TEMPO - Francesco DIluca

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FRANCESCO DILUCA

FRANCESCO DILUCA

UOMO NATURA COSMO UOMO NATURA COSMO

PUBLI

PAOLINI


FRANCESCO

DILUCA

TEMPO UOMO NATURA COSMO


FRANCESCO

DILUCA

TEMPO UOMO NATURA COSMO


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Questo catalogo è stato pubblicato in occasione della mostra

FRANCESCO DILUCA TEMPO UOMO NATURA COSMO Bagnacavallo (RA) | ex convento di San Francesco 22.09 – 04.11.2018

mostra e catalogo a cura di Diego Galizzi organizzazione Comune di Bagnacavallo Museo Civico delle Cappuccine sindaco Eleonora Proni assessore alla cultura Enrico Sama coordinamento Diego Galizzi, Francesco Diluca testi Diego Galizzi, Simone Pellegrini, Leonardo Merlini, Marco Mordenti comunicazione e ufficio stampa Remo Emiliani, Ufficio Stampa del Comune di Bagnacavallo Matteo Torterolo, NEO-STUDIO allestimento Francesco Diluca – Studio logistica e trasporti Nostress Raffaele Zuccotti Pennacchia Roberto e Montecalvo Luigi sponsor tecnico per le assicurazioni

design Sara Salvi

www.francescodiluca.com www.museocivicobagnacavallo.it ISBN 978-88-85614-12-3

fotografa e videomaker Bruno Bani Lucia Ceriani Giorgio Gori Francesco Diluca-studio Realizzazione editoriale e stampa a cura di Publi Paolini, Mantova

ringraziamenti Tempo è una mostra fortemente voluta e con una lunga gestazione creativa. ringrazio Diego Galizzi, Direttore del Museo Civico delle Cappuccine, che da subito si è entusiasmato guardando il mio lavoro. In questi anni è stato studiato un progetto ambizioso ricco di nuove opere mai esposte prima in sede Museale. Ringrazio tutte le persone e le società che sono state determinati per la buona riuscita del progetto. In questi due anni ho imparato molto ci sono state difficoltà e grandi soddisfazioni, tantissimi intrecci si sono formati creando una fitta trama di persone speciali. Assicura SRL Lucia Ceriani Antonio Tarroni Monica Ruscelli AUSER Bagnacavallo Matteo Torterolo Simone Pellegrini Andrea Mariniello Bruno Bani Sara Salvi Maria Concetta Monaci Leonardo Merlini Fabio Giampietro Diana Diluca Paolo Camprini Fulvia Damiani e Sara Carusi


Questo catalogo è stato pubblicato in occasione della mostra

FRANCESCO DILUCA TEMPO UOMO NATURA COSMO Bagnacavallo (RA) | ex convento di San Francesco 22.09 – 04.11.2018

mostra e catalogo a cura di Diego Galizzi organizzazione Comune di Bagnacavallo Museo Civico delle Cappuccine sindaco Eleonora Proni assessore alla cultura Enrico Sama coordinamento Diego Galizzi, Francesco Diluca testi Diego Galizzi, Simone Pellegrini, Leonardo Merlini, Marco Mordenti comunicazione e ufficio stampa Remo Emiliani, Ufficio Stampa del Comune di Bagnacavallo Matteo Torterolo, NEO-STUDIO allestimento Francesco Diluca – Studio logistica e trasporti Nostress Raffaele Zuccotti Pennacchia Roberto e Montecalvo Luigi sponsor tecnico per le assicurazioni

design Sara Salvi

www.francescodiluca.com www.museocivicobagnacavallo.it ISBN 978-88-85614-12-3

fotografa e videomaker Bruno Bani Lucia Ceriani Giorgio Gori Francesco Diluca-studio Realizzazione editoriale e stampa a cura di Publi Paolini, Mantova

ringraziamenti Tempo è una mostra fortemente voluta e con una lunga gestazione creativa. ringrazio Diego Galizzi, Direttore del Museo Civico delle Cappuccine, che da subito si è entusiasmato guardando il mio lavoro. In questi anni è stato studiato un progetto ambizioso ricco di nuove opere mai esposte prima in sede Museale. Ringrazio tutte le persone e le società che sono state determinati per la buona riuscita del progetto. In questi due anni ho imparato molto ci sono state difficoltà e grandi soddisfazioni, tantissimi intrecci si sono formati creando una fitta trama di persone speciali. Assicura SRL Lucia Ceriani Antonio Tarroni Monica Ruscelli AUSER Bagnacavallo Matteo Torterolo Simone Pellegrini Andrea Mariniello Bruno Bani Sara Salvi Maria Concetta Monaci Leonardo Merlini Fabio Giampietro Diana Diluca Paolo Camprini Fulvia Damiani e Sara Carusi


È con grande piacere e soddisfazione che l’Amministrazione comunale ospita mostre di giovani artisti presso l’ex convento di San Francesco, infondendo così nuova vita a uno dei più significativi monumenti di Bagnacavallo. Gli spazi imponenti e vissuti della struttura sono un luogo ideale per creare suggestivi dialoghi tra la tradizione artistica della città, il suo passato e la sensibilità contemporanea. In occasione della Festa di San Michele 2018, grazie al lavoro di curatela del direttore dei Musei Civici Diego Galizzi, è in programma una mostra personale di Francesco Diluca, originale e interessante personalità nell’ambito della scultura italiana. Le opere dell’artista milanese, tanto dedito alla riflessione sul concetto di tempo, evoluzione, consunzione e rinascita, si inseriscono in modo armonioso negli spazi del convento e fanno eco alle pareti scrostate rivelatrici della storia che lì ha preso vita, si è consumata e che tuttora ci parla. Siamo convinti che la mostra di Francesco Diluca arricchirà la proposta culturale della nostra città, e per questo, a nome di tutta l’Amministrazione comunale, desideriamo ringraziarlo per aver dato a Bagnacavallo la possibilità di conoscere i suoi lavori e proporli ai cittadini e ai tanti visitatori della Festa di San Michele. Eleonora Proni

Enrico Sama

Sindaco di Bagnacavallo

Assessore alla Cultura


È con grande piacere e soddisfazione che l’Amministrazione comunale ospita mostre di giovani artisti presso l’ex convento di San Francesco, infondendo così nuova vita a uno dei più significativi monumenti di Bagnacavallo. Gli spazi imponenti e vissuti della struttura sono un luogo ideale per creare suggestivi dialoghi tra la tradizione artistica della città, il suo passato e la sensibilità contemporanea. In occasione della Festa di San Michele 2018, grazie al lavoro di curatela del direttore dei Musei Civici Diego Galizzi, è in programma una mostra personale di Francesco Diluca, originale e interessante personalità nell’ambito della scultura italiana. Le opere dell’artista milanese, tanto dedito alla riflessione sul concetto di tempo, evoluzione, consunzione e rinascita, si inseriscono in modo armonioso negli spazi del convento e fanno eco alle pareti scrostate rivelatrici della storia che lì ha preso vita, si è consumata e che tuttora ci parla. Siamo convinti che la mostra di Francesco Diluca arricchirà la proposta culturale della nostra città, e per questo, a nome di tutta l’Amministrazione comunale, desideriamo ringraziarlo per aver dato a Bagnacavallo la possibilità di conoscere i suoi lavori e proporli ai cittadini e ai tanti visitatori della Festa di San Michele. Eleonora Proni

Enrico Sama

Sindaco di Bagnacavallo

Assessore alla Cultura


SOMMARIO

12 |

IL TEMPO DI FRANCESCO DILUCA IN QUATTRO MOVIMENTI Diego Galizzi

16 |

“COME NON SAPPIAMO COSA SIA UNO SPIRITO, COSÌ IGNORIAMO COSA SIA UN CORPO” Simone Pellegrini

19 |

Marco Mordenti

20 |

IL PRIMO UOMO Leonardo Merlini

150 | 151 |

BIOGRAFIA BIOGRAPHY


SOMMARIO

12 |

IL TEMPO DI FRANCESCO DILUCA IN QUATTRO MOVIMENTI Diego Galizzi

16 |

“COME NON SAPPIAMO COSA SIA UNO SPIRITO, COSÌ IGNORIAMO COSA SIA UN CORPO” Simone Pellegrini

19 |

Marco Mordenti

20 |

IL PRIMO UOMO Leonardo Merlini

150 | 151 |

BIOGRAFIA BIOGRAPHY


IL TEMPO DI FRANCESCO DILUCA IN QUATTRO MOVIMENTI

. primo movimento | il giardino del mondo

esplorarne l’oltre. Noi viviamo come se dovessimo vivere per sempre. Non

Spettrali engrammi di uomini che ramificano come concrezioni coralline, o

riflettiamo mai che siamo esseri fragili e fugaci. Rispecchiandoci nella fissità

come piante che cercano la via della luce, traendo linfa vitale dal buio della

delle sculture iconiche di germina, entrando fisicamente dentro quel popolo

terra; turbolente nuvole di farfalle che si agglomerano in forma di uomo;

di entità relittuali e muovendoci tra di esse nello scenario simbolico delle

archeologie umane che trasudano vita fino alla gemmazione di esili boccioli

caduche pareti dell’ex convento di San Francesco, riscopriamo tutta la nostra

vegetali; corpi che emergono da magmi minerali più neri del nero o dal caos

transitorietà. Solo il turbinio delle farfalle dorate sembra condividere la nostra

della polvere d’ossido. In questa visione del mondo naturale non c’è spazio per

stessa dimensione. Un battito d’ali.

alcuna classificazione tassonomica, solo per l’ambiguità. La vita è di per sé un

Osservata da fuori, o dall’alto, come dall’alto della colonna di un immobile

unico grande mistero, ed è a questo mistero che le mani forti di Diluca cercano

stilita, la nostra esistenza deve sembrare poco più che un momento catturabile

di dare una forma.

da un’istantanea, mossa appena dal passaggio di un’ombra dal colore

La perfezione, l’armonia della natura, con le sue regole, i suoi ritmi, i suoi

indistinto, in cui si fondono e si perdono tutti i colori del nostro io. Esistere,

paradigmi. I respiri del tempo, le forme che solo apparentemente sono

come amare, è l’avvampare di un fuoco effimero e lucente.

caotiche, come il reticolato dei sistemi linfatici, siano essi animali o vegetali, o la struggente eleganza delle ali degli insetti. Tutto risponde a un solo ordine,

. terzo movimento | la profezia di vulcano

quello naturale, non costruito, non coercitivo. È l’ordine della vita che mira ad

Ciò che nel fuoco si consuma e si perde, dal fuoco prende forma. La primigenia

espandere se stessa, è un ordine anarchico, non artificiale, non imposto dagli

forza del fuoco è allegoria di energia creatrice e di potenza distruttrice sin dalla

uomini.

notte dei tempi. Sculture di filato metallico rosso vermiglio sembrano ancora

La rappresentazione simbolica dell’entità non separabile uomo-natura sta

trattenere l’incandescenza della forgiatura. Ma anche qui siamo nel campo

tutta nell’ambiguità visiva tra il reticolo venoso dei corpi umani e i vasi linfatici

dell’ambiguità: quelle venature, quei capillari, sono l’immagine dell’irradiarsi

che trasportano nutrimento vitale dalle radici alle foglie, e allo stesso tempo

nei corpi di un sangue vivifico. L’atto di plasmare e di saldare è per Diluca

la clorofilla dalle foglie alle radici. Nel miracolo delle inflorescenze vegetali e

innanzitutto un qualcosa di altamente simbolico: metallurgia è forgiare, e

coralline che nascono e si sollevano dalla memoria della carne. Nel momento

forgiare è dare vita. È un processo alchemico, che ripete nei suoi significati il

magico del concentrarsi di farfalle che trovano rifugio nei punti vitali delle

ciclo di Proserpina, quell’eterno passaggio di morte-rinascita che è alla base di

anatomie umane, disegnando topografie energetiche sopra mappe in eterna

tutti i culti misterici.

definizione.

Ciò che nel fuoco prende forma, nel fuoco si consuma e si perde. Il ciclope in

L’armonia è un’architettura anarchica, che procede da una forza vitale

filo metallico che si accende di miriadi di scintille infuocate nella performance

primigenia, quella che tutti abbiamo dentro, e che non possiamo ignorare.

Nebula, esplode di calore e luce, sprigionando in pochi attimi tutta l’energia della propria esistenza, un’esistenza che allo stesso tempo lo degrada e lo

. secondo movimento | architetture del tempo

consuma. L’atto performativo di Nebula è un momento altamente simbolico,

L’osservazione dell’evoluzione della vita porta presto alla consapevolezza della

che anticipa e teatralizza quello che è un presagio di fine. È un corpo che al

sua fragilità. Ciò che si svincola dalla terra animandosi, scardina la dimensione

fuoco ritorna per farsi di nuovo materia indistinta. Ma inizio e fine, nell’eterno

della fissità immutabile, dando vita al tempo. Il tempo è movimento, ciò che

ciclo della vita, non sono che passaggi: dietro l’apparente deperimento degli

non ha moto non ha tempo. Le forme metalliche di Diluca sono un’indagine

esseri vitali si celano nuovi inizi, in un continuo rigenerarsi che rende eterni.

in profondità sul tempo come concetto relativo: quello compresso entro le due soglie di inizio e di fine. Il nostro tempo. Il tempo inteso esistenzialmente

. quarto movimento | post scriptum

come passaggio dalla vita alla morte e non come astratta categoria mentale.

Il tempo è il fuoco in cui bruciamo.

Un segmento. L’occhio di Diluca vuole offrire un altro sguardo sul tempo

(Delmore Schwartz)

della nostra esistenza, mettendolo a confronto con quello di altre forme di vita e con la dimensione cosmologica del tempo assoluto. Se osserviamo da dentro, il nostro tempo ha le sembianze dell’eternità, poiché non ci è concesso

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Diego Galizzi

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IL TEMPO DI FRANCESCO DILUCA IN QUATTRO MOVIMENTI

. primo movimento | il giardino del mondo

esplorarne l’oltre. Noi viviamo come se dovessimo vivere per sempre. Non

Spettrali engrammi di uomini che ramificano come concrezioni coralline, o

riflettiamo mai che siamo esseri fragili e fugaci. Rispecchiandoci nella fissità

come piante che cercano la via della luce, traendo linfa vitale dal buio della

delle sculture iconiche di germina, entrando fisicamente dentro quel popolo

terra; turbolente nuvole di farfalle che si agglomerano in forma di uomo;

di entità relittuali e muovendoci tra di esse nello scenario simbolico delle

archeologie umane che trasudano vita fino alla gemmazione di esili boccioli

caduche pareti dell’ex convento di San Francesco, riscopriamo tutta la nostra

vegetali; corpi che emergono da magmi minerali più neri del nero o dal caos

transitorietà. Solo il turbinio delle farfalle dorate sembra condividere la nostra

della polvere d’ossido. In questa visione del mondo naturale non c’è spazio per

stessa dimensione. Un battito d’ali.

alcuna classificazione tassonomica, solo per l’ambiguità. La vita è di per sé un

Osservata da fuori, o dall’alto, come dall’alto della colonna di un immobile

unico grande mistero, ed è a questo mistero che le mani forti di Diluca cercano

stilita, la nostra esistenza deve sembrare poco più che un momento catturabile

di dare una forma.

da un’istantanea, mossa appena dal passaggio di un’ombra dal colore

La perfezione, l’armonia della natura, con le sue regole, i suoi ritmi, i suoi

indistinto, in cui si fondono e si perdono tutti i colori del nostro io. Esistere,

paradigmi. I respiri del tempo, le forme che solo apparentemente sono

come amare, è l’avvampare di un fuoco effimero e lucente.

caotiche, come il reticolato dei sistemi linfatici, siano essi animali o vegetali, o la struggente eleganza delle ali degli insetti. Tutto risponde a un solo ordine,

. terzo movimento | la profezia di vulcano

quello naturale, non costruito, non coercitivo. È l’ordine della vita che mira ad

Ciò che nel fuoco si consuma e si perde, dal fuoco prende forma. La primigenia

espandere se stessa, è un ordine anarchico, non artificiale, non imposto dagli

forza del fuoco è allegoria di energia creatrice e di potenza distruttrice sin dalla

uomini.

notte dei tempi. Sculture di filato metallico rosso vermiglio sembrano ancora

La rappresentazione simbolica dell’entità non separabile uomo-natura sta

trattenere l’incandescenza della forgiatura. Ma anche qui siamo nel campo

tutta nell’ambiguità visiva tra il reticolo venoso dei corpi umani e i vasi linfatici

dell’ambiguità: quelle venature, quei capillari, sono l’immagine dell’irradiarsi

che trasportano nutrimento vitale dalle radici alle foglie, e allo stesso tempo

nei corpi di un sangue vivifico. L’atto di plasmare e di saldare è per Diluca

la clorofilla dalle foglie alle radici. Nel miracolo delle inflorescenze vegetali e

innanzitutto un qualcosa di altamente simbolico: metallurgia è forgiare, e

coralline che nascono e si sollevano dalla memoria della carne. Nel momento

forgiare è dare vita. È un processo alchemico, che ripete nei suoi significati il

magico del concentrarsi di farfalle che trovano rifugio nei punti vitali delle

ciclo di Proserpina, quell’eterno passaggio di morte-rinascita che è alla base di

anatomie umane, disegnando topografie energetiche sopra mappe in eterna

tutti i culti misterici.

definizione.

Ciò che nel fuoco prende forma, nel fuoco si consuma e si perde. Il ciclope in

L’armonia è un’architettura anarchica, che procede da una forza vitale

filo metallico che si accende di miriadi di scintille infuocate nella performance

primigenia, quella che tutti abbiamo dentro, e che non possiamo ignorare.

Nebula, esplode di calore e luce, sprigionando in pochi attimi tutta l’energia della propria esistenza, un’esistenza che allo stesso tempo lo degrada e lo

. secondo movimento | architetture del tempo

consuma. L’atto performativo di Nebula è un momento altamente simbolico,

L’osservazione dell’evoluzione della vita porta presto alla consapevolezza della

che anticipa e teatralizza quello che è un presagio di fine. È un corpo che al

sua fragilità. Ciò che si svincola dalla terra animandosi, scardina la dimensione

fuoco ritorna per farsi di nuovo materia indistinta. Ma inizio e fine, nell’eterno

della fissità immutabile, dando vita al tempo. Il tempo è movimento, ciò che

ciclo della vita, non sono che passaggi: dietro l’apparente deperimento degli

non ha moto non ha tempo. Le forme metalliche di Diluca sono un’indagine

esseri vitali si celano nuovi inizi, in un continuo rigenerarsi che rende eterni.

in profondità sul tempo come concetto relativo: quello compresso entro le due soglie di inizio e di fine. Il nostro tempo. Il tempo inteso esistenzialmente

. quarto movimento | post scriptum

come passaggio dalla vita alla morte e non come astratta categoria mentale.

Il tempo è il fuoco in cui bruciamo.

Un segmento. L’occhio di Diluca vuole offrire un altro sguardo sul tempo

(Delmore Schwartz)

della nostra esistenza, mettendolo a confronto con quello di altre forme di vita e con la dimensione cosmologica del tempo assoluto. Se osserviamo da dentro, il nostro tempo ha le sembianze dell’eternità, poiché non ci è concesso

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Diego Galizzi

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“COME NON SAPPIAMO COSA SIA UNO SPIRITO, COSÌ IGNORIAMO COSA SIA UN CORPO” voltaire

Uno strano groviglio, un intrico sradicato e germinante che in sè racchiude una

l’opportunità del fenomeno facendo tremare quel platonismo di lungo corso fin

memoria oppure una promessa geologica.

dentro al suo abbraccio con il cristianesimo.

Della storia, questo viluppo, non sa nulla e degli accadimenti partecipa in maniera

Il sub-concoidale cinabro è lì, avvezzo alle profondità, nella sua legatura e si fissa

elementare, sottoposto agli scopi dell’artefice non è che corpo sperimentale,

non nell’occhio, ma nell’archetipo lacrimale dello stesso organo deputato alla

processato, attorno a cui aleggia un puzzo caprino di sacrificio.

visione che in tanto vermiglio si commuove come di fronte ad una interiorità

Quando il reticolo si complica, ecco i vulcani farsi silenziosi, ripenso alle nubi

dislocata.

che aleggiano sul Monte Amiata ed estraggo questo “nevo vascolare” da una

Sarà forse per la profondità del suo vizio che non muta nella luce, ma vira solo

profondità minerale.

a causa di una errata contaminazione, che l’uomo da oriente a occidente lo ha

Ricordo che è dal kinabro che si ottiene per improvviso riscaldamento il mercurio

voluto per conferire parvenza di vita agli incarnati delle sue rappresentazioni.

per via di esorbitanti cessioni.

Le profondità d’altronde, i fuochi, gli attriti, lo zolfo se non il mercurio, sono

Si dice poi (e sono dicerie di superficie che con il profondo spesso non legano

questioni che prendono la mano ed estendono un dominio difficilmente

essendo soggette a leggi altre) che nell’ipogeo della Cappella San Severo, le due

circoscrivibile.

macchine anatomiche, trascolorarono dalla vita all’eternità della sperimentazione

L’intrico anch’esso, è sempre lì, estirpato dalla propria carne e presenta a volte

per via di iniezione di hidragirum fino a incantamento del flusso ematico.

infiorescenze ostentando comunque una indecisione strutturale che fa della sua

A voler intraprendere questo cammino si incontrano terminologie greche, teorie

parata di racemi l’esposizione di una somiglianza, l’istituzione di un compromesso

egizie, inclinazioni alchemiche e gli albori della chimica.

vegetativo che di nuovo si stanzia in un terreno più aristotelico e meno trascendentale.

Mentre in superficie si moltiplicano le voci e si perpetuano simulacri, in una sorta di estasi comparativa e relazionale, noi attenderemo che si sviluppi un incidente

In questa immanenza l’artefice opera e trascina una materia che supporta e resiste

circolatorio e questo, prima che la crescente entropia annulli ogni evidenza e

ad ogni qualità ulteriore ottenuta per traslazione, includendo una gualca snervata

separatezza.

in cui la vita si perde.

Uno scontro tra feticci, una improvvisa frizione di una qualsiasi materia e della

Un’ultima immagine però è quella di una mandragora, scalzata a forza, in

relativa congerie di paramenti, provoca una scintilla,oppure

una qualsiasi primavera, con un guaíto, che scalcia cercando la terra nell’aria,

un bagliore, in cui far risplendere e consumare una apparenza.

ramificando senza discendenza, sgomitando senza evoluzione. È comunque veleno, dal sapore stittico: è sempre la vita sì, ma quella che muore

Un battente ad esempio, che non stilli sangue, emette una luce che poi si

di materia eternata, buona per una forma come per un’atro scopo, in cerca di un

infiamma. Del fuoco noi sappiamo che non accetta distinzioni: conosciamo il suo

accordo, exattata, eventuale e senza fine, altrove.

assolutismo e il suo divampare per consumare quell’ignito che gli si oppone.

Infine, materia. Materia incusa, sottoposta e poi trionfante, significata per una

Queste non sono scintille luriane, non risaliranno ad una presunta fonte, ma si

sproporzione dell’immaginario, per il rinnovarsi del bisogno, scambiata non per sé

faranno più acuminate nella estenuazione della forma.

stessa ma per altro.

Nel tempo di questo bagliore potremo considerare con Heidegger che questo splendere e questo apparire è un manifestarsi che consente alla essenza

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Simone Pellegrini

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“COME NON SAPPIAMO COSA SIA UNO SPIRITO, COSÌ IGNORIAMO COSA SIA UN CORPO” voltaire

Uno strano groviglio, un intrico sradicato e germinante che in sè racchiude una

l’opportunità del fenomeno facendo tremare quel platonismo di lungo corso fin

memoria oppure una promessa geologica.

dentro al suo abbraccio con il cristianesimo.

Della storia, questo viluppo, non sa nulla e degli accadimenti partecipa in maniera

Il sub-concoidale cinabro è lì, avvezzo alle profondità, nella sua legatura e si fissa

elementare, sottoposto agli scopi dell’artefice non è che corpo sperimentale,

non nell’occhio, ma nell’archetipo lacrimale dello stesso organo deputato alla

processato, attorno a cui aleggia un puzzo caprino di sacrificio.

visione che in tanto vermiglio si commuove come di fronte ad una interiorità

Quando il reticolo si complica, ecco i vulcani farsi silenziosi, ripenso alle nubi

dislocata.

che aleggiano sul Monte Amiata ed estraggo questo “nevo vascolare” da una

Sarà forse per la profondità del suo vizio che non muta nella luce, ma vira solo

profondità minerale.

a causa di una errata contaminazione, che l’uomo da oriente a occidente lo ha

Ricordo che è dal kinabro che si ottiene per improvviso riscaldamento il mercurio

voluto per conferire parvenza di vita agli incarnati delle sue rappresentazioni.

per via di esorbitanti cessioni.

Le profondità d’altronde, i fuochi, gli attriti, lo zolfo se non il mercurio, sono

Si dice poi (e sono dicerie di superficie che con il profondo spesso non legano

questioni che prendono la mano ed estendono un dominio difficilmente

essendo soggette a leggi altre) che nell’ipogeo della Cappella San Severo, le due

circoscrivibile.

macchine anatomiche, trascolorarono dalla vita all’eternità della sperimentazione

L’intrico anch’esso, è sempre lì, estirpato dalla propria carne e presenta a volte

per via di iniezione di hidragirum fino a incantamento del flusso ematico.

infiorescenze ostentando comunque una indecisione strutturale che fa della sua

A voler intraprendere questo cammino si incontrano terminologie greche, teorie

parata di racemi l’esposizione di una somiglianza, l’istituzione di un compromesso

egizie, inclinazioni alchemiche e gli albori della chimica.

vegetativo che di nuovo si stanzia in un terreno più aristotelico e meno trascendentale.

Mentre in superficie si moltiplicano le voci e si perpetuano simulacri, in una sorta di estasi comparativa e relazionale, noi attenderemo che si sviluppi un incidente

In questa immanenza l’artefice opera e trascina una materia che supporta e resiste

circolatorio e questo, prima che la crescente entropia annulli ogni evidenza e

ad ogni qualità ulteriore ottenuta per traslazione, includendo una gualca snervata

separatezza.

in cui la vita si perde.

Uno scontro tra feticci, una improvvisa frizione di una qualsiasi materia e della

Un’ultima immagine però è quella di una mandragora, scalzata a forza, in

relativa congerie di paramenti, provoca una scintilla,oppure

una qualsiasi primavera, con un guaíto, che scalcia cercando la terra nell’aria,

un bagliore, in cui far risplendere e consumare una apparenza.

ramificando senza discendenza, sgomitando senza evoluzione. È comunque veleno, dal sapore stittico: è sempre la vita sì, ma quella che muore

Un battente ad esempio, che non stilli sangue, emette una luce che poi si

di materia eternata, buona per una forma come per un’atro scopo, in cerca di un

infiamma. Del fuoco noi sappiamo che non accetta distinzioni: conosciamo il suo

accordo, exattata, eventuale e senza fine, altrove.

assolutismo e il suo divampare per consumare quell’ignito che gli si oppone.

Infine, materia. Materia incusa, sottoposta e poi trionfante, significata per una

Queste non sono scintille luriane, non risaliranno ad una presunta fonte, ma si

sproporzione dell’immaginario, per il rinnovarsi del bisogno, scambiata non per sé

faranno più acuminate nella estenuazione della forma.

stessa ma per altro.

Nel tempo di questo bagliore potremo considerare con Heidegger che questo splendere e questo apparire è un manifestarsi che consente alla essenza

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Simone Pellegrini

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Ho scoperto l’opera di Francesco poco più di un anno fa in circostanze fortuite e i suoi lavori mi hanno subito colpito e così sono partito alla ricerca di materiale che lo riguardasse, informazioni, immagini e video per tentare di comprendere il suo percorso artistico. Dopo qualche approccio sono riuscito ad incontrarlo una prima volta e subito mi sono fatto rapire dai racconti sul pensiero che sta alla base del suo lavoro. Da quel giorno gli incontri si sono susseguiti e ne è nata una amicizia. Leggerezza della forma e profondità del pensiero: ecco la mia sintesi dell’opera di Francesco. Figure per lo più antropomorfe, anche a grandezza naturale o addirittura gigantesche che giacciono li, davanti a noi, ma che sembrano ancorate alla terra e nel contempo fluttuare nell’aria o librarsi in volo. Effetto questo amplificato dalle farfalle dorate che in Germina compongono gli organi vitali delle sue creature. Le sculture, come dicevo, hanno spesso sembianze umane ma ricordano con una simbologia ricorrente - farfalle, germogli - ma anche con sempre nuove intuizioni, che l’uomo è intimamente connesso alla terra, all’acqua e al cosmo in un continuo mutare senza soluzione di continuità. Eravamo, siamo e saremo sempre pulviscolo al cospetto dell’universo: determinanti quanto infinitesimali particelle di energia nell’evoluzione del tutto. Quando Francesco mi ha rivelato che stava lavorando da tempo ad un progetto nel nostro territorio, in particolare in questo luogo straordinario, ho iniziato a pensare che la mostra dovesse essere una grande mostra, convinto che l’opera di Francesco potesse qui trovare la giusta dimora. Sono certo che l’impresa sia riuscita. Una amica mi ricordava qualche giorno fa che Paul Klee affermò che “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. Io sono d’accordo e posso affermare che Francesco riesce davvero a dare forma ad alcune delle mie più profonde emozioni. E spero anche alle vostre. Marco Mordenti

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Ho scoperto l’opera di Francesco poco più di un anno fa in circostanze fortuite e i suoi lavori mi hanno subito colpito e così sono partito alla ricerca di materiale che lo riguardasse, informazioni, immagini e video per tentare di comprendere il suo percorso artistico. Dopo qualche approccio sono riuscito ad incontrarlo una prima volta e subito mi sono fatto rapire dai racconti sul pensiero che sta alla base del suo lavoro. Da quel giorno gli incontri si sono susseguiti e ne è nata una amicizia. Leggerezza della forma e profondità del pensiero: ecco la mia sintesi dell’opera di Francesco. Figure per lo più antropomorfe, anche a grandezza naturale o addirittura gigantesche che giacciono li, davanti a noi, ma che sembrano ancorate alla terra e nel contempo fluttuare nell’aria o librarsi in volo. Effetto questo amplificato dalle farfalle dorate che in Germina compongono gli organi vitali delle sue creature. Le sculture, come dicevo, hanno spesso sembianze umane ma ricordano con una simbologia ricorrente - farfalle, germogli - ma anche con sempre nuove intuizioni, che l’uomo è intimamente connesso alla terra, all’acqua e al cosmo in un continuo mutare senza soluzione di continuità. Eravamo, siamo e saremo sempre pulviscolo al cospetto dell’universo: determinanti quanto infinitesimali particelle di energia nell’evoluzione del tutto. Quando Francesco mi ha rivelato che stava lavorando da tempo ad un progetto nel nostro territorio, in particolare in questo luogo straordinario, ho iniziato a pensare che la mostra dovesse essere una grande mostra, convinto che l’opera di Francesco potesse qui trovare la giusta dimora. Sono certo che l’impresa sia riuscita. Una amica mi ricordava qualche giorno fa che Paul Klee affermò che “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. Io sono d’accordo e posso affermare che Francesco riesce davvero a dare forma ad alcune delle mie più profonde emozioni. E spero anche alle vostre. Marco Mordenti

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IL PRIMO UOMO

A volte mi sono sentito solo, a volte ho visto che intorno a me c’erano altri. Mi

modi in cui le fiamme diventano parte di me. Quello che vedo io, quello che forse

ricordo del sale, tutto quel biancore ruvido e mi ricordo soprattutto delle farfalle, che

vede anche il pubblico, sono ere geologiche condensate in pochi minuti, sono milioni

ogni tanto comparivano ed erano degli strani momenti di felicità. So di avere fatto un

di anni di progettazione del corpo che prendono forma adesso, come se avessimo

viaggio, che in passato avevo sempre ritenuto essere stato molto lungo, ma che oggi

imboccato un tunnel spazio-temporale capace di portarci su Saturno, o ancora più

non riesco più a ricostruire, come se fosse volato via in un attimo, magari sulle ali di

lontano, verso i confini dell’universo. E quel tunnel sono io. Sono io che guido questa

quella farfalla. La vita è strana, mi dico, come se questo pensiero dovesse consolarmi

corsa folle verso il punto finale di un percorso, sono io che, mentre a poco a poco

in qualche modo. E lo fa, perché poi sorrido e sento che tutto il mio metallo in quel

il fuoco dà forma, con la sua luce ardente, a ogni singola particella del mio corpo,

momento respira in modo diverso, come se fosse attraversato da un lungo brivido. Lo

inverto la freccia degli eventi. Questa è la mia grande scoperta, questo il miracolo di

stesso che ho provato, ed era misto a timore, lo ammetto, quando sono stato scelto

cui sono diretto testimone: mentre il mio corpo metallico brucia inesorabilmente,

tra gli altri e sono stato messo su questo piedistallo. Separato, unico. Lontano. La vita

mentre si consuma, nello stesso momento si ricompone, rinasce, e quello che io vedo

è strana, mi ripeto, mentre da questo punto di osservazione mi rendo conto che il

con i miei occhi ancora non offuscati, anzi lucidissimi, sono cellule, sinapsi, sistemi

mondo prende un altro aspetto, meno partecipe, più spettacolare, per così dire. Ma

neurali, tessuti. Quello che vedo è un essere umano, l’origine di un essere umano, la

lo spettacolo sarò io, questa notte. Una statua che brucia, un magnifico ultimo atto.

sua genesi. È l’incendio che racconta la vita, mi rendo conto. E quella vita che la notte

Diventerò una farfalla e poi sarà tutto diverso. Sono curioso, anche.

vede ricomporsi, al culmine di questa apparente tragedia pirica, è la mia, ma anche quella del pubblico e dell’artista che ha deciso dove appiccare le fiamme e mi ha

Quando succede non me lo aspetto. Non sono preparato, anche se tutte le parti

accompagnato, ora mi rendo conto con quanta cura, fino a qui, fino alla rivelazione

del mio corpo sanno che il fuoco è stato l’Origine in qualche modo. E dunque

di essere vivo e presente, pur dentro una scomparsa. Fino all’inoppugnabile

ne accolgono il ritorno con una sensazione di ricordo involontario, come il

rappresentazione di questa umanità impossibile: la biologia del metallo, il fluido

profumo di un luogo in cui si era stati molti anni prima e che, apparentemente, si

spinale del primo uomo, adesso, davanti a voi.

era dimenticato. Ma il metallo sa benissimo che non si dimentica nulla, che ogni momento è per sempre, che le cose non si distruggono, ma solo si trasformano

Il pubblico mi guarda. Sono tanti, silenziosi. Nei loro occhi cerco di trovare qualcosa

ed è soltanto il corso naturale delle cose. Il fuoco spaventa gli esseri umani, ma

che vada oltre la semplice performance, cerco le tracce di una comprensione che

io lo riconosco come parte di quel Tutto che, modestamente, ho cercato di

ormai dovrebbero sentire come biunivoca. Hanno visto anche loro ciò che ho visto

rappresentare. Non l’ho scelto, è semplicemente successo, come adesso succede

io? Hanno sentito la stessa misteriosa ridondanza delle cose? Hanno capito cosa è

l’incendio del mio corpo, davanti a tante persone che in silenzio mi guardano

successo? Non lo so, e forse non è importante saperlo. Io sono arrivato alla fine di

cambiare. Non sono preparato, vi stavo dicendo prima, perché le fiamme sono

questo viaggio pazzesco, solo per scoprire che la fine e l’inizio sono lo stesso posto,

una continua sorpresa: aderiscono alla perfezione a ogni centimetro del mio

purché li si sappia rappresentare. Me ne vado sotto forma di rappresentazione. Arrivo

corpo e ne diventano subito parte. Mi rendo conto, ed è una consapevolezza

sotto forma di rappresentazione.

inebriante, che questo, questo bruciare nella notte di Como, è esattamente

Sono l’ultimo. Sono il primo. Sono tutti. Sono voi.

quello che so fare, quello che devo fare. Quello che è giusto che succeda. Voi lo

Siamo farfalle.

chiamate destino, a volte. Io preferisco dire necessità, stupore, bellezza. La cosa più stupefacente, mentre divento una creatura incandescente, sono i mille

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Leonardo Merlini

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IL PRIMO UOMO

A volte mi sono sentito solo, a volte ho visto che intorno a me c’erano altri. Mi

modi in cui le fiamme diventano parte di me. Quello che vedo io, quello che forse

ricordo del sale, tutto quel biancore ruvido e mi ricordo soprattutto delle farfalle, che

vede anche il pubblico, sono ere geologiche condensate in pochi minuti, sono milioni

ogni tanto comparivano ed erano degli strani momenti di felicità. So di avere fatto un

di anni di progettazione del corpo che prendono forma adesso, come se avessimo

viaggio, che in passato avevo sempre ritenuto essere stato molto lungo, ma che oggi

imboccato un tunnel spazio-temporale capace di portarci su Saturno, o ancora più

non riesco più a ricostruire, come se fosse volato via in un attimo, magari sulle ali di

lontano, verso i confini dell’universo. E quel tunnel sono io. Sono io che guido questa

quella farfalla. La vita è strana, mi dico, come se questo pensiero dovesse consolarmi

corsa folle verso il punto finale di un percorso, sono io che, mentre a poco a poco

in qualche modo. E lo fa, perché poi sorrido e sento che tutto il mio metallo in quel

il fuoco dà forma, con la sua luce ardente, a ogni singola particella del mio corpo,

momento respira in modo diverso, come se fosse attraversato da un lungo brivido. Lo

inverto la freccia degli eventi. Questa è la mia grande scoperta, questo il miracolo di

stesso che ho provato, ed era misto a timore, lo ammetto, quando sono stato scelto

cui sono diretto testimone: mentre il mio corpo metallico brucia inesorabilmente,

tra gli altri e sono stato messo su questo piedistallo. Separato, unico. Lontano. La vita

mentre si consuma, nello stesso momento si ricompone, rinasce, e quello che io vedo

è strana, mi ripeto, mentre da questo punto di osservazione mi rendo conto che il

con i miei occhi ancora non offuscati, anzi lucidissimi, sono cellule, sinapsi, sistemi

mondo prende un altro aspetto, meno partecipe, più spettacolare, per così dire. Ma

neurali, tessuti. Quello che vedo è un essere umano, l’origine di un essere umano, la

lo spettacolo sarò io, questa notte. Una statua che brucia, un magnifico ultimo atto.

sua genesi. È l’incendio che racconta la vita, mi rendo conto. E quella vita che la notte

Diventerò una farfalla e poi sarà tutto diverso. Sono curioso, anche.

vede ricomporsi, al culmine di questa apparente tragedia pirica, è la mia, ma anche quella del pubblico e dell’artista che ha deciso dove appiccare le fiamme e mi ha

Quando succede non me lo aspetto. Non sono preparato, anche se tutte le parti

accompagnato, ora mi rendo conto con quanta cura, fino a qui, fino alla rivelazione

del mio corpo sanno che il fuoco è stato l’Origine in qualche modo. E dunque

di essere vivo e presente, pur dentro una scomparsa. Fino all’inoppugnabile

ne accolgono il ritorno con una sensazione di ricordo involontario, come il

rappresentazione di questa umanità impossibile: la biologia del metallo, il fluido

profumo di un luogo in cui si era stati molti anni prima e che, apparentemente, si

spinale del primo uomo, adesso, davanti a voi.

era dimenticato. Ma il metallo sa benissimo che non si dimentica nulla, che ogni momento è per sempre, che le cose non si distruggono, ma solo si trasformano

Il pubblico mi guarda. Sono tanti, silenziosi. Nei loro occhi cerco di trovare qualcosa

ed è soltanto il corso naturale delle cose. Il fuoco spaventa gli esseri umani, ma

che vada oltre la semplice performance, cerco le tracce di una comprensione che

io lo riconosco come parte di quel Tutto che, modestamente, ho cercato di

ormai dovrebbero sentire come biunivoca. Hanno visto anche loro ciò che ho visto

rappresentare. Non l’ho scelto, è semplicemente successo, come adesso succede

io? Hanno sentito la stessa misteriosa ridondanza delle cose? Hanno capito cosa è

l’incendio del mio corpo, davanti a tante persone che in silenzio mi guardano

successo? Non lo so, e forse non è importante saperlo. Io sono arrivato alla fine di

cambiare. Non sono preparato, vi stavo dicendo prima, perché le fiamme sono

questo viaggio pazzesco, solo per scoprire che la fine e l’inizio sono lo stesso posto,

una continua sorpresa: aderiscono alla perfezione a ogni centimetro del mio

purché li si sappia rappresentare. Me ne vado sotto forma di rappresentazione. Arrivo

corpo e ne diventano subito parte. Mi rendo conto, ed è una consapevolezza

sotto forma di rappresentazione.

inebriante, che questo, questo bruciare nella notte di Como, è esattamente

Sono l’ultimo. Sono il primo. Sono tutti. Sono voi.

quello che so fare, quello che devo fare. Quello che è giusto che succeda. Voi lo

Siamo farfalle.

chiamate destino, a volte. Io preferisco dire necessità, stupore, bellezza. La cosa più stupefacente, mentre divento una creatura incandescente, sono i mille

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| GERMINA ALBERO, 2017 scultura in ferro saldato smaltato nero opaco e oro zecchino, parte in smalto nero: 315 x 70 x 100 cm; 22

parte in oro zecchino 385 x 30 x 25 cm

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| GERMINA ALBERO, 2017 scultura in ferro saldato smaltato nero opaco e oro zecchino, parte in smalto nero: 315 x 70 x 100 cm; 22

parte in oro zecchino 385 x 30 x 25 cm

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| GERMINA, 2017 installazione di 20 figure antropomorfe in ferro saldato e oro zecchino 34180 x 60 x 40 cm cad.

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| GERMINA, 2017 installazione di 20 figure antropomorfe in ferro saldato e oro zecchino 34180 x 60 x 40 cm cad.

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| GERMINA, 2017 salgemma e mattoni scultura in ferro smaltata interamente in oro zecchino, 190 x 60 x 40 cm

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| GERMINA, 2017 salgemma e mattoni scultura in ferro smaltata interamente in oro zecchino, 190 x 60 x 40 cm

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| SPETTRO- BODY, 2018 opera su carta fine art e oro zecchino numero 20 fogli 58

24 x 30 cm ciascuno


| SPETTRO- BODY, 2018 opera su carta fine art e oro zecchino numero 20 fogli 58

24 x 30 cm ciascuno


| SKIN, 2014 ferro saldato e polvere di ferro 205 x 140 x 80 cm 60

collezione privata

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| SKIN, 2014 ferro saldato e polvere di ferro 205 x 140 x 80 cm 60

collezione privata

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| SKIN- ALBERO D’ARGENTO, 2018 scultura in ferro saldato, scarti e polvere di ferro smaltato argento 66

240 x 110 x 10 cm

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| SKIN- ALBERO D’ARGENTO, 2018 scultura in ferro saldato, scarti e polvere di ferro smaltato argento 66

240 x 110 x 10 cm

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| SKIN – UOMO, 2014 polvere di ferro su base in ferro ossidato 70

103 x 25 x 16 cm


| SKIN – UOMO, 2014 polvere di ferro su base in ferro ossidato 70

103 x 25 x 16 cm


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| GERMINA, 2016 ferro saldato e vernice oro zecchino, scultura aerea 74

215 x 80 x 60 cm


| GERMINA, 2016 ferro saldato e vernice oro zecchino, scultura aerea 74

215 x 80 x 60 cm


| KURA HALOS, 2018 skull ferro saldato smaltato e salgemma 200 x 70 x 45 cm Archè, mostra personale Museo Archeologico 76Paolo Giovio, Como 2018

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| KURA HALOS, 2018 skull ferro saldato smaltato e salgemma 200 x 70 x 45 cm Archè, mostra personale Museo Archeologico 76Paolo Giovio, Como 2018

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| KURA HALOS, 2018 skull ferro saldato smaltato e salgemma 200 x 70 x 45 cm

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| KURA HALOS, 2018 skull ferro saldato smaltato e salgemma 200 x 70 x 45 cm

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| KURA HALOS, 2018 scultura in ferro saldato smaltato rosso 80

490 x 200 x 200 cm

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| KURA HALOS, 2018 scultura in ferro saldato smaltato rosso 80

490 x 200 x 200 cm

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| KURA HALOS, 2018 donna ferro saldato e filato metallico smaltato rosso 173 x 44 x 35 cm

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| KURA HALOS, 2018 donna ferro saldato e filato metallico smaltato rosso 173 x 44 x 35 cm

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| KURA HALOS, 2018 uomo ferro saldato e filato metallico smaltato rosso 86

104 x 44 x 30 cm

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| KURA HALOS, 2018 uomo ferro saldato e filato metallico smaltato rosso 86

104 x 44 x 30 cm

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| SPETTRO- KURA HALOS, 2018 stampa fine arte su carta montata su alluminio 90

50 x 70 cm

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| SPETTRO- KURA HALOS, 2018 stampa fine arte su carta montata su alluminio 90

50 x 70 cm

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| KURA HALOS, 2018 ferro saldato smaltato rosso 180 x 50 x 30 cm

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| KURA HALOS, 2018 ferro saldato smaltato rosso 180 x 50 x 30 cm

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| KURA-HALOS, 2017 testa ferro saldato smaltatato 94

102 x 69 x 45 cm

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| KURA-HALOS, 2017 testa ferro saldato smaltatato 94

102 x 69 x 45 cm

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| KURA-HALOS BODY, 2017 ferro saldato smaltato 96

120 x 57 x 30 cm

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| KURA-HALOS BODY, 2017 ferro saldato smaltato 96

120 x 57 x 30 cm

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| SKIN -NOTTE, 2012 polvere di ferro e ferro saldato smaltato su tavola 220 x 470 x 20 cm

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| SKIN -NOTTE, 2012 polvere di ferro e ferro saldato smaltato su tavola 220 x 470 x 20 cm

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| SKIN – PAPILLON, 2012 ferro saldato smaltato 185 x 50 x 50 cm

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| SKIN – PAPILLON, 2012 ferro saldato smaltato 185 x 50 x 50 cm

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| PAPILLON, 2012 scultura in ferro saldato smaltato 185 x 60 x 40 cm collezione privata

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| PAPILLON, 2012 scultura in ferro saldato smaltato 185 x 60 x 40 cm collezione privata

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| PADRE, 2012 scultura in ferro saldato smaltato e polvere di ferro 90 x 50 x 50 cm 106

collezione privata


| PADRE, 2012 scultura in ferro saldato smaltato e polvere di ferro 90 x 50 x 50 cm 106

collezione privata


| SKIN – PAPILLON, 2012 ferro saldato smaltato 185 x 50 x 50 cm

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| SKIN – PAPILLON, 2012 ferro saldato smaltato 185 x 50 x 50 cm

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| CUORE, 2018 filato metallico combusto

| POST FATA RESURGO, 2016 filato metallico combusto 112

180 x 60 x 50 cm


| CUORE, 2018 filato metallico combusto

| POST FATA RESURGO, 2016 filato metallico combusto 112

180 x 60 x 50 cm


| POST FATA RESURGO, 2018 foto stampa fine art carta cotone montata su alluminio 114

performance combustione testa

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| POST FATA RESURGO, 2018 foto stampa fine art carta cotone montata su alluminio 114

performance combustione testa

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| POST FATA RESURGO, 2018 video istallazione performace testa combustione 116

video Lucia Ceriani

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| POST FATA RESURGO, 2018 video istallazione performace testa combustione 116

video Lucia Ceriani

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| CRISALIDE, 2016 ferro saldato smaltato e lana d’acciaio 118

56 x 40 x 42 cm

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| CRISALIDE, 2016 ferro saldato smaltato e lana d’acciaio 118

56 x 40 x 42 cm

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| CRISALIDE, 2016 ferro saldato smaltato oro e lana d’acciaio combusta 120

48 x 26 x 24 cm

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| CRISALIDE, 2016 ferro saldato smaltato oro e lana d’acciaio combusta 120

48 x 26 x 24 cm

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| SENZA TITOLO, 2016 filato metallico combusto performace post fata resurgo 124

Milano Francesco Diluca-Studio

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| SENZA TITOLO, 2016 filato metallico combusto performace post fata resurgo 124

Milano Francesco Diluca-Studio

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| Performace post fata resurgo giugno 2016 128

Francesco Diluca

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| Performace post fata resurgo giugno 2016 128

Francesco Diluca

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| ATLAS, 2017 stampa fine arte su carta montata su alluminio 132

110 x 150 cm (particolare)


| ATLAS, 2017 stampa fine arte su carta montata su alluminio 132

110 x 150 cm (particolare)


| GERMINA- BUSTO, 2018 ferro saldato e oro zecchino 100 x 30 x 25 cm

| TESTA, 2018 ferro saldato filato metallico combusto è oro zecchino

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| GERMINA- BUSTO, 2018 ferro saldato e oro zecchino 100 x 30 x 25 cm

| TESTA, 2018 ferro saldato filato metallico combusto è oro zecchino

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| POST FATA RESURGO, 2018 nebula scultura in ferro saldato e filato metallico 138

6500 x 200 x 200 cm

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| POST FATA RESURGO, 2018 nebula scultura in ferro saldato e filato metallico 138

6500 x 200 x 200 cm

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Francesco Diluca, Milan 1979, attended painting and

In 2012, his sculpture noluntas was selected for the Bi-

The Ratti venue, for the Church of San Francesco, in

Francesco Diluca, Milano 1979, segue i corsi di pittura

Nel 2012 viene scelta la scultura noluntas per la Bien-

Polo Museale dell’Emilia Romagna. Lo spazio Ratti, ex

sculpture classes at the Brera Academy, where he grad-

ennale Italia Cina, curated by Ivan Quaroni and Wang

Como hosted the solo show Germina curated by Da-

e scultura presso l’Accademia di Brera dove si laurea

nale Italia Cina curata da Ivan Quaroni e Wang Chu-

chiesa di San Francesco, di Como ospita la personale

uated with honors in 2004.

Chuchen - Villa Reale in Monza.

vide Caroli.

con lode nel 2004.

chen - villa Reale a Monza.

Germina curata da Davide Caroli.

Vive e lavora a Milano.

He lives and works in Milan.

The year 2014 opened with the group show Materie,

The Museo archeologico Paolo Giovio held streets-

at MUST (Vimercate) and Palazzo G. Silva, curated by

cape6 curated by Quaroni and Chiara Canali.

Il 2014 si apre con la mostra collettiva Materie, presso

Museo archeologico Paolo Giovio streetscape6 a cura

museo MUST (Vimercate) e Palazzo G.Silva, curata da

di Ivan Quaroni e Chiara Canali.

His first noteworthy exhibition was salon I 1999 - Pala-

Simona Bartolena.

In 2018 in Parma, the group show PARMA 360 at the

La prima esposizione di rilievo è salon I 1999 - Palazzo

Simona Bartolena.

2018 Parma mostra collettiva PARMA 360 crocie-

zzo della Permanente in Milan.

He then took part in the Biennale Italia Cina 2014

crociera ospedale vecchio, curated by Chiara Canali

della Permanente di Milano.

Successivamente partecipa alla Biennale Italia Cina

ra ospedale vecchio a cura di Chiara Canali e Camilla

In 2003, he won second prize for the sculpture icarus

held at 798 Art District in Beijing, curated by Sandro

and Camilla Dimeo.

Nel 2003 riceve il secondo premio per la scultura

2014 allestita al 798 Art District di Beijing, a cura di

Dimeo.

displayed at Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, in the

Orlandi. Villa Confalonieri in Merate hosted tracce di

The Museo archeologico Paolo Giovio in Como dedi-

icarus opera in mostra presso Palazzo Reale, sala delle

Sandro Orlandi. A villa Confalonieri di Merate, mostra

Museo archeologico Paolo Giovio Como mostra per-

exhibition volare curated by the director of Brera, G.

contemporaneo 2014, with works from the Bugatti

cated a solo show to him, Archè, presented by Isabella

Cariatidi, mostra volare curata dal direttore, di Brera

tracce di contemporaneo 2014, opere della collezione

sonale Archè presentazione di Isabella Nobile

Mariani.

Collection, curated by Simona Bartolena.

Nobile.

G.Mariani.

Bugatti, a cura di Simona Bartolena.

Museo delle Cappuccine e Convento San Francesco

In 2008, he held his first solo show titled fresco di fab-

Memento is the title of the work chosen by Angela

The Museo delle Cappuccine and Convento San Fran-

Il 2008 è l’anno della prima personale dal titolo fresco

Memento è il titolo dell’opera scelta da Angela Ma-

Bagnacavallo mostra personale Tempo a cura di Die-

brica, at Fabbrica Eos, curated by Giancarlo Pedrazzini.

Madesani for the group show Una solitudine troppo

cesco Bagnacavallo held his solo show, Tempo, curat-

di fabbrica, presso Fabbrica Eos, curata da Giancarlo

desani, per la mostra collettiva Una solitudine trop-

go Galizzi.

The sculptures in the series Il Senso dell’Assenza were

rumorosa at the Nuova Galleria Morone.

ed by Diego Galizzi.

Pedrazzini.

po rumorosa per la Nuova Galleria Morone.

shown in cocoon, the solo exhibition curated by Alber-

MAR in Ravenna dedicated a solo exhibition to him,

Le sculture della serie Il Senso dell’A ssenza sono

Il museo MAR di Ravenna gli dedica una mostra per-

to Mattia Martini, Fabbrica Eos in 2010.

curated by D. Caroli, November 2014 – January 2015.

protagoniste in cocoon mostra personale curata da

sonale curata da D. Caroli, novembre 2014 - gennaio

Lamiere al vento is the title of his one-man exhibition

Vessel is the title of the solo show held in 2015 at the

Alberto Mattia Martini, Fabbrica Eos 2010.

2015.

at the gallery Contemporaneamente in Parma.

Nuova Galleria Morone in Milan (project room), cu-

Lamiere al vento è il titolo della personale alla galleria

Vessel è il titolo della mostra personale allestita nel

The Margini family chose two sculptures for the exhi-

rated by D. Caroli.

Contemporaneamente di Parma.

2015 nella galleria milanese Nuova Galleria Morone,

bition Terzo Rinascimento at Palazzo Ducale in Urbino

In 2015, he took part in a collective exhibition at the

Famiglia Margini sceglie due sculture per la mostra

(project room) curata da D. Caroli.

and, subsequently, at the Norman castle in Acicastello

mill of Capalbio, curated by Davide Sarchioni.

Terzo Rinascimento al Palazzo Ducale di Urbino e

Partecipa a una collettiva al frantoio di Capalbio curata

(CA).

In 2016, he participated in the group show Cities

successivamente al castello Normanno di Acicastello

da Davide Sarchioni.

In 2011, he took part in the 54 Biennale di Venezia,

they are a-changin, curated by Marco Biraghi and

(CA).

Nel 2016 prende parte alla mostra collettiva Cities

Italian pavilion, Turin, Sala Nervi, curated by Vittorio

Daniele Decia.

Nel 2011 partecipa alla 54 Biennale di Venezia, padi-

they are a-changin, a cura di Marco Biraghi e Daniele

Sgarbi.

In 2017, For ArteFiera 2017 and ArtCityBologna, Se-

glione Italia sede di Torino sala Nervi curata da Vittorio

Decia.

Also in 2011, he crated the ultima cena for the Casa

quela was inaugurated, a group exhibition curated by

Sgarbi.

Nel 2017, in occasione di ArteFiera 2017 e ArtCityBo-

Testori Foundation for the exhibition Giorni Felici

Leonardo Regano, in the former church of San Mattia

Sempre nel 2011 crea ultima cena per la fondazione Casa Te-

logna, inaugura Sequela, una mostra collettiva curata

2011, curated by Giovanni Frangi.

Polo Museale dell’Emilia Romagna.

stori per la mostra Giorni Felici 2011, curata da Giovanni Frangi.

da Leonardo Regano, nella ex chiesa di San Mattia

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Francesco Diluca, Milan 1979, attended painting and

In 2012, his sculpture noluntas was selected for the Bi-

The Ratti venue, for the Church of San Francesco, in

Francesco Diluca, Milano 1979, segue i corsi di pittura

Nel 2012 viene scelta la scultura noluntas per la Bien-

Polo Museale dell’Emilia Romagna. Lo spazio Ratti, ex

sculpture classes at the Brera Academy, where he grad-

ennale Italia Cina, curated by Ivan Quaroni and Wang

Como hosted the solo show Germina curated by Da-

e scultura presso l’Accademia di Brera dove si laurea

nale Italia Cina curata da Ivan Quaroni e Wang Chu-

chiesa di San Francesco, di Como ospita la personale

uated with honors in 2004.

Chuchen - Villa Reale in Monza.

vide Caroli.

con lode nel 2004.

chen - villa Reale a Monza.

Germina curata da Davide Caroli.

Vive e lavora a Milano.

He lives and works in Milan.

The year 2014 opened with the group show Materie,

The Museo archeologico Paolo Giovio held streets-

at MUST (Vimercate) and Palazzo G. Silva, curated by

cape6 curated by Quaroni and Chiara Canali.

Il 2014 si apre con la mostra collettiva Materie, presso

Museo archeologico Paolo Giovio streetscape6 a cura

museo MUST (Vimercate) e Palazzo G.Silva, curata da

di Ivan Quaroni e Chiara Canali.

His first noteworthy exhibition was salon I 1999 - Pala-

Simona Bartolena.

In 2018 in Parma, the group show PARMA 360 at the

La prima esposizione di rilievo è salon I 1999 - Palazzo

Simona Bartolena.

2018 Parma mostra collettiva PARMA 360 crocie-

zzo della Permanente in Milan.

He then took part in the Biennale Italia Cina 2014

crociera ospedale vecchio, curated by Chiara Canali

della Permanente di Milano.

Successivamente partecipa alla Biennale Italia Cina

ra ospedale vecchio a cura di Chiara Canali e Camilla

In 2003, he won second prize for the sculpture icarus

held at 798 Art District in Beijing, curated by Sandro

and Camilla Dimeo.

Nel 2003 riceve il secondo premio per la scultura

2014 allestita al 798 Art District di Beijing, a cura di

Dimeo.

displayed at Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, in the

Orlandi. Villa Confalonieri in Merate hosted tracce di

The Museo archeologico Paolo Giovio in Como dedi-

icarus opera in mostra presso Palazzo Reale, sala delle

Sandro Orlandi. A villa Confalonieri di Merate, mostra

Museo archeologico Paolo Giovio Como mostra per-

exhibition volare curated by the director of Brera, G.

contemporaneo 2014, with works from the Bugatti

cated a solo show to him, Archè, presented by Isabella

Cariatidi, mostra volare curata dal direttore, di Brera

tracce di contemporaneo 2014, opere della collezione

sonale Archè presentazione di Isabella Nobile

Mariani.

Collection, curated by Simona Bartolena.

Nobile.

G.Mariani.

Bugatti, a cura di Simona Bartolena.

Museo delle Cappuccine e Convento San Francesco

In 2008, he held his first solo show titled fresco di fab-

Memento is the title of the work chosen by Angela

The Museo delle Cappuccine and Convento San Fran-

Il 2008 è l’anno della prima personale dal titolo fresco

Memento è il titolo dell’opera scelta da Angela Ma-

Bagnacavallo mostra personale Tempo a cura di Die-

brica, at Fabbrica Eos, curated by Giancarlo Pedrazzini.

Madesani for the group show Una solitudine troppo

cesco Bagnacavallo held his solo show, Tempo, curat-

di fabbrica, presso Fabbrica Eos, curata da Giancarlo

desani, per la mostra collettiva Una solitudine trop-

go Galizzi.

The sculptures in the series Il Senso dell’Assenza were

rumorosa at the Nuova Galleria Morone.

ed by Diego Galizzi.

Pedrazzini.

po rumorosa per la Nuova Galleria Morone.

shown in cocoon, the solo exhibition curated by Alber-

MAR in Ravenna dedicated a solo exhibition to him,

Le sculture della serie Il Senso dell’A ssenza sono

Il museo MAR di Ravenna gli dedica una mostra per-

to Mattia Martini, Fabbrica Eos in 2010.

curated by D. Caroli, November 2014 – January 2015.

protagoniste in cocoon mostra personale curata da

sonale curata da D. Caroli, novembre 2014 - gennaio

Lamiere al vento is the title of his one-man exhibition

Vessel is the title of the solo show held in 2015 at the

Alberto Mattia Martini, Fabbrica Eos 2010.

2015.

at the gallery Contemporaneamente in Parma.

Nuova Galleria Morone in Milan (project room), cu-

Lamiere al vento è il titolo della personale alla galleria

Vessel è il titolo della mostra personale allestita nel

The Margini family chose two sculptures for the exhi-

rated by D. Caroli.

Contemporaneamente di Parma.

2015 nella galleria milanese Nuova Galleria Morone,

bition Terzo Rinascimento at Palazzo Ducale in Urbino

In 2015, he took part in a collective exhibition at the

Famiglia Margini sceglie due sculture per la mostra

(project room) curata da D. Caroli.

and, subsequently, at the Norman castle in Acicastello

mill of Capalbio, curated by Davide Sarchioni.

Terzo Rinascimento al Palazzo Ducale di Urbino e

Partecipa a una collettiva al frantoio di Capalbio curata

(CA).

In 2016, he participated in the group show Cities

successivamente al castello Normanno di Acicastello

da Davide Sarchioni.

In 2011, he took part in the 54 Biennale di Venezia,

they are a-changin, curated by Marco Biraghi and

(CA).

Nel 2016 prende parte alla mostra collettiva Cities

Italian pavilion, Turin, Sala Nervi, curated by Vittorio

Daniele Decia.

Nel 2011 partecipa alla 54 Biennale di Venezia, padi-

they are a-changin, a cura di Marco Biraghi e Daniele

Sgarbi.

In 2017, For ArteFiera 2017 and ArtCityBologna, Se-

glione Italia sede di Torino sala Nervi curata da Vittorio

Decia.

Also in 2011, he crated the ultima cena for the Casa

quela was inaugurated, a group exhibition curated by

Sgarbi.

Nel 2017, in occasione di ArteFiera 2017 e ArtCityBo-

Testori Foundation for the exhibition Giorni Felici

Leonardo Regano, in the former church of San Mattia

Sempre nel 2011 crea ultima cena per la fondazione Casa Te-

logna, inaugura Sequela, una mostra collettiva curata

2011, curated by Giovanni Frangi.

Polo Museale dell’Emilia Romagna.

stori per la mostra Giorni Felici 2011, curata da Giovanni Frangi.

da Leonardo Regano, nella ex chiesa di San Mattia

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FRANCESCO DILUCA

FRANCESCO DILUCA

UOMO NATURA COSMO UOMO NATURA COSMO

PUBLI

PAOLINI


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