CRITICA IN ARTE - Francesco Diluca

Page 1

CRI TI CAIN RTE 14


Museo d’Arte della città di Ravenna Loggetta Lombardesca

Sindaco Fabrizio Matteucci Assessore alla Cultura Ouidad Bakkali Dirigente servizio Turismo e attività culturali Maria Grazia Marini

Presidente onorario Andrea Emiliani

Sezione didattica Filippo Farneti

Presidente Uber Dondini

Relazioni esterne e promozione Francesca Boschetti Nada Mamish

Consiglio d’Amministrazione Rosetta Berardi Lanfranco Gualtieri Antonio Panaino Vittorio Pranzini Direttore Maria Grazia Marini Collezioni permanenti Conservatore Nadia Ceroni Archivio e documentazione Marisa Bruno Centro internazionale di documentazione sul mosaico Curatore Linda Kniffitz Chiara Pausini Esposizioni temporanee Responsabile Davide Caroli Esperto attività museali Alberta Fabbri

Amministrazione Responsabile amministrativo Lara Savorelli Monica Arceri Paola Lontani Simona Marangoni Bookshop Tiziana Cicognani Monica Magheri Allestimento, sorveglianza e custodia Mauro Focaccia Franco Cirella Carmelo Corazza Emanuela Folli Roberto Gabelli Agostino Melandri Stages e tirocinii Simona Costa


Critica in Arte 3 critici per 3 artisti Progetto ideato da Claudio Spadoni Ravenna Museo d’Arte della città Loggetta Lombardesca 30 novembre 2014 11 gennaio 2015 con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna Provincia di Ravenna Enti promotori Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura Museo d’Arte della città di Ravenna Mostra a cura di Davide Caroli Direttore responsabile Maria Grazia Marini Coordinamento organizzativo Davide Caroli con il supporto di Simona Costa Responsabile amministrativo Lara Savorelli Segreteria amministrativa Monica Arceri Paola Lontani Simona Marangoni Sezione didattica Filippo Farneti Ufficio relazioni esterne e Promozione Francesca Boschetti Nada Mamish Conservazione opere Nadia Ceroni

Supporto tecnico all’allestimento Davide Caroli Mauro Focaccia con la collaborazione di Roberto Gabelli Progettazione immagine coordinata e grafica materiali promozionali Filippo Farneti Bookshop Monica Arceri Tiziana Cicognani Monica Magheri Euro&Promos Group, Udine Sorveglianza e accoglienza sale espositive Euro&Promos Group, Udine

Roberto Marossi, Novara (pag. 16, 17) Andrea Rossetti, Milano (pag. 15) Contatti www.francescodiluca.com info@fancescodiluca.com

ad Anita e Diana

Assicurazioni Inter Hannover (International Insurance Company of HannoverLtd.) Trasporti Raffaele Zuccotti, Milano Catalogo a cura di Davide Caroli Testo e apparati di Davide Caroli Coordinamento redazionale Davide Caroli con la collaborazione di Simona Costa Traduzioni Action Line, Forlì Crediti fotografici Giorgio Gori, Milano Dario Fumagalli, Milano (pag. 42-45)

Con il contributo di



indice contents crediti credits - p. 2-3 presentazione presentation - p. 6-7 sorgendo dalla polvere rising from the dust - p. 8-11 opere works - p. 12-45 chi è who is Francesco Diluca - p. 46-47

francesco diluca - a cura di curated by

davide caroli


s

enza timore di essere smentiti, possiamo affermare che la corsa per diventare Capitale Europea della Cultura per il 2019 è stata per Ravenna un’esperienza fortemente positiva nonostante l’esito che, purtroppo, non ci ha visto vincitori. In questi anni di lavoro la città ha messo in campo tante forze ed energie, idee ed iniziative che indubbiamente hanno rappresentato per Ravenna una risorsa importante e rappresenteranno per i prossimi anni un punto di partenza per attestare la nostra città su un livello di primo piano nella scena culturale internazionale. Uno dei cardini su cui la nostra candidatura si è –– Fabrizio Matteucci Sindaco di Ravenna incentrata è stato senza dubbio il Mar, il Museo d’Arte –– Ouidad Bakkali Assessore alla Cultura della città che con le sue iniziative si è dimostrato una importante vetrina e un polo di attrazione per tanti visitatori che si sono così avvicinati a Ravenna per fruire delle molteplici iniziative proposte; e l’occasione testimoniata da questo catalogo è sicuramente una di quelle che caratterizza il Museo come uno dei centri più attenti alla giovane arte contemporanea, che sempre più sta riscuotendo interesse in vaste fasce di pubblico. Giunta quest’anno alla sua settima edizione Critica in Arte, promossa dal Comune di Ravenna, attraverso l’Assessorato alla Cultura e il MAR - Museo d’Arte della Città di Ravenna, è un momento atteso per fare il punto sulla situazione attuale dell’arte in Italia. Così, anche quest’anno, nelle sale della Loggetta Lombardesca, scelti da 3 curatori giovani ma molto attivi, si affiancano 3 giovani artisti dal curriculum solido che hanno la possibilità di confrontarsi con l’importanza di uno spazio espositivo istituzionale: Nero/Alessandro Neretti, artista plastico dalla poetica randagia e mobile, Francesco Diluca, che presenta le sue fragili e affascinanti sculture in ferro e Gianni Moretti, con le sue installazioni concettuali dedicate al raggiungimento della propria forma di ideale. L’Amministrazione oltre al sentito particolare ringraziamento alle istituzioni e a tutti coloro grazie ai quali è stato possibile realizzare questa manifestazione così importante per dare risalto alle nuove promesse del panorama artistico contemporaneo italiano, vuole qui ancora una volta confermare che l’impegno dimostrato in questi anni sul piano culturale non verrà meno in alcun modo nella programmazione del futuro della nostra città.

6

criticainarte–presentazione


l’

Istituzione Museo d’Arte della Città prosegue il percorso di arricchimento dell’offerta culturale ravennate con la settima edizione di Critica in Arte, la rassegna ideata da Claudio Spadoni e coordinata da Davide Caroli. Critica in Arte è dedicata al lavoro di giovani critici che presentano giovani artisti, ed è realizzata grazie al prezioso contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Con questo appuntamento il MAR si conferma come protagonista di rilevo della vicende culturali ben al di là dei confini locali, e come modello virtuoso di programmazione ed azione artistica. Vorrei in questo breve saluto, oltre a ringraziare chi ha reso possibile questa settima edizione, sottolineare come la funzione – il compito - del Museo siano collocati all’interno della necessità di dare voce alle espressioni artistiche che, nel passato come nel presente, in una forma o nell’altra, –– Maria Grazia Marini interpretano, espongono, dispiegano significato. Direttore MAR

critica in arte 3 critici per 3 artisti

Le attività del Museo ne sono testimonianza: dal recupero degli spazi espostivi all’inizio degli anni duemila, ai recenti riallestimenti museali del quadriportico, dalle stagioni delle grandi mostre caratterizzate dal pensiero di Claudio Spadoni, già direttore dell’Istituzione, alle attività di documentazione sul mosaico, dall’ospitalità a monografiche di grandissimo respiro all’attività editoriale, dalla cura del patrimonio museale sino alla rassegna dedicata ai giovani: critici artisti. Il MAR – la Loggetta - come resta nominata nel cuore dei ravennati - è oggi un organismo vivo e vivace, ospitale ed aperto, capace al contempo di conservare, valorizzare e pensare in forma critica a ciò che il mondo dell’arte esprime. Il MAR riveste nei tre piani che ruotano intorno all’antico chiostro anime diverse, tutte di grande qualità. Nel corso della settima rassegna di Critica in Arte, il nostro Museo confronterà le poetiche dei giovani ospiti con le immagini della retrospettiva dedicata a Guido Guidi, mostra fotografica prodotta in collaborazione con la Fondazione Cartier Bresson di Parigi e il Museo Huis Marseille di Amsterdam, e le realizzazioni di altri giovani artisti vincitori del premio Marina, estemporanea di pittura rivisitata in chiave attuale. Tutto questo insieme alle collezioni permanenti della Pinacoteca e del mosaico contemporaneo. Nelle sale dedicate a Critica in Arte si susseguono installazioni, sculture, forme solo apparentemente solide, linguaggi a volte aspri a volte liquidi. Nero/Alessandro Neretti, Francesco Diluca e Gianni Moretti sono presentati rispettivamente da Luca Bochicchio, da Davide Caroli – che della rassegna è anche coordinatore – e da Laura Fanti. Artisti e curatori sono i protagonisti di nuove intuizioni e nuove rotte che trovano temporanea ospitalità al MAR, intuizioni che dovremo necessariamente esplorare per dare continuità alla comprensione della complessità del contemporaneo, e continuare dunque ad assolvere il compito del Museo.

7


Forse un mattino andando in un’aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco.1

Il lavoro di Francesco Diluca in questi anni deve essere stato doloroso e faticoso. Il suo sorprendentemente lucido sguardo sulla realtà è stato impietoso nel descrivere l’uomo a noi contemporaneo. Con un’urgenza come di sentinella attenta ai pericoli, senza tante filosofie o troppe elucubrazioni, ad un certo punto ha avvertito la necessità di dire quello di cui si stava drammaticamente rendendo conto, ovvero di percepirsi come l’unico cosciente di quello che già Montale scriveva nei suoi versi citati in esergo. Da quel momento, una volta presa coscienza di questa realtà attorno a sé, il suo lavoro non ha potuto che essere un’analisi di questa umanità persa e vuota, ormai, secondo lui, senza consistenza. Ed è così che è nato il ciclo Il senso dell’assenza, istantanee terribilmente affascinanti, fotografie di una condizione ormai, forse, senza speranza, emblemi del dramma umano più profondo, della crisi in cui siamo immersi. Non è questo un tema facile con cui confrontarsi, prima di tutto personalmente, e di certo non è neanche banale pensare di poterlo raccontare attraverso un medium come la scultura: come si può riuscire a rappresentare l’uomo assente a sé stesso? La scelta di Diluca è quella di farci imbattere in bozzoli vuoti: percepiamo l’eco di qualcosa che c’è stato, forse c’è ancora con la sua quotidiana esistenza, ma ormai non è più realmente una presenza tangibile. E questa è un’esperienza comune a molti, più o meno coscienti; può succedere a volte per motivi esterni - ad esempio il lavoro che ci ruba la vita facendocene perdere le priorità o la violenza altrui che usurpa la nostra libertà - a volte per l’inerzia che porta la nostra umanità a raggrinzirsi e annullarsi senza un vero motivo evidente. Per il suo amore di sculture al lavorare con la materia, questo vuoto deve essere stato ancora più insopportabile da descrivere e nello stesso tempo attraente da osservare, come quando ci si ferma sul ciglio del precipizio e si avvertono le vertigini dell’abisso. Il risultato è drammaticamente suggestivo perché queste crisalidi sono belle, smaltate, candide e curate fino ai dettagli, ma, come bendaggi di mummie, al loro interno l’uomo, annichilito, è ormai totalmente assente, perso e consumatosi in polvere. Rimangono cappotti, abiti, macchine fotografiche; rimane tutto il contorno ma quello che manca è la sostanza stessa dell’essere: quelle figure assenti hanno perso il senso del loro fare. Le antenne di un artista però non si accontentano di constatare un dato di fatto, continuano a rimanere in attesa di un segnale, piccolo o grande che gli faccia intuire dove può portare questa regressione, con l’intima speranza e convinzione che non può essere questa l’ultima parola sull’uomo contemporaneo.

Sorgendo dalla polvere –– di Davide Caroli

8

criticainarte–Francesco Diluca Sorgendo dalla polvere


Da alcuni anni qualcosa è cambiato nel lavoro di Diluca. Qualcosa ha invertito quella parabola e quelle figure assenti, quegli uomini - che nel suo lavoro ha rappresentato addirittura ridotti fino a crani stilizzati - hanno pian piano ricominciato a prendere consistenza, a partire proprio dalla polvere in cui si erano disgregati. Quasi dal nulla dunque sembra poter ripartire una qualche flebile speranza, come nell’opera Attesa in cui da un corpo quasi completamente dissolto nasce un fiore rosso che con il suo colore emerge dal grigiore di quella figura e ci fa percepire il vigore inarrestabile della ripartenza. O come in Memento in cui l’uomo che fino a quel momento si è arrovellato sui suoi libri, in cui non pare trovare risposta tanto da perdere perfino il volto, viene sorpreso e risvegliato da una piccola e bianca farfalla che gli vola su una mano. Forse è solo un’intima speranza o forse invece, per potercelo raccontare, Diluca ha davvero intravisto in qualche piega della realtà che è possibile un nuovo inizio. Non sa dire cosa deve accadere perché questo processo di rinascita si metta in moto ma ce ne sa raccontare bene le conseguenze. Dal buio, dalla polvere, cominciano ad emergere delle nuove figure umane che vengono abbozzate e ricreate da tante piccole farfalle che volando e posandosi, quasi in una gioiosa danza, vanno a comporre corpi che pian piano prendono consistenza. Farfalle dunque, fragili ed eteree, a simboleggiare che anche da uno spunto, un avvenimento banale, inaspettato e quasi inconsistente può ripartire la speranza per quell’uomo ormai perso: qualcosa entra nella vita e rende l’uomo nuovamente presente a sé stesso. Si creano così figure che stanno nel reale imponendosi con la loro presenza dall’aria apparentemente eterna ed in realtà fragilissima; perché, come sono fragili le farfalle, così anche questi corpi, pur composti di polveri e frammenti di ferro, non hanno la consistenza che ci aspetteremmo da questo materiale; si possono facilmente sfaldare e distruggere perché non hanno ancora sviluppato la corazza che li possa difendere dalla realtà circostante. Non basta dunque la nostra pelle, lo strumento con cui percepiamo la realtà ed il luogo di confine in cui ognuno combatte la battaglia con il mondo esterno per affermare sé stesso. Queste figure si ritrovano addirittura a doverla cambiare per poter essere adeguate, rinnovate in una nuova dimensione in cui l’uomo nuovo ha addirittura abbandonato il suo involucro per riemergere di una inaspettata consistenza, come nell’opera Skin, realizzata appositamente e che apre il percorso di questa mostra. Che cosa allora da consistenza all’uomo? Di che è mancanza questa mancanza, / cuore, / che a un tratto ne / sei pieno?2 per dirlo con le parole di Mario Luzi. Forse è proprio questa la domanda a cui Diluca approda con la sua ricerca, la domanda che ognuno di noi più o meno consciamente porta dentro e che lui, come un megafono, fa risuonare nei nostri occhi per sfidarci a prenderci sul serio.

(1) Eugenio Montale, Forse un mattino, in Ossi di seppia, Oscar Mondadori, Milano, 2001 (2) Mario Luzi, Di che è mancanza…, in Sotto specie umana, Garzanti, Milano 1999, p. 190

9


Perhaps one morning walking in dry, glassy air, as I turn, I will see the miracle occur: nothingness at my shoulder, the void behind me, with a drunkard’s terror.1 The work of Francesco Diluca in these years must have been both painful and demanding. His surprisingly lucid view of reality has been merciless in describing our contemporary man. With the urgency of a sentinel on the look-out for dangers and unshackled by excessive philosophising or brooding, he at one point felt the need to share the dramatic realization that had come to him when he considered himself the only person aware of the truth Montale was expressing in the verse at the beginning. Since then, being fully conscious of the reality around him, his work inevitably focused on this lost and empty humanity that, in his opinion, had lost all substance. This is how the cycle of terribly fascinating snapshots Il senso dell’assenza- The sense of absence, was born. These images capture a condition that is perhaps beyond hope, serving as emblems of the deepest human drama and the crisis in which we are immersed. This is not an easy topic to tackle, especially from a personal point of view, and it is certainly not easy to even contemplate narrating it through the medium of sculpture. How can we represent man as absent to himself? Diluca chooses to present us with empty cocoons that lead us to perceive the echo of what was once there and may yet remain in everyday life, but no longer exists as a tangible presence. This is an experience many of us may share, but of which we are unequally aware. Sometimes the reasons may be external- for example, when our work so conditions our existence that we lose sight of our priorities or the violence of others curtails our freedom- other times our own inertia permits our humanity to shrivel and disappear for no apparent reason. For an artist who loves sculpture and working with matter, this emptiness must have been even more unbearable to describe but at the same time attractive to observe, just as when you lean over a precipice and are dizzied by the abyss. The result is dramatically striking because these chrysalises are beautiful, glazed and shining white with extremely careful detailing. Yet, like bandages wrapped around a mummy, the man once held within is now annihilated and totally absent - lost and reduced to dust. Nothing remains but coats, dresses or cameras. The outline is still there but what is lacking is the very essence of being: the missing figures have lost track of the sense of their actions. Yet the perceptive senses of the artist oblige him to go beyond merely establishing the fact, and remain alert to pick up the signal, however great or slight, that will enable him to grasp where this regression may lead, in the profound hope that he may believe this is not the last word to be spoken by contemporary man. Over the last few years, something has changed in Diluca’s work. Something has reversed the parabola and the absent figures; those men who had actually been reduced to no more than stylized skulls in his work have slowly started regaining substance from the dust into which they had crumbled. So, as if from nowhere, some faint hope seems to arise, as in his work Attesa -

Rising from the dust

–– by Davide Caroli

10

criticainarte–Francesco Diluca Rising from the dust


Waiting in which the vivid colour of a red flower emerges from the greyness of a body that has almost completely dissolved, and the unstoppable force of life starting over strikes us. The same feeling is evoked in Memento, where the man so caught up searching for an irretrievable answer in his books as to have lost his own face, is suddenly caught by surprise and reawakened by a small, white butterfly that settles on his hand. Perhaps this is no more than an inner hope, or maybe before being able to recount this to others Diluca has actually perceived a possibility of a new beginning hidden among the folds of reality. He may be unable to explain what must happen for this rebirth to come about, but he is able to depict the consequences. From the dark, from the dust, new human figures emerge that are roughly modelled and recreated from numerous small butterflies that fly and settle, as though in joyous dance, and together form bodies that slowly gain substance. These fragile, ethereal butterflies thus symbolise that from the slightest, apparently trivial and unexpected event, hope may once again be born for humankind, though it seemed inevitably lost. Something may enter our lives and bring people back to themselves. Figures are created that impose their presence with an apparently timeless air though actually extremely ephemeral. Indeed, just as butterflies are delicate, so are these bodies made of dusts and fragments of iron, lacking the substance of the materials used to create them. The bodies flake and crumble easily as they have not yet developed the protective shell that can defend them from the surrounding reality. Our skin, this organ that enables us to perceive reality and which outlines the border at which each of us battles against the outside world to assert ourselves, is not enough. These figures find themselves forced to change their skin in order to be modified and renewed in a new dimension where the new man has actually abandoned his shell in order to re-emerge with unexpected substance, as in the work Skin, the opening work created specifically for this exhibition. What then gives man his consistency? In the words of Mario Luzi: What is this lack a lack of, / oh heart, / of which all of a sudden you are full? Perhaps this is the question to which Diluca’s quest leads him, a question that all of us more or less consciously carry within ourselves and that he bellows out to us, as though amplified, challenging us to take ourselves seriously.

(1) Eugenio Montale, Forse un mattino, in Ossi di seppia, Oscar Mondadori, Milano, 2001 (2) Mario Luzi, Di che è mancanza…, in Sotto specie umana, Garzanti, Milano 1999, p. 190

11


Senza titolo (dal ciclo Il senso dell’assenza), 2008 ferro saldato smaltato glazed welded iron cm 70 x 35 x 38 Collezione privata Private collection

12

criticainarte–Francesco Diluca


Senza titolo (dal ciclo Il senso dell’assenza), 2008 ferro saldato smaltato glazed welded iron cm 64 x 42 x 23 Collezione privata Private collection

13


Senza titolo (dal ciclo Il senso dell’assenza), 2009 ferro saldato smaltato glazed welded iron cm 120 x 60 x 40 Collezione privata Private collection

14

criticainarte–Francesco Diluca


Cocoon, 2010 ferro saldato smaltato glazed welded iron veduta dell’installazione presso view of the installation at Fabbrica EOS Gallery, Milano Collezione privata Private collection

15


Ultima cena, 2011 ferro ossidato e saldato e incisione su ferro ossidato e accartocciato a mano oxidisez and welded iron and engraving on oxidisez iron crushed by hand veduta dell’installazione presso view of the installation at Casa Testori, Novate Milanese (Mi) Collezione privata Private collection

16

criticainarte–Francesco Diluca


17


Senza titolo, 2010 ferro saldato, magneti al neodimio e polvere di ferro welded iron, neodymium magnets and iron dust cm 27 x 27 x 18 Collezione privata Private collection

18

criticainarte–Francesco Diluca



Testa, 2011 ferro saldato e polvere di ferro welded iron and iron dust cm 26 x 19 x 16 Courtesy Nuova Galleria Morone, Milano

20

criticainarte–Francesco Diluca



Attesa, 2012 ferro saldato e polvere di ferro su tela welded iron and iron dust on canvas cm 240 x 160 x 34 Courtesy Nuova Galleria Morone, Milano

22

criticainarte–Francesco Diluca



Notte, 2012 ferro e polvere di ferro smaltato su tavola iron and glazed iron dust on board trittico triptych cm 220 x 470 Courtesy Nuova Galleria Morone, Milano

24

criticainarte–Francesco Diluca



Noluntas, 2012 ferro saldato e polvere di ferro welded iron and iron dust cm 190 x 50 x 50 Collezione privata Private collection

26

criticainarte–Francesco Diluca



Padre, 2012 ferro saldato smaltato e polvere di ferro glazed welded iron and iron dust cm 90 x 50 x 50 Courtesy Francesco Diluca studio

28

criticainarte–Francesco Diluca



Senza titolo, 2012 ferro saldato smaltato e polvere di ferro glazed welded iron and iron dust cm 185 x 50 x 50 Courtesy Nuova Galleria Morone, Milano

30

criticainarte–Francesco Diluca



Senza titolo, 2014 veduta dell’installazione presso view of the installation at MUST, Vimercate (MB)

32

criticainarte–Francesco Diluca



Senza titolo, 2012 ferro saldato e polvere di ferro welded iron and iron dust cm 210 x 50 x 75 Courtesy Nuova Galleria Morone, Milano

34

criticainarte–Francesco Diluca


Senza titolo, 2012 ferro saldato smaltato glazed welded iron cm 185 x 60 x 49 Collezione privata Private collection

35


Skin, 2014 ferro saldato ossidato e polvere di ferro oxidisez welded iron and iron dust cm 205 x 140 x 80 Courtesy Nuova Galleria Morone, Milano

36

criticainarte–Francesco Diluca



38

criticainarte–Francesco Diluca



Memento (studio), 2014 inchiostro e grafite su carta ink and graphite on paper cm 20 x 20 Collezione privata Private collection

40

criticainarte–Francesco Diluca


41


Memento, 2014 polvere di ferro iron dust dimensioni variabili variable dimensions veduta dell’installazione view of the installation at MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna

42

criticainarte–Francesco Diluca


43




chi è / who is francesco diluca nato a Milano nel 1979, dove vive e lavora. born in Milano in 1979, where he lives and works.

selezione mostre personali selected solo exhibitions 2012 – Biennale Italia Cina, curated by I. Quaroni e W. Chuchen, Monza, Reggia Reale – RISTART, Milano, Fabbrica Eos 2012 – PiksII , Milano, Spazio HQ – Francesco Diluca, Milano, Show Room FAY – –The road to contemporary arT, Roma, MACRO– Museo d’Arte contemporanea di Roma, Fabbrica 2010 Eos – Cocoon, curated by A. M. Martini, Milano, Galleria Fabbrica – Colori, curated by S. Bartolena, Vimercate (MB), Eos Heart–Spazio Vivo – Francesco Diluca, curated by E. Belloni e M. Teseo Milano, – AAM arte accessibile Milano Milano, Fabbrica Eos Galleria Spazio Solferino – AAF, Milano, Fabbrica Eos – Lamiere al vento, curated by A. M. Martini, Parma, Galleria 2014 – Critica in Arte, curated by D. Caroli, Ravenna, MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna

Contemporaneamente

2011 – Giorni Felici 2011, curated by D. Dall’Ombra e F. Ponzini, Novate Milanese (MI), Casa Giovanni Testori – 54a BIENNALE DI VENEZIA, curated by V. Sgarbi, 2008 Torino, Palazzo delle esposizioni – Fresco di Fabbrica, curated by G. Pedrazzini, Milano, Galleria – –The road to contemporary art, Roma, MACRO– Fabbrica Eos Museo d’Arte contemporanea di Roma, Fabbrica Eos – Articolo 11, curated by S. Bartolena, Lecco, Torre Viscontea selezione mostre collettive – AAM arte accessibile Milano Milano, Fabbrica Eos – AAF, Milano, Fabbrica Eos selected group exhibition 2009 – Francesco Diluca, curated by S. Bianchi, Milano, Bar Jamaica e Fabbrica Eos

2014 – PULSE– Miami Beach contemporary art fair, Miami (USA), Nuova Galleria Morone – Una solitudine troppo rumorosa, curated by A. Madesani, Milano, Nuova Galleria Morone – Biennale Italia Cina 2014, curated by S. Orlandi, Beijing (CN), 798 Art District – Materie, curated by S. Bartolena, Vimercate, MUST, Museo del territorio vimercatese – Percorsi nella materia (ferro) curated by S. Bartolena, Merate (LC), Palazzo Silva – Francesco Diluca, Milano, Giorgetti Atelier. – Francesco Diluca, London (UK), Giorgetti Atelier Harrods – Miart, Milano, Fabbrica Eos – Tracce di contemporaneo 2014, curated by S. Bartolena, Merate (LC), Villa Confalonieri

2010 – Terzo Rinascimento, curated by G. Zanotto e A. Cruciani, Urbino, Palazzo Ducale – Miart, Milano, Fabbrica Eos – Terzo Rinascimento, Linguaggi della Sensibilità Ibrida, curated by G. Zanotto e A. Cruciani, Sicilia, Castello Normanno di Aci Castello (CT) – –The road to contemporary art–, Roma, MACRO– Museo d’Arte contemporanea di Roma, Fabbrica Eos – Remake, curated by A. M. Martini, Parma, Galleria Contemporaneamente

2009 – Step09, Milano, Fabbrica Eos – ArtVerona, Verona, Fabbrica Eos 2013 – Contemporary Life, Marciana (LI), If Art Gallery – Di Materia 1, Milano, Fabbrica Eos – HQ La grande Magia, curated by M. Giusti, Milano, DFA – Swing Art, 18 buche in cerca d’autore, Milano, Milano Golf Club Fondamenta

46

criticainarte–chi è Francesco Diluca


bibliografia selezionata selected bibliography 2008 – ArtVerona, Verona, Fabbrica Eos 2007 – Mostra collettiva u.c.a.i, Milano, Palazzo Cusani – Ad Antonio Zeffiro, Carrara (MS), Chiesa del Suffragio – 1° concorso nazionale di scultura monumentale Parco Rangoni, Maranello (MO) 2005 – Milano 21 aprile, Milano, Spazio Marghera, installazione – Arteam Prize, Albissola Marina (SV), Museo Civico di Arte Contemporanea 2003 – VOLARE!, Curated by G. Mariani e Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Palazzo Reale, sala delle Cariatidi 2002 – Omaggio a Simona Campitelli, Porto Ferraio (LI) 2001 – Fagocitare, con Aurelio Gentile, Milano, Circolo culturale Bertold Brecht – Fagocitare, Milano, Piazzetta della Chiesa di San Simpliciano 2000 – Vuoto suono Como, città murata, Chiostrino di Santa Lucia – Briglie sciolte, Tuscania (VT), chiesa di Sant’Egidio 1999 – Salon 1°, Milano, Palazzo della Permanente – Etruria arte Piombino, performance

premi awards 2008 – Concorso di pittura e scultura Ghiggini VI edizione, third place, Varese 2003 – VOLARE!, Milano, Palazzo Reale, second place 1999 – Omaggio a Roberto, Lomagna, Lecco, Auditorium e sale civiche, first place

2014 – D. Caroli, TITOLO, in Critica in arte, exhibition catalogue, Ravenna, MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna – A. Madesani, in Una solitudine troppo rumorosa, Milano, Nuova Galleria Morone – Biennale Italia Cina 2014, exhibition catalogue, Beijing (CN), 798 Art District, Christian Maretti editore – S. Bartolena, in Materie, exhibition catalogue, Vimercate (MB), Museo MUST – F. Lanza, Intervista a Francesco Diluca, La scultura come specchio della vita, in “Wall Street International, Arte”, 10 2013 – Paola Buzzini, “Polvere di ferro”, in “Inside Art”, n. 94 maggio–giugno, pp. 70–73, Guido Talarico Editore – M. Garzonio, La grande magia di opere «in transito» in “Corriere della Sera”, 15 ottobre – L. Landoni, Panorami milanesi incisi su vecchie lastre di ferro, in “La Repubblica”, Milano, 4 marzo 2012 – Natura l mente, in Biennale Italia Cina, exhibition catalogue Monza, Reggia Reale, Christian Maretti editore – S. Bartolena, in Colori, exhibition catalogue Vimercate , Heart–Spazio Vivo – M. Garzonio, Elogio dell’incompletezza creativa, in “Corriere della Sera”, 28 novembre – L. Romano, Incompiutezza ed espressione nella nuova mostra di Galleria HQ, in”Il Giornale”, 23 novembre 2011 – Giorni Felici 2011, exhibition catalogue Novate Milanese (MI), Casa Giovanni Testori – F. Bonazzoli, Stanze d’artista a casa Testori, in “Corriere della sera”, 22 settembre – Terza edizione a Casa Testori, “La Repubblica”, Milano, 22 settembre – S. Bartolena, Articolo 11, exhibition catalogue, Lecco, Torre Viscontea – Dossier HABITAT, speciale gallerie d’arte, pp. 88–91 – M. Garzonio, Le scelte di Mario Giusti, in “Corriere della sera”, 23 dicembre

47


2010 – A. M. Martini, in Cocoon, il senso dell’assenza, exhibition catalogue, Milano, Galleria Fabbrica Eos – G. Zanotto e A. Cruciani, in Terzo Rinascimento exhibition catalogue, Urbino, Palazzo Ducale 2009 – “DHD hospitality hotel design diffusion”, pp. 178–182 – M. T. Melodia, Milano/I dipinti su ferro di Diluca al Bar Jamaica, in “Affaritaliani.it”, 21 novembre 2008 – Verona, fiera ArtVerona exhibition catalogue, Premio Aletti 2003 – VOLARE! Exhibition catalogue, Milano, Palazzo Reale 1999 – Salon 1°, exhibition catalogue, Milano, Palazzo della Permanente

Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti. Il Museo d’Arte Città di Ravenna è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non sia stato possibile rintracciare.

48

criticainarte–chi è Francesco Diluca

- finito di stampare nel mese di novembre 2014 presso La Greca Arti Grafiche di Forlì - FC

www.litolagreca.com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.