OTTOBRE BIS 2023
FRA ARTE E DESIGN: L’ESTETICA DEGLI INTERNI, IL FUTURO DELL’URBANISTICA, IL COLLEZIONISMO D’AUTORE
SUPERIOR INTERIORS Scomporre, ricomporre, connettere e reinventare: la meccanica della creatività
PUNTO DI VISTA A destra, Nicolò Castellini Baldissera nel suo appartamento all’interno di Casa degli Atellani, a Milano. Sotto, “The Dome”, al Sir John Soane’s Museum di Londra e la copertina per agenda GM Simple di HERMÈS (384 €).
Nicolò Castellini Baldissera I cappotti di Casentino e un profumo che è una madeleine. Un salotto pieno di sole, a Tangeri e un obelisco di malachite, a Milano. Per il designer lo stile è un’ossessione, e una questione di famiglia. Di Gabriella Grasso
I
’SEGNI DISTINTIVI DEL MIO STILE Colori forti e accostamenti azzardati: nell’arredamento come nel vestire. Indosso capi classici, vintage o di sartoria. Il mio pezzo feticcio è la giacca di velluto, ne ho più di dieci, di tutti i colori. Ho due sarti di fiducia: uno a Londra, dove ho abitato per quasi trent’anni, e uno a Milano. Chiedo loro di realizzare capi classici, sul modello di quelli ereditati dai miei nonni, due uomini estremamente eleganti. Tra le altre cose, ciascuno di loro mi ha lasciato un blazer. Il primo, della sartoria Caraceni di Roma, è del 1950, di lana con i bottoni d’oro con uno stemma marinaro; l’altro, del 1962, è di Caraceni Milano, in gabardine con i bottoni lisci d’argento (tommyegiulio caraceni.com; a-caraceni.it).
cotone color verde Chartreuse, comprati a Capri da Gutteridge, storico negozio anglo-napoletano (via Vittorio Emanuele 42, Capri; gutteridge.com).
Vittorio Emanuele III nominò conte per meriti industriali nei primi del Novecento. Quello originale del senatore, che porto sempre al dito, è in platino (era in oro giallo, l’ho fatto rimontare) e lapislazzuli. L’altro, che ho fatto realizzare identico, è in platino con un diaspro di Russia. Entrambi provengono dall’argenteria Dabbene di Milano (argenteriadabbene.com).
E QUELLO CHE VORREI TRAMANDARE Sarà
UN OGGETTO DAL QUALE NON MI SEPARO MAI
difficile che i miei figli, alti un metro e novantacinque, possano indossare i miei abiti. Ci tengo, però, che abbiano i due anelli chevalier con lo stemma che il mio bisnonno, l’architetto Piero Portaluppi, disegnò per il suocero, il senatore Ettore Conti, che
Un piccolo portafoto di pelle arancione di Hermès, un regalo di mia madre: custodisce due foto, una sua, l’altra dei miei figli. Di Hermès è anche la mia agenda, sempre un’eredità di mia madre, che possedeva tante piccole agende. Un altro oggetto che viaggia
L’ULTIMO PEZZO CHE HO AGGIUNTO AL
SIMON UPTON/INTERIOR ARCHIVE, GARETH GARDNER
GUARDAROBA Un paio di pantaloni di
abitualmente con me è una valigettascrivania portatile di Gucci in pelle rossa, di mia nonna. Raffinatissima, la tengo sulla scrivania, in qualunque casa mi trovi (copertina per agenda GM Simple, 384 euro su hermes.com). IL MIGLIOR SOUVENIR CHE HO PORTATO DA UN VIAGGIO Un modellino di fine Settecento
del Taj Mahal, comprato a Jaipur durante il primo viaggio in India con mio padre e mio fratello. Era il 1985, avevo 17 anni. Mia madre mi aveva dato mille dollari per comprarmi qualcosa e io li spesi tutti da un antiquario.
AI MIEI FIGLI LASCERÒ DUE ANELLI CHEVALIER DISEGNATI DAL MIO BISNONNO, PIERO PORTALUPPI
LA MIA ICONA DI STILE Mio padre, l’architetto
Piero Castellini Baldissera. Sullo stile mi ha insegnato tutto: dall’uso delle calze colorate o a righe, all’abitudine di portare i pantaloni un po’ più corti per farle vedere, la passione per le giacche e per le pochette, di cui ha una vasta collezione. Possiede più di mille camicie che, non avendo più posto nell’armadio, in parte tiene impilate su un divano del Settecento. Da lui ho imparato anche a usare i cappotti di Casentino con il collo di pelliccia (cec-milano.it). L’ULTIMO OGGETTO CHE HO ACQUISTATO E AMATO Dall’antiquaria Maddalena Tabasso,
a Milano, prima dell’estate ho comprato un obelisco di malachite lavorata. Non c’è una
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PUNTO DI VISTA
A fianco, da sinistra, Valdobbiadene Millesimato Brut “09” Rive di Guia DOCG, BORGO MOLINO (16,80 €, negoziodelvino. com); un ritratto di Nicolò Castellini Baldissera. Sotto, gli interni del ristorante Beit Kanz, a Beirut.
ridisegnate da Maria Ousseimi. Per pranzo un luogo speciale è Beit Kanz, in un’antica casa libanese, che comprende un sofisticato concept store. Il pesce è ottimo da Kelly’s Fish Lounge (albergobeirut.com, suite da 500 dollari; kanz.com.lb/cafe; @kellysfishlounge). IL PIÙ BEL REGALO CHE HO FATTO Una collana
a frusta di radici di rubino di Luigi Scialanga, che donai molto tempo fa a mia moglie. E CHE HO RICEVUTO Una pendulette di
Cartier degli anni Venti color rosa mauve, con le lancette di brillanti. Era un regalo del nonno, che di recente è stato rilevato da Christie’s (christies.com). NEL MIO FRIGO NON MANCA MAI Una
bottiglia di prosecco, al momento un Valdobbiadene Millesimato Brut “09” Rive di Guia DOCG, Borgo Molino (16,80 euro su negoziodelvino.com; borgomolino.it). IL PRODOTTO DI BELLEZZA INDISPENSABILE
LA STANZA PREFERITA DELLA CASA Il salotto di
Sopra, la lobby dell’Hotel du Cap-Eden Roc, a Cap d’Antibes. A fianco, “Ritratto di Eleonora di Toledo col figlio Giovanni” (1545), di Agnolo Bronzino, conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Sotto, “Inside Milan”, di Nicolò Castellini Baldissera (75 €, su vendomepress.com). A centro pagina, Eau de Fleurs de Cédrat, GUERLAIN (113 €).
A fianco, il salotto di Casa Tosca, a Tangeri, con il camino che riprende quello storico, della residenza Castellini Baldissera, in Piemonte. Sotto, l’anello chevalier in platino e lapislazzuli disegnato da Piero Portaluppi – il bisnonno di Nicolò Castellini Baldissera – per il suocero, il senatore Ettore Conti.
Casa Tosca, la mia abitazione a Tangeri. È dipinto di un rosa lavorato, che cambia con la luce: lo ha realizzato il team di decoratori e artigiani Pictalab, con cui collaboro spesso. C’è tantissima luce nella stanza, perché ha otto finestre e occupa un centinaio di metri quadri. C’è anche un camino monumentale con una bella storia. Negli anni Sessanta la mia famiglia aveva acquistato, in un piccolo paese del Piemonte, una casa del Seicento in cui c’era un bellissimo camino in pietra. Dopo averla venduta ci siamo resi conto che non l’avevamo mai fotografata. Però era stata pubblicata su Abitare nel 1979. Molti anni dopo mi sono ritrovato tra le mani una copia della rivista, grazie alla quale ho fatto ricostruire quello stesso camino a Tangeri, in gesso bianco e grigio. Casa Tosca è una delle protagoniste del mio libro, Inside Tangier, a cui è seguito Inside Milan, entrambi editi da Vendome Press. Mi piacerebbe aggiungere un terzo volume, Italy Outside, dedicato a giardini e piscine (@nicolocastellini baldissera; nicolocastellinibaldissera.it; pictalab.com; “Inside Tangier” e “Inside Milan”, entrambi 75 euro, su vendomepress. com; Casa Tosca è occasionalmente disponibile per affitti brevi, casatosca.com).
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Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, un capolavoro assoluto. Già il fatto che una donna sia riuscita a entrare in maniera così convincente nel corpo di Adriano è straordinario, un caso di ermafroditismo letterario (13,50 euro, su ibs.it). GLI HOTEL CHE AMO Ho una memoria un
po’ antica dell’Hotel du Cap-Eden Roc a Cap d’Antibes, ci andavo con mia madre. Ma non ci torno da trent’anni. I due che preferisco al momento si trovano a Tangeri. Uno è Villa Josephine, vecchia casa coloniale ristrutturata magnificamente. L’altro è il nuovo Villa Mabrouka che il designer britannico Jasper Conran ha realizzato in quella che era l’abitazione di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé (oetker collection.com/hotels/hotel-du-cap-edenroc; hotel-villajosephine.com; villamabrouka.com). IL MUSEO O GALLERIA CHE CONSIDERO PIÙ INTERESSANTE AL MOMENTO Adoro le case
museo come il Poldi Pezzoli di Milano. O il Sir John Soane’s Museum a Londra: mi ci portò mio padre da ragazzino ed è il sunto di tutto ciò che si può amare del Grand Tour, con collezioni di marmi romani e quadri incredibili (soane.org; museopoldipezzoli.it). L’ARTISTA CHE COLLEZIONEREI SE POTESSI
UN LUOGO INDIMENTICABILE DOVE HO VIAGGIATO DI RECENTE Sono tornato a
Beirut, che adoro. Mi piace il suo caos che, incredibilmente, riesce a non cancellarne l’eleganza. Il mio hotel preferito è Albergo, in un edificio degli anni Trenta ristrutturato dall’interior designer Jacques Garcia, le cui parti comuni sono state di recente
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IL LIBRO CHE MI SAREBBE PIACIUTO SCRIVERE
Mi piacerebbe un quadro di Bronzino, tipo quello dedicato a Eleonora di Toledo, con quell’abito meraviglioso (uffizi.it). SE NON FACESSI CIÒ CHE FACCIO VORREI ESSERE Una cantante sul genere di Dalida.
Saper cantare bene dev’essere liberatorio. Purtroppo io sono stonatissimo.
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volta che io esca dal quel negozio senza acquistare: prima dell’obelisco ho portato a casa un trousseau de couture di fine Ottocento, e cioè una scatola ottagonale in pelle che si apre a ventaglio e racchiude il necessario per cucire (Maddalena Tabasso Antichità, via Saffi 7, Milano).
Uso solo il profumo, e non sempre. Alterno due classici di Guerlain: uno, ereditato dal nonno, è Mouchoir de Monsieur, che non si trova più facilmente; l’altro è Eau de Fleurs de Cédrat, fragranza agrumata piacevole soprattutto in estate. Qualche volta uso anche Pour un Homme di Caron che, pur essendo maschile, era il profumo usato da mia nonna (Eau de Fleurs de Cédrat, 100 ml, 113 euro su guerlain.com; Pour un Homme, 75 ml, 80 euro su parfumscaron.com).