tira!
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Nonostante i ripetuti tiri nella sua porta, Karol para tutto. Finisce 0-0.
Accidenti a te, hai parato tutto. Sei proprio bravo. Peccato che tu non possa giocare nella nostra squadra.
Hai la stoffa del difensore! Grazie a te non abbiamo perso!
Però possiamo diventare amici! Certamente. Qua la mano, Lolek!
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Lolek, mi piacerebbe molto che tu andassi a servire Messa. Ormai hai l’età giusta.
E tu, papà, che ne pensi?
Servire Dio e la Patria sono le cose più importanti per un uomo.
Entrando a far parte del gruppo dei chierichetti della parrocchia, Karol conosce nuovi compagni e fa nuove amicizie.
La signora Emilia va a parlarne con il Parroco, padre Zachee.
Certamente, signora Emilia, so benissimo chi è Lolek, l’avevo già notato con la sua faccia tonda e la statura alta per la sua età. A Messa è sempre seduto vicino a lei. Lo mandi pure. Oh, ecco Karol. Da oggi farai parte del nostro gruppo. Benvenuto. Siediti pure.
Grazie, padre.
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... tanto che, ogni mattina, puntualmente, prima di andare a scuola, serve la Messa delle 7, accettando di buon grado di alzarsi un’ora prima.
A Karol la liturgia piace subito molto. Si entusiasma...
Servendo la Messa mi sembra di far parte della vita di Gesù!
Questo bambino ha delle particolari intuizioni teologiche, perché, pur così piccolo, ha il senso del Cristo di un cristiano adulto!
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Quando Karol ha nove anni, assieme a tanti coetanei, riceve la Prima Comunione dalle mani del Vescovo, nella chiesa parrocchiale.
Dopo la cerimonia, il fotografo della Parrocchia scatta la tradizionale foto ricordo.
Lolek, quando ti hanno fatto la fotografia sembravi un cherubino dell’altare, ti mancavano solo le alucce!
E poi l’altrettanto tradizionale festicciola in famiglia con i parenti e gli amici più cari.
non sta bene ed è incinta di cinque mesi!
Che cos’ha Emilia? E’ commossa, ma sembra molto stanca... dentro! Si vede che si sforza di essere allegra!
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Dovrebbe stare a letto, è una brutta gravidanza. Io e sua cugina la aiutiamo per i panni e per la cucina, ma il suo pensiero è sempre rivolto a non far mancare niente al marito e ai figli...
cosicché si strapazza ugualmente.
Temo per la sua vita. Lolek, Lolek... che la Madonna ti assista!
su, signora Emilia, spinga! spinga! Coraggio, ci siamo quasi, sta per uscire!
Non si fermi! Sta tornando indietro! Spinga, spinga!!
Non ce la faccio... non ce la faccio... è... finita... Signore.. Signore... Lolek... addio bambino mio...
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Il dottore, che già conosceva la situazione di pericolo, si precipita, ma non può nulla per evitare la tragedia. Sono entrambe morte: la bambina e la mamma! Oh Dio! Oh Dio! Và a chiamare il dottore! Corri!
Tornando a casa da scuola, Karol vede l’assembramento di persone tristi e sconvolte davanti all’uscio di casa e sente una fitta dolorosa al cuore.
Papà!...
Madonna mia! cosa è successo?!
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Mammina!... Mammina mia!... perché mi hai lasciato solo! Come faccio adesso senza di te?!...
Ragazzo mio, tua madre ci ha lasciati... è andata in Cielo!
Al ritorno dai solenni funerali, Edmund intuisce pienamente lo stato d’animo del suo fratellino.
Non sei solo, Lolek, ci siamo noi che ti staremo sempre vicini e ci prenderemo cura di te. La mamma ci mancherà molto, ma tu sei ancora un bambino e ne soffrirai più di tutti, lo so, ma devi avere fede e continuare il tuo cammino come avrebbe voluto la mamma!
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Anche il padre vorrebbe consolarlo, ma la disperazione gli permette di farfugliare solo due parole.
Ragazzo mio...
Lolek, in questi casi l’unica medicina è il tempo, almeno spero. E la fede. Speriamo che la Madonna gli dia un po’ di pace. Si sente colpevole, ecco perché è sprofondato nella disperazione. Per fortuna tu sei quasi sempre a casa, la tua presenza gli sarà d’aiuto. Io verrò più spesso che potrò.
Karol si rende conto ben presto che chi è più devastato dalla morte della madre non è lui, bensì suo padre.
Edmund, papà si è chiuso in un mutismo assoluto, non esce quasi di casa. Tu che sei quasi medico, perché non gli dai la medicina giusta?! Talvolta, Karol si sveglia nel cuore della notte e sorprende il padre intento a pregare a lungo.
E’ colpa mia! PERDONAMI, SIGNORE! E’ colpa mia!..
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La preghiera, il silenzio, la grandiosità della natura e l’immensità dello spazio contemplati nei pellegrinaggi in montagna, in compagnia del padre, fanno crescere in fretta, in Karol, il livello del suo spirito e della sua meditazione attorno all’esistenza dell’uomo.
Come va tuo padre, Lolek?
Una mattina, finita la Messa delle 7.
Si è dato alla preghiera, notte e giorno. Trova conforto solo in essa.
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Senti, Lolek, per un po’ di tempo puoi non venire a servire la Messa, così puoi stare un po’ più vicino a tuo padre e riposarti un’ora in più. Ti vedo molto affaticato, ragazzo mio. Puoi venire alla Messa del pomeriggio, se te la senti.
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Grazie, padre, ma soffrirei di più a farne a meno e poi la PRIMA Messa DEL MATTINO è tranquilla, serena; è come un viatico per tutta la giornata.
Prima mi ha detto che talvolta si reca al Monastero dei Carmelitani e che s’immagina di stare chiuso anche lui dentro quell’eremo solitario.
Va bene, Lolek, ti ringrazio per il tuo spirito di sacrificio.
Non mi sorprende, al senso del Cristo già abbina il fascino misterioso della contemplazione. E’ un ragazzo spiritualmente dotato, decisamente fuori dal normale. Potremo capire quale sarà la sua strada quando arriverà al Liceo.
Un grave lutto colpisce ancora la famiglia di Karol: muore Edmund, contagiato dai malati che curava. Lolek, mi spiace molto per tuo fratello Edmund!
Ti ringrazio. Ci vedevamo una volta alla settimana, ma sapevo che c’era e che potevo fare affidamento su di lui: ci volevamo molto bene!
Tuo padre è DISTRUTTO, pover’uomo!
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Edmund aveva solo ventisei anni ed era l’orgoglio di papà! Ora avrà ancora meno voglia di vivere!
Più solo, ma non straziato come quando fu per mia madre. Sento più che altro una specie di doloroso stupore di fronte a questo brutto E tu mistero della come ti morte, che mi sta senti? distruggendo la famiglia e gli affetti più cari!
Conseguita la licenza media, Karol inizia a frequentare il liceo-ginnasio Marcin di Wadowita. Nuovi e vecchi compagni si trovano uniti nella forte emozione dell’inizio di un ciclo di vita e di studi che li porterà alla maturità.
Karol e Jurek, amici per la pelle, non solo sono riusciti a farsi mettere nella stessa classe, ma addirittura nello stesso banco.
Karol, io sono Halina e questa è Ginka.
Ciao, Lolek!
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Ciao, Ginka.
Certo, abita sopra di me.
Vi conoscete già?!
... ci affidiamo ai classici del teatro greco e alle sacre rappresentazioni medievali!
L’idea mi piace. Accetto!
Bene. Io e Ginka stiamo organizzando il repertorio delle recite scolastiche e stiamo cercando gli interpreti. Ti va di recitare nei nostri spettacoli? Guarda che si tratta di opere impegnative...
Il primo appuntamento per le prove è per domani pomeriggio, alle sedici, nella sala del teatro della scuola. Ti aspettiamo allora. CiaO, KAROL.
Senz’altro. Ciao HALINA, Ciao, Ginka.
Sai chi è quella ragazza?
E’ la figlia del Preside! E poi perché avrà scelto te e non me?!
Ha detto di chiamarsi Halina.
Le sarai sembrato poco raccomandabile con quella faccia da sparviero!
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ED è COSì CHE, già dopo le prime prove dell’Antigone, KAROL sente nascere dentro di sé l’amore per il teatro. E tu rispondimi, ma senza molte parole. Conoscevi il mio ordine, il mio divieto?
Lo conoscevo. Potevo mai ignorarlo? Esso era noto, chiaro a tutti.
Professor Kotlarczyk, che ne dice?
Oltre a recitare, Karol finisce per assumere anche il ruolo di regista e gli vengono assegnate quasi sempre le parti da protagonista, e, in breve, FINISCE per calcare il palcoscenico come un consumato attore.
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Karol è proprio bravo, ma sono molto brave anche Halina e Ginka!
Hanno il teatro nel sangue, pur senza nessuna scuola di recitazione, sembrano attori professionisti. sono dei fenomeni.
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Ti posso portare la cartella fino a casa?
Certo, mi fa piacere.
AhiaHiaHiaHi! Sento odore di coppietta, che ne dite?
A furia di fare coppia in teatro, lo stanno diventando anche fuori dal teatro! In realtà, Karol è invaghito di un’altra bella ragazza, Kasia Zak.
Jurek, non le piaccio!
Ciao, Kasia, ti vorrei invitare per il ballo di sabato. Vuoi?
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Lolek, non puoi piacere a tutte le ragazze, lasciane qualcuna anche agli altri!
No, Lolek, mi sei simpatico, ma non sei il mio tipo. Scusami.
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Giorno dopo giorno, insieme alla cultura e al fisico, in pieno sviluppo, cresce anche lo spirito speculativo.
Per forza! Mio padre, con la sua mania della puntualità, mi butta giù dal letto troppo presto. Anche tu mi sembri assonnato!
Ma se sono già stato a servire messa!
Ciao, Jurek, siamo sempre tra i primi ad arrivare a scuola.
E devo correre per arrivare in tempo. le nostre donne sono già tutte nei banchi, che mi guardano storto. Invece padre Zachee mi sorride sempre. Le preghiere del mattino le recito per strada.
Ah, già, bella faccenda, così dormi sempre un’ora di meno.
Tu non vai alla sinagoga?
Solo al sabato. Anch’io dovrei recitare le preghiere del mattino, ma spesso me lo scordo.
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E tuo padre che dice? So che è il presidente della comunità ebraica della città, quindi molto zelante nella liturgia oltre che negli orari!
Oh, mica glielo vado a dire, eh! Del resto anche i sospettosi rabbini non mi dicono niente. A qualcosa vale essere il figlio del noto avvocato Wilhelm Kluger! Tuo padre te lo vieta?
Non sei mai entrato in una chiesa cattolica? No, non ci entrerò mai.
Ciao, Halina.
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Salve ragazzi.
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No, non mi va e basta.
DovrestI metterti sulla testa uno zucchetto.
A me piacerebbe entrare in una sinagoga.
Che peccato! Da noi, il prete fa sempre riferimento ai profeti, a Mosé, al faraone, a Isaia, a Michea, a Davide...
Nella sinagoga i rabbini parlano di Gesù?
Uffa! Quanto sei noioso. Andiamo, è ora di entrare.
No, mai.
L’hai offesa! Se lo dice al padre, ti punirà!
E noi suoneremo le nostre campane!...
Ahi!
Brutto... Mah... non dirà niente, Tra un po’ ci riderà sopra!
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Teatro, studio, escursioni sui monti, grandi amicizie che dureranno negli anni, accompagnano Karol per tutti gli anni del liceo, che scorrono intensi, felici, pieni di fermento e di entusiasmo.
Finché, inevitabilmente, arrivano i temutissimi esami di maturità. Karol viene promosso con il massimo dei voti in tutte le materie.
Ehi, secchione, sei contento? Sei uno dei primi della scuola!
Certo che potevi studiare un po’ di più anche tu! ti hanno promosso lo stesso, meno male!
Alla festa della consegna dei diplomi, Karol si trovò, come TUTTI SI ASPETTAVANO, a ballare con Halina.
Sono veramente una bella coppia!
Non se ne farà niente, padre Zachee, pERCHè a Lolek piace un’altra ragazza, Kasia Zak, anche se LEI NON LO GUARDA NEMMENO E PARE FREQUENTI UN ALTRO RAGAZZO.
Padre Zachee, il giovane Karol Wojtyla ha per caso intenzione di abbracciare il sacerdozio?
direi proprio di no, Arcivescovo Sapieha. In passato ho avuto questa sensazione, ma ora credo che continuerà a essere un fervente cattolico, ma laico.
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Jurek, dov’è Ginka? La sua casa è chiusa!
Giusto il tempo per una breve vacanza in montagna, accompagnato dal padre, quale premio per la brillante maturità conseguita, poi, quando torna a casa, una brutta sorpresa attende Karol...
Se ne sono andati in Palestina. Non resistevano più a questa atmosfera di paura che si sta creando con il nazismo!
Tutti in Polonia paventano l’invasione tedesca, dopo l’occupazione della Cecoslovacchia, ma tutti continuano a sperare che ciò non accada.
Verso la metà di agosto, il signor Wojtyla prende un’importante decisione.
Karol ha visto la paura negli occhi del suo fraterno amico e ne rimane profondamente addolorato. E poi si è accorto che per la prima volta, dopo tredici anni, lo ha chiamato Karol e non Lolek, come se un ciclo della vita fosse definitivamente finito.
Jurek, ci trasferiremo a Cracovia, perché mio padre vuole che mi iscriva all’Università. Per fortuna rimaniamo vicini, così potremo continuare a vederci.
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Anche a te, Jurek... spero di non perderti!
Lo sa Dio, Karol. Anche i miei sono pronti ad andar via dalla Polonia. Se arrivano i nazisti, per gli ebrei sarà la fine! Perciò ti dico a presto, ma forse è anche un addio. Ciao, Karol, buona fortuna!
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Karol trascorre i primi giorni a Cracovia carico di entusiasmo. S’inserisce subito nella vita dell’Università, presso la quale si è iscritto alla Facoltà da lui ambita: filologia della lingua polacca.
Allora sei contento di aver trovato anche all’Università una compagnia teatrale?
Sì, papà, stiamo allestendo il dramma Il Cavaliere della Luna, nel cortile del Collegium Maius.
Pochi giorni e una lieta sorpresa attende Karol. halina! Accidenti, che sorpresa!
Karol! anch’ io mi sono trasferita a Cracovia per frequentare l’Università, e indovina un po’? Farò parte della compagnia degli attori che reciteranno Il Cavaliere della Luna, con te, ho visto il tuo nome TRA GLI INTERPRETI!
Per i due giovani si prospetta di nuovo una vita piena di interessI COMUNI e di grandi prospettive per il futuro.
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MA PURTROPPO I più neri timori dei polacchi si avverano molto presto. il PRIMO settembre, le truppe tedesche invadono la Polonia. Comincia la stagione del dolore, della paura, della patria occupata, della persecuzione degli ebrei.
Vengono chiuse anche tutte le scuole e le università. Distrutte le biblioteche. Deportazioni e massacri sono all’ordine del giorno. Sembra la fine del mondo.
Cracovia viene occupata; la cattedrale chiusa; i professori catturati e inviati in campo di concentramento; gli ebrei incolonnati verso i lager.
I polacchi sono nati per i lavori umili. Non si può neanche parlare di un loro progresso. Il tenore di vita in Polonia deve essere mantenuto basso.
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Karol, per evitare che ti deportino, devi trovare subito un lavoro. vai dal direttore della Solvay, è un mio amico, forse ti assumerà!
D’accordo, Karol, sei robusto, da domani potrai lavorare come operaio nella cava di Zakrzowek. Da lì estraiamo pietre calcaree per la nostra ditta. Grazie, signore.
L’indomani, Karol comincia a lavorare. Viene affidato a un operaio esperto, che ha il compito di far brillare le mine.
Karol, il lavoro è molto duro, ma la paga è discreta e poi qui sei al sicuro. Segui i miei consigli e tutto andrà bene. Molte grazie, signor Franciszek.
Karol comincia a portarsi qualche libro e si mette a studiare nelle pause di riposo. Qualche volta si allontana un po’ per pregare con fervore.
La grande spiritualità e forza d’animo di Karol suscitano l’ammirazione da parte di quasi tutti gli altri, soprattutto di Franciszek.
Signore, proteggi Jurek e la sua famiglia!
Karol, tu hai cuore, intelligenza, cultura. Hai una bella voce e una gran fede, devi fare proprio il prete.
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Qualche sera dopo, tornando a casa, Karol trova Halina che lo sta aspettando davanti al portone. Halina! Sei preoccupata, cosa è successo?
Ciao, Lolek.
Con la chiusura dell’Università, sono costretta a tornare a Wadowice. Non posso continuare a vivere da clandestina e far correre dei rischi ai miei genitori. Se tu volessi, però, io rimarrei... capisci cosa intendo dire?!
Lolek, Lolek... rimarrai per sempre nel mio cuore. Addio, caro amico, che Dio ti protegga sempre!
Certo, le tue parole sono meravigliose e te ne sono grato, non le scorderò mai. Però mi sento di seguire solo il lavoro e lo studio, per adesso. In futuro chissà... Addio, cara Halina... forse sto facendo un grosso sbaglio... Signore, illuminami e proteggimi tu con il tuo amore e la tua sapienza!
Halina gli ha lanciato una dichiarazione d’amore. Karol non è rimasto insensibile, anzi ne è scosso e si sente triste e dispiaciuto per quell’addio. E’ tentato di richiamarla, ma non lo fa.
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Per diversi giorni Karol pensò spesso con rammarico all’addio con Halina, poi le preoccupazioni quotidiane per la sopravvivenza tornarono prevalenti.
Ehi, Karol, perché non vieni anche tu alla parrocchia di San Stanislaw Kostka? Stiamo organizzando un gruppo di preghiera! E’ vicino a casa mia. Chi è il prete che lo dirige?
Non è un prete, è un laico, Jan Tyranowski: fa il sarto, ma è meglio di un prete! 31
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E fu così che Karol cominciò a partecipare, dal 20 febbraio del 1940, con una ventina di coetanei, a un gruppo che Tyranowski battezzò Rosario Vivente.
Peccato che queste riunioni si tengano una sola volta alla settimana! Le parole di Jan mi incantano!
Dice cose nuove sulla Trinità e sull’anima. Non mi convince!
Tyranowski avvertì che Karol gli opponeva resistenza e decise che doveva aiutarlo a scalare il mondo spirituale dell’esperienza mistica.
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Karol, vieni a casa mia. Desidero darti un libro molto importante.
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Ti voglio dare il primo libro di scritti di San Giovanni della Croce. Sai chi era?
Ne ho sentito parlare, ma non ne conosco né la vita né le opere. Lo leggerò volentieri. Grazie.
La lettura de L’ascesa al monte Carmelo, di San Giovanni della Croce (al secolo: Juan de Yepes Alvarez, 1542-91), mistico e poeta spagnolo, spinto da Teresa d’Avila a fondare conventi dei Carmelitani scalzi, suscitò in Karol un soprassalto mistico e letterario. I Wojtyla, padre e figlio, passarono la vigilia del Natale 1940 presso la famiglia Kydrynski, sinceri e affezionati amici. Su, capitano, con la zuppa che ha preparato Maria le passeranno tutti i malanni!
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Grazie, Maria. Ha un profumo delizioso!
Wojtyla padre, nonostante avesse solo sessantuno anni, si ammalò seriamente, sicché non poté più cucinare per se stesso e per suo figlio.
Così fu la brava signora Kydrynski che, per la cena, si premurò di preparare una zuppa, che poi sua figlia, Maria, portava a casa Wojtyla, ogni sera, qualunque fosse il tempo.
La cena è servita, anzi no, prima devo riscaldarla, da casa a qui si è gelata! 34
Da casa Kydrynski, Karol e Juliusz, compagni anche di lavoro, si recano insieme tutte le mattine, alle sei, per raggiungere la cava dove lavorano...
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... e sono costretti a spargersi sul volto, e sulle mani, uno spesso strato di vasellina per proteggersi dal freddo intensissimo.
Ehi, Karol, come mai sei venuto tu?
Ciao, Juliusz, quanti gradi fa questa mattina?
Trenta sottozero! Metti la sciarpa davanti alla bocca e non parlare.
Ho avuto il permesso di passare alla farmacia comunale per prendere i medicinali per mio padre e così sono passato io a prendere la cena. Karol non può rifiutarsi e poi il calore di quella famiglia lo attrae. Finita la cena...
Allora ti fermerai da noi per mangiare, così starai al caldo, e poi porterai il cibo a tuo padre.
Maria non venire, porto io la cena. E’ un peccato che tu prenda tutto questo freddo inutilmente!
Non se ne parla PROPRIO. ti voglio accompagnare e voglio vedere come sta tuo padre.
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Papà!!
Ma quella sera di un freddissimo 8 febbraio 1941, il vero gelo scese nel cuore di Karol. Oh, Santo Cielo!!
Presto, vai a chiamare il prete!
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Vado a chiamare mio fratello!
Karol corse a perdifiato, in preda anche a un feroce senso di rimorso per non essere stato vicino a suo padre nel momento della morte.
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Maria d’istinto non ha voluto lasciare Karol da solo di fronte alla salma del padre. Difatti, pregare con Juliusz è di grande conforto per Karol.
Ora sono veramente solo!
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E tanto per cominciare verrai a stare a casa nostra, che d’ora in poi sarà anche casa tua! Juliusz e Maria ti aiuteranno nel trasloco.
Non pensarle neppure queste cose! SiaMo noi tua madre, tuo padre, i tuoi fratelli!
Per l’intensa commozione, tutte le parole che Karol avrebbe voluto dire, gli rimangono chiuse nella gola. Ma non ha bisogno di parlare. Benvenuto, Karol!
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Il giorno dopo, Karol fu raggiunto da un suo affannato compagno del Rosario Vivente di Tyranowski, il coetaneo Mieczyslaw Malinski.
Karol! L’ho saputo solo oggi... mi spiace molto, avrei voluto esserti vicino assieme a Juliusz!
Pochi giorni dopo, Juliusz conduce Karol a fare la conoscenza di una sua insegnante, Irene Szkocka.
Ti ringrazio. E’ successo tutto all’improvviso! Dimmi qualcosa di questa signora.
Abita in quella grande villa con bella veduta sulla Vistola, ma ci andiamo perché è amante del teatro.
Ecco, Karol, tu e i tuoi amici potrete recitare in questo salone...
... ma dovrete farlo in segretO. i tedeschi hanno proibito qualsiasi spettacolo, anche privato!
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So che hai recitato ne Il cavaliere della Luna e che sei molto bravo. Se vorrete, potrete allestire una compagnia ed esibirvi qui.
Infinite grazie, signora Szocka. Lei è generosa e coraggiosa!
Karol mette in piedi rapidamente una specie di compagnia teatrale con un gruppo di amici, cui, talvolta, fa aggregare anche Malinski. Nasce il cosiddetto teatro rapsodico.
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karol viveva le sue giornate a sezioni separate... il lavoro alla cava, il Rosario Vivente e Il teatro rapsodico, senza contatti in comune a eccezione di Malinski.
Il 7 dicembre 1941, il Giappone bombardava Pearl Harbour, facendo entrare in guerra gli Stati Uniti. La Gestapo aumentò rastrellamenti e deportazioni soprattutto fra gli intellettuali.
All’inizio del 1942, Karol si fece accompagnare da Malinski nella residenza dei sacerdoti di fronte alla cattedrale di Wawel per la sua confessione mensile da padre Kazimierz Figlewicz.
Padre, vorrei diventare prete!
Allora, Malinski, tu beviti un ottimo tè mentre Karol si confessa.
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Padre Figlewicz capisce che la situazione è particolare e accompagna Karol direttamente all’arcivescovado, presentandolo personalmente ad Adam Sapieha, sanguigno arcivescovo di Cracovia.
Grazie, padre Figlewicz, ci lasci soli ora. Allora, Karol, perché padre Figlewicz ti ha portato da me con tanta urgenza?
I seminari sono stati chiusi d’autorità dai tedeschi!
Ma Tyranowski mi ha confidato che Vostra Eccellenza sta facendo studiare di nascosto alcuni giovani!
Vorrei diventare prete.
Molte grazie.
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Se lo ha detto Jan dev’essere vero! Intanto ti darò dei volumi da studiare, poi verrai qui qualche volta: conoscerai gli altri aspiranti preti. Continua a lavorare e stai più possibile in casa.
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Intanto Malinski, visto prolungarsi l’assenza di Karol, diventava sempre più inquieto. Poi, finalmente, Karol e padre Figlewicz tornarono.
Karol decide di non lasciare Malinski senza spiegazioni. Quel che ti sto per dire è un segreto assoluto, ne va delle nostre vite, ma te lo confido perché sento che te lo meriti... ho detto all’arcivescovo Sapieha che desidero diventare prete!
Finalmente! Stavo per andar via, ero preoccupato!
Professor Kotlarczyk, non chiamatemi più per recitare, desidero diventare sacerdote!
Karol non lasciò intuire il suo profondo cambiamento e continuò a partecipare al teatro rapsodico fino alla primavera del 1943, quando... La rivelazione fu uno shock per tutto il gruppo filodrammatico. Il più sconvolto era il direttore, il vecchio amico professor Kotlarczyk.
Karol, il teatro è la cosa più importante del mondo! Il modo migliore per servire Dio e la Polonia!
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Quella sera, mentre tornava a casa dopo il turno alla Solvay, un camion militare tedesco lo investì alle spalle, travolgendolo, per poi sparire nella notte.
Ma Karol fu inflessibile e la motivazione spirituale definitiva gli venne da un episodio capitatogli la sera del 29 febbraio 1944.
Aiuto!! C’è un uomo a terra!
Coraggio, fra poco arriveranno i soccorsi!
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SI FERMI! Porti subito quest’UOMO all’ospedale. LO HANNo INVESTITO!
Signorina, gli tenga sollevata la testa E INTANTO CerchI di pulirgli LA FERITA.
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Karol fu ricoverato in ospedale per tre settimane, poi, nonostante fosse ancora infermo, fu dimesso...
... perché il suo letto serviva a un ammalato grave. Allora intervenne la signora Irena Szkocka...
Ci dispiace, signora, ma non possiamo trattenerlo oltre!... ... che ospitò Karol a casa sua fin tanto che completò la convalescenza. Ecco la tua stanza, Karol, starai qui fino a quando non sarai completamente guarito, poi tornerai dai Kydrynski.
In quel periodo di forzato riposo, Karol lesse, pregò, meditò, sentendosi sempre più convinto della natura profonda e irreversibile della sua vocazione sacerdotale.
Santa Maria, madre di Dio e madre mia, ti ringrazio per le persone buone che mi hai mandato. Dedico a te la mia salvezza e la mia vita!
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L’esempio prorompente di Karol fu determinante per il suo amico Malinski, che adottò l’uguale decisione di farsi prete.
So chi è. Venite avanti e sedetevi.
Vostra Eccellenza, ho portato un amico che vuol parlare con lei! Il 6 giugno 1944, il giorno più lungo, le forZe Alleate sbarcarono in Normandia. Le truppe russe circondarono Varsavia e gli scontri tra partigiani polacchi e soldati tedeschi si ebbero a ogni angolo di strada.
Dopo pochi giorni, i polacchi finirono le munizioni. Ma Stalin, ignorando l’APPELLO di Churchill, non intervenne in loro difesa, poiché anche lui voleva che venissero sterminati quanti più polacchi possibile. Cosa che, puntualmente accadde. Poi, a sterminio avvenuto, entrò in Varsavia.
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Durante l’insurrezione di Varsavia, un sacerdote, Stefan Wyszynski, dal suo improvvisato rifugio, un edificio immerso nella foresta chiamata Laski, vicino a Varsavia, organizzò un centro clandestino di assistenza ai feriti e di protezione verso i perseguitati dai tedeschi.
Anche Karol visse lunghi momenti di terrore quando, per miracolo, sfuggì a una meticolosa perlustrazione in casa sua. Si salvò perché era nel seminterrato, dove restò tutta la notte, immobile, con il cuore in gola.
Per evitare che si ripetessero a Cracovia le insurrezioni popolari di Varsavia, furono intensificati al massimo i rastrellamenti. Con dei pattugliamenti feroci, GLi UOMINI in buona salute, che non erano scappati in tempo, furono mandati nei campi di concentramento.
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Da un po’ di tempo Karol era tornato ad abitare a casa dei suoi zii e fu lì che lo trovò un sacerdote inviato daLL’ARCIVESCOVO.
Karol, prendi l’indispensabile e seguimi: d’ora in poi starai all’arcivescovado. Lì sarai più al sicuro. Appena giunto nell’Arcivescovado, a Karol fu fatto indossare immediatamente l’abito talare. L’abito ti proteggerà da eventuali irruzioni dei tedeschi.
L’arcivescovo ha rischiato in prima persona. Dobbiamo a lui questo rifugio sicuro.
Grazie a Dio sei salvo ANCHE tu!
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Il 18 gennaio 1945, le truppe tedesche si ritirarono da Cracovia e i carri armati russi occuparono la città, accolti da una folla festante.
Dal 4 all’11 febbraio 1945, si tenne a Jalta, sul Mar Nero, una conferenza tra il presidente degli USA, FRANKLIN DELANO Roosevelt, il premier britannico, WINSTON Churchill e il capo del governo sovietico, IOSIF VISSANONOVICH DZUGASVIH, DETTO Stalin.
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E’ pazzesco! Saremo governati dalla Russia!!
L’accordo sancì che gli Alleati e la Russia occupassero i territori che avevano liberato e così la Germania orientale, altri Stati dell’est e la Polonia passarono sotto il dominio sovietico. Ma allora non abbiamo vinto! Abbiamo perso!
I polacchi seppero subito due cose, che non sarebbero stati liberi e che i russi non erano migliori dei tedeschi.
I comunisti sono atei. ANCHE LORO Perseguiteranno la Chiesa!
Nessuno può uccidere Dio, neppure satana Stalin!
Alla fine di marzo 1945, l’Università Jaghellonica riprese le sue attività didattiche. Studenti e professori poterono riprendere i corsi alla luce del sole. Karol prese a frequentare la Facoltà di Teologia. Allora, Karol, si ricomincia!
Siamo sopravvissuti in pochi e la Polonia ha di nuovo perso la sua indipendenza!
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I rapporti tra la chiesa polacca e il nuovo regime comunista divennero quasi subito molto tesi. Il Vaticano intervenne nominando cardinale Adam Sapieha, nell’estate del 1946. Al suo ritorno da Roma, il neocardinale fu portato in trionfo da Karol e dagli altri seminaristi.
Sapieha decise di inviare Karol a Roma per completare gli studi. Per questo, il mattino del primo novembre 1946, lo ordinò sacerdote, nella cappella dell’Arcivescovado. Testimone, padre Figlewicz.
Il 15 novembre, Karol partì in treno per Roma, assieme a un seminarista. Il 27 si iscrisse all’Angelicum, l’Università dell’Ordine Domenicano.
Ora sei un uomo totalmente dedicato a Dio! Congratulazioni, Karol, hai realizzato il tuo sogno!
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La prima domenica, dopo il suo arrivo, Karol si recò a visitare la basilica di San Pietro, non immaginando, neppure lontanamente, che il suo cammino terreno, umano e pastorale, si sarebbe concluso proprio lì.
Dopo due anni di soggiorno a Roma, completati gli studi di teologia con una tesi su San Giovanni della Croce, Karol rientrò a Cracovia. Santo Cielo, Karol! Non ti davano da mangiare al pontificio Collegio belga?!
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Eminenza, lei sa che il mio desiderio di sempre è quello di ritirarmi in un monastero di clausura carmelitano. Può esaudire questa mia richiesta?
ho due motivi per non farlo, karol. il primo è che ho bisogno di sacerdoti in diocesi; il secondo è che ti mando in campagna, dove troverai aria buona e cibi genuini che ti rimetteranno in carne. Karol non insistette più e obbedì. Fu inviato come curato a Niegowic, una cittadina collinare a dodici miglia a sud di Cracovia, dove fece il suo ingresso il 28 luglio del 1948. Buonasera, sono il vostro nuovo curato! Ah!... Beh, piacere, reverendo!
E’ tutto scalcagnato ed è venuto a piedi!
Quell’altro veniva sempre col calesse!
Ma sarà veramente un prete o un vagabondo?!
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Passo il tempo a fare il giro dei parrocchiani, per conoscerli. In canonica vado solo per dormire, tanto più che non c’è né l’elettricità né l’acqua corrente!
Ma la permanenza a Niegowic è destinata a essere breve. Dopo otto mesi, il cardinALE lo richiama a Cracovia per un nuovo, e importante, incarico.
Appena rientrato a Cracovia, Karol andò a trovare Jerzy Turowicz, editore dello scomodo periodico Tygodnik Powszechny, del quale, CON UNO PSEUDONIMO, era anche articolista. Karol! Benvenuto nella fossa dei leoni!
Karol, ti ho destinato come parroco presso la chiesa di San Floriano, qui a Cracovia.
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Caro Jerzy, ho continuato a leggervi anche quando ero a Roma!
Infinite grazie, Eminenza! Se ricordo bene, è frequentata anche da studenti e professori della Jaghellonica!
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Karol si gettò anima e corpo in una instancabile pastorale, divenendo ben presto l’anima della parrocchia, entusiasmando soprattutto i giovani. Risorsero il Rosario Vivente e Il teatro rapsodico.
Karol, ho ricevuto forti pressioni perché tu possa conseguire un secondo dottorato presso la Jaghellonica, in filosofia.
Eminenza, lei sa quanto, all’inizio, desiderassi dedicarmi a una vita contemplativa presso i Carmelitani, ma ora mi piace essere un prete tra la gente, tra i giovani!
Padre, vorremmo partecipare al corso per fidanzati. Me ne ha parlato mia cugina.
La prego, faccia in modo che possa continuare a fare il parroco!
Karol, tenterò di convincere padre Rozycki, ma sarà molto difficile!
Bene, ragazzi miei, presentatevi sabato pomeriggio in parrocchia. Comincerete subito. Ma Sapieha non fece in tempo a tentare di esaudire il desiderio di Karol... pochi giorni dopo, il 23 luglio del 1951, moriva. Tra le duecentocinquantamila persone che parteciparono al suo funerale, c’era, ovviamente, anche un affranto Karol Wojtyla.
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Nel gennaio del 1952, Stefan Wyszynski venne eletto cardinale da Papa Pio XII. Come conseguenza furono arrestati molti sacerdoti, condannati a lunghi anni di detenzione e torturati.
Karol non volle mai intromettersi nella dura contrapposizione tra Wyszynski e Bierut, segretario del partito comunista polacco, ma non smetteva mai di influenzare le coscienze dei suoi studenti, ovunque li portasse.
E’ diabolico! Neanche i nazisti avevano mai osato tanto contro la Chiesa!
Karol, stai attento quando vieni qui! Hanno minacciato pure noi e di chiudere il giornale. Guarda bene prima di prendere contatti!
Karol non si presentava come sacerdote, ma come professore con i suoi allievi, in borghese, per evitare di venire arrestato, e i suoi giovani non lo tradirono mai.
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Con la morte di Stalin, IL 5 marzo 1953, la tensione tra il regime e il clero divenne tesissima. La paura di un crollo DEL REGIME COMUNISTA provocò una raffica di arresti tra alti prelati, preti e suore.
Il cardinal Wyszynski protestò energicamente. E LA NOTTE DEL 25 settembre 1954 IL REGIME LO FECE ARRESTARE. Rimarrà IN PRIGIONE per due anni e mezzo.
In questa situazione al limite, Karol cercò di mantenere in pieno il suo ruolo di pastore e di amante dello sport e della natura, come quando, nel maggio 1955, partecipò a una gara internazionale di kayak, tenutasi in Polonia.
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Alla fine l’ira del popolo esplose, violenta: nel giugno del 1956, a Poznan, migliaia di operai assaltarono la prigione, assediarono le sedi del partito comunista, stracciarono le bandiere sovietiche.
per la libertà e per il pane!
Fu una cosa inaudita. GLI OPERAI si rivoltavano contro un regime che doveva essere il loro nume tutelare. I carri armati sparavano sui lavoratori, sul popolo. via i comunisti!
russi tornate a casa!
Wladislaw Gomulka sostituì Bierut, morto improvvisamente, e misteriosamente, a Mosca, e il nuovo premier cercò di stemperare la tensione, arrivando a sfidare il nuovo segretario del PARTITO COMUNISTA SOVIETICO, Nikita Kruscev.
Aeroporto di Varsavia. 19 ottobre 1956.
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Gomulka negoziò con Wyszynski la sua liberazione e l’accordo fu raggiunto, ai primi di febbraio 1957, il primate di Polonia poté tornare a Varsavia. Poco tempo prima, a Czestochowa, Karol aveva conosciuto la dottoressa Wanda Poltawska, una psichiatra...
... facente parte di un gruppo di medici cattolici guidati al Santuario di Czestchowa proprio da Karol WOJTYLA.
Don Wojtyla, so che lei insegna anche filosofia ed etica presso l’università cattolica di Lublino.
Mio marito, Andrzej, è specializzato in manoscritti medievali, sicuramente potrà esserle di grande aiuto.
Sarebbe fantastico! Quando potrei consultarlo?
Già, e sono alle prese con un documento medievale che non riesco a decifrare proprio per il mio corso. E’ un onore averla come ospite, don Wojtyla! Sia il benvenuto!
Grazie. Vi sono molto grato dell’ospitalità e della cordiale accoglienza.
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Da subito diventarono molto amici, anche per i molti interessi in comune. E’ uno degli argomenti che preferiamo tanto io che i miei studenti. D’ora in poi mi avvarrò della sua consulenza in materia.
La mia specializzazione è nell’ambito della sfera sessuale.
Nell’estate del 1958, Karol aveva condotto i suoi studenti nell’ennesima gita nella regione dei laghi. Ma un telegramma lo riportò a Cracovia, all’Arcivescovado.
E’ morto il vescovo ausiliare e Baziak ha pensato a te per sostituirlo!
Vescovo ausiliario! Ma com’è possibile?!
Ciao, Karol. Ti aspetta il vescovo BaziaK, TI VUOLE PARLARE. E cosa vuole da me?!
Poiché Wyszynski non ti sceglierebbe mai, perché lui ama i pastori e non gli accademici, Baziak ha intenzione di scavalcarlo e di rivolgersi direttamente al Vaticano, ma, attento Karol! E’ un segreto assoluto!
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Pochi minuti dopo, Karol è al cospetto del vescovo Eugeniusz Baziak.
Don Karol, si accomodi. Ci sono buone notizie per lei, ma per ora è tutto strettamente riservato!
Un mese dopo, un altro telegramma convoca Karol, ma a Varsavia, e direttamente dal primate di Polonia, il cardinal Stefan Wyszynski.
C’è una lettera per lei dal Vaticano... è stato nominato vescovo ausiliare di Cracovia, a sostegno del vescovo Baziak!
L’atteggiamento del cardinale è arcigno e severo. Karol è intimidito e imbarazzato, anche per via dello sgambetto di Baziak, di cui si sente quasi colpevole. E io che devo fare? Se è d’accordo, firmi qui sotto!
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Il 28 settembre 1958, nella cattedrale del Wawel, Karol Wojtyla venne consacrato vescovo da Baziak. La navata era affollata da amici, studenti, vecchi compagni di fabbrica e di teatro.
Il 19 ottobre 1958, moriva papa Pio XII. Il 28 dello stesso mese, veniva eletto nuovo pontefice il cardinale, patriarca di Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli, che prendeva il nome di Giovanni XXIII.
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L’aspetto più innovativo dell’attività pastorale di Giovanni XXIII si rivelò subito essere quello apostolico per la ricomposizione dell’unità dei cristiani. Il 25 gennaio 1959 annunciò il suo disegno di indire un Concilio Ecumenico, il Vaticano II.
in Polonia, intanto, Gomulka aveva deciso di riprendere le ostilità contro la Chiesa. A Nowa Huta, nell’aprile 1960, ci furono feroci scontri tra la polizia e la popolazione. Per la prima volta Karol intervenne apertamente in una questione politica.
I vostri parroci vi invitano a mantenere la calma. oggi, Ve lo chiedo io stesso!
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La collaborazione con la dottoressa Wanda Poltawska permise a Karol di veder pubblicato, nel 1960, il suo primo libro, Amore e responsabilità, a cura della rivista Znak (Segno), che, dal 1957, affiancava Tygodnik Powszechny e aveva già pubblicato degli articoli di Karol WOJTYLA.
Sempre nel 1960, e sempre a opera di Znak, Karol pubblicò il suo più noto lavoro teatrale, La bottega dell’orefice. L’opera subì un totale oblio finché Karol non diventò Papa.
Il 15 giugno 1962, una triste notizia raggiunge WOJTYLA. Karol, ma è vero?!
Purtroppo sì. Il vescovo Baziak è morto d’infarto stamattina, a Varsavia!
il nostro episcopato lo stava per eleggere arcivescovo ordinario!
Quanto avrei voluto che diventasse cardinale, lui che è stato il mio benefattore! Ora Wyszynski dovrà scegliere un altro candidato.
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Il Concilio Vaticano II è ormai prossimo, ma, quasi alla vigilia della sua partenza per Roma, Karol apprende che alla sua cara amica Wanda Poltawska è stato diagnosticato un tumore al colon. Stai tranquilla, Wanda, sono sicuro che qualcosa si potrà fare.
La sottoporremo a tutti gli esami e poi la opereremo. Ma a lei che è un prete, posso dire che non ci sono molte speranze!
Karol riandò con la memoria a un incontro eccezionale che aveva avuto con Padre Pio, nel 1947. A cosa stai pensando, Karol?!
A un uomo dotato di autentici poteri soprannaturali, nella cui santità credetti immediatamente, Me ne parlarono a Roma, quando frequentavo l’Angelicum.
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Karol non perse tempo: scrisse immediatamente a Padre Pio.
Per poterlo incontrare e conoscere andai fino a Pietralcina.
Karol!... Karol! E’ incredibile! Wanda è improvvisamente guarita, del tutto!!
Le chiedo di pregare per la guarigione di Wanda Poltawska, una donna che ha patito per cinque anni nei campi di concentramento e ora sta per morire di cancro. Suo devotissimo Karol Wojtyla
Undici giorni dopo aver scritto la prima lettera, Karol ne scrisse una seconda a Padre Pio, per ringraziarlo e comunicargli che la dottoressa Wanda Poltawska era improvvisamente guarita. E’ un miracolo! Del grosso tumore non c’è più la minima traccia!
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Sì, è un miracolo, dovuto alle preghiere di Padre Pio!
L’11 ottobre 1962, la Basilica di San Pietro era gremita di quasi tremila vescovi, i padri conciliari, i quali, arrivati da tutto il mondo, presenziavano al discorso di apertura del Concilio Vaticano II, pronunciato da Papa Giovanni XXIII.
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Anche il vescovo Karol Wojtyla era fra quei padri conciliari e ascoltava con umiltà tutti gli interventi, per capire i problemi non solo della sua Polonia, ma di tutto il mondo. E nei fine settimana si ritemprava tuffandosi nella natura, con lunghe escursioni al Santuario della Mentorella, sui Monti Prenestini.
Il 3 giugno 1963, muore Giovanni XXIII. Il 21 giugno, viene eletto Papa il cardinale di Milano, Giovanni Montini, che prende il nome di Paolo VI.
Il cardinale Joseph Frings, di Colonia, che si era ribellato al progetto che il Concilio si risolvesse in pochi mesi, si avvaleva, essendo cieco, dell’opera di padre Joseph Ratzinger, un insigne teologo, nonostante avesse solo trentacinque anni. AL VESCOVO WOJTYLA non sfuggì la sua personalità.
Padre Ratzinger, le faccio i miei più vivi complimenti per il discorso preparato al cardinal Frings. L’ho apprezzato moltO.
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Vostra Eccellenza è troppo buona. La ringrazio, comunque, e sono molto onorato che abbia trovato la sua approvazione.
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La seconda sessione del concilio si aprì il 29 settembre 1963 e il 21 ottobre Karol WOJTYLA effettuava il suo primo intervento, schierandosi dalla parte dei riformisti.
Conclusasi la seconda sessione, il 4 dicembre, Karol non rientrò in Polonia, ma, dal 5 al 15 dicembre, effettuò un viaggio in Israele CON un gruppo di vescovi scelti da papa PAOLO ii. Lungo questo sentiero, Nostro Signore Gesù Cristo si avviò al sacrificio della croce!
I fedeli, non i preti, sono al centro della Chiesa. La Curia non può più pretendere di essere talmente autoritaria da rincantucciare i laici nella sola professione di fede. Congratulazioni, Karol! La voce era già nell’aria da alcuni giorni, ma adesso è ufficiale, il Papa ha firmato la tua nomina ad arcivescovo di Cracovia!!
Quindici giorni dopo il suo rientro a Cracovia, sul finire dell’anno, WOJTYLA RICEVE UNA NOTIZIA molto importante.
Sarà un bel modo per festeggiare il 1964!
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Alla vigilia della CERIMONIA Di INSEDIAMENTO, Karol CONVOCò l’archivista del tesoro della cattedrale, E GLI CHIESE DI PREPARARE i paramenti più preziosi CUSTODITI NEL MUSEO. Ma sono oggetti storici. nessuno li ha mai PIù indossati!
Questa è l’occasione per togliere loro la polvere della storia!
E così, l’8 marzo 1964, nella cattedrale del Wawel, stipata di FEDELI, Karol venne insediato ufficialmente come arcivescovo di Cracovia, indossando dei paramenti di grande spettacolarità.
La terza sessione del Concilio si aprì il 14 settembre 1964. Il 21 ottobre, Karol, dopo essersi scontrato con l’arcivescovo brasiliano Camara, favorevole al marxismo, ed essere entrato in contraddittorio anche con il cardinale Agostino Bea, secondo cui la Chiesa doveva limitarsi ad annunciare il Vangelo solo ai fedeli, tenne il suo discorso più importante.
... iniziando il nostro dialogo con gli atei, dobbiamo dimostrare che la Chiesa, a motivo della sua fede, è profondamente coinvolta nella vita di tutti gli uomini.
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Sono rimasto con il fiato sospeso: non avrei mai immaginato che ti lanciassi con tanta audacia e determinazione contro la Curia. Qualcuno se la sarà legata al dito!
Non importa. Ho sentito un largo brusio di approvazione: quel qualcuno non si sentirà in grande compagnia!
La forte personalità di Karol lo fece emergere a protagonista, mettendo inevitabilmente in secondo piano quella del cardinale Wyszynski. La figura di Karol è in forte ascesa nella chiesa polacca!
Il fatto è che il cardinale è aggressivo e sanguigno, ma parla solo della Polonia. Karol, invece, èaggressivo, ma temporeggiatore e sa dialogare intellettualmente su tutto. Entrambi comunque, sono FORTEMENTE anticomunisti.
All’apertura della quarta sessione del Concilio, il 14 settembre 1965, Paolo VI dichiarò che quella sarebbe stata lA riunione conclusiva dei lavori. Il 22 settembre, Karol dissertò sulla libertà religiosa.
La Chiesa deve andare oltre la tolleranza sancita dal diritto civile e propugnare che la libertà si fonda sulla dignità della persona umana, cristiana o no.
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L’eco sempre più vasta suscitata dalle prese di posizione di WOJTYLA, lo portò a essere sempre più citato sulla stampa e fu così che il suo nome saltò agli occhi di un vecchio amico d’infanzia: Jerzy (Jurek) Kluger.
Pochi giorni dopo, Jerzy venne raggiunto da una telefonata di Karol, che lo invitava a pranzo, dov’era presente anche l’arcivescovo di Philadelphia, John Krol. Karol! Accidenti, sei già arcivescovo! Non vorrai mica diventare Papa?!
Caro Lolek, ti ricordi del tuo vecchio compagno di giochi e di scuola? Vivo e lavoro a Roma, perciò mi piacerebbe molto rivederti e parlarti. Abbiamo molte cose da raccontarci dall’ultima volta che ci siamo visti! A presto. JUREK
Tu, invece, sei già un importante uomo d’affari! Che gioia rivederti sano e salvo dopo tanti anni! Dopo pranzo, i due vecchi amici si concessero una passeggiata piena di ricordi e di scambi di notizie che partivano dal 1939. Ore dopo, la loro amicizia era risuscitata come se si fossero lasciati il giorno prima.
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Ogni volta che VERRò a Roma, CI INCONTREREMO. Resteremo sempre in contatto, comunque, perché avrò sicuramente bisogno dei tuoi sinceri e preziosi consigli.
Ora che ci siamo ritrovati non ci sarà più niente che potrà allontanare la nostra INCANCELLABILE amicizia.
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l’8 dicembre 1965, Festa dell’Immacolata Concezione, Paolo vi dichiarò chiusA lA QUARTA E ULTIMA sessione DEL Concilio Vaticano II. Delle ultime due sessioni cosa ti è rimasto particolarmente impresso?
Gli interventi di Karol avevano suscitato molta considerazione nella Curia e anche agli occhi dello stesso Papa, che, a partire dal novembre 1964, lo ricevette più volte in udienze private. Allora, vescovo Wojtyla, mi parli della Chiesa di Cracovia.
Il nuovo slancio dell’ecumenismo e la svolta in merito alla libertà religiosa. L’uno e l’altra, d’ora in poi, saranno due temi IMPORTANTI del mio apostolato.
Le divergenze tra Wyszynski e Karol cominciarono ad assottigliarsi nel 1966, anno della celebrazione del millennio di cristianizzazione della Polonia.
Santità, vorrei cominciare col dirle quanto, come parroco e come vescovo, mi sia stata utile la mia esperienza giovanile di operaio...
L’elevazione del culto verso la Madonna vi ha ravvicinati.
Sì, il cardinale vuole consacrare la Polonia a Maria e io ho scelto come motto della mia vita totus tuus, proprio in riferimento alla Madre di Dio. Su questo concordiamo pienamente.
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Paolo VI teneva sempre più in stima pastorale e considerazione intellettuale il vescovo Wojtyla, che rifiutava lo sfarzo degli altri prelati, e per averlo con maggiore frequenza in Vaticano, lo nominò membro del Consiglio per i laici e del Consiglio di giustizia e Pace.
Arcivescovo Wojtyla, benvenuto tra noi... Non fu proprio una grossa sorpresa che il 29 giugno 1967, tre giorni dopo l’apertura del Concistoro, Paolo VI consegnasse la berretta cardinalizia al neo cardinale Karol Wojtyla, assieme ad altri ventisei nuovi cardinali.
Per la gloria di Dio onnipotente e per la gloria della Chiesa...
Karol Wojtyla, a soli quarantasette anni, era il più giovane cardinale di tutto il mondo.
... ricevi questo segno della dignità cardinalizia, simbolo di una vita spesa fino all’effusione del sangue per la fede. 74
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UNO DEI VENTISETTE NEOCARDINALI ERA JOHN KROL, IL CUI FORTE DESIDERIO ERA QUELLO DI CELEBRARE UNA MESSA DI RINGRAZIAMENTO. Evviva, Karol!... Anch’io vorrei celebrare la prima Messa in Polonia, in memoria di mio padre, ma il tuo governo non me ne ha concesso il permesso.
... E FU COSì CHE JOHN KROL, MALGRADO LE OPPOSIZIONI DELLE AUTORITà POLACCHE, PER LE SUE POSIZIONI ANTICOMUNISTE, RIUSCì A CELEBRARE LA SUA PRIMA MESSA DA CARDINALE NEL PAESINO DOVE ERA NATO SUO PADRE... FRATELLI carissimi, qui, accanto a me, c’è il figlio di un vostro compaesano...
Io ho un’idea... te la farò concelebrare con me!
L’investitura cardinalizia non intaccò in Karol la decorosa povertà né l’abitudine agli impegni sportivi.
Il 25 luglio 1968, Paolo vi emanò l’enciclica Humanae Vitae, scatenando un putiferio di commenti critici. per la sua enciclica, PaolO VI sta subendo attacchi feroci dentro e fuori la Chiesa.
Io SONO in sintonia con essa e il Papa mi ha voluto ringraziare personalmente per il mio sostegno alla Humanae Vitae.
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Il neo segretario del partito comunista cecoslovacco Alexander Dubcek, tentò, nel 1968, di instaurare un socialismo dal volto umano, ma l’intervento armato sovietico del 21 e 22 agosto...
... mise fine alla cosiddetta primavera di Praga e Dubcek fu destituito e trasferito a Mosca. Karol fu un forte sostenitore della lotta clandestina della chiesa cecoslovacca, ordinando sacerdoti in segreto e inviando grandi quantità di materiale religioso.
Queste auto sono cariche di Bibbie. SARà’ un VIAGGIO molto pericoloso!
Lo so, Eminenza, ma il mio popolo ne ha bisogno. Grazie.
Padre Zembrzuski, dalla Pennsylvania, ha invitato Wyszynski negli Stati Uniti, ma il primate manda te. Come mai?!
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Se Wyszynski andasse in America non riuscirebbe a non criticare i comunisti e il regime non lo farebbe più rientrare in Polonia, quindi vado io, cardinale polacco, ma non di primo piano e di carattere più conciliante.
Il 28 agosto 1969, Karol atterrò a Montreal, in occasione di un congresso polacco-canadese.
Benvenuto in Canada, Eminenza, la sua graditissima visita è molto attesa.
Karol visitò tutti i luoghi frequentati da emigrati polacchi tra un entusiasmo altissimo, che fruttò numerose donazioni per la Madre Patria. La stessa cosa si ripeté in altre nove città canadesi. Poi volò negli Stati Uniti...
Grazie, signor Sindaco. sotto la sua guida desidero visitare tutta la città. ... facendo tappa in quelle città che ospitavano folte comunità polacche. Si incontrò con sei cardinali e molti vescovi, E NON MANCò di sostare davanti alle tombe di John e Robert Kennedy.
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A metà dicembre 1970, gli operai portuali di Danzica, cantando l’Internazionale, entrarono in sciopero e la milizia, PER ORDINE DI GOMULKA, APRì IL FUOCO CONTRO DI LORO. Era una ribellione comunista contro un regime comunista. Il 17 dicembre la milizia sparò ancora contro gli operai inerti e disarmati. Fu un’altra strage.
Gomulka venne rimosso il 20 dicembre. Sostituito da Edward Gierek. Karol WOJTYLA, nel suo messaggio per il nuovo anno, accusò il regime per le stragi e pose delle condizioni per un’accettabile convivenza. Chiediamo... libertà di coscienza e di pratica religiosa... libertà di informazione... condizioni materiali per una decorosa vita del lavoratore e della sua famiglia...
In occasione del quarto Sinodo dei vescovi, svoltosi dal 27 settembre al 26 ottobre 1974, Karol si recò a Roma. Il vescovo, di fresca nomina, Andrzej Deskur, rappresentante polacco presso la Curia, era in apprensione per la salute di Paolo VI.
Caro Kluger, il suo amico Karol è sempre più stimato dal Papa, tanto che Sua Santità ha manifestato apertamente che vedrebbe bene il cardinale Wojtyla come suo successore!
Forse dipende dal fatto che Karol sta diventando sempre più un teologo d’azione e che il Papa apprezza molto anche la grande energia che mette nell’appoggiare il suo pontificato.
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Io come polacco ne sarei felice e fiero, ma Wojtyla non ha alcuna possibilità di diventare papa!
le intenzioni di Paolo VI erano molto DECISE. nominò il cardinale Wojtyla relatore ufficiale del Sinodo su L’evangelizzazione del mondo contemporaneo.
E incaricò il vescovo Deskur, polacco, che facesse da spola tra lui e Karol, al fine di sentirne i vari pareri, annotando spesso in calce i documenti...
Non decidere finché il cardinale Wojtyla non abbia espresso la sua opinione.
Prima di rientrare in Polonia, Karol, assieme alla sua delegazione che lo aveva seguito da Cracovia, andò a visitare la tomba di Padre Pio, per rendere un devoto e commosso ringraziamento al frate delle stigmate.
Beatissimo Padre...
In occasione della Quaresima del 1976, Karol fu destinatario di un insigne riconoscimento da parte di Paolo VI, che lo nominò conduttore degli esercizi spirituali, che si tennero A marzo.
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Alla presenza del Papa, sia pure invisibile, e di circa ottanta rappresentanti della Curia, tra cui molti cardinali, Karol espose ventidue meditazioni nella preziosa Cappella Matilde.
... penso che non si possa comprendere né la Scrittura né Marx senza aver prima letto e ponderato i primi tre capitoli della Genesi... Il settantacinquenne cardinale Wyszynski riconobbe, infine, il ruolo determinante del rullo compressore Wojtyla e lo incoraggiò ufficialmente a far sentire il proprio deciso apporto contro il regime. Karol, sorpreso, si commosse. Tutti compresero che ogni dura contrapposizione del passato era stata superata.
E Karol, in occasione della affollatissima processione del Corpus Domini del 17 giugno, usò il linguaggio religioso, ma il suo significato allegorico era politico. ... dobbiamo combattere con tutte le nostre forze contro Satana, il principe delle tenebre...
Il vostro cardinale è il vostro pastore. Affidatevi a lui perché gli sta a cuore la vostra salvezza e non vi abbandonerà mai!
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Chiaramente tutti capirono che Satana era il comunismo, ma la censura del regime non riuscì a coprire del tutto la bruciante allusione. Mi spiace, Karol, la censura ha proibito a Tygodnik Powszechny di stampare il tuo discorso, ma Radio Europa Libera lo ha trasmesso per intero! Non importa, la scintilla ha già acceso tutta Cracovia.
E la scintilla si estese a tutta la Polonia quando, una settimana dopo, per rappresaglia il governo annunciò un aumento dei prezzi del TRENTANOVE PER CENTO. Gli operai di Ursus e Radom insorsero con scioperi e manifestazioni, ma la milizia represse con la forza le sollevazioni popolari. Si temette un ripetersi delle stragi del 1970.
Gli alti incarichi in Vaticano e quelli nella sua Patria, resero il cardinal Wojtyla una personalità importante nella Curia e nel mondo laico. La tua vecchia amica americana, la professoressa Anna-Teresa Tymieniecka e suo marito Hendrik ti hanno invitato al Congresso Internazionale Eucaristico di Philadelphia!
E’ un invito ufficiale alla chiesa Polacca. porterò con me diciannove delegati.
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Il 23 luglio 1976, Karol partì per il suo secondo viaggio pastorale accademico in America, che, tra Stati Uniti e Canada, si sarebbe protratto fino al 5 settembre. Karol! Finalmente!
Cara Anna-Teresa, grazie per l’invito.
Nel duecentesimo anniversario dell’Indipendenza americana, voglio ricordare i volontari polacchi che hanno combattuto nella vostra rivoluzione...
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Nella seconda metà del 1978, la situazione in Polonia era di nuovo precipitata. Scioperi, arresti di massa, spinsero alcuni attivisti dei vari movimenti, a riunirsi e a formare un’organizzazione clandestina per soccorrere gli operai arrestati. La sua sigla era KOR.
Io sono Antoni Macierewicz, cattolico di sinistra.
Io sono Seweryn Blumsztain, ebreo. Io sono Jacek Kuran, comunista laico.
L’iniziativa fu assunta da Macierewicz e da Kuran, che riunirono una ventina tra amici E conoscenti delle varie associazioni. Il KOR entrò subito in azione fornendo aiuti economici a circa duecento famiglie.
Io sono Bohdan Cywinski, amico ed editore del cardinale Wojtyla. A fine anno, Macierewicz fu invitato dal cardinale Wojtyla per un incontro riservato.
Eminenza, so che lei è molto vicino agli operai...
Antoni, potete star sicuri che io seguirò con attenzione e partecipazione l’attività del KOR e che non vi farò mancare il mio aiuto.
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L’incoraggiamento di Karol permise al KOR di trovare crescenti adesioni tra gli studenti, ma, il 7 marzo 1977, un esponente dell’opposizione studentesca della Jaghellonica fu pestato a morte.
Le intimidazioni e le ondate di arresti si ampliarono. Bohdan Cywinski ebbe l’impulso di rispondere al brutale assassinio indicendo uno sciopero della fame.
Tutti attribuirono il barbaro delitto alla polizia segreta, anche se questa negò ogni responsabilità. Ma, ai funerali. Karol interpretò lo sdegno e l’orrore della popolazione. La vita di questo valoroso e indomito giovane è stata stroncata da chi, nel governo, ha in odio il germe democratico tra i giovani!
Karol, ho bisogno del tuo consiglio...
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... come tu sai, ho moglie e due figli. Se organizzo lo sciopero della fame, perderò sicuramente il lavoro e finirò in prigione sempre che non mi ammazzino. D’altra parte vorrei accettare la sfida e mantenere viva la posizione del KOR. Qual è il tuo parere?
Una settimana dopo, Cywinski e altri sette componenti del KOR restarono nella Chiesa di San Martino, a Varsavia, un luogo di culto molto noto nella capitale. Muniti di sacco a pelo, gli otto dimostranti occuparono la chiesa e dichiararono uno sciopero della fame per otto giorni.
Bohdan! Attorno alla chiesa si è radunata una gran folla e mischiati a essa ci sono molti giornalisti dell’Occidente!
Devi scegliere quali sono per te i valori e gli ideali a cui dare la precedenza!... Gli operai di Ursus e Radom sono in carcere, anche con condanne pesanti. Se vuoi essere solidale con loro la scelta è obbligata, ma, in ogni caso, la scelta finale spetta a te!
Bene, il primo passo è fatto... ora verrà il difficile!
Ottimo! La polizia si mangerà le unghie quando saprà che uno di noi è cugino della regina Elisabetta!
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Dopo otto giorni gli occupanti uscirono dalla Chiesa di San Martino e, grazie all’eco dovuta alla stampa internazionale, tutti gli operai che erano stati arrestati vennero rilasciati.
Gli operai sono stati rilasciati, ma Cywinski ha perso il lavoro!
Lo assumerò io, lavorerà per me e prenderà quanto allo Znak! Il KOR inaugurò anche una università mobile a Varsavia, gratuita, ma, ovviamente, clandestina, L’appoggio che cercava nel cardinale Wojtyla arrivò durante la processione del Corpus Domini del 25 maggio 1978.
Il 5 giugno 1978, Bogdan Borucewiz, un attivista del KOR a Danzica, ricevette una visita. Salve, sono Lech Walesa, un operaio. Vorrei aderire al sindacato...
Preghiamo per la nostra Madrepatria, guardando anche al suo passato, glorioso ma difficile... vogliamo che l’eredità della cultura polacca venga trasmessa alle nuove generazioni senza distorsioni.
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Durante la celebrazione della Messa, nella residenza estiva di Castelgandolfo, il 6 agosto 1978, a causa di un infarto, Paolo VI morì. I funerali si tennero sei giorni dopo, sul sagrato di San Pietro.
Al pari di tutti i cardinali, Karol WOJTYLA, appena saputa la notizia, venne a Roma per i funerali. Il 25 agosto, tutti i porporati entrarono nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo Pontefice.
Il Conclave durò solo un giorno. La sera del 26 agosto si alzò la fumata bianca: il nuovo Papa era Albino Luciani, Patriarca di Venezia, che assunse il nome di Giovanni Paolo I.
Madre Santa, guida il mio giudizio. Ego sum totus tuus.
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Eminenza! Una terribile notizia: il Papa è morto poche ore fa!
Ma il papato di Giovanni Paolo I durò solo trentatré giorni: alle prime ore del 29 settembre, Papa Luciani, il papa del sorriso, com’era stato subito soprannominato, fu trovato morto. PER PERMETTERE A WOJTYLA DI tornare a Roma per i funerali DI PAPA LUCIANI e il successivo Conclave, un imbarazzato Dziwisz fu costretto a chiedere a Cywinski duemila zloty in prestito...
Molto fu ipotizzato attorno aLLA morte improvvisa DI PAPA GIOVANNI PAOLO I. ma né complotto, né oscuri omicidi uccisero il Papa, bensì chiari motivi clinici. Oscure, casomai, rimangono le circostanze della scoperta, ancora non ben chiarite. I solenni funerali si tennero il 4 ottobre.
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I contatti tra i cardinali prima del Conclave furono intensi e aspri. L’arcivescovo di Vienna, Franz Konig, e quello di Philadelphia, John Krol, entrambi vecchi amici e grandi estimatori di Karol, spinsero da subito per l’elezione a Papa del loro favorito. Il Conclave si aprì il 14 ottobre. Il secondo giorno, il nome di Wojtyla cominciò a incrementare i consensi: prima venti, poi quaranta, poi sessanta, finché, all’ottava votazione, si sfiorarono i cento voti. La sera del 16 ottobre, il cardinale camerlengo Jean Villot raggiunse Karol.
Eminenza, sono lieto di annunciarle che ha superato il quorum. Accetta di diventare Papa?
Sì, accetto!... E Come nome scelgo Giovanni Paolo II! Nella Cappella Sistina, i cardinali si misero in fila per inginocchiarsi davanti al nuovo Papa e rendergli omaggio. Quando toccò all’arcivescovo di Vienna, Karol gli chiese, in un sussurro... Franz, come è potuto succedere?!
Santo Padre, lo sa bene: siamo tenuti al segreto!
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Quando s’accorse che il prossimo cardinale era Wyszynski, il neo Papa si alzò in piedi non permettendo al suo primate di inginocchiarsi, e lo abbracciò, a lungo, commosso. Furono momenti di struggente e toccante emozione.
Dal comignolo della Cappella Sistina uscì una nuvola di fumo bianco. Le campane delle chiese di Roma suonarono tutte a festa e i romani si riversarono in Piazza San Pietro. Alle diciotto, il cardinale Pericle Felici annunciò...
Habemus Papa!... Dominum Carolum Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Wojtyla!
Il primo boato lo sollevarono i polacchi presenti in piazza. Allora anche gli altri capirono e si alzò un forte applauso generale. Il nuovo Pontefice veniva da un Paese dell’Est, dove imperava l’ateismo comunista.
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Sia lodato Gesù Cristo! Diletti figli e sorelle... gli eminentissimi cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma, lo hanno chiamato da un Paese lontano... ho accettato nello spirito dell’obbedienza verso Nostro signore e nella fiducia verso la sua Madre, la Madonna Santissima. Anche se non so, non potrò bene spiegarmi nella vostra, nella nostra, lingua italiana, se mi sbaglio mi corigerete!
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All’errore di grammatica l’applauso fu oceanico. L’umiltà e la spontaneità del nuovo Papa entrarono fulmineamente nel cuore dei fedeli PRESENTI IN PIAZZA SAN PIETRO. Il nuovo Vescovo di Roma AVEVA CONQUISTATO L’AMORE dEi cattolici della Capitale E DI TUTTO IL MONDO.
Viva il Papa !
Viva il Papa ! Viva il Papa !
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Non avere paura! Un papa slavo... Dio l’ha voluto!
Dopo aver cenato con i cardinali, Karol salì nell’appartamento papale. Stanislaw Dziwisz, nel vedere il suo arcivescovo vestito di bianco, non resse all’emozione e scoppiò a piangere.
Alle 19, il giornale radio, in tutta la Polonia, aveva dato la notizia: l’arcivescovo Wojtyla eletto Papa. Un’ondata di entusiasmo irrefrenabile percorse tutta la Nazione. Solo i dirigenti comunisti non l’accolsero bene.
Wojtyla papa?! E adesso che succederà?
Come minimo il controllo sulla Chiesa polacca ci sfuggirà! Compagno generale Jaruzelski, tu che pensi?
un papa polacco avrà conseguenze su tutto il territorio sovietico, non solo in Polonia!
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Stanislaw Kania, supervisore comunista nei rapporti con la chiesa cattolica, pur contrariato dalla notizia, preparo’ il telegramma ufficiale di felicitazioni al nuovo Papa. Speditelo subito! E adesso andiamo dal compagno segretario, ci sta aspettando!
Tutti i dirigenti comunisti furono convocati d’urgenza da Edward Gierek, segretario generale del partito comunista polacco.
Cosa succederà se Wojtyla deciderà di venire in Polonia?
Il KGB sta predisponendo una campagna contro il nuovo papa e poco fa ho ricevuto la visita dell’ambasciatore sovietico a Varsavia! E cosa ha detto?
Di impedire a Wojtyla di mettere piede in Polonia, a qualunque costo! E’ un ordine diretto di Breznev!
Cosa vuol dire a qualunque costo?!
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Non lo so. Io so solo che se il papa vuole venire in polonia NON POSSIAMO IMPEDIRGLIELO... AVREMMO CONTRO TUTTO IL MONDO E IL POPOLO SI RIVOLTEREBBE.
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Wojtyla non ci ha mai dato grossi fastidi! E’ vero, ma è un osso duro.
E’ patriota e vuole liberare la Polonia dalla Russia; è prete e vuole cacciare il comunismo ateo. Solo la morte lo può fermare!
Mentre l’Europa dell’Est era percorsa dal vento impetuoso dell’elezione di Karol Wojtyla a Papa, questi si accingeva a celebrare l’inizio ufficiale del suo pontificato, il 22 ottobre, al cospetto di una Piazza San Pietro gremita all’inverosimile.
Non abbiate paura! ...
... aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!... Non abbiate paura! Cristo sa cosa c’è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!
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La domenica successiva, il 29 ottobre, Giovanni Paolo II si recò in visita al Santuario della Mentorella, a lui così caro nei ricordi. ad attenderlo trovo’ quarantamila romani festanti. Qui è dove l’uomo, immerso nella natura, può parlare intimamente con Dio.
Il 5 novembre era ad Assisi, per pregare sulla tomba di San Francesco, Patrono d’Italia. Aiutaci, affinché Cristo possa essere per tutti gli uomini del nostro tempo Via-Verità-Vita.
Nella stessa giornata, tornò a Roma, per recarsi a pregare sulla tomba dell’ altro Patrono d’Italia, Santa Caterina da Siena, nella chiesa di S. Maria Sopra Minerva.
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In Sud America, tra Argentina e Cile, stavano soffiando spaventosi venti di guerra. Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli USA, Zbgniew Brzezinski, chiese a Giovanni Paolo II di mediare tra i due Stati.
Ma Giovanni Paolo II non dette retta al consiglio del suo amico e accettò la mediazione. I due Stati, entrambi cattolici, ascoltarono le parole del Papa e, a gennaio ’79, la guerra fu scongiurata.
non intervenire prima di aver studiato bene la situazione, karol.
Dove non c’è giustizia non può esservi pace... il ricorso alle armi non può essere accettato per risolvere i conflitti...
Nel tentativo di saggiare ufficialmente il terreno e di instaurare un rapporto di cordialità, il Ministro degli Esteri sovietico, Andrej Gromiko, fu ricevuto dal Papa, il 24 gennaio 1979.
Allora, com’è andato l’incontro con Gromiko? So che vi siete parlati per ben due ore!
Santità, le assicuro che i cittadini dell’Unione Sovietica godono di piena libertà religiosa...
E’ stato l’incontro più noioso che abbia mai avuto. Come dite, voi romani, una pizza!
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Il 25 gennaio 1979, Giovanni Paolo II partì per partecipare al decennale della Conferenza Episcopale dell’America Latina, la CELAM. Prima tappa, due giorni nella Repubblica Domenicana.
la seconda tappa lo porto’ in messico, dove L’atteggiamento ufficiale era di forte ostilità. il più importante quotidiano titolava in prima pagina “No me gusta!”.
Per rendere questo mondo più giusto, occorre far sì che non ci siano bambini affamati e analfabeti... che la forza non prevalga sulla verità e il diritto... Ma l’anticlericalismo messicano subì una metamorfosi straordinaria e imprevedibile. L’accoglienza della popolazione fu calorosa, spontanea, entusiasta. Tutta la capitale era addobbata di bianco e giallo.
L’anticlericalismo si era sbriciolato e una folla immensa, e festante, accompagnò la papamobile per tutte le ottanta miglia che separavano la capitale da Puebla, dove si sarebbe tenuta la CELAM.
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Era scoppiato un improvviso, irrefrenabile delirio: c’era voglia di santità; alle messe all’aperto partecipavano centinaia di migliaia di fedeli. Il Papa andò a pregare davanti all’immagine di Nostra Signora di Guadalupe, cara a tutti i campesinos.
L’ultimo giorno della impegnativa partecipazione alla CELAM, il 1° febbraio 1979, fece tappa a Monterrey, importante capoluogo con industrie siderurgiche e chimiche. informato dai vescovi locali, si lancio’ contro le aziende americane e i bassi salari riconosciuti ai lavoratori.
I lavoratori abbiano condizioni più umane e sicure e prendano parte alle decisioni che riguardano le loro vite...
Il 9 marzo morì il segretario di Stato Jean Villot e Giovanni Paolo II lo sostituì con il cardinale Agostino Casaroli.
La riforma avviata dal Papa portò anche alla nomina del nuovo Capo della Congregazione per il Clero nella persona del cardinale Silvio Oddi.
Eminenza, mi aspetto da lei che si assicuri che i sacerdoti vestano sempre l’abito clericale, in ogni circostanza, e che si impegnino al massimo per attuare degli efficienti corsi di catechismo.
Santo Padre, potrà contare sul mio impegno e su quello della Congregazione.
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Il 4 marzo, Giovanni Paolo II emanò la sua prima enciclica.
Ho letto la tua enciclica Redemptor hominis, imperniata sulla figura di Gesù, redentore dell’uomo e del mondo. Bella e profonda. So che l’hai mandata anche al tuo amico Malinski.
cosa!?
L’ha letta anche lui e si è compiaciuto, e mi ha detto anche un’altra cosa per me molto importante ...
ha saputo che Gierek sta per concedermi il permesso di recarmi in Polonia e che, a causa di questo, ha avuto un violento diverbio con Breznev! Allora andrai in Polonia! ce l’hai fatta, hai vinto! E quando sarà il viaggio?
Ringrazio sinceramente il segretario Gierek per aver reso possibile questo viaggio, constatando che la pace e l’unione dei popoli si basa sul rispetto dei diritti fondamentali delle nazioni...
probabilmente dal 2 al 10 giugno prossimi! Il 2 giugno del 1979, Giovanni Paolo II arrivò a Varsavia. La Chiesa polacca aveva organizzato un esercito di volontari, che sostituì la polizia per mantenere l’ordine. Gli operai avevano predisposto la festa nella capitale.
Dilettissimi fratelli e sorelle! Connazionali! Giungo a voi come figlio di questa terra, di questa nazione, e per imperscrutabili disegni della Provvidenza come successore di Pietro nella Sede di Roma...
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Quando varcò la soglia della cattedrale, Giovanni Paolo II infine non riuscì più a trattenere le lacrime e la commozione.
Centinaia di migliaia di persone lo avvolsero lungo l’itinerario. Mentre attraversava le strade di Varsavia, su un automezzo militare, dalle finestre scendevano fiori. Per le vie, ragazzi e ragazze, tenendosi per mano, contenevano la gente sui marciapiedi.
non si puo’ escludere cristo dalla storia dell’uomo in qualsiasi parte del globo.
Nel pomeriggio, si celebrò la Messa solenne nella enorme Piazza della Vittoria, gremita di gente e stendardi sotto un sole a picco. Non un poliziotto, non un militare, solo volontari a mantenere un ordine assoluto.
... l’esclusione di Cristo dalla storia dell’uomo è un atto contro l’uomo. Senza di lui non è possibile capire la storia degli uomini... la storia di ogni uomo si svolge in Gesù Cristo. In lui diventa storia della salvezza.
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Io, figlio di questa terra, io, Giovanni Paolo II papa... sangue del vostro sangue, ossa delle vostre ossa, vengo a parlare davanti a tutta la Chiesa, l’Europa e il mondo di queste nazioni e di queste popolazioni spesso dimenticate...
Il terreno polacco era così fertile che il seme che hai gettato solo pochi giorni fa è già diventato un alberello!
Bohdan, sapevo che avrei causato un profondo scossone al modo di pensare del nostro popolo, ma mi interessava che si scuotessero dal fatalismo, dalla rassegnazione. I grandi cambiamenti politici avverranno, ma non nell’immediato. Al momento contano la riscossa e la presa di coscienza. A Czestochowa, sulla spianata davanti al santuario della Madonna Nera, Patrona della Polonia, Giovanni Paolo II volle ribadire la sua origine slava.
Che cosa debbo dire io, primo papa polacco nella storia della Chiesa e della nostra Patria?... Dico, totus tuus, così come ho sussurrato tante volte davanti a questa immagine. 102
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Il Papa andò a prEgare anche ad Auschwitz e Birkenan. Il dolore del ricordo vibrava nella sua voce.
Questo è il Golgota del mondo contemporaneo! Davanti a tutte queste lapidi non si può non pensare con paura dove si trovano le frontiere dell’odio, le frontiere della distruzione dell’uomo, le frontiere della crudeltà. Dopo otto mesi, Karol Wojtyla rimise piede nella sua città, Cracovia. La folla era in visibilio, pur ordinata e composta, grazie ai giovani che avevano il compito del servizio d’ordine, e fu festa giorno e notte.
La gran massa di giovani che si era radunata sotto la finestra del Papa, all’arcivescovado, non aveva nessuna voglia di andarsene, neppure a notte avanzata. accompagnandosi con chitarre e altri strumenti continuavano a cantare... Abbiamo cantato, parlato, scherzato, ma ormai è ora di darci la buonanotte... posso andare a dormire adesso?
NO! NO!
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NO!
Il mattino dopo, il Papa celebrò la Messa a Nowa Huta, il grande sobborgo industriale di Cracovia, di fronte alla chiesa da lui fortemente voluta quando era vescovo.
Il cristianesimo e la Chiesa non hanno paura del mondo del lavoro. Il Papa non ha paura degli uomini che lavorano. loro gli sono sempre particolarmente vicini, anche lui è stato un operaio.
L’apice della commozione e dello struggimento del distacco fu raggiunto nella Messa di commiato, nel pomeriggio, che il Papa celebrò su una spianata immensa, lungo il fiume Vistola, alla presenza degli episcopati di tutti i Paesi europei.
Era l’ultimo atto apostolico che concludeva la visita pastorale. C’è chi calcolò una presenza fino a tre milioni, ma almeno un milione lo erano di sicuro. Ci si avviava, ormai, alla conclusione ufficiale delle celebrazioni in onore di San Stanislao. Giovanni Paolo II sollevò lo scrigno contenente il teschio di San Stanislao.
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Non esiste l’imperialismo della Chiesa, ma solo il servizio.
La caduta del Muro di Berlino era cominciata quel giorno, 10 giugno 1979, dieci anni prima dell’effettivo crollo.
Mi congedo dalla Polonia! Mi congedo dalla mia Patria! Partendo bacio questa terra, dalla quale non può mai staccarsi il mio cuore!
Dovete essere forti, cari fratelli e sorelle... vi chiedo di non disperare, di non abbattervi, che mai vengano recise quelle radici da cui dipendiamo.
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Il 29 settembre, Giovanni Paolo II si reco’ a Dublino, per una visita pastorale che toccherà l’Irlanda, l’ONU e gli Stati Uniti fino all’8 ottobre.
E’ con immensa gioia e profonda gratitudine che metto piede oggi in terra irlandese. Vengo a voi come servitore di Gesù Cristo, come araldo del suo vangelo di giustizia e di amore...
In elicottero, si trasferì subito a Phoenix Park, dove lo attendeva un milione di fedeli, intenzionato a ripercorrere le orme di San Patrizio, Patrono dell’Irlanda. ... la Divina Provvidenza si è servita di questa isola ai confini dell’Europa per la conversione del continente europeo... vi chiedo uno sforzo sempre costante per vivere da veri seguaci di Cristo...
A Drogheda, cittadina a nord di Dublino, quasi al confine con l’Ulster (Irlanda del Nord), simbolo del dramma irlandese, il Papa si rivolse a trecentomila pellegrini...
... compio il mio primo viaggio in terra irlandese facendo tappa volutamente qui, a Drogheda, guidato dal grido di tanti secoli... Giungo come pellegrino della fede, giungo anche come successore di Pietro... che nessun protestante irlandese pensi che il Papa è un nemico, un pericolo e una minaccia. Il mio desiderio è che i protestanti vedano in me un amico e un fratello in Cristo.
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Nell’ippodromo di Galway, la mattina del 30 settembre, ci fu l’incontro tra Giovanni Paolo II e la gioventù irlandese. Cari giovani, questa è un’occasione veramente speciale e molto importante. Stamattina il Papa appartiene alla gioventù irlandese!
... non sono venuto qui per dare una risposta a tutti i vostri interrogativi ... non chiudete gli occhi di fronte alla debolezza morale che insidia oggi la vostra società... quanti giovani hanno già alterato le proprie coscienze e hanno sostituito la vera gioia di vivere con la droga, il sesso, l’alcool, il vandalismo e il vuoto miraggio di beni materiali...
... tornando a casa, dite ai vostri genitori che il Papa crede in voi e conta su di voi. Dite che i giovani sono la forza del Papa e che conta su di voi perché è in gioco il futuro della vita umana...
e poi una tappa al Santuario di Nostra Signora di Knock, detta anche la Lourdes irlandese. Ad accogliere il pontefice una folla particolare... quella degli infermi.
Sono felice di trovarmi con voi... Gesù chiama ogni ammalato, ogni persona che soffre, a collaborare con Lui nella salvezza del mondo.
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Il commiato dall’Irlanda avvenne all’ippodromo di Limerick, con un ultimo bagno di folla. ... sono venuto per proclamare la pace e l’amore, per confermare la mia fratellanza nella fede e per chiedere a tutta l’Irlanda di innalzare il suo cuore a una nuova visione di speranza.
L’aereo irlandese lo porto’ direttamente negli stati uniti, a Boston e Dopo aver baciato il suolo americano...
Vengo a te, America, con sentimenti di amicizia, riverenza e stima. Vengo come uno che già ti conosce e ti ama, come uno che desidera che tu possa compiere il tuo destino di servizio al mondo.
All’aeroporto di Shannon, il saluto del cardinale O’ Fiaich, alle 13 del 1 ottobre. Per tre giorni il nostro Paese ha avuto una gioia che non ha mai avuto prima!
Ringrazio tutti per l’accoglienza generosa e per la vostra fede vivente. Irlanda semper fidelis!
... ricevette il benvenuto da parte di Rosalynn Carter, moglie del Presidente degli USA, e del cardinale Humberto Medeiros, arcivescovo di Boston.
Questa è la vostra prima visita come Papa, ma vi conosciamo già bene perché voi avete commosso il mondo come pochi hanno fatto finora. Oggi venite a noi come l’alfiere di un ideale che unisce l’umanità, il nostro ideale di un creatore del mondo di giustizia e di pace.
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Una folla enorme, incurante della pioggia, al pari del Papa che aveva scelto un’auto scoperta, assistette al passaggio di Giovanni Paolo II, diretto alla Cattedrale di Santa Croce.
Nel grande parco cittadino, il Boston Common, il Papa celebrò la sua prima Messa negli stati uniti assieme a più di sessanta vescovi. Si rivolse in particolar modo alla folla di giovani presenti. Aprite i vostri cuori a questo Cristo del Vangelo, al suo amore, alla sua verità, alla sua gioia. Non ve ne andate tristi.
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Quando, il giorno dopo, il Papa scese all’aeroporto La Guardia di New York, ad accoglierlo trovò il Segretario Generale dell’ONU, Kurt Waldheim.
Ho atteso con ansia questo giorno fin dal suo invito subito dopo la mia elezione a pontefice. Questo evento è stato alla base del mio viaggio in Irlanda e negli Stati Uniti.
Santo Padre, le rivolgo il più caloroso e devoto benvenuto.
L’arrivo del Papa portò a una completa rivoluzione della vita della grande metropoli... circolazione dirottata, fabbriche e uffici con orari ridotti...
E’ essenziale che ci incontriamo in nome dell’uomo. L’uomo inteso nella sua integrità, in tutta la sua pienezza e la multiforme ricchezza della sua esistenza spirituale e materiale...
... voli charter che continuavano a sbarcare fiumi di visitatori da ogni parte degli States; traffico nullo, silenzio surreale.
... mi sia permesso di augurare che l’ONU, per il suo carattere universale, non cessi mai di essere quel forum, quell’alta tribuna dalla quale si valutano, nella verità e nella giustizia, tutti i problemi dell’uomo.
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Lo Yankee Stadium di New York così colmo, e stipato all’inverosimile, festoso, esuberante, non si era mai visto neppure nella finalissima di rugby. Oltre ottantamila fedeli parteciparono alla celebrazione eucaristica presieduta da Giovanni Paolo II.
Ultima delle sei città visitate da Giovanni Paolo II fu Washington, il 6 ottobre, dove fu ospite del ricevimento in suo onore allestito alla Casa Bianca dal presidente Jimmy Carter. Gli americani vedono nel Santo Padre l’uomo che li può guidare verso quegli ideali e quella spiritualità di cui hanno tanto bisogno.
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Oltre al Presidente, Giovanni Paolo II s’incontrò con il cardinale William Baum, con le autorità e con la solita oceanica folla, che ascoltò la Messa nella Capitol Mall, arricchita da enormi tappeti di fiori gialli e bianchi.
... ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio e ha diritto a una famiglia unita nell’amore...
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La sera del 7 ottobre, Giovanni Paolo II salutò gli Americani e partì per tornare a Roma. God save the Pope, era stato il motto che aveva accompagnato il pellegrinaggio del Papa negli USA.
Ora debbo lasciare gli Stati Uniti e tornare a Roma. Ma voi tutti sarete ricordati nelle mie preghiere. Dio benedica l’America!
Il 18 novembre 1979, la Santa Sede annunciò, per la fine del mese, un viaggio apostolico del Papa in Turchia. Il 23 novembre, il ventunenne Mehmet Alì Agca evase da una prigione turca. L’esponente del gruppo terroristico Lupi Grigi scrisse a un quotidiano...
Che facciamo? Avvertiamo il Papa?
... l’imperialismo occidentale ha inviato in Turchia, nelle vesti di leader religioso, Giovanni Paolo II, capo della Crociata. Se questa visita anacronistica e insensata non verrà revocata, sicuramente sparerò al Papa.
Ma no! Quella carogna ha ammazzato un nostro giornalista, ma non può pensare di uccidere il Papa... fra pochi giorni sarà qui, inutile creare l’allarmismo di un attentato da parte di un fanfarone bastardo! Comunque avvertiamo i nostri servizi di sicurezza.
Il 28 novembre, Giovanni Paolo II partì per l’annunciato viaggio in Turchia. Ad Ankara si incontrò con la comunità cattolica. Abbiate sempre il coraggio e la fierezza della vostra fede... la vostra testimonianza è tanto più preziosa in quanto è ristretta nel numero, ma non nella qualità.
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Il giorno dopo, con un breve volo, il Papa raggiunse Istanbul, dove poté incontrarsi con il Patriarca di Costantinopoli, Dimitrios I.
La sera, Giovanni Paolo II celebrò la Santa Messa nella cattedrale cattolica dello Spirito Santo. La comunione nella preghiera ci condurrà alla piena comunione nell’Eucarestia. Oso sperare che questo giorno sia vicino...
Poca partecipazione, poca risonanza, ma tanti incontri e tante riunioni di preghiera: il Papa voleva fortemente procedere nella riunificazione tra cattolici e ortodossi, ma Dimitrios I non recedette dalle sue posizioni liturgiche.
Qui, a Efeso, vorrei rispondere al perché il Verbo ha preferito nascere da una donna. perché Cristo voleva essere un autentico germoglio della stirpe che veniva a salvare. Voleva soccorrere l’uomo come un fratello, facendosi in tutto simile a lui, tranne il peccato. 112
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il viaggio in turchia si concluse dopo tre giorni e Giovanni Paolo II ripartì da Smirne senza clamori, né grandi folle, ma con il successo di aver raccolto stima, simpatia e attenzione anche in un paese musulmano.
Non voglio lasciare il vostro Paese senza esprimere un cordiale ringraziamento al popolo turco e ai suoi governanti... il mio ricordo e la mia gratitudine.
Alla fine del 1979, Giovanni Paolo II si rese conto che avrebbe dovuto mettere ordine proprio tra il clero, per mettere un freno ai personalismi. Il teologo svizzero Hans Kung aveva messo in dubbio l’infallibilità del Papa. Il cardinale Joseph Ratzinger doveva imputare Kung di eresia, ma prima volle consultarsi con il Papa.
Il teologo Kung, il 18 dicembre 1979, fu trasferito dalla facoltà di teologia ad altro incarico. Poi il Papa nominò i cardinali delle grandi città del Nord Italia, pastori più che manager, e per Milano scelse Carlo Maria Martini...
... gesuita, rettore dell’Università Gregoriana, nominato arcivescovo il 29 dicembre. consacrato in San Pietro il 6 gennaio 1980, fece il suo ingresso, a piedi, nella diocesi ambrosiana il 10 febbraio.
Vengo da lontano, come Paolo, con titubanza.
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Nel febbraio del 1980, Giovanni Paolo II chiamò a Roma l’arcivescovo Oscar Romero, di El Salvador, al quale dette un preciso monito.
... una vittoria della sinistra popolare porterebbe a una ridda di vendette e di lotte fratricide.
Lei, arcivescovo, deve sforzarsi di avere una relazione migliore con il governo del suo Paese...
romero, spronato dalle parole del pontefice non si fermò nelle sue denunce e nella sua lotta e Il 24 marzo 1980 accadde l’inevitabile. mentre celebrava Messa nella cappella dell’Ospedale della divina Provvidenza, venne colpito a morte in pieno petto...
... da un soldato inviato dal maggiore Roberto d’Aubuisson. Il 30 marzo, domenica delle Palme, vennero celebrati i solenni funerali dell’arcivescovo Romero, al cospetto di cinquantamila fedeli e vescovi provenienti da tutto il mondo.
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Il 2 maggio 1980, Giovanni Paolo II partì per una visita pastorale che, fino al 12 maggio, avrebbe toccato molti Stati del Continente Africano. A Kinshasa, capitale dello Zaire, lo attendeva il presidente Mobuto Sese Seko. Appena sbarcato, baciò il suolo.
Oltre al Presidente, c’era tutto il Consiglio Esecutivo dello Zaire, i vescovi dell’Africa, esponenti di altre confessioni religiose e rappresentanti delle tante etnie del Continente Nero.
Nel percorso verso l’arcivescovado di Kinshasa, l’auto scoperta del Papa attraversò due ali di fitta e ininterrotta folla, gioiosa e variopinta. Trovò ad aspettarlo tutta la comunità ecclesiale della capitale: il cardinale Malula, vescovi, sacerdoti, suore, laici.
Baciando questa terra il mio cuore è colmo di emozione, di gioia e di speranza... vengo qui come servitore di Gesù Cristo... vengo qui come messaggero di pace... il mio messaggio è per tutta l’Africa... Che Dio benedica lo Zaire! Che Dio benedica l’Africa!
Il vostro arcivescovo, cardinale Joseph Malula, mi ha dato il benvenuto a nome di tutti voi... innanzitutto rendo grazie a Dio con voi per tutto quello che ha realizzato nello Zaire in questi cento anni...
Era ormai sera quando Giovanni Paolo II e il suo seguito furono ricevuti come ospiti d’onore nella residenza del presidente Mobutu.
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... avendo già avuto l’occasione di incontrare vostra eccellenza in Vaticano, l’anno scorso, io mi felicito del nostro nuovo dialogo...
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Santità, ci sono molte critiche e perplessità circa il suo atteggiamento di benevolenza verso Mobutu!
Non guardo solo all’oggi, ma soprattutto al domani: se il Vangelo di Cristo viene adottato sempre più dagli africani come esempio di vita, i vari Mobutu dell’Africa spariranno dalla scena!
La vocazione religiosa fa diventare difensori della pace e artigiani di pace: questo disse, tra l’altro, Giovanni Paolo II agli otto nuovi vescovi ordinati a Kinshasa.
In questa circostanza solenne e di grande gioia, mi rivolgo a voi che state per ricevere la grazia dell’episcopato. Non vi chiamo più servi... io vi ho chiamato amici. Questo disse Cristo agli apostoli, lo stesso dice anche a voi.
La sera parlò dei problemi dell’Africa a un’assemblea di professori e studenti universitari.
Non è necessario che vi dica la mia gioia di poter prendere contatto stasera con il mondo universitario africano... l’università non si può collocare al di fuori della realtà del Paese nel quale è radicata... 116
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Il giorno dopo, il Papa arrivò a Brazzaville, Repubblica del Congo, nella cui cattedrale celebrò la Santa Messa e pregò sulla tomba del cardinale Emile Biayenda.
... nella storia del Congo ci sono già tanti testimoni fedeli a Dio, fedeli alla Chiesa e al Papa ... abbiamo l’esempio del caro e venerato cardinale Biayenda, il cui martirio vi ha fatto piangere come la perdita di un padre... Il 6 maggio, il Papa tornò nello Zaire per visitare la Missione di S. Gabriele, a Kisangani, e pregare sulla tomba di monsignor Grison, fondatore della Diocesi. Lì rivolse il suo pensiero anche a tutti i missionari uccisi nel 1964.
Benedetto sia tu Signore, per la testimonianza dei tuoi missionari. Per aver sostenuto la loro fede tra pene, sofferenze, sacrifici, talvolta fino alla morte.
In questa cattedrale dedicata alla Sacra Famiglia, comprendiamo che tutti insieme siamo la Chiesa, una Chiesa vivente... siamo una cosa sola con i vivi e con i morti...
Fu poi la volta del confinante Kenia. Il primo incontro con i fedeli kenyoti fu nella cattedrale di Nairobi.
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Il passaggio nello Stato del Ghana avvenne l’8 maggio, in una giornata, al solito, fitta di incontri, a partire proprio dalla capitale, Accra.
Santo Padre, la situazione nel Ghana è molto difficile perché paghiamo nel presente gli errori del passato. Lei, con la sua autorità e il suo prestigio universale, è l’unica persona che ci può aiutare a risollevarci.
... desidero esortare voi, laici, a rinnovare il vostro impegno cristiano e dedicarvi allo sviluppo autentico e integrale di questo grande continente...
Vescovo Ando, stia tranquillo che la Chiesa di Roma continuerà con il massimo impegno ad adoperarsi per l’assistenza, la sanità e l’istruzione, tanto scolastica che religiosa, di tutti i suoi connazionali.
Dopo il Ghana, Giovanni Paolo II visitò l’Alto Volta (dal 1984 Burkina Faso), dove mise piede il 10 maggio. L’incontro con il popolo dei fedeli avvenne a Onagadougon, la capitale.
... Dio vi ama dappertutto e sempre. La vostra presenza qui testimonia anche il vostro affetto per la Chiesa, che vi trasmette questo messaggio d’amore... a tutti coloro che non sono potuti essere presenti dico, il Papa vi saluta e vi benedice!
Dopo la brevissima visita nell’Alto Volta, il Papa raggiunse il confinante stato della Costa d’Avorio. ad accoglierlo nella capitale, Abidjan, il Presidente e tutte le autorità locali.
L’Africa ha in mano le chiavi del suo avvenire ... la Chiesa intende rimanere fedele alla propria missione spirituale... mi felicito del concorso che qui, in Costa d’Avorio, la Chiesa offre con la sua presenza nelle istituzioni scolastiche e negli ambienti intellettuali... che ha saputo assicurare alla popolazione un livello culturale invidiabile.
Le ultime ore del suo pellegrinaggio in Africa, il Papa le dedico’ ai più miseri tra i miseri: i lebbrosi. Raggiunse il villaggio di Adzopé, il cui lebbrosario era stato fondato da Raoul Follereau, alla fine della guerra mondiale, amministrando ad alcuni malati il Battesimo e la Cresima. Dio vi ama, disse agli abitanti, siate anche voi testimoni dell’amore di Cristo. 118
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Durante il viaggio in aereo, Giovanni Paolo II spiegò ai cronisti il suo punto di vista per aver ignorato la pessima fama di cui godevano alcuni dei capi di stato africani, palesi figure dittatoriali.
A volte la politica è peccaminosa e a volte vi sono governi peccaminosi. Tuttavia è stata una gioia vedere dei popoli, fino a poco tempo fa oppressi da imperi colonialisti, che hanno finalmente propri governanti. Giovanni Paolo II poté festeggiare in Vaticano il suo sessantesimo compleanno.
Santità, è incredibile, sono arrivati i sinceri auguri anche da parte dei dirigenti comunisti polacchi!
In dieci giorni, il Papa aveva toccato sei nazioni, grazie alla sua tempra incredibile. settantuno incontri e altrettanti discorsi erano la testimonianza tangibile di una fede viva e incrollabile, il cui richiamo entusiasta aveva raccolto ben più dei nativi di religione cattolica.
Il 30 maggio 1980, il Papa iniziò un altro pellegrinaggio apostolico, da molti considerato un viaggio difficile, poiché toccava la laica Francia. Ma già dalla prima tappa, Parigi, e dalla prima celebrazione eucaristica, a Notre Dame, fu evidente che la visita papale riceveva dappertutto consensi di gran lunga superiori a ogni più ottimistica aspettativa.
Ami tu? Questa domanda è fondamentale per ognuno di noi...
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... la vostra dodicesima domanda è... si può essere felici nel mondo d’oggi? Cristo dice... si può; vi ricordate cosa rispose al giovane ricco? Gli pose due condizioni, osserva i comandamenti e vieni e seguimi...
Giovanni Paolo II nel suo incontro con i giovani, al Parco dei Principi, la sera del 1 giugno, sviluppò il suo discorso partendo dai quesiti postigli in precedenza dagli stessi giovani.
Il Papa, accompagnato dal cardinale Marty, trascorse pochi minuti all’interno del Carmelo di Lisieux, rivolgendosi alle suore contemplative, laddove Santa Teresa, cento anni prima, era morta regalando al mondo la sua santità.
Il Papa ripartì dal vicino aeroporto di Deauville il 2 giuGNo. Il pessimismo della vigilia di quello che era stato preannunciato come un viaggio difficile, dopo soli quattro giorni si era frantumato. Giovanni Paolo II aveva dato le risposte alle inquietudini dei potenti e degli emarginati. da qui il trionfo di chi annunciava a tutti, con forza e fede, solo il messaggio del Vangelo.
Devo dire innanzitutto la mia profonda emozione nel poter pregare presso l’arca che contiene i resti di Santa Teresa. E provo una grande gioia nel visitare questo Carmelo, che è stato il luogo della sua vita, della sua morte, della sua santificazione... Volevo parlare con te del mio prossimo viaggio in Brasile.
Cos’è che ti preoccupa?
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La morte di Romero piano piano ha scavato nel mio cervello. Credo di aver sbagliato nel giudicarlo e nel tenerlo distante. E’ morto da martire missionario, ma non in Africa. nella cattolica El Salvador! Credevo fosse un amico dei comunisti, invece era un amico del suo popolo.
Hai letto dei documenti su tutta la vicenda?
Certo. E adesso come adesso avrei un altro atteggiamento verso quei poveri vescovi messicani e verso i governanti messicani. L’aver guardato con i miei occhi la realtà quotidiana, purtroppo lentamente, mi ha tolto alcune nebbie dal cervello. Allora per il Brasile adesso sei pronto a un’osservazione più distaccata? So che i cardinali Arns e Lorscheider sono diffidenti nei tuoi riguardi!
E’ vero, ma perché appartengono entrambi alla teologia della liberazione e pensano che io li veda come il fumo negli occhi. Ma li capisco. la loro cautela dipende sempre dall’atteggiamento che ho avuto verso Romero e verso il loro movimento.
Devo riparare a degli errori. l’uomo cambia con l’esperienza così come non si finisce mai di essere cristiani. E’ quindi probabile che cambierai opinione su cose e persone, ma non sul tuo Dio!
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Non è il mio Dio, è il Dio di tutti! Cambiano usi e costumi, ma il punto di riferimento eterno è sempre Gesù Cristo. non è Lui che deve adattarsi ai tempi, ma sono i tempi che devono adattarsi al Figlio di Dio. Se ciò non succede c’è la disperazione e la follia. Solo chi trova il Cristo trova la serenità e la pace anche se è inquieto per i fratelli.
Qual è il parere che vuoi da me?
Devo usare la diplomazia e la prudenza gettando i semi nell’erbaccia, sperando che germoglino, o strappare prima un bel po’ di gramigna in modo da dare tempo al seme di crescere senza rischiare di soffocare subito?
Se non hai messo a fuoco alcune immagini del passato perché il comunismo è abietto e ti mette paura per la dignità e la libertà dell’uomo, come hai visto di persona ci sono altre fonti di angoscia per l’umanità e anche su queste bisogna puntare la lancia della fede.
Politicamente non puoi interferire e, soprattutto, lo so che non vorresti mai. Per il resto devi fare come sempre: affidati ai tuoi occhi, alle tue orecchie, al tuo grande cervello e alla tua pura intuizione di pastore delle anime.
E rosso al rosso! Ti ringrazio, Jerzy, ne farò tesoro.
Quindi bianco al bianco, nero al nero!
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Il 30 giugno 1980, Giovanni Paolo II partì per il Brasile, iniziando così un pellegrinaggio apostolico che sarebbe durato tredici giorni. Atterrato a Brasilia, fu accolto dal Presidente, Joao Baptista de Figueiredo, dal Nunzio Apostolico, da eminenti autorità civili, militari ed ecclesiastiche.
Sono venuto con una missione unicamente pastorale e religiosa... la mia visita vuole rendere omaggio alla Chiesa brasiliana e incoraggiarla a essere sempre più sacramento di salvezza...
Il giorno dopo, il Papa fece tappa a Belo Horizonte e dedicò la celebrazione eucaristica ai giovani e agli studenti.
La più grande ricchezza di questo Paese, immensamente ricco, siete voi, giovani. Aperti alle dimensioni sociali dell’uomo, voi non nascondete la vostra volontà di trasformare le strutture sociali che si presentano ingiuste...
Giunto a Rio de Janeiro, una delle prime visite la dedicò alla Favela del Vidigal, una baraccopoli alla periferia della grande metropoli, abitata da una massa enorme di diseredati.
Tra voi sono molti i poveri. E la Chiesa in terra brasiliana vuol essere la chiesa dei poveri... i poveri in spirito sono coloro che sono più aperti a Dio e alle grandi opere di Dio...
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Giovanni Paolo II, pur avvezzo fin da piccolo a essere protagonista e testimone di vicende crudeli e brutali, alla vista di quella umanità dolente di cui aveva solo letto, non riuscì a dominare lo stato di pietà e di angoscia che lo assalì...
... e fece due gesti imprevedibili... abbracciò di slancio il parroco, le cui lacrime agli occhi erano la testimonianza di una muta e umile dedizione pastorale...
Ora tutti avevano le lacrime agli occhi. Karol Wojtyla non ha mai avuto un soldo in tasca e ha donato d’istinto l’unica cosa che aveva tra le mani, prezioso più nel valore simbolico che in quello economico...
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e si sfilo’ l’anello dal dito, donandolo poi al parroco perché potesse essere utilizzato contro quella miseria.
perché non era un anello qualunque, era quello che gli aveva consegnato Paolo VI quale simbolo, assieme alla porpora, della nomina a cardinale, il 29 giugno 1967, nella Cappella Sistina. Un oggetto personale unico, come unico era stato il suo gesto generoso.
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Nel pomeriggio dello stesso giorno, Giovanni Paolo II salì al Corcovado, il celebre picco che domina Rio de Janeiro, sulla cui cima, dal 1931, svetta la grande statua del Cristo Redentore, per impartire la benedizione a tutto il popolo brasiliano.
Da quale altro posto fare echeggiare il nome di Cristo, l’unico che ci può salvare... le braccia aperte abbracciano la città ai suoi piedi...
Il giorno seguente, il Papa volle incontrare gli operai di San Paolo.
Che da questo incontro di oggi, attorno a Gesù Cristo, possiate portare con voi la certezza che la Chiesa vuole essere presente con tutto il suo messaggio evangelico... voi siete amati da Dio, lavoratori di San Paolo e del Brasile, e voi dovete amare Dio...
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La mattina del 4 luglio, il Papa, da devoto mariano, visitò il Santuario di Nostra Signora Aparecida, la cui storia comincia nel 1717, quando tre pescatori, in cerca di pesce nel fiume Paraiba, pescarono la testa e il corpo...
... di una piccola immagine in ceramica annerita dal fango. Una pesca abbondante seguì al ritrovamento. Da quel momento divenne meta di pellegrinaggi per le abbondanti grazie concesse a chi pregava la Aparecida, l’apparsa. Dice Gesù ai servi, alle nozze di Cana: Fate quello che vi dirà. Maria...
In questo luogo dove la Vergine, più di due secoli fa, venne incontro in maniera singolare alla gente brasiliana... vivo un momento particolarmente emozionante, perché ho il mio primo incontro con la Signora Aparecida.
Dopo Curitiba, l’arrivo a Salvador da Bahia, il 6 luglio e, come terzo impegno, celebrazione della Santa Messa il giorno dopo, nella cattedrale. Un breve volo e, nel pomeriggio, il Papa era già a Porto Alegre, dove celebrò la messa davanti alla solita folla di fedeli.
Voi avete voluto che la Messa del Papa, in questa città, fosse il ricordo commemorativo di un’altra messa... quella celebrata da fra Henrique de Coimbra, 480 anni fa, sulla spiaggia delle terre appena scoperte, cui fu dato il nome di Terra Santa Cruz...
... la consegna che intendo lasciare come ricordo di questo mio viaggio sono le parole di Pietro alle comunità della Chiesa nascente: Resistete saldi nella fede. Saldi nell’adesione al Vangelo, degna dei vostri padri.
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All’inaugurazione del 10° Congresso Eucaristico Nazionale, il 9 luglio, nello stadio di Fortaleza, il Papa toccò il passato e il presente, al cospetto del cardinale Lorscheider e di tutte le autorità convenute.
Coraggio, fratelli e sorelle, coraggio sempre, tenendo fede allo spirito delle origini della vostra città, che si è sviluppata attorno alla fortezza e alla cappella della Madonna Assunta...
L’ultima tappa portò il Papa a Manaus, all’incrocio tra il Rio Negro e il Rio delle Amazzoni, il 10 luglio. Qui esterno’ la sua profonda preoccupazione per gli Indio dell’Amazzonia, che venivano cacciati dalle loro terre dai grandi impresari agricoli. Affido ai poteri pubblici i voti che, nel nome del Signore, a voi sia riconosciuto il diritto di abitare questa terra nella pace e nella serenità, senza il timore, vero incubo, di esserne cacciati a favore di altri... Il settimo viaggio apostolico di Giovanni Paolo II si concluse l’11 luglio, con la partenza da Manaus, destinazione Roma. In dodici giorni aveva percorso più di trentamila chilometri, visitato tredici località disseminate in tutto il grande Stato, con ogni clima, e pronunciato quarantacinque discorsi.
Mentre sta per atterrare a Fiumicino, il Papa confida ai giornalisti la sua sintesi sul pellegrinaggio in Brasile.
Vi è in Brasile una Chiesa viva, ricca di fermenti evangelici autentici, che ne stimolano il cammino verso un sempre maggiore impegno nei confronti di Dio e nei confronti dell’uomo...
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A Roma, Giovanni Paolo II, a proposito del suo viaggio in Brasile, fu intervistato anche dal suo vecchio amico Jerzy Turowicz, direttore del settimanale di Cracovia Tygodnik Powszechny. Poco dopo il suo rientro a Roma, Giovanni Paolo II si trovò ad affrontare un problema sindacale interno.
Santità, al cardinale Casaroli è stata presentata una petizione organizzata dall’ingegner Cerullo, dirigente della nostra radio, per ottenere un aumento degli stipendi che sono fermi dal 1972. E’ sottoscritto da quasi tutti gli impiegati del Vaticano.
Questi pellegrinaggi sono un modo di realizzarsi della Chiesa, oggi tanto necessario. Come in ogni parrocchia è utile e necessario che i fedeli si incontrino non solo con il parroco, ma anche con il proprio Vescovo, è altrettanto utile e necessario che la Chiesa si riconosca nelle dimensioni dell’unità e della universalità, che le è propria. La presenza del Papa risponde a questo servizio. Vogliono un regolare contratto. E’ una richiesta sacrosanta. Informa il cardinale Casaroli che ne prepari uno idoneo a raccogliere le istanze dei nostri dipendenti laici.
Intanto, in Polonia, si stavano creando le basi per fondare il primo sindacato a livello nazionale. A Varsavia, a metà luglio, si incontrarono Jacek Kuron, fondatore del KOR, Bogdan Borucewiz, attivista del KOR a Danzica, e Lech Walesa, l’elettricista che, un anno prima, si era accordato con Borucewiz.
Penso che sia ora di mettere a confronto le nostre idee...
A Danzica, venne licenziata un’anziana operaia, perché simpatizzante del KOR. I lavoratori dei cantieri entrarono in sciopero il 14 agosto e Lech Walesa, rompendo gli indugi, si mise alla testa della manifestazione.
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Il cardinale Wyszynski, contrariamente al suo carattere battagliero, raccomandava prudenza, ma il seme gettato dal Papa l’anno prima, era cresciuto enormemente e si era impresso indelebilmente, gli scioperi continuarono. Intervenne Antoni Macierewicz, cofondatore del KOR, intellettuale amico del Papa.
La costituzione di una libera attività sindacale è una questione d’interesse capitale per l’intera nazione. Senza di essa, la crisi non finirà e porterà alla rovina l’economia.
Gierek prospettò a Wyszynski la minaccia di invasione da parte della Russia e il Primate, senza consultare il Papa, si impressionò.
Chiedo ai lavoratori di accettare le offerte del Governo e di tornare al lavoro, poiché dobbiamo pensare prima a sfamare la Nazione.
Il Papa si rammaricò per l’iniziativa del Primate e, poche ore dopo, senza confessarlo apertamente, nel corso dell’udienza generale, ribadì il suo chiaro sostegno ai manifestanti. Ai lavoratori polacchi, in queste ore difficili, va il mio pieno sostegno e la mia piena solidarietà per la soluzione dei grandi e cruciali problemi della nostra Nazione.
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Il 31 agosto 1980, venne raggiunto un compromesso tra il governo e il sindacato indipendente Solidarnosc, che Walesa siglò con una penna recante l’effigie del Papa.
La costituzione di Solidarnosc provocò anche un terremoto politico interno, il 6 settembre Edward Gierek fu sostituito, come segretario del partito, da Stanislaw Kania, il quale dovette riconoscere subito l’esistenza dei sindacati indipendenti.
Anche le premesse del viaggio di Giovanni Paolo II nella Repubblica Federale Tedesca erano pessimistiche, si andava nella terra di Lutero, nella terra dei protestanti. Che accoglienza avrebbe avuto? Nonostante l’ironia dei giornali tedeschi, la risposta la si ebbe già all’arrivo a Colonia, il 15 novembre 1980...
Voi qui, a Colonia, rappresentate la Chiesa di Dio quale si è formata nel corso dei secoli attorno alla romana Colonia Agrippina...
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... con l’applauso scrosciante che accolse le prime parole del Papa, da parte di una folla molto più numerosa del previsto. E Giovanni Paolo II andò subito al tema per lui fisso, l’ecumenismo.
Senza eccezioni, mi rivolgo a tutte le persone di questo Paese, ai fratelli e sorelle di fede... ma anche a tutti i fratelli di fede separati... che Dio protegga la Repubblica Federale di Germania.
Il Papa voleva fortemente celebrare il settimo centenario della morte di Sant’Alberto Magno e andò a inginocchiarsi e a pregare presso la sua tomba, custodita nella Chiesa di Sant’Andrea. Poi indirizzò una preghiera.
Magonza, 17 novembre 1980. Ricordo con voi che nel 1510-1511 Martin Lutero venne a Roma come pellegrino alle tombe dei principi degli apostoli, ma anche come uno che cercava la risposta ad alcuni suoi interrogativi. Oggi vengo io a voi, eredi spirituali di Martin Lutero, vengo da pellegrino, per fare di questo incontro, in un mondo mutato, un segno di unione nel mistero centrale della nostra fede.
Il dialogo tra noi e voi da oggi è entrato in una dimensione nuova.
Costituiremo subito una commissione mista per dare al cammino ecumenico l’impulso da lei richiesto.
Signore, per intercessione di Sant’Alberto benedici tutti i cittadini di questo Paese, concedi al popolo tedesco la pace e l’unità e fà che sia sempre memore della sua responsabilità nella comunità dei popoli.
A Fulda lo attendeva il motivo ufficiale della sua visita, la Conferenza Episcopale Tedesca. Prima di partecipare all’assemblea, Giovanni Paolo II si recò a pregare davanti alla tomba di San Bonifacio.
Il nostro memorabile incontro odierno dinanzi alla tomba di San Bonifacio, ha come sfondo la grande e ricca storia del popolo tedesco, che porta l’impronta determinante del cristianesimo...
... lo sforzo ecumenico per un avvicinamento e una comprensione fra i cristiani separati, costituisce il principale intento dei miei viaggi apostolici... lo è anche nella mia visita pastorale alla Chiesa del vostro Paese...
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papa wojtyla fu invitato a presiedere una conferenza, a Monaco di Baviera, il 19 novembre, dedicata agli artisti e ai giornalisti.
Il rapporto tra la Chiesa e l’arte nell’architettura, nell’arte figurativa, nella letteratura, nel teatro e nel cinema ha una storia complessa. Se non fosse stato per gli sforzi compiuti dai monasteri, a esempio, presumibilmente non sarebbero sopravvissuti i tesori degli antichi autori greci e latini... per un lungo periodo la Chiesa è stata considerata la madre dell’arte... Con l’inaugurazione, il 16 dicembre 1980, del Monumento ai Portuali Caduti, che commemorava gli operai uccisi nel 1970, fu avviato l’accordo firmato dal Presidente Jablonski, dal cardinale Maxcharski e da Lech Walesa.
Il Papa sta per ripartire. Cosa le è più rimasto impresso?
Quando, a Colonia, ha detto di stare in guardia dalle libere unioni, perché non si può vivere solo per prova, amare solo per prova, accettare una persona solo per prova e a tempo. Non ho mai sentito nulla di più azzeccato a favore della famiglia.
Al momento del congedo, il 19 novembre, il Papa espresse un’ultima considerazione a cuore aperto.
Mi rattrista profondamente continuare ad assistere alla dolorosa divisione che perdura tra le due Germanie e spero con tutto il mio essere che questa divisione possa trovare una pacifica e doverosa soluzione in un’Europa unita. Un’Europa che comprenda anche i Paesi cosiddetti dell’Est, perché le comuni radici culturali e spirituali hanno dato un’anima unica a tutto il Vecchio Continente.
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A Natale, Giovanni Paolo II poté fare ai polacchi gli auguri che sperava da tempo.
Quanto si è costruito negli ultimi mesi, con un’opera tesa all’unità, alla pace, al reciproco rispetto e alla mutua comprensione, non è diretto contro nessuno...
non è contro ma a favore... a favore della costruzione, del rinnovamento, perché tutti possano partecipare più pienamente, potendo considerarsi promotori di iniziative, lavoro, servizi e gioia nell’edificazione del bene comune.
Il giorno di San Silvestro, in una vigilia di distrazione per i festeggiamenti della fine dell’anno, Giovanni Paolo II dichiarò Patroni d’Europa, aggiungendoli a San Benedetto, i santi slavi Cirillo e Metodio, che, mille anni prima, avevano diffuso il Vangelo nell’Europa dell’Est. Era un altro colpo inferto dal Papa polacco all’oppressione comunista sui paesi d’oltre cortina.
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Per il suo atteggiamento considerato troppo accomodante dal PCUS, Edward Gierek, dopo essere stato sostituito con Kania, fu privato anche di tutte le sue cariche dal Comitato Centrale, che nominò il generale Wojciech Jaruzelski primo ministro e segretario del partito comunista polacco, nel febbraio 1981.
Quasi contemporaneamente, Giovanni Paolo II iniziava il suo nono viaggio pastorale all’estero. Pakistan, Filippine, Guam, Giappone, Anchorage, le tappe che avrebbe toccato dal 16 al 27 febbraio 1981. Dopo una breve sosta a Karachi, con il Presidente del Pakistan...
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... il 17 febbraio il Papa atterrò a Manila, capitale delle Filippine, la terra delle settemila isole, accolto dal presidente Marcos. Subito celebrò la prima Messa nella Cattedrale. Quattrocento anni fa, il vescovo Domingo de Salazar giungeva a Manila, inviato da Papa Gregorio XIII, come primo vescovo di questa diocesi... celebrando qui l’Eucarestia, mi sento spiritualmente vicino a loro... tanto da venire con gioia nella vostra terra per ribadire il messaggio di Cristo e rincuorarvi nella fede.
Agli studenti dell’Università Cattolica di Santo Tomaso, il 18 febbraio, rivolse una significativa sollecitazione verso gli ideali.
Nel pomeriggio, il Papa proclamò la beatificazione di Lorenzo Ruiz, direttamente a Manila e non in San Pietro, come di regola avviene. Lorenzo Ruiz, di Manila, sposato, con famiglia, faceva parte...
... come giovani, voi guardate al futuro. Voi non siete ancorati al presente... i giovani non amano gli ideali mediocri. Preferiscono lanciarsi in profondità. E’ un vostro diritto, o piuttosto vostro dovere, mirare in alto... ... di un gruppo di sei cristiani martirizzati il 27 dicembre 1637, a Nagasaki.
... mediante forca e fossa che durò tre giorni... Lorenzo Ruiz, giovane padre di famiglia, disse ai giudici di essere un cristiano e di essere pronto a morire per Dio anche mille volte.
... anche questi testimoni cantavano salmi al Signore, sia quando si trovano in prigione, sia durante la loro esecuzione... Nessuno è come un’isola... permettetemi di ricordarvi e proporvi come regola di vita l’insuperabile preghiera di San Francesco d’Assisi... Fà di me uno strumento della pace: dove è odio fà che io porti il tuo amore, dove è offesa il tuo perdono, dove è dubbio la vera fede in te, Signore.
La città di Davao è sulla lussureggiante isola di Mandanao. Il Papa celebro’ la messa davanti alla comunità locale, il 20 febbraio.
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Lasciate le Filippine, Giovanni Paolo II, il 22 febbraio, scese all’aeroporto di Agana, capitale dell’isola di Guam, la più vasta delle Marianne, scoperta da Magellano nel 1521. Centomila persone, quasi tutti gli abitanti dell’isola, accorsero e si strinsero attorno al Papa. Chalan Santo Papa era il saluto, su dei semplici cartelloni, che lo accolse lungo il percorso.
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Il giorno seguente celebrò una Santa Messa per le vocazioni, sottolineando la vigorosa testimonianza, ancora valida, del primo missionario, Padre Luis Diego San Vitores, iniziata nel 1521. ... il credente è chiamato a una continua conversione del cuore e della mente... allo stesso tempo quale meraviglioso privilegio è conferito a quelli che sono chiamati a essere testimoni del Vangelo!? Quale straordinaria soddisfazione si scopre nel comunicare Cristo ad un altro!?
A differenza delle Filippine, il Giappone era una zona d’ombra del cristianesimo e c’era un obiettivo timore che la visita del Papa ricevesse una tiepida accoglienza. Invece, ancora una volta, la personalità di Giovanni Paolo II calamitò interesse e partecipazione al di là di ogni rosea prospettiva. Difatti, il 23 febbraio, al suo arrivo a Tokyo...
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... l’accoglienza fu straripante e se ne ebbe una commovente conferma prima a Hiroshima, il 25 febbraio, al Peace Memorial... ... desideravo rendere questa visita al Monumento della Pace di Hiroshima per una personale, intima convinzione che ricordare il passato vuol dire impegnarsi per il futuro... Hiroshima e Nagasaki si distinguono da tutti gli altri luoghi e monumenti come le prime vittime della guerra nucleare...
... e poi a Nagasaki, dove, sotto una fitta nevicata e un vento gelido, decine di migliaia di giapponesi aspettarono imperterriti pur di ascoltare le parole del Santo Padre.
... oggi vengo alla Collina dei Martiri per testimoniare il primato dell’amore nel mondo. In questo luogo, gente di ogni condizione diede prova che l’amore è più forte della morte... Dopo l’ultimo incontro, il 26 febbraio, presso l’ospedale di Hill of Mercy, di Nagasaki, con i ricoverati ancora sofferenti per le radiazioni, e una breve sosta ad Anchorage (Alaska), il Papa ritornò a Roma il 27 febbraio.
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Nel marzo del 1981, Jaruzelski e Kania furono convocati al Kremlino. Allo stesso tavolo li aspettavano Leonid Ilyc Breznev, Yuri Andropov, capo della polizia segreta, Andrej Gromiko, Ministro degli Esteri, Dimitri Ustinov, Ministro della Difesa. Compagno generale, Solidarnosc è diventato un grosso pericolo non solo per la Polonia, ma per tutta l’URSS!
Secondo me, il vero problema è il Papa. è lui la radice di Solidarnosc. E’ inutile tagliare i rami e il tronco. la radice li farà crescere di nuovo.
E’ un virus molto contagioso. va stroncato! Giovanni Paolo II, il 29 marzo, si incontrò segretamente con l’ambasciatore sovietico in Italia, mentre l’URSS spiegava le sue forze militari ai confini della Polonia.
Il Papa stipulò con l’ambasciatore un patto segreto con cui si impegnava a far recedere Solidarnosc dallo sciopero generale se i capi del Kremlino si impegnavano a loro volta a non far invadere la Polonia. Breznev accettò e, il 30 marzo, Walesa firmò l’accordo con il vice premier sovietico, Mieczyslaw Rakowski.
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Santità, il cardinale Wyszynski è molto malato ed è costretto a letto!
Parti subito, Stanislaw, e portagli la mia benedizione.
l’11 maggio, Dziwisz partì per Varsavia e s’incontrò con il Primate; il cardinale era in fin di vita e lo sapeva. Scrisse faticosamente una lettera dove indicava al Papa il nominativo di chi avrebbe desiderato che gli succedesse. Dopo un lungo peregrinare nei paesi dell’est, in quei giorni Alì Agca, il terrorista turco che era evaso e aveva minacciato di uccidere il Papa se fosse andato in Turchia, era a Roma e girava armato di una micidiale Browning calibro 9.
Il pomeriggio del 13 maggio 1981, durante la consueta udienza generale del mercoledì, Alì Agca si mischiò tra la folla, cercando di guadagnare, un po’ per volta, le prime file tra la folla dei presenti.
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Alle ore 17,17, durante il secondo giro della piazza, quando la jeep bianca gli fu vicino, Alì Agca sparò due colpi, in rapida sequenza, contro Giovanni Paoli II, da una distanza di circa quattro metri.
Il Papa venne colpito all’addome, ferito di striscio al braccio destro, e colpito all’indice della mano sinistra. I potenti proiettili, dopo aver attraversato il suo corpo colpirono due pellegrine americane.
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Il tentativo di fuga di Alì Agca, che sperava nel caos per allontanarsi , fu stroncato da suor Lucia Giudici, che lo immobilizzo’.
un cordone di protezione si strinse intorno al pontefice.
le sue condizioni erano gravi...... A grande velocità , il Papa fu trasportato al Policlinico Gemelli, assistito dal suo medico personale, il dottor Renato Buzzonetti. Dziwsz, il suo segretario, gli impartì l’Estrema Unzione.
Alle 17,40, il Papa giunse all’ospedale; alle 17,45 entrava in sala operatoria; alle 18, l’equipe di dodici chirurghi, guidati dal professor Francesco Crucitti, procedeva a operare le gravi ferite nella parte superiore dell’intestino.
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L’intervento durò cinque ore e trenta minuti. Il Papa rimase in sala di rianimazione fino al 18 maggio. Un’ansia carica di trepidazione attanagliò il cuore non solo dei cattolici. Gli occhi di tutto il mondo erano puntati sul Policlinico Gemelli, preso d’assedio da cronisti di tutte le nazioni.
Altroché! Gli ultimi furono uccisi nel X secolo. Leone V fu soffocato, Giovanni X venne strangolato, Benedetto V finì sgozzato, altri vennero storpiati!
E’ incredibile! attentare alla vita del Papa... non era mai successo!! Dottor Kluger, cosa s’è scoperto dopo le prime indagini? Chi c’è dietro Alì Agca?
Se morirà, anche Solidarnosc morirà e anche tutti gli altri movimenti di ribellione. Se invece sopravvivrà, come sembra, avranno ottenuto l’effetto contrario. ma questo non era affatto previsto!
La Polizia ha scoperto dei collegamenti con diplomatici bulgari, ma è certo che dietro non può che esserci l’URSS! L’effetto Wojtyla sulla Polonia e sugli altri paesi d’oltrecortina non poteva essere più tollerato!
Eh già, un killer professionista non può sbagliare se spara a distanza ravvicinata. Non è pensabile che fallisca... ... ma l’imprevedibile è nelle mani di Dio...
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Non parliamo di miracoli! L’hanno protetto i chirurghi del Gemelli, che gli hanno ridato la vita. loro hanno fatto il miracolo!
Domenica 17 maggio, il Papa fece sentire la sua voce attraverso la radio, alle dodici, in Piazza San Pietro, accolta da un mare di giubilo. L’incubo era finito. Pochi giorni dopo, poté alzarsi e benedire i fedeli dalla finestra della sua camera.
Informato del grave peggioramento di Wyszynski, il Papa, dal letto d’ospedale, telefonò al Primate, che giaceva moribondo in un altro letto d’ospedale.
Era il 24 maggio. Le invio la mia benedizione...
... Padre ... sono molto debole... Padre... mi benedica di nuovo... grazie... grazie... Il 28 maggio, alle 4,40, il cardinale Wyszynski morì. La notizia, anche se attesa, commosse profondamente il Papa, già così provato. Scrisse e consegnò una lettera al cardinale Casaroli, perché la leggesse durante i funerali del Primate. Solidarnosc e il governo, che aveva dichiarato il lutto nazionale, furono presenti con dei picchetti d’onore.
durante il suo ricovero al gemelli il papa nomino’ il nuovo primate polacco. Per esaudire le ultime volontà di Wyszynski, la sua scelta cadde sul vescovo Jozef Glemp. Una nomina di cui Giovanni Paolo II si sarebbe poi pentito.
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dopo una lunga serie di nuovi ricoveri al gemelli e dopo un altro intervento chirurgico, Finalmente, il 14 agosto, clinicamente guarito, papa wojtyla poté tornare definitivamente in Vaticano.
Dopo aver ripreso in mano con padronanza le redini della Chiesa, Giovanni Paolo II, il 25 novembre, nominò il cardinale Joseph Ratzinger...
... prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. I due erano legati da profonda amicizia e stima fin dal Concilio Vaticano II.
Dice l’arcivescovo Weakland che non saprebbe distinguere ciò che dice il Papa e ciò che dice Ratzinger!
Sintonia intellettuale e trascendentale. per questo Karol l’ha nominato anche Presidente della Pontificia Commissione Biblica e della Commissione teologica internazionale!
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Annunziare Dio è essenziale per la Chiesa... parliamo troppo di problemi economici, sociali, politici e poi, per nostra pace e tranquillità, parliamo anche di Dio... con una tiepida predicazione sulla vita eterna, oltre la morte dell’uomo...
La notte del 13 dicembre, a Danzica, vennero arrestati tutti i rappresentanti di Solidarnosc, a partire dal loro capo, Lech Walesa, che sarebbe stato internato nel sud-est della Polonia per undici mesi. Jacek Kuron era stato arrestato assieme alla sua famiglia. Il primate Glemp optò per l’impegno già assunto di andare a Czestochowa. Al risveglio, i Polacchi si ritrovarono con i carri armati e i soldati per le strade e il messaggio del generale Jaruzelski in televisione. era stata decretata la legge marziale.
Gli avvenimenti delle ultime ore ci inducono a chiedere ancora una volta di pregare per la nostra Patria... non può essere versato altro sangue polacco... si deve fare tutto il possibile per costruire pacificamente l’avvenire della Patria.
Durante l’Angelus dello stesso 13 dicembre, il Papa si rivolse in polacco ai suoi connazionali e al generale Jaruzelski... un ammonimento chiaro ed esplicito a entrambi sulla strategia da seguire per evitare spargimenti di sangue.
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Karol Wojtyla non aveva mai voluto essere un prete politico, ma fu costretto a interessarsi di politica per amore verso il suo Paese. Quel giorno ripeté più volte, volutamente, la parola solidarietà, e tutto il mondo partecipò di slancio agli aiuti alla Polonia perché il Papa, così amato e stimato, era polacco.
... a voi, parrocchiani del Sacro Cuore immacolato di Maria, e a tutti chiedo preghiere e solidarietà...
Un giovane sacerdote, dall’aspetto ascetico, Jerzy Popieluszko, era in perenne movimento per procurare generi di conforto ai suoi parrocchiani e agli operai arrestati. La sua audacia e la sua oratoria infiammata gli dettero una vasta fama e molti presero a frequentare la Messa per la Nazione, che celebrava ogni ultima domenica del mese, nei sobborghi di Varsavia.
Jaruzelski aveva chiesto al primate Glemp di allontanare Popieluszko, ma questi non rientrava nella sua arcidiocesi e non poté farci nulla. Il Papa venne a conoscenza della figura e dell’attività del coraggioso sacerdote.
Il Papa aveva instaurato un ponte tra la Polonia e l’Italia grazie a molti collaboratori e volontari, ma, soprattutto, grazie a padre Przydatek, gesuita polacco con funzioni di banchiere, e a Wanda Gawronska, una polacca benestante e influente, residente a Roma da molti anni...
Kraszewski, dia questa corona del rosario a padre Jerzy e gli dica che il Papa gli è vicino e prega per lui!
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... che, in uno dei molti ricevimenti cui partecipava, ebbe l’occasione di essere presentata a Roberto Calvi, il quale le offrì una considerevole somma in contanti...
Dopo aver effettuato il decimo viaggio apostolico visitando alcuni stati africani, Giovanni Paolo II realizzò il desiderio che si era promesso quando era stato dichiarato fuori pericolo dopo l’attentato di Alì Agca...
La signora Gawronska sta raccogliendo fondi per la Polonia.
La prego di gradire questo mio modesto contributo!
... si sarebbe recato al santuario della Madonna di Fatima per ringraziarla di averlo salvato dalle pallottole dell’attentatore turco. Aveva già fatto incastonare nella corona della Vergine il misterioso, terzo proiettile, che, dopo avergli trapassato il corpo, era rimasto sul pavimento dell’auto tra lui e monsignor Dziwisz.
Un prete spagnolo, Juan Fernandez Khron, ordinato illegalmente dallo scomunicato monsignor Lefebvre, all’improvviso si scagliò contro il Papa per colpirlo con un coltello. Le guardie lo bloccarono immediatamente e tra i fedeli nessuno si accorse di nulla. Morte al Concilio! Morte al Papa!
La Chiesa è in crisi per colpa del Papa!
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L’indomani mattina, 13 maggio, Giovanni Paolo II ebbe un colloquio riservato di venti minuti con suor Lucia, nel convento Carmelo di San Giuseppe, a Coimbra. Il Papa aveva da chiedere lumi all’ultima testimone ancora in vita delle apparizioni della Vergine a Fatima, che erano iniziate il 13 maggio 1917.
Suor Lucia, sono io, il Papa, che muore nella profezia del Terzo Segreto, che ho letto poco dopo l’attentato?
Santo Padre, la sua devozione alla Vergine sicuramente l’ha protetta, ma le profezie della Madre di Dio non possono subire variazioni...
Vengo dunque qui oggi perché proprio in questo giorno dello scorso anno si è verificato l’attentato al Papa, misteriosamente coinciso con l’anniversario della prima apparizione a Fatima... a fanciulli dai sette ai dieci anni... consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria significa ritornare sotto la croce del Figlio... alla Redenzione... in polonia L’8 ottobre 1982, Solidarnosc venne soppresso e sostituito con sindacati governativi. L’arcivescovo Glemp si dichiarò pubblicamente favorevole a tale manovra, senza consultare il Papa.
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Ma, due giorni dopo, Giovanni Paolo II, in occasione della canonizzazione di padre Massimiliano Kolbe, prima parlò dell’eroico francescano polacco, che, nel 1941, ad Auschwitz, morì al posto di un padre di famiglia...
Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici. Da oggi la Chiesa desidera chiamare santo un uomo al quale è stato concesso di adempiere in maniera assolutamente letterale le suddette parole del Redentore.
... poi dichiarò apertamente il suo dissenso dal primate, schierandosi pubblicamente in favore di Solidarnosc. Privare Solidarnosc dei diritti sindacali è una violazione dei diritti fondamentali dell’uomo e della società... desidero rivolgermi ai governanti polacchi, la mia Nazione non merita il pianto e la disperazione!
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Dopo la morte di Breznev, capo del Cremlino divenne, il 12 novembre, Yuri Andropov, già capo del KGB. Due giorni dopo, Lech Walesa venne liberato, ma per i primi mesi evitò accuratamente di partecipare alle attività semiclandestine di Solidarnosc.
Contro la volontà della maggioranza dei vescovi, Giovanni Paolo II, il 28 novembre 1982, elevò a prelatura personale l’Opus Dei, fondato nel 1928 dal sacerdote spagnolo José Maria Escrivà de Balaguer.
... pertanto Noi, nella pienezza della Nostra potestà apostolica... ordiniamo e vogliamo che venga eseguito quanto segue... l’Opus Dei viene eretto in Prelatura personale di ambito internazionale...
Dal 2 al 10 marzo 1983, il Papa effettuò il suo 17° viaggio apostolico, che comprendeva Costa Rica, Nicaragua, Panama, El Salvador, Guatemala, Honduras, Belize, Haiti. in Nicaragua, Giovanni Paolo II trovò la situazione più critica. Padre Ernesto Cardenal, ministro della cultura, dette il primo benvenuto...
Don Stanislaw, dobbiamo stare attenti a come si comporteranno i due fratelli gesuiti, padre Ernesto e padre Fernando Cardenal, che rivestono ruoli governativi con il presidente sandinista!
... subito seguito dal cerimonioso benvenuto del presidente Daniel Ortega, che ne approfittò, però, per esternare pesanti allusioni politiche contro gli stati uniti.
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Durante la celebrazione all’aperto della Santa Messa, nella capitale, Managua, in uno sventolio di ritratti di Marx e di scritte sandiniste, Giovanni Paolo II non si piegò affatto alle pressioni di quella parte del popolo che lo sfidava e mantenne saldo il suo punto di vista universale.
... gli insegnamenti della Chiesa di Roma non sono barattabili con le ideologie e i desideri materiali...
i gruppi sandinisti rivoluzionari manifestarono con forza il loro dissenso, urlando rabbiosi i loro slogan. ma il pontefice non si impressionò e ribattè con uguale forza... Potere al popolo! Vogliamo la pace!
Silenzio! La Chiesa è sempre la prima a promuovere la pace!
Dopo essere rientrato a Roma partendo dalla sua ultima tappa, Haiti, il 9 marzo, il Papa chiese al governo polacco che, oltre a Walesa, venissero liberati gli altri prigionieri politici.
Che li libererà dopo la mia visita, perché teme che, una volta liberi, possano approfittare della mia presenza per creare disordini.
Ho chiesto al generale Jaruzelski che facesse liberare gli altri prigionieri politici prima della mia visita in Polonia che farò dal 16 al 23 giugno.
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Dal suo punto di vista è un timore giustificato. Dopo il tuo rientro a Roma, però, sarà costretto a mantenere il patto o perderà la faccia!
cosa ti ha risposto?
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Approssimandosi la venuta di Giovanni Paolo II, Jaruzelski strinse ancor di più le tenaglie della repressione: tra i molti altri, Barbara Sadowska, poetessa e moglie di un esponente di Solidarnosc, fu percossa a sangue e suo figlio, Grzegorz, pestato a morte. Padre Popieluszko era l’unico a continuare, impavido, la sua opera a sostegno degli oppressi. le sue Messe erano seguite da una folla di fedeli.
La moglie di un altro simpatizzante di Solidarnosc, percossa brutalmente, fu costretta a un lungo, doloroso ricovero. contro di lei venne architettata un’indecente calunnia... una suora, inviata dal primate Glemp, l’accuso’ di essere una prostituta e che il pestaggio subito era stato opera di un suo amante e non della polizia. Il Papa, indignato, intervenne in suo sostegno.
Il 16 giugno 1983, all’aeroporto di Varsavia fu ammessa poca gente per accogliere il Papa, le strade erano quasi vuote, un senso di sfiducia profonda gravava sulla città come una cappa di piombo. Solidarnosc ridotto al silenzio, come pure la voce di vecchi oppositori. La gioia della precedente visita era diventata una rassegnazione senza speranza.
Signora, questa lettera di Sua Santità le testimonia la fiducia e la solidarietà del Papa.
Grazie, padre Boniecki, è la migliore medicina per le ferite del mio corpo e della mia anima!
Desidero dunque dire subito che vengo alla mia Patria intera e a tutti i polacchi... Pax vobis! Pace a te, Polonia! Patria mia!
Il cardinale Casaroli, nel programmare la visita del Papa, aveva rassicurato le autorità polacche che Giovanni Paolo II non sarebbe uscito fuori dalle righe già scritte. Escluso, tra l’altro, un incontro tra il pontefice e Walesa. Ma, prima nella Cattedrale di Varsavia, per commemorare Stefan Wyszynski... ... insieme con tutti i miei connazionali che assaporano l’amarezza della delusione, della umiliazione, della privazione della libertà, della dignità calpestata... desidero rendere grazie alla Santissima Trinità per averci dato come primate il cardinale Stefan Wyszynski...
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... poi, il giorno dopo, nel Palazzo del Belvedere con le autorità statali, mentre rassicurava Casaroli e Jaruzelski, subito dopo il Papa andava all’attacco... doveva resuscitare Solidarnosc assieme all’entusiasmo dei suoi compatrioti e ci riuscì in poco tempo, con la forza di un ciclone.
... non cesso di sperare che quella riforma sociale, molte volte annunciata, secondo i principi elaborati con tanta fatica nei giorni critici dell’agosto 1980, e contenuta negli accordi, verrà gradualmente attuata...
Jaruzelski era furioso e s’incontrò privatamente con il papa, ma la spuntò il Papa, che ottenne di poter incontrare Walesa e ignorò del tutto l’ostpolitik di Casaroli e la contrarietà di Glemp.
Io e il compagno presidente Jablonski dobbiamo ricordarle che la Polonia fa parte del Patto di Varsavia! E io che i patti si mantengono!
Nella solenne concelebrazione in onore della Madonna delle Grazie, il 17 giugno, nello stadio X anno, a Varsavia, i fedeli erano ben oltre la massima capienza e il Papa tornò a esaltare e stimolare il ruolo di Solidarnosc. L’entusiasmo e la fiducia ripresero a battere nei cuori e a luccicare negli occhi dei presenti, che, in migliaia, ascoltarono in ginocchio.
... il cristiano è chiamato in Gesù Cristo alla vittoria ... 153
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Nonostante le pessime condizioni climatiche impreviste, milioni di fedeli parteciparono alle funzioni di Czestochowa per ascoltare il tanto atteso anelito patriottico-religioso del Papa. ... l’evangelizzazione della libertà a Jasna Gora ha anche la dimensione della libertà della Nazione, della Patria libera, restituita alla dignità di Stato sovrano... determinata dall’unità di cultura, di lingua, di storia...
Del grande fuoco acceso nella prima visita del 1979 erano rimaste solo le ceneri, ma il Papa con il suo continuo, battagliero incoraggiamento, tornò a far divampare gli animi, così successe che, dopo l’incontro con il clero, a Poznam, si ebbero degli scontri feroci tra la polizia, che dovette usare i gas lacrimogeni, e una imponente manifestazione dei simpatizzanti di Solidarnosc.
Poi, Giovanni Paolo II, dispiaciuto per gli incidenti di Poznam, ma sempre intenzionato a continuare ad alzare il tiro, lo stesso 20 giugno si trasferì a Cracovia. Poiché la polizia polacca aveva chiuso le vie d’accesso tra l’aeroporto e la città, i fedeli salutarono il passaggio del Papa polacco ammassati lungo i fianchi delle colline circostanti.
il papa era sempre seguito da una marea di polacchi che, sventolando bandierine di solidarnosc, manifestavano contro jaruzelski. La dimostrazione è illegale! tornate a casa!
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Jaruzelski, allarmato, si precipitò a Cracovia per incontrare di nuovo il Papa e recuperare un po’ del forte svantaggio che si era procurato nell’opinione popolare. L’incontro avvenne, ma non cambiò niente, anzi l’episodio più eclatante avvenne la sera del 21 giugno, davanti all’Arcivescovado di Cracovia, all’ ora di cena. Santità, fuori c’è una folla di giovani esultanti che la invoca a gran voce!
Carissimi miei... i giovani nel mondo si somigliano molto, nonostante le differenze... sono aperti alle stesse cose, cercano le stesse cose... e per voi giovani polacchi vivo una enorme preoccupazione... potete essere voi stessi solo per mezzo della verità e dell’amore... è la via che ci ha indicato Cristo...
Li sento. Voi continuate, io non posso e non voglio rinunciare a questo incontro!
Casaroli, Glemp, Jaruzelski erano in forte fibrillazione. temevano l’insurrezione violenta da un momento all’altro dietro le rivoluzionarie parole del Papa, che stavano resuscitando di colpo Solidarnosc e la Polonia intera.
Jaruzelski le ha chiesto un atteggiamento più cauto verso il governo!
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Lui non poteva fare altro, ma l’eccessiva preoccupazione di Casaroli e di Glemp mi hanno infastidito. Cercavo alleati nella Chiesa e non trovo altro che oppositori. Ma non importa: sono molto soddisfatto della reazione del popolo polacco e questo è quello che conta per me.
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il 12 giugno, ci fu l’incontro tanto atteso tra il papa e Lech Walesa, sua moglie Danuta e i loro otto figli. un elicottero li trasportò sui Monti Tatra, dove trascorsero serenamente dei momenti indimenticabili... ... e dove karol non perse l’ccasione per dare preziosi suggerimenti al suo amico lech.
Grazie, Santo Padre, lei sarà sempre la mia guida e quella del popolo polacco. La nostra forza sta solo nel suo amore!
fermezza, coraggio, perseveranza... il mio sostegno non ti mancherà mai. non essere testardo e rinuncia alla superbia. Ora abbiamo riequilibrato le forze, ma la strada è ancora lunga e irta di ostacoli. il comunismo ha tentato in tutti i modi di conquistare l’anima dei polacchi, ma non c’è riuscito. Cosa ha detto a Walesa?
Il 23 giugno 1983, Giovanni Paolo II ripartì da Cracovia per tornare a Roma.
Santità, con il suo discorso ai giovani e tutti gli altri incontri precedenti, ha riportato la Polonia alla visita del ’79.
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Di essere candido come una colomba e astuto come un serpente!
Rientrato in Vaticano, una notizia sorprendente accoglie il Papa... un editoriale delL’Osservatore Romano travisava completamente la missione e i risultati della visita pastorale appena conclusasi. Ma come hanno potuto far pubblicare una cosa del genere!?
Anche la situazione di Walesa era stata travisata. dovrei essere messo a conoscenza di quello che si pubblica su di me. il direttore non l’ha fatto e ha seguito le indicazioni di casaroli sul caso walesa.
non posso licenziare né Casaroli, né Glemp ma ho chiesto le dimissioni del direttore dell’osservatore. Domani smentiremo la sua versione e pubblicheremo la verità.
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Il 14 agosto, Giovanni Paolo II si recò a Lourdes. era la prima volta che un Papa visitava la grotta Massiabelle, là dove la Madonna era apparsa più volte a Bernadette Soubirous...
... e quando la fanciulla le chiese il suo nome, la Signora con il rosario rispose: Io sono l’Immacolata Concezione.
il 27 dicembre giovanni paolo ii, visitò il carcere romano di rebibbia. era una visita programmata d tempo. lo accampagnavano il cardinal Poletti, l’on. Martinazzoli e altri rappresentanti religiosi e laici.
Oggi si incontrano due misteri: l’Assunzione in Cielo e l’Immacolata Concezione. Oggi si evidenzia la loro complementarità. ali agca aveva espresso il desiderio di incontrarlo. incontro fortemente voluto anche dal papa... vittima e attentatore, seduti uno di fronte all’altro, gli occhi negli occhi... domande e risposte sussurrate... pentimento, perdono e profonda, reciproca commozione.
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Allora, cosa ti ha chiesto ali Agca?
la sua risposta non la posso confidare a nessuno. anche se non sono pienamente convinto di quello che ha detto. forse teme che i veri mandanti possano ucciderlo.
il mio perdono. gli ho detto che l’avevo perdonato da subito. Poi gli ho chiesto chi aveva voluto la mia morte, chi lo aveva incaricato di uccidermi.
Il 25 marzo 1984, Giovanni Paolo II celebrò il Giubileo delle Famiglie al cospetto dell’immagine della Madonna di Fatima, fatta venire di proposito dal santuario portoghese, in unione spirituale con tutti i vescovi del mondo. Il mio saluto si rivolge, altresì, con intenso affetto, ai pellegrini convenuti nello scenario maestoso di Piazza San Pietro, per celebrare il Giubileo delle Famiglie.
Giovanni Paolo II aveva due problemi internazionali da studiare e risolvere: la Polonia e la cosiddetta teologia della liberazione. In Polonia, Glemp e Jaruzelski si accordarono per la fondazione di un sindacato cristiano per sostituire Solidarnosc. Tutti gli esponenti di Solidarnosc, compresi quelli in carcere, respinsero la proposta, appoggiati, come sempre, dal Papa, che, a Monte Cassino, il 17 maggio 1984, disse chiaramente che Solidarnosc era insostituibile e che...
... gli accordi sociali firmati nel 1980 vanno rispettati... 159
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Nel settembre 1984, il cardinale Ratzinger convocò i cardinali brasiliani Boff, Lorscheider, Arns e il peruviano Gutierrez, tutti esponenti di punta della teologia della liberazione. Il conflitto dottrinale divenne aspro e spigoloso e Giovanni Paolo II fu decisivo nel chiarire il vero senso della liberazione e nel responsabilizzare la Chiesa verso l’autentica liberazione dell’uomo.
Il 19 ottobre 1984, padre Jerzy Popieluszko venne rapito e bastonato selvaggiamente a morte da tre ufficiali dell’esercito, che poi ne gettarono il corpo, incaprettato, nella Vistola, dove fu ripescato il 30 ottobre. i funerali vennero celebrati, a Varsavia, con la partecipazione di più di quattrocentomila persone. Ci furono violenti disordini in tutta la Polonia.
... sulla tomba di un nostro fratello giuriamo: mai dimenticheremo la sua morte!
Giovanni Paolo II volle percorrere un’altra tappa della sua incessante devozione mariana, recandosi, l’11 aprile 1985, a visitare la Casa di Maria (la Santa Casa), trasportata a Loreto, secondo una pia tradizione, dagli angeli del Signore.
La riconciliazione è dono di Dio che discende a noi dal Cristo crocefisso. Essa è sempre dono trascendente...
L’occasione fu il Convegno della Chiesa in Italia, sul tema: Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini. Chiese la presenza di tutti i cardinali e i vescovi italiani e di tutte le associazioni cattoliche, perché la Chiesa di Roma potesse essere la Chiesa universale della letizia e della riconciliazione.
... che purifica, salva ed eleva i germi buoni seminati da Dio nella comunità degli uomini... 160
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Dove portare con urgenza il linimento della parola del Cristo se non in India? Sicché Giovanni Paolo II decise di recarsi in quel vastissimo paese. prima tappa il monumento funerario del Mahatma Gandhi.
E’ più che giusto che questo pellegrinaggio inizi da qui, al Raj Ghat, dedicato alla memoria dell’illustre Mahatma Gandhi, padre della Nazione e apostolo della non-violenza... Nel suo cuore l’appuntamento più atteso era quello di visitare il Nirmal Hriday Ashram, ossia la casa dei moribondi, gestito da Madre Teresa, la suora Premio Nobel per la Pace.
molte lettere contro il Papa Erano giunte al governo indiano. inoltre, prima del suo arrivo si erano accesi diversi focolai di scontri religiosi... Con l’aiuto di Madre Teresa e delle Missionarie della Carità Cristo è stato profondamente amato da coloro che la società considera gli ultimi dei nostri fratelli...
... questo fu un ulteriore stimolo per il papa per invitare i cristiani a un amore vivido e a una fede coraggiosa, a una vera testimonianza del Vangelo. ... Nirmal Hriday è un luogo di sofferenza, di angoscia, di dolore... ma è anche un luogo di speranza... una casa dove regna l’amore, una casa piena di amore.
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... ed era inevitabile che una delle sue più belle encicliche, Redemptoris Mater la dedicasse proprio alla madonna, più una preghiera dell’anima che una meditazione teologica. Nel testo cito’ esplicitamente la Madonna di Vladimir, che aveva accompagnato la cristianizzazione del popolo russo.
Quella mamma che gli era mancata da bambino, Giovanni Paolo II l’aveva ritrovata in Maria di Nazareth... la stessa devozione verso la madonna aveva fatto maturare un progetto nel cuore del Papa: dedicare un anno mariano alla Madre di Dio, la cui solenne apertura si tenne il 6 giugno 1987.
Un anno mariano straordinario, durante il quale rivolgere a Maria le preghiere e le speranze di un’umanità in preda all’angoscia di una vita precaria più nello spirito che nella carne.
... Maria camminò costantemente al fianco di Gesù... fin sotto la croce sul Golgota...
... poi è con gli apostoli il giorno di Pentecoste.
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Due giorni dopo, Giovanni Paolo II era di nuovo in Polonia, per la terza visita pastorale nel suo paese natio. E al Santuario di Czestochowa, il 12 giugno, prima dell’incontro di preghiera...
... e alla fine, l’appello a Maria diventò ancora una volta atto di fede e di amore.
... per consacrare le grandi cose del nostro Paese a Colei che è la nostra Madre, a Colei che è la Signora di Jasna Gora, Signora della nostra Nazione e Regina della Polonia.
Il Concilio Vaticano II insegna che Maria è costantemente presente nel mistero di Cristo e della Chiesa... con questa consapevolezza abbiamo iniziato l’Anno Mariano come periodo di una particolare preparazione... bisogna che questo appello continui a risuonare.
Il 14 giugno, Giovanni Paolo II poté compiere quel gesto di omaggio e di pietà cristiana che avrebbe voluto fare nel novembre 1984: visitare la tomba di padre Popieluszko. Chi uccide un buon prete, come qualsiasi giusto che compia con coscienza il proprio dovere, è senz’altro ispirato dal demonio e da lui, non da Cristo, riceverà la paga per l’eternità.
Le prime libere elezioni nell’URSS avvennero in Polonia, il 4 giugno 1989. per Solidarnosc fu un trionfo. A Jaruzelski non rimase che accettare la volontà popolare. e il 10 luglio la polonia accolse con entusiasmo la visita di george bush, presidente degli usa.
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L’esito delle elezioni polacche fece da effetto domino anche su altri Paesi dell’Est europeo. Gorbaciov cambiò radicalmente i vertici del partito e concesse gli aumenti di salario agli operai in sciopero. Subito dopo i risultati delle nostre elezioni, s’è sollevato il popolo ungherese e, a ruota, quelli della Lituania, dell’Estonia e della Lettonia.
E’ appena arrivata la notizia che anche l’Ucraina è in piena rivolta contro l’oppressore sovietico!
Senza la perestroika di Gorbaciov avremmo dovuto attendere ancora chissà quanto per vedere crollare l’impero sovietico! Ho invitato il presidente russo un anno fa e, finalmente, mi ha risposto che ha accettato il mio invito!
Incredibile! Il segretario del più grande partito comunista metterà piede in Vaticano!
E non è tutto! Gorbaciov ha destituito Jaruzelski e lo ha sostituito con Mieczyslaw Rakowski, il quale ha ordinato di accettare senza storie la nomina di Mazowiecki a Primo Ministro polacco!
Il mio vecchio amico Tadeusz! con lui e Walesa la Polonia è finalmente in buone mani. Sulle armi e la violenza hanno vinto la non violenza e la forza della verità!
come primo provvedimento, Il nuovo parlamento polacco aveva deliberato di stringere rapporti diplomatici con il Vaticano. per esautorare Glemp, Papa Wojtyla nominò come Primo 164 nunzio l’arcivescovo Jozef Kowalczyk .
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L’incontro con Mikhail Gorbaciov, Presidente dell’Unione Sovietica, avvenuto in Vaticano il 1 dicembre 1989, assunse un significato epocale: il comunismo, sconfitto, omaggiava il Vicario di Cristo.
Dopo poco più di un secolo dalla morte di Marx, la perestroika avviata da Gorbaciov era stato l’atto finale della resa del regime comunista. Caro Presidente, senza di lei la lotta dei polacchi e di altri popoli oppressi non avrebbe portato al crollo del muro di Berlino!
Santità, pur essendo un ateo, sento che tra noi c’è una forte intesa.
Caro Presidente, ci voleva una grande anima come la sua perché si bruciassero le tappe e si risparmiassero altri lutti e altre sofferenze. Il mondo non le sarà mai grato abbastanza!
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... che aveva intrapreso già da vescovo e poi da cardinale, con i confratelli cecoslovacchi. A Praga lo accolse un trionfo di popolo. in prima fila il presidente Vaclav Havel, l’eroe Alexander Dubcek, il novantunenne arcivescovo di Praga, Frantisek Tomasek.
La prima visita pastorale del post-comunismo nei Paesi dell’Est, Giovanni Paolo II la fece in Cecoslovacchia, il 21 e 22 aprile 1990. come segno di continuità a tutte le numerose iniziative clandestine...
La Chiesa in questo Paese non è né ricca né potente, però è forte per la sua fede che si è approfondita e purificata per via della lunga sofferenza.
Benvenuto a chi è stato, ed è, messaggero dell’amore in questa terra da tempo devastata dall’odio!
Il Papa era entusiasta del calore e dell’accoglienza. i semi piantati nel buio dell’oppressione erano cresciuti smisuratamente alla luce della libertà. E il 22 aprile, durante la Messa celebrata al Santuario di Velehrad, di fronte a una folla sterminata, usò ancora parole di sprone. Ecco, la notte è passata, è arrivato di nuovo il giorno. Il vostro pellegrinaggio verso la libertà deve tuttavia continuare. Camminate come figli della luce...
il 1° giugno 1991, il pontefice tornò per la quarta volta nella sua amata patria. ad accoglierlo il neo presidente della polonia e suo grande amico lech walesa e le più alte autorità politiche e religiose...
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... chiedo a tutti di sostenermi con la preghiera... che l’intercessione della Madre di Dio e dei nostri Santi Patroni impetri a noi la luce e la forza dello Spirito di verità...
Benvenuto non solo come successore di Pietro Vicario di Cristo...
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Molti vecchi amici, tra i quali anche alcuni prelati, volevano che la Chiesa fosse separata dagli affari di Stato e che la legge sull’aborto fosse abolita. Eva Kulik, Bohdan Cywinski, Jacek Kuron, Jerzy Turowicz e perfino padre Malinski, pensavano che Papa Wojtyla si fosse trasformato in un reazionario.
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malgrado tutto papa wojtyla continuò, fino all’ultimo minuto della sua visita in polonia, ad invitare tutti ad essere coerenti con cristo...
... i Polacchi hanno contribuito alla liberazione dell’Europa dal totalitarismo... la libertà ottenuta rappresenta un’opportunità storica da non disperdere... rendete grazie a Dio... non spegnete lo Spirito.
Il rientro a Roma è l’occasione per il Papa e i suoi più fidati confidenti di riflettere sui contenuti del viaggio apostolico appena conclusosi.
Hai ragione di avvilirti! Hai rischiato la vita per la loro libertà!
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E così, da simbolo della libertà, sono diventato simbolo di idee vecchie e superate!
Non sono avvilito, ma amareggiato sì, e molto. Davvero non mi aspettavo tanta miopia e ingratitudine da parte dei miei connazionali. Ma io non abbandonerò mai la tenacia della coerenza al Vangelo e non mi rassegnerò che i miei compatrioti passino dalla perdita della libertà alla perdita dei valori!
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Che il capitalismo selvaggio avesse preso il posto del comunismo oppressore in cima alle sue preoccupazioni, Giovanni Paolo II ebbe modo di ribadirlo, con molta chiarezza, nel corso del viaggio apostolico che effettuò in Brasile, dal 12 al 21 ottobre 1991.
... mi rivolgo ai responsabili del governo e ai potenti che posseggono terre incolte che nascondono il pane... ... che manca a tante famiglie. La coscienza umana, il grido degli abbandonati, la voce della Chiesa, vi ripeteranno con me: non è giusto, non è umano, non è cristiano, continuare con certe situazioni chiaramente ingiuste...
Quel che disse ai latifondisti e alle multinazionali del Brasile, il 13 ottobre, a Napal, nell’omelia conclusiva del XII° Congresso Eucaristico Nazionale, era diretto anche ai personaggi simili di tutto il mondo.
L’atteggiamento del Papa, grazie all’esperienza umana e pastorale maturata nell’ultimo decennio, era passato dalla cauta diplomazia alla dura condanna dell’arbitrio e dell’arroganza dei crudeli dittatori, oppressori dei loro popoli. Per le madri e le mogli delle vittime, che portavano scritto il nome del loro caro ucciso su una fascia che ne cingeva la fronte, Giovanni Paolo II ebbe parole di conforto, ma non di rassegnazione.
... come non indignarsi di fronte al grave delitto che, per sfruttare le grandi foreste dell’Amazzonia, i grandi proprietari terrieri e le multinazionali caccino i contadini, arrivando a uccidere quelli che cercano di resistere!
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prima di partire, giovanni paolo ii, fece visita a suor irma dulce, la dolce sorella che per tanti anni si era dedicata alla cura dei malati e all’assistenza dei bambini di strada.
Karol Wojtyla aveva da sempre una particolare attenzione per la santità umile. Da Papa volle darne un’ulteriore dimostrazione abbinando, il 17 maggio 1992, la beatificazione di due personalità tanto diverse tra loro, José Maria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, e Giuseppina Bakhita, una ignota ex schiava africana, semianalfabeta.
Oggi ci è offerta l’occasione di fissare ancora una volta il nostro sguardo su questa via salvifica, soffermandoci sulle figure di due persone che d’ora in poi chiameremo beate: José Maria Escrivà de Balaguer, sacerdote, fondatore dell’Opus Dei, e Giuseppina Bakhita, Figlia della Carità, canossiana.
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Il 15 luglio 1992, il mondo fu colpito da una grande paura. il papa, ricoverato al gemelli era stato operato di un pericoloso tumore all’intestino, ma il comunicato del professor crucitti, che l’aveva operato, rassicurò tutti. papa wojtyla era fuori pericolo.
le caratteristiche indomite di giovanni paolo ii emersero ancora una volta, tanta era la rabbia e l’indignazione di fronte al fenomeno mafioso.
... togliere il diritto divino alla vita... nel nome di cristo, crocifisso e risorto, di cristo che è via, verità e vita, mi rivolgo ai responsabili...
il 9 maggio 1993, nella valle dei templi in sicilia, il papa, per la prima volta, si scagliò contro cosa nostra, con un discorso che l’allora ministro dell’interno, nicola mancino, definì rivoluzionario...
... Dio ha detto una volta... non uccidere! Non può uomo, nessuna agglomerazione, mafIa...
la mafia cancro della società, che da anni macchia l’onorabilità della sicilia e dell’italia. quel giorno ricevette un duro monito...
... convertitevi, un giorno arriverà il giudizio di dio! la risposta della mafia furono le bombe che danneggiarono le chiese di san giovanni in laterano...
... e san giorgio al velabro.
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mentre due anni prima il papa era in visita in Polonia, aveva ascoltato con trepidazione la notizia dell’invasione dei carri armati sovietici nella capitale Vilnius per sedare la rivolta separatista dei lituani. Fu, quindi, particolarmente felice che la cattolica Lituania, unica tra le regioni dell’ex Unione Sovietica avesse espresso il vivo desiderio di ricevere una sua visita.
Il 4 settembre 1993, accolto dalle massime autorità, sbarcò all’aeroporto di Vilnius. prima tappa di un viaggio apostolico che comprendeva tutto il Baltico... la luterana Estonia e la cattolica-protestante Lettonia. Come primo atto, il Papa riconsacrò la cattedrale di San Stanislao, a Vilnius, al cospetto di una folla straripante.
Solo in Piazza San Pietro e nella sua Polonia, Papa Wojtyla aveva partecipato a una simile manifestazione di tanta corale devozione. Pur abituato alle emozioni forti, si sentì coinvolto fino alle lacrime per quella sommessa, intima, autentica testimonianza di fede.
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nella cattedrale, il Papa trovò un’accoglienza di un’intensità struggente. Avanzò lungo la navata in un silenzio surreale, lentamente, per avere il tempo di benedire e stringere tutte quelle mani protese, ognuna delle quali gli offriva un piccolo mazzo di fiori.
A Maria vi affido tutti, affinché il vostro servizio di amore produca frutti abbondanti di vita evangelica. Ne avranno beneficio la Chiesa e la vostra Patria.
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la visita alla collina delle croci, così chiamata per via delle migliaia di croci che la ricoprono, è stato un altro momento di alta spiritualità del viaggio in lituania...
Dal 1940 al crollo del muro di Berlino, le ruspe russe hanno più volte abbattuto queste croci, ma la fede del popolo lituano, ogni volta le ha fatte rifiorire. e un momento di commozione lo toccò quando scoprì che tra le tante c’era anche una croce di preghiera per la sua salute.
Il 3 novembre 1993, monsignor Malinski lo incontrò per parlargli dei preoccupanti cambiamenti in Polonia.
di questo non ne parliamo più. guarda cosa leggono i giovani polacchi... riviste di rock e sesso!
so anche questo. in loro, dopo tanta dittatura, è esplosa la voglia di libertà! non capiscono che anche il consumismo è dittatura, che opprime la libertà di pensiero, di coscienza e frantuma tutti gli ideali... conta solo il denaro... denaro e potere... il consumismo è la morte dell’anima!
Solidarnosc è morente, karol. Il vecchio sindacato filocomunista lo ha superato per numero di iscritti. è quasi certo che non sarà rieletto.
sono al corrente di questa situazione e del fatto che in alcuni paesi sono tornati al potere gli ex comunisti. il contesto sta cambiando... pensi sempre che io 173 sia un reazionario?
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Il 3 gennaio 1998, Giovanni Paolo II alleviò con la sua presenza il dolore e i lutti procurati dal terremoto che aveva investito l’Umbria e le Marche.
nel 1994 il time elesse papa giovanni paolo ii “uomo dell’anno”. il papa che aveva usato la forza della parola e della fede per abbattere il comunismo.
Coraggio. Il Signore vi è vicino... sono qui per voi per incoraggiarvi nei vostri propositi di rinnovato impegno nell’ardua opera della ricostruzione. E così, il 24 dicembre 1999, Giovanni Paolo II fece appello a tutte le sue povere forze e poté finalmente inaugurare quell’Anno Santo storico che tanto aveva desiderato di poter celebrare, fin dal primo giorno del suo pontificato.
dovrai accompagnare la chiesa al terzo millennio! aveva profetizzato il cardinale wiszynski a giovanni paolo ii, appena eletto papa. e l’anno santo 2000 era proprio l’ultimo gradino del vecchio millennio. Un miliardo e mezzo di persone, in tutto il mondo, vide Giovanni Paolo II aprire la Porta Santa, inginocchiarsi, rialzarsi, sofferente per il male che lo aveva colpito...
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... ma sorretto dalla trepidazione dei fedeli, che pregavano e speravano che non crollasse. procedeva curvo, gli occhi rivolti al pavimento, con addosso il peso degli anni e di tutte le angosce del mondo...
il giorno di natale, in san giovanni in laterano, fissò le linee guida per la celebrazione dell’anno santo: pace, diritti umani, difesa della vita.
ma sopportava con determinazione il pesante fardello, consapevole che tutti i disperati del mondo guardavano alla sua forza per trarne a loro volta speranza.
Il 18 gennaio 2000, la cerimonia si ripeté presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura. Giovanni Paolo II aveva chiamato ad affiancarlo il primate anglicano George Carey, Arcivescovo di Canterbury, e Athanasios, il Metropolita ortodosso di Helioupolis e Theira.
Carissimi fratelli e Sorelle! L’Anno Santo che oggi inizia, ci chiama a rispondere con gioia e generosità all’appello alla santità... con il peculiare apporto alla costruzione di un’era di giustizia e di pace.
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Le loro mani si unirono nello sforzo comune di aprire la Porta Santa dorata della basilica. Ut unum sint, affinché siano una cosa sola.
sempre accompagnato dalla sua sofferenza giovanni paolo II, dal 24 al 26 febbraio 2000, effettuò un Pellegrinaggio nella regione del Sinai, dove visitò la cappella del roveto ardente nel Monastero di Santa Caterina.
Purtroppo vecchi rancori e storiche divergenze, mantenevano distanti le tre chiese, separate da secoli. ma il papa, fautore della riconciliazione fra tutti i cristiani, ancora una volta, usò tutta la sua prudenza e diplomazia...
Chiediamo perdono a Cristo, chiediamo perdono di tutto ciò che nella Chiesa ha pregiudicato l’unità. Dobbiamo tornare a essere un unico popolo, obbediente al disegno del Padre. Amen.
Oggi il Vescovo di Roma è pellegrino nel Sinai... qui il corpo della martire Caterina ha trovato il riposo eterno... L’ultima omelia, il 26 febbraio, nel Giardino del Monastero.
... qui la verità su chi è Dio è diventata fondamento e garanzia dell’Alleanza. Qui a Mosè viene data la legge scritta dal dito di Dio. Che cos’è questa legge? E’ la legge della vita e della libertà!
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E quasi un mese dopo, Giovanni Paolo II poté realizzare il suo più antico desiderio, quello di camminare sugli stessi luoghi dove era vissuto Gesù. il 20 marzo iniziò il Pellegrinaggio in Terra Santa.
Non importa quanto difficile, non importa quanto lungo, il processo di pace deve continuare.
Sorretto da padre Battistelli e da padre Bini, nel pomeriggio del 22, Giovanni Paolo II scese alla grotta di Betlemme, dove si raccolse in preghiera per alcuni minuti.
Accolto all’aeroporto di Amman dal re di Giordania, Abdallah II, e dalla famiglia reale, dopo i saluti, il papa raggiunse il Monastero sul Monte Nebo, dove Dio mostrò a Mosè la via per raggiungere la Terra Promessa. contemplò a lungo l’arido, ampio paesaggio di brulle colline desertiche.
Poi, accompagnato dal leader palestinese Yasser Arafat, visitò il campo profughi di Deishe, nei sobborghi di Betlemme. In quella terra senza pace, il Papa era consapevole che sarebbe stato oggetto di grandi schermaglie politiche e religiose...
Saluto ognuno di voi e spero e prego che la mia visita rechi un po’ di consolazione alla vostra difficile situazione...
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... e di strumentalizzazioni sia degli israeliani che dei palestinesi. ma la sua diplomazia era tale che l’incontro con Yasser Arafat e poi quello con Ezer Weizman rimasero quel che dovevano essere, punti programmatici del viaggio di un pellegrino cristiano...
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... teso al dialogo e alla riconciliazione tra due popoli erranti. Non trascurò gli incontri ufficiali, né i confronti interreligiosi, come quello avvenuto presso l’Istituto Notre Dame, di Gerusalemme, il 23 marzo, con la partecipazione del rabbino capo Meir Lan e del mullah Sheikh Tatzir Tamini.
... nel dialogo tra le diverse religioni si apre la via per la pace nel mondo e nella Terra Santa in particolare...
Era impensabile che Giovanni Paolo II non si incontrasse con una moltitudine di giovani. la sua preoccupata sollecitudine pastorale e sociale temeva fortemente per quella regione travagliata da grossi conflitti, pericolosi anche per tutto il resto dell’umanità. Non rimanevano che i giovani come speranza di pace e lo ribadì loro sul Monte delle Beatitudini.
... voi giovani comprenderete il motivo per cui è necessario questo cambiamento del cuore!... ... a Nazareth, dove Gesù ha iniziato il suo ministero pubblico, chiedo a Maria... di insegnarci la via dell’umile e gioiosa obbedienza al Vangelo...
Quando, il 25 marzo, visitò la Basilica dell’Annunciazione, a Nazareth, al Papa sembrò che le pietre e le cose avessero per tutti una memoria e un messaggio eterni. In conseguenza della sua particolare devozione verso la Madonna, gli sembrò di rivivere l’Annunciazione, di rivedere la piccola, umile Maria accettare il suo ruolo di gioia e di sofferenza.
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... che voleva lasciare incisi in eterno, nelle coscienze di tutte le generazioni, il significato simbolico di quel gesto. Lì dentro c’era la richiesta di perdono dei cristiani agli ebrei.
Curvo, penitente, il passo incerto, la mano tremante che sorregge una busta bianca: in tutti Giovanni Paolo II provocò una sensazione di angosciosa trepidazione e, nel contempo, a nessuno sfuggì anche l’accorata urgenza di un uomo di buona volontà...
Dio dei nostri padri, tu hai scelto Abramo e la sua discendenza perché il tuo Nome fosse portato alle genti: noi siamo profondamente addolorati per il comportamento di quanti... nel corso della storia, hanno fatto soffrire questi tuoi figli, e chiedendoti perdono vogliamo impegnarci in un’autentica fraternità, con il popolo dell’Alleanza. Per Cristo Nostro Signore. Domenica 26 marzo 2000. Giovanni Paolo II Papa.
Il cerimoniale ufficiale prevedeva la visita alla Chiesa del santo Sepolcro, sempre il 26 marzo ...
Ecco il luogo dove lo avevano deposto. La tomba è vuota. E’ una testimone silenziosa dell’evento centrale della storia umana, la Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
LE SUE CONDIZIONI DI SALUTE AVEVANO ESCLUSO ALTRE VISITE. MA LUI NE VOLEVA ANCORA UNA... Non parto se non mi lasciate visitare il Golgota!
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SPINTO DAL SUO ARDIMENTO UMANO E SPIRITUALE, VOLLE SALIRE SUL MONTE COME UN NORMALE ESSERE UMANO. ILPAPA SI INERPICò LUNGO IL SENTIERO DI PIETRA FIN SULLA CIMA DOVE SI ERA CONSUMATO IL SACRIFICIO DELLA CROCE. PREGò A LUNGO POI, SODDISFATTO PER AVER ESAUDITO IL SUO DESIDERIO, TORNò INDIETRO.
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IL 13 MAGGIO, IN UN VIAGGIO DI UN SOLO GIORNO, SI RECò A FATIMa PER beatificare i fratelli Francesco e Giacinta Marto, che, con la piccola Lucia, avevano avuto gli incontri con la Madonna. Ti benedico, Padre, perché hai rivelato queste cose ai piccoli. La lode di Gesù prende oggi la solenne forma della beatificazione dei pastorelli Francesco e Giacinta.
IN QUELL’OCCASIONE CI FU ANCHE L’ANTICIPAZIONE DEL CARDINAL SODANO SULL’IMMINENTE RIVELAZIONE DEL TERZO SEGRETO. ANTICIPAZIONE CHE SI COMPLETò CON LA SUA PUBBLICAZIONE, AUTORIZZATA DAL PAPA IL 26 GIUGNO. I FATIMISTI DI TUTTO IL MONDO SI SCATENARONO NELL’INTERPRETAZIONE DEL SEGRETO, MA QUELLA ufficiale venne stilata dal cardinale Joseph Ratzinger, nella sua veste di prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede:
All’interno dell’Anno SANTO, Giovanni Paolo II CELEBRò, a Roma, la XV Giornata Mondiale della Gioventù, dal 15 al 20 agosto, imperniata sul tema Il verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv. 1-14). L’incontro ebbe il suo culmine, con oltre due milioni e mezzo di giovani cattolici, il 20 agosto, sull’immensa distesa di Tor Vergata.
singoli in cui i resentati, a r u s i m pp ... nellanti vengono ra al passato. o e n i o avvenim ai apparteng anti rivelazion m o t essi or a atteso ecci e del mondo v Chi ave ttiche sulla fina storia, deve i l a apoc uro corso dell uso... sul fut rimanere del
TUTTE LE TIVù DEL MONDO MOSTRARONO LA DEVOZIONE E L’AFFETTO CHE QUELLA MOLTITUDINE DI GIOVANI ENTUSIASTI TRIBUTARONO AL PONTEFICE. QUELLO CHE QUEI GIOVANI COMUNICARONO AL MONDO INTERO FU LA GIOIA, LA SERENITà, LA FRATELLANZA, L’AMORE VERSO TUTTI, MA SOPRATTUTTO VERSO QUELL’UOMO CHE CON LA SUA UMANA SEMPLICITà LI AVEVA PORTATI AD ESSERE MESSAGGERI DI PACE E DELLA VOCE DEL SIGNORE.
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Ovazioni scroscianti per Giovanni XXIII e un timido applauso per Pio IX: questo l’atteggiamento dei fedeli in Piazza San Pietro, accorsi per la beatificazione dei due Papi. Si tratta di due papi vissuti in contesti storici così diversi, ma legati, al di là delle apparenze, da non poche somiglianze, sul piano umano e spirituale.
La cerimonia di chiusura della Porta Santa ebbe inizio la mattina del 6 gennaio 2001, alla presenza di centomila fedeli. Dopo un ringraziamento a Dio e un breve raccoglimento in preghiera, il Papa chiuse i battenti, accompagnato dall’applauso e dalla commozione dei fedeli.
DAL 23 AL 27 GIUGNO 2001 IL PAPA SI RECò IN UCRAINA, INVITATO DAL PRESIDENTE E DAI VESCOVI DELLE DUE CHIESE PRESENTI IN QUEL PAESE. A LEOPOLI ALLA PRESENZA DI MILIONI DI FEDELI BEATIFICò ALCUNI MARTIRI UCRAINI, UCCISI A CAUSA DELLA LORO FEDE CRISTIANA.
ALTRI DUE PAESI DELL’EX URSS FURONO META DEI VIAGGI DI GIOVANNI PAOLO II. IL SUO 95° VIAGGIO APOSTOLICO, INFATTI, LO VEDE FAR TAPPA IN KAZAKhSTAN E ARMENIA, DAL 22 AL 27 SETTEMBRE 2001.
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DURANTE LA VISITA IN KAZAKhSTAN, IL PAPA DEPOSE UNA CORONA DI FIORI DAVANTI AL MAUSOLEO DELLE VITTIME DELLE OPPRESSIONI SOVIETICHE.
Ti abbraccio con affetto, popolo del Kazakhstan, e ti auguro di portare a compimento ogni progetto d’amore e di salvezza. Dio non ti abbandonerà.
... la pace può essere costruita solo sulle solide foNdamenta del rispetto reciproco, della giustizia nelle relazioni tra comunità diverse...
A pochi giorni daL terribilE attentatO portati dEI TERRORISTi di Al Qaeda ALLE TORRI GEMELLE, la visita DEL PAPA in Kazakhstan e Armenia assume UN’ALTRA finalità...
L’Armenia è l’unica nazione di religione cristiana incastonata tra stati di religione musulmana. Ha alle sue spalle una atroce storia di persecuzioni. tra le quali il terribile genocidio del 1915 compiuto dai Turchi. Davanti alla fiamma perenne del Memorial di Tziternakaberd, il 26 settembre, il Papa, alla presenza del presidente e di tutte le autorità civili e religiose, pregò per tutte le vittime del primo olocausto del XX secolo.
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Da quando, giovane prete, l’aveva incontrato Karol Wojtyla FU COLPITO DALla santità di padre Pio e fu felice, da Papa, di poterne proclamare la canonizzazione il 16 giugno 2002, in una Piazza San Pietro colma di più di trecentomila fedeli.
Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero. Le parole di Gesù ai discepoli possiamo considerarle come una magnifica sintesi dell’esistenza di Padre Pio da Pietralcina, oggi proclamato Santo.
Nel 2002, come preannunciato, Giovanni Paolo II CELEBRA a Toronto LE GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTù. all’inizio di un viaggio pastorale che avrebbe toccato, di seguito, anche il Guatemala e il Messico.
Voi siete il sale della terra... voi siete la luce del mondo. DISSE IL PAPA, STANCO E MALATO, MA INDOMITO AGLI OTTOCENTOMILA GIOVANI CONvENUTI ALLA CHIUSURA DELL’IMPONENTE ADUNATA DI GIOVANI CRISTIANI A TORONTO.
La speranza zampilli eterna nel cuore dei giovani... non lasciate che quella speranza muoia! Scommettete la vostra vita su di essa!
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UN’ATMOSFERA DI CALORE, ESULTANZA E COMMOZIONE, AVVOLSE L’IMMENSA FOLLA, CONSAPEVOLE DELLE GRAVI CONDIZIONI DI SALUTE DEL PONTEFICE.
MALGRADO TUTTO, DOPO APPENA DUE SETTIMANE, IL 16 AGOSTO, GIOVANNI PAOLO II ERA IN POLONIA, PER LA NONA VOLTA NELLA SUA AMATA TERRA. Questa volta MI FERMERò SOLO a Cracovia, ma, con un pensiero cordiale, aBbraccio l’intera Polonia e tutti i connazionali.
LE FREQUENTI OMELIE del Papa contro il consumismo sfrenato si erano concretizzatE e il popolo polacco si strinse coN ardore e riconoscenza, attorno al suo vecchio eroe...
... Madre Santissima, Nostra Signora di Kalwaria, ottieni anche a me le forze del corpo e dello spirito, affinché possa compiere fino alla fine la missione assegnatami dal Risorto...
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... UN EROE ACCLAMATO DAI DUE MILIONI DI FEDELI CHE IL 19 AGOSTO PARTECIPARONO ALLA MESSA CHE IL PAPA CELEBRò IN OCCASIONE DELLA RICORRENZA DEL 400° ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE DEL SANTUARIO DI KALWARIA ZEBRZYDOWSKA.
... a Te confido e a te ancora una volta dichiaro: Totus Tuus, Maria! Totus Tuus. Amen.
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IL PAPA SI ACCOMIATò COMMOSSO DALL’AFFETTO DEI SUOI AMATI CONNAZIONALI. MA aveva fretta DI TORNARE. SAPEVA CHE IL MALE NON GLI DAVA TREGUA E LUI VOLEVA TERMINARE I SUOI PROGETTI. PER QUESTO MALGRADO I SUOI 81 ANNI, LE FERITE SUBITE, I POSTUMI DELLE OPERAZIONI, andava avanti con la rocciosa determinazione della sua fede... il 6 OTTObre 2002 canonizzò Josemaria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei. E IGNORANDO TUTTE LE CRITICHE E, DOPO LA BEATIFICAZIONE CONCLUSE LA CAUSA DI SANTIFICAZIONE, ALLA QUALE ASSISTè UNA FOLLA DI TRECENTOMILA FEDELI.
A onore della Santissima Trinità, dichiariamO e definiamo Santo il Beato Josemaria Escrivà. Lo iscriviamo nell’Albo dei Santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa egli sia devotamente venerato. Il 2002 si concluse, per Giovanni Paolo II, con la storica visita al Parlamento Italiano, il 14 novembre: la prima visita di un Pontefice dopo il 1870, nell’Aula Di Montecitorio.
Mi sento profondamente onorato per la solenne accoglienza che mi viene oggi tributata in questa sede prestigiosa... ben consapevole del forte significato della presenza del Successore di Pietro al Parlamento Italiano...
Il 27 aprile 2003, ci fu una beatificazione molto sentita in Italia: quella di don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia PaolinA.
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Il beato Giacomo Alberione intuì la necessità di far conoscere Gesù cristo, Via, Verità, Vita, agli uomini del nostro tempo con i mezzi del nostro tempo e si ispirò all’apostolo Paolo...
Davanti a UNA FOLLA DI fedeli, a delegazioni ufficiali di ventisette Paesi, UN SOFFERENTE Giovanni Paolo II, lesse, a fatica, la formula che proclamava beata Madre Teresa di Calcutta.
Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Da queste parole di Gesù ai discepoli si è lasciata guidare Madre Teresa di Calcutta, Fondatrice dei Missionari e delle Missionarie della Carità, che oggi ho la gioia di iscrivere nell’Albo dei Beati.
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Giovanni Paolo II riteneva il limite dei 75 anni, previsto dal Concilio Vaticano II, del tutto soggettivo, in quanto decideva volta per volta PER chi applicarlo e PER chi no. Santità, ho già compiuto 76 anni. Le chiedo di potermi ritirare, perché le forze non mi sostengono più e faccio fatica a seguire con pienezza il mio incarico...
Eminenza, Lei continuerà fino a quando non lo deciderò io. Lei è ancora prezioso per me e per la Chiesa. Il 9 aprile 2004, Giovanni Paolo II presiedette la Via Crucis al Colosseo, imbracciando e portando la croce per tutta la 14a Stazione. L’evidente debolezza e fragilità del Papa, che, PERò, non rifuggiva la fatica e il sacrificio, le sue toccanti parole alla fine della stazione, furono l’ennesimo, fulgido e contagioso esempio della sua incrollabile fede in Dio.
Il 1° gennaio 2005, Giovanni Paolo II PRONUNCIò il rituale messaggio per la celebrazione della 38° Giornata della Pace.
All’inizio del nuovo anno, torno a rivolgere la mia parola ai responsabili delle Nazioni e a tutti gli uomini di buona volontà, che avvertono quanto sia necessario costruire la pace nel mondo. Ho scelto per il 2005, come tema, l’esortazione di San Paolo nella Lettera ai Romani: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
il quinto E ULTIMO LIBRO scritto da Giovanni NEI PRIMI GIORNI DI FEBBRAIO IL PAPA AVEVA Paolo II, Memoria e identità, venne presentato, AVUTO grossi problemi all’apparato respiil 22 febbraio 2005, alla stampa italiana e ratorio. IL 24 FU NUOVAMENTE RICOVERATO e internazionale da Joaquin Navarro-Valls, direttore della Sala stampa vaticana, da Paolo subì una tracheotomia. Dalla sua finestra CONTINUAVA A BENEDIRE LA GENTE CHE, NEL Mieli, direttore de Il Corriere della Sera, e dal GIARDINO DEL GEMELLI, PREGAVA PER LUI. cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.
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Per la prima volta da pontefice, Giovanni Paolo II non poté partecipare ALLE liturgie pasquali. DALLA SUA FINESTRA SI RIVOLSE AI FEDELI E QUELLE CHE DISSE SAREBBE STATE LE ULTIME PAROLE PRONUNCIATE IN PUBBLICO. Cari fratelli e sorelle, grazie per la vostra visita...
Un brivido di profonda commozione e tenerezza percorse quanti, la domenica delle Palme, videro il Papa affacciarsi dalla sua finestra e salutare I presenti agitando un ramoscello d’olivo.
Il giorno di Pasqua, Giovanni Paolo II volle affacciarsi di nuovo per pronunciare la benedizione Urbi et orbi, ma si dovette accontentare di tracciare nell’aria grandi segni di croce. Caparbiamente, ci riprovò IL MERCOLEDì SEGUENTE, ma le sue parole rimasero rantoli indecifrabili e il suo disappunto per quella menomazione si manifestò nell’espressione dolorosa e nella bocca spalancata per il gesto più silenzioso e urlante della sua vita. Non sarebbe più comparso in pubblico. La situazione clinica precipitò, ma il Papa rifiutò l’ennesimo ricovero: era certo della prossima fine e voleva morire in Vaticano. La lunga agonia, iniziata A febbraio, si concluse alle 21 e 37 del 2 aprile 2005, allorché il cuore di Giovanni Paolo II si fermò per sempre.
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Vicino c’era TUTTA LA famiglia pontificia, il fido Stanislao Dziwisz, Wanda Poltawska, la cara amica per la cui guarigione aveva chiesto l’intercessione di Padre Pio e alcuni vecchi amici, affranti.
TRA L’IMMENSA FOLLA RIUNITASI IN PIAZZA SAN PIETRO, IN UNA LUNGA VEGLIA DI PREGHIERA, C’ERANO MIGLIAIA DI GIOVANI PIANGENTI. PER LORO il Papa aveva mormorato le sue ultime parole... Vi ho cercato. Adesso voi siete venuti da me. E di questo vi ringrazio.
Arrivederci, Karol, farò di tutto per ritrovarti in Cielo, anche diventare cristiano! mentre le campane della Basilica suonavano a lutto, monsignor Sandri dette il funesto annuncio.
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Lungo i pascoli del Cielo, agli eroi di ieri e di oggi, agli umili di ieri e di oggi, ai giusti di ieri e di oggi, si aggiunse l’anima di Karol Wojtyla, uomo e Figlio di Dio in terra, Figlio di Dio in Paradiso. I solenni funerali vennero officiati l’8 aprile dal cardinale Ratzinger IN QUALITà DI DECANO CARDINALIZIO.
Carissimi fratelli e sorelle, alle 21 e 37 il nostro amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II è tornato alla casa del Padre. Preghiamo per lui.
Seguimi, questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto e amato Papa Giovanni Paolo II...
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Al grido di Santo subito, la moltitudine dei pellegrini rimase vicina al suo Papa fino all’ultimo. Erano presenti Capi di Stato e di Governo, rappresentanti di tutte le religioni. Tre milioni di persone nei giorni precedenti avevano reso omaggio alla salma del pontefice.
Un vento tempestoso percorse tutta la piazza e la Capitale. un fenomeno naturale, ma non fu possibile evitare di vedervi un segno trascendentale, il soffio di Dio come saluto verso uno dei suoi tanti amati figli.
Il 19 aprile 2005, nel tardo pomeriggio, la tradizionale fumata bianca e il suono delle campane di San Pietro annunciarono ai fedeli l’elezione del nuovo Papa, nella persona del cardinale Joseph Ratzinger, che prenderà il nome di Benedetto XVI. Il neo papa si insediò solennemente domenica 24 aprile, con una imponente cerimonia liturgica in Piazza San Pietro. Benedetto XVI, che era stato uno dei più sinceri, fidati e ascoltati consiglieri di Giovanni Paolo II VOLLE RICORDARE E FARLE SUE LE PAROLE CHE PAPA WOJTYLA PRONUNCIò ALL’INIZIO DEL SUO MINISTERO... Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo.
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ELETTO PAPA ALL’ETà DI 78 ANNI, PICCOLO DI STATURA E GRACILE DI COSTITUZIONE, BEN PRESTO RATZINGER SI è TROVATO A DOVER AFFRONTARE PROBLEMI COSì GRANDI CHE PER GLI ANNI DEL SUO PONTIFICATO HANNO MINATO LA SUA RESISTENZA. DOPO OTTO ANNI, L’11 FEBBRAIO 2013, CON UNA DICHIARAZIONE CHE LASCIA SBIGOTTITI I FEDELI, ANNUNCIA LA SUA RINUNCIA AL SOGNO DI PIETRO.
Carissimi Fratelli vi ho convocati a questo Concistoro per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa... Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero CHE MI è STATO AFFIDATO...
... da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare IL ministero a me affidato... per quanto mi riguarda, anche in futuro, CONTINUERò A servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
... nel mondo di oggi per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario il PIENO vigore del corpo E dell’animo. UN vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale...
Dopo il 28 febbraio, l’appellativo ufficiale di Benedetto XVI è diventato papa emerito, SEMPRE CON IL TITOLO DI Sua Santità.
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Il Conclave RIUNITO il 12 marzo, al quinto scrutinio, la sera del 13 marzo, ELEGGE Papa il cardinale Jorge Mario Bergoglio, ARGENTINO DI Buenos Aires, CLASSE 1936. di origini italiane, E’ il primo pontefice appartenente alla Compagnia di Gesù ed è anche il primo proveniente dal continente americano. SI FARà CHIAMARE Francesco, in onore di San Francesco d’Assisi.
Fratelli e sorelle... buonasera! Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo... DOPO LE PREGHIERE RECITATE INSIEME ALLA FOLLA RIUNITA IN PIAZZA SAN PIETRO, FRANCESCO CONTINUA LA SUA OMELIA CHE CONCLUDERà CON LA BENEDIZIONE Urbi et Orbi.
FRANCESCO SI CONGEDò DAI FEDELI CHE IMMEDIATAMENTE FURONO AFFASCINATI, CONQUISTATI DALLA SPONTANEITà E DALL’AMORE PASTORALE CHE IL PAPA AVEVA TRASMESSO LORO.
Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie dell’accoglienza. Pregate per me...
La sintonia tra Benedetto XVI e Francesco permise alle due grandi anime di superare seNza alcuna difficoltà la complicata situazione canonica. Il rispetto E la stima reciproche erano evidenti...
E adesso incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro... adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
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E, ovviamente, entrambi furono presenti alla grandiosa, ma sobria, cerimonia che, il 27 aprile 2014, celebrava la canonizzazione di due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Oltre un milione di fedeli presenti in Piazza San Pietro e dintorni. Migliaia di giornalisti e inviati di tutto il mondo, così come erano presenti regnanti e governanti di quasi tutte le nazioni.
Papa Francesco, nell’omelia, sottolineò i caratteri e i talenti pastorali dei due grandi Papi, così differenti quanto similari nelle finalità evangeliche.
Al centro di questa domenica che conclude l’ottava di Pasqua, e che Giovanni Paolo II ha voluto intitolare alla Divina Misericordia, ci sono le piaghe gloriose di Gesù Risorto... Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù...
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... non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce... sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia (*) dello Spirito Santo... San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II hanno collaborato con lo Spirito Santo... nella convocazione del Concilio, Giovanni XXIII ha dimostrato una delicata docilità allo Spirito Santo... è stato il Papa della docilità allo Spirito. Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia. Così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia. (*) facoltà di parlare di tutto.
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Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, è talmente sopraffatto dalla commozione e dal ricordo del suo Papa da non RIUSCIRE a trattenere le lacrime.
Grazie, Santità, continui a proteggermi e a guidarmi paternamente dal cielo come ha fatto su questa terra.
Papa Wojtyla, mi sarai da esempio. Una stella cometa da seguire. La tua tenacia e la tua sofferenza mi hanno già insegnato molto.
Karol, mi hai onorato della tua amicizia e della tua considerazione... dai conforto e sostegno al mio corpo e alla mia mente che sono stanchi, affaticati...
Io devo tutto a Wojtyla. Noi polacchi dobbiamo tutto a Wojtyla.
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... ho avuto una visione. ero morto, steso in una bara, con addosso il vestito buono. Ho sentito la disperazione, il terrore della dannazione. Ho cambiato vita, ho cercato di risarcire chi avevo rovinato... questo è un miracolo di cui non parlerà nessuno...
Tra le tante interviste, UNO sbigottito giornalista ne registrò una molto particolare.
Io ho ucciso... la mia vità è stata un macello... ma dopo aver sentito Giovanni Paolo II che urlava: Convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio! (*) (*) Omelia di Giovanni Paolo II il 9 maggio 1993, nella Valle dei Templi.
... ma io ero morto e sono risorto e nessuno scoprirà chi sono, perché vado in giro camuffato... per questo glielo posso dichiarare, ma il miracolo di conversione rimane e lo devo a Papa Wojtyla e questo voglio che si sappia... glielo devo.
Per chi ha visto e seguito con partecipazione agli atti apostolici di Giovanni Paolo II, rimangono scolpite le sue paterne sollecitudini all’amore, alla gioia, alla lieta fede e fiducia in Cristo.
Come don Bosco, don Orione, padre Pio e tanti Santi che ha raggiunto in Paradiso, la sua vita, irta di difficoltà, di pericoli, di disagi, è un limpido esempio di come ogni pena si possa superare con il sorriso, la speranza nella Provvidenza e la devozione... Totus Tuus, e così è stato grande tra gli uomini, benefattore dell’umanità e partecipe della divinità onnisciente di Dio.
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Papa Francesco lo ha proclamato Patrono delle Giornate Mondiali della Gioventù, delle quali è stato il fondatore. Su ognunA di esse, d’ora in poi, aleggerà il suo spiritoguida; i giovani sapranno sempre a chi rivolgersi. Ma oltre ai giusti e agli uomini di buona volontà, è agli adulti e ai vecchi, con le loro miserie, e ai peccatori, grandi e piccoli, che cadono in tentazione tutti i giorni, che la figura di Giovanni Paolo II potrà portare consiglio e conforto e, per chi vorrà, la salute dell’anima... Grazie, Santo Padre Karol Wojtyla.
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