Nativescaping Adattamento resiliente per Perth, WA Caterina Poncemi
Nativescaping Adattamento resiliente per Perth, WA. Tesi di Laurea Magistrale in Architettura Anno Accademico 2017/2018 Relatore: Luca Emanueli Correlatori: Stephen Gibson, Vittoria Mencarini di Caterina Poncemi
Alla mia mamma e al mio papĂ , che hanno cresciuto tre figli felici. Ai miei fratelli, a tutta la mia famiglia e agli altri animali.
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Indice Introduzione 9 Abstract 11 Arcadialand: il paesaggio coloniale inglese
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Suburbia: l’insediamento coloniale
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Waterbills: l’impronta ecologica degli spazi verdi
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Hard times: scarsità idrica e desertificazione
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Welcome to Perth: analisi del caso studio
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Crisi idrica e innalzamento del mare: una strategia resiliente
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Proposta progettuale: Leeve Park nuovo argine urbano
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Nativescaping: the Narrows, verde estensivo xerico
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Analisi conclusiva
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Bibliografia
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La swan coastal plain radici culturali Paesaggio coloniale White Australia
Crescita esponenziale Pionieri in seconda Town planning development act The metropolitan regional plan Suburbia, il risultato Voglia di densità Impronta idrica Acqua potabile
Proiezioni demografiche Desertificazione La corsa all’acqua Acqua alta
13 14 14 15
21 21 23 24 25 26 33 34
37 37 38 40
Introduzione 41 Vegetazione originale 41 Geologia e bonifiche 42 Public Open Spaces 43 Piatta e vulnerabile 59 Strategia di controproposta 60 Garden/garden 61 Analisi 67 Terrace road 68 L’argine 68 Isole di Heirisson 69 Analisi Fiori selvatici Risparmio netto
75 75 76
Ringraziamenti 91 Elaborati grafici
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93
Introduzione
Le scelte economiche e di sviluppo operate fino agli anni ottanta hanno causato un cambiamento ambientale senza precedenti. Quello che è stato fatto non può essere cancellato, ma quello sarà fatto d’ora in poi è responsabilità di tutti. Accettare il cambiamento climatico può essere spaventoso o frustrante, ma negarlo non lo farà sparire. Siamo di fronte ad una crisi che mette in discussione la supremazia degli esseri umani sulla natura: dobbiamo studiare, ricercare ed agire perchè venga sintetizzato un nuovo paradigma di svilppo, ed abbiamo ad oggi le tecnologie e le conoscenze per farlo. Vorrei che tutta la mia generazione si ricordasse che il futuro non capita, ma va disegnato. Tutti dovremmo agire di conseguenza, io compresa.
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Abstract
Il paesaggio di Perth, Western Australia, è dominato da prati e alberi esotici, in netta contrapposizione con il paesaggio nativo e il clima arido. L’estensione dell’area metropolitana della capitale rende questo fenomeno di colonialismo paesaggistico una minaccia alla biodivesità della Swan Coastal Plain e alla già inaffidabile disponibilità idrica del territorio. Il rapido aumento demografico e il cambiamento climatico mettono l’insediamento a rischio di desertificazione e Perth potrebbe diventare la prima capitale fantasma del ventunesimo secolo. Date queste premesse, è importante incentivare un cambiamento di estetica di paesaggio a partire dal centro direzionale dell’area metropolitana, ridisegnando il rapporto tra Perth Water e Perth City, arretrando in maniera strategica le infrastrutture costiere al fine di accogliere le maree e permettendo almeno parzialmente il ripristino del sistema paludoso e di secche di marea dell’epoca precoloniale. Il waterfront della riva nord viene ridisegnato da un argine funzionale che protegge il centro direzionale, che funziona da spartiacque tra il parco fruibile ai piedi della città e la battigia paludosa tagliata solo dal percorso ciclopedonale. Il disegno del parco include la rivegetazione dell’ isola di Heirisson, con funzione educativa e di ricreazione passiva, dove le maree e l’innalzamento sono accolte in maniera diffusa tramite un sistema di canali che avvicinerà l’immagine dell’isola all’originario sistema di secche che la caratterizzava. Infine, a completamento del ri-disegno di Perth Water, l’area di Mounts Bay, fortemente infrastrutturalizzata e semi inaccessibile, viene rivegetata con stralci di bushland e un parco botanico di fiori xerici australiani, sottolineando la bellezza di un paesaggio arido. In accordo con l’esteso bushland rimanente di Kings Park, lo svincolo diventa un paesaggio nativo che caratterizza l’ingresso in città, con lo scopo di dare a Perth, finalmente, a sense of place.
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Capitolo 1 Arcadialand
il paesaggio di Perth, WA, è un paesaggio esotico.
La Swan Coastal Plain
Perth, capitale della Western Australia, è una metropoli fondata nel 1829 sulla costa occidentale dell’Australia. Prima dell’insediamento europeo, i popoli aborigeni sono stati custodi di questa terra per più di 40 000 anni. Il paesaggio che si era presentato ai coloni al momento dell’arrivo era molto diverso da quello della loro nativa Inghilterra. Il fiume Swan era un estuario cosparso di paludi (fig. 1) e secche di marea, mentre le pianure sabbiose della Swan Coastal Plain erano ricoperte da foreste di banksia fino alla scarpata di Darling, intervallate da foreste di eucalipto ( fig. 2). Il popolo Noongar era un popolo nomade, che cacciava e pescava sulle rive dell’estuario. Dominavano il paesaggio tramite incendi controllati, una tecnica in linea con la natura arida del territorio e la sua predisposizione agli incendi: in queste radure artificiali cacciavano canguri (fig. 3). Con la colonizzazione, questo paesaggio relativamente incontaminato è andato incontro ad un’urbanizzazione molto rapida. Il paesaggio su cui siede Perth è estremamente vario ed ecologicamente ricchissimo: la pianura costale dello Swan fa parte di una macroregione dell’Australia Occidentale considerata uno dei soli 35 maggiori centri di biodiversità del pianeta. Questo ecosistema ricchissimo è stato fortemente compromesso dalla crescita urbana; ad oggi è andato perduto il 93% della vegetazione originale e l’80% dei sistemi paludosi che occupavano la zona1. Il bushland è stato eradicato quasi interamente per fare spazio alla città in continua espansione: sono stati risparmiati alcuni esempi significativi, come Kings Park e Bold Park, e molti esempi frammentati.
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Paesaggio coloniale Nello spazio pubblico, ed anche nei giardini privati, i prati hanno preso il posto del bushland e ricordano i parchi inglesi. Nei giardini si trovano spesso cespugli di rose e alberi di mango e frangipane:dominato, così, da prati, piante tropicali e cespugli fioriti, ricorda vagamente il paesaggio arcadico ottocentesco, con un certo gusto per l’esotico (fig. 3, fig. 4). Ad oggi questo tipo di estetica di paesaggio è diffusa nella città a macchia di leopardo e le eccezioni a questa matrice sono molto rare; le qualità del paesaggio originale vengono genericamente non apprezzate al punto da negarlo.
Radici culturali
Le tensioni tra gli australiani europei e la Swan coastal Plain hanno radici che risalgono ai tempi della colonizzazione; sono principalmente riconducibili ai canoni estetici in termini di paesaggio ai tempi dell’approdo e ad una certa difficoltà nell’insediamento. La vita nelle prime colonie non era facile e nei primi insediamenti si combatteva contro epidemie, alluvioni e siccità: il paesaggio sembrava essere recalcitante all’insediamento stabile e questo creò molto risentimento negli abitanti. Conseguentemente, il fiume su cui affacciavano gli insediamenti venne considerato come portatore di malattie, ancheper via di un preconcetto abbanstanza comune sulle zone paludose. È facile che questa stigmatizzazione sia anche dovuta ad alcuni fenomeni esplosivi di mucillagine, che interessano il fiume ancora oggi, e dei conseguenti odori poco piacevoli2. Questi eventi hanno portato al consolidarsi del risentimento verso il paesaggio nativo, che interpretava piuttosto bene il ruolo della Natura Matrigna nella percezione dei coloni. Nell’espansione ubana questa tensione si concretizzava nella conquista del bushland, entro cui si doveva ritagliare lo spazio per i nuovi insediamenti. In tutta questa confusione, circondati da boschi senza fine, vulnerabili alla nuova terra e ad i suoi precedenti abitanti, i coloni trovarono rifugio nei giardini curati delle loro case di fatto sposando l’estetica di paesaggio del vecchio continente. La tensione bushland città esiste ancora ad oggi, ed ancora oggi viene sistematicamente rimossa la coltre boschiva per sostituirla al territorio rapidamente urbanizzato. Nei giardini e nei parchi spesso non rimane
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alcuna traccia della vegetazione precedente. White Australia È importante anche considerare le ripercussioni che questo atteggiamento ha avuto sulla comunità aborigena: questo popolo aveva un legame con il territorio dello Swan che trascendeva dalla fonte di sostentamento, era anche radice più profonda della loro identità culturale e perno della loro gnoseologia. La perdita e conversione di questi terreni ha causato ai Noongar uno stravolgimento culturale inimmaginabile per noi europei. La popolazione aborigena ai tempi dell’approdo venne considerata una razza inferiore -secondo uno sfortunatamente diffuso atteggiamento di suprematismo coloniale-e conseguentemente massacrata. Di fatto, dietro la storia della Western Australia si cela quella di un’utopia bianca, e il trattamento riservato alla cultura Noongar deve molto a questa distopia razzista. I soprusi contro le popolazioni aborigene sono stati, in ogni caso, diffusi in tutti gli insediamenti europei in Australia con genocidi, schiavitù, segregazione razziale e sequestri, con anche politiche a livello federale. Dal 1890 al 1970 più di 100’000 bambini aborigeni sono stati strappati alle loro famiglie e consegnati ad istutizioni ecclesiastiche o ad orfanotrofi, sulla base della convinzione che i bambini potessero essere integrati nella società europea, se tolti in tempo alle famiglie indigene. La vastità degli abusi contro queste ne ha causato la quasi totale scomparsa, tant’è che ad oggi in Australia solo il 2,5% della popolazione ha discendenze aborigene. Da custodi della terra sono passati ad una minoranza culturale; la ricchissima diversità culturale e linguistica australiana è andata perduta irrimediabilmente e anche questo deve essere conteggiato nella somma dei danni alla biodiversità australiana compiuti per mano dei britannici e, successivamente, degli australiani europei.
1
Ricci, A. (2017). Unsprawling Perth from the Swan River.
2
Bolleter, J. (2015). Take me to the river.
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fig. 1 - Herdsman Lake
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fig. 2 - Foresta di eucalipto e jarrah
fig. 3 - Scena di caccia al canguro
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fig. 4 - Kings Park
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fig. x - lorem ipsum blah bla
fig. 5 - Harold Boas Park
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Capitolo 2 Wildfire
Un fenomeno a scala territoriale
Crescita esponenziale
La colonia ebbe agli esordi una crescita demografica lenta, e nel 1850 per sopperire alla carenza di manodopera, furono portati a Perth un elevato numero di galeotti. La Swan River Colony divenne successivamente una colonia penale e questo fu il motore della crescita della città per qusi 20 anni. Nella Convict Era la popolazione aumentò da 3000 abitanti scarsi a 16000, con la particolarità che per la maggior parte si trattava di criminali maschi deportati. Quando le deportazioni terminarono, la crescita demografica di Perth rallentò nuovamente, per poi ricominciare con un gradiente costante scatenato dalla scoperta dell’oro nei territori del Nord; negli anni seguenti al 1890 si arrivò ad un incremento demografico talmente rapido che portò ad un aumento della popolazione del 400% in un solo decennio. La fortuna economica di Perth ebbe un ulteriore exploit a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80, con la cosiddetta Iron Ore Rush, una corsa ai metalli pesanti che ha portato la popolazione a raggiungere i 600’000 abitanti. Oggi la città ha triplicato la popolazione degli anni ‘80 raggiungendo oltre 2 milioni di abitanti. Come si può notare, la continua crescita urbana e demografica della città ha avuto sempre come motore l’ ondata di flussi migratori, attivati da una storia economica in costante excalation (Swan River Colony, scoperta dell’oro, Iron Ore Rush)(fig. 1).
Pionieri in seconda
Come si diceva nel capitolo precedente, verso la fine dell’ ottocento, la vicenda coloniale ebbe una fase critica che ebbe un notevole impatto
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urbanistico; Per quanto la popolazione fosse ancora relativamente bassa, la rapidità dell’aumento demografico causato dall’arrivo dei condannati dalla madre patria aveva causato un congestionamento degli insediamenti britannici con conseguenti gravi problemi di allocamento e insalubrità dell’ambiente. La mancanza di infrastrutture che gravava sui nuovi territori rischiava di rallentare la crescita economica della colonia, tanto è vero che negli anni ‘70 dell’ottocento si assistette alla costruzione della prima ferrovia, l’opera aveva lo scopo di agevolare gli spostamenti verso le miniere più a nord situate a a Gerarldton e Northampton e, dopo pochi anni, iniziò la costruzione anche della linea Fremantle-Perth-Guildford che fu inaugurata nel 1881. L’implicazione secondaria di questa innovazione tecnologica fu la nascita di una seconda generazione di pionieri che, favoriti dalla miglioramento della mobilità dovuto alla’introduzione della linea ferroviaria, poterono spostarsi dagli affollati insediamenti sull’estuario e le tendopoli delle outer skirts per insediare le loro abitazioni in nuovi spazi intagliati direttamente nel bushland. Nelle nuove yet-to-be suburbs, i coloni avevano molto territorio a disposizione e a prezzi bassissimi; d’altra parte, il rovescio della medaglia era l’assenza di strade, di servizi igenici e, in generale, di una seppur minima urbanizzazione. Le nuove abitazioni esigevano quindi totale indipendenza e per questo erano necessari lotti abbastanza grandi da avere accesso agli acquiferi di profondità che fornivano ai nuovi coloni acqua potabile, anche se non esattamente tersa, e spazio a sufficienza perche gli scarichi igenici non andassero a contaminare gli stessi pozzi da cui veniva cavata l’acqua (supposizioni che si rivelarono abbastanza approssimative in quanto diversi casi di autocontaminazione rischiarono di causare alcune epidemie). Una dimensione del lotto che sembrava idonea a soddisfare queste caratteristiche corrispondeva a circa 1’000 mq, per questo motivo venne introdotta la lottizzazione a quarti di acro (1 acro = 4’000 mq) . Le grandi dimensioni del lotto permettevano, tra l’altro, anche una netta distinzione tra giardino davanti (frontyard) e giardino sul retro (backyard), che rivestivano due funzioni complementari. L’ampiezza del giardino sul retro lo rendeva funzionale per l’allevamento e l’orticultura mentre il giardino davanti ricopriva un ruolo di vetrina sociale, dove gli abitanti affermavano la loro appartenenza alla comunità e, tramite la cura del giardino, ne prendevano parte attivamente. Nei nuovi insediamenti, le strade suburbane, spesso costruite a spese dei coloni, erano lo scenario della vita della comunità e di conseguenza
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il frontyard aveva non solo il ruolo di vetrina sociale ,ma anche quello di spazio pubblico informale, non recintato e permeabile, divenuto poi tipico delle suburbe australi e già iconico in quelle americane. ‘The front yard was both a zone of display and a social contract, a semi public space of neatness encoding a statement about individual personality in the context of community’ Robert Freestone
Se letto longitudinalmente, si delinea un gradiente di privacy dalla strada -pubblica- al backyard -privato e recintato- attraverso il giardino di fronte, semi pubblico; in questo contesto si chiarisce anche l’esistenza delle street reserves, comunemente chiamate verges, un ulteriore spazio di filtro questa volta tra la strada carrabile lo spazio lineare pubblico (solo formalmente) di transizione. Storicamente nacquero come abbellimento delle strade costruite dai coloni come spazio di socializzazione ed oggi ricoprono ancora quel ruolo. I verges sono semipubblici anche in termini di giurisdizione; appartengono formalmente al concilio cittadino, ma sono di pertinenza e manutenzione privata.
Town Planning Development Act
Cento anni di espansione senza alcuna regola governativa avevano creato una vera e propria emergenza di pianificazione urbanistica delle suburbs. Questa situazione aveva incentivato la nascita di organizzazioni di pianificazione urbanistica para-statali nate con l’obbiettivo di dare un minimo di struttura agli insediamenti abitativi altrimenti deregolati. La risposta governativa arrivò solamente nel 1928, con l’introduzione del primo Town Planning Development Act. Le suburbe vennero finalmente incluse nel disegno della colonia, venne pianificata la connessione alle reti di approvvigionamento idrico e di smaltimento degli scarichi igenici, permettendo anche una piccola riduzione dello storico lotto da un quarto di acro. Altra novità introdotta Town Planning riguardò l’imposizione del seatback minimo di 7,6 metri dal fronte stradale, questo di fatto allungò il giardino frontale, riaffermandone conseguentemente l’importanza.
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The metropolitan regional plan
Gli sconvolgimenti culturali dovuti alla fine della seconda guerra mondiale non risparmiano neanche l’Australia, che aveva vissuto le dinamiche belliche in panchina. Le risposte dell’urban planing arrivano come code lunghe solo dieci anni dopo la fine della guerra, nel 1954; in questi anni inizia la messa in cantiere di un nuovo nuovo strumento urbanistico, lo Stephenson Hepburn Plan, tutt’oggi vigente, che avrebbe guidato Pretty Little Perth nell’ambiziosa trasformazione in una metropoli mondiale. È interessante notare come i progettisti della modernizzazione di Perth,che dovevano redarre lo Stephenson Hepburn Plan, fossero stati convocati direttamente da Liverpool, scelta che sottolinea un evidente sentimento di inferiorità culturale abbastanza comune dei paesi coloniali, noto in Australia come cultural cringe, imbarazzo culturale. E’ evidente la relazione fra questo imbarazzo culturale e l’imposizione di un’estetica di paesaggio tipica di un paese che godeva di maggiore affermazione e che in contrapposizione evidenziava una totale mancanza di reinterpretazione del paesaggio nativo. Nel piano vengono definiti I limiti dell’ area metropolitana di Perth, già allora estesissimi: viene definita un’area di competenza di 110km di costa e, di media, 50 km verso l’entroterra. L’area è stata poi attualmente estesa a sud per includere le aree di sviluppo intorno a Mandurah e Harvey. La definizione di un’area metropolitana così ampia, in un contesto di sviluppo urbano per così dire orizzontale, ha indubbiamente favorito il consumo di costa e il fenomeno dello sprawl urbano. Altro elemento di grande importanza inserito all’interno del piano urbanistico è stata la gerarchizzazione degli spazi pubblici, la cui definizione prima veniva lasciata completamente alle municipalità senza regolazioni di sorta, che è stato un salto importantissimo per il successivo sviluppo di Perth fino ai giorni nostri. La presenza e fruibilità di spazi pubblici aperti è stata assicurata nel piano tramite l’imposizione della cessione alla Corona del 10% delle aree trasformate, per essere usate come verde pubblico dalla comunità. Sempre nel piano vengono definite delle aree di interesse regionale che hanno permesso la salvaguardia di porzioni più o meno estese del bushland nativo. In ultimo, a seguito di questo potenziamento infrastrutturale, il lotto post-bellico richiede ancora meno superficie per la minore autonomia
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richiesta e le sue dimensioni sono ora di soli 13 metri di larghezza per 45 di lunghezza (585 mq). Finalmente i quartieri nati durante i periodi espansivi precedenti e quelli che sarebbero nati in futuro, avrebbero potuto contare su importante quantità di spazi pubblici e su una capillare rete di autostrade entrambi facenti parte dell’obbiettivo di riunire la frammentata urbanistica cittadina in una metropoli integrata e con un disegno, finalmente, onnicomprensivo.
Suburbia, il risultato
A partire dal 1960, la Wester Australia ha vissuto un periodo di incredibile crescita economica, accompagnata da un’ulteriore esponenziale crescita demografica. L’urbanistica ha risposto in modo repentino ma monotono; la città si è allungata con la creazione delle northen e delle southern suburbs ma, se l’espansione è stata in linea con l’aumento demografico, la varietà di soluzioni proposte ha lasciato abbastanza a desiderare(fig. 2). Attualmente, il paesaggio di Perth è riassumibile in un tappeto suburbano srotolato su 120 chilometri di costa, conquistati pezzo per pezzo con l’approccio cut and fill1: disboscamento del bushland originale, appianamento delle curve di livello2 e infine sistemazione delle amate one storey houses, una accanto all’ altra, in insediamenti a griglia, che ricordano l’assetto di Perth first, la città scozzese a cui la sorella australiana guardava con nostalgia, oppure lungo strade sinuose, che ricordano, senza nemmeno troppa fantasia, le città giardino teorizzate nel basso novecento (fig.3). Come la città, anche il verde pubblico è di tipo diffuso e, sebbene l’ammontare medio di verde pubblico sia di gran lunga inferiore rispetto ad altre città verdi (33 mq a persona, a fronte dei 440 nella città di Trento) il verde percepito è letteralmente dappertutto. Questo è anche dovuto alla presenza dei verges, non conteggiati come spazio pubblico, che possono arrivare a raggiungere i 16 metri di larghezza, e in certi casi, come nella città di Bayswater, superano di nove volte l’area dei parchi. Con questo sistema di spazi verdi, Perth offre ancora rifugio ad alcune delle sue specie endogene, soprattutto specie di uccelli dall’aspetto esotico. Ad essersi adattati alla vita urbana sono però solo i cosiddetti urban exploiters, più affascinanti e colorati dei piccioni e merli dell’emisfero settentrionale, ma comunque una minoranza in termini evoluzionistici. Specie come il Balck Cockatoo, uccello iconico della Western Australia, lottano per l’adattamento al nuovo ecosistema,ma sono
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comunque in pericolo di estinzione. Se dal punto di vista ambientale lo sviluppo di Perth è spesso stato giudicato negativamente, ed è a tuttora aperto il dibattito sui pro e contro dello sprawl urbano, recenti studi hanno iniziato a indagare la relazione tra il sistema di spazi pubblici a verde e lo stato psicologico degli abitanti3. Sembra che sia stato provato che la quantità di spazi verdi non manutenuti influisca negativamente sulla salute psicologica degli abitanti di Perth, e che, contrariamente a quanto si dedurrebbe dal dogma del 10% to the crown, sia la qualità dei Public Open Space (POS), non l’area ad essi riservata, a definire per estensione la qualità della nostra relazione con ambiente circostante. Tutto sommato, non è nemmeno così difficile pensare che questa abbondanza provochi un certo senso di smarrimento, annacquando ulteriormente la già sconfinata (se confrontata ai canoni europei) separazione tra gli abitanti. Una città rarefatta, grandi prati più o meno manutenuti, con davanti la vastità dell’oceano indiano e alle spalle nulla se non bushland e deserto. Perth sembrerebbe davvero la città più isolata del mondo, geograficamente e socialmente.
Voglia di densità
Negli ultimi anni , in linea con le previsioni di un consistente aumento demografico e con le recenti esperienze ambientaliste, anche il modello di espansione “cut and fill” è stato, sulla carta, abbandonato. In opposizione allo Urban Sprawl che ha dominato la storia urbanistica di Perth per oltre un secolo, recentemente sono stati emanati due successivi piani di direttive urbanistiche, Network City e Direction 2031, che hanno fissato dei target di allocamento urbano che incrementassero consistentemente il cosiddetto Urban Infill, una pratica largamente applicabile in western Australia in considerazione delle consistenti dimensioni medie dei lotti abitativi. Molto semplicemente questo approccio consiste in una frammentazione dei lotti per costruire più alloggi uni/bifamiliari sullo stesso lotto. Questo metodo dovrebbe essere complementare alla costruzione di più sistemi residenziali ad altà densità: i due interventi combinati avrebbero dovuto già dal 2004, ospitare il 47% delle nuove abitazioni, questo nel tentativo di arginare lo “scioglimento” di Perth sul paesaggio ed anche al fine di sfruttare le infrastrutture già costruite sul territorio urbanizzato. Questi target non sono stati colti molto positivamente dal mercato immobiliare; finora la costruzione su greenfield rimane molto più che
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dominante, con una ripartizione del 72% di costruzione su campo libero e solo il 28% su territorio già urbanizzato. L’urban infill viene comunque genericamente preferito ai condomini e la popolazione si è storicamente dimostrata comunque abbastanza ostile al cambiamento in questi termini, probabilmente per affezione all’australian dream of property, il lusso della proprietà della casa, ed alla affermazione sociale ed economica che ne consegue. Anche a Como, southern suburb, è stato riportato un recente caso di questo atteggiamento recalcitante, quando I locali hanno combattuto, e successivamente perso, una battaglia legale per fermare la costruzione di un condominio a sei piani previsto su una strada dominata dalle classiche one-two storey houses. Di fatto ad oggi solo il 6% degli abitanti di Perth si è dimostrato disposto a rinunciare alle detached houses a favore degli appartamenti; di fronte a questo mercato, l’urban infill è stato considerato un modello vincente, permettendo allo stesso tempo il mantenimento del panorama suburbano ed una -seppur blanda- densificazione del quartiere (fig.4, fig.5).
1
Weller, R. (2009). Boomtown 2050.
2
Kullmann, K. (2014). Towards topographically sensitive urbanism: re-envisioning earthwork terracing in suburban development.
³
Francis, J., Wood, L., Knuiman, M. and Giles-Corti, B. (2012). Quality or quantity? Exploring the relationship between Public Open Space attributes and mental health in Perth, Western Australia.
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fig. 1 - Storia demografica della Western Australia
fig. 2 - Periferie di Two Rocks
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fig. 3 - l’approccio cut and fill
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fig. 4 - Bayswater, 2007
fig. 5 - Bayswater, 2017
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Capitolo 3 Waterbills
verde ≠ ecologico
Impronta idrica
La grande impronta ecologica della Western Australia (14.5 ha per capita) è dovuta all’economia basata sullo sfruttamento delle risorse minerarie, alti standard di vita e altissimi consumi per capita. Cibo, abitazioni e il sistema di trasporti hanno un grande impatto sull’ambiente della Western Australia. Solo l’utilizzo del suolo associato alla produzione di cibo causa il 46% dell’impronta ecologica. Lo sprawl urbano e del verde pubblico, che hanno causato la diluizione del tessuto urbano, hanno reso Perth la prima capitale Australiana per dipendenza da automobile1. Nonstante l’Australia sia il continente con minori precipitazioni del mondo (escludendo l’Antartica),il consumo di acqua per capita è tra i più alti. Lo stile di vita della Western Australia include prati estesi, giardini e campi da gioco che vengono reputati molto importanti dai residenti, ma implica anche la scelta di piante e erbe non idonee alle condizioni di siccità ed una generale mancanza di apprezzamento dell’acqua come una risorsa relativamente scarsa. L’Australian Dream of Property non si concretizza solo nell’altissima percentuale di case di proprietà, ma anche nella proprietà di ampi giardini. Un giardino all’inglese curato è, oggi come allora, uno status symbol e la scelta delle essenze non autoctone contribuisce in maniera essenziale all’impronta idrica dellla regione. Di fatto, il 41% di tutta l’acqua consumata nella regione metropolitana di Perth viene utilizzata per l’irrigazione di verde pubblico e giardini privati2, una percentuale enorme considerate le attuali condizioni di disponibilità idrica climaticamente dipendente, destinate, tra l’altro, a peggiorare drammaticamente.
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Considerando l’impronta ecologica complessiva della città, si può dire che la gestione del verde pubblico sembri green molto più di quanto non lo sia. Analizzando i dati sul consumo idrico per suburba forniti dalla watercorporation, si deduce che le suburbe, per il loro modello paesaggistico, sono considerabili dei sistemi idrovori (fig. 1, fig. 2). Le suburbe più vecchie, cosiddette Inner suburbs, hanno consumo idrico moderato, mentre la situazione peggiora drammaticamente nelle zone immediatamente adiacenti fino alle periferie a nord e a sud, ovvero nelle suburbe di più recente costruzione. Vince il titolo di suburb più dispendiosa Peppermint Grove, quartiere ricco e abbastanza conservatore, molto legato ad il modello di paesaggio all’inglese, con una media di 402 kl per casa, nettamente superiore alla media regionale. È interessante notare che proprio Peppermint Grove è rimasta l’ultima suburba a mantenere, per obbligo, tutti i verges a prato rasato.
Acqua potabile
Attualmente, l’approvvigionamento di acqua potabile della zona metropolitana di Perth è garantito dalla Water Corporation tramite l’Integrated Water Supply Scheme, o IWSS. Questo schema provvede non solo ai fabbisogni idrici metropolitani, ma anche all’ irrigazione della regione agricola di Harvey e Waroona, soggetta a irrigazione continua, e parzialmente anche all’ irrigazione dei goldfield ad est del tessuto urbano. Complessivamente, nel 2016 l’IWSS ha distribuito 283 gigalitri di acqua, di cui 245,6 solo a Perth Metro, 14,8 a Mandurah e nel South West mentre 23,1 sono stati dedicati alla regione agricola dei Goldfields. Questi consumi idrici sono sproporzionati alla disponibilità idrica superficiale, che contava nel 2016 appena 11 gigalitri. nonostante l’aridità del bacino idrico, la Western Australia può contare su un sistema di acquiferi di profondità molto estesi e profondi, che permettono di sopperire, da soli, al 40% dell’approvigionamento IWSS. Le dighe sono attualmente utilizzate principalmente come stoccaggio di aqua prodotta dagli impianti di dissalazione o cavate dagli acquiferi di profondità. La capacità complessiva del sistema di dighe è di 630 GL, di cui in media viene sfruttato il 40%. Senza le ricariche dagli acquiferi e dagli impianti, le dighe potrebbero provvedere solo al 6% dell’acqua fornita dall’IWWS. La restante disponibilità idrica è garantita da impianti di dissalazione
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ed è climaticamente indipendente. I due impianti di dissalazione dell’area metropolitana, il Perth Seawater e il Southern Seawater, producono rispettivamente 45 e 100 GL di acqua potabile l’anno, con in previsione l’ampliamento del secondo per raggiungere la produzione di 150 GL. Per assicurare ulteriormente l’aprovvigionamento idrico, è già prevista la costruzione di due altri impianti a nord e a sud della città. Il processo di dissalazione avviene tramite osmosi inversa dell’acqua dell’oceano indiano e, mentre l’acqua trasformata viene mandata agli utenti, i sali prodotti da tale processo vengono riversati nell’oceano. La salinità media delle acque dell’oceano indiano è di 33 g/l, e di conseguenza l’attuale produzione di 122 GL di acqua dissalata comporta lo scaricamento nell’oceano di 4 milioni di tonnellate di sale l’anno, ovvero circa 11.000 tonnellate al giorno. Il potenziale impatto di questo sfruttamento intensivo sull’equilibrio chimico delle regioni di oceano antistante agli impianti potrebbe non essere evidente fino a che non è troppo tardi. Questi sali, principalmente Cloruro di Sodio con altri minerali disciolti come il Boro, potrebbero essere riciclati e riutilizzati, visto che la loro produzione ha comunque dei costi. Lo stesso ragionamento vale per i sistemi di trattamento delle acque usate; i centri di smaltimento delle acque reflue sono più di 170, ma nella maggiorparte dei casi l’acqua viene poi dispersa nel paesaggio o scaricata nell’oceano. Sono ad oggi pochissimi i sistemi di recupero dell’acqua riciclata, scarsamente usata anche per la ricarica degli acquiferi (fig. 2), a causa principalmente dell’opinione pubblica contraria e della posizione opaca dell’amministrazione; una campagna di sensibilizzazione a riguardo potrebbe essere un’occasione per trasformare questo costo in un potenziale profitto, ammortando anche i costi ambientali. Attualmente, i prodotti solidi di scarto della depurazione delle acque reflue vengono riciclati come fertilizzanti. Affiancata alla produzione e distribuzione di acqua potabile, gestita dalla Water Corporation, c’è il sistema di autoapprovvigionamento privato delle acque di profondità, estratte attraverso i cosiddetti garden bores, il cui consumo non è monitorato ma solo stimato. L’approvvigionamento non monitorato di questa risorsa ha radici storiche che risalgono alle prime lottizzazioni del territorio. L’accesso alle acque di profondità ai tempi della colonizzazione Nel 20082, si stima che siano stati estratti con questo sistema 370 GL di acqua non potabile, di cui il 47% è stato usato per l’irrigazione del verde pubblico (60 GL) e del verde privato(114 GL). Si può dire che, complessivamente, l’area metropolitana di Perth abbia consumato circa 610 GL
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di acqua, esclusi quelli inviati alle regioni agricole: questo comporta un consumo idrico per abitante di 370 KL all’anno. Per fare un’esempio, in Italia vengono consumati 215l/giorno per abitante, che corrispondono a circa 78,5 KL all’anno3 .
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1
Weller, R. (2009). Boomtown 2050.
2
Water Corporation (2009). Water forever, towards climate resilience.
Âł
Istat, European Environment Agency (Eea).
37
fig. 1 - Consumo idrico annuo per connessione, 2016
fig. 2 - percentuale di case singole su totale, 2016
38
fig. 4 - Consumi idrici 2016/2017
fig. 5 - Scarico delle acque reflue
39
40
Capitolo 4
Hard times yet to come It’s raining, man!
Proiezioni demografiche
Anche se è probabile che un giorno la popolazione di Perth si stabilizzi, sin dal momento della fondazione è stata in costante aumento. Le più recenti stime dell’Australian Bureau of Statistic prevedono per il 2061 una popolazione che oscilla tra i 4,4 e i 6,6 milioni di abitanti, a fronte dei due milioni attualmente residenti nella regione1. Per quanto queste statistiche possano sembrare catastrofiste, nello storico delle ultime stime la crescita demografica quando non le ha confermate le ha addirittura superate. In ogni caso, se nei prossimi quarant’anni la popolazione di Perth dovesse effettivamente raggiungere i sei milioni e mezzo di abitanti, sarebbe necessario costruire più di due milioni di abitazioni. Perpetrando l’attuale modello espansionistico i kilometri di costa urbanizzata potrebbero diventare 170 e imponendo la costruzione di più di 13000 km di infrastrutture di collegamento2. Inoltre, per il solo sostegno della popolazione sarebbero necessari circa 825 GL in più di acqua potabile, conteggio al quale andrebbero aggiunti i GL richiesti dalle nuove industrie e dall’ampiamento del settore commerciale. Tra le altre cose, andrebbe anche conteggiata l’acqua consumata per l’irrigazione di altri 15km quadrati di parchi.
Desertificazione
Se l’aumento demografico è un motivo già sufficiente di preoccupazione, le pressioni sul territorio causate dallo sfruttamento delle risorse e dal cambiamento climatico hanno già pesantemente modificato l’assetto climatico e il trend non sembra arrestarsi. Dall’epoca preindustriale, le precipitazioni già esigue sono diventate scarse e hanno raggiunto dei
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minimi record 3(fig. 1). È importante sottolineare che la relazione che lega precipitazioni e disponibilità idrica superficiale non è di natura lineare, ma dipende da una serie di fattori, tra cui la composizione del suolo e l’evotraspirazione, dall’umidità del terreno, dall’incidenza e intensità della radiazione solare, dall’uso del suolo eccetera eccetera. Il bacino idrico dell’Avon River, è sfortunatamente molto vulnerabile da questo punto di vista per la natura porosa e sabbiosa del suolo e per l’aridità intrinseca della zona: una riduzione del 10% nelle precipitazioni corrisponderebbe ad una riduzione della disponibilità idrica superficiale del 35%-40%, insieme con la salinizzazione del suolo con conseguente diminuzione di fertilità della terra4. Di fatto le proiezioni non sono smentite dallo storico della disponibilità idrica alle dighe, che rispetto all’epoca preindustriale è decimata (fig.2). Il problema di desertificazione di Perth potrebbe diventare così importante da renderla presto la prima capitale fantasma del ventunesimo secolo5. ‘South-West Western Australia is one of the most water challenged parts of the country, experiencing Australia’s highest rates of climate change and dryland salinity amid rapid population growth and associated development.’
La corsa all’acqua
La Water Corporation ha recentemente pubblicato due report sulle future esigenze idriche e su come intendono provvedere al fabbisogno dell’area metropolitana con una strategia sui 10 e sui 50 anni. Difatto anche in questi report viene sottolineata la futura emergenza idrica e la crescente inaffidabilità delle acque superficiali; lo scenario preso in considerazione prevede una riduzione delle precipitazioni del 40% con conseguente caduta del raccolto delle acque superficiali a 55 GL, così scarso da non poter essere considerato affidabile risorsa idrica. Vengono illustrati i raccolti massimi credibili ottenuti da risorse climaticamente indipendenti; si nota che anche lo scenario più roseo propone una disponibilità idrica inferiore alla richiesta di sei milioni e mezzo di abitanti (tab. 1). Attualmente, il consumo idrico annuo per abitante corrisponde circa a 174 KL per capita e se ne prede un abbassamento a 125; la strategia punta, inoltre, ad un incremento dell’utilizzo di acqua riciclata dal 6% attuale al 30% nel 2030. Un obbiettivo ambizioso e difficilmente raggiungibile, che deve nascere dalla stretta collaborazione della Water
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Corporation con le amministrazioni governative e locali ed una forte opera di convincimento dell’opinione pubbilica. Esiste la possibilità che in futuro venga riciclata la maggiorparte dell’acqua trattata, ma solo sul lungo termine, e rimane da porsi la domanda sul dove e come vengono scaricate le acque reflue di questo processo. Ma la riduzione del consumo per capita e l’incremento delle acque riciclate non sono il cavallo di battaglia di questa strategia, che punta soprattutto allo sviluppo di nuove risorse idriche. Le nuove risorse previste sono principalmente la costruzione di due impianti di dissalazione a nord e a sud di Perth per supportare questo corridoio di crescita della città, e lo sviluppo del già esistente impianto di dissalazione meridionale per incrementare la produzione di 50 GL. Sono diversi anni d’altra parte che Perth punta sulla tecnologia della dissalazione come principale difesa dalla scarsità di acqua dolce; questo entusiasmo risulta un po’ miope. Per quanto l’oceano abbia un’immensa disponibilità d’acqua, siamo consapevoli che nemmeno questa è disponibile infinitamente: sembrerebbe che sia invece percepita come la prossima risorsa inesauribile, e sembrerebbe che non sia stato considerato che l’alterazione degli equilibri dei cicli naturali prevede dei sistemi di feedback di riassestamento che vanno aldilà delle nostre capacità di previsione. Parte dello sviluppo di nuove risorse consiste nel miglioramento delle tecnologie che permettono le cavature di acque di profondità e nella ricarica degli acquieri. Tuttavia, il livello freatico degli acquiferi principali è ai minimi storici e le curve di livello dell’acquifero Gnagnara si sono fortemente modificate per via delle estrazioni(fig.3). Lo scarsissimo monitoraggio delle effettive estrazioni dagli acquiferi e dei fenomeni di subsidenza del territorio, unito a dei sistemi di feedback del suolo che potrebbero alterare la composizione chimica delle acque, rende gli acquiferi di profondità una risorsa discutibilmente affidabile.
Acqua alta
Perth è costruita sulla costa dell’oceano indiano e del fiume Swan. La città si è mantenuta abbastanza lontanta dall’oceano indiano, mantenendo cosi il suo originale sistema di dune come protezione, mentre si è stretta intorno all’estuario del fiume, che ora ha tutte le funzionalità di un fiume urbano. La stabilità delle rive è quindi vitale per l’assetto urbano e sfortunatamente potrebbe essere messo in discussione per via delle implicazioni del cambiamento climatico.
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Prendendo ad esempio uno scenario di emissioni RCP 8.5 (IPCC assessed record 2014), che risulta essere sfortunatamente in linea con le attuali emissioni GHG, si prevede un innalzamento del livello del mare di 78 cm entro il 2100, arrivando a 1,58 AHD. In questo scenario le proiezioni mostrano la compromissione di 126 km di lungo fiume urbano e 14km2 di area inland. Viene prevista la sommersione di 14 strade,30 riserve e 19 parchi. Sarebbe anche interessante studiare il ruolo che la subsidenza potrebbe giocare in questo scenario, dato l’intenso sfruttamento degli acquiferi di profondità. Sfortunatamente, la ricerca in Western Australia è silente in questto ambito; è però facile presumere che ci siano delle ripercussioni anche sotto questo aspetto, basti vedere il caso della Romagna, in condizioni geologicamente diverse ma simili come sfruttamento, dove il fenomeno della subsidenza potrebbe accelerare notevolmente l’erosione costiera dovuta all’innalzamento del livello dei mari. Secondo il professor Pattiaratchi, docente alla Uwa, il totale dei danni causati alla città in questo scenario ammonta a più di 700 milioni di dollari, dei quali 104 milioni localizzati esclusivamente nella zona dell’estuario superiore, dove affaccia il centro direzionale di Perth6. Questo scenario in potenza catastrofico richiede attenzione nel design.
44
1
Australian Bureau of Statistics (2012). Demographic projections.
2
Weller, R. (2009). Boomtown 2050.
3
Australian Bureau of Metereology, historical records.
4
Swan River Trust (2007), Potential impact of climate change on Swan and
Canning river. 5
Flannery, T. (2005). The future eaters.
6
University of Western Australia (2017), Flood Mitigation Strategies for the Swan River in Response to Sea Level Rise.
45
fig. 1 - Storico delle precipitazioni
fig. 2 - Storico dei livelli alle dighe
46
GL/ANNO
2008
2020
2030
2060
Dissalazione
45
95
95
95
Acqua di superficie
90
85
75
25
Acquiferi di profonditĂ
145
110
90
30
Totale
280
290
260
150
tab. 1 - Contributi idrici in proiezione delle risorse esistenti
fig. 4 - Curve di livello del Gnangara, 1984-2017
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Capitolo 5
Welcome to Perth Wandju nidja Boorloo
Introduzione City of Perth è stato uno dei primi avamposti coloniali ed è attualmente sede del cento direzionale della regione metropolitana di Perth. La caratteristica dominante del paesaggio sono gli edifici alti, orientati paralleramente al fiume in direzione Est-Ovest, che costituiscono un forte elemento verticale in un panorama altrimenti topograficamente piatto(fig. 1). Kings park sarebbe originariamente stato l’elemento verticale predominante, ma ora la scarpata ha perso di importanza per via del confronto con gli alti grattacieli adiacenti e della bonifica della Mounts Bay per la costruzione dello svincolo autostradale. Storicamente, la riva del fiume è stata dragata e bonificata diverse volte, risultando in un lungofiume essenzialmente piatto e lineare. Principalmente la costa è delimitata da muri di contenimento in pietra calcarea che si comporta come una barriera visiva e limita l’accesso alla battigia. In ogni caso, l’uso del territorio più restrittivo della costa è lo svincolo di Narrows Bridge e Riverside Dirve. Queste strade sono estremamente trafficate e servono sia il centro direzionale che l’area metropolitana. Il fruitore del lungo fiume è fisicamente confinato alla stretta cintura di prato dalle strade di forma geometrica. Langley Park è un’ampia distesa di prato che completava questa cintura insieme alla riserva dell’Esplanade, ad oggi sostituita dal porto turistico di Elizabeth Quay, che corre parallela al fiume(fig.2, fig. 3). La forma geometrica del prato verde è enfatizzata dalla piantagione di alberi esotici intorno ai confini del parco.
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Geologia e bonifiche
L’area fa parte della topografia ondulata del sistema di dune di Sperwood che è leggermente più scosceso del circostante sitema delle dune di Bassendan1. Il sito della città era piuttosto collinoso in origine, ma gran parte delle une sono state livellate durante l’ultimo secolo per permettere la costruzione di edifici; a maggior parte della costa è stata bonificata e le paludi orginali sono state riempite, insieme a numerose sorgenti di acqua fresca e laghi(fig. 4). La riva nord di Perth Water, anche prima della bonifica, era relativamente lineare fino a Point Fraser, un istimo di secche di marea che piegava nell’acqua in direzione Sud-Est. Perth Water è adesso un largo bacino compreso tra the Narrows e l’isola di Heirisson, senza traccia delle curve originali della Mounts Bay e di Point Fraser; copre approssimativamente 327 ettari (circa la metà della sua estensione originale) ed è molto superficiale, con una profondità media di un metro. Le condizioni idrica del bacino cambiano stagionalmente e dipendono dal volume di acqua del fiume. Le condizioni invernali sono di acqua relativamente fresca dovuta alle maggiori precipitazioni, mentre la salinità del fiume cresce durante l’estate per via delle scarse condizioni di piovosità e all’evaporazione dovuta alle alte temperature. La salinità quindi oscilla da 25 ppt a 30 ppt stagionalmente (da salmastro a salato) ed è influenzata dalle maree. L’allagamento periodico della costa è impossibilitato, ad oggi, dai muri di contenimento in calcare, ma storicamente il territorio piatto subiva frequenti inondazioni. Le maggiori registrate sono state nel 1847, 1907 e 19322, tutte nei mesi invernali, causando gravi danni infrastrutturali. Anche l’erosione costiera è trattenuta dai muri di contenimento e nel complesso il fiume senza questo sistema di protezione sarebbe un sistema dinamico a forte erosione durante l’inverno e sedimentazione durante l’estate.
Vegetazione originale
La vegetazione nativa del sito è la flora del Vasse Complex. Questo complesso vegetativo si presentava in un misto di fitti arbusti di melaleuca, frammenti di foresta di eucalipti (principalmente intorno alle paludi) e altre specie di melaleuca. Avrebbe anche incluso una foresta di tuart (Eucalyptus gomphocephala), jarrah (Eucalyptus marginata) e marri (Eucalyptus calophylla) nelle zone sopraelevate. Il sistema di paludi avrebbe originalmente supportato melaleuca delle paludi (Melaleuca rhaphiophylla), moonah (Melaleuca pressiana) e melaleuca di acque sa-
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late (Melaleuca cuticularis), swamp sheoak (Casuarina obesa) e coojong (Acacia saligna)3. Nell’area di Perth è rimasto ben poco delle specie indigene originali. Fatta eccezzione per Kings Park, doveparte della vegetazione originale fu disboscata per la qualità del legno, per poi essere riconosciuto come riserva nel 1895, il resto delle piante native sono trapiantate. In città i parchi sono stati piantati con alberi esotici in maniera predominante, seguendo l’estetica di paesaggio all’inglese in voga. Lungo Mounts Bay Road, sono stati piantati fichi e aceri ed è stata seminata l’erba. Lungo Riverside Drive sono presenti diversi tipi di palme, tra cui la palma da cotone e di datteri. I giardini della casa del governo e di barrak square sono stati piantati usando un disegno formale e piante esotiche, principalmente perenni, per colore. Public Open Space Nel 2016, Perth contava 24244 abitanti, per una superficie di 13,75 kmq. Di questi, il 39% era dedicato a verde pubblico, rendendo City of Perth la suburba con maggior verde pubblico per capita di tutta l’area metropolitana, con 110 mq per abitante. A distinguere Perth dalle suburbe circostanti e dalle loro statistiche ( 33mq per abitante in media) è proprio la presenza della riserva nativa di Kings park, che copre da solo il 69% del verde pubblico totale. Questo pesante contributo va considerato nell’interpretazione delle statistiche sul verde pubblico. Perth di fatti vanta una copertura di alberi sul totale dell’area del 10,7%, un dato abbastanza impressionante. Non rispecchia, però, la percezione del friutore: gli alberi sono concentrati nelle riserve e non c’è traccia di foresta urbana. Inoltre, si afferma che il 64% 4 di questi alberi risulti essere nativo, ma scenderebbe a meno del 10% se Kings Park venisse escluso dalle statistiche. Anche se numericamente importante, di fatto kings park è una riserva naturale concentrata che sbilancia notevolmente le statistiche ed influisce, nel complesso, abbatanza poco sulla percezione del verde pubblico diffuso. Fatta eccezione, dunque, per Kings park e la riserva di Point Fraser, interessata da un recente intervento di rivegetazione nativa, il verde pubblico si presenta omogeneo, con il classico prato rasato incoronato da alberi perimetrali più o meno alti e più o meno esotici (fig. 5). Questo paesaggio occupa solo il 30% dell’area a verde pubblico totale ma richiede un irrigazione molto più intensa e frequente5 ed è da ritenersi responsabile della maggiorparte del consumo idrico di Perth. È importante notare come di tutto questo prato, il 95% sia dedicato a ricreazio-
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ne passiva6 e il 5% sia verde ornamentale presso grandi infrastrutture (fig. 6): i pochi casi dedicati a ricreazione attiva sono in club privati o a pagamento. Nel 2016, la città di Perth ha consumato 5345 KL di acqua potabile dello schema, di cui alcuni sono stati utlizzati anche per l’irrigazione di spazi pubblici7.
52
1
Wheeler, J. and Wheeler, C. (1984). Swanland.
2
Australian Bureau of Metereology, historical records.
3
Lefroy, E. (1990). Native grasses in South Western Australia.
4
City of Perth (2016). Perth City Snapshot 2016.
5
Webb, M. (2013). Australian native plants.
6 7
Postool.com.au. City of Perth (2016). Perth City Snapshot 2016.
53
fig. 1 - Perth Cty
54
fig. 2 - La riserva dell’Esplanade
fig. 3 - Elizabeth Quay
55
fig. 4 - Storia delle bonifiche
fig. 5 - I giardini della Corte Suprema e Langley Park
56
fig. 6 - The Narrows Bridge
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Capitolo 6 A strategy
Accogliere per difendere
Piatta e vulnerabile
Come è stato già detto, l’orografia delle aree circostanti a Perth Water è livellata e molto piatta, quindi vulnerabile alle esondazioni. Nello scenario di innalzamento del livello dei mari preso in considerazione, sono diverse le infrastrutture costiere che vengono interessate da inondazione periodica dovuta alle maree: le aree più compromesse, come si vede dalle proiezioni1, sono il grande parco di South Perth e parte delle infrastrutture che piu si avvicinano alla riva, Heirisson island, Langley park e East perth, mentre la zona dello svincolo delle Narrows si riportano danni solo sulla riva sud, nei pressi di Mill point (fig. 1). L’area più colpita è sicuramente Langley park, dove l’alta marea è prevista sommergere interamente il parco per inoltrarsi fino a Terrace Road e compromettendo anche gli edifici che vi affacciano direttamente. È abbastanza ironico, quanto prevedibile, che le zone maggiormente interessate dal fenomeno di allagamento siano proprio le zone che sono state sottratte all’acqua un’ottantina di anni fa. Gli attuali sistemi di contenimento della costa sono inadatti a questo tipo di circostanze e conseguentemente, l’anno scorso, la UWA ha pubblicato uno studio sulle strategie di mitigazione degli allagamenti entro il 2100 e il conseguente danno economico atteso. Economicamente, le aree più colpite sono appunto Langley Park e la riva di South Perth, dove sono previsti rispettivamente 32 e 70 milioni di dollari di danni2. In generale, tutta l’area circostante Perth Water viene fortemente compromessa e, a parte il danno infrastrutturale, va considerato il danno in termini di patrimonio culturale e di spazio pubblico reso inaccessibile. La strategia proposta dal team della UWA fa perno innanzitutto sull’nstallazione di una barriera anti burrasca all’altezza del railway bridge,
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presso Fremantle, con lo scopo di proteggere la città dagli eventi estremi la cui frequenza e intensità prevista aumentare a partire da 2050. Si stima che, per prevenire la compromissione della viabilità la barriera si attivi quanto il livello del mare superi un metro, e ne è prevista la chiusura 47 volte entro il 2050. Riguardo alle proposte di adeguamento delle rive di Perth Water, gli interventi non sono strutturali ma comportano principalmente l’installazione di barriere verticali o il ritiro pianificato della costa; barriere verticali vetrate sono previste nelle zone con maggiore attrattiva turistica, mentre barriere passive sono previste per le zone meno colpite dall’innazamento del mare, come ad esempio Mounts Bay Road dopo lo svincolo delle Narrows. Tuttavia, questo tipo di barriere verticali sono tutt’altro che attraenti e queste circostanze delicate potrebbero essere uno spunto di riflessione sul rapporto città fiume e la sua evoluzione.
Strategia di controproposta
Seguendo le proiezioni di danno estrapolate dalla ricerca del professor Pattiratchi, è stata elaborata una contropotroposta che prevede l’adattamento della riva ai movimenti periodici dell’estuario. Si propone un’arretramento infrastrutturale sulla riva nord, con l’ eliminazione del tronco di Riverside Drive dopo le Narrows, ed il traffico carrabile viene divelto sull’attuale Adelaide Terrace, nell’ottica di creare una fascia elastica di accoglienza dell’estuario e delle sue dinamiche. Il principio a cui ci si appella è quello di difendere le infrastrutture nodali ma senza combattere i processi naturali. Ugualmente anche le zone compromesse dei percorsi ciclopedonali che attraversano la zona è stata ripensata in funzione della sua fruibilità nel caso di un innalzamento del livello del mare. La scelta di una barriera verticale in prossimità di Langley Park è necessaria per tutelare gli edifici sulla riva del fiume, ma si è preferito trovare una soluzione alternativa a un muro vetrato; si propone la creazione di un argine fruibile, da integrare nel ridisegno del tradizionale sistema di parchi del waterfront. Le zone soggette ad inondazione periodica vengono piantate con vegetazione alofita, vista la salinità dell’estuario; la necessità di adattamento e la scarsità idrica preventivata hanno come unica soluzione, a mio avviso, la scelta di vegetazione nativa. La vegetazione nativa è sempre stata custode di questa terra e si è adattata alle condizioni precarie di un estuario ad acqua salata. Inoltre, è considerata parte della strategia di progetto l’intento espositivo delle dinamiche fluviali e l’educazione della popolazione. Sensibiliz-
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zare gli abitanti alla bellezza dei paesaggi nativi porterà, si spera, ad una maggiore consapevolezza ambientale. Si spera soprattutto di introdurre un’alternativa ecosostenibile all’altrimenti omogeneo paesaggio del waterfront: un giorno, magari, sarà ricucita la lesione tra Perth e il suo paesaggio e questo intervento vuole essere una sutura. Le strategie applicate nel progetto dipendono infine dalla fruizione dello spazio. L’area di Langley Park ed East Perth hanno la possibilità di diventare dei parchi funzionali a servizio e difesa del tessuto urbano: conseguentemente sono spazi interamente friubili con una forte componente urbana prima dell’argine. L’area immediatamente a nord dell’ingresso della Causeway è oggetto di trasformazione ed è in atto la costruzione di un un complesso di edifici alti con funzioni miste; essendo oggetto di trasformazione non è stata inclusa nella strategia perchè si stima che il progetto abbia già provveduto alla messa in sicurezza della zona. Heirisson Island, la cui funzione era quella di landmark e ricreazione passiva, non necessita di una totale percorribilità e questo permette lo sviluppo di un sistema paludoso che arricchisca il paesaggio di Perth Water e fornisca un esperienza educativa sulla bellezza e fragilità dei sistemi costieri. Per quanto riguarda lo svincolo delle Narrows o, più precisamente, l’area bonificata di Mounts Bay, la sua fruizione è quasi nulla per la pesante intromissione dell’autostrada; in questo caso si è provveduto esclusivamente ad un’opera di rivegetazione xerica, in modo da abbassare drasticamente i costi idrici di un’area non fruibile. Per quanto riguarda la riva di South Perth, la strategia di arretramento della costa e installazione di floodwalls in vetro è stata ritenuta idonea e conseguentemente non è stata ulteriormente indagata.
Garden/garden
Come caso studio è stato considerato l’esperimento garden/garden, proposto dal comune di Santa Monica nel 2004. Il progetto interessava due giardini suburbani confinanti, uno mantenuto a giardino tradizionale, ovvero prato rasato e vegetazione esotica, mentre l’altro è stato trasformato in un giardino con piante native (fig. 4, fig. 5). Successivamente, i due giardini sono stati monitorati per un anno al fine di quantificare la differenza in termini di impronta idrica, di lavoro e di rifiuti prodotti. I numeri parlano da soli: l’acqua richiesta dal giardino nativo è solo il 17% di quella richiesta per il mantenimento di un giardino tradizionale, e anche i rifiuti e le ore di lavoro richieste
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sono piu che dimezzati; il giardino nativo ha tuttavia un costo iniziale maggiorato del 30% rispetto al piÚ comune prato rasato, ma è un prezzo considerato ammortizzato nel breve perido.
62
1
Coastalrisk.com.au.
2
University of Western Australia (2017), Flood Mitigation Strategies for the Swan River in Response to Sea Level Rise.
63
fig. 1 - Alta marea in uno scenario RCP 8,5
64
fig. 2,3 - ViabilitĂ carrabile e ciclopedonale
fig. 4,5 - garden/garden
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Capitolo 7 Leeve park
Un argine urbano
Analisi Nonostante l’impegno economico ed ingegneristico dei ripascimenti, la forte infrastrutturalizzazione della terra bonificata ha causato una rottura tra la città e la riva nord: l’attività urbana è indirizzata più a monte rispetto alla riva del fiume, ed orientata parallelamente ad essa, mentre la piana bonificata è affiancata da ambo i lati da due strade, Riverside Drive maggiore arteria del traffico sul lungo fiume, e Terrace Road, parallela e arretrata di circa cento metri. Dopo le bonifiche, i progetti per il disegno della costa di Perth Water sono stati i più svariati, ma nessuno di questi è riuscito a sedurre la comunità abbastanza da direzionare un cambiamento1. La riva nord è sempre stata una riva sopita, poco sfruttata e si configura dal punto di vista paesaggistico come un lungo prato adagiato ai piedi del CBD, versione a scala urbana del suburban frontlawn. Le infrastrutture carrabili lungo il fiume non sono molto altro che una reinterpretazione della matrice paesaggistica novecentesca della guida scenica. Come risultato, la riva del fiume non fa parte della cultura urbana se non come abbellimento al traffico delle ore di punta e i lavoratori ed abitanti di Perth Ciy preferiscono andare da altre parti a trascorrere il proprio tempo libero. Queste manomissioni sembrano avere interrotto il rapporto tra Perth City e Perth Waters, anche vedendo lo stallo progettuale in cui la riva è caduta e la successiva perdita di interesse da parte della vita pubblica; si può dire che non solo le bonifiche ed il mantenimento di questo paesaggio sono stati e sono ancora molto costosi in termini economici ed ambientali, ma anche che sono costi ingiustificati. La costruzione del porto turistico di Elizabeth Quay da parte di TLC si inserisce in controtendenza sul waterfront, ricucendo parzialmente il rapporto tra la città e il fiume accogliendolo in una baia artificiale, sosti-
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tuendo il gigantesco prato che era l’elemento dominante dalla Esplanade Reserve. La volontà progettuale è quella di dialogare con Elizabeth Quay in un opera di revitalizzazione del waterfront, questa volta consapevole e rispettosa dell’estuario che la ospita e delle sue esigenze.
Terrace Road
Terrace road, ai tempi della Swan River Colony nominata Bazar Street, ha ricoperto un ruolo vitale nella nascita dell’insediamento originale di Perth.Terrace road viene riconosciuta come infrastruttura storica e come tale integrata nel disegno del parco come piastra pavimentata (fig. 1). Il traffico viene divelto sull’attuale Adelaide Terrace; Terrace Road e i tronchi compresi tra essa e Adelaide Terrace vengono pedonalizzati, incentivando quindi anche i collegamenti perpendicolari al fiume e le viste. Le strade pedonali perpendicolari a Terrace Road si connettono visivamente a parco sporgendosi oltre il profilo della strada maggiore verso l’argine che dialoga con queste nella definizione delle aree del parco fluviale. Se la struttura del parco è determinata dalle curve altimetriche parallele alla riva, le funzioni e la struttura del parco sono determinate da una scansione orizzontale delle potenzialità del percorso. Lo scopo è connettere Elizaberth Quay a Point Fraser completando la transizione verso un paesaggio fluviale piu sfruttato e allo stesso tempo più consapevole delle dinamiche ambientali. La piastra di Terrace Road si allarga ad includere la Perth music Hall e la Corte Suprema. La Perth music Hall è una sala da concerti con un importante attrattiva culturale, mentre la Corte Suprema è un bellissimo edificio coloniale costruito nel 1903 ed è considerato un patrimonio storico da tutelare e valorizzare. L’inclusione dei suddetti nella piastra di Terrace Road è voluta al fine di valorizzare i punti culturali lungo la riva del fiume e dare carattere alla passeggiata pedonale. L’argine La cresta dell’argine tocca I tre metri assicurando la messa in sicurezza dell’area e sul fronte nord, rivolto verso la città, ospita un sistema di ampi terrazzamenti a vegetazione nativa, che ne ingentiliscono le forme geometriche e lo rendono una parte del parco urbano interamente fruibili. Sul lato nord l’argine si fa più ripido ed ai suoi piedi è stata disegnata una battigia con topografia molto dolce per permettere lo sviluppo di un sistema di secche di marea. I movimenti del fiume vengono accolti
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in un’area delimitata, la cui vegetazione rispecchierà quella delle zone paludose del complesso di Vasse. Sul lungo termine, è atteso che questo sistema si stabilizzi su un equilibrio dinamico di zone erose ad argine esposto e di zone di deposito con piccole baie. La precedente infrastruttura costiera di Riverside Drive viene rievocata nella geometria netta del percorso ciclopedonale, che si discosta dal ricalco della strada in un anello costruito all’altezza di Point Fraser (fig. 2). Se il sistema di secche di Point Fraser non può ovviamente essere ripristinato, al suo posto è stato immaginato un landmark riconoscibile sia da Kings Park che dalle vicine piattaforme con vista delle isole di Heirisson. Nel mantenimento della linea rigida che, certamente in maniera controversa, ha stravolto il paesaggio delle Perth Water, c’è la volontà di conservare una memoria storica di questa manipolazione. La sua importanza nella definizione dell’attuale paesaggio di Perth sarebbe sufficiente a considerne in qualche modo il recupero; inoltre vuole essere memoria di un atteggiamento verso il paesaggio autoctono che si è tentato, con questo progetto, di superare. Sono previsti all’interno del parco fluviale e sul percorso ciclopedonale pannelli educativi sui mutamenti del livello dell’acqua e sugli habitat anfibi presenti nel sud dell’australia occidentale, uniti ad informazioni sull’ecosistema distrutto dalle opere di urbanizzazione.
Isole di Heirisson
La geometria di Heirisson Island per come la conosciamo oggi è il frutto di diverse manipolazioni, per poi essere commutata in uno spazio pubblico di ricreazione principalmente passiva. Prima della fondazione della Swan River Colony, questa zona era chiamata dalle popolazioni Noongar “Matagarup”, letteralmente “profondo una gamba”, a identificare la catena di secche sabbiose dell’estuario: da quando si ha memoria, questo è stato il punto più facile di attraversamento di Perth Water. Questa funzione di punto di attraversamento l’isola la conserva ancora oggi e, conseguentemente, si è considerato di mantenere e mettere in sicurezza l’autrostrada che vi si appoggia collegando East Perth a Victoria Park, nota con il nome di Causeway. Data l’orografia molto piatta,buona part della superficie di Heirisson Island nel 2100 viene inondata periodicamente dall’alta marea e una grossa porzione della parte meridionale dell’isola sarà sommersa permanentemente. L’intrusione dell’acqua andrà con ogni probabilità a dividere Heirisson Island in due isole colmando durante l’alta marea le zone più depresse, che restano unite durante la secca da una lingua di terra emersa dal lato
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di East Perth. È evidente che in queste precarie condizioni ambientali, Island non è più considerabile un habitat per la colonia di canguri grigi che abitano la zona meridionale in condizioni di semi-cattività; a mio avviso, la loro presenza su Heirisson Island è da considerarsi più che altro un escamotage per i favori di turisti che ricercano l’esoticità dell’Australia, in questo caso nella sede sbagliata. Conseguentemente si considera di spostare la colonia di canguri in una riserva non urbana. A parte la colonia di canguri, l’isola è disabitata e non infrastrutturalizzata. L’unica strada- anche se di elevata percorrenza- pavimentata è la Causeway che la taglia orizzontalmente. Come si diceva, la struttura dell’isola cambia radicamente nello scenario considerato e questo ha comportato riflessioni sul possibile carattere educativo di questo complesso paesaggistico. Di fatto, salvaguardare completamente l’assetto dell’isola come memoria storica comporterebbe altri grandi opere di ripascimento, mentre si è preferito disegare un paesaggio a prova di maree, modificando la topografia per ottenere una canalizzazione controllata delle acque alte, modellando, così, con un salto altimetrico consistente, l’interazione tra zone solitamente asciutte e zone allagate quotidianamente. Il profilo della nuova costa è dato dalla sottrazione al profilo originale delle aree soggette a inondazione continua ed è contenuta da un cordone di scogli bassi. La lingua di terra emergente durante la bassa marea, a collegamento della parte settentrionale e meridionale dell’isola, è vista come spunto progettuale per il disegno di un percorso a scomparsa sotto determinate condizioni di allagamento. Di fatto, si è deciso di sfruttare il trasformismo offerto dalle maree per rievocare, almeno concettualmente, il sistema di secche originali. Il passaggio tra un isola e l’altra non è garantito da opere di ingegnerizzazione, ma è disponibile in condizioni non eccezionali. Lo stesso tipo di ragionamento è anche alla base della canalizzazione delle acque e del conseguente aspetto “ad arcipelago” del progetto della parte settentrionale dell’isola(fig. 3). Nel complesso, l’isola non è agibile se non tramite il sistema di percorsi prefigurato, connessi a delle piastre con vista sul sistema paludoso, sull’anello di Point Fraser, sulla vicina Burswood Peninsula e sul parco dell’argine. È stata infine prevista la piantumazione di un bosco di eucalipto ai lati della Causeway, che funge da buffer visivo e acustico intorno all’autostrada (fig. 4).
70
1
Bolleter, J. (2015). Take me to the river.
71
fig. 1 - Il parco dell’argine
fig. 2 - ciclabile a Point Fraser
72
fig. 3 - Arcipelago di Heirisson
fig. 4 - Bosco di Eucalipto e Jarrah
73
74
Capitolo 8 The Narrows
L’ingresso in città
Analisi L’area di Mounts Bay è gravata da una grande infrastruttura autostradale ed è uno degli svincoli più trafficati dell’area metropolitana. Un percorso ciclopedonale affianca la riva del fiume e garantisce l’accesso alla citta di cliclisti e pedoni. A parte questo, l’area è raramente utilizzata se non per l’attraversamento, anche se si vedono spesso pescatori amatoriali sotto al Narrows Bridge, che era zona di pesca anche per le comunità Noongar1. Lo svincolo è attualmente vegetato con alberi nativi e prato; gli alberi sono abbastanza maturi ma appaiono isolati l’uno dall’altro e non presentano macchia o sottobosco, tranne che nelle zone bagnate dai laghi, la cui vegetazione è interessante e può essere presa come riferimento per il resto dell’intervento.
Fiori selvatici
Nonostante per la topografia non sia interessata da allagamento significativo entro la fine del secolo, si suggerisce l’arretramento del braccio dello svincolo piu vicino alla costa, vista il probabile aumento della frequenza di eventi estremi e l’importanza dello svincolo nella viabilità della regione. Lo smantellamento del Tronco di Riverside drive che connette lo svincolo ad Elizabeth Quay è operato in tal senso. Questo crea l’opportunità di uno sviluppo piu lineare del percorso ciclopedonale che connette Mounts Bay Road e Elizabeth Quay, che corre nel progetto accanto alla scogliera di contenimento della costa. La costiera è stata sostituita ai gabions utilizzati precendentemente sempre nell’ottica di proteggere questo nodo infrastrutturale. Inoltre, la vasca dl laminazione del David Carr Park è stata ampliata inglobando il laghetto
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ornamentale dal quale era divisa dal braccio autostradale smantellato. Quest’area è un tipico paesaggio trasformato e viene suggerita la vegetazione nativa per restituire naturalezza e ingentilire le nette forme geometriche dello svincolo. Dialogando con la vegetazione nativa di kings park, the narrows ha l’opportunità di estendere questo sistema creando una zona verde dichiaratamente Australiana alle porte della città. In quest’ottica è stato proposto uno zoning dell’area diviso in quattro sistemi di vegetazione xerica, ovvero resistente a lunghi periodi di siccità e praticamente indipendente dalle pioggie. La vegetazione nativa dell’Australia Sud Occidentale conta diverse specie con questa caratteristica, adattatesi alle condizioni climatiche della zona. Per le aree più in alto è previsto un sistema di prateria e arbusti nativi, offrendo una versione nativa del prato con alberi che la occupa adesso. Sono state scelte essenze basse per non intralciare la visibilità laterale nelle aree di immissione dello svincolo. Per la striscia centrale delineata dalle rotaie, non è ovviamente stata prevista rivegetazione, ma una ripavimentazione in ghiaia e mulch. Nella parte meridionale dello svincolo, le zone accanto ai laghi sono state ripiantate con vegetazione nativa alofita, implementando o riconnettendo -nel caso del David Carr Park- i sistemi di vegetazione già esistenti. Intorno è stata proposta la piantumazione dei fiori selvatici australiani, piante native dell’entroterra i cui colori richiamano ogni anno migliaia di turisti per la fioritura: l’esposizione di questi fiori selvatici potrebbe valorizzare le bellezze dell’arido paesaggio circostante agli occhi dei passanti, dei guidatori e dei turisti. Le essenze sono raggruppate per colore per creare un effetto scenico che possa colpire lo sguardo sia dei visitatori che dei fruitori dello svincolo (fig. 1, fig. 2, fig. 3, fig. 4).
Risparmio netto
È stato infine calcolato il risparmio idrico atteso dalla conversione. Nelle tabelle a seguire, sono stati elencati i litri a settimana richiesti dai due diversi tipi di colture, il prato rasato attualmente dominante2 (tab. 1) e la vegetazione nativa3(tab. 2). I dati sulla vegetazione nativa fanno riferimento all’irrigazione dell’adiacente parco nativo di kings park. Come si può notare a colpo d’occhio, la vegetazione nativa richiede un’irrigazione saltuaria e solo nei mesi più caldi, a fronte del prato rasato che viene irrigato settimanalmente tranne che nei mesi dello sprinkler ban. Come si vede dai calcoli riportati, la conversione a vegetazione nativa comporta un risparmio idrico complessivo del 66%.
76
tab. 2- vegetazione nativa
tab. 1- prato rasato
L/sett/mq
L/sett/mq gennaio
30
gennaio
20
febbraio
30
febbraio
20
marzo
20
marzo
/
aprile
14
aprile
/
maggio
14
maggio
/
giugno
giugno
Sprinkler ban
luglio agosto
Sprinkler ban
luglio agosto
settembre
14
settembre
/
ottobre
14
ottobre
/
novembre
20
novembre
/
dicembre
20
dicembre
20
tot
tot
176
costo idrico annuo pre trasformazione: 176 L/mq/week ∙ 4o weeks ∙ 209061 mq= 1471 ML costo idrico annuo post trasformazione: 60 L/mq/week ∙ 12 weeks ∙ 195006 = 140 ML
1
Swan River Trust (2010), Indigenous story of the river.
2
Perthturfsupplies.com.au.
3
Webb, M. (2013). Australian native plants.
77
60
fig. 1 -Essenze native, toni gialli
78
fig. 2 - Essenze native, toni rossi
79
fig. 3 - Essenze native, toni bianchi
80
fig. 4 - Essenze native, toni violacei
81
82
Capitolo 9
Happy ending? L’importanza di disegnare nel contesto
In questo progetto, le paludi e la vegetazione nativa dominano il paesaggio di Perth water e arricchiscono la città di un waterfront funzionale ed educativo. Quello che mi sono prefissata di ottenere, e che spero di avere ottenuto,è l’inizio del disegno di una capitale che non nega il paesaggio che la ospita. Per quanto lentamente, Perth sta già prendendo questa direzione, con politiche di sensibilizzazione sulla vegetazione nativa e sulla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Mi auguro che il mio sia solo uno dei tanti progetti di idee che inseriscono Perth nel suo contesto paesaggistico senza forzare un ecosistema fragile. Mi auguro, inoltre, che l’amministrazione delle suburbe dell’area metropolitana faccia uno sforzo congiunto per istruire gli abitanti perchè l’acqua venga considerata un bene prezioso, specialmente a fronte della futura scarsità idrica che interesserà la zona. L’adattamento a condizioni climatiche impervie richiede l’impegno unanime della comunità e l’amministrazione deve avere un approccio trasparente sull’ingenza del problema, che ora manca. Esistono programmi virtuosi, putroppo con un audience limitata, come le direttive di CRC per Perth sensitive city. Programmi come il cinquantennale piano di approviggionamento idrico della Water Corporation, con slogan “Water forever, whatever the weather”, perpetrano obbiettivi difficilmente realizzabili e in generale influenzano la comunità nel mantenere atteggiamenti ambientalmente irresponsabili che ormai conosciamo troppo bene. Paesi sviluppati come l’Australia Occidentale hanno i mezzi per opporsi drasticamente alla desertificazione ed è nel loro totale interesse agire in questo senso. I risultati della riconversione sono riassunti nelle tabelle a seguire (tab. 1, tab. 2).
83
tab. 1 - Percentuale di superficie per uso- prima della trasformazione
Prato
Sottobosco
Nativo
Corpo d’acqua
Strade
Soggetto a maree
Narrows
63%
5%
0%
9%
23%
0%
Langley e Perth est
56%
0%
11%
3%
30%
0%
Heirisson
79%
0%
0%
10%
5%
6%
TOT
65%
2%
5%
84
7%
21%
0%
tab. 2 - Percentuale di superficie per uso- dopo la trasformazione
Prato
Sottobosco
Nativo
Corpo d’acqua
Strade
Pedonale
Maree
Perso
Narrows
0%
8%
59%
14%
19%
0%
0%
0%
Langley e Perth est
0%
0%
45%
3%
0%
21,5%
30%
0,5%
Heirisson
0%
0%
42%
2%
4%
3%
26%
23%
TOT
0%
2%
48%
6%
85
6%
10%
21%
7%
Bibliografia Monografie Bolleter, J. (2015). Take me to the river. Ferry, L. (2009). The new ecological order. Chicago, Ill: The Univ. of Chicago Press. Ricci, A. (2017). Unsprawling Perth from the Swan River. Laurea magistrale. UniversitĂ degli studi di Ferrara. Seddon, G. (1988). Sense of place. [Perth, W.A]: [Murdoch University]. Webb, M. (2013). Australian native plants. Collingwood, Vic.: CSIRO Publishing. Weller, R. (2009). Boomtown 2050. Crawley, W.A: UWAP/UWA Pub. Wheeler, J. and Wheeler, C. (1984). Swanland. Yu, K. and Padua, M. (2006). The art of survival. Victoria: The images publishing group. Articoli Bolleter, J. (2016). Background noise: a review of the effects of background infill on urban liveability in Perth. Australian Planner, 53(4), pp.265-278. Bolleter, J. (2016). On the verge: re-thinking street reserves in relation to suburban densification. Journal of Urban Design, 21(2), pp.195-212. Gobster, P., Nassauer, J., Daniel, T. and Fry, G. (2007). The shared landscape: what does aesthetics have to do with ecology?. Landscape Ecology, 22(7), pp.959-972.
87
Lefroy, E. (1990). Native grasses in South Western Australia. Kullmann, K. (2014). Towards topographically sensitive urbanism: re-envisioning earthwork terracing in suburban development. Journal of Urbanism: International Research on Placemaking and Urban Sustainability, 8(4), pp.331-351. Francis, J., Wood, L., Knuiman, M. and Giles-Corti, B. (2012). Quality or quantity? Exploring the relationship between Public Open Space attributes and mental health in Perth, Western Australia. Social Science & Medicine, 74(10), pp.1570-1577. Rogers, B.C., Hammer, K., Werbeloff, L., Chesterfield, C. (2015). Shaping Perth as a Water Sensitive City: Outcomes of a participatory process to develop a vision and strategic transition framework. Melbourne. Report Australian Water Resources Assessment (2012), South West Coast. City of Perth (2016). Perth City Snapshot 2016. Department of Water (2012), Annual report. Swan River Trust (2009), Annual report. Swan River Trust (2010), Indigenous story of the river. Swan River Trust (2007), Potential impact of climate change on the swan and Canning river. Swan River Trust, Swan and Canning river protection strategy.
University of Western Australia (2017), Flood Mitigation Strategies for the Swan River in Response to Sea Level Rise. Water Corporation (2009), Water forever, towards climate resilience. Water Corporation (2011), Water forever, whatever the weather.
Sitografia
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89
90
Ringraziamenti
Si ringraziano, in ordine di apparizione Mamma PapĂ Nonna Carla e Nonna Fede Chicco Duofi Santerenzo Ferrara Doni Vero Fabry Juan Lisboa Totta Chiara Perth Stephen Tim Anto Paris Emanueli Vittoria Alice
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Elaborati grafici
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