LIVE Magazine (Numero 12 - Novembre 2013)

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free press di informazione e acquisti

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Genio ?

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supplemento gratuito di www.catanzarolive.it - anno i / numero 12 / novembre 2013

CATANZARO





GFOLLIa

gEniale

«A

lla pazzia è affine il grande genio; solo una sottile parete li divide», scriveva John Dryden. Poi ancora «il genio è una follia divina», recita un antico proverbio. Genio e follia. Due cose apparentemente distinte ma considerate in fondo molto simili. È di questo che vi parleremo in questo nuovo numero di LIVE Magazine. Vi descriveremo le follie e le genialità di Catanzaro, parlandovi di artisti, di personaggi, di trovate gastronomiche e anche di scelte politiche. Come quella dell’artistica copertura di Corso Mazzini, al centro del dibattito mediatico e non solo perché considerata «follia pura» da alcuni e «un’ottima soluzione» da altri. La nostra è una città solo apparentemente noiosa, ve lo assicuriamo. Ve ne accorgerete leggendo. Nelle prossime pagine scoprirete le storie di artisti capaci di realizzare opere www.catanzarolive.it

il direttore

Angela Rubino LIVE editoriale

fuori dal comune e maestri della gastronomia più estrosa ed originale, ma ricorderete anche dei personaggi che hanno sempre fatto parte della storia di Catanzaro, dandole colore e vivacità. In ogni personaggio descritto e in ogni storia raccontata

Un viaggio tra le particolarità di Catanzaro, tra i suoi personaggi e le sue personalità. Una storia ai limiti della razionalità ritroverete tratti di follia e di genialità, mescolati insieme in modo che la vostra mente non saprà più distinguerli. E a quel punto capirete ancora meglio il senso di aforismi e proverbi sull’argomento, frutto di ore ed ore di meditazione di scrittori e filosofi che, alla fine, hanno dovuto arrendersi ed ammettere che un genio, in molti casi, è anche un folle e il più delle volte è vero anche il contrario.

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la rivista è scaricabile gratuitamente su www.catanzarolive.it il primo portale di informazione e acquisti

Live augura a tutti Buona Lettura

FOCUS 12

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Mai mettersi contro gli architetti Catanzaro cambia volto: vuole coprire Corso Mazzini

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PIzzA fOLLe GUSTO GeNIALe Woda Woda, la pizzeria campione d’Italia e del mondo

anno i | n 12 | noVEMbrE 2013

40 Il copyright delle immagini e dei testi presenti su LIVE è di proprietà esclusiva dei rispettivi Autori. LIVE è un free press distribuito anche digitalmente in formato elettronico. La sua diffusione o ridistribuzione non costituisce reato, anzi è il mezzo con il quale far conoscere LIVE e le opere in esso pubblicato. Tuttavia, la riproduzione anche parziale di tutto ciò che è in esso contenuto, senza il consenso esplicito dei detentori dei diritti, è severamente vietata e punibile a norma di legge.

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elogio alla follia I personaggi caratteristici di Catanzaro che ormai sono parte della sua storia

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Talenti casa e chiesa

sport & dintorni

che altro? 10

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Coupon Sconto Le migliori offerte in città riservate solo ai fedelissimi lettori di LIVE Magazine

Hanno collaborato Mario Tassone, aurelio Fulciniti, Damiana riverso, Valerio Scarfone, Susanna Tolomeo e Serena Mongelli numero chiuso il 30 ottobre 2013

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The Space, guida ai film

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Oroscopo LIVe


LIVE sommario 16 22

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La differenza tra Me e Te

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Che fai stasera? I principali eventi del mese a cura di CheFaiStasera

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PsicoLive dott.ssa Tolomeo

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Strange World

catanzarolive testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro con numero 25/2013 - roC 23364 edito da associazione MaD Media, arte e Diritti direttore responsabile angela rubino direttore marketing Gianfranco Giovene idea grafica Giovanni bevacqua

E RUBRICH Le fACCe dI GIUSePPe NISTICò La storia di un giovane talento made in Catanzaro costretto ad andare altrove a cercare di costruirsi un futuro attraverso la sua passione. Il rammarico di non potersi esprimere nella sua città si contrappone alla rabbia di vedere le istituzioni coinvolgere artisti di altre città

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Il viaggio di CLIVe

Aiuta la nostra eroina nella sua avventura e ogni mese per te in palio due biglietti del The Space (Catanzaro Lido e Maida) valevoli anche per gli spettacoli in 3D

di Damiana Riverso

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info e contatti scrivici su magazine@catanzarolive.it per la tua pubblicità cell. 3486539473 - Giovanni bevacqua cell. 3283752971 - Gianfranco Giovene oppure scrivici su marketing@catanzarolive.it






MAI

mettersi tro

congli

architEtTI V

e lo diciamo subito, come necessaria premessa all’argomento che stiamo per affrontare: una volta pubblicato l’articolo che vi accingete a leggere, l’autore dello stesso sarà quasi certamente – ci mettiamo den-

L’idea di dare un nuovo volto alla città ha fatto sbizzarrire i professionisti locali aizzando la polemica tra i cittadini tro una certa dose di “beneficio del dubbio”, ma più per “onor di firma” che per effettiva fiducia nella reale eventualità che ciò non accada – bersagliato da telefonate ed email di protesta da parte

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di vari architetti di Catanzaro e non solo. Gliene diranno di tutti i colori, ma soprattutto che è un incompetente. E l’autore stesso non si potrà neanche risentire, perché è la verità. E come diceva un maestro di giornalismo di cui non facciamo il nome, se non altro perché è superfluo dirlo, dal momento che il suo ragionamento non ha a che fare con l’argomento che stiamo trattando: “Ricordati che fra le varie categorie di professionisti ce ne sono due più permalose delle altre: i magistrati e gli architetti”. Ricordando questa arguta considerazione, possiamo dire che riponiamo molta fiducia nella giustizia ita-


in ty ci

immagini computerizzate e diffuse alla stampa lo “scenario” che l’installazione in questione avrebbe sulla parte più suggestiva di Corso Mazzini. Sappiamo benissimo che immagini e plastici in architettura sono sempre più brutti di come possono esserlo nella realtà. Ma le pensiline non convincono appieno e possiamo dire con assoluta certezza che se il progetto avesse interessato qualsiasi centro storico d’Italia, da Venezia a Siracusa, le polemiche sarebbero state inevitabili e addirittura più selvagge

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liana, ma assai meno – per non dire nessuna – nell’architettura. Ragioniamo da persone della strada, non da competenti assoluti, ma possiamo affermare – e stavolta senza ombra di dubbio – che la definizione “genio e sregolatezza” sembra calzare in maniera perfetta perlomeno al 70percento degli architetti italiani. E se restringiamo il campo dei concorrenti a livello locale, la percentuale non cambia. Anzi, rischia di far divampare più critiche di quelle che ci aspettiamo. Tornando a ciò che accade nella nostra città, la vera notizia è che – dopo tanti anni – è stato indetto un concorso di idee a cui gli architetti hanno potuto contribuire con i loro progetti a dare un “nuovo volto” alla città di Catanzaro. Iniziativa lodevole, ma che ha suscitato – ed era in un certo qual modo inevitabile – una serie infinita di polemiche e discussioni. In particolare, è stato il progetto vincitore del concorso a far discutere. Non facciamo nomi, perché non ci va di attizzare polemiche facili, perché il nostro interesse è quello di offrire un nostro punto di vista – pur pungente che sia – ma abbiamo visto riprodotto in

Ha vinto un progetto che prevede la copertura del Corso: tanta fantasia, poca razionalità

che da noi, dove la discussione – con rispetto parlando – è stata finora tutto sommato “all’acqua di rose”. L’impressione è che – come sempre accade quando si parla di architettura – la soggettività dell’opera abbia tolto spa-

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discussione infinita: ci vorrebbe un referendum

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zio alla razionalità con i possibili rischi che ne conseguono. Ma chi dovrebbe giudicare la bellezza o bruttezza dell’opera? La città nel suo insieme? E qui la discussione casca a fagiolo, perché mentre chi progetta tende a privilegiare lui stesso, il cittadino invece tende ad essere prevenuto. Un esempio di questa “miopia”? Eccolo: il più importante architetto catanzarese è stato senz’altro Saul Greco (19101971), preside della Facoltà di Architettura alla Sapienza di Roma, che progettò vari palazzi nella parte alta di corso Mazzini e dei quali, belli o brutti che siano secondo le varie opinioni, nessuno in città ha mai avuto da ridire. Mentre invece quando fu realizzato il Teatro Politeama, opera del maestro Paolo Portoghesi, romano classe 1931, architetto altrettanto importante e di maggior fama internazionale, professore ordinario alla Sapienza di Roma, ex direttore della Biennale di Venezia, con opere realizzate in Francia, Germania, Russia, Cina e Sudan, tutti ebbero ed hanno ancora da ridire. Qualcuno era pure scontento: “E chi dia-

Chi dovrebbe giudicare la bruttezza o la bellezza dell’opera?

volo è Portoghesi? Meglio Renzo Piano”. Peccato che il tale qualcuno – va affermato, per conoscenza diretta – ancora oggi non sa chi diavolo siano né Paolo Portoghesi né Renzo Piano. Che altro dire? Ah, già: Dio ci scampi dagli architetti e da noi stessi. Per giudicare un’opera da queste parti non basterebbe un referendum.

Aurelio Fulciniti

www.catanzarolive.it



IN edICOLA Devo restare aggiornata sui tempi e ho già visto una bella ricetta Amore sono uscita presto e ho preso la colazione e i giornali. Sì, lo so che sono tanti, ma c’erano un sacco di riviste interessanti. E poi mi devo aggiornare: moda, capelli, trucco, così poi non mi critichi quando usciamo. E poi ho preso i miei soliti mensili e qualche giornale di ricette e giuro che non rimarrà sulla mensola a fare la muffa: domenica provo un arrosto che ho già visto mentre aspettavo di pagare. Ma certo che per te ho preso qualcosa: solo il Corriere dello Sport, tanto tu non leggi…

dIfFeREnzA ME Te Damiana Riverso

la

tra

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fOLLIA invece di fare i compiti sei stato alla playstation? ora ci pensa papà Vorrei arrivare la sera a casa senza urla o scenate. Hai fatto i compiti? Hai preparato lo zaino? Domani che attività hai? Musica e violino, bene. Prepara tutto e non picchiare tua sorella, tra poco ha il saggio di danza e sarebbe bello se non avesse lividi ovunque. Come hai ancora due problemi da fare, e finora cosa hai fatto, hai giocato alla Playstation vero? Giuro che la rompo. Ok va bene per stasera passa ancora, ma da domani non voglio sapere niente, ci pensa papà ed io vado dal parrucchiere.

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LIVE coppia

IN edICOLA Che noia quelle riviste... beato Corriere dello Sport Eccola, è tornata con le solite riviste stupide di moda e quei giornali che parlano di storia, noiosi come non mai. E meno male che sono mensili che con quello che costano mi dovevo fare un mutuo solo per pagarle i giornali. Che poi sono solo pubblicità e figure, io non li comprerei. Ahhh caro vecchio Corriere dello Sport, tu sì che sei degno di essere letto, anche se dovrebbero fare qualcosa solo sulla squadra del cuore e solo di calcio… l’atletica, ma chi è che legge l’atletica?

PIANO b relax ai tropici... Se divento ricca, mollo tutto e mi trasferisco su un’isola tropicale: sole, mare, tramonti mozzafiato e cocktail tutto l’anno. La noia? Chiamatemi quando piove e vedremo chi si annoia…

PIANO b Quante cose comprerei... Se divento ricco… compro una barca, una macchina sportiva, case in montagna, al mare. E le donne… sì, quante donne che cadranno ai miei piedi. E se mi gira mi compro anche una squadra di calcio.

fOLLIA Che sarebbe bello tornare a casa e non sentire urla... no, i compiti no Ah, come sarebbe bello tornare a casa la sera e trovare la famiglia riunita e tranquilla che mi aspetta. I bambini pronti per la cena che mi aspettano senza tirarsi i capelli e senza colori sparsi sul pavimento, i compiti già fatti, gli zaini in ordine, la tavola apparecchiata e l’arrosto nel forno. E mia moglie senza occhi da pazza. Invece apro la porta e sento le urla e le minacce… casa dolce casa. No, ti prego i compiti con papà no. Non ce la posso fare. Eccoli, si avvicinano minacciosi con i loro quaderni… un incubo.

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foLLe

gusto

PIZZA solo al woda woda di petrizzi

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gEnIaLe

uand’è che dal genio si passa alla follia? E quand’è che un’idea folle si rivela geniale? Il passaggio, a volte, è davvero impercettibile. Un passo più in là, un passo più in qua. Probabilmente, però, si potrebbe dire che c’è il genio quando quello che si fa è sostenuto dalla passione, e non si va ad infrangere e a limitare la vita degli altri. Anzi la si stuzzica, la si arricchisce di esperienze nuove, che altrimenti non avreb-

bero provato. È quello che fa Fernando, nel suo locale a Petrizzi. Munito semplicemente di spirito di iniziativa, creatività e passione riesce a spingersi dove gli altri neanche osano. C’è chi lo chiama folle, e forse è così. Ma la verità è che in quello che fa è un genio. Perché Fernando Staglianò ha cambiato le regole della pizza con il suo Woda Woda. Già il nome del locale, un elogio ai Litfiba, la dice lunga sul suo senso arti-


VE LI n gu o st

lontano 1986». Oggi l’allievo ha superato il maestro e Napoli ha ben poco da insegnare a Fernando, che fa di quella magia, dell’istinto di un attimo, la sua genialità, la sua follia. «La Pizza Regina – spiega – che ha vinto i Campionati Italiani, composta da una crema di zucca aromatizzata al gorgonzola, con le zucchine, i pinoli tostati e la pancetta tesa, ha raggiunto la sua composizione finale quasi per caso. Una settimana prima delle gare ho realizzato la ricetta che all’origine prevedeva l’utilizzo del bacon. Ma non ero convinto del sapore perché era troppo dolce. La mattina in cui sono dovuto partire per Roma, dove si svolgevano i Campio-

co

stico e non è un caso che molte delle sue creazioni culinarie portino i nomi di alcune delle più note canzoni della band italiana. Sì, ma non ditelo a Piero Pelù! E con il suo Woda Woda ha sconvolto i palati di tutta Italia e non solo. Sì, perché Fernando è il campione italiano dei Campionati Assoluti di Pizza. Ha superato a suon di ingredienti atipici e colpi di farina gli oltre duecento concorrenti in gara con la sua “Pizza Regina”. Ma eravamo nel 2010 e non si è accontentato. E così l’anno scorso ha deciso di mettersi nuovamente in ballo in una competizione più importante e ancora una volta la sua geniale follia gli ha permesso di sbalordire anche i palati più sopraffini nei Campionati Mondiali di Pizza Piccante, salendo sul gradino più alto del podio. Un’eccellenza tutta nostrana, che mette al potere la fantasia. Tutto è nato così, quasi per magia, nello stesso identico modo in cui lui crea le sue pizze. «Facevo il lavapiatti in un lido – racconta – e guardavo questo pizzaiolo napoletano all’opera. Da allora mi sono innamorato della pizza. Era il


anò Fernando Stagli liano è campione ita 10 di pizza del 20 ndiale e campione mo di pizza piccante del 2012

Pizza al pistacchio, alla crema di zucca, di pecorino romano e anche di fichi d’india. idee folli dal gusto geniale

nati, non avendo bacon ho deciso di portarmi direttamente dalla cucina di casa mia un po’ di pancetta affumicata piccante. E così per un’intuizione di un attimo arrivai a realizzare quella che mi ha portato a vincere le gare». E sempre per un’intuizione decise di tostare i pinoli anziché metterli a crudo, per re-

galare alla pizza quella croccantezza che oggi ne fa una delle più richieste del Woda Woda. E si unisce alla magia della pizza alla crema di pistacchio di Bronte, alla crema di pecorino romano, alla crema di funghi porcini e ’nduja e chi più ne ha più ne metta. Nel calderone c’è anche la pizza alla crema di fichi d’India con la quale Fernando ha deciso di partecipare ai nuovi Campionati. Ci ha fatto assaggiare in esclusiva un’anteprima e garantiamo che c’è davvero da uscire matti…

Giovanni Bevacqua |

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CIN CI Là PeR feSTIVAL d’AUTUNNO Teatro Politeama

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Una storia d’amore orientale ambientata a Macao. Gli in- sab gredienti per una trama avvincente ci sono tutti: gelosia, romanticismo, tradizione, tradimenti e due giovani innamorati che si trovano a dover salvare la loro relazione. Intreccio tra passato e presente che rischia di condizionare il futuro. Si parlerà di due timidi principi destinati convolare a nozze e di Cin Ci Là, donna bella, sensuale ed entusiasta come i suoi motivetti ritmati che tutti conoscono e cantano.

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ARTISTI NeLLO SPAzIO... fINO AL 29 dICeMbRe Complesso Monumentale del San Giovanni

day Nelle sale del Complesso Monumentale del San Giovanni il pubblico si troverà a “vivere” una serie spettacolare di ambienti che hanno scandito le grandi stagioni dell’arte italiana dal 1949 alle ultimissime generazioni, passando per i mitici anni Sessanta e Settanta, che hanno segnato uno dei punti più alti dell’arte italiana in campo internazionale. Tra gli artisti in mostra Pinot Gallizio, Gianni Colombo, Alberto Biasi, Getulio Alviani, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Flavio Favelli, Vincenzo Agnetti, Giulio Paolini.

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fICARRA e PICONe IN “APRITI CIeLO TOUR 2013” Teatro Politeama Dopo un periodo di assenza dai grandi palcoscenici, il duo siciliano torna nei grandi teatri. La comicità è basata su una quotidianità dai risvolti più assurdi in un Paese dove tutto è il contrario di tutto.

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MR Lexx Hemingway Club Finalmente in Italia, dopo un’attesa durata due anni, Mr. Lexx aka Lexxus. Per questa edizione speciale del Ragga Love, Kissusenti, Catanzaro Alleanza e Catanzion presentano una stella del dancehall business Jamaicano.

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jOhN WAyNe GACy bANd Fazzari Café

Tromba, chitarra, batteria e voce per un concerto che ripercorre la storia del rock. Joohn Wayne Gacy Band arricchirà lo scenario dei live in programma al Fazzari Cafè ogni giovedì. Un tuffo nel passato con sonorità tutte da ballare.

MezzO SANGUe Hemingway Club Conosciuto sulla scena musicale come uno dei rapper migliori in circolazione. Mezzosangue approda all’Hemingway. A fargli da spalla e incendiare il pubblico, Dj Pitch8. Opena act a cura di The Blokers.

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I GIOVedì deL fAzzARI CAfé Fazzari Café

È tempo di “Mayimbe Son”. Al Fazzari Café continua il viaggio nella musica con un progetto che propone i classici più emozionanti della tradizione cubana. Serata di contrabbasso, ukulele, chitarra e voce.

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ano gente Provocazioni d’arte: «Chiam isti locali» art iché anz di fuori

Damiana Riverso

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Genio ? OFOllIa o

scegliamo a cosa credere

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acce, volti. Visi, a volte netti a volte solo accennati, che fuoriescono dalla creta, dalla pietra, dall’alabastro. Beffardi, tristi, ironici, felici, ma anche grotteschi. E poi braccia, gambe, nasi e occhi che escono e si fondono con la stessa materia di cui sono state creati. Opere che d’impatto appaiono folli ma che forse sono solo geniali. «La follia può essere il

genio, sono due cose differenti che hanno lo stesso significato, sembra un controsenso ma è così. Il genio della follia e la follia del genio. Mi sento un po’ folle anche io, ma nel mio genio». Ci accoglie così Giuseppe Nisticò, con le sue opere, che lo raccontano e mentre le osserviamo ci trascinano nel suo mondo fatto di luci e ombre, forte e d’impatto


VE LI co a in rt pe

Giuseppe Nisticò, per gli amici “Peppe Rasta”, ha coltivato negli anni la sua passione per la materia e la fusione con i volti umani

in

come la pietra che scolpisce. Trentuno anni, nato e cresciuto a Catanzaro, e poi anche lui emigrato per cercare fortuna, per vivere della sua arte, cosa che Catanzaro non gli permette. La passione per l’arte e per la scultura l’ha sempre avuta e si confonde nei primi ricordi della sua infanzia, quando con la cera della provola ha creato i suoi primi volti. «Neanche lo ricordo bene – ci dice – ma i miei genitori sì, e me lo raccontano sempre. So solo che fin da piccolo volevo toccare i materiali, formarli. Mi piaceva e mi piace sporcarmi quando lavoro». Dopo aver frequentato il Liceo Artistico sceglie di viaggiare e così si reca prima a Bologna e poi a Firenze dove è entrato all’Accademia delle Belle Arti: «Una città magica, romantica, figurativa al massimo. Da Firenze passa il mondo a livello culturale, un ambiente molto bello e ne ho approfittato per il vasto campo che offre. Non è solo arte, ma c’è anche la filosofia e l’aggregazione sociale. Il bello è che mi potevo riunire con pittori, poeti e cercare

a tu per tu con

giuseppe nistico


nuovi stimoli, quello che non c’è a Catanzaro». Sempre l’amore per il toccare, per la materia lo porta poi a Carrara, dove rimane affascinato dalla cava dei marmi e si ferma per completare il suo percorso di studi. «A Carrara – continua – ho cercato di usufruire ancora dei laboratori e per rimanere nell’ambiente. Mi sono completato con gli studi in fonderia, non solo con i marmi. Ho vissuto in pieno la materia e ho potuto creare, sfruttare la mia

Dopo aver frequentato il Liceo Artistico ha deciso di andare a studiare all’Accademia di Firenze

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immaginazione. Ed è proprio la creatività che secondo me distingue l’artista dall’artigiano. Il campo dell’arte è particolare, o si prende una carriera particolare o si insegna. In Italia è cambiato tutto, sono in una generazione particolare dove c’è una situazione politica, culturale ferma e sono rientrato anche io in quel tunnel di incertezza. Ho anche lavorato per fare l’artista, ho fatto il cameriere, il piastrellista e volantinaggio. Tutto per comprarmi gli attrezzi del mestiere. Mentre gli altri ragazzi guardavano al cellulare, io sognavo il flessibile, la mazzetta. Io ci credo nel mio lavoro». E la sua arte è davvero particolare, unica nel suo genere, come cerca di essere lui che si è creato una tecnica unica, personale, affinata negli anni. «Ho una tecnica particolare – dice – la uso anche per denunciare, per raccontare. Sono fissato con le maschere, con il loro uso apotropaico, anche grazie alla cultura calabrese dove hanno un significato magico rituale. In passato si credeva che scacciassero gli spiriti maligni. Da piccolo andavo spesso a Palermiti, dove queste maschere venivano affisse sulle porte, e ne sono rimasto completamente affascinato. Le ho riprese


portante è che arrivi un nell’arte ma in un’anatomia messaggio, altrimenti avremia personale, è come se sti fallito. Nel momento in le facce si sciogliessero, si cui ne parlano ho già intrecciassero con la matecreato qualcosa. L’oggetto ria, in qualsiasi materia. Mi non è solo tale ma è stipiace trovare i visi senza molo di qualcosa, crea un anatomia fissa, senza camovimento, un ragionanoni comuni. Avere una vimento, s i o n e una depersonale Come tanti altri nuncia. d e l l e è stato costretto L’oggetto c o s e . ha un fine, L’arte è di ad andare altrove non è fine tutti, è a cercare fortuna a se bello dare stesso». Ed l’io colletè questa la realtà che Giutivo, mi piace vedere cosa seppe vorrebbe vivere ma ci vede la gente nelle che nella sua terra non opere. So che a volte postrova. Racconta dei suoi sono pensare che le mie viaggi nei simposi in Maceopere sono inquietanti ma donia, è stato in Siria, ha va bene lo stesso, anche se creato opere in Giappone, pensano che i volti siano e consiglia il viaggio come brutti. Mi va bene così: l’im-

Sono molto fissato con le maschere, con il loro uso apotropaico, anche grazie alla cultura calabrese dove hanno un significato magico rituale Giuseppe racconta la sua particolarità artistica, i suoi metodi

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Tornerei a vivere stabilmente a Catanzaro se potessi vivere e lavorare con la mia arte. Al momento non mi è possibile il rammarico di un artista

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bene perché qui più di ogni scoperta, con altra realtà l’arte è domiarricchinata e rovinata dal mermento cato. Non si pensa che persoogni opera ha un valore nale. perché qui c’è chi pensa di Ma lui poter essere il giudice del a Catalento altrui, dell’arte. Ma tanzaro cos’è il valore? Chi lo può tornedire? Io so quanto valgo e rebbe? quello che posso dare. Ma «Quando in questa città non la si torno la pensa così, ci si concentra vedo con solo sul valore, quello del occhi diversi. In mercato. È un ambiente rirealtà vengo stretto che spero possa alspesso e ci tornerei largarsi negli anni. Non c’è stabilmente se poconfronto tra artisti, non c’è tessi lavorare con la stimolo. Ci sono scultori bramia arte. Ma al movissimi che non sono conomento non mi è possisciuti. Ma le Istituzioni cosa bile. Io parto e poi ritorno. fanno? Per fare qualcosa Ma mi rendo conto che a chiamano sempre artisti da Catanzaro manca lo spifuori. Perché non fare lavorito di aggregazione tra artirare invece i talenti locali? sti, l’unione. Perché non si Da qui ce ne andiamo tutti: pensa che ci si possa dare artisti, scultori e medici. Antanto gli uni con gli altri: non diamo via perché all’estero è copiare. Per questo mi ci affersono tromiamo v a t o La provocazione: meglio bene in rifare il Cavatore mentre qui Toscana, non abdove l’agstanco di lavorare gregache siede sulla fontana b i a m o possibilità. zione e il Ci vorconfronto rebbe qualche provocac’erano ogni sera e ogni zione». E la sua sera imparavo qualcosa. provocazione si trasforma Qui c’è troppa competisubito in un lampo di genio, zione, e invece dovremmo in una scultura già formata stimolarci a vicenda». «Ma nella sua mente. Il Cavasono convinto – continua – tore, simbolo di Catanzaro, che Catanzaro possa dare seduto sulla fontana stanco tanto, ci sono ottimi artisti. che dice “Ei! Diamoci una Eppure io non mi trovo www.catanzarolive.it


VE LI co

le sue maschere lo guardano mentre lavora

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da una forma, da un pietra nella quale Giuseppe vede sagome e visi sconosciuti agli altri. «Esco sempre con carta e matita, per appuntarmi quelle che vedo, quello che sento. Anche le mie emozioni mi influenzano. E poi arriva quel momento della creazione, un momento catartico per noi artisti». Giuseppe, o “Peppe rasta” come molti lo ricordano, quando portava i capelli lunghi e rasta, lo faceva per provocazione. Sì perché Giuseppe conformista non lo è stato mai e continua a non esserlo. Le sue opere stravaganti ti portano in un mondo diverso, unico. Anche quando lavora sotto commissione ci mette sempre del suo e gli stati d’animo rimangono impressi nella pietra immutabile ed eterna che per sempre porterà la sua firma. I grandi, quelli a cui lui si è ispirato, hanno avuto riconoscimenti solo una volta divenuti ricordo. Solo dopo hanno avuto la grandezza. Ma Peppe è già grande, un genio made in Catanzaro, che quando torna nella sua città scolpisce in uno scantinato pieno di maschere che lo osservano beffarde e lui risponde a quel sorriso creando ancora, e ancora…

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mossa, non lavoro solo io!”. «È questo che abbiamo perso, il lavoro. Avevamo tante cose a Catanzaro, come ad esempio la seta ed ora non abbiamo più nulla». Giuseppe è così, geniale, un po’ folle, con gli occhi vivi dietro i suoi occhiali tondi dove passa un lampo di luce quando parla dell’arte. «L’arte salverà il mondo – dice ancora – e io voglio vivere d’arte. Non voglio essere ricco e famoso, voglio solo vivere dei miei lavori, parlare dei miei lavori». Lavori che nascono da un’idea,






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, ender s game Genere: Fantascienza Durata: 124 minuti

GuarDa il TrailEr

un film di Gavin Hood

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uando il giovane Ender Wiggin viene convinto a lasciare la scuola tradizionale per nella Scuola di Guerra di Graff, stimatissimo Colonnello della Flotta internazionale, la sua vita cambierà drasticamente. E dalla sua dipenderà quella dell’intera umanità. Ma con estrema facilità Ender inizierà ad apprendere le tattiche di guerra, vincendo ogni simulazione e guadagnandosi il rispetto degli altri cadetti. Verrà presto promosso da Graff alla Scuola di Comando, dove sarà addestrato dallo stimato Mazer.

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eller Dover sta affrontando il peggior incubo di ogni genitore: sua figlia di sei anni, Anna, è scomparsa insieme alla sua giovane amica, Gioia. Il responsabile dell’investigazione, il detective Loki ha arrestato l’unico sospetto, ma la mancanza di prove lo ha obbligato a rilasciarlo. Sapendo che la vita della figlia è in pericolo, Keller non ha altra scelta se non prendere la situazione nelle proprie mani. Disperato farà di tutto per trovare le ragazze, rischiando anche la propria vita.

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Genere: Thriller Durata: 153 minuti

GuarDa il TrailEr

un film di Denis Villeneuve


LIVE cin3ma

sole a catinelle

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ecco deve mantenere la promessa fatta al figlio di regalargli una vacanza da sogno se avesse portato una pagella con il massimo dei voti. E nonostante la forte crisi sia dal punto di vista del fattura sia con la moglia, prova a renderlo felice. Partito con la speranza, delusa, di vendere qualche aspirapolvere ai suoi parenti in Molise, si ritrova a casa di Zoe, una ricchissima ragazza che ha un figlio proprio dell’età di Nicolò. Nasce così una bella amicizia e una storia dal morire dalle risate.

Genere: Commedia Durata: n.d.

LIVE consIgLIa GuarDa il TrailEr

un film di Gennaro Nunziante stai lontana da me Genere: Commedia Durata: n.d.

GuarDa il TrailEr

un film di Alessio Maria Federici www.catanzarolive.it

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acopo è il miglior consulente matrimoniale sulla piazza. Purtroppo l’unico caso che non riesce a risolvere è proprio il suo: da sempre porta una sfortuna nera alle donne che gli stanno vicino! Alcune finiscono al Pronto Soccorso, altre ci rimettono la carriera e l’unico rimedio diventa la fuga. Ma un giorno incontra Sara, una bella e ambiziosa architetta, della quale si innamora perdutamente. Lei lo ricambia, decisa a resistere alle sventure che cominceranno a pioverle addosso, ma l’impresa non sarà facile.


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thor: the dark world Genere: Fantasy Durata: 130 minuti

GuarDa il TrailEr

un film diAlan Taylor

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n oscuro nemico, più antico dell’universo, minaccia i Nove Regni, e anche la Terra. Affrontato da un nemico a cui nemmeno Odino e Asgard possono opporsi, Thor deve intraprendere il viaggio più pericoloso ed introspettivo della sua vita, che lo ricongiungerà con Jane Foster e lo obbligherà a sacrificare tutto per salvare tutto e tutti. L’ordine tra i pianeti sarà tutto nelle sue mani e nel suo temibile martello. A lui e ai suoi amici (e non solo) spettarà di far tornare la luce nell’intero universo.

hunger games - la ragazza di fuoco

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atniss Everdeen torna a casa incolume dopo aver vinto la 74esima edizione degli Hunger Games, insieme al suo amico, il “tributo” Peeta Mellark. La vittoria però vuol dire cambiare vita e abbandonare famigliari e amici, per intraprendere il giro dei distretti, il cosiddetto “Tour di Victor”. Ma la ribellione sta montando e Katniss si ritroverà a partecipare anche alla nuova edizione dei giochi, una sfida tra tutti i vincitori, che potrebbe cambiare per sempre le sorti della nazione di Panem.

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Genere: azione Durata: 146 minuti

LIVE consIgLIa GuarDa il TrailEr

un film di Francis Lawrence



PSiCOLIVE

le tue lettere, i tuoi pensieri

Tolomeo, in un piccolo Gentile Dott.ssa ho 28 anni e vivo , so e’ stata ta sono Tomma incia. La mia vi paese della prov lla nascita, infatti, sono afDa dura da sempre. una malattia a mediterranea, mi ne ll’a da quasi tutto fetto re fa di o consentit cronica che mi ha avendo molti, a volte troppi r nella mia vita, pu e’ una malattia ivere. In pratica limiti con cui conv inue trasfusioni ttoporsi a cont che obbliga a so rmaci quotidianamente. Purfa per cui si puo’ e a prendere dei te si puo’ guarire en ilm fic dif e cercare di troppo ne io iz nd questa co sono venuto solo accettare ’ Le scrivo perche viverla al meglio. Sua esperienza con pazienti lla per cui vorrei a conoscenza de stessa malattia a mi lla da i a livello psii, affett tt pe as ali sono gli sapere da Lei qu erizzano la mia condizione e tt cologico, che cara i possono influenzarla. Glielo tern negativi requali fattori es volte, i pensieri a ’, he rc pe o nd o da me ma doma ttia non parton i miei parenti lativi alla mala mia famiglia, da la realta’, lla da , no er st dall’e picco che, essendo una e dal mio paese ercuotono nerip si e ch izi iud eg pr lti mo a go ringrazio da’ luo lla mia vita. La e per la gativamente su a’ ilit la disponib sin da ora per ’. ra risposta che da Tommaso mo usato un nome

Per privacy abbia

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di fantasia


risponde la dottoressa

Susanna Tolomeo

Psicologa iscritta all’Ordine degli psicologi della Calabria

scrivici su psicolive@catanzarolive.it

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aro Tommaso, grazie per aver parlato con me e con i lettori di PsicoLive della Sua malattia che, sebbene sia molto diffusa nel Meridione, non è conosciuta dalla maggior parte delle persone. In base alla mia esperienza, posso dirle che proprio per tale motivo essa può dar luogo a molti pregiudizi e stereotipi che non corrispondono alla realtà e che, spesso, possono portare a conseguenze negative sul benessere psicologico del paziente che ne è affetto. Per quanto riguarda gli aspetti psicologici, devo premettere che ogni fascia di età è caratterizzata da particolari dinamiche psichiche, sentimenti e vissuti e che questi variano anche in base alla personalità ed alle caratteristiche del singolo. In linea generale, un aspetto condiviso da molti pazienti è un sentimento di diversità sperimentato nei confronti dei propri pari, un sentimento che è dato soprattutto dal rigido regime terapeutico a cui è

L’anemia mediterranea, malattia a molti sconosciuta, puo’ dar luogo a pregiudizi e stereotipi che non corrispondono alla realtà necessario sottoporsi, dai segni che esso lascia sul corpo ed al confronto con gli altri da cui spesso scaturisce un senso di inferiorità e, come conseguenza, una bassa autostima. Altro fattore da considerare è l’atteggiamento di iperprotezione che spesso è proprio dei genitori dei pazienti con anemia mediterranea. Essa, infatti, è una malattia ereditaria che, quindi, può venire trasmessa da entrambi i genitori anche se questi non ne sono affetti ma sono solo portatori sani. In tal caso subentrerebbe un senso di colpa, vissuto anche a livello inconscio, che darebbe vita ad iperprotezione e ad una forte ansia sperimentata dal genitore. Un caro saluto Tommaso.


ELOgIo alla

foLlIa

gente che fa la storia

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ochi lo sanno ma fino a qualche tempo fa esisteva una figura nel presepe che segnava il fondersi di due tradizioni: quella comunitaria del proprio paese o della propria città e quella della storia, infinita, millenaria, profonda. Era la figura dello “scemo del villaggio”, del soggetto più buffo e strano del circondario, un personaggio

reale che veniva catapultato a Betlemme accanto magi, pastori e Sacra Famiglia divenendo anello di congiunzione tra quotidianità e immaginario. Una pratica ormai persa, un elogio della follia tanto genuino quanto sincero, affettuoso e mai offensivo. Più che generare scherno e attirare insulti, quel personaggio rappresentava in tutto e per tutto la co-


VE LI i

cora negli occhi di tutti. Una processione solenne di cani di tutte le taglie e dimensioni e lei davanti, formidabile apripista. Celebre è poi la cara, vecchia Maria. Un personaggio burbero, è vero, ma dalle reazioni mai scontate. Ieri come oggi la si vede spesso in giro a caccia di “duecentolire” per poter comprare una “Brasilena”, con quell’andatura caracollante e l’im-

gg na

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da portare sempre con sé nei quotidiani viaggi per le strade della città. Ed è innegabile che ci entrasse anche l’affetto bonario di chi lo incontrava. E “a signora cu i cani”? Ve la ricordate? Lo stuolo interminabile di bestiole a quattro zampe che l'accompagnava resta an-

o rs pe

munità di appartenenza dalla quale il personaggio reale non era emarginato ma quasi coccolato, e la sua follia vestiva i panni di una dignitosissima genialità a cui era impossibile non rispondere con un sorriso. Quanti personaggi avrebbe il presepe di Catanzaro se venisse riabilitata questa antica tradizione! Il primo non potrebbe essere che Bruno, passato alla storia con il soprannome di “Jejé”. Ve lo ricordare? Bassino, con le guance incavate, la barba incolta e quell’incedere lento, quasi ritmato, sempre a testa bassa. Non c’era giorno che non lo si vedesse per strada con l’inconfondibile cappotto marrone e le sue inseparabili buste di plastica targate “Standa”. Se lo chiamavi per nome ti regalava un sorriso, se invece lo chiamavi “Jejé” te ne diceva di tutti i colori. Un personaggio entrato in sordina nella storia di questa città e oggi annoverato tra i suoi protagonisti, un omino minuto oggi gigante nella memoria di intere generazioni. Era lo specchio della povertà e del disagio, Bruno, ma se lo guardavi negli occhi ci trovavi la quintessenza della follia, la vita. Quelle buste, poi... colme fino all’inverosimile, una valigia

Le immagini presenti nell’articolo sono dipinti dell’artista catanzarese Gioacchino Lamanna che ritraggono diversi spaccati di Catanzaro e il noto “Jejé”

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Bruno, Maria e la “signora ccu i cani”, emblemi della povertà. Nei loro occhi la quintessenza della follia: la vita precazione sempre pronta (anche se non sempre traducibile in italiano, e se possibile sempre meglio evitare). L’immancabile cerchietto rosa in testa e le pantofole ultra usurate sono diventate ormai un autentico marchio di fabbrica così come la sua voce, pressoché inconfondibile nel-

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l’oceano dei rumori urbani. Bruno, Maria, la “signora ccu i cani”… potremmo continuare all’infinito, tirare fuori dagli scrigni della memoria Catanzarese mille e mille figure epiche come queste, più o meno conosciute, in particolare dai giovani, ma divenute patrimonio storico-culturale della città, schegge pittoresche di un’identità comune. Anche loro sono parte della nostra straordinaria storia e la loro genialità, il loro strambo modo di essere, merita il palcoscenico della narrazione. Infondo, come diceva Alda Merini, «anche la follia merita i suoi applausi».

Gianfranco Giovene



#1

#1aggredita in casa? no, scorregge puzzolenti

a puzza urla: nessuna violenza, solo tropp Michigan, polizia interviene per le e lui, parte di una stessa storia. Si Ah che bello l’amore! Lui e lei, lei . O quasi… la polizia di Clawson, condivide tutto, ma proprio tutto re gli animi nell’appartamento seda per a enut interv è , igan nel Mich dai vicini, spaventati dalle urla ati Allert ia. copp ne giova di una avano di trovarsi nel mezzo di pens rdine dell’o forze le della moglie, c’era semplice disperazione e invec e a estic dom un’aggressione I forti rumori nel palazzo e le te. olen puzz o per una scoreggia tropp to a smetterla, non erano mari il va invita grida della donna che convivente che non riudella ia rabb altro che i peti dell’uomo e la l’amore è amore… sciva a sopportarne l’odore. Ma

di questa rubrica Tutte le storie riportate all’interno lo scopo sì di intrattenere, o hann e dute sono realmente acca società in cui viviamo... sulla ma soprattutto di far riflettere sione rifles a buon e nto time diver buon

#2 #

o in galera vacanza da sogno? allora vad ede ogni tipo di lusso nio conc Venezuela, il carcere di San anto

Guarda il video

#2

sogno? Bè, molti neanche più ci Chi non desidera una vacanza da no sarebbe impossibile concorro che i temp i con hé perc pensano rebbe commettere qualBaste . poco basta re Eppu cedersene una. ere in galera. Avete sbatt farsi per basta to quan che piccolo reato, San Antonio, una c’è zuela Vene in arita capito bene. Sull’isola Marg tratta di un villagsi la ere carc di che Più prigione molto particolare. , sono liberi di fare rsene anda parte a gio turistico. Tant’è che i reclusi, tv, fare il bagno in piscina o navila dare guar ono: vogli che o quell no anche organizzare combatgare su internet. Ma non è tutto. Posso re i propri traffici per telefono. gesti o a drog ciare spac galli, timenti tra proprie famiglie! Il motivo di alle e insiem i viverc di o C’è chi ha scelt di droga tutto ciò? Tutto merito di un trafficante Imponenche sta scontando lì la sua pena. sfrutdosi come leader della prigione ha le orare migli per re pote suo to ques tato si Qua nuti. dete dei vita di condizioni quasi ci si fa un pensierino…


#3 #3

LIVE original

si lega per non andare al lavoro

bloccata nel suo inganno Giappone, finge aggressione e resta liberi? Liberi dagli stress della Cosa non si farebbe pur di essere o. Bè, c’è chi si priverebbe lavor del noie dalle liberi quotidianità, se si sarebbe legata da pone giap a donn Una à. della propria libert re al lavoro, inscenando anda non di pur ento sola nel suo appuntam pensato bene ai dettaa abbi non che solo un’aggressione. Peccato avrebbe né forzato non o onat tenzi gli, al fatto che l’ipotetico malin ta talmente bene lega è si Ma porte o finestre né rubato alcunché. infatti ritrovata senza coscienza stata È rsi. libera a più re riusci non da avere sue notizie. dal proprietario che non riusciva ad

DEL MONDO

stranezze

StRaNGe worlD Giovanni Bevacqua

#4

#4 nel tostapane pompieri salvano uomo col pene

ma non è un caso isolato londra, non si sa cosa volesse fare in qualcosa? Una situazione partiChi non è mai rimasto incastrato llica… ognuno di noi. Ma in un meta rete una ello, canc colare, un O no? Non la pensa così Dave . ssibile impo ero davv tostapane è ra che sono dovuti intervenire Lond di pieri pom Brown, portavoce dei all’interno dell’apparecpene il con cato per “salvare” un uomo bloc si sa come sia avveNon . reale è ma chio elettronico. Sembra folle enti come questi incid che to linea nuto l’incidente ma Brown ha sotto sono addirittura in crescita. Un imma enti frequ o molt sono solo non rasse a tenere la “testa” a posto… barazzo evitabile se la gente impa

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taLeNtI

CASA e

CHIEsA G

verità piuttosto variegato enio e sregolatezza quando non addirittura denelle file dei giallorossi? testabile e persino rissoso Ma per carità, ma quando soprattutto fuori dal mai! Queste due doti cacampo – da meritare pieratteriali da queste parti namente la più totale indifnon hanno mai viaggiato ferenza. insieme. Di sregolati puri ce Di campioni veri ce ne ne sono stati, hai voglia a sono stati pochi nella storia cercarne, tornando indiedel Catantro con la zaro, dimemoria Genio e sregolatezza c i a m o e anche sul pre- sono dati caratteriali a p p e n a sente. Ma che da noi non hanno tre se vogliamo erano tutti mai viaggiato insieme parlare di brocchi, o quelli che quasi. In sono rimasti e restano tutogni caso nessuno fra tora impressi nella memoquelli un po’ svitati, se non ria dei tifosi. Ed erano tutti e di più, ha lasciato tracce di tre attaccanti. Ne abbravura tali da farlo rimbiamo parlato, di questi tre piangere. Anzi, alcuni di calciatori, anche in un artiquesti sono stati talmente colo su questa rivista nei inconsistenti – dal punto di mesi scorsi. Ricapitolando vista calcistico piuttosto un po’ di aneddoti che riche da quello umano, in

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VE LI sp t or

guardano i tre giocatori, possiamo dire che erano più o meno tutti casa, campo di calcio e gol. Andando al primo, per esempio, Gianni Bui, grande centravanti degli anni Sessanta: il primo a girare per Catanzaro con una rombante fuoriserie, ad esempio, ma anche un uomo attaccato alla famiglia e ai genitori, nonché il primo in assoluto ad esultare dopo aver segnato un gol alla sua ex squadra (e successe proprio durante un Catanzaro-Torino 1-3 del 1972). Cosa si può dire di sconveniente su un asso d e l

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Gianni Bui, stella giallorossa degli anni Sessanta

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genere? E del più grande calciatore della storia del Catanzaro, Massimo Palanca, cosa vogliamo dire? Una delle persone più schive e riservate che abbiano mai calcato i campi di calcio, perlomeno in casa giallorossa. Un uomo tutto casa e famiglia, uno che ha pianto dopo un rigore sbagliato ed è stato finanche perdonato platealmente dai tifosi (cosa mai accaduta e che difficilmente accadrà sui campi di calcio) che cosa può riservare di trasgressivo? E per giungere ai tempi più recenti, di Giorgio Corona, persona correttissima anche nelle situazioni (sportivamente parlando) più imbarazzanti, uno che c’era da farsi scrupolo a contestarlo anche quando (piuttosto raramente, c’è da dirlo) sbagliava un gol, che si può dire? A meno

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Essendo il calcio d’oggi una “gabbia di matti” non ci si sorprenderà se anche Catanzaro avrà i suoi talenti sregolati che non vogliamo prendere come esempio di trasgressione assoluta la frase che rilasciò in un’intervista: «Non ho mai aperto un libro in vita mia». Se è così il 90percento dei calciatori italiani sarebbero dei pericolosi sregolati (anche se abbiamo scoperto di recente che l’attuale centrocampista giallorosso Alessio Benedetti è un appassionato lettore, quindi inverte bene la rotta).

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E poi sarebbe impossibile, in una “piazza” particolarmente esigente nei confronti dei propri calciatori sia dentro che fuori dal campo, poter avere un campione che faccia anche i capricci, per non dire altro. Non ce ne sono stati finora e difficilmente ce ne saranno in futuro, per quanto dal momento che il calcio è oggi più che mai una “gabbia di matti”, si può ben concludere sostenendo che tutto è possibile. Ma proprio tutto.

Aurelio Fulciniti www.catanzarolive.it





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on si può sempre dire di sì. Ci sono momenti in cui negarsi può valere molto di più di concedersi. Ti viene difficile ma c’è chi fino ad oggi ne ha sempre approfittato. Comincia col dire di no per primo a te stesso.

o hai sempre desiderato ma non sei mai riuscito a realizzarlo. Oggi lo hai quasi messo da parte, come un sogno irrealizzabile. Ma fermati un attimo e pensa: non è che forse non lo hai desiderato abbastanza?

N

on esiste un momento giusto, sarà sempre troppo presto o troppo tardi. Conterà solo come la prenderai, l’abilità che avrai ad affrontarlo. Perché ogni momento è quello giusto se pensi che lo sia…

i disgustava l’idea ma dopo il primo morso a quella pizza al pistacchio ti si è aperto un mondo nuovo, che non conoscevi perché non volevi conoscerlo. Prendilo da esempio: non chiudere mai le porte a nessuno…

leone

23 luG / 22 aGo

Amore: 7/10 Fortuna: 8/10 Lavoro: 7/10

22 Giu / 22 luG

T

cancRo

Amore: 8/10 Fortuna: 6/10 Lavoro: 6/10

Q

uel vecchio divano non ti dà più pace. Non riesci a trovare la giusta posizione, ti agiti da un lato e dall’altro. Non ti sembra ora di buttarsi alle spalle le cose del passato e cercare stimoli nuovi? Amore: 6/10 Fortuna: 5/10 Lavoro: 7/10

L

’innovazione ti affascina tanto quanto il cambiamento. L’abitudine per te è monotonia, è mancanza di personalità, assenza di vita. Va bene cambiare ma farlo ogni sera con questa scusa non ti sembra un po’ troppo? Amore: 4/10 Fortuna: 6/10 Lavoro: 6/10

veRgine

gemelli

21 MaG / 21 Giu

Amore: 5/10 Fortuna: 5/10 Lavoro: 6/10

toRo

L

21 aPr / 20 MaG

Amore: 6/10 Fortuna: 5/10 Lavoro: 7/10

23 aGo / 22 SET

aRiete

21 Mar / 20 aPr

NOVEMBRE


n intimo ti senti sexy quanto un crotalo durante l’accoppiamento. Eppure sembrano guardarti tutti con un certo appetito. Non è che per caso ti guardano perché in realtà hai sempre del cibo in mano?

I

ei nato Stefano e diventato Fefè, Quattrocchi, Cuoricino e Amore. Finché poi non è arrivato il giorno in cui il tuo angelo ti ha chiamato papà. Bè Stefano non ti sembra di pensare un po’ troppo alla Nutella?

H

ai aperto un cassetto che lasciavi chiuso da tempo e l’hai ritrovato. Pensavi ormai di averlo perduto per sempre, ti eri quasi fatto una ragione e invece, senza aspettartelo, è uscito fuori. Molte cose nella vita vanno così…

ncontri che non ti aspetti. Dopo anni è lì, di fronte a te e ti sembra tutto normale, come se non vi foste mai persi di vista. Preparati, vecchie nuove amicizie ti aspettano in vista di un nuovo anno ricco di sorprese.

21 GEn / 19 FEb

acquaRio

Amore: 7/10 Fortuna: 6/10 Lavoro: 7/10

capRicoRno

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22 DiC / 20 GEn

Amore: 7/10 Fortuna: 8/10 Lavoro: 6/10

È

ora di capire realmente cosa vuoi e cosa non vuoi. Non è facile scoprirlo ma provarci è il primo passo per riuscirci. Ad esempio, preferisci la focaccia o la pizza? Cornetto al cioccolato o alla marmellata? Pensaci. Amore: 7/10 Fortuna: 6/10 Lavoro: 5/10

A

bbassa le armi, la guerra è finita. Ora è tempo di ricostruire cose nuove, di dare scrivere le pagine di un nuovo capitolo ma ricordati di quello che c’è stato prima. Hai voltato pagina ma il libro è sempre lo stesso. Amore: 6/10 Fortuna: 7/10 Lavoro: 5/10

nb Questo oroscopo ha fine puramente ricreativo. Sei tu il solo padrone della tua vita!

pesci

22 noV / 21 DiC

sagittaRio

Amore: 7/10 Fortuna: 8/10 Lavoro: 7/10

scoRpione

S

24 oTT / 21 noV

Amore: 5/10 Fortuna: 7/10 Lavoro: 6/10

20 FEb / 20 Mar

bilancia

23 SETT / 23 oTT

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