FRANCESCO DILUCA
FRANCESCO DILUCA
UOMO NATURA COSMO UOMO NATURA COSMO
PUBLI
PAOLINI
FRANCESCO
DILUCA
TEMPO UOMO NATURA COSMO
FRANCESCO
DILUCA
TEMPO UOMO NATURA COSMO
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Questo catalogo è stato pubblicato in occasione della mostra
FRANCESCO DILUCA TEMPO UOMO NATURA COSMO Bagnacavallo (RA) | ex convento di San Francesco 22.09 – 04.11.2018
mostra e catalogo a cura di Diego Galizzi organizzazione Comune di Bagnacavallo Museo Civico delle Cappuccine sindaco Eleonora Proni assessore alla cultura Enrico Sama coordinamento Diego Galizzi, Francesco Diluca testi Diego Galizzi, Simone Pellegrini, Leonardo Merlini, Marco Mordenti comunicazione e ufficio stampa Remo Emiliani, Ufficio Stampa del Comune di Bagnacavallo Matteo Torterolo, NEO-STUDIO allestimento Francesco Diluca – Studio logistica e trasporti Nostress Raffaele Zuccotti Pennacchia Roberto e Montecalvo Luigi sponsor tecnico per le assicurazioni
design Sara Salvi
www.francescodiluca.com www.museocivicobagnacavallo.it ISBN 978-88-85614-12-3
fotografa e videomaker Bruno Bani Lucia Ceriani Giorgio Gori Francesco Diluca-studio Realizzazione editoriale e stampa a cura di Publi Paolini, Mantova
ringraziamenti Tempo è una mostra fortemente voluta e con una lunga gestazione creativa. ringrazio Diego Galizzi, Direttore del Museo Civico delle Cappuccine, che da subito si è entusiasmato guardando il mio lavoro. In questi anni è stato studiato un progetto ambizioso ricco di nuove opere mai esposte prima in sede Museale. Ringrazio tutte le persone e le società che sono state determinati per la buona riuscita del progetto. In questi due anni ho imparato molto ci sono state difficoltà e grandi soddisfazioni, tantissimi intrecci si sono formati creando una fitta trama di persone speciali. Assicura SRL Lucia Ceriani Antonio Tarroni Monica Ruscelli AUSER Bagnacavallo Matteo Torterolo Simone Pellegrini Andrea Mariniello Bruno Bani Sara Salvi Maria Concetta Monaci Leonardo Merlini Fabio Giampietro Diana Diluca Paolo Camprini Fulvia Damiani e Sara Carusi
Questo catalogo è stato pubblicato in occasione della mostra
FRANCESCO DILUCA TEMPO UOMO NATURA COSMO Bagnacavallo (RA) | ex convento di San Francesco 22.09 – 04.11.2018
mostra e catalogo a cura di Diego Galizzi organizzazione Comune di Bagnacavallo Museo Civico delle Cappuccine sindaco Eleonora Proni assessore alla cultura Enrico Sama coordinamento Diego Galizzi, Francesco Diluca testi Diego Galizzi, Simone Pellegrini, Leonardo Merlini, Marco Mordenti comunicazione e ufficio stampa Remo Emiliani, Ufficio Stampa del Comune di Bagnacavallo Matteo Torterolo, NEO-STUDIO allestimento Francesco Diluca – Studio logistica e trasporti Nostress Raffaele Zuccotti Pennacchia Roberto e Montecalvo Luigi sponsor tecnico per le assicurazioni
design Sara Salvi
www.francescodiluca.com www.museocivicobagnacavallo.it ISBN 978-88-85614-12-3
fotografa e videomaker Bruno Bani Lucia Ceriani Giorgio Gori Francesco Diluca-studio Realizzazione editoriale e stampa a cura di Publi Paolini, Mantova
ringraziamenti Tempo è una mostra fortemente voluta e con una lunga gestazione creativa. ringrazio Diego Galizzi, Direttore del Museo Civico delle Cappuccine, che da subito si è entusiasmato guardando il mio lavoro. In questi anni è stato studiato un progetto ambizioso ricco di nuove opere mai esposte prima in sede Museale. Ringrazio tutte le persone e le società che sono state determinati per la buona riuscita del progetto. In questi due anni ho imparato molto ci sono state difficoltà e grandi soddisfazioni, tantissimi intrecci si sono formati creando una fitta trama di persone speciali. Assicura SRL Lucia Ceriani Antonio Tarroni Monica Ruscelli AUSER Bagnacavallo Matteo Torterolo Simone Pellegrini Andrea Mariniello Bruno Bani Sara Salvi Maria Concetta Monaci Leonardo Merlini Fabio Giampietro Diana Diluca Paolo Camprini Fulvia Damiani e Sara Carusi
È con grande piacere e soddisfazione che l’Amministrazione comunale ospita mostre di giovani artisti presso l’ex convento di San Francesco, infondendo così nuova vita a uno dei più significativi monumenti di Bagnacavallo. Gli spazi imponenti e vissuti della struttura sono un luogo ideale per creare suggestivi dialoghi tra la tradizione artistica della città, il suo passato e la sensibilità contemporanea. In occasione della Festa di San Michele 2018, grazie al lavoro di curatela del direttore dei Musei Civici Diego Galizzi, è in programma una mostra personale di Francesco Diluca, originale e interessante personalità nell’ambito della scultura italiana. Le opere dell’artista milanese, tanto dedito alla riflessione sul concetto di tempo, evoluzione, consunzione e rinascita, si inseriscono in modo armonioso negli spazi del convento e fanno eco alle pareti scrostate rivelatrici della storia che lì ha preso vita, si è consumata e che tuttora ci parla. Siamo convinti che la mostra di Francesco Diluca arricchirà la proposta culturale della nostra città, e per questo, a nome di tutta l’Amministrazione comunale, desideriamo ringraziarlo per aver dato a Bagnacavallo la possibilità di conoscere i suoi lavori e proporli ai cittadini e ai tanti visitatori della Festa di San Michele. Eleonora Proni
Enrico Sama
Sindaco di Bagnacavallo
Assessore alla Cultura
È con grande piacere e soddisfazione che l’Amministrazione comunale ospita mostre di giovani artisti presso l’ex convento di San Francesco, infondendo così nuova vita a uno dei più significativi monumenti di Bagnacavallo. Gli spazi imponenti e vissuti della struttura sono un luogo ideale per creare suggestivi dialoghi tra la tradizione artistica della città, il suo passato e la sensibilità contemporanea. In occasione della Festa di San Michele 2018, grazie al lavoro di curatela del direttore dei Musei Civici Diego Galizzi, è in programma una mostra personale di Francesco Diluca, originale e interessante personalità nell’ambito della scultura italiana. Le opere dell’artista milanese, tanto dedito alla riflessione sul concetto di tempo, evoluzione, consunzione e rinascita, si inseriscono in modo armonioso negli spazi del convento e fanno eco alle pareti scrostate rivelatrici della storia che lì ha preso vita, si è consumata e che tuttora ci parla. Siamo convinti che la mostra di Francesco Diluca arricchirà la proposta culturale della nostra città, e per questo, a nome di tutta l’Amministrazione comunale, desideriamo ringraziarlo per aver dato a Bagnacavallo la possibilità di conoscere i suoi lavori e proporli ai cittadini e ai tanti visitatori della Festa di San Michele. Eleonora Proni
Enrico Sama
Sindaco di Bagnacavallo
Assessore alla Cultura
SOMMARIO
12 |
IL TEMPO DI FRANCESCO DILUCA IN QUATTRO MOVIMENTI Diego Galizzi
16 |
“COME NON SAPPIAMO COSA SIA UNO SPIRITO, COSÌ IGNORIAMO COSA SIA UN CORPO” Simone Pellegrini
19 |
Marco Mordenti
20 |
IL PRIMO UOMO Leonardo Merlini
150 | 151 |
BIOGRAFIA BIOGRAPHY
SOMMARIO
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IL TEMPO DI FRANCESCO DILUCA IN QUATTRO MOVIMENTI Diego Galizzi
16 |
“COME NON SAPPIAMO COSA SIA UNO SPIRITO, COSÌ IGNORIAMO COSA SIA UN CORPO” Simone Pellegrini
19 |
Marco Mordenti
20 |
IL PRIMO UOMO Leonardo Merlini
150 | 151 |
BIOGRAFIA BIOGRAPHY
IL TEMPO DI FRANCESCO DILUCA IN QUATTRO MOVIMENTI
. primo movimento | il giardino del mondo
esplorarne l’oltre. Noi viviamo come se dovessimo vivere per sempre. Non
Spettrali engrammi di uomini che ramificano come concrezioni coralline, o
riflettiamo mai che siamo esseri fragili e fugaci. Rispecchiandoci nella fissità
come piante che cercano la via della luce, traendo linfa vitale dal buio della
delle sculture iconiche di germina, entrando fisicamente dentro quel popolo
terra; turbolente nuvole di farfalle che si agglomerano in forma di uomo;
di entità relittuali e muovendoci tra di esse nello scenario simbolico delle
archeologie umane che trasudano vita fino alla gemmazione di esili boccioli
caduche pareti dell’ex convento di San Francesco, riscopriamo tutta la nostra
vegetali; corpi che emergono da magmi minerali più neri del nero o dal caos
transitorietà. Solo il turbinio delle farfalle dorate sembra condividere la nostra
della polvere d’ossido. In questa visione del mondo naturale non c’è spazio per
stessa dimensione. Un battito d’ali.
alcuna classificazione tassonomica, solo per l’ambiguità. La vita è di per sé un
Osservata da fuori, o dall’alto, come dall’alto della colonna di un immobile
unico grande mistero, ed è a questo mistero che le mani forti di Diluca cercano
stilita, la nostra esistenza deve sembrare poco più che un momento catturabile
di dare una forma.
da un’istantanea, mossa appena dal passaggio di un’ombra dal colore
La perfezione, l’armonia della natura, con le sue regole, i suoi ritmi, i suoi
indistinto, in cui si fondono e si perdono tutti i colori del nostro io. Esistere,
paradigmi. I respiri del tempo, le forme che solo apparentemente sono
come amare, è l’avvampare di un fuoco effimero e lucente.
caotiche, come il reticolato dei sistemi linfatici, siano essi animali o vegetali, o la struggente eleganza delle ali degli insetti. Tutto risponde a un solo ordine,
. terzo movimento | la profezia di vulcano
quello naturale, non costruito, non coercitivo. È l’ordine della vita che mira ad
Ciò che nel fuoco si consuma e si perde, dal fuoco prende forma. La primigenia
espandere se stessa, è un ordine anarchico, non artificiale, non imposto dagli
forza del fuoco è allegoria di energia creatrice e di potenza distruttrice sin dalla
uomini.
notte dei tempi. Sculture di filato metallico rosso vermiglio sembrano ancora
La rappresentazione simbolica dell’entità non separabile uomo-natura sta
trattenere l’incandescenza della forgiatura. Ma anche qui siamo nel campo
tutta nell’ambiguità visiva tra il reticolo venoso dei corpi umani e i vasi linfatici
dell’ambiguità: quelle venature, quei capillari, sono l’immagine dell’irradiarsi
che trasportano nutrimento vitale dalle radici alle foglie, e allo stesso tempo
nei corpi di un sangue vivifico. L’atto di plasmare e di saldare è per Diluca
la clorofilla dalle foglie alle radici. Nel miracolo delle inflorescenze vegetali e
innanzitutto un qualcosa di altamente simbolico: metallurgia è forgiare, e
coralline che nascono e si sollevano dalla memoria della carne. Nel momento
forgiare è dare vita. È un processo alchemico, che ripete nei suoi significati il
magico del concentrarsi di farfalle che trovano rifugio nei punti vitali delle
ciclo di Proserpina, quell’eterno passaggio di morte-rinascita che è alla base di
anatomie umane, disegnando topografie energetiche sopra mappe in eterna
tutti i culti misterici.
definizione.
Ciò che nel fuoco prende forma, nel fuoco si consuma e si perde. Il ciclope in
L’armonia è un’architettura anarchica, che procede da una forza vitale
filo metallico che si accende di miriadi di scintille infuocate nella performance
primigenia, quella che tutti abbiamo dentro, e che non possiamo ignorare.
Nebula, esplode di calore e luce, sprigionando in pochi attimi tutta l’energia della propria esistenza, un’esistenza che allo stesso tempo lo degrada e lo
. secondo movimento | architetture del tempo
consuma. L’atto performativo di Nebula è un momento altamente simbolico,
L’osservazione dell’evoluzione della vita porta presto alla consapevolezza della
che anticipa e teatralizza quello che è un presagio di fine. È un corpo che al
sua fragilità. Ciò che si svincola dalla terra animandosi, scardina la dimensione
fuoco ritorna per farsi di nuovo materia indistinta. Ma inizio e fine, nell’eterno
della fissità immutabile, dando vita al tempo. Il tempo è movimento, ciò che
ciclo della vita, non sono che passaggi: dietro l’apparente deperimento degli
non ha moto non ha tempo. Le forme metalliche di Diluca sono un’indagine
esseri vitali si celano nuovi inizi, in un continuo rigenerarsi che rende eterni.
in profondità sul tempo come concetto relativo: quello compresso entro le due soglie di inizio e di fine. Il nostro tempo. Il tempo inteso esistenzialmente
. quarto movimento | post scriptum
come passaggio dalla vita alla morte e non come astratta categoria mentale.
Il tempo è il fuoco in cui bruciamo.
Un segmento. L’occhio di Diluca vuole offrire un altro sguardo sul tempo
(Delmore Schwartz)
della nostra esistenza, mettendolo a confronto con quello di altre forme di vita e con la dimensione cosmologica del tempo assoluto. Se osserviamo da dentro, il nostro tempo ha le sembianze dell’eternità, poiché non ci è concesso
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Diego Galizzi
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IL TEMPO DI FRANCESCO DILUCA IN QUATTRO MOVIMENTI
. primo movimento | il giardino del mondo
esplorarne l’oltre. Noi viviamo come se dovessimo vivere per sempre. Non
Spettrali engrammi di uomini che ramificano come concrezioni coralline, o
riflettiamo mai che siamo esseri fragili e fugaci. Rispecchiandoci nella fissità
come piante che cercano la via della luce, traendo linfa vitale dal buio della
delle sculture iconiche di germina, entrando fisicamente dentro quel popolo
terra; turbolente nuvole di farfalle che si agglomerano in forma di uomo;
di entità relittuali e muovendoci tra di esse nello scenario simbolico delle
archeologie umane che trasudano vita fino alla gemmazione di esili boccioli
caduche pareti dell’ex convento di San Francesco, riscopriamo tutta la nostra
vegetali; corpi che emergono da magmi minerali più neri del nero o dal caos
transitorietà. Solo il turbinio delle farfalle dorate sembra condividere la nostra
della polvere d’ossido. In questa visione del mondo naturale non c’è spazio per
stessa dimensione. Un battito d’ali.
alcuna classificazione tassonomica, solo per l’ambiguità. La vita è di per sé un
Osservata da fuori, o dall’alto, come dall’alto della colonna di un immobile
unico grande mistero, ed è a questo mistero che le mani forti di Diluca cercano
stilita, la nostra esistenza deve sembrare poco più che un momento catturabile
di dare una forma.
da un’istantanea, mossa appena dal passaggio di un’ombra dal colore
La perfezione, l’armonia della natura, con le sue regole, i suoi ritmi, i suoi
indistinto, in cui si fondono e si perdono tutti i colori del nostro io. Esistere,
paradigmi. I respiri del tempo, le forme che solo apparentemente sono
come amare, è l’avvampare di un fuoco effimero e lucente.
caotiche, come il reticolato dei sistemi linfatici, siano essi animali o vegetali, o la struggente eleganza delle ali degli insetti. Tutto risponde a un solo ordine,
. terzo movimento | la profezia di vulcano
quello naturale, non costruito, non coercitivo. È l’ordine della vita che mira ad
Ciò che nel fuoco si consuma e si perde, dal fuoco prende forma. La primigenia
espandere se stessa, è un ordine anarchico, non artificiale, non imposto dagli
forza del fuoco è allegoria di energia creatrice e di potenza distruttrice sin dalla
uomini.
notte dei tempi. Sculture di filato metallico rosso vermiglio sembrano ancora
La rappresentazione simbolica dell’entità non separabile uomo-natura sta
trattenere l’incandescenza della forgiatura. Ma anche qui siamo nel campo
tutta nell’ambiguità visiva tra il reticolo venoso dei corpi umani e i vasi linfatici
dell’ambiguità: quelle venature, quei capillari, sono l’immagine dell’irradiarsi
che trasportano nutrimento vitale dalle radici alle foglie, e allo stesso tempo
nei corpi di un sangue vivifico. L’atto di plasmare e di saldare è per Diluca
la clorofilla dalle foglie alle radici. Nel miracolo delle inflorescenze vegetali e
innanzitutto un qualcosa di altamente simbolico: metallurgia è forgiare, e
coralline che nascono e si sollevano dalla memoria della carne. Nel momento
forgiare è dare vita. È un processo alchemico, che ripete nei suoi significati il
magico del concentrarsi di farfalle che trovano rifugio nei punti vitali delle
ciclo di Proserpina, quell’eterno passaggio di morte-rinascita che è alla base di
anatomie umane, disegnando topografie energetiche sopra mappe in eterna
tutti i culti misterici.
definizione.
Ciò che nel fuoco prende forma, nel fuoco si consuma e si perde. Il ciclope in
L’armonia è un’architettura anarchica, che procede da una forza vitale
filo metallico che si accende di miriadi di scintille infuocate nella performance
primigenia, quella che tutti abbiamo dentro, e che non possiamo ignorare.
Nebula, esplode di calore e luce, sprigionando in pochi attimi tutta l’energia della propria esistenza, un’esistenza che allo stesso tempo lo degrada e lo
. secondo movimento | architetture del tempo
consuma. L’atto performativo di Nebula è un momento altamente simbolico,
L’osservazione dell’evoluzione della vita porta presto alla consapevolezza della
che anticipa e teatralizza quello che è un presagio di fine. È un corpo che al
sua fragilità. Ciò che si svincola dalla terra animandosi, scardina la dimensione
fuoco ritorna per farsi di nuovo materia indistinta. Ma inizio e fine, nell’eterno
della fissità immutabile, dando vita al tempo. Il tempo è movimento, ciò che
ciclo della vita, non sono che passaggi: dietro l’apparente deperimento degli
non ha moto non ha tempo. Le forme metalliche di Diluca sono un’indagine
esseri vitali si celano nuovi inizi, in un continuo rigenerarsi che rende eterni.
in profondità sul tempo come concetto relativo: quello compresso entro le due soglie di inizio e di fine. Il nostro tempo. Il tempo inteso esistenzialmente
. quarto movimento | post scriptum
come passaggio dalla vita alla morte e non come astratta categoria mentale.
Il tempo è il fuoco in cui bruciamo.
Un segmento. L’occhio di Diluca vuole offrire un altro sguardo sul tempo
(Delmore Schwartz)
della nostra esistenza, mettendolo a confronto con quello di altre forme di vita e con la dimensione cosmologica del tempo assoluto. Se osserviamo da dentro, il nostro tempo ha le sembianze dell’eternità, poiché non ci è concesso
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Diego Galizzi
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“COME NON SAPPIAMO COSA SIA UNO SPIRITO, COSÌ IGNORIAMO COSA SIA UN CORPO” voltaire
Uno strano groviglio, un intrico sradicato e germinante che in sè racchiude una
l’opportunità del fenomeno facendo tremare quel platonismo di lungo corso fin
memoria oppure una promessa geologica.
dentro al suo abbraccio con il cristianesimo.
Della storia, questo viluppo, non sa nulla e degli accadimenti partecipa in maniera
Il sub-concoidale cinabro è lì, avvezzo alle profondità, nella sua legatura e si fissa
elementare, sottoposto agli scopi dell’artefice non è che corpo sperimentale,
non nell’occhio, ma nell’archetipo lacrimale dello stesso organo deputato alla
processato, attorno a cui aleggia un puzzo caprino di sacrificio.
visione che in tanto vermiglio si commuove come di fronte ad una interiorità
Quando il reticolo si complica, ecco i vulcani farsi silenziosi, ripenso alle nubi
dislocata.
che aleggiano sul Monte Amiata ed estraggo questo “nevo vascolare” da una
Sarà forse per la profondità del suo vizio che non muta nella luce, ma vira solo
profondità minerale.
a causa di una errata contaminazione, che l’uomo da oriente a occidente lo ha
Ricordo che è dal kinabro che si ottiene per improvviso riscaldamento il mercurio
voluto per conferire parvenza di vita agli incarnati delle sue rappresentazioni.
per via di esorbitanti cessioni.
Le profondità d’altronde, i fuochi, gli attriti, lo zolfo se non il mercurio, sono
Si dice poi (e sono dicerie di superficie che con il profondo spesso non legano
questioni che prendono la mano ed estendono un dominio difficilmente
essendo soggette a leggi altre) che nell’ipogeo della Cappella San Severo, le due
circoscrivibile.
macchine anatomiche, trascolorarono dalla vita all’eternità della sperimentazione
L’intrico anch’esso, è sempre lì, estirpato dalla propria carne e presenta a volte
per via di iniezione di hidragirum fino a incantamento del flusso ematico.
infiorescenze ostentando comunque una indecisione strutturale che fa della sua
A voler intraprendere questo cammino si incontrano terminologie greche, teorie
parata di racemi l’esposizione di una somiglianza, l’istituzione di un compromesso
egizie, inclinazioni alchemiche e gli albori della chimica.
vegetativo che di nuovo si stanzia in un terreno più aristotelico e meno trascendentale.
Mentre in superficie si moltiplicano le voci e si perpetuano simulacri, in una sorta di estasi comparativa e relazionale, noi attenderemo che si sviluppi un incidente
In questa immanenza l’artefice opera e trascina una materia che supporta e resiste
circolatorio e questo, prima che la crescente entropia annulli ogni evidenza e
ad ogni qualità ulteriore ottenuta per traslazione, includendo una gualca snervata
separatezza.
in cui la vita si perde.
Uno scontro tra feticci, una improvvisa frizione di una qualsiasi materia e della
Un’ultima immagine però è quella di una mandragora, scalzata a forza, in
relativa congerie di paramenti, provoca una scintilla,oppure
una qualsiasi primavera, con un guaíto, che scalcia cercando la terra nell’aria,
un bagliore, in cui far risplendere e consumare una apparenza.
ramificando senza discendenza, sgomitando senza evoluzione. È comunque veleno, dal sapore stittico: è sempre la vita sì, ma quella che muore
Un battente ad esempio, che non stilli sangue, emette una luce che poi si
di materia eternata, buona per una forma come per un’atro scopo, in cerca di un
infiamma. Del fuoco noi sappiamo che non accetta distinzioni: conosciamo il suo
accordo, exattata, eventuale e senza fine, altrove.
assolutismo e il suo divampare per consumare quell’ignito che gli si oppone.
Infine, materia. Materia incusa, sottoposta e poi trionfante, significata per una
Queste non sono scintille luriane, non risaliranno ad una presunta fonte, ma si
sproporzione dell’immaginario, per il rinnovarsi del bisogno, scambiata non per sé
faranno più acuminate nella estenuazione della forma.
stessa ma per altro.
Nel tempo di questo bagliore potremo considerare con Heidegger che questo splendere e questo apparire è un manifestarsi che consente alla essenza
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Simone Pellegrini
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“COME NON SAPPIAMO COSA SIA UNO SPIRITO, COSÌ IGNORIAMO COSA SIA UN CORPO” voltaire
Uno strano groviglio, un intrico sradicato e germinante che in sè racchiude una
l’opportunità del fenomeno facendo tremare quel platonismo di lungo corso fin
memoria oppure una promessa geologica.
dentro al suo abbraccio con il cristianesimo.
Della storia, questo viluppo, non sa nulla e degli accadimenti partecipa in maniera
Il sub-concoidale cinabro è lì, avvezzo alle profondità, nella sua legatura e si fissa
elementare, sottoposto agli scopi dell’artefice non è che corpo sperimentale,
non nell’occhio, ma nell’archetipo lacrimale dello stesso organo deputato alla
processato, attorno a cui aleggia un puzzo caprino di sacrificio.
visione che in tanto vermiglio si commuove come di fronte ad una interiorità
Quando il reticolo si complica, ecco i vulcani farsi silenziosi, ripenso alle nubi
dislocata.
che aleggiano sul Monte Amiata ed estraggo questo “nevo vascolare” da una
Sarà forse per la profondità del suo vizio che non muta nella luce, ma vira solo
profondità minerale.
a causa di una errata contaminazione, che l’uomo da oriente a occidente lo ha
Ricordo che è dal kinabro che si ottiene per improvviso riscaldamento il mercurio
voluto per conferire parvenza di vita agli incarnati delle sue rappresentazioni.
per via di esorbitanti cessioni.
Le profondità d’altronde, i fuochi, gli attriti, lo zolfo se non il mercurio, sono
Si dice poi (e sono dicerie di superficie che con il profondo spesso non legano
questioni che prendono la mano ed estendono un dominio difficilmente
essendo soggette a leggi altre) che nell’ipogeo della Cappella San Severo, le due
circoscrivibile.
macchine anatomiche, trascolorarono dalla vita all’eternità della sperimentazione
L’intrico anch’esso, è sempre lì, estirpato dalla propria carne e presenta a volte
per via di iniezione di hidragirum fino a incantamento del flusso ematico.
infiorescenze ostentando comunque una indecisione strutturale che fa della sua
A voler intraprendere questo cammino si incontrano terminologie greche, teorie
parata di racemi l’esposizione di una somiglianza, l’istituzione di un compromesso
egizie, inclinazioni alchemiche e gli albori della chimica.
vegetativo che di nuovo si stanzia in un terreno più aristotelico e meno trascendentale.
Mentre in superficie si moltiplicano le voci e si perpetuano simulacri, in una sorta di estasi comparativa e relazionale, noi attenderemo che si sviluppi un incidente
In questa immanenza l’artefice opera e trascina una materia che supporta e resiste
circolatorio e questo, prima che la crescente entropia annulli ogni evidenza e
ad ogni qualità ulteriore ottenuta per traslazione, includendo una gualca snervata
separatezza.
in cui la vita si perde.
Uno scontro tra feticci, una improvvisa frizione di una qualsiasi materia e della
Un’ultima immagine però è quella di una mandragora, scalzata a forza, in
relativa congerie di paramenti, provoca una scintilla,oppure
una qualsiasi primavera, con un guaíto, che scalcia cercando la terra nell’aria,
un bagliore, in cui far risplendere e consumare una apparenza.
ramificando senza discendenza, sgomitando senza evoluzione. È comunque veleno, dal sapore stittico: è sempre la vita sì, ma quella che muore
Un battente ad esempio, che non stilli sangue, emette una luce che poi si
di materia eternata, buona per una forma come per un’atro scopo, in cerca di un
infiamma. Del fuoco noi sappiamo che non accetta distinzioni: conosciamo il suo
accordo, exattata, eventuale e senza fine, altrove.
assolutismo e il suo divampare per consumare quell’ignito che gli si oppone.
Infine, materia. Materia incusa, sottoposta e poi trionfante, significata per una
Queste non sono scintille luriane, non risaliranno ad una presunta fonte, ma si
sproporzione dell’immaginario, per il rinnovarsi del bisogno, scambiata non per sé
faranno più acuminate nella estenuazione della forma.
stessa ma per altro.
Nel tempo di questo bagliore potremo considerare con Heidegger che questo splendere e questo apparire è un manifestarsi che consente alla essenza
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Simone Pellegrini
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Ho scoperto l’opera di Francesco poco più di un anno fa in circostanze fortuite e i suoi lavori mi hanno subito colpito e così sono partito alla ricerca di materiale che lo riguardasse, informazioni, immagini e video per tentare di comprendere il suo percorso artistico. Dopo qualche approccio sono riuscito ad incontrarlo una prima volta e subito mi sono fatto rapire dai racconti sul pensiero che sta alla base del suo lavoro. Da quel giorno gli incontri si sono susseguiti e ne è nata una amicizia. Leggerezza della forma e profondità del pensiero: ecco la mia sintesi dell’opera di Francesco. Figure per lo più antropomorfe, anche a grandezza naturale o addirittura gigantesche che giacciono li, davanti a noi, ma che sembrano ancorate alla terra e nel contempo fluttuare nell’aria o librarsi in volo. Effetto questo amplificato dalle farfalle dorate che in Germina compongono gli organi vitali delle sue creature. Le sculture, come dicevo, hanno spesso sembianze umane ma ricordano con una simbologia ricorrente - farfalle, germogli - ma anche con sempre nuove intuizioni, che l’uomo è intimamente connesso alla terra, all’acqua e al cosmo in un continuo mutare senza soluzione di continuità. Eravamo, siamo e saremo sempre pulviscolo al cospetto dell’universo: determinanti quanto infinitesimali particelle di energia nell’evoluzione del tutto. Quando Francesco mi ha rivelato che stava lavorando da tempo ad un progetto nel nostro territorio, in particolare in questo luogo straordinario, ho iniziato a pensare che la mostra dovesse essere una grande mostra, convinto che l’opera di Francesco potesse qui trovare la giusta dimora. Sono certo che l’impresa sia riuscita. Una amica mi ricordava qualche giorno fa che Paul Klee affermò che “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. Io sono d’accordo e posso affermare che Francesco riesce davvero a dare forma ad alcune delle mie più profonde emozioni. E spero anche alle vostre. Marco Mordenti
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Ho scoperto l’opera di Francesco poco più di un anno fa in circostanze fortuite e i suoi lavori mi hanno subito colpito e così sono partito alla ricerca di materiale che lo riguardasse, informazioni, immagini e video per tentare di comprendere il suo percorso artistico. Dopo qualche approccio sono riuscito ad incontrarlo una prima volta e subito mi sono fatto rapire dai racconti sul pensiero che sta alla base del suo lavoro. Da quel giorno gli incontri si sono susseguiti e ne è nata una amicizia. Leggerezza della forma e profondità del pensiero: ecco la mia sintesi dell’opera di Francesco. Figure per lo più antropomorfe, anche a grandezza naturale o addirittura gigantesche che giacciono li, davanti a noi, ma che sembrano ancorate alla terra e nel contempo fluttuare nell’aria o librarsi in volo. Effetto questo amplificato dalle farfalle dorate che in Germina compongono gli organi vitali delle sue creature. Le sculture, come dicevo, hanno spesso sembianze umane ma ricordano con una simbologia ricorrente - farfalle, germogli - ma anche con sempre nuove intuizioni, che l’uomo è intimamente connesso alla terra, all’acqua e al cosmo in un continuo mutare senza soluzione di continuità. Eravamo, siamo e saremo sempre pulviscolo al cospetto dell’universo: determinanti quanto infinitesimali particelle di energia nell’evoluzione del tutto. Quando Francesco mi ha rivelato che stava lavorando da tempo ad un progetto nel nostro territorio, in particolare in questo luogo straordinario, ho iniziato a pensare che la mostra dovesse essere una grande mostra, convinto che l’opera di Francesco potesse qui trovare la giusta dimora. Sono certo che l’impresa sia riuscita. Una amica mi ricordava qualche giorno fa che Paul Klee affermò che “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. Io sono d’accordo e posso affermare che Francesco riesce davvero a dare forma ad alcune delle mie più profonde emozioni. E spero anche alle vostre. Marco Mordenti
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IL PRIMO UOMO
A volte mi sono sentito solo, a volte ho visto che intorno a me c’erano altri. Mi
modi in cui le fiamme diventano parte di me. Quello che vedo io, quello che forse
ricordo del sale, tutto quel biancore ruvido e mi ricordo soprattutto delle farfalle, che
vede anche il pubblico, sono ere geologiche condensate in pochi minuti, sono milioni
ogni tanto comparivano ed erano degli strani momenti di felicità. So di avere fatto un
di anni di progettazione del corpo che prendono forma adesso, come se avessimo
viaggio, che in passato avevo sempre ritenuto essere stato molto lungo, ma che oggi
imboccato un tunnel spazio-temporale capace di portarci su Saturno, o ancora più
non riesco più a ricostruire, come se fosse volato via in un attimo, magari sulle ali di
lontano, verso i confini dell’universo. E quel tunnel sono io. Sono io che guido questa
quella farfalla. La vita è strana, mi dico, come se questo pensiero dovesse consolarmi
corsa folle verso il punto finale di un percorso, sono io che, mentre a poco a poco
in qualche modo. E lo fa, perché poi sorrido e sento che tutto il mio metallo in quel
il fuoco dà forma, con la sua luce ardente, a ogni singola particella del mio corpo,
momento respira in modo diverso, come se fosse attraversato da un lungo brivido. Lo
inverto la freccia degli eventi. Questa è la mia grande scoperta, questo il miracolo di
stesso che ho provato, ed era misto a timore, lo ammetto, quando sono stato scelto
cui sono diretto testimone: mentre il mio corpo metallico brucia inesorabilmente,
tra gli altri e sono stato messo su questo piedistallo. Separato, unico. Lontano. La vita
mentre si consuma, nello stesso momento si ricompone, rinasce, e quello che io vedo
è strana, mi ripeto, mentre da questo punto di osservazione mi rendo conto che il
con i miei occhi ancora non offuscati, anzi lucidissimi, sono cellule, sinapsi, sistemi
mondo prende un altro aspetto, meno partecipe, più spettacolare, per così dire. Ma
neurali, tessuti. Quello che vedo è un essere umano, l’origine di un essere umano, la
lo spettacolo sarò io, questa notte. Una statua che brucia, un magnifico ultimo atto.
sua genesi. È l’incendio che racconta la vita, mi rendo conto. E quella vita che la notte
Diventerò una farfalla e poi sarà tutto diverso. Sono curioso, anche.
vede ricomporsi, al culmine di questa apparente tragedia pirica, è la mia, ma anche quella del pubblico e dell’artista che ha deciso dove appiccare le fiamme e mi ha
Quando succede non me lo aspetto. Non sono preparato, anche se tutte le parti
accompagnato, ora mi rendo conto con quanta cura, fino a qui, fino alla rivelazione
del mio corpo sanno che il fuoco è stato l’Origine in qualche modo. E dunque
di essere vivo e presente, pur dentro una scomparsa. Fino all’inoppugnabile
ne accolgono il ritorno con una sensazione di ricordo involontario, come il
rappresentazione di questa umanità impossibile: la biologia del metallo, il fluido
profumo di un luogo in cui si era stati molti anni prima e che, apparentemente, si
spinale del primo uomo, adesso, davanti a voi.
era dimenticato. Ma il metallo sa benissimo che non si dimentica nulla, che ogni momento è per sempre, che le cose non si distruggono, ma solo si trasformano
Il pubblico mi guarda. Sono tanti, silenziosi. Nei loro occhi cerco di trovare qualcosa
ed è soltanto il corso naturale delle cose. Il fuoco spaventa gli esseri umani, ma
che vada oltre la semplice performance, cerco le tracce di una comprensione che
io lo riconosco come parte di quel Tutto che, modestamente, ho cercato di
ormai dovrebbero sentire come biunivoca. Hanno visto anche loro ciò che ho visto
rappresentare. Non l’ho scelto, è semplicemente successo, come adesso succede
io? Hanno sentito la stessa misteriosa ridondanza delle cose? Hanno capito cosa è
l’incendio del mio corpo, davanti a tante persone che in silenzio mi guardano
successo? Non lo so, e forse non è importante saperlo. Io sono arrivato alla fine di
cambiare. Non sono preparato, vi stavo dicendo prima, perché le fiamme sono
questo viaggio pazzesco, solo per scoprire che la fine e l’inizio sono lo stesso posto,
una continua sorpresa: aderiscono alla perfezione a ogni centimetro del mio
purché li si sappia rappresentare. Me ne vado sotto forma di rappresentazione. Arrivo
corpo e ne diventano subito parte. Mi rendo conto, ed è una consapevolezza
sotto forma di rappresentazione.
inebriante, che questo, questo bruciare nella notte di Como, è esattamente
Sono l’ultimo. Sono il primo. Sono tutti. Sono voi.
quello che so fare, quello che devo fare. Quello che è giusto che succeda. Voi lo
Siamo farfalle.
chiamate destino, a volte. Io preferisco dire necessità, stupore, bellezza. La cosa più stupefacente, mentre divento una creatura incandescente, sono i mille
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Leonardo Merlini
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IL PRIMO UOMO
A volte mi sono sentito solo, a volte ho visto che intorno a me c’erano altri. Mi
modi in cui le fiamme diventano parte di me. Quello che vedo io, quello che forse
ricordo del sale, tutto quel biancore ruvido e mi ricordo soprattutto delle farfalle, che
vede anche il pubblico, sono ere geologiche condensate in pochi minuti, sono milioni
ogni tanto comparivano ed erano degli strani momenti di felicità. So di avere fatto un
di anni di progettazione del corpo che prendono forma adesso, come se avessimo
viaggio, che in passato avevo sempre ritenuto essere stato molto lungo, ma che oggi
imboccato un tunnel spazio-temporale capace di portarci su Saturno, o ancora più
non riesco più a ricostruire, come se fosse volato via in un attimo, magari sulle ali di
lontano, verso i confini dell’universo. E quel tunnel sono io. Sono io che guido questa
quella farfalla. La vita è strana, mi dico, come se questo pensiero dovesse consolarmi
corsa folle verso il punto finale di un percorso, sono io che, mentre a poco a poco
in qualche modo. E lo fa, perché poi sorrido e sento che tutto il mio metallo in quel
il fuoco dà forma, con la sua luce ardente, a ogni singola particella del mio corpo,
momento respira in modo diverso, come se fosse attraversato da un lungo brivido. Lo
inverto la freccia degli eventi. Questa è la mia grande scoperta, questo il miracolo di
stesso che ho provato, ed era misto a timore, lo ammetto, quando sono stato scelto
cui sono diretto testimone: mentre il mio corpo metallico brucia inesorabilmente,
tra gli altri e sono stato messo su questo piedistallo. Separato, unico. Lontano. La vita
mentre si consuma, nello stesso momento si ricompone, rinasce, e quello che io vedo
è strana, mi ripeto, mentre da questo punto di osservazione mi rendo conto che il
con i miei occhi ancora non offuscati, anzi lucidissimi, sono cellule, sinapsi, sistemi
mondo prende un altro aspetto, meno partecipe, più spettacolare, per così dire. Ma
neurali, tessuti. Quello che vedo è un essere umano, l’origine di un essere umano, la
lo spettacolo sarò io, questa notte. Una statua che brucia, un magnifico ultimo atto.
sua genesi. È l’incendio che racconta la vita, mi rendo conto. E quella vita che la notte
Diventerò una farfalla e poi sarà tutto diverso. Sono curioso, anche.
vede ricomporsi, al culmine di questa apparente tragedia pirica, è la mia, ma anche quella del pubblico e dell’artista che ha deciso dove appiccare le fiamme e mi ha
Quando succede non me lo aspetto. Non sono preparato, anche se tutte le parti
accompagnato, ora mi rendo conto con quanta cura, fino a qui, fino alla rivelazione
del mio corpo sanno che il fuoco è stato l’Origine in qualche modo. E dunque
di essere vivo e presente, pur dentro una scomparsa. Fino all’inoppugnabile
ne accolgono il ritorno con una sensazione di ricordo involontario, come il
rappresentazione di questa umanità impossibile: la biologia del metallo, il fluido
profumo di un luogo in cui si era stati molti anni prima e che, apparentemente, si
spinale del primo uomo, adesso, davanti a voi.
era dimenticato. Ma il metallo sa benissimo che non si dimentica nulla, che ogni momento è per sempre, che le cose non si distruggono, ma solo si trasformano
Il pubblico mi guarda. Sono tanti, silenziosi. Nei loro occhi cerco di trovare qualcosa
ed è soltanto il corso naturale delle cose. Il fuoco spaventa gli esseri umani, ma
che vada oltre la semplice performance, cerco le tracce di una comprensione che
io lo riconosco come parte di quel Tutto che, modestamente, ho cercato di
ormai dovrebbero sentire come biunivoca. Hanno visto anche loro ciò che ho visto
rappresentare. Non l’ho scelto, è semplicemente successo, come adesso succede
io? Hanno sentito la stessa misteriosa ridondanza delle cose? Hanno capito cosa è
l’incendio del mio corpo, davanti a tante persone che in silenzio mi guardano
successo? Non lo so, e forse non è importante saperlo. Io sono arrivato alla fine di
cambiare. Non sono preparato, vi stavo dicendo prima, perché le fiamme sono
questo viaggio pazzesco, solo per scoprire che la fine e l’inizio sono lo stesso posto,
una continua sorpresa: aderiscono alla perfezione a ogni centimetro del mio
purché li si sappia rappresentare. Me ne vado sotto forma di rappresentazione. Arrivo
corpo e ne diventano subito parte. Mi rendo conto, ed è una consapevolezza
sotto forma di rappresentazione.
inebriante, che questo, questo bruciare nella notte di Como, è esattamente
Sono l’ultimo. Sono il primo. Sono tutti. Sono voi.
quello che so fare, quello che devo fare. Quello che è giusto che succeda. Voi lo
Siamo farfalle.
chiamate destino, a volte. Io preferisco dire necessità, stupore, bellezza. La cosa più stupefacente, mentre divento una creatura incandescente, sono i mille
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Leonardo Merlini
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| GERMINA ALBERO, 2017 scultura in ferro saldato smaltato nero opaco e oro zecchino, parte in smalto nero: 315 x 70 x 100 cm; 22
parte in oro zecchino 385 x 30 x 25 cm
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| GERMINA ALBERO, 2017 scultura in ferro saldato smaltato nero opaco e oro zecchino, parte in smalto nero: 315 x 70 x 100 cm; 22
parte in oro zecchino 385 x 30 x 25 cm
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| GERMINA, 2017 installazione di 20 figure antropomorfe in ferro saldato e oro zecchino 34180 x 60 x 40 cm cad.
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| GERMINA, 2017 installazione di 20 figure antropomorfe in ferro saldato e oro zecchino 34180 x 60 x 40 cm cad.
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| GERMINA, 2017 salgemma e mattoni scultura in ferro smaltata interamente in oro zecchino, 190 x 60 x 40 cm
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| GERMINA, 2017 salgemma e mattoni scultura in ferro smaltata interamente in oro zecchino, 190 x 60 x 40 cm
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| SPETTRO- BODY, 2018 opera su carta fine art e oro zecchino numero 20 fogli 58
24 x 30 cm ciascuno
| SPETTRO- BODY, 2018 opera su carta fine art e oro zecchino numero 20 fogli 58
24 x 30 cm ciascuno
| SKIN, 2014 ferro saldato e polvere di ferro 205 x 140 x 80 cm 60
collezione privata
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| SKIN, 2014 ferro saldato e polvere di ferro 205 x 140 x 80 cm 60
collezione privata
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| SKIN- ALBERO D’ARGENTO, 2018 scultura in ferro saldato, scarti e polvere di ferro smaltato argento 66
240 x 110 x 10 cm
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| SKIN- ALBERO D’ARGENTO, 2018 scultura in ferro saldato, scarti e polvere di ferro smaltato argento 66
240 x 110 x 10 cm
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| SKIN – UOMO, 2014 polvere di ferro su base in ferro ossidato 70
103 x 25 x 16 cm
| SKIN – UOMO, 2014 polvere di ferro su base in ferro ossidato 70
103 x 25 x 16 cm
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| GERMINA, 2016 ferro saldato e vernice oro zecchino, scultura aerea 74
215 x 80 x 60 cm
| GERMINA, 2016 ferro saldato e vernice oro zecchino, scultura aerea 74
215 x 80 x 60 cm
| KURA HALOS, 2018 skull ferro saldato smaltato e salgemma 200 x 70 x 45 cm Archè, mostra personale Museo Archeologico 76Paolo Giovio, Como 2018
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| KURA HALOS, 2018 skull ferro saldato smaltato e salgemma 200 x 70 x 45 cm Archè, mostra personale Museo Archeologico 76Paolo Giovio, Como 2018
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| KURA HALOS, 2018 skull ferro saldato smaltato e salgemma 200 x 70 x 45 cm
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| KURA HALOS, 2018 skull ferro saldato smaltato e salgemma 200 x 70 x 45 cm
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| KURA HALOS, 2018 scultura in ferro saldato smaltato rosso 80
490 x 200 x 200 cm
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| KURA HALOS, 2018 scultura in ferro saldato smaltato rosso 80
490 x 200 x 200 cm
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| KURA HALOS, 2018 donna ferro saldato e filato metallico smaltato rosso 173 x 44 x 35 cm
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| KURA HALOS, 2018 donna ferro saldato e filato metallico smaltato rosso 173 x 44 x 35 cm
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| KURA HALOS, 2018 uomo ferro saldato e filato metallico smaltato rosso 86
104 x 44 x 30 cm
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| SPETTRO- KURA HALOS, 2018 stampa fine arte su carta montata su alluminio 90
50 x 70 cm
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| SPETTRO- KURA HALOS, 2018 stampa fine arte su carta montata su alluminio 90
50 x 70 cm
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| KURA HALOS, 2018 ferro saldato smaltato rosso 180 x 50 x 30 cm
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| KURA HALOS, 2018 ferro saldato smaltato rosso 180 x 50 x 30 cm
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| KURA-HALOS, 2017 testa ferro saldato smaltatato 94
102 x 69 x 45 cm
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| KURA-HALOS, 2017 testa ferro saldato smaltatato 94
102 x 69 x 45 cm
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| KURA-HALOS BODY, 2017 ferro saldato smaltato 96
120 x 57 x 30 cm
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120 x 57 x 30 cm
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| SKIN -NOTTE, 2012 polvere di ferro e ferro saldato smaltato su tavola 220 x 470 x 20 cm
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| SKIN -NOTTE, 2012 polvere di ferro e ferro saldato smaltato su tavola 220 x 470 x 20 cm
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| SKIN – PAPILLON, 2012 ferro saldato smaltato 185 x 50 x 50 cm
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| SKIN – PAPILLON, 2012 ferro saldato smaltato 185 x 50 x 50 cm
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| PAPILLON, 2012 scultura in ferro saldato smaltato 185 x 60 x 40 cm collezione privata
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| PAPILLON, 2012 scultura in ferro saldato smaltato 185 x 60 x 40 cm collezione privata
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| PADRE, 2012 scultura in ferro saldato smaltato e polvere di ferro 90 x 50 x 50 cm 106
collezione privata
| PADRE, 2012 scultura in ferro saldato smaltato e polvere di ferro 90 x 50 x 50 cm 106
collezione privata
| SKIN – PAPILLON, 2012 ferro saldato smaltato 185 x 50 x 50 cm
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| SKIN – PAPILLON, 2012 ferro saldato smaltato 185 x 50 x 50 cm
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| CUORE, 2018 filato metallico combusto
| POST FATA RESURGO, 2016 filato metallico combusto 112
180 x 60 x 50 cm
| CUORE, 2018 filato metallico combusto
| POST FATA RESURGO, 2016 filato metallico combusto 112
180 x 60 x 50 cm
| POST FATA RESURGO, 2018 foto stampa fine art carta cotone montata su alluminio 114
performance combustione testa
115
| POST FATA RESURGO, 2018 foto stampa fine art carta cotone montata su alluminio 114
performance combustione testa
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| POST FATA RESURGO, 2018 video istallazione performace testa combustione 116
video Lucia Ceriani
117
| POST FATA RESURGO, 2018 video istallazione performace testa combustione 116
video Lucia Ceriani
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| CRISALIDE, 2016 ferro saldato smaltato e lana d’acciaio 118
56 x 40 x 42 cm
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| CRISALIDE, 2016 ferro saldato smaltato e lana d’acciaio 118
56 x 40 x 42 cm
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| CRISALIDE, 2016 ferro saldato smaltato oro e lana d’acciaio combusta 120
48 x 26 x 24 cm
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| CRISALIDE, 2016 ferro saldato smaltato oro e lana d’acciaio combusta 120
48 x 26 x 24 cm
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| SENZA TITOLO, 2016 filato metallico combusto performace post fata resurgo 124
Milano Francesco Diluca-Studio
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| SENZA TITOLO, 2016 filato metallico combusto performace post fata resurgo 124
Milano Francesco Diluca-Studio
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| Performace post fata resurgo giugno 2016 128
Francesco Diluca
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| ATLAS, 2017 stampa fine arte su carta montata su alluminio 132
110 x 150 cm (particolare)
| ATLAS, 2017 stampa fine arte su carta montata su alluminio 132
110 x 150 cm (particolare)
| GERMINA- BUSTO, 2018 ferro saldato e oro zecchino 100 x 30 x 25 cm
| TESTA, 2018 ferro saldato filato metallico combusto è oro zecchino
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| GERMINA- BUSTO, 2018 ferro saldato e oro zecchino 100 x 30 x 25 cm
| TESTA, 2018 ferro saldato filato metallico combusto è oro zecchino
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| POST FATA RESURGO, 2018 nebula scultura in ferro saldato e filato metallico 138
6500 x 200 x 200 cm
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| POST FATA RESURGO, 2018 nebula scultura in ferro saldato e filato metallico 138
6500 x 200 x 200 cm
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Francesco Diluca, Milan 1979, attended painting and
In 2012, his sculpture noluntas was selected for the Bi-
The Ratti venue, for the Church of San Francesco, in
Francesco Diluca, Milano 1979, segue i corsi di pittura
Nel 2012 viene scelta la scultura noluntas per la Bien-
Polo Museale dell’Emilia Romagna. Lo spazio Ratti, ex
sculpture classes at the Brera Academy, where he grad-
ennale Italia Cina, curated by Ivan Quaroni and Wang
Como hosted the solo show Germina curated by Da-
e scultura presso l’Accademia di Brera dove si laurea
nale Italia Cina curata da Ivan Quaroni e Wang Chu-
chiesa di San Francesco, di Como ospita la personale
uated with honors in 2004.
Chuchen - Villa Reale in Monza.
vide Caroli.
con lode nel 2004.
chen - villa Reale a Monza.
Germina curata da Davide Caroli.
Vive e lavora a Milano.
He lives and works in Milan.
The year 2014 opened with the group show Materie,
The Museo archeologico Paolo Giovio held streets-
at MUST (Vimercate) and Palazzo G. Silva, curated by
cape6 curated by Quaroni and Chiara Canali.
Il 2014 si apre con la mostra collettiva Materie, presso
Museo archeologico Paolo Giovio streetscape6 a cura
museo MUST (Vimercate) e Palazzo G.Silva, curata da
di Ivan Quaroni e Chiara Canali.
His first noteworthy exhibition was salon I 1999 - Pala-
Simona Bartolena.
In 2018 in Parma, the group show PARMA 360 at the
La prima esposizione di rilievo è salon I 1999 - Palazzo
Simona Bartolena.
2018 Parma mostra collettiva PARMA 360 crocie-
zzo della Permanente in Milan.
He then took part in the Biennale Italia Cina 2014
crociera ospedale vecchio, curated by Chiara Canali
della Permanente di Milano.
Successivamente partecipa alla Biennale Italia Cina
ra ospedale vecchio a cura di Chiara Canali e Camilla
In 2003, he won second prize for the sculpture icarus
held at 798 Art District in Beijing, curated by Sandro
and Camilla Dimeo.
Nel 2003 riceve il secondo premio per la scultura
2014 allestita al 798 Art District di Beijing, a cura di
Dimeo.
displayed at Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, in the
Orlandi. Villa Confalonieri in Merate hosted tracce di
The Museo archeologico Paolo Giovio in Como dedi-
icarus opera in mostra presso Palazzo Reale, sala delle
Sandro Orlandi. A villa Confalonieri di Merate, mostra
Museo archeologico Paolo Giovio Como mostra per-
exhibition volare curated by the director of Brera, G.
contemporaneo 2014, with works from the Bugatti
cated a solo show to him, Archè, presented by Isabella
Cariatidi, mostra volare curata dal direttore, di Brera
tracce di contemporaneo 2014, opere della collezione
sonale Archè presentazione di Isabella Nobile
Mariani.
Collection, curated by Simona Bartolena.
Nobile.
G.Mariani.
Bugatti, a cura di Simona Bartolena.
Museo delle Cappuccine e Convento San Francesco
In 2008, he held his first solo show titled fresco di fab-
Memento is the title of the work chosen by Angela
The Museo delle Cappuccine and Convento San Fran-
Il 2008 è l’anno della prima personale dal titolo fresco
Memento è il titolo dell’opera scelta da Angela Ma-
Bagnacavallo mostra personale Tempo a cura di Die-
brica, at Fabbrica Eos, curated by Giancarlo Pedrazzini.
Madesani for the group show Una solitudine troppo
cesco Bagnacavallo held his solo show, Tempo, curat-
di fabbrica, presso Fabbrica Eos, curata da Giancarlo
desani, per la mostra collettiva Una solitudine trop-
go Galizzi.
The sculptures in the series Il Senso dell’Assenza were
rumorosa at the Nuova Galleria Morone.
ed by Diego Galizzi.
Pedrazzini.
po rumorosa per la Nuova Galleria Morone.
shown in cocoon, the solo exhibition curated by Alber-
MAR in Ravenna dedicated a solo exhibition to him,
Le sculture della serie Il Senso dell’A ssenza sono
Il museo MAR di Ravenna gli dedica una mostra per-
to Mattia Martini, Fabbrica Eos in 2010.
curated by D. Caroli, November 2014 – January 2015.
protagoniste in cocoon mostra personale curata da
sonale curata da D. Caroli, novembre 2014 - gennaio
Lamiere al vento is the title of his one-man exhibition
Vessel is the title of the solo show held in 2015 at the
Alberto Mattia Martini, Fabbrica Eos 2010.
2015.
at the gallery Contemporaneamente in Parma.
Nuova Galleria Morone in Milan (project room), cu-
Lamiere al vento è il titolo della personale alla galleria
Vessel è il titolo della mostra personale allestita nel
The Margini family chose two sculptures for the exhi-
rated by D. Caroli.
Contemporaneamente di Parma.
2015 nella galleria milanese Nuova Galleria Morone,
bition Terzo Rinascimento at Palazzo Ducale in Urbino
In 2015, he took part in a collective exhibition at the
Famiglia Margini sceglie due sculture per la mostra
(project room) curata da D. Caroli.
and, subsequently, at the Norman castle in Acicastello
mill of Capalbio, curated by Davide Sarchioni.
Terzo Rinascimento al Palazzo Ducale di Urbino e
Partecipa a una collettiva al frantoio di Capalbio curata
(CA).
In 2016, he participated in the group show Cities
successivamente al castello Normanno di Acicastello
da Davide Sarchioni.
In 2011, he took part in the 54 Biennale di Venezia,
they are a-changin, curated by Marco Biraghi and
(CA).
Nel 2016 prende parte alla mostra collettiva Cities
Italian pavilion, Turin, Sala Nervi, curated by Vittorio
Daniele Decia.
Nel 2011 partecipa alla 54 Biennale di Venezia, padi-
they are a-changin, a cura di Marco Biraghi e Daniele
Sgarbi.
In 2017, For ArteFiera 2017 and ArtCityBologna, Se-
glione Italia sede di Torino sala Nervi curata da Vittorio
Decia.
Also in 2011, he crated the ultima cena for the Casa
quela was inaugurated, a group exhibition curated by
Sgarbi.
Nel 2017, in occasione di ArteFiera 2017 e ArtCityBo-
Testori Foundation for the exhibition Giorni Felici
Leonardo Regano, in the former church of San Mattia
Sempre nel 2011 crea ultima cena per la fondazione Casa Te-
logna, inaugura Sequela, una mostra collettiva curata
2011, curated by Giovanni Frangi.
Polo Museale dell’Emilia Romagna.
stori per la mostra Giorni Felici 2011, curata da Giovanni Frangi.
da Leonardo Regano, nella ex chiesa di San Mattia
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Francesco Diluca, Milan 1979, attended painting and
In 2012, his sculpture noluntas was selected for the Bi-
The Ratti venue, for the Church of San Francesco, in
Francesco Diluca, Milano 1979, segue i corsi di pittura
Nel 2012 viene scelta la scultura noluntas per la Bien-
Polo Museale dell’Emilia Romagna. Lo spazio Ratti, ex
sculpture classes at the Brera Academy, where he grad-
ennale Italia Cina, curated by Ivan Quaroni and Wang
Como hosted the solo show Germina curated by Da-
e scultura presso l’Accademia di Brera dove si laurea
nale Italia Cina curata da Ivan Quaroni e Wang Chu-
chiesa di San Francesco, di Como ospita la personale
uated with honors in 2004.
Chuchen - Villa Reale in Monza.
vide Caroli.
con lode nel 2004.
chen - villa Reale a Monza.
Germina curata da Davide Caroli.
Vive e lavora a Milano.
He lives and works in Milan.
The year 2014 opened with the group show Materie,
The Museo archeologico Paolo Giovio held streets-
at MUST (Vimercate) and Palazzo G. Silva, curated by
cape6 curated by Quaroni and Chiara Canali.
Il 2014 si apre con la mostra collettiva Materie, presso
Museo archeologico Paolo Giovio streetscape6 a cura
museo MUST (Vimercate) e Palazzo G.Silva, curata da
di Ivan Quaroni e Chiara Canali.
His first noteworthy exhibition was salon I 1999 - Pala-
Simona Bartolena.
In 2018 in Parma, the group show PARMA 360 at the
La prima esposizione di rilievo è salon I 1999 - Palazzo
Simona Bartolena.
2018 Parma mostra collettiva PARMA 360 crocie-
zzo della Permanente in Milan.
He then took part in the Biennale Italia Cina 2014
crociera ospedale vecchio, curated by Chiara Canali
della Permanente di Milano.
Successivamente partecipa alla Biennale Italia Cina
ra ospedale vecchio a cura di Chiara Canali e Camilla
In 2003, he won second prize for the sculpture icarus
held at 798 Art District in Beijing, curated by Sandro
and Camilla Dimeo.
Nel 2003 riceve il secondo premio per la scultura
2014 allestita al 798 Art District di Beijing, a cura di
Dimeo.
displayed at Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, in the
Orlandi. Villa Confalonieri in Merate hosted tracce di
The Museo archeologico Paolo Giovio in Como dedi-
icarus opera in mostra presso Palazzo Reale, sala delle
Sandro Orlandi. A villa Confalonieri di Merate, mostra
Museo archeologico Paolo Giovio Como mostra per-
exhibition volare curated by the director of Brera, G.
contemporaneo 2014, with works from the Bugatti
cated a solo show to him, Archè, presented by Isabella
Cariatidi, mostra volare curata dal direttore, di Brera
tracce di contemporaneo 2014, opere della collezione
sonale Archè presentazione di Isabella Nobile
Mariani.
Collection, curated by Simona Bartolena.
Nobile.
G.Mariani.
Bugatti, a cura di Simona Bartolena.
Museo delle Cappuccine e Convento San Francesco
In 2008, he held his first solo show titled fresco di fab-
Memento is the title of the work chosen by Angela
The Museo delle Cappuccine and Convento San Fran-
Il 2008 è l’anno della prima personale dal titolo fresco
Memento è il titolo dell’opera scelta da Angela Ma-
Bagnacavallo mostra personale Tempo a cura di Die-
brica, at Fabbrica Eos, curated by Giancarlo Pedrazzini.
Madesani for the group show Una solitudine troppo
cesco Bagnacavallo held his solo show, Tempo, curat-
di fabbrica, presso Fabbrica Eos, curata da Giancarlo
desani, per la mostra collettiva Una solitudine trop-
go Galizzi.
The sculptures in the series Il Senso dell’Assenza were
rumorosa at the Nuova Galleria Morone.
ed by Diego Galizzi.
Pedrazzini.
po rumorosa per la Nuova Galleria Morone.
shown in cocoon, the solo exhibition curated by Alber-
MAR in Ravenna dedicated a solo exhibition to him,
Le sculture della serie Il Senso dell’A ssenza sono
Il museo MAR di Ravenna gli dedica una mostra per-
to Mattia Martini, Fabbrica Eos in 2010.
curated by D. Caroli, November 2014 – January 2015.
protagoniste in cocoon mostra personale curata da
sonale curata da D. Caroli, novembre 2014 - gennaio
Lamiere al vento is the title of his one-man exhibition
Vessel is the title of the solo show held in 2015 at the
Alberto Mattia Martini, Fabbrica Eos 2010.
2015.
at the gallery Contemporaneamente in Parma.
Nuova Galleria Morone in Milan (project room), cu-
Lamiere al vento è il titolo della personale alla galleria
Vessel è il titolo della mostra personale allestita nel
The Margini family chose two sculptures for the exhi-
rated by D. Caroli.
Contemporaneamente di Parma.
2015 nella galleria milanese Nuova Galleria Morone,
bition Terzo Rinascimento at Palazzo Ducale in Urbino
In 2015, he took part in a collective exhibition at the
Famiglia Margini sceglie due sculture per la mostra
(project room) curata da D. Caroli.
and, subsequently, at the Norman castle in Acicastello
mill of Capalbio, curated by Davide Sarchioni.
Terzo Rinascimento al Palazzo Ducale di Urbino e
Partecipa a una collettiva al frantoio di Capalbio curata
(CA).
In 2016, he participated in the group show Cities
successivamente al castello Normanno di Acicastello
da Davide Sarchioni.
In 2011, he took part in the 54 Biennale di Venezia,
they are a-changin, curated by Marco Biraghi and
(CA).
Nel 2016 prende parte alla mostra collettiva Cities
Italian pavilion, Turin, Sala Nervi, curated by Vittorio
Daniele Decia.
Nel 2011 partecipa alla 54 Biennale di Venezia, padi-
they are a-changin, a cura di Marco Biraghi e Daniele
Sgarbi.
In 2017, For ArteFiera 2017 and ArtCityBologna, Se-
glione Italia sede di Torino sala Nervi curata da Vittorio
Decia.
Also in 2011, he crated the ultima cena for the Casa
quela was inaugurated, a group exhibition curated by
Sgarbi.
Nel 2017, in occasione di ArteFiera 2017 e ArtCityBo-
Testori Foundation for the exhibition Giorni Felici
Leonardo Regano, in the former church of San Mattia
Sempre nel 2011 crea ultima cena per la fondazione Casa Te-
logna, inaugura Sequela, una mostra collettiva curata
2011, curated by Giovanni Frangi.
Polo Museale dell’Emilia Romagna.
stori per la mostra Giorni Felici 2011, curata da Giovanni Frangi.
da Leonardo Regano, nella ex chiesa di San Mattia
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FRANCESCO DILUCA
FRANCESCO DILUCA
UOMO NATURA COSMO UOMO NATURA COSMO
PUBLI
PAOLINI