UNBOX (Italian Version)

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UNBOX Packaging per Disegno



Il editoring e la scrittura di questa rivista si occupa di allievo di UDEM Cecilia Enríquez, e da marzo 2014, questa è la prima pubblicazione. In entrambe le versioni a stampa e on-line da rivista sono publicati. I dati giuridici della rivista sono i seguenti: I.S.S.N.: 1133-8442 e-I.S.S.N. :2171-7566 Smaltimento legale: SE-99-2014.


INDEX


#02 iNTRODUzione

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#04

LO SGUARDO TATTILE

02 #14 03

#08 IN TUTTE LE DIMENSIONI

REndere materiale l’immateriale

04 #22 05 #18

L’unboxing del desiderio Il packaging a tutto tondo

#26 riferimenti


INTRO DUZIONE


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uesta è una rivista mensile dedicata interamente al mondo del packaging, dalle basi di imballaggi di ciò che è nuovo ad esso, e suggerimenti per nuovi progettisti che vogliono imparare le vie del pacchetto. Questa pubblicazione è impressa in inglese e in italiano per una migliore comprensione.


LO SGUARDO TATT ILE


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l packaging sta superando se stesso, in una metamorfosi che non gli consente più di restare semplice dispositivo al servizio delle merci e che interferisce con la nostra realtà percepita. Per raggiungere il prodotto, prima dobbiamo passare per il suo imballaggio. Per godere di un cibo, dobbiamo trarre piacere dal suo involucro; per usare una tecnologia, bisogna violare imballi a prova di scasso; per possedere un nuovo accessorio, un regalo, o un gadget, dobbiamo amare e poi distruggere la sua confezione. Insomma, per appagare i nostri sogni è richiesto l’uso attivo di tutti i sensi, in particolare del tatto. Interazione e manipolazione, quindi.

E così le tecnologie di stampa sempre più avanzate, la fervida creatività di designer e produttori, l’audacia di aziende pronte a rischiare pur di proporre nuovi codici consentono ai contenitori di diventare sofisticati laboratori sperimentali di una augmented reality fatta di carta, gomma, di plastiche complesse e materiali nuovi o inusuali.


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Effetti ottici, rilievi, superfici sensibili: questa ‘realtà aumentata’ oltre che con mano si può toccare con gli occhi. Sono superfici tridimensionali che balzano fuori dall’oggetto per farci volare con l’immaginazione (come nel caso delle confezioni di cioccolato Adoré); o ci proiettano nello spazio virtuale di un gioco elettronico (la copertina del CD Watch the Throne); o ancora, tra natura e artificio, sottintendono la presenza di una iperrealtà del quotidiano (l’etichetta in legno di balsa del vino biologico Alternative). Le tecnologie lo consentono e il mercato lo richiede: il packaging texturizzato sul piano tattile è la nuova frontiera della comunicazione delle merci. La promessa esperienziale è oggi il valore più apprezzato da consumatori adrenalinici in cerca di novità ed emozioni. E come sempre succede in questi casi, la specie (l’Homo Consumens) si adatta e, per amplificare il piacere, anche lo sguardo diventa tattile.

di SONIA PEDRAZZINI


AN ACCESSBLE DESIGN IS A

GOOD

DESIGN.” — ANONYMOUS


IN TUTTE LE DI MEN SIONI


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La carta nelle confezioni, tra superfici e metafore Il bello della carta è che può cambiare formato in un secondo. Basta una piega per dimezzarne la superficie o per trasferire il foglio nella terza dimensione. Con un paio di tagli o una fustella il passaggio ad altre grandezze diventa un gioco da ragazzi: si può ridurre un’intera bobina di carta in coriandoli o creare migliaia di piccoli astucci.


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I

l settore del packaging è quello che forse più di altri ha saputo interpretare la flessibilità dimensionale di questo materiale, affidandosi a tecniche minime come la piegatura, o più complesse come lo stampaggio.

In un campo sempre molto vivace come quello dei gioielli, la carta mostra tutte le sue potenzialità fisiche e narrative: le confezioni di Suubi parlano, in senso quasi letterale, di un riscatto sociale e culturale. La scatola è piccola e semplice ma ogni sua faccia è stata trasformata in etichetta per raccontare i gioielli realizzati ‘con speranza e coraggio’ dalle donne in Uganda. Sul versante opposto troviamo la polpa di carta, la stessa utilizzata per confezionare le uova, che racchiude i gioielli disegnati da Markus Diebel. Anche in questo caso la carta invade il campo, tradizionalmente limitato, dell’etichetta per abbracciare interamente il contenuto. E lo fa in modo tecnologicamente evoluto, raffinato e coerente, seguendo con le sue forme morbide le linee fluide del prodotto, mentre sul retro un testo ne racconta le motivazioni.


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È evidente che la malleabilità della polpa di carta rende possibile l’espansione potenzialmente illimitata del pack dal punto di vista fisico. Sorprende però come a questo faccia da contraltare l’espansione dello stesso pack verso altre dimensioni, più teoriche e immateriali. Se infatti dal punto di vista fisico le Greenbottle sono un solido contenitore funzionale per imballi flessibili di alimenti liquidi, come il vino o il latte; non si può evitare di leggere in quella simulazione ironica di vere bottiglie (in vetro o plastica) il non detto del progetto: la sostenibilità ambientale può ricorrere a forme archetipe o già note per portare in altre dimensioni i contenitori riutilizzabili e avvicinarli alla quotidianità degli utenti. L’uso della carta come supporto alle idee, e non semplici informazioni, offre insomma uno scivolo verso altri livelli, ideali, teorici, spesso emotivi. Nel caso delle etichette per la collezione di vini Minima Moralia l’immagine fotografica dilata la percezione del supporto fino a far diventare l’etichetta stessa una più ampia metafora dello spirito umano, con


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le sue luci e ombre e la giusta ambiguità di un’immagine solo apparentemente tridimensionale. Il lento scivolamento da una dimensione all’altra può nascere anche dalla banale materia delle cose. Altezza, larghezza e profondità sono convenzioni con cui i nostri cervelli, tramite gli occhi, leggono la realtà, o credono di farlo. Davanti al pack delle posate disegnate da Gigodesign non possiamo infatti che esitare nella definizione di larghezza e altezza, perché l’inversione dei ruoli e l’illusione qui non è ottica ma reale. Forma e illusione nel mondo del packaging sono strumenti fondamentali per la produzione di oggetti che hanno una vita molto breve, ma che nel lasso di tempo in cui si incrociano con l’utente devono trasportarne la mente altrove. Può essere un mondo fuori scala e sostenibile, come accade con i grandi sacchi per materie prime trasformati in borse da Lucy Salamanca; o il mondo oscuro e indefinibile del gusto e delle percezioni olfattive, come mostrano le impenetrabili confezioni di vaniglia P&S. L’altra dimensione del packaging si raggiunge


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attraverso forme, colori e finiture che credevamo ormai piĂš che esplorate, ma dobbiamo riconoscere che a ogni loro rimescolamento corrisponde la nascita di un nuovo mondo. Ăˆ solo l’idea di un altrove che credevamo di conoscere o di un universo del tutto sconosciuto: ma tanto basta a espandere a dismisura ogni dimensione del pack.

di maria gallo


RENDERE MATERIALE L’IMMATERIALE


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Il package dei servizi, rischio e opportunità La nostra è una civiltà dell’immateriale, non solo per la dematerializzazione degli oggetti (la cosiddetta realtà virtuale), ma anche per l’importanza economica e sociale sempre maggiore rivestita dai servizi. Il settore dei servizi tradizionali è in continua espansione: finanza,banche, assicurazioni, turismo, trasporti pubblici… E si sviluppano sempre nuove articolazioni: i servizi alla persona, le prestazioni domiciliari, le formule di distribuzione alternativa, i programmi e le attività per la salute, il fitness e via elencando.


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l ruolo dell’immateriale diventa ancora maggiore se teniamo conto del peso che assume la componente dei servizi nel ciclo di vita di tutte le merci, che attualmente non sono più solo oggetti ma un mix di prodotto/ servizio. Pensiamo per esempio al ruolo del leasing, o ai servizi di assistenza in campo automobilistico, ai programmi fedeltà e alle operazioni di lancio nel settore della distribuzione, ecc. La presenza di una quota crescente relativa al servizio, quindi all’immateriale, connota sempre più spesso ogni prodotto, tanto da diventarne spesso la principale componente di costo e anche di valore aggiunto (pensiamo al settore delle bevande, alcoliche e analcoliche).

Il servizio è di per sé un progetto: non a caso negli ultimi anni sono proliferate le attività nel settore del design dei servizi. Ma questo progetto ha bisogno di un altro progetto che lo protegga per valorizzarlo. Il servizio non si vede, non si sente, non si tocca. Lo si può testare, ma solo dopo averne fruito. Ha bisogno di una forma che sappia esprimere i suoi connotati, i suoi tratti, i suoi valori.


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Si tratta di una tipologia di packaging in cui il contenuto non incide sulla forma e quindi permette la massima libertà, da un lato, ma parallelamente impone la necessità di concepire brief fortemente integrati fra il servizio e la sua comunicazione, pena il rischio di cadere in operazioni di stucchevole ‘inscatolamento’

di remo m. micacci


L’UN BOX ING DEL DESIDERIO


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dare corpo alla miniaturizzazione

del prodotto elettronico L’universo hi-tech ha sviluppato le sue mitologie, tra cui l’unboxing, vero culto per gli appassionati di tecnologie. Il rito dell’apertura della scatola che contiene un prodotto appena acquistato porta alle estreme conseguenze la teoria ben nota a chi si occupa di packaging, secondo cui la distanza aumenta il desiderio. In alcuni casi la scatola offre perfino la possibilità di toccare, sebbene metaforicamente, un prodotto immateriale come il software.


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erciò alle tradizionali funzioni di contenimento e comunicazione del prodotto, le confezioni di hi-tech aggiungono il ruolo di connettore fisico tra uomo e tecnologia, tra consumatore e brand.

Lo testimonia la crescente attenzione per il design e la grafica delle confezioni di questi prodotti. I package rispettano ormai lo spirito del prodotto, lo stile dei brand e i codici del mercato in modo talmente preciso da essere immediatamente riconoscibili. Il candore delle scatole per computer Apple, il nero integrale di quelle per vari smartphone (Blackberry e Galaxy Samsung per citarne un paio), le evanescenti sfumature striate del sistema operativo Windows Vista o l’algida confezione dei telefoni Bang & Olufsen sono, pur nelle loro diverse declinazioni di prodotto, icone di brand e divulgatrici di segni, prima ancora che funzionali confezioni. Il mondo hi-tech ha però nel suo dna un’insopprimibile componente anarchica che offre spazi di sperimentazione a piccoli produttori e grandi aziende. Qui l’arte, l’ironia, la provocatoria cultura visiva delle


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ultime generazioni diventano materia prima per rivestire i prodotti più diversi (auricolari, televisori, cellulari, netbook…) con nuovi linguaggi visivi. Bypassando lo stile del brand, i designer dialogano direttamente con il consumatore e spesso riescono a trasformare il sogno tecnologico in realtà, per lo meno in quel breve lasso di tempo che separa l’acquisto del prodotto dall’apertura della scatola.

DI MARIA GALLO


IL PACKAGING A tTUTTO TONDO


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I

l packaging è un mondo complesso che coinvolge progettisti, costruttori di macchine, fornitori di supporti, clienti finali, canale distributivo, ecc. Il settore è fortemente radicato in Italia e ha una grande capacità di innovazione proprio per la varietà e complessità della filiera stessa, in quanto la pressione competitiva e la ricerca di ottimizzazione degli imballi coinvolge, con risultati spesso geniali, tutti gli operatori in una circolazione virtuosa di idee e soluzioni. Presentiamo una carrellata di esempi recenti che hanno lasciato il segno in termini di forza del progetto e di ottimizzazione del processo di lavorazione.

Immagini e informazioni sui prodotti per gentile concessione di Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) e Adi (Associazione Disegno Industriale). Prodotti ammessi alla short list del Packology Award, I edizione, Rimini Packology, 2013.


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#1

ISABELLA

/Brand & label design

#02 PERFECT BODY #03 VESTO SLIM F1T3 #04 MYSAC #05 BALLANTINO’S /Astuccio e flow pack per bottiglia whisky 70 cl.

/Packaging

/Sistema di etichettatura

/Corporate e fascette per linea sacchi spazzatura.


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#06 MED’S MEDICAL #07 SOLUTIONS FILIPPO BERIO #08 FREEBOX #09 LAMICAN OY

/Lattina di carta 250ml.

/Branding, corporate identity & packaging

/Bottiglia in PET per olio

/Packaging

#10

MANORESI /Label design

DI PAOLO GAMBULI


RIFERIMENTI


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Tutti gli articoli chi sono impressi qui sono anche nella pagina online di ARTLAB Magazine, e potrebbero essere incontrato in questi links:

Lo Sguardo Tattile

In tutte le dimensioni

Rendere Materiale L’Immateriale

L’Unboxing del Desiderio

Il Packaging a Tutto Tondo


Editore Cecilia Alejandra Enríquez ceciliaenri.27@gmail.com Av. Alfonso Reyes #104, 66250 San Pedro Garza Garcia, NL, México Tel. +52 8335 3066 Impresso Av. Ignacio Morones Prieto 4500 Pte., Jesus M. Garza, 66238 San Pedro Garza Garcia, NL, México +52 81 8215 1000


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